Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ahimadala    20/06/2021    1 recensioni
Ci sono campane nuziali all'orizzonte.
Hermione Granger, felicemente single, si ritrova sotto il mirino di tutte le riviste di gossip quando il matrimonio del suo ex, Ron, si avvicina.
In preda alla disperazione, si allea con il suo rivale sul lavoro, il single seriale, ma altamente desiderabile secondo i giornali, Draco Malfoy.
Il loro piano é semplice: trascorrere due settimane fingendo di essere follemente innamorati per poi andare ognuno per la propria strada una volta concluso il matrimonio.
Dovrebbe esser facile.
Loro sono, dopotutto, cordiali nemici.
Questa storia NON è mia, ma è la traduzione dell'opera di Senlinyu e Stargazing121.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Quelli di voi che hanno avuto la fortuna di essere a Hogwarts nello stesso periodo dei futuri sposi, ricorderanno gli eventi del loro secondo anno di scuola.
L'evento più memorabile fu la festa di San Valentino organizzata da quell'autore caduto in disgrazia, Gilderoy Allock. 

Il castello era rosa, il professor Piton non era mai stato così felice e nani vestiti da Cupido si aggiravano per la scuola, costringendo gli studenti ad ascoltare romantici messaggi di San Valentino dai loro ammiratori non tanto segreti. I più ricordati sono i biglietti di San Valentino che Harry Potter ricevette da persone sconosciute. 

La signorina Parkinson, presto Weasley, sembra aver preso ispirazione dai suoi giorni di scuola nell'organizzazione del suo matrimonio. 
Perché non solo la futura sposa ha scelto il colore rosa come tema, ma sono giunte all'attenzione di quest'autrice voci che affermano che i nani-cupido faranno un grande ritorno.

Se tutto va bene, ora che il testimone, il signor Potter, è felicemente sposato, questo San Valentino non vedrà una replica di "I tuoi occhi sono verdi come un rospo fresco in salamoia". 

Tuttavia, le mie fonti mi fanno sapere che Draco Malfoy è in grado di eseguire la canzoncina a comando. Se gli ospiti del matrimonio saranno più disturbati dalla voce canterina del signor Malfoy o dal rivivere il trauma infantile del signor Potter è solo da teorizzare. 

- Febbraio 2009, The Social Snitcher, in Witch Weekly

Draco trasalì quando la Granger si sedette senza tante cerimonie sulla sedia accanto a lui. Quella donna aveva davvero tutta la grazia di un ubriacone. 

Sembrava essere appena arrivata al Ministero, il che, visto che era ora di pranzo, significava che era molto, molto in ritardo, oppure che era già entrata e uscita dall'ufficio per supervisionare qualcosa che aveva a che fare con le Creature Magiche. Indossava un disgustoso bozzolo marrone che poteva essere scambiato per un cappotto da chiunque non vedesse bene, e una sciarpa rossa estremamente brillante che urlava talmente tanto "sono Grifondoro" che le mancavano solo i pon-pon.
Sulle sue mani c'erano guanti di pelle nera, che stringevano saldamente una borsa di perline come se contenesse in qualche modo la biblioteca perduta di Alessandria. 

I guanti erano ben fatti, probabilmente italiani, ed eleganti in un modo che si scontrava nettamente con l'aggressiva praticità del resto del suo abbigliamento, con cuciture ordinate e tre bottoni perlati che gli facevano l'occhiolino sotto l'orlo delle maniche del cappotto. 

Non sarà stato un corsetto o degli stivali alti fino alla coscia, ma c'era qualcosa di accattivante nel modo delicato in cui la pelle nera metteva in risalto le sue dita sottili, la leggera aderenza delle cuciture e il contrasto scuro di quel colore contro la sua pelle... 

Aveva davvero bisogno di smettere di pensare alla Granger in pelle.

Draco alzò lo sguardo dalle sue mani e rimase sconcertato nello scoprire che, oltre a essere semi-vestita di pelle, Hermione aveva un aspetto piuttosto seducente e irato, il che era sicuramente un segno del fatto che fosse passato troppo tempo da quando aveva avuto un vero appuntamento e stava iniziando a perdere un po' la testa.

"Malfoy -" cominciò lei, ma Draco la interruppe. 

Le agitò il dito davanti al viso come si farebbe per rimproverare un bambino cattivo.
L'espressione sul volto della ragazza suggerí che stava studiando tutti i  modi possibili per separare quel dito dal resto del suo corpo.

