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Autore: vermissen_stern    17/06/2021    1 recensioni
“Ah! Bentornato nuovamente tra di noi... lord Heisenberg!”
per un momento l'uomo ancora tremante a terra – dal fisico atletico e dai muscoli tirati per il dolore – non capì a cosa o a chi si stesse riferendo quella voce dal tono lievemente sarcastico, quasi mellifluo, ma poi i ricordi iniziarono a magnetizzarsi prepotentemente... e una smorfia di disgusto si materializzò sull'ispida barba di quello che fu un tempo Karl Heisenberg nel sentir pronunciare tanto il suo titolo quanto il suo nome.

Una oneshot altamente spoiler su Karl Heisenberg e sul suo destino che proprio non mi andava giù.
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Storia aggiornata con un nuovo capitolo, ma potrebbero essercene degli altri in futuro
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Carlos Oliveira, Claire Redfield, Jill Valentine, Karl Heisenberg
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Hanging Tree '
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Incredibile ma vero ho scritto un altro capitolo. O per meglio dire, un'altra oneshot. Può darsi che in futuro possa scrivere ancora di Karl Heisenberg e del suo viaggio in libertà, ma per ora accontentatevi di questo. Apparirà in questo capitolo una nonOTP che a quanto pare qua da noi nessuno apprezza ma non importa, alla fin fine li vedrete solo qui e basta.

Buona lettura!



Le sue giornate si susseguivano come le stagioni. Lente e inesorabili, patendo il caldo estivo sotto il pesante trench fino ad avvertire brividi profondi durante la notte nel suo sacco a pelo facendolo – in entrambi i casi – imprecare in modo silenzioso.

E straordinariamente, era bizzarro il modo in cui riusciva ad apprezzare anche quei momenti fastidiosi durante il suo viaggio erratico in un mondo che conosceva solo tramite le cartine geografiche e le fotografie dei libri didattici che era riuscito ad ottenere nel corso degli anni.

Partendo dall'entroterra rumeno aveva superato la Moldavia attraverso percorsi sterrati se non addirittura abbandonati, tra sentieri battuti dai cercatori di funghi locali ad antiche strade romane, fino a raggiungere le coste del Mar Nero trovandosi per questo nella turbolenta Ucraina. Aveva sentito dire che una trentina di anni prima c'era stato un incidente in una centrale termonucleare da quelle parti, ricordava giusto i titoli nel frontespizio di alcuni vecchi giornali ingialliti che era riuscito a recuperare sottobanco, per cui non era particolarmente ansioso di imbattersi in qualche mutazione radioattiva che potesse dargli noia a lui e al suo cavallo. Non ora che aveva giusto un fucile da caccia con se – usato davvero poco visto che aveva solo una scatola di munizioni – e i suoi poteri facevano progressi molto lenti nel tornare... ma per sua fortuna Chernobyl era a parecchi chilometri di distanza da dove si trovava lui, e attualmente Karl Heisenberg stava attraversando percorsi turistici per gli amanti del trekking o delle gite a cavallo.

Le sue giornate erano scandite da una quiete e da una noia che una tempo avrebbe trovato sicuramente frustranti, impegnato com'era a realizzare i propri progetti nel profondo della sua fabbrica facendo quasi tutto da solo, mentre ora passava dal fischiettare allegramente in quelle che erano passeggiate tranquille fino a spronare il proprio destriero in galoppate intense e apparentemente senza meta.

Si stava divertendo come un adolescente ad una gita scolastica fuori porta, assaporando ogni aspetto di quella libertà ottenuta con il sangue e con il sacrificio – non per forza di cose suo, ma non era esattamente pentito – sentendosi ogni giorno sempre più vivo e rilassato come non gli capitava da quando era finito in quel buco infernale in Romania.

Era in viaggio da circa un mese e mezzo – segnava i giorni su un taccuino che usava anche come diario – e attualmente era riuscito a sopravvivere bene in mezzo alla natura limitandosi a creare trappole per conigli efficienti, limitando così le sue provviste in scatola, o pescando i pesci dei corsi d'acqua quando ne incontrava uno. Facendosi anche il bagno o il bucato a seconda delle esigenze. Di certo, ora che non aveva più di che complottare contro Madre Miranda e aveva decisamente più tempo libero, non stava per giorni interi senza vedere una doccia limitandosi solo a cambiarsi le mutande in quel lasso di tempo. Ora che non aveva più bisogno di strizzarsi le meningi a lavorare nella sua fabbrica di merda si era reso conto che tuffarsi in un lago incontaminato in mezzo al nulla, senza neppure gli slip addosso, era qualcosa di straordinario... se si escludevano le volte in cui si era ritrovato qualche sanguisuga attaccata ai polpacci, facendolo bestemmiare come solo lui sapeva fare.

