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Autore: I_love_villains    14/06/2021    0 recensioni
Raccolta di racconti horror. Spero di riuscire a provocarvi qualche brivido.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel parchetto solitario, ricoperto di candida neve, vi era una bambina che contemplava mestamente una fontana con l’acqua gelata. Sembrava una graziosa bambola di porcellana: aveva una carnagione diafana, freddi occhi grigi, qualche lentiggine sul nasino, folti capelli color cioccolato annodati con un nastrino bianco. Indossava una splendida mantellina rossa con pelliccia bianca, stivali neri e delle muffole bianche. Di una bambola di porcellana aveva anche l’espressione, sempre la stessa: distante, apatica, stanca.
La bambina interruppe le sue nostalgiche riflessioni, leggermente allarmata. Non era più l’unica visitatrice del parco. Si stava avvicinando un essere malefico, lo percepiva.
Ben presto le fu udibile un motivetto cantato da una voce infantile. A prima vista, sembrava una normale bambina, come lei, a parte per i capelli viola. Quelli di certo nessuno li avrebbe definiti naturali, eppure Rosalie, questo era il nome della bimba castana, era convinta che lo fossero. L’altra bambina era infagottata in un cappotto beige lungo fino ai piedi. Si intravedevano gli stivali rosa perché lei stava saltellando. Tra le mani inguantate stringeva una bambola di pezza abbastanza consumata, con croci al posto degli occhi, capelli rossi ed un vestitino che ricordava quello di una donna medievale.
La bambina si fermò a un paio di metri da Rosalie. Il respiro le si condensava velocemente nella gelida aria di quel mattino del ventisei dicembre. Le guance paffute erano arrossate per il freddo e la corsa. Gli occhi verdi, incuriositi, erano puntati su Rosalie. Sorrideva abbastanza amichevolmente.
“Ciao, io sono Kelly” si presentò la bambina. Mostrò la bambola: “E questa è Abigail. Tu cosa sei?”
“Una strega” rispose laconica Rosalie.
“Ah, ecco. Sai, adoro le streghe! Con Abigail gioco sempre a fare l’inquisizione! Lei non ammette mai di essere una strega, così la torturo finché non confessa, allora la uccido. Però, sai, lo dice solo per non soffrire più, una vera strega processata ammazzerebbe gli umani, giusto?”
“Tsk, non riuscirebbero nemmeno a capire chi è una vera strega, figuriamoci catturarla.”
“Giustissimo! Ti faccio delle domande, dai! E tu devi sempre dire la verità!”
Rosalie contemplò pensosa Kelly. Era la prima volta che aveva a che fare con una creatura che si comportava effettivamente come una bambina.
“D’accordo, ma tu risponderai alle stesse domande.”
Kelly ghignò divertita.
“Sai come ci si comporta, eh? Ma camminiamo, mi fa piacere passeggiare in un posto non infestato dagli umani. Tu cosa pensi di loro?”
Per un attimo gli occhi della strega divennero crudeli: “Sono pusillanimi... odiosi... li detesto.”
Kelly rise. La prese a braccetto e continuò allegra la conversazione: “Vero, sono codardi, ma sono divertenti, non li odio. Beh, almeno non tutti. Il mio papà, ad esempio, è umano.”
“Ah, sì? Inusuale” commentò Rosalie, interessata.
“Già, capita sempre che le umane danno alla luce figli di demoni. Mi piace essere un’eccezione!”
“Posso farti una domanda?”
“Sicuro, ma ricorda che dovrai rispondere anche tu.”
“Tua madre non prova amore per tuo padre, vero?”
“Ovviamente no. Lui è il suo fedele servo. Prova una sorta di passione. Papà è anche servo mio, ma per ora devo obbedire ad alcune sue imposizioni perché mi servono per crescere bene. Che mi dici dei tuoi genitori?”
“Oh, sono morti un paio di secoli fa. Erano normalissimi, molto affezionati.”
“Ok. Allora sappiamo cosa siamo, che pensiamo degli umani e cosa sono i nostri genitori. Manca che mi dici il tuo nome.”
“Io non ho chiesto il tuo, Kelly” replicò Rosalie. Vide che l’altra si imbronciava, quindi aggiunse: “Non so se te l’hanno insegnato, ma le streghe non rivelano mai il proprio nome, esattamente come i demoni. Però posso dirti che mi chiamano la Scambiatrice.”
“Perché?”
“È una lunga storia.”
“Raccontamela” ordinò Kelly, con un’espressione minacciosa.
“Va bene, se poi tu racconterai altro riguardo la tua famiglia.”
“Si capisce, abbiamo fatto un patto. È la prima volta che lo faccio con una come te!”
“Sediamoci...”
La mezza demone accolse la proposta della strega. Sciolse la neve da una panchina e le due vi si sedettero. Rosalie riordinò i suoi pensieri per qualche istante, prima di cominciare: “In fondo stavo pensando a uno spiacevole evento del mio passato, poco fa. Forse non è un caso che ci siamo incontrate...”
Kelly la interruppe: “Io ci credo nel destino! Sai, in roba come le profezie! Secondo me ne esiste una che mi riguarda. Insomma, sono la figlia di un demone, dovrebbe esserci, è un evento oscuro! E io sono tremenda, ci sarà pure qualcuno intenzionato a farmi fuori per estirpare il male, no?”
“Non ne ho idea. Esistono i cacciatori di demoni, naturalmente, ma non so se usano le profezie. Kelly, ti prego di non interrompermi durante la storia, a meno che non sia per farmi una domanda.”
La bambina annuì. Si sistemò meglio sula panchina, strinse Abigail e fissò Rosalie con attenzione.
“Quando divenni una strega, mi specializzai in evocazioni demoniache e in rituali occulti. Non mi interessavano il potere o il comando... riuscivo a evocare pochi famigli, demoni di un rango molto basso che mi servivano per un breve lasso di tempo, in modo da permettermi di vivere comodamente e approfondire le mie conoscenze per pura curiosità.
A quei tempi, l’unica cosa che mi preoccupava era invecchiare, complice anche la mia vanità... ero una donna molto bella... usavo la magia per preservare la mia giovinezza, ma i rimedi da me trovati avevano una durata limitata. Quando passai i trent’anni, trovai finalmente ciò che cercavo: un rituale che mi avrebbe dannato l’anima, ma che mi avrebbe consentito di non invecchiare mai. Ponderai che sapevo bene come difendermi, conducevo una vita tutto sommato tranquilla, fatta di studi e ricerche. Ero perfino a conoscenza di un incantesimo capace di salvarmi in punto di morte, che funzionava un’unica volta però...”
“E tu l’hai usato, vero?”
Rosalie annuì, afflitta. Era la prima volta che raccontava a qualcuno il proprio passato. Si augurava che servisse a farla sentire meglio, ma non ci sperava troppo: i demoni non erano famosi per la loro empatia.
“Sì, ma più di un secolo più tardi. Ero convinta di essermi assicurata l’immortalità, con le dovute precauzioni. Fu dopo che compii il rituale che divenni la Scambiatrice. Ogni dieci anni, dovevo sacrificare un bambino; avveniva uno scambio: un demone si impossessava del corpo del bambino, mentre l’anima di quest’ultimo veniva imprigionata all’inferno, nel corpo del demone. Come saprai, i bambini possiedono anime candide, ma ritrovandosi in quei corpi, in quel posto, al comando di un overlord infernale... la loro anima non può che corrompersi, quindi finiscono con l’appartenere all’inferno per sempre. Nel frattempo, i demoni tramutati in bambini vagano sulla Terra inducendo in tentazione, o tormentando, gli umani.”
“Ora è chiaro perché sai trattare bene con me. Con quanti demoni hai avuto a che fare?”
“Di trasformati? Quindici. In caso di bisogno, ho preso l’abitudine di evocare uno di loro.”
“Ma perché sembri una bambina, adesso? Ne hai scambiati troppi e sei ringiovanita molto?”
Rosalie sospirò, addolorata. Kelly sorrideva affascinata, come una bambina che ascolta una bella favola per la prima volta.
“No, io... fu colpa di un uomo. Non sapeva che fossi una strega, lui... scoprii in seguito che era un serial killer. Aveva l’abitudine di conquistare le donne e poi ucciderle. Ci cascai anch’io... mi diede appuntamento presso quella fontana, di notte... lo fece sembrare romantico... e nel momento in cui divenni più vulnerabile, mi pugnalò. Sarei certamente morta se non avessi pronunciato in fretta quell’incantesimo di cui ti ho parlato, ma il trauma che avevo subito era stato troppo forte... avevo sbagliato qualcosa, non so cosa... una parola? Un gesto? Fatto sta che regredii in un corpo infantile.
Inizialmente non ci badai, mi accontentai di essere ancora viva. Naturalmente mi vendicai di lui: non fu soddisfacente come immaginavo, però mi assicurai che soffrisse a lungo. Col passare degli anni scoprii con orrore di non crescere... non invecchiavo più, anche senza compiere il rituale. Continuo a cercare un modo per liberarmi da questa maledizione... oggi è il cinquantesimo anniversario della mia prigionia.”
La mezza demone batté le mani, compiaciuta. Rosalie trattenne un moto di rabbia: non aveva senso prendersela con un essere nato per portare dolore, né era saggio, poiché percepiva un grande potere in Kelly. Come aveva previsto, rivivere il passato non le era stato di alcun aiuto: non aveva ricordato nulla di utile per annullare la maledizione e i ricordi bruciavano ancora nel suo animo. Tuttavia, non si sarebbe arresa, mai. La speranza non l’aveva abbandonata, era convinta che prima o poi sarebbe tornata la strega di un tempo.
“Complimenti, Scambiatrice, mi hai intrattenuta! Una storia in cui perdono tutti, meravigliosa! Magari un giorno la recito con Abigail.”
Rosalie fece un cenno col capo, come a dire che prendeva atto del suo divertimento. Il sorriso di Kelly si ampliò. Sgambettò eccitata prima di concedere alla strega quello che riteneva un grande onore, ovvero renderla partecipe della sue origini e dei propri pensieri sulla sua natura demoniaca.
“Ti racconto della mia nascita! È iniziato tutto con un rituale satanista svolto da papà assieme a degli altri adoratori di demoni. Erano satanisti in erba, diciamo: si riunivano di notte in un qualche luogo considerato maledetto per celebrare messe nere che concludevano con rituali proibiti. Nessun rituale funzionava mai, ma a loro andava bene lo stesso. Mamma dice che davano credito a storie trovate su internet, storie inventate da umani a cui piace l’horror, ma fra queste un vero rituale c’era, e una notte lo portarono a termine. Così mamma comparve e divorò buona parte di quei tipi.
Durante il massacro, papà fu l’unico che continuò a osannare mamma, gli altri fuggivano, morivano o avevano troppa paura. Mamma decise quindi di ricompensare quel fedele servo. In lui aveva riconosciuto un cuore puramente malvagio, dunque lo sedusse e finirono col concepire me.
Io sono nata il sei giugno, alle sei in punto. Non è successo granché di emozionante durante la nascita. Un forte temporale, migrazioni di animali, le solite cose insomma. Mamma non può restare a lungo nel mondo mortale, così dopo il parto ha detto a papà come mi dovevo chiamare ed è sparita. Kelly deriva dal celtico ceallach, che significa...”
“Guerra, conflitto” mormorò la strega.
“Precisamente. Sono al mondo da sette anni e mi è già capitato di uccidere un paio di umani che se la sono cercata, per il resto li terrorizzo, torturo animaletti e mi alleno a usare i poteri. È una gran bella vita! Ci siamo trasferiti tre volte e credo che lo faremo ancora, perché devo continuare a fare del male senza essere scoperta. E magari causare una guerra, come dice il mio nome! Forse sono destinata a fare questo, però mamma non mi conferma niente.”
La mezza demone si zittì e fissò Rosalie per vedere quanto l’aveva impressionata.
“Anche la tua storia è stata molto interessante, Kelly. Ti auguro di riuscire a scatenare la tua guerra” disse lei compita, in tono di congedo.
“Grazie, Scambiatrice. Io non posso che augurarti di morire presto. Ma aspetta, mi è venuta in mente un’altra domanda.”