Abbassò rapidamente il dito. 

"Ora, ora", disse lui, allontanandosi da lei di qualche centimetro, "siamo in preda a una passione intellettuale. Non ci si può riferire a un uomo che si devasta cerebralmente con il suo cognome. Siamo così profondamente innamorati l'uno dell'altra che non dovrebbero esserci barriere alla nostra intimità".

Una miriade di emozioni balenò rapidamente sul volto della Granger, che inspirò. Il suo viso si contorse come quello di un bambino che sta per essere costretto a ingerire olio di fegato di merluzzo. 

"Draco", disse lei, suonando meno come se fosse incantata da lui e più come se volesse affliggergli gravi danni fisici. 

"Sì, mio tesoro?"

La sua palpebra sinistra si contrasse visibilmente,  cosa che, Draco aveva notato, faceva ogni volta che reprimeva l'indignazione.
La ragazza distolse lo sguardo e prese un respiro profondo.

"Draco" disse di nuovo, spostandosi più vicino a lui in un modo che il giovane avrebbe preso come un segno molto positivo da qualsiasi altra donna.
Tuttavia, quando lo fece la Granger, non fece altro che provocare un istintivo lampo di paura, che corse attraverso il suo corpo.
Abbassò rapidamente lo sguardo per constatare che tipo di scarpe indossasse e se fosse più probabile che gli desse un calcio negli stinchi o gli pestasse un piede. 

Lei continuò a sporgersi finché i loro volti non furono inaspettatamente vicini, e le pulsazioni di Draco salirono bruscamente alle stelle. 

"Dobbiamo essere più convincenti" disse, la sua voce un sussurro.  "Una connessione intellettuale non funzionerà. Non abbiamo assolutamente niente in comune".

Draco sospirò e si rilassò, sollevato dal fatto che lei si stesse arrampicando sulla sua sedia per fare conversazione e non perché avesse cambiato idea e deciso che il suo omicidio era il modo migliore per evitare il matrimonio Weasley-Parkinson.

Un'accusa di omicidio l'avrebbe avvolta nella burocrazia per almeno un mese, se avesse giocato bene le sue carte. 

Sospirò, ancora così vicina che lui poté sentire il suo respiro caldo sul collo. "Dovremo fare a modo tuo".

Draco deglutì. "A modo mio?"

"Sì. Sai", riuscì in qualche modo ad avvicinarsi ancora di più, "sconcio".

La sibilanza della parola increspò la spina dorsale di Draco come una scossa elettrica inaspettata.

Deglutì. "Oh, giusto. A modo mio. Certo."

"Dovremmo ancora comportarci come se fossimo innamorati, ma ieri sera mi sono resa conto che possiamo attribuire il nostro storico antagonismo alla tensione sessuale. Ho detto a Ginny che tutto è iniziato durante l'incidente di Wandwood. Tutte quelle serate solo noi due in ufficio, lavorando fino a tardi, litigando, e poi una cosa tira l'altra, e sai..." gli lanciò un'occhiata come per verificare che lui stesse seguendo.

Draco stava decisamente seguendo. Non si stava assolutamente concentrando sul profondo color cioccolato dei suoi occhi, che nella luce giusta assumeva delle macchie d'ambra. 

Fece un piccolo cenno con la testa.

"Comunque, Ginny è la persona che devo convincere. Se lei crede che siamo davvero innamorati e che non riusciamo a toglierci le mani di dosso, allora tutti gli altri si adegueranno. Non avrò bisogno di convincere Harry o Ron, o chiunque altro. Ginny lo farà per me. Il che significa che abbiamo bisogno che la gente ci veda agire in quel modo".

Draco resistette all'impulso di tirarsi su il colletto della camicia. Non aveva mai messo in dubbio se stesso, ma adesso stava seriamente dubitando della sua capacità di fingere di essere attratto dalla Granger, mentre fingeva da anni di non esserlo, quando in realtà era sempre stato attratto dal lei, quando in realtà non era mai stato attratto da lei. Mai. Mai. 

"Quindi" disse lentamente, cercando di guadagnarsi un momento in più, "dobbiamo essere più convincenti?" 

Lei annuì e lo fissò carica di aspettative, dando chiaramente per scontato che sarebbe stato lui a prendere l'iniziativa. 

Quella vista lo incoraggiò in qualche modo.  La Granger non lo aveva mai guardato con un'espressione di aspettativa prima d'ora, e scoprì di avere un debole per quella vista.

