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Autore: ArrowVI    14/06/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10-39: Odio





Quando Bael disse quelle parole, suo fratello non riuscì a crederci.
Per la prima volta da quando divenne secondo in comando dei Dodici Generali, Lucifer mostrò una espressione infastidita a suo fratello.

* Stai facendo un grosso errore, Bael. *
Disse, incrociando le braccia davanti al petto, facendo cadere il suo classico sorriso saccente, sostituito da una smorfia infastidita e preoccupata.

<< Belzebub è molto potente... Uno come lui non potrà sicuramente rivelarsi essere una cattiva scelta. >>
Rispose Bael, posando il suo sguardo possente sul fratello.

<< Con la sua forza, saremo sicuramente in grado di raggiungere il nostro obiettivo. >>
Continuò subito dopo.
Sentendo quelle parole, Lucifer non poté fare a meno di posare il suo sguardo sul corno destro, ricurvo e spezzato, del fratello.

* Tsk. *
Ringhiò, non accettando la sua decisione.

* Belzebub non farà altro che causare più problemi di quelli che sarà in grado di risolvere. Hai visto tu stesso, Fratello, di che genere di personaggio si tratti... *
Continuò subito dopo.

* Fino a quando le cose vanno come ha previsto, Belzebub è in grado di svolgere il suo lavoro egregiamente. Ma, quando cominciano a sfuggirgli di mano... Uno come lui, ci converrebbe tenerlo come un semplice subordinato di alto livello: permettergli di andare in giro a dare ordini come gli pare e piace sarebbe un grosso errore. *
Aggiunse subito dopo, senza però avere alcuna intenzione di arrendersi alla sua decisione.

* Se la forza bruta fosse l'unica qualifica per diventare un membro dei Dodici, nostro fratello Mephist non lo sarebbe mai diventato. *
Concluse, lasciando perfettamente intendere a Bael quanto fosse contrario ad accettare qualcuno come Belzebub tra i suoi compagni.
Eppure Bael sembrò non considerare quelle sue parole: gli diede le spalle, osservando la terra desolata che si espandeva davanti alla finestra della stanza del suo castello.

<< Il sapere di Mephist è il motivo per cui lo voglio al mio fianco, lo sai perfettamente anche tu Lucifer. >>
Rispose il demone, con un tono secco e serio.

<< La mia decisione è definitiva. Che ti piaccia o meno, Belzebub diventerà un tuo compagno... Non ho intenzione di accettare alcuna lamentela, sono stato chiaro? >>
Concluse Bael, senza neanche degnare Lucifer di uno sguardo.

Suo fratello, infastidito, non poté fare altro se non accettare la decisione del suo superiore.

* Mi auguro che questa tua decisione non torni indietro a morderci, un giorno, Fratello. *
Gli rispose.




La battaglia con i demoni era quasi agli sgoccioli, e Xernes lo sapeva perfettamente... Ma quella non era l'unica cosa di cui il Gran Generale era a conoscenza.

Sapeva che, se non avesse trovato Arthur in fretta, la guerra sarebbe potuta finire con una loro sconfitta: doveva a tutti i costi impedire che la sua visione potesse avverarsi, altrimenti tutto sarebbe stato inutile.


Senza esitare neanche per un istante, Xernes domandò a Ehra se fosse in grado di localizzare la posizione di Arthur, e la donna rispose con un rapido cenno positivo con il capo.
Fortunatamente, la donna cominciò a mostrare quali fossero le sue reali capacità, dopo essersi trattenuta per decenni.

Nel giro di qualche secondo, Ehra indicò la posizione dove si trovasse Arthur, con una espressione preoccupata in volto.
Avrebbero dovuto attraversare metà castello per raggiungerlo, e il tempo era agli sgoccioli... Non potevano permettersi di sprecare tempo ad attraversare i corridoi di Camelot per raggiungere l'uscita.

Bastò un rapido movimento con la mano per mandare in frantumi i muri del palazzo, creando un enorme buco che attraversò una dozzina di muri tutti in una volta e aprendo un grosso varco che portò direttamente all'esterno.
Il Gran Generale cominciò a digrignare i denti, minacciando che "sarebbe stata lei a pagare i danni al palazzo".

Ehra forzò un sorriso, ricordando al generale che la priorità fosse quella di trovare Arthur, e non quella di preservare qualche muro.
Xernes sapeva perfettamente che avesse ragione, e non le diede alcuna colpa per aver preso quella decisione: la coppia quindi attraversò rapidamente il buco aperto da Ehra, dirigendosi il prima possibile verso il loro compagno, sperando di raggiungerlo in tempo.




