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Autore: Scarlet Jaeger    18/06/2021    0 recensioni
“A volte, ciò che il destino unisce la vita divide. Però, quando la vita divide due persone, forse il destino potrebbe farle rincontrare”
[IwaOi]
Una delusione fa prendere a Tooru l'estrema decisione di volare dall'altra parte del mondo, per cercare di rifarsi una vita lontano dall'uomo che ama e che, purtroppo, non ricambia i suoi sentimenti. Ma quello stesso uomo, che ha passato con quell'irritante shittykawa ogni giorno della sua vita, non prende bene quella drastica decisione e solo sentendone la mancanza capisce quanto in realtà lui gli manchi, finendo così per capire di provare per lui qualcosa di più di una semplice amicizia.
Riusciranno entrambi a mettere da parte l'orgoglio ed incontrarsi di nuovo?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 
 
 
Dopo la consapevolezza di provare per Iwaizumi qualcosa che andava ben oltre l’amicizia, Oikawa iniziò a guardarlo con occhi diversi e notò cose che, probabilmente, aveva visto senza mai averle osservate veramente.
I suoi capelli avevano una sfumatura più scura sulle punte.
I suoi occhi avevano diverse sfaccettature più scure di verde.
Pronunciava sempre un “tz”, dopo un attacco non andato a segno.
Grugniva quando qualcuno gli diceva qualcosa che non avrebbe voluto sentirsi dire.
Camminava spesso con le mani nelle tasche e l’espressione assorta.
Aggrottava le sopracciglia in modo plateale quando era perplesso…
Erano tutti dei piccoli dettagli che Tooru aveva già visto nel suo amico d’infanzia, ma alla quale non aveva mai dato peso. Non si era nemmeno fermato ad osservarlo o sapere, per esempio, quale fosse il suo colore preferito, che aveva capito solo in quell’ultimo periodo essere il verde.
Iwa-Chan indossava spesso magliette di quel colore, e doveva ammettere che il verde acqua della loro divisa faceva risaltare il suo incarnato olivastro ed i suoi occhi verdi.
Era bello Hajime, per quello si chiese da quanto avesse iniziato a vederlo in quel modo.
Quando erano piccoli avevano sempre fatto la doccia insieme. Avevano dormito insieme. Mangiato insieme. Giocato insieme. Insomma, erano sempre stati molto legati, ma l’egocentrismo di Tooru aveva oscurato un po’ l’amico. Era sempre lui quello al centro dell’attenzione, ovunque essi andavano, ed era sempre lui quello che parlava per primo, che conversava o che faceva amicizia. Iwaizumi era il tipo che annuiva e basta e che parlava solo se interpellato, almeno con persone che non conosceva, per quello non si era mai accorto di alcuni piccoli particolari che aveva iniziato a vedere con occhi diversi solo in quel periodo.
Non era nemmeno riuscito a rendersi conto di quale fosse stato il momento esatto in cui aveva iniziato a vedere il suo amico con occhi diversi. Per lui era stato sempre una presenza fissa e costante nella sua vita, e non si era mai nemmeno fermato a pensare ad un futuro senza di lui.
