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Autore: Hikari_1997    15/06/2021    1 recensioni
L'agenzia dei detective armati riceva uno strano incarico, e Dazai deve nuovamente fare i conti con i suoi passati legami alla Port Mafia, collaborandovi per risolvere il caso.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Nuovo personaggio, Osamu Dazai
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Cap.3- L'asta

Dazai guardava fuori dal finestrino, il mento appoggiato al palmo della mano destra, scrutava il paesaggio notturno di Yokohama con lo sguardo spento.
Di tanto in tanto, però, indirizzava delle occhiatine al partner seduto al suo fianco.
Erano in silenzio totale.

Dal campo opposto, Chuuya non osava guardare Dazai perché essendo sinceri al 100%, si sentiva un pomodoro al forno ogni volta che posava gli occhi du di lui; e a pensare che fra pochi secondo avrebbe dovuto fingersi sua moglie.
-Respira Chuuya calmo, Koyou ti ha detto come comportarti-
Sorridi.
Recita con carineria.
Mantieni il contatto visivo.
Stupisci.

-Chibi-

Saltò in aria sentendo la voce del ragazzo, girandosi di scatto.
-Che c’è? –
Dazai voltò il viso verso di lui sorridendo –Siamo arrivati-
Chuuya sbirciò al di fuori del finestrino, riconoscendo uno dei teatri della città.
Dazai era già uscito dall’auto, proprio quanto stava per fare lo stesso, la portiera si aprì rivelando la mano guantata del ragazzo tesa verso di lui.
-Vieni, partner-
Chuuya accettò l’aiuto, chiuse la portiera e si incamminò verso il teatro stretto a Dazai.

Erano circondati da signori distinti in doppio petto, signore della nobiltà che sfoggiavano le acconciature più stravaganti, coppie ricchissime che luccicavano come lampadari a causa della mole di gioielli che avevano appresso.
-Ce n’è di gente per essere un’asta illegale- bisbigliò Chuuya all’orecchio del collega.
-Non sono tutti qui per l’asta, vedi quel maggiordomo là in fondo? Ha il compito di smistare le persone, gli inviti con carta rossa sono diretti ai semplici civili che intendono godersi una serata a teatro, ma quelli con la carta nera-
-Sono i ricconi da spennare alle aste- concluse Chuuya.
-Esatto, probabilmente noi siamo i più giovani oggi quindi non ci prenderanno sul serio, almeno inizialmente, Koyou ti ha detto cosa fare, vero? –
Il rosso sospirò –Si … fin troppo nei dettagli-
Dazai ridacchiò, intravide un signore sulla cinquantina che in frac e monocolo; se non fosse per i capelli neri e lucidissimi, poteva facilmente assomigliare a Hirotsu.
-Quello dev’essere l’organizzatore dell’asta- dedusse Dazai –Sta mostrando un'altra strada a chi ha un biglietto nero-
Dunque, i due si avvicinarono.

-Buonasera signori- li salutò cortese il maggiordomo –Il vostro invito? –
Dazai estrasse la busta nera dal cappotto.
-Benvenuti signori, potete continuare alla vostra destra-
-Grazie mille- sorrise sornione Dazai avviandosi verso in vialetto laterale dove li aspettava il signore col monocolo.
-Buonasera- li salutò cordiale –Facce nuove e giovani a quanto vedo-
-Eh sì, ma non si è mai troppo giovani per certe cose- rispose prontamente Dazai –Sono Tsushima Shuuji, e lei è l’amore della mia vita, mia moglie Tsuki-
-Oh non esagerare, Anata-
Il modo in cui pronunciava quelle parole, lo sguardo fisso e il ghigno seducente fecero tremare all’unisono sia Dazai, sia l’uomo vicino a loro.
-Oh signore, vedo che è molto fortunato; comunque lasciate che mi presenti, sono Miura Daisuke l’organizzatore di questo evento, se vogliate seguirmi-

*********************

Le abilità di seduzione insegnatogli da Koyou erano senza ombra di dubbio efficaci.
Fin da subito, Chuuya aveva rapito la scena, attirando su di sé sguardi curiosi.
-Ah, temo gli ospiti di oggi mi invidiano- disse scherzosamente Dazai –Sono tutti rapiti dalla mia dolce metà-
-Se ripeti altre frasi come questa chiedo il divorzio- ripeté secco Chuuya afferrando un calice di champagne per berlo tutto d’un fiato.
-Vacci piano con l’alcol chibi, mi servi sobrio oggi-
Chuuya lo fulminò con lo sguardo –Non c’è bisogno di ricordarmelo, so cosa devo fare per il bene della missione.
Ad ogni modo dobbiamo piazzare il localizzatore nella cassa di legno dove è conservato il vaso-
-Ci ho già pensato, dai dettagli forniti dal Boss gli schedari li ha quella graziosa fanciulla dai capelli neri- specificò Dazai.

