Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Veteran of the North    14/06/2021    1 recensioni
Una storia d'amore intensa, iniziata tre anni prima della caduta del distretto di Shingashima; contro cui niente sarà in grado di opporsi, neanche i giganti.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nanaba, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Il giorno d'uscita libero arrivò troppo presto. Non metteva piede in quella casa da più di tre anni. Sapeva che ormai non c'era più nessuno, ma aveva un peso sul cuore.
"Ei, Lia! Oggi torni a casa? " le chiese la compagna di stanza.
"Diciamo di sì, devo solo prendere delle cose e torno... tu?"
"Io oggi sono totalmente da sola, i miei compagni sono dalle famiglie e il capitano Miche è indaffarato con Erwin."
La ragazza aveva uno sguardo triste. "Non torni a casa?" Le chiese ingenuamente Lia.
"Non parlo con i miei da tanto tempo... mio padre è un uomo violento, picchiava me e mia madre. Una notte sono scappata di casa... mia madre non ce l'ha fatta a lasciarlo ed è rimasta con lui; non ho sue notizie da allora."
"Mi dispiace." Disse Lia abbracciandola. "Storia vecchia! Senti, che ne dici se ti vengo a dare una mano a portare le tue cose?" "Va bene, ci sarà anche il caposquadra Hanji a darci una mano."

Una volta arrivate a Kannares Lia volle andare a sistemare le scatole da sola. Si sarebbero viste nel pomeriggio per prendere il tutto... aveva bisogno di stare da sola in quella casa.
Nel frattempo Hanji si fece accompagnare da Nanaba in un piccolo negozio di frutta al centro del distretto. Ne voleva comprare un bel pò da portare alla sua squadra quando qualcosa, o meglio, qualcuno, non attirò la loro attenzione: una bambina, ad occhio e croce, di quattro anni che vagava con un vestitino logoro e la pianta di un piedino sporco di sangue. Con lei c'era un soldato della gendarmeria che stava cercando di capire la situazione della piccola.
"Siete del corpo di ricerca giusto? Vi prego aiutatemi con questa bambina, non riesco a capire chi è!" Disse l'uomo avvicinandosi alle due donne.
"Ciao piccola!" Sorrise Hanji, abbassandosi all'altezza della piccolina. "Mi chiamo Hanji e tu?"
"Ia" rispose la bambina timidamente.
"Quindi hai trovato questa bambina di fronte al negozio di spezie qui vicino?" Chiese Nanaba al gendarme.
"Sì, mi ha detto che stava aspettando la madre, però..."
"Dov'è la tua mamma? "
"Con il piccolo A, negozio tenda blu, un' uscita speciale, Ia saltata e Wheee. " Rispose la bambina tutta entusiasta
"Non ho capito nulla..." commentò Hanji.
"Ei piccolina, il mio nome è Nanaba... ti dispiacerebbe darmi un momento il tuo zainetto?"
"No. No!" Disse la bambina ritrandosi.
Hanji e Nanaba si lanciarono un’occhiata di sottecchi; infine, la bionda, con un piccolo sorriso fece una proposta... "Allora che ne dici di uno scambio?".
La bambina ci pensò un attimo e scambiò il suo zaino con la frutta fresca. Sfortunatamente c'era solo un pettine per le bambole e poche perline, ma notarono delle macchie rosse sullo zaino. "Non riusciremo mai ad identificarla." Iniziò l'uomo mettendosi una mano sulle tempie.
"Lia è della zona, forse lei potrebbe sapere qualcosa." Riflettè la caposquadra.
"Giusto!"
"Vi accompagno anch'io ragazze!"