Iwa-Chan aveva assistito alla sua prima alzata. Alla sua prima schiacciata. Alla sua prima battuta ed alla sua prima partita, essendo sempre stato al suo fianco come asso. Inoltre, ogni volta che in campo voltava lo sguardo verso sinistra, notava sempre il profilo di Iwaizumi osservare l’altra parte del campo con concentrazione e quella presenza riusciva sempre a farlo rilassare, così tanto che oramai lanciare una fugace occhiata all’amico prima del fischio dell’arbitro era diventata un’abitudine, come quella di guardare il grande “4” stampato alle spalle della sua maglietta prima di ogni battuta.
Tuttavia stavano per arrivare alla fine del loro percorso scolastico all’Aoba Johsai ed entrambi avrebbero dovuto decidere del loro futuro.
Sarebbero riusciti a rimanere insieme anche all’università?
Ma, soprattutto, come l’avrebbe vissuta Tooru sapendo di provare qualcosa per Hajime? Qualcosa che, probabilmente, lui non avrebbe ricambiato? In fondo era ancora fidanzato, ed era sicuro che il suo amico fosse etero.
In realtà era sempre stato abbastanza sicuro di esserlo anche lui stesso, ed invece si era innamorato del suo migliore amico. Com’era strana la vita, questo pensò la mattina dopo, quando, controvoglia, si alzò dal suo futon per indossare la divisa scolastica.
Inoltre si stavano avvicinando le qualificazioni del torneo primaverile e lui non doveva farsi trovare diverso o impensierito, perché altrimenti avrebbe destato diversi sospetti, soprattutto in Iwaizumi, che oramai lo conosceva come le sue tasche. Ed inoltre non doveva assolutamente permettersi di far preoccupare la sua squadra prima di un evento così importante.
Quella sarebbe stata l’ultima possibilità per loro del terzo anno di andare ai nazionali e sfidare Ushijima ancora una volta, sperando quella volta di poter vincere.
Tuttavia quel giorno Tooru era così sovrappensiero che continuò a fare degli errori piuttosto grossolani, che fecero storcere un po’ il naso sia ai suoi compagni che al mister.
«Oi, era troppo bassa!», gli disse invece Hajime, con le sopracciglia aggrottate, dopo un’alzata andata a segno quasi per il rotto della cuffia. Aveva alzato la palla senza effettivamente guardarla arrivare, e l’aveva toccata così goffamente da risultare quasi sbilenca, ed ovviamente l’asso se ne era accorto.
«Scusa, Iwa-chan», ridacchiò però, cercando di ritrovare il solito buon umore, «però sei riuscito a colpirla comunque», gli disse poi, con quel suo sorrisetto da schiaffi che faceva sempre incazzare l’altro.
«Impegnati, Shittykawa!», lo ammonì l’asso, regalandogli un’occhiata così glaciale che gli fece salire un brivido di paura lungo la spina dorsale. «Oggi sei fin troppo distratto»
“Se n’è accorto!”, pensò l’alzatore, mandando giù un groppo di saliva per cercare di calmarsi.
«Fa caldo!», rispose semplicemente, voltandogli le spalle facendo spallucce, così da non fargli scorgere il leggero rossore che gli era sopraggiunto sulle guance per l’essere stato beccato sovrappensiero proprio dall’ultima persona che avrebbe dovuto notarlo.
«Ti picchio se ti trovo di nuovo distratto!», gli ringhiò dietro il numero quattro, e da quel momento Oikawa si immerse totalmente nel gioco, così da non lasciare che pensieri diversi dalla pallavolo avessero potuto sfiorargli la mente.
Nemmeno il fatto che Iwaizumi era stranamente attraente quel giorno, con la maglia tutta sudata appiccicata addosso al petto e le gote arrossate per l’elevata temperatura in quella palestra…
 