Si picchiettò il mento, mettendo da parte la piccola crisi esistenziale che lo aveva sopraffatto all'idea di provare a immaginarsi innamorato della Granger.
"Quello di cui abbiamo bisogno è uno show che dica al mondo che scopiamo in ogni armadio delle scope disponibile". L'angolo della sua bocca si sollevò in un ghigno. "Uno spettacolo di proporzioni così libidinose da accendere le passioni di ogni persona nel raggio di cinquanta metri". 

Scrutò gli occupanti della mensa, e i suoi occhi si illuminarono quando si fermò sulla sua vittima.  "Anche la signora Bungsley-Turpinton". Fece un cenno con la testa in direzione di una vecchia signora in un cardigan abbottonato con dei pony ricamati. Accanto a lei c'era una stampella. "Voglio che la signora Bungsley-Turpinton vada a casa del signor Bungsley-Turpinton e gli dia la cavalcata della sua vita questa sera". 

Granger diede un'occhiata, e le sue sopracciglia si aggrottarono. "Credo che sia morto".

"Ah, beh, almeno che ricordi quando dava al signor Bungsley-Turpinton la cavalcata della sua vita".

Granger lo fissò dubbiosa, come se stesse riconsiderando chi di loro dovesse prendere l'iniziativa, il che non era affatto una cosa buona.
Aveva un certo terrore di sapere quale sarebbe stata l'idea sconcia della Granger, e non aveva molta voglia di scoprirlo in una mensa affollata. 

Rimase seduto a riflettere per un momento prima di schiarirsi la gola, fissandola con ammirazione, cercando di capire quale fosse il modo migliore per convincere il mondo che quella era la donna che lo aveva stregato, anima e corpo. Dopo un momento, alzò un sopracciglio, lanciando un'occhiata alla mensa piena di impiegati del Ministero ignari della scena alla quale stavano per assistere, e appoggiò le dita sul tavolo vicino a quelle di lei, fissando contemplativamente i suoi guanti.

 Si avvicinò e le prese la mano, cingendole il polso con il pollice e l'indice. 

____

Hermione si tese e rimase immobile, fissandolo con occhi spalancati, che si allargarono ulteriormente quando Malfoy avvicinò la sua mano guantata di  al proprio viso. 

Quando gli aveva detto di essere d'accordo con la versione "sconcia" e "non riusciamo a toglierci le mani di dosso", aveva dato per scontato che le avrebbe immediatamente messo un braccio intorno alla vita o le avrebbe alitato sul collo in qualche palese dimostrazione di passionalità.

Considerando quello che lui aveva raccontato ai loro colleghi il giorno prima, non sembrava poi così  irragionevole aspettarsi qualcosa di più che tenersi per mano. 

Certo, il tenersi per mano l'aveva scossa un po'.
Non a causa di Malfoy, cielo no, ma semplicemente perché era passato molto tempo da quando aveva tenuto la mano a qualcuno.
Non era il genere di cose che una persona faceva da adulta quando non aveva una dolce metà, e anche quando Hermione aveva avuto una relazione - Be', piccole cose come tenersi per mano non erano mai state il tipo di intimità in cui Ron vedeva un senso.

Tenersi per mano era infantile e non era il genere di cosa che qualcuno avrebbe definito uno spettacolo di proporzioni libidinose. 

Malfoy non si era preso la briga di alzare lo sguardo e verificare se Hermione stesse o meno al gioco della sua attuale improvvisazione. Come per la riunione di bilancio del giorno prima, sembrava essersi buttato in un ruolo senza preavviso, e lei poteva solo pregare che non stesse per fare un'altra bravata tanto idiota quanto sostenere davanti al suo capo che si erano innamorati mentre lei era vestita da insegnante e lo picchiava con un frustino.

Gli occhi del ragazzo erano fissi sulla mano di lei nella sua. 

"Forse ciò di cui abbiamo bisogno", disse  con voce bassa e intima, come se stesse davvero parlando a un amante, "è una piccola dimostrazione di passione accompagnata da un po' di cavalleria vecchio stile". 

Avrebbe voluto replicare che tenersi per mano con i guanti in mensa non avrebbe convinto nessuno della loro passione, a meno che non fosse loro capitato di viaggiare nel tempo fino all'era ottocentesca. Ma prima che potesse parlare, lui si spostò sulla sua sedia, avvicinandosi di più, e fu come se l'aria intorno a loro fosse improvvisamente carica di elettricità.