Andromeda fu il primo ad arrivare sulla scena, ma neanche lui fece in tempo.
Arrivò nell'esatto momento in cui Arthur fece da scudo a Iris, e non fu abbastanza veloce per intervenire.

All'inizio pensò che i suoi occhi lo avessero ingannato, che quella scena non fosse davvero successa... Ma ben presto realizzò che quella fosse la realtà.
Per lui, Arthur fu come un fratello: l'unico nobile che lo vide come un essere umano, e non come un'arma. Che lo vide come un suo compagno, e non come una macchina. 

Per Andrew, Arthur fu un faro a cui era solito rivolgersi quando non sapeva cosa fare.
Tutte quelle promesse, ormai, non ebbero più alcun significato.


<< Ti sconfiggerò un giorno, Arthur! >>
Esclamò un giovane Andrew, ancora alle prime armi, furioso di aver perso ancora una volta un incontro amichevole con Arthur.

Il suo compagno cominciò a ridere, divertito.

<< Magari la prossima volta mi obbligherai a estrarre Excalibur. >>
Ridacchiò il nobile.
Nonostante non gli piacesse perdere, Andrew non riuscì a fare altro se non sorridere davanti a un muro che finalmente non fu in grado di superare.
Conosciuto per essere un "ragazzo prodigio", per essere sempre arrivato in cima in ogni lista durante ogni esame, sia scritto che pratico, finalmente trovò qualcosa che fosse fuori dalla sua portata. 

Un compagno, un amico, un rivale...

... Un fratello.



Davanti a quella scena, Andrew non fu in grado di controllare la sua rabbia.
Non ebbe tempo per piangere il suo compagno, ma non riuscì a non darsi la colpa per ciò che accadde davanti ai suoi occhi.

"Se solo fossi stato più forte...!"
Pensò.

"Se solo fossi stato più veloce...!"

Nonostante tutto, però, sapeva perfettamente che la colpa di tutto quello non fosse sua.
Sguainò la sua fidata katana, preparandosi a uno scontro con Belzebub: stavolta, però, non aveva alcuna intenzione di perdere. Si sarebbe assicurato di farlo a pezzi con le sue stesse mani.

Evocò il suo Spirito ancora una volta, circondandosi da un vento nero come la pece che sembrò quasi uscire dalla sua lama.


[ I poteri che ti sto prestando oggi vanno ben oltre i limiti del tuo corpo, Giovane Andrew. ]
Disse quella voce, ma Andromeda non sembrò farci caso.

<< Sta' zitto! >>
Ruggì, infastidito dalla voce di Susanoo.

<< Il tuo unico compito è quello di adempiere al tuo contratto, chiaro?! >>

Poi il suo sguardo si fece cupo.


<< Voglio un terzo della tua forza. >>
Susanoo non gli rispose subito.


[ Se dovessi farlo, il tuo corpo non sarebbe in grado di sostenere lo stress. Non sei ancora abbastanza forte. ]
Quelle parole mandarono Andrew su tutte le furie.

<< Sono io ad aver stretto il contratto! Tu devi solo seguire gli ordini! >>
Ruggì, inferocito.


[ Non ricordo di aver mai accettato questi termini. ]
Rispose Susanoo.

Il suo tono sembrò divertito.

[ Cerca di non dimenticare a chi devi la tua forza, Giovane Andrew. ]
Continuò subito dopo.

Andromeda digrignò i denti, furioso dalla risposta dello Spirito con cui strinse il contratto.

[ Comunque... Non credo sia il mio turno. ]
Aggiunse subito dopo, cogliendo Andromeda alla sprovvista.

Prima che potesse chiedergli spiegazioni, un urlo raccapricciante attirò la sua attenzione.
Il soldato si voltò di scatto verso quella voce a lui così familiare, realizzando ben presto chi fosse ad aver lanciato quell'urlo agonizzante.



Davanti a quella scena, la mente di Ehra sembrò spezzarsi.

Non fu in grado di fare niente, se non urlare a squarciagola, sperando che non fosse altro che un incubo.

Ma quella scena non cambiò.
La donna s'inginocchiò nel terreno, priva di forze, mentre incessanti lacrime cominciarono a tagliarle incessantemente il volto.
Ai suoi piedi le sembrò quasi che stesse scorrendo il sangue di Arthur.

Non riuscì a pensare a nulla, non fu in grado di dire nulla.



Xernes non riuscì a credere che Arthur fosse stato sconfitto in una maniera così brutale. 

"Maledizione!"
Pensò, stringendo con forza i pugni dalla rabbia.

"Neanche questa volta sono riuscito a combattere le tue visioni...!"