Arrivati fuori casa di Lia, bussarono due volte prima che la ragazza venisse ad aprire. "Scusate, ma ho appena finito di sistemare l'ultima scatola." Si scusò la corvina, poi il suo sguardo cadde prima sull'uomo e poi sulla bambina "E voi chi siete?"
"Io sono Robert Kurt, del corpo di guarigione! E lei è... "
"Lei è la piccola Ia. Non riusciamo ad identificarla... e dato che tu sei della zona, abbiamo pensato che potessi aiutarci."intervenne subito Hanji.
"È un pò difficile dato che sono quasi 4 anni che non torno."Disse Lia tornando a guardare la bambina che nel frattempo si era nascota dietro la gamba di Nanaba, doveva averla presa in simpatia.
"Entrate e vediamo di risalire a chi è questa bambina."
"Lia," si avvicinò Hanji- "la bambina aveva questo con sé "
"È indubbiamente sangue ed è fresco..."
"Potrebbe essere di sua madre! "
Entrambe si girarono verso la piccola che nel frattempo correva e saltava. "Mi vorrei accertare di una cosa... Ei piccola avvicinati" disse Lia sorridendo.
"Ti piacerebbe indossare un vestito molto fresco e colorato? Oggi è molto caldo e penso che a una bambina carina come te piacerebbe tanto."
La bambina non credeva a quello che aveva appena sentito. Le fece indossare un vestito a maniche corte con un fiocco rosa.
"Sei proprio carina" disse il gendarme.
"Adesso fai una piroetta" la incoraggiò Hanji. Nel movimento, Lia notò che la bambina alzava le braccia in maniera asimmetrica; in particolare faceva fatica ad alzare quello sinistro.
Lia si alzò di scatto avvicinandosi alla bambina. "Hey, fammi vedere quel braccio."
"No! "Urlò la bambina portandosi il braccio dietro la schiena".
"Ti prometto che non farò male" tentò di rassicurarla.
"No! No!" Urlò nuovamente la bimba stringendo con forza la gonna del vestitino.
Calò il silenzio nella stanza. Nanaba e Hanji si scambiarono uno sguardo preoccupato.
"Le ossa sono strutture che crescono e si rigenerano." Iniziò a spiegarle la corvina "Sotto questo aspetto le ossa di una bambina sono specialmente notevoli. Dal momento in cui vengono danneggiate iniziano a guarire. In modo da proteggere e sostenere il padrone"
Lia si mise ad altezza della bambina e le fece una leggera carezza. "Ascoltami, quel braccio è la prova che le tue ossa hanno dato il massimo..."
"Ia... ha dato il massimo? " chiese la bimba alzando la testa.
"Sì, sei stata bravissima." La bambina sorrise e timidamente le allungò il braccio.
Lia iniziò a esaminarlo. "Ci sono segni di frattura da avulsione."
"Cosa?!" Disse l'uomo
"Nei bambini è particolarmente comune quando un braccio viene girato con forza."
Nanaba sbiancò a quelle parole "Allora... può essere stata ab..."
"Non posso dirlo con certezza, ma è possibile Intervenne subito Lia." Inoltre, nel suo caso le ossa non si erano ricomposte correttamente, perciò il suo braccio è ricomposto verso l'interno. Fortunatamente sembra che non crei problemi nella sua quotidianità. Forse può sentirsi un pò decentrata, ma nonostante la sua età sembra essere consapevole della sua condizione."
"Dovremmo cercare dei dottori" intervenne Hanji.
"Sì, qualsiasi genitore decente lavrebbe portata almeno una volta a farla controllare."
"Eh quindi"? Chiese l'uomo.
"Certo che sei proprio una testa vuota!" Rispose Lia irritata.
"Se riusciamo a trovare il dottore che l'ha curata almeno una volta, potremmo risalire all'identità della bambina." Continuò Nanaba, era veramente preoccupata per la bambina. "Andiamo, svelti!" disse il caposquadra.

"Conosco la bambina." Iniziò il medico "la madre venne un pò di tempo fa per farle controllare il braccio, dicendo che la bambina aveva litigato con dei suoi coetanei. Non mi aveva convinto; ho cercato di scavare più a fondo, ma la donna mi aggredi verbalmente e usci dall'ufficio. Non l'ho più vista... questo è l'indirizzo, spero che non sia successo nulla di grave. "
Non si preoccupi, ora ci siamo noi con la piccola Maria. Disse Hanji leggendo la documentazione della bambina. *E così ti chiama Maria è? *
Arrvati fuori casa, nessuno rispose anche se la porta non era chiusa.
"Mamma sono a casa!!"
Non sentendo una risposta decisero di entrare, ma non appena la bimba aprì la porta un odore nauseabondo li accolse. Tutti drizzarono la schiena e Nanaba bloccò in tempo la bambina. Conoscevano fin troppo bene quell'odore che accompagnava la fine di ogni missione quando bisognava recuperare i compagni caduti; l'odore della morte.
"Che ne dite di andare a prendere un dolcetto?" Disse Hanji a Nanaba e alla bambina.
"Anche alla mamma?"
"Sì!" le rispose la bionda, cercando di sembrare tranquilla.
"Robert resta qui fuori e non far entrare nessuno" disse Lia.
L'interno della casa era una discarica di rifiuti e di sporcizia; al centro della stanza riversava la donna senza vita.
"Hanji, la donna è in una posizione strana" costatò Lia.
La donna si avvicinò al corpo cercando di identificare le ferite della madre. "Gli arti mistrano lievi segni di rigor mortis, sono passate più di 4 ore dalla morte." "C'è qualcosa di strano... la posizione in cui si trova, la ferita da taglio sul palmo e quella sull'addome. Proviamo a fare un'ipotesi su cosa sia successo" disse Hanji.
"Probabilmente la donna è stata presa alla sprovvista dall'assassino che l'ha accoltellata da dietro la porta." Iniziò Lia ad esporre la sua congettura. "Il taglio alla mano destra probabilmente è una ferita da difesa dovuta a ciò. La catenella è stata spezzata, ma la serratura non presenta segni di scasso. L'assassino è qualcuno che conosceva. Il rumore deve aver svegliato la bambina e la donna terrorizzata è andata nella stanza sul retro per mettere la figlia al sicuro. Era solo una questione di tempo prima che la catenella si spezzasse, ma nella stanza non c'era posto dove scappare... la finestra era bloccata dalla spazzatura e non poteva usarla subito come via d'uscita.
"Ora che ci penso aveva detto che aveva saltato." Affermò Hanji.
"Però un posto che poteva usare c'era...anche se troppo piccola per un adulta una bambina sarebbe passata " continuò indicando la piccola finestra.
Lia mosse un passo indietro e colpì involontariamente un oggetto. "Dannazione, con tutto questo casino non riesco a pensare!" Si girò per vedere cosa aveva colpito e ciò che vide la lasciò di stucco: un biberon.
"Ce n'è un altro" disse di getto, quasi come un sussurro.
"Cosa? "
"Ce n'è un altro... Maria è troppo grande per questo." Indicando il biberon.
Hanji sbiancò e ripensò alle parole della bambina.
"Deve essere da qualche parte, Maria ha detto che la mdre sarebbe venuta con il piccolo A!"
*resisti piccolino* ormai era l'unico pensiero che tormntava le donne.
"Dove può averlo nascosto?" Disse Lia stringendo il pugno... dove sarebbe stato al sicuro? Infine decisero di spostare la donna da quella posizione. Infatti trovarono il coperchio di una botola. Aprendolo c'era nascosto un bambino di qualche mese. *ti prego, dimmi che sei vivo*

All'esterno dell'abitazione, Robert non faceva avvicinare nessuno e nel frattempo aveva avvisato dei colleghi, quando un uomo barcollante tentò di entrare nella casa. "Ei tu! Non puoi entr..."
Non fece in tempo a finire la frase che l'uomo lo colpì con un coltello su un fianco.
"Togliti dalle palle "disse l'uomo, "devo prendere dell'alcol."

"Hanji prendi qualcosa per fare vento al bambino! Ha preso un colpo di caldo, troppo tempo in così poco spazio."
Mentre Hanji scuoteva un pezzo di carta per fare vento, Lia applicò la manovra per far respirare il bambino" Svegliati, è troppo presto per morire, non puoi assolutamente!"
Hanji guardava preoccupata la ragazza che faceva pressione con due dita sullo sterno della gabbia toracica del bimbo.
"Se muori, lascerai tua sorella da sola, ti prego svegliati!"
In quel momento, entrò l'uomo che prima aveva attaccato Robert.
"E voi chi cazzo siete?"
"L-Lia... Non ti muovere" sussurrò il caposquadra.
"Hanji vai via" disse Lia a voce molto bassa."Io non posso, in questo momento, le mie dita sono il cuore di questo bambino... finché applico le conpressioni toraciche il bambino riceverà ossigeno al cervello"
"Che state mormorando è? Fuori dalle palle!" All'uomo usciva la bava dalla bocca, la voce era strozzata e puntò il coltello sulle due donne.
"Non te lo lascerò fare!" L'uomo venne preso alle spalle da Robert, ma la ferita che gli aveva afflitto lo fece cadere.
"Vi ammazzo tutti!" Gridò l'uomo scagliandosi contro la corvina e il bambino.
Agli occgi di Lia accadde tutto a rallentatore: Hanji si sollevò da terra per andare ad affrontare l'uomo. No... non di nuovo... nessuno doveva più farsi male a causa sua.
"FERMATI HANJI!"
Ma la caposquadra era troppo superiore all' alcolizzato e riuscì a bloccarlo prima che potesse colpire Lia o il bambino.
"Ben fatto" disse il gendarme!
"Sorpresa?" Disse Hanji con il fiatone! "Ecco a cosa servono i combattimenti corpo a c..."
"Vuoi forse morire?!" Disse Lia tremando. "Mai più.... non fare più cose del genere... ti prego."
Le dita di Lia non avevano smesso di fare pressione sul bambino che iniziò a piangere. Lo avevano salvato.