Il problema principale rimaneva forse il suo autocontrollo. Era un uomo sulla quarantina con gli impulsi di un adolescente, cosa questa imputabile anche alla sua lunga permanenza in Romania contro la sua volontà fin da quando era un bambino, ma quel lungo periodo in solitaria gli stava facendo fare pace con il cervello. Se aveva imparato a sopravvivere alla corte di Madre Miranda – imparando a non cercare di scappare più da bravo bambino ubbidiente – poteva farlo anche nel mondo esterno non sfogando in faccia al prossimo le proprie frustrazioni che non poteva esternare di fronte a una madre venefica.

Nei casi in cui incontrava degli escursionisti si limitava a salutarli con un cenno del capo o a togliersi il cappello nel caso incontrava delle signore a passeggio, di rado si fermava a chiacchierare con qualcuno solo nel caso in cui necessitava di avere indicazioni per non sbagliare strada. Quel giorno però era la prima volta che si fermava ad aiutare per davvero qualcuno, ma forse il suo istinto da macchinista non poteva ignorare il grido di aiuto di una vecchia Jeep Wrangler piantonata a ridosso della strada sterrata e secca.

[...]

Con le mani sporche di grasso Karl Heisenberg si apprestò a soffocare una imprecazione e a spingere le dita più in profondità in quell'ammasso di tubi di gomma e olio bruciato che era il motore di un veicolo in panne. Non che gli stesse dispiacendo mettere le mani su qualcosa del genere – l'ingegneria in fin dei conti era la sua più grande passione, ed era riuscito nel tempo ad applicarla anche al corpo umano nel costruire golem di carne e ferro – ma maledì comunque i progettisti di quel modello di Jeep per aver messo la sonda del metano in culo al mondo.

So pilotare un elicottero ma non ho la più pallida idea di come si armeggia un motore in panne... ironico, non trovi?”

Trovo più ironico che il progettista di questa merda molto probabilmente non ha neppure la patente! Fighetti figli di papà!”

l'uomo dalla pelle olivastra e dagli ispidi capelli tendenti ormai verso il grigio rise di gusto, porgendo uno straccio sporco al meccanico di fortuna una volta che ebbe finito di sistemare quello che doveva sistemare pur comunque non propriamente soddisfatto del risultato. Forse più tardi ci avrebbe dato nuovamente una occhiata se i proprietari del mezzo glielo avessero permesso. Altrimenti li avrebbe mandati a fancu-no! Era meglio imparare a contenersi.

Per andar dietro a quel mezzo l'ingegnere si era dovuto sbarazzare tanto del trench quanto della camicia a righe, rimanendo in canotta bianca con già ampi aloni di sudore a macchiare la trama del tessuto. Con il volto libero da cappello e occhiali da sole stava rischiando grosso nel mostrare le proprie fattezze a dei perfetti sconosciuti – perchè il suo piano iniziale una volta abbandonata la Romania era di restare il più anonimo possibile – ma per quel giorno decise di passare oltre vista l'allegra famigliola felice a cui aveva prestato aiuto. Sembravano innocui.

Marito e moglie con due simpatiche bestioline al seguito, due bambine aventi probabilmente tra i dieci e i sette anni, in gita di piacere lungo la costa del Mar Nero e le campagne limitrofe e ora intente a dar da mangiare al suo stallone sotto l'occhio attento di una madre piuttosto gnocca nonostante l'età non più giovanissima.

Carlos Oliveira e sua moglie, Jill Oliveira – in precedenza nota con il cognome Valentine, ma questo Karl non poteva saperlo – si erano presentati così in modo un po' sospettoso nei confronti di uno sconosciuto che sembrava più un senzatetto piuttosto che un eccentrico turista tedesco in cerca di avventura.

In quel lungo mese di viaggio si era studiato un background da raccontare agli ignari interlocutori che avrebbe magari incontrato durante il suo peregrinare – durante le sue notti solitarie impegnato tanto a prepararsi la cena quanto a spostare dadi di ferro e viti sul terreno rischiarato dal fuoco da campo con la sola forza del suo debole campo magnetico, allenandosi e vedendo progressi – e quello che era riuscito a elaborare era una storiella tanto patetica quanto comunque convincente.

