Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    13/06/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cancellati dalla storia

 
Il palazzo reale di Valonde era come lo ricordava, con le torri e le mura di pietra grigia e rossa alte cinquanta passi, le guglie che svettavano verso il cielo, gli stendardi che sventolavano sull’arco che delimitava l’ingresso alto cento passi, oltre il quale si apriva un ampio cortile che conduceva alle scale.
Mentre si avvicinava al piccolo trotto sentì il cuore che le batteva più forte. Aveva compiuto il tragitto tra il circolo e il palazzo centinaia di volte negli ultimi dodici anni, da quando aveva manifestato per la prima volta i poteri, ma sentiva che quella era diversa.
Potrei non rivedere questo luogo per molto tempo, si disse mentre smontava. Potrei non tornare che tra dieci Lune. O venti. O mai più, se dovessi cadere in battaglia.
Sentì il panico afferrarle le gambe e minacciare di buttarla a terra mentre porgeva le redini all’alfiere che si era avvicinato.
L’uomo le rivolse un inchino e si allontanò con l’animale. Dietro di lei, Elvana era saltata giù allo stesso modo e guardava il palazzo col naso rivolto all’insù.
“Quindi tu vivi qui” disse con aria distratta.
Quella frase spezzò la tensione che Bryce provava e la costrinse a cercare una risposta che non fosse scortese. “Hai qualcosa da criticare anche nel palazzo reale di Valonde?” le chiese.
“È grande” disse Elvana. “A Nightanatois non abbiamo niente del genere. Il palazzo reale è un edificio un po’ più grande degli altri e non ha un cortile. E nemmeno mura che lo difendono. Avete paura che i vostri sudditi tentino di attaccarvi mentre dormite?”
Bryce valutò se la sua domanda fosse sincera o la stesse solo provocando.
“Una volta Valonde era solo questo castello” disse. “E nemmeno era grande come lo vedi adesso. Era ridotto a qualche torre e al maschio e poco altro. E il villaggio dentro le mura.”
“Poi avete deciso che stavate troppo stretti e vi siete presi tutto il resto.”
“Il fiume” disse Bryce indicandolo con un gesto della testa, anche se da quella posizione non era visibile. “Abbiamo costruito un porto e poi ci siamo spostati verso il mare. Almeno credo. Non ricordo molto delle lezioni col mio tutore.” Scosse la testa. “Quel poveretto cercava di insegnarmi la storia ma come vedi ha fallito.”
Elvana si strinse nelle spalle. “A cosa serve sapere chi ha costruito questo o quello? Scommetto che sei più brava a distruggerle, le cose.”
Mi sta provocando di nuovo? Si chiese.
Accennò un passo verso le scale e notò che Elvana rimaneva immobile.
“Non vieni?” le chiese.
“Erix dice che nel tuo palazzo sarai più al sicuro che da qualsiasi altra parte. E che vorrai vedere in privato i tuoi genitori e i tuoi fratelli e sorelle. E che io non devo impicciarmi di queste cose perché sono solo la tua scorta.”
Bryce si accigliò. “Sono davvero le sue parole?”
“Più o meno.”
“E quando te le avrebbe dette?”
“Questa mattina, prima di lasciare il circolo. Sua eccellenza ha saputo della nostra stupida sfida.”
Bryce dominò a stento l’irritazione. “Ti è sembrata arrabbiata?”
“No. Solo sorpresa. Le hanno riferito che avevo vinto e che tu avevi perso.”
“Avrà capito che la tua è stata solo fortuna” disse sicura.
“In verità era sorpresa dal fatto che tu non mi avessi aggredita dopo essere stata sconfitta.”
“Non lo avrei mai fatto” esclamò indignata.
“Erix dice che non riesci a tenere a bada la rabbia.”
“Non è vero.”
Elvana si strinse nelle spalle. “Mi ha detto di lasciarti in pace mentre eri dentro il palazzo. Mi sembra saggio, no? Se non ti arrabbi, non mi sfiderai. E se non mi sfidi, non riceverai un’altra umiliazione.”
Bryce strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, il sangue che le martellava nelle tempie. “Ti odio” disse voltandosi di scatto.
Salì le scale a due a due cercando di ignorare Elvana ferma in fondo alla scalinata. Era sicura che se si fosse girata l’avrebbe sorpresa a ghignare.