L'uomo fu portato via dai colleghi di Robert che intanto avevano raggiunto il luogo. Il bambino e Maria vennero affidati a dei parenti della madre.
"Ragazze mi dispiace di aver fatto entrare quell'uomo." Mormorò Robert mentre i colleghi lo portavano dal dottore più vicino.
"No, grazie a lei noi e la bambina siamo salve!" Replicò Hanji stringendo la mano dell'uomo.
Non appena furono all’esterno, Lia non poté fare a meno di fermarsi e di appoggiarsi ad una parete.
"Come ti senti Lia?" Le sorrise il caposquadra posandole la mano sopra la spalla.
Lia aprì lentamente gli occhi, cercando di calmare internamente le mille emozioni e i mille ricordi, mescolati inesorabilmente insieme.
"Bene, scusami per prima Hanji. Sono stata troppo emotiva."
Dopo un lungo silenzio Hanji decise di portare a termine l'obiettivo che si era prefissata.
"Senti Lia, sei una ragazza molto sveglia ed è da un pò che ci stavo pensando. Che ne dici di unirti alla mia squadra? Saresti molto utile alla sezione scientifica... sempre se non avevi già deciso altro!"
La ragazza guardò sorpresa il caposquadra; non si aspettava di certo una proposta da parte sua.
"No... anzi, non avevo proprio pensato a nessuna squadra! La ringrazio infinitamente per avermi scelto! Prometto che non la deluderò." replicò la corvina orgogliosa e onorata di essere scelta da una delle figure che ammirava di più nel Corpo di Ricerca.
"Ei state bene?!" Disse Nanaba raggiungendole con il fiatone.
"Tutto bene! Maria come sta?" Chiese preoccupata Lia.
"Non bene... è stato molto difficile spiegarle la situazione."

Nel frattempo una folla di curiosi si avvicinò al luogo. Ad un certo punto, dalla folla, qualcuno riconobbe Lia e si iniziò a mormorare qualcosa.
"Ei, ma quella non è la figlia Wright?"
"Che ci fa qui?"
"È tornata guardate!"
Il volto di Lia si scurì in un secondo. Sentì il suo nome bruciarle sulla pelle come non mai: Wright, Lia Wright, la figlia di Timon Wright, il mercante più abile del Wall Rose… l’uomo che per molti anni aveva reso la sua famiglia oggetto delle sue violenze.
"Vi dispiace se prendiamo le mie cose e andiamo? Sono davvero stanca..." disse cercando di ignorare le voci.
Le donne si guardarono, comprendendo il disagio che provava la ragazza in quel momento.
"Sì Lia, torniamo a casa". Disse la compagna di stanza.
Quelle parole scaldarono il cuore della ragazza, ma infine riuscì soltanto a sorridere. In effetti, era davvero incredibile, dopo tanto tempo aveva un luogo da chiamare casa.


Note dell'autrice: Ho aggiornato in tempo record! Spero che la storia vi stia piacendo almeno un po’... può sembrare una storia a rilento, ma al momento voglio fare un quadro generale sulla protagonista. Ci tengo a ringraziare moltissimo AndShine per aver recensito la storia, Otaku glee, Asia La Rocca e Assia7 per averla inserita fra le seguite/preferite, mi avete reso felice!
Al prossimo capitolo❣
Veteran

   
 
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