Per tutti lui sarebbe stato Klaus Herbert, metalmeccanico della Volkswagen con una grandissima passione per l'ingegneria meccanica a cui, però, non era mai conseguita una laurea a causa della vigente povertà della sua famiglia d'origine. Dopo una decina d'anni nella casa automobilista ha ottenuto un bel gruzzolo come risarcimento dalla stessa a causa di un brutto incidente in fabbrica che gli aveva lasciato decisamente un sacco di cicatrici poco eleganti. Decidendo di sfruttarli per concedersi una lunga pausa di riflessione in giro per l'Europa.

Una storiella di fantasia che avrebbe sicuramente fatto abboccare il ciclista della domenica, ma come avrebbe ben presto capito – anche se comunque l'aveva già intuito già guardando i due coniugi – far bere certe stronzate a dei veterani era alquanto difficile. Per quanto potessero sembrare una tipica famigliola americana in vacanza nel vecchio continente il linguaggio del loro corpo parlava di gente abituata ad avere che fare con un ambiente... piuttosto militare. E questo poteva essere un problema alla lunga.

Fatto... ho tamponato il problema con il sondino elettronico, ma vi consiglio di rottamare questo bidone il prima possibile” borbottò Heisenberg, pulendosi come poteva le mani con lo straccio precedentemente consegnatogli e riponendolo poi nella cassetta degli attrezzi con un gesto stizzito “a meno che non vogliate ritrovarvi nuovamente a piedi in mezzo al nulla, si intende... meglio cambiare pagina”

Carlos non disse nulla, tirando fuori un semplice sorriso mentre appoggiava le natiche al cofano ancora aperto della Jeep e contemplava la moglie che rimproverava le piccole di non annoiare troppo il cavallo.

Fortunatamente rottamare un'auto è più facile che cambiare pagina... ma questo suppongo valga per tutti. Anche per i soldati”

l'ex mercenario fu ben attento a non dare un linguaggio del corpo sbagliato nei confronti di quello che poteva essere tanto un amichevole meccanico quanto un ex soldato come lui, riuscendo almeno in parte a non mettere a disagio il proprio ospite pur vedendo i suoi occhi chiari incupirsi. Heisenberg lasciò cadere un silenzioso gelo tra i due, nel mentre che si risistemava almeno gli occhiali da sole sul setto nasale in modo tale di avere una sorta di “protezione” tra lui e quegli scomodi individui.

Un tempo molto probabilmente non avrebbe avuto remore a schiacciare quell'auto malandata sulla testa di quel portoricano impiccione con la sola forza del proprio pensiero maligno, finendo la mogliettina con i rottami metallici e lasciando le due mocciose ad un destino incerto in un mondo alquanto crudele. Dopotutto gli era già capitato di fare cose del genere tra le nebbie dei Carpazi spegnendo i sogni di fuga di coloro che non volevano sottostare alla volontà di Madre Miranda, dando spettacolo del proprio sadismo represso nei confronti della sacerdotessa nera.

Ma i suoi giorni da dio sceso in terra erano al momento finiti – sapendo bene che in una possibile colluttazione con quei due tizi probabilmente sarebbe stato lui ad avere la peggio – e tutto quello che poteva fare era di frugare nelle tasche dei pantaloni alla ricerca di un sigaro mezzo consumato da potersi accendere così da sbollire la tensione crescente, trovando insolito che fosse lo stesso Oliveira ad offrirgli il proprio accendino. Approfittando anche lui di quell'insolita pausa per concedersi una sigaretta clandestina lontano dalle lamentele di una compagna che non voleva avere fumi poco salubri a contaminare la salute delle figlie.

La mia storia è davvero così pessima?” fece ad un certo punto Karl, dopo aver sbuffato una nuvola di fumo nel cielo azzurro. La voce bassa e risentita.

Non così pessima... purtroppo però riesco a riconoscere un soldato quando ne vedo uno” dette una lunga tirata alla propria sigaretta rigirandosi poi il filtro tra l'indice e il pollice “porti sulla pelle le mie stesse cicatrici, lo stesso sguardo consumato e lo stesso passo disinvolto... in che reggimento eri?”