Il Gran Generale sguainò rapidamente la sua lama, preparandosi allo scontro, quando però vide Belzebub sollevare le mani verso il cielo.

<< Cosa sta...? >>
Domandò a nessuno, realizzando ben presto cosa avesse intenzione di fare, non appena vide quell'energia nera confluire nel palmo della sua mano.


<< Non sarai tu ad averla vinta, Arthur! >>
Esclamò il demone, quando quella sfera di energia si fece improvvisamente più grande.

<< Ehra, alzati! >>
Esclamò il Gran Generale, cercando di attirare l'attenzione di una donna distrutta, che non rispose alle sue parole.

<< Dobbiamo fermare quell'attacco, solo tu puoi colpirlo da lontano! >>
Continuò, inutilmente. 
Ehra non sollevò neanche lo sguardo da terra.


<< Sparite dalla mia vista una volta per tutte! >>

Esclamò ancora una volta, Belzebub, scagliando quella gigantesca sfera di energia verso il terreno.

Se avesse toccato il suolo, avrebbe spazzato via l'intera capitale in un battito di ciglia, e Xernes non poteva assolutamente permetterlo.

Nonostante non fosse in grado di usare la magia a dovere, doveva sfruttare il potere che ottenne cercando di duplicare il Grail per bloccare quell'attacco: sarebbe stato rischioso, ma sapeva non ci fosse altra scelta. 
Con la coda dell'occhio vide anche Andromeda, pronto anche lui a intercettare quell'attacco con tutte le sue forze... Se avessero fallito, non ci sarebbe stata una seconda chance.


Insieme, forse, ci sarebbero riusciti...





Ma ci pensò qualcun altro a bloccare l'attacco del demone.
Sotto lo sguardo confuso e incredulo dei presenti, quella gigantesca sfera di energia nera si bloccò improvvisamente a mezz'aria, quasi come se fosse immobilizzata da una forza invisibile.

<< Cos... Che sta succedendo?! >>
Ruggì il demone, non riuscendo a capire per quale motivo il suo attacco fosse fermo a mezz'aria.

<< Perché niente va come vorrei, oggi?! >>
Esclamò subito dopo, scagliando una forte ondata di energia verso la sua sfera con un rapido movimento della mano, in un tentativo di sbloccare i suoi movimenti.

<< Muoviti, maledizione! >>
Esclamò, furioso dal fatto che il suo attacco non fosse andato a segno.


Anche Xernes e Andromeda fissarono increduli quella enorme sfera nera bloccata in aria, senza riuscire a capire cosa stesse succedendo.
Poi, però, il Gran Generale posò il suo sguardo su Ehra.


La donna era in piedi, con una mano rivolta verso l'attacco del demone.
Le sue lacrime si erano fermate, e nel suo volto fu in grado di leggere una singola emozione:


Odio.



Lo sguardo della donna rimase fisso sul demone, nonostante fosse oscurato da quella sfera di energia oscura.
Le bastò stringere il pugno per far collidere quell'attacco su se stesso, facendolo esplodere a mezz'aria e spazzando via ogni cosa intorno a se a causa dell'esplosione.

Incredulo e confuso, Belzebub abbassò lentamente il suo sguardo verso il terreno, vedendo finalmente la donna che fu in grado di bloccare il suo attacco.
Sapeva di chi si trattasse, ma non aveva idea che fosse così potente da bloccare una magia che, secondo i suoi calcoli, sarebbe stata in grado persino di mettere fuori gioco un demone come Amon.

Ormai la maschera era caduta: Belzebub continuò a ruggire dalla rabbia, inferocito, imprecando su come fosse finito così alle strette per colpa di alcuni "semplici umani".
Non riuscì ad accettare niente di tutto ciò. Dal comportamento di Arthur, al fatto che un umano potesse essere così forte.


<< Perché non morite e basta?! >>
Esclamò.

<< Ne ho avuto abbastanza di giocare al gatto con il topo! >>
Continuò subito dopo.


Fu in quell'istante che il cielo si fece scuro, come se un ciclone si stesse rapidamente formando sopra la città.
Il vento cominciò a fischiare con una intensità spaventosa, e le nuvole ruggirono con l'intensità di mille draghi.

<< Che sta succedendo al cielo? >>
Domandò Xernes, confuso da quell'improvviso e assurdo cambio del meteo.

<< E' colpa di Amon? Ha già capito che i suoi fratelli sono morti? >>
Continuò, cercando di dare una risposta a quell'improvvisa tempesta.
Dopotutto, per quanto ne sapesse l'unico essere in grado di alterare le condizioni climatiche era Amon, in base al suo stato d'animo.



Nel mentre, la tempesta divenne finalmente visibile anche dal castello di Bael.
Lucifer non poté fare a meno di osservare la scena dalla finestra della camera di suo fratello, con una espressione cupa in volto.

* Questo... Potrebbe rivelarsi essere problematico. *
Disse, attirando l'attenzione di Abraxas.



<< Vi schiaccerò uno a uno, come gli insetti che siete! >>
Esclamò ancora una volta, sollevando il braccio sinistro.
Il terreno cominciò improvvisamente a vibrare e andare in frantumi, mentre un enorme masso si sollevò rapidamente verso il cielo ancora oscurato da quella improvvisa tempesta, seguendo il braccio del demone.


<< Può... Controllare il terreno a suo piacimento? >>
Domandò Andromeda, sorpreso dalle capacità di Belzebub.


<< Rimpiangerete il giorno in cui avete osato mettervi contro Lord Belz- >>
Prima che potesse finire quella frase, Belzebub venne investito da una intensa folata di vento, che sembrò lasciarlo scioccato.
In quell'istante, il masso che sollevò pochi secondi prima cominciò improvvisamente una caduta libera verso il terreno, quasi come se Belzebub non fosse più in grado di tenerlo sospeso in aria.


Il demone continuò a fissare Ehra con occhi spalancati per un istante, sudando e tremando.
Poi, lentamente, posò i suoi occhi sulla sua spalla, realizzando per quale motivo avesse perso il controllo di quell'enorme masso.


Quella folata di vento gli tranciò di netto il braccio sinistro.
Confuso da quella scena, Belzebub cominciò a urlare dallo stupore e dalla rabbia, reggendosi la spalla ricoperta da quella sostanza nera come il petrolio che sgorgava dalla ferita al posto del sangue.

Poi posò il suo sguardo inferocito su Ehra, realizzando che fosse colpa sua.


<< Maledetta puttana! >> 
Ruggì, scagliando verso di lei una dozzina di spuntoni in pietra.

Ancora una volta, quegli attacchi si bloccarono a mezz'aria prima di raggiungere il loro bersaglio, quasi come se fossero stati intercettati da una barriera invisibile.
Belzebub non riuscì ad accettarlo.


In quell'istante, Ehra cominciò lentamente a sollevarsi dal terreno, lasciando i due soldati, e i due demoni, completamente di stucco.

<< Può- Può volare?! >>
Esclamò Andromeda, non riuscendo a credere ai suoi occhi.

Neanche Belzebub e Iris riuscirono a credere alla scena che si sviluppò davanti a loro.


<< Tu... Chi diavolo sei?! >>
Ruggì il demone.

La tempesta si fece più intensa. I fulmini cominciarono a spezzare il cielo senza sosta, e il vento si fece ancora più intenso di prima, talmente forte che fu in grado di spazzare via alcuni alberi nel giardino imperiale che furono abbastanza fortunati da salvarsi dai combattimenti che presero luogo al castello, quel giorno.

Ehra finalmente mostrò il suo vero aspetto: i suoi vestiti cominciarono lentamente a scomparire, lasciando spazio a una tunica verde da sacerdotessa.
I suoi capelli divennero improvvisamente lunghissimi, talmente tanto da scendere fino ai suoi piedi, assumendo lo stesso colore del tramonto.

Due bracciali d'oro nel polso sinistro, tre in quello destro. Una collana con perle di svariati colori, i suoi occhi azzurri come l'abisso.


In un battito di ciglia, Ehra scomparve nel nulla rompendo la magia illusoria che creò su se stessa per nascondere il suo vero aspetto.

Quella figura, Belzebub la riconobbe in un istante.



Impallidì di colpo, indietreggiando, incredulo e terrorizzato.

<< N-Non può essere... >>
Balbettò, non riuscendo a credere che lei fosse davanti a lui.

<< Dovresti essere morta...! >>
Esclamò subito dopo.


<< Quindi sai chi sono, dopotutto. >>
Disse Ehra, mentre due enormi ali da farfalla apparvero dal nulla dietro la sua schiena.


<< M-Morgana... Vanadis... >>
La sua voce cominciò a tremare.
Quel nome era conosciuto in tutta Gaia, persino Bael avvertì i suoi Generali di evitare a tutti i costi di scontrarsi con un mostro come lei.


<< Non ho intenzione di per- >>
Ancora prima che potesse finire quella frase, Belzebub venne trafitto in pieno petto da un tridente azzurro.


<< Di te non resteranno neanche le ceneri, Belzebub. >>
Lo minacciò la donna, con uno sguardo pieno di odio.


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Fine del capitolo 10-39, ho fatto male i conti quindi sarà il prossimo capitolo a concludere questo volume! Ops! :D



 

   
 
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