 
Il peggio però venne quando fu il momento di andare negli spogliatoi, per fare la doccia come di consueto, cosa che tutti facevano insieme come se nulla fosse, ma i pensieri fatti dal giorno prima avevano così tanto condizionato la mente di Tooru che rimase a fissare il suo armadietto aperto neanche fosse stata una donna intenta a scegliere l’outfit per una serata importante.
Era sempre stato normale per loro spogliarsi dagli abiti sudati come se fossero tutti fratelli, e nessuno di loro aveva mai allungato l’occhio più del dovuto, se non per fare qualche scherzo o ridere delle dimensioni altrui, sempre per scherzo ovviamente. E mai nessuno lo aveva fatto contro di lui, in ogni caso, che fosse stato per il rispetto che avevano per il loro capitano o per le dimensioni non proprio piccolissime...
Eppure in quel momento si sentiva stranamente accaldato, e fu sicuro che non fosse per l’elevato clima estivo, nonostante l’estate fosse oramai agli strascichi, ma per la presenza di un Hajime nudo accanto a lui, intento ad appallottolare i suoi vestiti per gettarli nel borsone, nella parte davanti dove tutti loro mettevano il cambio usato per l’allenamento.
L’aveva visto col pelo dell’occhio, e gli era bastato scorgere le spalle larghe, l’addome tonico ed i fianchi stretti per agitarlo…
«Oi, tardokawa, muoviti che non ho assolutamente intenzione di aspettare i tuoi comodi…», gli disse infatti quest’ultimo, dopo aver notato lo strano silenzio in cui si era chiuso il suo amico.
Lo aveva osservato per un po’, mentre con movimenti fin troppo lenti per i suoi standard aveva tirato fuori i boxer e la t-shirt pulita dalla borsa, senza neanche mai staccare gli occhi dal suo operato, quando invece di solito era il più casinista della squadra.
Solitamente Oikawa entrava nello spogliatoio lodandosi delle alzate perfette che era riuscito a fare durante l’allenamento, o su quanto fosse meraviglioso, impressionante, migliorato, e tutti aggettivi che si dava da solo, camminando con un sorrisetto sornione stampato in faccia e le mani intrecciate dietro la nuca, invece quella volta era stato l’ultimo a lasciare la palestra e lo aveva fatto senza importunare nessuno.
Oikawa che non importuna nessuno?!”. Questo pensò Hajime, cosa che lo portò infatti a richiamare la sua attenzione. In fondo, nonostante i vari cambiamenti d’umore del suo capitano, neanche fosse una donna mestruata, si preoccupava spesso per lui.
«Sei crudele Iwa-chan!», lo ammonì però Tooru, col tono di voce falsamente scandalizzato che utilizzava spesso per cercare di far muovere a compassione l’amico, e quello fece capire all’altro che forse la questione non era poi così grave quanto credeva. Ma non poteva nemmeno sapere che la fonte dei suoi pensieri fosse lui, o il fatto che lui fosse di fronte al suo capitano completamente nudo come se non fosse mai successo prima.
«E tu sei ancora vestito», appuntò infatti Hajime, sentenza che costrinse il capitano a voltarsi verso di lui con le mani nel sacco.
«Stavo prendendo le mie cose!», gli rispose con un broncio, iniziando poi a liberarsi di quegli indumenti oramai madidi di sudore, sotto lo sguardo attento dell’asso, quasi fosse una mamma che osserva il figlio fare ciò che gli aveva appena intimato.
«Ecco, sei contento ora Iwa-chan?», chiese il numero 1, con un sonoro sbuffo, cambiando poi l’espressione falsamente scocciata con una molto più beffarda, «oppure non vedevi l’ora di vedermi nudo?», ridacchiò sotto i baffi, ma dopo l’espressione imbufalita di Hajime, nel quale ci scorse anche un pizzico di perplessità, si ammutolì di colpo. Aveva aperto bocca senza nemmeno pensarci, e quella strana domanda aveva un po’ confuso il numero 4, che nonostante sì fosse da sempre abituato alle stranezze ed alle battute di spirito del suo capitano, quella volta ne era rimasto totalmente spiazzato.
Tuttavia non ci dette peso.
«Non vedo l’ora di tornare a casa», mise in chiaro, spezzando il silenzio che si era creato tra loro, nonostante il baccano che stavano facendo i loro compagni di squadra, «quindi muoviti e non perdere tempo a farti bello come al tuo solito!», grugnì infine, scoccandogli un’occhiata di sbieco e dandogli una leggera spinta per indirizzarlo verso le docce. Poi gli voltò le spalle e si infilò sotto il getto caldo dell’acqua, mentre Tooru rimase ad osservare per un momento, ed in modo estasiato, l’acqua corrergli lungo la schiena ed i glutei sodi prima di infrangersi con uno scroscio sul piatto doccia, facendolo svegliare dalla trance.
Così è un’agonia!”, pensò poi, posizionandosi nella doccia accanto a quella in cui si era rifugiato il suo amico.
 
 
Quando finalmente riuscirono ad uscire dagli spogliatoi era oramai l’ora del tramonto, ma i due non si lasciarono impressionare dall’ora tarda e, nonostante il broncio sul volto di Hajime, presero in silenzio la via di casa.
Iwaizumi ogni tanto voltava lo sguardo verso Tooru, che invece era costantemente intento a non spostarlo verso di lui, ma quel fatto preoccupò l’asso ancora di più, perché un Oikawa così poco irritante era cosa rara da trovare, per cui dovette per forza arrivare a pensare che ci fosse qualcosa che lo stava turbando, e per aver ridotto in quello stato una persona come il numero 1 capì che doveva essere importante.
«Oi», lo richiamò infatti, aspettando che l’amico si voltasse a guardarlo con le sopracciglia aggrottate, «si può sapere che ti succede? Ultimamente sei strano…», grugnì, notando come la mascella di Tooru si contrasse appena sotto quelle parole, «non dare di matto prima di un torneo importante», concluse poi, risultando forse più brusco del solito, ma l’altro incassò il colpo com’era solito fare quando Hajime risultava essere fin troppo incavolato.
«Non essere cattivo Iwa-Chan», sbruffò infatti, con un tono di voce lamentoso, «capita di avere dei pensieri, no?», alzò i palmi delle mani verso il cielo con estrema noncuranza, assumendo il suo solito atteggiamento burlone, ma Iwaizumi era sicuro che avesse qualche problema di cui non voleva parlare, neanche a lui che era il suo migliore amico, e quel fatto lo impensierì un po’. In fondo Tooru si era sempre confidato con lui, anche se non di cose estremamente importanti, perché fino a quel momento la loro vita si era svolta come quella di due normali ragazzi della loro età, ma il fatto che il suo capitano non volesse parlarne con lui lo aveva lasciato leggermente impensierito. Iniziò anche a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato, o aver detto qualcosa in maniera più brusca del solito ed averlo ferito, ma per quanto Hajime scavò nella memoria non riuscì a trovare nulla.
Tuttavia i suoi pensieri vennero annullati dalla voce dell’altro, che riprese a parlare dopo una breve risatina leggermente nervosa.
«Però, Iwa-Chan, per la prossima partita sarò in forma smagliante! Vi ho forse mai deluso?», fece spallucce con un’espressione trionfante, di quelle che si vedevano spesso sul suo volto dopo aver effettuato un ace, o dopo aver vinto una partita importante.
«No, non lo hai mai fatto…», gli rispose l’asso, e c’era una verità imprescindibile in quella sentenza, perché per quanto infantile, suscettibile e superficiale fosse Tooru Oikawa, non aveva mai deluso né lui nè la squadra, sia come capitano che come amico.
«Lo vedi?», gonfiò il petto con fare divertito, e forse fu in quel momento che Iwaizumi riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia non era ancora del tutto convinto che il suo amico fosse nelle perfette condizioni di sempre, e le leggere occhiaie che riusciva ad intravedere sul suo volto, nonostante la semioscurità lasciata dal tramonto, ne erano la prova. Per quello tentò di insistere.
«Allora mi vuoi dire che succede?», lo inchiodò di nuovo sul posto con un’occhiata ammonitrice, una di quelle che ti costringono a vuotare il sacco seduta stante, e Tooru dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non crollare di fronte a quello sguardo.
In fondo quegli occhi verdi iniziavano a fargli un certo effetto.
«Iwa-Chan, a volte sembra di parlare con mia madre», ridacchiò, convinto di sviare il discorso, ma si beccò di nuovo un’occhiataccia, per cui si costrinse a rialzare lo sguardo verso il cielo con un sospiro.
«Facciamo così», iniziò poi, sicuro di avere già tutta l’attenzione di Hajime su di sé, «vinciamo l’accesso al torneo primaverile e ti prometto che te ne parlerò!», concluse infine, riabbassando il volto per riportare i suoi occhi color cioccolato in quelli verdi del compagno, nonostante il leggero brivido che gli corse lungo la schiena. Ma prima che avesse potuto dire altro, il suo asso lo precedette.
«Sei un fottuto calcolatore», brontolò con i suoi modi cavernicoli, ma Tooru si lasciò scappare l’ennesima risatina con un’alzata di spalle. «D’accordo Shittykawa, conducici ai nazionali!», sospirò poi Hajime, sconfitto, perché erano oramai diciotto anni che sapeva di non poter vincere quel tipo di gara contro l’amico. Era troppo astuto e furbo, ma finché continuava a sorridere, o a divertirsi come in quel momento, era sicuro che, qualunque problema avesse afflitto il compagno, non gli avrebbe impedito di giocare in maniera eccelsa come sempre.
Tuttavia, quando Tooru salutò il suo asso per entrare finalmente in casa, si appoggiò con un sospiro sconfitto alla porta d’entrata della sua villetta, scivolando pian piano fino a ritrovarsi seduto a terra.
Come avrebbe fatto a dire ad Hajime, il suo migliore amico fin dall’infanzia, di essere innamorato di lui?
Fine capitolo 2



 
 
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Colei che scrive:
 
Ma salve a tutti e ben trovati <3 Innanzitutto mi scuso per gli eventuali errori che, probabilmente, avrete incontrato leggendo >.< è un periodo un po’ pieno per me, ma la voglia di scrivere supera tutto il resto.
So che questi sono capitoli dove non succede nulla di che, però mi servono ai fini della trama, e per sganciare la bomba xD
Ringrazio tutti i lettori, e tutti i lettori silenziosi giunti fin qua <3
Alla prossima!
  
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