Hm, non ero proprio in un esercito... era più a conduzione familiare” borbottò l'ingegnere, agitando il sigaro in modo elegante per spiegare quel concetto “quel genere di organizzazioni che ti fanno sentire importante e indispensabile ma che poi ti buttano nel cesso il giorno dopo”

Le conosco, sono le peggiori... e non ti biasimo se hai deciso di mollare. In fin dei conti è quello che abbiamo fatto sia io che mia moglie”

Oh, quindi anche lei...”

Sì. Io tuttavia ho lasciato quell'ambiente molto prima della mia Jill” l'ex soldato borbottò quelle parole come se quest'ultima potesse in qualche modo sentirlo, voltandosi a guardare la propria famiglia colta in un momento spensierato “lei ci credeva davvero in quello che faceva, ma sai com'è... noi uomini esterniamo con la rabbia le nostre frustrazioni, le donne invece assorbono tutto come spugne”

Heisenberg non poteva sapere quale fosse la storia di fondo di quei due mercenari allo sbando, ma si rilassò nel constatare che comunque era riuscito a “nascondersi”abbastanza bene ai loro occhi spacciandosi per un soldato come loro. Il buon Carlos non poteva immaginare che quelle sue cicatrici non erano dovute allo scoppio di una granata quanto, piuttosto, ad errori giovanili nel cercare di imparare ad usare i propri poteri magnetici. E lo sguardo duro andava di pari passo con la sua spavalderia ed arroganza quando si trattava di nascondere agli altri ciò che provava realmente in determinati frangenti, specie quando in passato aveva a che fare con i suoi putridi “fratelli” e parenti indesiderati.

Oliveira non conosceva i retroscena di quel suo nuovo amico, così come lo stesso Karl non sapeva che tanto il portoricano quanto la mogliettina dal culo sodo avevano avuto a che fare con il famoso “incidente” di Racoon City decenni prima. Ma se Carlos aveva deciso di rinunciare a quella vita precaria da mercenario tra orrori e complotti – preferendo dedicarsi a fare l'istruttore privato in tecniche di sopravvivenza e autodifesa – per quanto riguardava Valentine la faccenda era ben diversa e più personale. Dopotutto la sua città natale, compresa la sua famiglia, era stata annichilita da una testata atomica per contenere gli effetti dell'infezione che aveva fatto collassare l'intera cittadina in mano alla Umbrella Corporation, e quest'ultima non aveva pagato il prezzo che Jill si aspettava.

Non le era bastato vedere la compagnia fallire e venire smantellata in molte altre succursali con il beneficiare dello stesso governo degli Stati Uniti... no, lei era decisa a combattere fino al midollo quel male incurabile trovando la sua rovina quando riuscì a trovare il responsabile di tutti i suoi incubi peggiori. Albert Wesker l'aveva usata come un giocattolo sperimentale per tre lunghi anni nei quali la stessa Jill non avrebbe saputo dire cosa le avesse effettivamente fatto o cosa lei avesse fatto e agito sotto suo stretto comando, alternando momenti di ricordi lucidi ad altri di totale blackout. Ma dopo quell'atroce esperienza non era più riuscita a riprendersi del tutto, e i suoi colleghi e amici facente parte pure loro dell'esercito non erano riusciti a starle dietro come avrebbero voluto.

Carlos era stato l'unico sempre presente nella sua vita travagliata, sempre pronto ad ascoltare i suoi sfoghi frustrati o a consolarla la notte quando si svegliava da un incubo che, grazie al cielo, stava cominciando a non riaffacciarsi più. L'unica angoscia rimasta che attraversava il volto di Jill era quando i suoi occhi azzurri si spostavano sulle figlie che aveva concepito con quello che in breve era diventato suo marito.

Il solo pensiero che quell'essere avesse lasciato il proprio segno anche in loro, nonostante tutti gli esami clinici scongiurassero il contrario, era un tormento che rischiava di sfociare nell'ossessione. Mostrando per questo un atteggiamento piuttosto protettivo nei loro confronti, nonostante le piccole mostrassero i tratti somatici di Carlos e gli occhi della loro stessa madre, nonché lo stesso temperamento.

Come conscia dello sguardo premuroso del proprio compagno la donna lasciò momentaneamente le fanciulle a dare fieno ad un cavallo piuttosto tranquillo, dirigendosi verso i due uomini intenti a parlottare in modo stretto.

Allora miei baldi giovani, come andiamo con questo vecchio cassone? C'è ancora speranza?”