La strega rimase in ascolto, paziente. La mezza demone non le sembrava più minacciosa come all’inizio, aveva scoperto che poteva trattarci, tuttavia era più imprevedibile di qualsiasi altro demone a causa del suo lato umano e del fatto che si credeva una specie di prototipo dell’Anticristo.
“Sei vestita a festa. È per camuffarti? O credi nel Natale?”
“Venero il dio Aion, che rappresenta il tempo infinito...” mormorò Rosalie, “un presente eterno, poiché ogni istante ricomincia ciclicamente. Ho aderito al suo culto nella speranza che possa esaudire le mie preghiere e liberarmi da questo corpo immutabile. Aion è un Deus Sol Invictus, una divinità solare. Una festa in onore degli dei con questo appellativo veniva celebrata la notte tra il ventiquattro e il venticinque dicembre, secoli fa, dunque sì, sono vestita a festa perché ho festeggiato.”
Le continue ricerche avevano condotto la Scambiatrice in Grecia, e successivamente in Siria e in Egitto, dove aveva appreso tutto il possibile riguardo a quel culto, in cui al momento riponeva ogni sua speranza.
“Ah, ho capito. L’ennesimo furto che i cristiani chiamano reinterpretazione, sempre che abbiano il buon gusto di ammettere che prima di loro altre religioni santificavano date o eventi simili. Per me il Natale, anzi, le sue tradizioni, rappresentano i sette vizi capitali, quindi mi piace” proclamò fiera la mezza demone.
“Festeggi il Natale?” si stupì Rosalie.
“Perché no? Lo fanno un sacco di laici, l’hai fatto tu, basta semplicemente attribuirgli il significato che si vuole. Ed io onoro i vizi capitali. Non ancora tutti, ma migliorerò di anno in anno. Chissà, potrei anche infrangere i dieci comandamenti tutti in un giorno, crescendo.”
Kelly strinse Abigail e ridacchiò, pregustando il compimento del malvagio proposito.
“Capisco. La tua curiosità è soddisfatta?”
“Un’ultima richiesta: mostrami il tuo demone famiglio più potente, o spaventoso.”
“Non ci siamo accordate sulle richieste, Kelly. Tra l’altro, evocarli per diletto è irrispettoso.”
La mezza demone sbuffò infastidita, ma non protestò. Capiva che aveva molto da imparare prima di riuscire a concludere un patto completamente a suo vantaggio.
“D’accordo, Scambiatrice. Possiamo salutarci. Spero di affrontarti, un giorno.”
“Arrivederci, allora.”
Kelly saltò giù dalla panchina, con Abigail tra le braccia, e corse via, cercando di percepire qualche sventurato che si trovasse in strada da solo quel ventisei dicembre.
Rosalie si alzò adagio. L’incontro con la mezza demone era stato più proficuo di quanto avesse immaginato. Non solo ci aveva guadagnato una storia interessante, ma anche un ottimo consiglio, anche se Kelly glielo aveva dato indirettamente: attribuire il significato che vogliamo a un qualcosa che a prima vista sembra oggettivo, reinterpretare la realtà a nostro favore. La strega ponderò che il desiderio di una cura per tornare a come era in passato le aveva impedito di essere felice per mezzo secolo. Forse doveva godersi un po’ di più il presente, pur mantenendo fisso il suo obiettivo; rammaricarsi continuamente per ciò che aveva perso non glielo avrebbe fatto riottenere più in fretta. Era sufficiente considerare la prigionia in quel corpo eterno non come una maledizione, ma una sfida da affrontare, un’opportunità per apprendere nuovi saperi e diventare più forte.
“Ti ringrazio, Kelly. Mi auguro di rincontrarti davvero” sussurrò Rosalie, con un leggero sorriso, per poi incamminarsi lontano dal parchetto e tutto ciò che rappresentava.



***Angolo Autrice***

Bisognava raccontare, in un max di 3000 parole, di una natività oscura, scrivendo un racconto di genere spiritual horror ambientato nel periodo natalizio.
Kelly e Rosalie sono nate come mie creepypasta e si sono evolute ^^
   
 
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