Forse dovrei tornare indietro, si disse mentre posava il piede sull’ultimo gradino. E sfidarla di nuovo a quello stupido gioco per dimostrarle che la sua è stata davvero fortuna.
Scosse la testa e lasciò che il battito del cuore si calmasse. A testa bassa percorse i dieci passi che la separavano dall’ingresso vero e proprio, un rettangolo ritagliato nelle mura largo dieci passi e alto venti.
Mezza dozzina di soldati in armatura tirata a lucido e armati di lancia e scudo la salutarono mentre passava davanti a loro.
Bryce ricambiò con un rapido cenno della testa e si infilò all’interno ancora turbata dalle parole di Elvana. Le dimenticò del tutto quando scorse sua madre all’altro capo della sala.
Marget di Valonde indossava un abito grigio scuro e oro con ricami in argento. I capelli lunghi e color del grano erano simili ai suoi, mentre il viso aveva i lineamenti delicati degli abitanti del nord del grande continente.
Indossava il mantello azzurro con la stella a cinque punte del casato sormontata da quattro stelle più piccole formate da cinque raggi ciascuna.
“Io ti saluto” disse Bryce emozionata.
Sua madre le rispose con un inchino. “A stento ti ho riconosciuta quando sei passata sotto l’ingresso” le disse con voce emozionata.
“Madre” iniziò a dire.
Marget annuì. “Lo so. Non è stata la migliore delle consacrazioni.”
“Non parlavo di quello, ma di papà. Come sta?”
“Meglio” disse sua madre. “I guaritori dicono che si riprenderà presto.”
“Giorni?”
Lei scosse la testa. “Serviranno almeno due intere Lune. Forse tre.”
Bryce deglutì a vuoto. “Vuol dire che non inizieremo la guerra prima che sia di nuovo in piedi.”
“Purtroppo non possiamo attendere oltre” rispose lei con tono affranto. “È per questo che ti ho fatta venire qui. Stiamo concedendo a tutti la possibilità di porgere un ultimo saluto ai loro parenti e cari. Abbiamo preferito non affidare a un messaggero questa notizia. Anche se sappiamo che non resterà segreta a lungo. Il rinnegato ha informatori ovunque.”
Si incamminarono per i corridoi e le sale del palazzo. Dopo l’attacco regnava un silenzio e una calma che Bryce non conosceva. Tutti gli inservienti, i valletti e le ancelle sembravano spariti.
“È solo temporaneo” disse sua madre quando le chiese il motivo. “Presto tornerà tutto come prima.” La sua espressione mutò.
“Che cosa c’è?” le chiese.
“Niente tornerà come prima. Pensarla diversamente è solo un’illusione.”
“Basterà eliminare Malag” disse Bryce sicura.
“Il rinnegato è solo una parte del problema, Bryce” disse sua madre con tono triste. “Diciassette anni fa pensavamo di averlo risolto eliminando Vulkath, forse l’ultimo dei suoi seguaci, ma ci sbagliavamo. L’infame era solo l’inizio di un nuovo conflitto.”
“Vinceremo anche questa volta.”
“Lo spero” disse lei. “Potrei anche arrivare a dire che ne sono certa.”
“Non sembri contenta.”
“Sono gli stessi discorsi che facevano Gladia e le altre ai tempi di Vulkath. Ci dicevamo per farci coraggio che quella sarebbe stata l’ultima guerra, che da quel momento in poi avremmo garantito almeno cento anni di pace al continente, che i nostri figli non sarebbero stati costretti a scendere in battaglia.” Scosse la testa affranta. “Solo ora mi rendo conto di quanto fossi ingenua.”
“Vinceremo questa guerra” disse Bryce sicura. “E ci guadagneremo i cento anni di pace promessi.”
“Hai la mia stessa espressione quando lo dissi a Joane venti anni fa” disse Marget. “Lei mi rise in faccia e disse che ero una stupida e un’ingenua che viveva nel suo sogno romantico. Ora vorrei che fosse qui per dimostrarle che aveva ragione.”
Bryce deglutì a vuoto. “Vorrei salutare papà se posso.”
Marget annuì. “Vieni. Ti accompagno io.”