Carlos fu lesto a spegnere la propria sigaretta a terra, mentre Heisenberg approfittò della protezione fornita dalle lenti rotonde dei suoi occhiali da sole per guardare meglio Jill e le sue forme. Continuando a fumare il suo sigaro cubano fino in fondo.

Riusciremo ad arrivare in albergo e magari anche fermarci in spiaggia prima. Dopodiché dovremo dire addio alla tua vettura mi amor, mi dispiace per il tuo lutto!”

la mezza battuta di Carlos fece ridacchiare Heisenberg, gustandosi la faccia accigliata della donna da incorniciare assolutamente. Per loro fortuna però Jill era di buon umore, ricordandosi che la “prematura” morte del suo mezzo avente più di dieci anni era stata scongiurata proprio da quell'eccentrico turista.

Sopporterò la perdita... ma prima vorrei comunque ringraziare il nostro ospite per averci almeno provato” per quanto la donna avesse ancora delle riserve verso quel tipo strano sapeva che doveva comunque ringraziarlo in qualche modo per toglierselo definitivamente dai piedi “Abbiamo del liquore alla liquirizia nella ghiacciaia che aspetta di essere ancora stappato. Magari...”

Accetto ben volentieri l'invito, mia signora”

chinò lievemente il capo in un gesto di pseudo reverenza – che non si venisse a dire che non sapeva essere galantuomo – constatando che un goccio di qualcosa di forte, un qualcosa che gli stava mancando terribilmente in quel lungo viaggio, era un modo ottimo per congedarsi da loro e da una conversazione possibilmente spinosa.

[…]

Tutto sommato non era stata una brutta giornata, ma era chiaro che avrebbe dovuto riguardarsi un attimo il proprio background per renderlo ancor più credibile. Una bugia su un'altra bugia non avrebbe certamente aggravato la sua posizione, dopotutto lui era un uomo morto per il resto del mondo... giusto?

Anche se aveva temuto il peggio aveva apprezzato il pagamento in alcoolici, e le mocciose non furono così irritanti quando provarono a fargli delle domande piuttosto ingenue e tenute a stento a freno dalla madre. Alla fine tra lui e il portoricano si erano scolati mezza bottiglia – nulla di così potente alla fine, ma Heisenberg non aveva mai assaggiato nulla di simile. Fresco e vellutato, ma dal sapore deciso – tra chiacchiere più leggere e battute da “ragazzi” che portarono Jill a mostrarsi un po' contrariata a causa del loro lato infantile latente in ogni uomo che conosceva.

Alla fine, comunque, ognuno se ne andò per la propria strada. E quando la notte calò in mezzo a quella natura incontaminata il vagabondo trovò riparo in una piccola grotta scavata naturalmente nel fianco di una collina sassosa. Ovunque attorno a lui regnava un silenzio irreale interrotto solo dal canto dei grilli nascosti negli ampi cespugli e dallo scoppiettio di un fuoco da campo che attirava ignare falene pronte a sacrificarsi tra quelle seducenti lingue di fuoco.

Seduto su una bassa roccia Karl era più impegnato a far galleggiare un pentolino di metallo piuttosto che scaldarci dentro un barattolo di fagioli, così concentrato nel fare una cosa un tempo così semplice da non rendersi neppure conto dei rivoli di sudore che gli scendevano giù per la fronte. Stava facendo progressi nel ritornare a padroneggiare i propri poteri, e questo lo rendeva piuttosto felice nonostante fossero un dono della stessa Miranda.

Poteva essere in effetti un fattore controverso, in quanto ricordava per bene i dolorosi esperimenti con il cadou a cui era stato sottoposto, ma quel dannato parassita era ormai parte di lui e della sua vita... e proprio riguardo quest'ultima aveva molto per essergli grato. Un rapporto simbiotico parassitario unico, perfetto persino per la stessa sacerdotessa del Dio Nero, a cui Heisenberg non era intenzionato a rinunciarci.

Bè?! Hai visto che roba?!” con sguardo entusiasta osservò il proprio destriero intento a brucare pigramente dei germogli vicino ad una siepe, tentando così di attirare la sua attenzione “sto facendo progressi stupido coglione! Non dovresti essere contento del tuo padrone?”

di tutta risposta lo stallone, ora libero sia dalla sella che dal resto dell'attrezzatura, si limitò a scuotere la criniera e a nitrire basso – in uno strano gesto di disappunto che l'ingegnere colse benissimo – portando per questo lo stesso Karl a perdere la concentrazione e portare il manufatto dritto sulla fronte come se fosse stato colpito da un sasso. Al forte colpo seguì un furioso ruggito e un altrettanto nitrito divertito, con l'infido cavallo che mostrò addirittura i denti nel vedere il proprio padrone ferito.

Dovrei lanciartelo in testa, sai?! Bestiaccia ingrata...”

la voglia di lanciargli addosso quel pentolino di latta con la propria telecinesi era alquanto forte, eppure decise di lasciar perdere perchè non aveva decisamente voglia di farsi venire un altro mal di testa come quello che aveva rischiato di farsi venire quel giorno. Sentir parlare di famiglia lo disgustava ad oltranza nonostante quella che aveva visto oggi era una famigliola disgustosamente felice.

Crescendo in un ambiente chiuso e forzato come quello in Romania lo aveva praticamente estraniato da qualunque tipo di espressione affettuosa riuscendo solo a comunicare, qualora avesse avuto interesse in qualche fanciulla del villaggio, in modo fisico nei confronti del prossimo. Era venerato come un dio tanto per volontà della stessa Madre Miranda quanto per il fatto che si vociferasse che lui – così come i restanti suoi “fratelli” – fosse un discendente di uno dei quattro re che fondarono il loro regno segreto tra i Carpazi più di mille anni prima. Ma non era ciò che aveva sempre desiderato.

Odiava il concetto di “famiglia” per quello che implicava la sua crescita e la sua vita, ma ricordava ancora qualcosa di più genuino non dissimile da quello che aveva visto oggi, in un ricordo primitivo di bambino in età prescolare. Pochi attimi a cui si era sempre aggrappato con una disperazione tipica dei prigionieri rancorosi, ricordando nello specifico il volto di sua madre – la sua vera madre – che si china su di lui sorridendogli e porgendogli quello che doveva essere un gelato al cioccolato.

Ricordi del genere sono destinati a scomparire dalla mente di un bambino a causa dell'ovvia crescita. Un fattore naturale a cui, però, Karl Heisenberg aveva deciso di non rinunciarci mai. Sperando nel suo animo innocente che un giorno sua madre venisse a salvarlo dalla strega cattiva ed infine, praticamente mezzo secolo dopo con un cadou che lo portava a invecchiare davvero molto lentamente, a sperare che fosse morta arrivando ormai ad odiare quel ricordo ora così stucchevole che lo aveva comunque tenuto in vita con una speranza mai sopita.

Allora perchè continuava a pensarci?

Sbuffando seccato decise che per quella sera ne aveva abbastanza di far faticare il cervello per simili stronzate nostalgiche, e che alla fin fine simili ricordi erano ormai decisamente inutili in quanto fuori dal Villaggio maledetto e dalla muffa che lo circondava. Lontano dal suo Dio e dalle sue radici che, come viticci maligni, avevano influenzato la vita di quel microcosmo dannato.

Decisamente, lui non era un uomo fatto per avere una famiglia... ma per godersi quella libertà che gli spettava di diritto senza ombra di dubbio.

Si avviò all'ingresso della grotta sdraiandosi sul suo sacco a pelo pur non entrandoci dentro, ma anzi decidendo di far scorrere le mani lungo la camicia iniziando a sbottonarsela e facendo tintinnare in breve tempo la fibbia dei suoi pantaloni da lavoro. Aveva un gran bisogno di sfogarsi e voleva farlo in quel momento, in quanto tutto quel pensare gli aveva causato una emicrania e un nervosismo che doveva stemperare in qualche modo... e magari pensare alla mammina incontrata quel giorno, con tutte le curve al loro posto nonostante l'età non più giovanissima, era un buon punto da cui cominciare.

Ehi...! Ignoranza a quattro gambe!” berciò lui, attirandosi momentaneamente le attenzioni del grigio destriero “ho voglia di farmi una pippa, vedi di girare al largo!”

La bestia gli dette retta a modo suo, dandogli le spalle e brucando altrove con un nitrito di puro disgusto nell'avere un umano così poco educato e selvatico. Una vera tragedia che gli esseri umani non godessero di uno stile di vita più semplice come poteva goderlo lui, brucando germogli freschi e defecando dove più lo aggradava. Sicuramente sarebbero stati più felici anziché mettersi berciare in quella loro lingua così... primitiva!

  
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