Supergirl atterrò come sempre sul davanzale della L-Corp poco dopo le tre del pomeriggio.
“ Ciao Lena, Kara mi ha detto che devi parlarmi di un nuovo progetto, sono venuta il prima possibile”
“ Si, prego entra e accomodati, ti posso offrire qualcosa?”
Supergirl si sedette al suo solito posto sul divano.
“ Grazie sto bene così”
“ Chanje, per favore non voglio essere disturbata, scusa, è la nuova segretaria, l'ho assunta da poco e non sa del fatto che tu usi preferenzialmente la finestra,è molto brava anche se ha un non so che di inquietante.”
Si preparò un bicchiere e si sedette accanto a lei.
“ Se è un problema inizierò ad usare la porta è solo che è più comodo”
“ Ma no, va benissimo così”
“ Di cosa volevi parlarmi?”
“ Sto pensando di realizzare una tuta anti kryptonite, così saresti davvero invincibile”
“ Sarebbe fantastico, che devo fare?”
“ Innanzitutto...”
Lena si alzò e tirò fuori un metro da un cassetto.
“ ...ho bisogno delle tue misure”
Supergirl sorrise.
“ Vieni faremo presto”
Supergirl si mise al centro della stanza mentre Lena prendeva carta e penna.
“ Allora iniziamo dall'altezza”
“ Sono alta 1 e 73”
Lena annotò l'informazione.
“ Bene iniziamo con le misure, allora, spalle”
Lena prese il metro e si avvicinò alla bionda eroina.
Era vicina, molto vicina, troppo vicina, a Supergirl parve mancarle il respiro.
“ Bene 44 cm di spalle, ora le braccia”
Supergirl alzò il braccio, la punta delle dita di Lena su di lei le sembravano lame infuocate.
“ Ok, lunghezza 52, e circonferenza...”
Lena si fermò un attimo a osservarle e le sfiorò ancora.
“ Hai davvero dei muscoli ben sviluppati”
Ancora una volta le mancò il respiro, ingoiò ma la sua bocca era completamente secca.
“ Gra...gra...grazie è merito del mio DNA alieno, credo”
“ Sicuramente, allora passiamo al petto”
Ancora una volta un brivido le corse lungo la schiena, accidenti a lei e a quando aveva accettato, quella cosa era più difficile di un combattimento con qualche alieno impazzito.
Lena si avvicinò e passò le braccia dietro la schiena di Supergirl, il suo volto per un attimo fu posato sulla sua spalla e il petto era contro il suo, si erano abbracciate molto volte, perché quella volta era diverso? Forse perché aveva accettato quello che provava per la mora?
La mora continuava a misurare e a scrivere, poi si inginocchiò davanti a lei, non sapeva più come fare, chiuse gli occhi e alzò la testa cercando di respirare il più normalmente possibile.
“...wow sei perfetta”
Rise la mora ma Supergirl non era dell'umore giusto e accennò solo un sorriso.
“ Ora il cavallo, puoi toglierti gli stivali?”
Lo fece, la mano di Lena scorreva dalla caviglia, al polpaccio, alla coscia e poi arrivò lì, il respiro le mancava quelle lame roventi erano tornate e sentiva un movimento strano al basso ventre, perché ci metteva così tanto?
“ Ok adesso ho tutte le misure”
Si rialzò sempre troppo vicina, il suo profumo saliva fino alle sue narici e maledisse i suoi super sensi, la guardò e le sorrise.
“ Che c'è, sei imbarazzata?”
“ Io? No, no ma che”
“ Mi sembrava”
Fece scorrere la penna dall'ombelico fino alla mento di Supergirl, sul suo volto un sorriso strano.
“ Non sono così male con le mani, vero?....”
Lena la guardava in modo strano.
Supergirl a quel punto non capiva più nulla.
“ ...Per una che ha sempre lavorato in un ufficio intendo.”
I secondi passavano lenti.
“Dai stavo scherzando, hai perso tutta la tua super forza?”
Si voltò e appoggio gli appunti sulla scrivania, Supergirl ne approfittò per tornare a respirare.
“ Per ora va bene così, ora tocca a me e se avrò bisogno di qualcos'altro te lo dirò”
“ Perfetto allora posso andare”
“ Davvero non vuoi che ti offra qualcosa? Scotch, whisky? Ho delle fragole ne vuoi?”
Lena prese una fragola e la morse molto lentamente.
“ Sono dolcissime, assaggia”
Ne porse una a Supergirl.
“ N...no...gra...grazie, va bene così”
“ Sicura? Se preferisci del cibo lo ordino sarà qui in pochi minuti.”
Dicendo questo si era seduta sulla scrivania accavallando le gambe, sempre assaporando la fragola.
Supergirl sudava freddo.
“ O...o...ora devo proprio andare”
Corse verso la finestra.
Si voltò.
“ Ciao, Lena”
E volò via, lasciando la mora ad osservarla.