Osservò le sue dita guantate per un lungo momento, gli occhi grigi fissi sul piccolo pezzo di pelle nuda visibile tra il guanto e il polsino della manica del cappotto. Le vene blu erano appena visibili sotto la pelle, e lui sembrò tracciare ognuna di esse con gli occhi. 

Lei inspirò. La stretta vicinanza a cui si trovavano implicava che potesse sentire il profumo inebriante di gelsomino e bourbon che aleggiava intorno a lui.

Hermione avrebbe voluto liberare la propria mano, ma non credeva potessero permettersi un'altra falsa partenza per la loro "relazione", così costrinse sé stessa  a lasciare che lui continuasse a prendersi delle libertà visive con il suo polso, guardando come lo fissava, apparentemente affascinato da quel piccolo scorcio di pelle sotto i suoi strati di capi invernali.
Il crescente senso di attesa- o forse era paura - scatenò un brivido che si insinuò lentamente lungo la sua schiena. 

Pensò che avrebbe dovuto dire qualcosa.  Lui aveva detto qualcosa, vero? 

Si bagnò le labbra, aprendo la bocca per chiedergli che cosa avesse in mente, ma prima che potesse parlare lui allungò un solo dito, appoggiandolo sulle sue vene come se le stesse prendendo il polso, e poi lo fece scorrere lungo l'orlo del guanto come per assicurarsi che non fosse fatto di porcellana.

Quel piccolo contatto provocò un'ondata di calore che attraversò il corpo della grifona. Il respiro le si bloccò in gola. C'era una parte istintiva di lei che voleva liberarsi. 

No, stai al gioco. 

Si costrinse a rimanere ferma. 

Malfoy sollevò lo sguardo, i suoi occhi sfrecciarono nella stanza con una tale velocità che non se ne sarebbe accorta se non lo stesse già osservando come un falco. 

I suoi occhi scintillarono mentre sollevò il polso di Hermione fino a portarlo ad un soffio dalle sue labbra.
Hermione poté sentire il calore della sua bocca su quel pezzo di pelle nuda, e  rabbrividí nell'attesa che le desse un bacio sull' interno del polso.

Il che - sì, certo, sarebbe stato in qualche modo erotico, ma anche un bacio lì non era certo uno spettacolo di proporzioni libidinose.

"Stai al gioco adesso", disse lui. Le parole le sfiorarono la pelle, scorrendo come una carezza su tutta la lunghezza del suo braccio. 

Hermione sarebbe andata avanti con la sua vita in maniera molto più tranquilla se non avesse mai saputo cosa significava avere le labbra di Draco Malfoy che sussurravano contro l'interno del suo polso.
In tutta la sua vita non le era mai capitato di dimenticare come si respira, ma in quel momento non era sicura di ricordarne ancora la meccanica. 

Quel breve momento di privazione di ossigeno portò a un'intera litania di scelte di vita sbagliate. 

Senza aspettare la sua approvazione, Malfoy abbassò la testa in avanti, chiudendo lo spazio quasi inesistente tra loro, e prese tra i denti il bottone più basso del suo guanto.

I capelli chiari gli ricaddero sulla fronte, ed Hermione fu colpita da quanto potesse essere bello. Probabilmente lo era sempre stato, ma lei era sempre stata distratta dalle espressioni insincere che apparivano costantemente sul suo volto ogni volta che si trovavano nella stessa stanza.
Obiettivamente parlando, era bello, di corporatura snella ma con spalle robuste, accentuate da una sartoria con ogni probabilità oscenamente costosa, e lineamenti puliti e spigolosi che erano innegabilmente piacevoli da guardare.

E così Hermione lo fissò, gli occhi rotondi per lo stupore, mentre trovava il punto in cui il bottone era allacciato, facendo scorrere la punta della lingua sotto e intorno e poi premendo lentamente il bottone attraverso l'apertura, aprendolo. 

Hermione avvertí la pelle aderente cedere appena un po' mentre il bottone si slacciava.

Lui alzò lo sguardo verso di lei, gli occhi grigi che danzavano.

"Uno in meno", fu tutto quello che disse.

La testa si abbassò di nuovo.

Hermione strappò gli occhi da Malfoy, le cui labbra erano già sul punto di afferrare il prossimo bottone del guanto, e scoprì che c'erano diverse persone nelle vicinanze che l'avevano notato e stavano guardando.
La bocca di Parvati Patil era socchiusa, la sua tazza di tè pendeva quasi di traverso dalla sua mano. Anche la signora Bungsley-Turpington stava scrutando la scena, gli occhi tondi dietro gli occhiali. 

Le labbra di Malfoy sfiorarono l'interno del polso di Hermione, richiamando la sua attenzione con un'altra breve stretta del cuoio contro la sua pelle, che poi si allentò ulteriormente. 

Era come se avesse slacciato qualcosa nel suo petto.
Hermione inspirò bruscamente. Le venne in mente che Malfoy avrebbe potuto slacciare i bottoni della sua camicrtta allo stesso modo. Se fosse stata appoggiata contro un muro, la schiena inarcata... 

Il suo battito cardiaco salì alle stelle mentre cercava di distogliere lo sguardo.

"Due, ora", disse lui, ancora sussurrando.

La testa si abbassò ancora una volta, gli occhi si chiusero mentre si concentrava, le sopracciglia si aggrottarono.
Le ciglia pallide del giovane si aprirono sui suoi zigomi mentre Hermione fissava le sue labbra chiudersi intorno a quell'ultimo bottoncino.

La sua bocca si seccò. Fiamme ardenti scivolarono lungo il suo braccio e fino al petto, girando vorticosamente intorno e intorno, per poi diramarsi in un'indesiderata pozza di calore nel basso ventre.

Poteva averci messo un secondo o un'ora, Hermione non avrebbe saputo dirlo con certezza. Si sentiva come un cervo intrappolato da un incantesimo lumos mentre sedeva lì, prigioniera in uno schema di sua invenzione, il braccio teso, la mano intrappolata in quella più grande di Malfoy. Le labbra di lui le sfiorarono il palmo, la punta del naso le sfiorò l'interno del polso come una scossa elettrica.
Le sue dita si contorsero, arricciandosi all'interno del cuoio che le rivestiva. 

Voleva afferrare qualcosa. 

Voleva fuggire. 

Voleva essere in grado di respirare.

L'ultimo bottone sembrò dargli più difficoltà dei primi due. Ci furono un altro po' di strattoni prima che sentisse quella familiare sensazione del cuoio che si stringeva e poi rilasciava, rivelando una striscia di pelle chiara alla base del suo palmo.

Il suo cuore batté all'impazzata, e sbatté le palpebre diverse volte mentre aspettava che Malfoy lasciasse la presa e si guardasse intorno per vedere se la sua performance aveva avuto successo. 

Probabilmente aveva utilizzato questo trucco per sedurre decine di donne, e ora lo stava tirando fuori con lei. Sapeva che era un prolifico donnaiolo, ma per qualche ragione non aveva mai pensato che fosse proprio così con le donne. Aveva dato per scontato l'adulazione, i bei complimenti riclati più e più volte e i galeoni che gli scorrevano tra le dita come acqua. 

Non le era venuto in mente che le sue attenzioni potessero davvero essere attenzioni. Che il suo trucco consistesse nel comportarsi come se una particolare donna fosse l'unica al mondo; come se lei fosse tutto ciò che poteva vedere. 

 Naturalmente, quell'attenzione aveva la stessa valenza dei suoi vuoti complimenti. La vita 'amorosa' di Malfoy era una porta girevole senza fine, il suo 'interesse' appariva e poi spariva con ancor meno temperanza e costanza del ciclo lunare.
In questo caso, le sue attenzioni non erano nemmeno dovute a un senso di interesse passeggero.
Non aveva mai concesso a Hermione nemmeno un briciolo di attenzione, a meno che non fosse strettamente inevitabile. 

Lei lo sapeva meglio di chiunque altro.

Cercò di allontanarsi, ma la presa di lui si fece più stretta. 

Lui le capovolse la mano. Con attenzione. Come se stesse cullando un uccello con le dita, stringendolo quel tanto che bastava a trattenerlo ma senza ferirlo, una presa abbastanza salda da impedire che lei si liberasse.

"Mal - " si riprese, " - Draco, cosa stai facendo?" 

"Ti aiuto con i guanti". Stava ancora usando quel tono profondo e morbido. Le parole fecero scoppiettare il suo sangue come  fuoco, e strinse forte le ginocchia.

Le dita lunghe e pallide del giovane percorsero la lunghezza della sua mano e poi le avvolsero il polso, gentili ma ineluttabilmente salde. 

Il respiro di Hermione cominciava a divenire pesante e il suo viso era in fiamme. Alzò lo sguardo e scoprì che ancora più occhi di prima erano puntati su di loro.

Aprì la bocca per dire... qualcosa. Lui alzò lo sguardo verso di lei, e con grande sorpresa di Hermione non ci fu alcunché di presa in giro nella sua espressione quando i loro occhi si incontrarono, comtrariamente a quanto si sarebbe aspettata.
Nessun promemoria non verbale che questo non era per lei, non sarebbe mai stato per lei, che lei era semplicemente un mezzo per un fine.
C'era invece un luccichio cospiratorio nei suoi occhi, come se fossero partner in questo crimine. Il suo cuore saltò un battito.

Malfoy sollevò la mano di Hermione fino a quando i polpastrelli non furono vicini alle sue labbra. L'angolo della sua bocca  si curvò in un brevissimo sorriso. 

I suoi denti bianchi catturarono con attenzione la punta del dito di Hermione. Malfoy trovò la cucitura che attraversava la punta del guanto e tirò leggermente, giusto il necessario per allentarla.
Poi passò al dito successivo.
I suoi incisivi brillarono, e lei avvertí appena la sensazione dei suoi denti che sfioravano la punta del suo dito prima di mordere la pelle del guanto.

Gli occhi del giovane incontrarono  quelli Hermione, l'argento che si trasformava in un grigio sempre più scuro mentre le pupille si dilatavano.
Hermione osservò quel cambiamento di colore con un senso di meraviglia. 

Quando si avvicinò al dito indice, la sua presa sul polso di lei si fece più stretta. Le trascinò lentamente giù il braccio, estraendolo dal guanto; la sua mano ora era nuda e ancora avvolta possessivamente tra le sue dita. 

Rimase seduto a fissarla con occhi scintillanti, il guanto che gli penzolò dai denti per un secondo di troppo prima che lo afferrasse con l'altra mano.

"Be', pensi che crederanno che siamo innamorati ora - Hermione?"

Il suono del suo nome che rotolava dolcemente dalla sua lingua, tranquillo e sicuro, ruppe l'incantesimo. 

Liberò il proprio polso con un brusco strattone, alzando lo sguardo e trovando occhi curiosi in tutte le direzioni, il rossore che saliva fin all'attaccatura dei suoi capelli era una performance migliore di qualsiasi cosa avesse mai potuto fare da sola. 

Abbassò lo sguardo sulla sua mano, sentendosi stranamente tradita da essa, e per estensione, da sé stessa.
Si sentiva esposta con la sua mano nuda.
Si sentiva esposta, e non era colpa di nessuno se non sua.
Era stata lei a cominciare. L'aveva chiesto lei.
Aveva detto "sconcio".

Arricciò le dita in un pugno e guardò di nuovo in alto.

La gente la stava fissando. La signora Bungsley-Turpinton aveva davvero l'aria di chi rimpiangeva la scomparsa del defunto marito. La lingua di Hermione guizzò fuori, bagnandole le labbra mentre cercava di pensare a come avrebbe reagito in quella situazione se fosse stata davvero innamorata di Malfoy e lui avesse improvvisamente ostentato la loro relazione davanti a tutti.
L'intera idea era così assurda.

 Lui la stava ancora guardando, mentre con il pollice accarezzava distrattamente la pelle liscia del guanto che teneva in mano. Cerchi lenti e intenzionali. 

Lei gli rivolse un sorriso imbarazzato, non proprio finto, tirando su le spalle fin sopra alle orecchie, come se stesse cercando di nascondersi dietro di lui, desiderando veramente di poterlo fare. 

"Bene" disse, la sua voce affannò,quasi raschiando contro la sua gola, come se riuscisse a malapena a far uscire le parole, a malapena nel giusto ordine. "Credo che ora se ne siano accorti".

"Lasciali guardare", disse lui, inclinando la testa per incastrare i suoi occhi nei propri. "Abbiamo diciannove anni di antagonismo da superare. Cinque anni di lavoro insieme; di frustrazione, di esasperazione, di passione, che si sono accumulati tra di noi fino a non poterne più. Abbiamo un decennio di tensione sessuale da liberare, Granger. Se sono così innamorato di te come tu vuoi far credere al mondo, sono stato molto limitato nelle mie dimostrazioni.
Avrei voluto averti vicino, trascinarti via in angoli appartati, scivolare nel tuo ufficio per discussioni che sfuggono al controllo".
Lui le porse il guanto, offrendoglielo come se non glielo avesse tolto dalla mano con la bocca solo pochi minuti prima. "Credo che ci divertiremo molto insieme". 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ahimadala