Chuuya si voltò notando una ragazza dai lunghi capelli mossi e neri con occhi verdi.
Non indossava elaborati abiti da sera, bensì un tubino nero e una camicetta bianca con una cravatta del medesimo colore della gonna; quindi faceva parte dello staff.
Parlava con un signore sui 35 anni piuttosto robusto.
-Intendi quella vicino al tizio in occhiali da sole? –
-Esatto chibikko, mi sembra basso per la sua età ma guardando meglio credo sia più alto di tè-
Chuuya gli pestò un piede con il tacco –Zitto idiota, dobbiamo sbirciare quei fogli se vogliamo sapere dov’è il magazzino e qual è la cassa del vaso, uh? –

Chuuya notò che uno chef aveva chiamato in disparte la ragazza, mostrandogli una bottiglia di vino.
-Che c’è chibi? Hai una faccia strana-
-Quella ragazza non se ne intende per niente di vini; ha appena stappato la bottiglia senza odorare il sughero del tappo-
Dazai sospirò –Senti, non tutti sono dei fissati collezionisti come te-
-Non intendevo questo, senti ho riconosciuto quel vino; se mi ascolti posso darti qualche dritta sulle sue qualità e con quali cibi berlo.
Va da lei, metti su uno dei tuoi teatrini e cerca di sbirciare quegli schemi … ma non osare chiederle di suicidarti con te, intesi? –
Dazai ridacchiò.

-Ohi chibi, chi è tra noi due il cervello? Avevo già in mente di provarci con lei usando il vino, sfruttando le tue conoscenze in materia-
-Ugh- bofonchiò Chuuya-

*****************

Chuuya restava in un angolo, osservando di sottecchi Dazai che stava parlando con la segretaria.
Sorrideva, un sorriso totalmente finto che aveva montato solo per riuscire nel suo intento.
Dazia era particolarmente esperto nell’affascinare le ragazze, regalandole quei bellissimi sorrisi capaci di farle arrossire fin sopra i capelli.
Sospirò, a volte si continuava a chiedere se mai sarebbe riuscito a dimenticare quello che provava per lui … ma sapeva che era a tempo perso.

-Tutta sola? –
Chuuya alzò all’improvviso lo sguardo, notando che un uomo gli si era avvicinato; portava i capelli lunghi, legati in una coda bassa, gli occhi erano leggermente più chiari di quelli di Dazai, si rigirava il gemello sul polso sinistro guardandolo con un ghigno in volto.
Koyou era veramente brava col trucco, a quanto pare lo aveva anche lui scambiato per una donna.

Aggiustò una ciocca dietro l’orecchio annuendo leggermente –Ah, a quanto pare-
L’uomo di avvicinò a lui appoggiando un gomito sul muro –Un marito non dovrebbe lasciare una moglie così bella da sola, qualcuno potrebbe approfittarsene-
Chuuya cercò di non far trapelare la sua irritazione alla frase fin troppo cliché, replicando –E un signore come lei non dovrebbe avvicinarmi senza presentarsi, risulterebbe inopportuno-
L’uomo ridacchiò –Ha ragione, piacere Tanaka Yuichi, sono il dirigente di una catena di alberghi ma nel tempo libero mi appassiono di archeologia, puoi chiamarmi Yuichi, mia cara-
Chuuya sentì la pelle d’oca per la frase al quanto smielata, non chiamava per nome neanche Dazai, figurati se lo assecondava –Ah capisco- disse Chuuya –Io sono Tsushima Tsuki-
L’uomo sembrò avvicinarsi, movimento che spinse Chuuya ad allontanarsi di un passo, ci mancava pure il tentativo di un kabe-don non desiderato.
Il suo cervello cercò di pensare ad un modo rapido e indolore per filarsela da quel provolone affumicato il prima possibile, la sua pazienza stava per esaurirsi.

-Tsuki-

-E ora chi è? – pensò il rosso mafioso, voltandosi.
Quello che ne seguì fu inaspettato oltre ogni dire, il suo cervello completamente nel panico dopo aver avvertito dei polpastrelli sfiorargli il mento e, senza preavviso, delle morbide labbra si posarono sulle sue, muovendosi suadenti.
Ci impiegò qualche secondo per capire che, la persona che lo stava baciando era Dazai, e per la sorpresa si ritrasse leggermente, occhi spalancati.
Dazai, però, fece scorrere una mano lungo la sua schiena, attirandolo di nuovo verso di lui per tornare a connettere le labbra.
Chuuya aveva ancora gli occhi aperti a causa dello stupore, nessuno poteva vedere la sua espressione siccome tutta la sua figura era coperta dal corpo di Dazai.
Le ciocche del giovane dirigente ricadevano sulle palpebre chiuse, Chuuya non aveva mai visto Dazai da così vicino.
Se quello che stava succedendo ora era al quanto scioccante, Chuuya proprio non si aspettava che il suo partner decidesse di mordicchiargli leggermente il labbro inferiore, per la sorpresa schiuse le labbra permettendo a Dazai di approfondire il contatto.
E fu in quell’istante che il briciolo di autopreservazione di Chuuya se ne andò del tutto, dimenticandosi di dove si trovava e perché era lì.
Finalmente chiuse gli occhi, concentrandosi solo sul bacio.

-Ehem-
A quel suono Chuuya sentì Dazai allontanarsi, ancora rosso come i suoi capelli si strinse contro il petto del partner, permettendogli di abbracciarlo.
-Si? – chiese Dazai senza un briciolo di pudore per lo spettacolino precedente.
Tanaka si sforzò di sorridere –è un piacere incontrare anche voi signor Tsushima, io e vostra moglie stavamo parlando delle rispettive attività lavorative ma … non ho avuto il piacere di sapere che genere di azienda gestite-
-Oh, capisco- rispose lui –Il nostro lavoro può essere descritto in molti modi, principalmente ci occupiamo di sistemi pratici ed ecologici per sbarazzarsi di rifiuti che minano alla preservazione della città-
A quella definizione a Chuuya scappò una risatina, modo peculiare per descrivere il lavoro alla mafia.
-Oh, quindi anche di energie rinnovabili deduco? – chiese l’ignaro ospite.
-Precisamente- replicò Dazai abbracciando Chuuya con entrambe le braccia, facendole scorrere lungo la schiena.
A quel punto Chuuya pestò il piede del ragazzo con un tacco, facendogli intendere di non spingersi oltre.
-Capisco- rispose Tanaka, iniziando poi a parlare a vanvera su quanto sia impressionante il loro impegno.

-Chibi-
Chuuya venne leggermente voltato, permettendo a Dazai di bisbigliare nel suo orecchio senza farsi scoprire –La sala del magazzino si trova oltre quelle tende vicino al bagno femminile, usa questa scusa per piazzare la microspia-
Dazai gli passò il localizzatore intrecciando le dita con quelle di Chuuya e, prontamente, lo nascosero all’interno della stoffa del guanto.
Chuuya annuì, tornando a sorridere –Mi dovete scusare, devo andare un secondo alla toilette, tesoro ci vediamo direttamente nella sala principale? –
-Um, va bene-

Chuuya fece per allontanarsi, ma venne trattenuto da Dazai e, con suo stupore, lo baciò nuovamente per distanziarsi quasi subito –Ci vediamo dopo-
Chuuya annuì, salutando Tanaka e corse verso il magazzino.
Mentre sia avvicinava alla meta, non poté evitare di toccarsi le labbra, le gote ancora in fiamme, pensando –Cosa è appena successo? -

**************************

Sala aste.

Chuuya si sedette vicino al Dazai, alzando gli occhi al cielo.
-Che c’è? –
-Per poco non mi scoprivano- rispose lui –Stavo uscendo dal magazzino quando ho sentito una voce maschile, per fortuna sono riuscito a nascondermi nel bagno e fare finta di essere appena uscito dalla toilette-
-Oh … complimenti per la prontezza chibi-
-Dannato sgombro, il vaso era posizionato in bella vista, probabilmente è l’articolo di punta dell’asta- spiegò Chuuya.
-Um, lo credo anch’io, Chuuya? –
Notò il collega fissare un omone vestito di bianco, dall’aspetto non era giapponese, parlottava in una lingua a lui sconosciuta insieme ad una donna, più alta della media, i capelli erano castani scuri e liscissimi, anch’essa vestita di bianco.
-Non era un membro dello staff dunque? –
-Oh lui? No, si chiama Amad, l’ho incrociato anch’io prima dirigersi verso il parcheggio, è il segretario personale di quella donna- disse Dazai –Ishikawa Kadiri, egittologa che lavora presso il museo de Il Cairo-

-Non mi dire che ci hai provato anche con lei-
Dazai sogghignò, avvolgendo le spalle di Chuuya col braccio –Come potrei mai quando ho te? –
-Cretino- replicò lui cercando di calmare i nervi alla risatina del collega, per lui era tutto un gioco, mentre Chuuya aveva passato un quarto d’ora a cercare di calmare i battiti del suo cuore.
-Tranquillo chibi, non è il mio tipo-
-Non che siano affari miei- replicò lui –Tornando al segretario, i parcheggi sono nella zona vicino al magazzino? –
-No … è questa la cosa strana-
Chuuya si voltò di scatto –Che ci faceva lì allora? –
Dazai abbassò il viso alzando le spalle –Chi lo sa? Curioso chibi? –
Chuuya voleva dire di no, voleva davvero; ma a causa della vicinanza dei loro volti non riuscì a dire mezza parola, restando a bocca aperta fino a quando le luci in sala si spensero.

L’asta stava per iniziare.
   
 
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