Andew di Valonde giaceva nel suo letto, il lato destro del corpo nascosto dalle bende. Anche se sofferente, Bryce notò che il suo viso conservava la dignità a cui era abituata. La mascella ben scolpita e i capelli folti e castani appena spruzzati di bianco gli donavano un aspetto giovanile a dispetto degli anni che aveva. Appena entrarono nella sua stanza tentò di raddrizzarsi.
“Il tuo mantello” disse con voce emozionata. “Fammelo vedere.”
Bryce sorrise imbarazzata.
“Avanti, gira su te stessa e fammi vedere quei ricami” la esortò lui.
Bryce ubbidì eseguendo un mezzo giro su sé stessa. Nel farlo gli orli del mantello strusciarono contro il pavimento producendo un suono simile a un sibilo sommesso.
“Meraviglioso” disse suo padre. “Quel sarto ha fatto un ottimo lavoro. Com’è che si chiama?”
“Folwin” disse subito Bryce.
Era stata Joyce a sceglierlo per lei, quasi cinque Lune prima, per farle confezionare il mantello.
“È il migliore del regno” aveva detto sua sorella entusiasta.
Bryce aveva acconsentito a farle scegliere il sarto anche se avrebbe preferito un mantello più modesto.
“Ti serve un mantello degno di te” aveva detto Joyce.
“Nessuno noterà quello che indosso” si era difesa lei.
“Invece sì” aveva replicato Joyce.
Bryce aveva rinunciato a contraddirla e si era rassegnata a indossare il mantello che Folwin le aveva confezionato.
“Smettila, Andew” lo ammonì Marget.
“Cosa ho detto di male?”
“Devi rivolgerti con rispetto a una strega consacrata.”
Andew annuì deciso. “Hai ragione. Hai ragione. Mi hanno detto che ti sei battuta con onore.”
“Ho solo fatto la mia parte” disse con tono umile.
“Non fare la modesta, Bryce” disse suo padre. “Tutti si aspettano grandi cose da te. Sei nata per questo momento, lo sai, vero?”
Bryce annuì.
“Erix che dice? E i decani? Sono pronti a partire? Ho sentito che stanno preparando qualcosa.”
“Ora non agitarti” disse Marget. “I guaritori dicono che devi riposarti.”
Re Andew fece una smorfia di disgusto. “Che vadano agli inferi i guaritori. Non sono nemmeno dei veri stregoni.” La sua voce divenne più calma. “So che Erix sarà una buona comandante. E un’ottima guida per te. Avrei voluto accompagnarti io in questo tratto di strada che devi fare, ma lei sarà altrettanto degna. Non l’ho scelta a caso. Ti insegnerà molte cose e tu dovrai apprenderle come se te le stessi insegnando io.”
Bryce annuì di nuovo. “Come stai?”
Suo padre fece un gesto vago con la mano. “Meglio. Potrei già rimettermi in piedi.”
“Non pensarci nemmeno” disse Marget.
“Non starla a sentire” disse lui. “So io come mi sento davvero. Adesso ascoltami, Bryce. So che Erix e i decani stanno organizzando una campagna. Ancora non l’hanno annunciato ufficialmente. Stanno solo aspettando che i messaggeri arrivino a destinazione.”
“Contro chi?” gli domandò interessata.
“Si parla di Sabira, nelle province meridionali. È un postaccio ai confini tra noi e Candor. Dicono che il rinnegato abbia portato lì una sua armata e minacci di conquistare la regione.” Scosse la testa. “Quel dannato folle si è messo in testa di farci la guerra sul serio. Dobbiamo dargli una lezione ed Erix è d’accordo con me.”
Marget gli lanciò un’occhiataccia.
“Con noi. In verità è più un’idea di tua madre che mia. Adesso è lei che si occupa di queste faccende.”
“Sono più brava di te” disse la regina.
“In queste cose, sì.”
“In tutto” disse lei.
Andew fece per risponderle e poi scosse la testa. “Sabira è a meno di ottocento miglia da qui, figlia mia. È come avere i topi sulla soglia di casa. Tutto ciò è inammissibile. Li dobbiamo cacciare fuori e assicurarci che non tentino mai più una cosa del genere. Non basterà vincere la guerra. Dovremo cancellarli dalla storia.”
“Sì, padre” disse convinta.
“Perché se non li cancelleremo, saremo noi a sparire.”

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor