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Autore: ArrowVI    22/06/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10-40: Morgana Vanadis

 

 

La tempesta continuò imperterrita a fischiare sul campo di battaglia, avvolgendo coloro che ben presto sarebbero diventati nemici all'interno di un'arena invalicabile, come se si trovassero al centro di un ciclone.

Belzebub, furioso e terrorizzato per la prima volta in vita sua, non riuscì a pensare lucidamente sul da farsi.
Sapeva quanto fosse potente, quella donna: fu Bael stesso a dire che sarebbe stato meglio per chiunque evitare uno scontro diretto con lei. 

Eppure, per quanto ne sapesse, la Strega morì molti anni prima per mano di Arthur Pendragon.


In quell'istante, però, il demone digrignò i denti, realizzando finalmente che non fosse possibile.

<< No... >>
Borbottò, fissando quella donna con uno sguardo inferocito.

<< ... Quell'umano, Arthur Pendragon, non era abbastanza forte da sconfiggere me, figuriamoci un mostro come Morgana... >>
Continuò subito dopo.

In quell'istante il demone strappò vigorosamente il tridente fuori dal suo petto, lasciandolo poi cadere nel terreno ai suoi piedi, ignorando il dolore.
Rapidamente i buchi sanguinanti nel suo petto cominciarono a rimarginarsi, guarendo completamente nel giro di pochi istanti senza lasciare la benché minima traccia.


La scelta più saggia sarebbe stata quella di scappare, ma un demone orgoglioso come lui non avrebbe mai accettato una opzione di quel tipo.
No, non l'avrebbe mai fatto. Per uno come lui, essere messo così alle strette era impensabile.

Belzebub, un demone d'élite, il terzo demone più forte su tutta Gaia, non sarebbe mai scappato con la coda fra le gambe.
Posò il suo sguardo di sfida sulla donna davanti a se, sollevando lentamente il braccio ancora funzionante e facendo tremare il terreno ai suoi piedi.
Uno scontro, ormai, era inevitabili.

<< Non sottovalutarmi, Morgana!! >>
Ruggì.

In quell'istante nella mano di Morgana si materializzò un secondo tridente azzurro, che rapidamente scagliò verso Belzebub.
Il demone evitò l'attacco con facilità per poi prepararsi a passare al contrattacco, ma Morgana non gli diede il tempo per farlo:

Con un rapido movimento del braccio, avvicinò la mano con cui scagliò il tridente verso il suo petto: all'inizio Belzebub sembrò confuso, ma non ci mise molto a capire il significato di quel gesto.

Infatti, il tridente che Morgana scagliò verso di lui cambiò improvvisamente traiettoria, curvando in aria, dirigendosi una seconda volta verso il demone e colpendolo alle spalle, trafiggendolo nella schiena.
Poi, senza lasciare neanche un secondo al suo avversario per reagire, un fulmine squarciò il cielo, colpendo il demone in pieno e friggendolo come se fosse uno spiedino al fuoco.


Ma quello non le bastò: Morgana si assicurò di non ucciderlo, con quell'attacco. Voleva far soffrire quel demone il più possibile.
Il suo sguardo, solitamente gentile e premuroso, era ormai freddo, distaccato e furioso.


Nonostante l'intensità di quell'attacco, Belzebub fu in grado di sollevare un grosso muro di pietra, innalzandolo tra se e il fulmine, liberandosi ben presto dall'attacco della donna.
Fumante e furioso, Belzebub cominciò a ruggire dalla rabbia e dal dolore.

Non appena si liberò anche dal secondo tridente, la pelle del demone cominciò rapidamente a guarire... Ma capacità rigenerative di quel tipo non erano illimitate.
Sapeva che, se avesse continuato a incassare danni così intensi, prima o poi non sarebbe più riuscito a curarsi. Doveva sbarazzarsi di quella donna il prima possibile, o sarebbe stato inevitabilmente sconfitto.


Le magie di Morgana erano su un livello completamente diverso... Neanche Belzebub riuscì a crederci. Per qualche istante si domandò se fosse davvero umana. Ma non ebbe tempo per continuare a farsi quelle domande.


Improvvisamente sul campo di battaglia cominciò a piovere, e fu in quell'istante che il demone vide un getto di aria gelida muoversi a una velocità assurda nella sua direzione.
Riuscì a malapena a evitare un attacco che, altrimenti, l'avrebbe trasformato in un ghiacciolo.

Le abilità di Ehra andavano ben oltre le sue immaginazioni. Esattamente come Amon, anche lei era in grado di manipolare perfino le condizioni climatiche, ma, a differenza sua, non era limitata su un singolo elemento. Per quanto detestasse ammetterlo, fu in quell'istante che Belzebub realizzò che in uno scontro diretto non sarebbe mai riuscito a sconfiggerla.

E questa consapevolezza fu abbastanza per mandarlo in bestia. 
Realizzò, però, di avere una chance per colpirla quando notò Xernes e Andromeda, che fino a quel momento non fecero altro che assistere in silenzio allo scontro.
 
Un sorriso sadico e minaccioso si fece quindi largo sul volto del demone, un sorriso che anche Morgana notò.
Se non poteva colpirla direttamente, allora si sarebbe aperto una finestra con la forza.

Gli bastò un semplice movimento della mano per far spuntare una infinità di spuntoni di pietra dal terreno che lo avvolsero come se fossero sbarre metalliche, scagliandone poi in un istante metà verso Xernes e metà verso Andromeda, obbligando Morgana a correre in loro soccorso per proteggerli.

Per quanto fosse potente, neanche lei avrebbe potuto intercettare così tanti attacchi in una volta: avrebbe dovuto per forza proteggere i suoi compagni... Questo era il piano di Belzebub.


Ed esattamente come programmato, quello fu esattamente ciò che Ehra fece: scattò rapidamente verso i suoi compagni, innalzando due grossi muri di terra spessa intorno ai due soldati per proteggerli dagli spuntoni, dando a Belzebub finalmente la chance per contrattaccare.

<< Sei mia! >>
Esclamò il demone, ridendo di gusto.
Il terreno ai piedi della donna si spaccò a metà, e due grossi muri di pietra s'innalzarono intorno a lei, schiacciandola nel mezzo come in un sandwich.

Xernes e Andromeda osservarono la scena cupi in volto, non riuscendo a credere che Ehra fosse stata colpita da un attacco di quel tipo.
Senza aspettare neanche per un istante, Belzebub creò una gigantesca palla di roccia piena di spuntoni che lanciò verso i due muri in pietra, riducendoli in frantumi, sicuro di aver schiacciato anche il suo avversario insieme a loro.
I due soldati invocarono il nome della donna, senza però ricevere alcuna risposta.

Belzebub cominciò quindi a gongolare, sicuro di aver sconfitto quel mostro, vantandosi di quanto quella donna avesse sbagliato a mettersi contro di lui.




Ancora una volta, però, al demone fu ricordato nel peggiore dei modi che la differenza tra lui e Morgana fosse ben più grande di quanto avesse mai potuto immaginare.


Un enorme spuntone di ghiaccio sbucò dal terreno, trapassando di netto la palla di pietra che Belzebub creò poco prima, dirigendosi verso di lui a una velocità spaventosa.
Belzebub si spostò di lato, ma neanche quello bastò a proteggerlo da quell'assurdo attacco: non appena gli passò a fianco, dallo spuntone di ghiaccio uscirono una infinità di spuntoni più piccoli che si diramarono in tutte le direzioni, infilzando il demone ripetutamente in svariate parti del corpo, bloccandolo a mezz'aria in una trappola ghiacciata, stranamente simile al modo in cui Arthur morì.


Digrignò i denti, furioso, cercando di liberarsi mentre il suo sangue tossico cominciò lentamente a far sciogliere quello spuntone di ghiaccio.
Era assurdo: magie di quel tipo, neanche Lucifer era in grado di usarle. Quella donna non era normale, e in quell'istante capì perfettamente per quale motivo anche Bael sembrasse temere la Strega Morgana Vanadis a tal punto da evitarla a tutti i costi.



Morgana era ancora viva: l'attacco di Belzebub non le causò il benché minimo danno. La donna spostò con facilità i resti della palla e dei muri in pietra con cui
il demone provò a sconfiggerla, sollevandosi lentamente in volo grazie alle sue ali color oro e bloccandosi a mezz'aria senza mai distogliere lo sguardo dal suo avversario.

<< Maledetta...! >>
Ruggì, furioso, provando inutilmente a liberarsi da quella trappola ghiacciata.


<< Ho sentito dire... >>
Disse Ehra, attirando l'attenzione del demone.
In quell'istante, una palla di fuoco si materializzò nella mano destra della donna: Belzebub impallidì di colpo.

<< ...Che il fuoco sia il tuo punto debole, ma non so effettivamente quanto sia vero. >>
Continuò, allungando il braccio verso il suo bersaglio ancora immobile.


<< Dalla faccia che stai facendo, suppongo non fossero solo voci. >>
Concluse subito dopo.


Belzebub cominciò rapidamente a dimenarsi in un disperato tentativo di liberarsi da quegli spuntoni di ghiaccio, evocando anche delle intense fiammate nel tentativo di scioglierlo, senza però successo. Quel ghiaccio era diverso dal solito, quasi come se non potesse sciogliersi in alcun modo.

Per un istante, pensò se quella non fosse una magia simile al Permafrost. Se così fosse, sarebbe stato un problema.
Prima che potesse reagire, la sua gamba sinistra venne colpita da una palla di fuoco: Belzebub cominciò a urlare dal dolore, mentre quel sangue nero cominciò rapidamente a solidificarsi sotto gli occhi sorpresi di Ehra e quelli terrorizzati del demone.



* Il fuoco sarebbe il suo punto debole...? *
Domandò Lucifer al fratello, non riuscendo a credere alle sue parole.

<< Belzebub è un mutaforma. Il suo corpo originale è composto da una sostanza tossica simile a quello che gli umani chiamano "petrolio", che abbiamo trovato in fondo alla tana di Anansi. >>
Gli rispose Bael.

* Intendi quel liquido nero di cui Anansi e i suoi figli adorano nutrirsi? *
Disse il demone, ridacchiando fra se e se.

* Mi domando se Anansi sarebbe in grado di mangiarsi anche lui, allora. *
Continuò, con tono divertito.

<< Non dire idiozie, Lucifer. >>
Lo ammonì rapidamente Bael, con fare infastidito.

<< Quando viene esposto al calore, il suo sangue s'indurisce rapidamente, solidificandosi nel giro di pochi secondi. Questa informazione sarebbe meglio tenerla nascosta, agli altri Generali. Con la sua reputazione, non mi stupirei se qualcuno provasse a farlo fuori bruciandolo vivo. >>
Continuò subito dopo.



Le urla di Belzebub si fecero sempre più intense, quel dolore non era solito provarlo: era una sensazione terribile che riportò a galla i momenti del giorno del Disastro, quando scoprì quale fosse la sua debolezza.
Dolore e disperazione fecero rapidamente spazio a una furia cieca, e il corpo di Belzebub cominciò rapidamente a ingrossarsi sotto gli occhi sorpresi di Ehra.


Le palpebre del demone si fecero rapidamente simili a quelle di una lucertola, e i suoi denti rapidamente divennero appuntiti. 
Con il braccio ancora usabile, afferrò con forza lo spuntone di ghiaccio, riuscendo perfino a creparlo.


Ehra, però, non gli diede neanche una chance di rispondere al suo attacco: rapidamente allungò entrambe le mani verso il suo bersaglio, mentre una grossa palla di fuoco del colore del tramonto cominciò rapidamente a materializzarsi davanti a lei.
In una frazione di secondo, scagliò una mastodontica fiammata verso il suo avversario, talmente intensa da sciogliere quasi istantaneamente il ghiaccio con cui entrò in contatto 
e bruciare anche alberi a dozzine di metri di distanza che in qualche modo riuscirono in precedenza a salvarsi da quegli innumerevoli scontri.

Non avendo nessuna possibilità di evitare quella fiammata, Belzebub usò il suo stesso sangue come scudo: allungò il braccio in avanti, convogliando quella sostanza nera intorno al suo braccio e creando uno scudo che fu in grado di proteggere il suo petto e il volto.


Se non fosse stato per gli scudi in pietra che Ehra innalzò per proteggere Andromeda e Xernes, anche loro sarebbero finiti inceneriti.


Quando Ehra interruppe il suo assalto, rimase per un istante a osservare il corpo carbonizzato del suo avversario, ancora in vita.


Belzebub, in quel modo, riuscì a proteggersi da quell'infernale assalto, ma non senza riportare danni che gli avrebbero impedito di proseguire lo scontro.
Grazie allo scudo che creò con il suo stesso sangue fu in grado di salvarsi dalla fiammata: ruggì dalla rabbia, imprecò con un enorme buco nel petto, senza però arrendersi davanti a un avversario che sapeva di non poter sconfiggere.

Erano gli umani ad aver tolto tutto alla sua gente, non si sarebbe mai piegato davanti a loro: non l'avrebbe mai fatto per nessun motivo al mondo.
Era lui nel giusto, pensò, e per questo sapeva che sarebbe stato lui a uscirne vincitore.


Ma ben presto realizzò che non sarebbe potuto andare avanti.
Il buco nel petto lasciato da quello spuntone di ghiaccio non cominciò mai a rigenerarsi. Inoltre, Belzebub non riuscì a credere ai suoi occhi quando abbassò lo sguardo: il braccio con cui si protesse dalla fiammata e tutta la parte inferiore del suo corpo erano stati trasformati in pietra.


<< N-Non può essere... >>
Balbettò, incredulo.

<< Non lo accetto...! >>
Ringhiò, terrorizzato.


Fu il giorno del Disastro, durante l'incendio, che Belzebub scoprì quale fosse la sua più grande debolezza.
Il suo sangue era un'arma quasi invincibile che gli permise di rigenerarsi infinitamente più velocemente rispetto agli altri demoni, ma quel suo sangue era anche il suo più grosso punto debole.
Infatti, se sottoposto a temperature altissime, invece di bollire, tendeva a solidificarsi in maniera irreversibile: l'unico modo per permettere al suo corpo di riprendersi da situazioni di quel tipo, era quello di strappare completamente le parti del suo corpo che erano state pietrificate, permettendo al suo sangue di rigenerare ciò che avesse perso.

Un dolore indescrivibile che Belzebub giurò che non avrebbe mai provato un'altra volta, un dolore che avrebbe fatto provare agli umani mille volte di più per soddisfare la sua sete di vendetta.


Quel dolore, lo provò di nuovo.
Fu proprio quel dolore, però, a permettergli di non perdersi nella sua stessa rabbia: se non fosse stato per quel dolore, avrebbe fatto la stessa fine dei fratelli di Amon...




Belzebub abbassò lo sguardo non appena vide qualcosa di luminoso muoversi nella sua direzione.
Una seconda fiammata, ancora più intensa e grande della precedente, che lasciò terra bruciata intorno a se durante il tragitto verso di lui.
Provò a spostarsi dalla traiettoria, ma il suo corpo ormai paralizzato non glielo permise.


Quando Morgana cessò il suo mastodontico assalto, rimase immobile a osservare il corpo di Belzebub completamente carbonizzato, mentre cominciò la sua rapida discesa verso il suolo.

Dopo quell'attacco, di Belzebub non rimase altro se non un guscio vuoto di pietra i cui pezzi si dispersero nel terreno all'impatto.
Lo scontro si era ormai finalmente concluso. 



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Fine del capitolo 10-40, grazie di avermi seguito e alla prossima con l'inizio del prossimo volume! Phew, questo è durato più del dovuto!







 

   
 
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