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Autore: White Gundam    30/08/2009    2 recensioni
Cloud Strife dopo l'ennesimo fallimento per entrare a far parte di SOLDIER decide di abbandonare la Shinra. Senza il coraggio di tornare a Nibelheim e dichiarare il suo fallimento decide di restare a Midgar, dove si comincia a vociferare di un'orgnizzazione chiamata "Dream" in cui il giovane decide di entrare, senza sapere cosa essa sia in realtà...
Genere: Drammatico, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ed eccomi tornata a scrivere sul fandom di FFVII… Questa volta però la mia storia non si accontenterà di un solo capitolo perché ho finalmente deciso di scrivere una long-fic.

Se vi chiedete cosa possano combinare due menti malate a tarda notte su messenger, questa è la risposta… Questa fanfiction nasce infatti da un’idea mia e di erenwen, che mi ha gentilmente aiutata a creare questa storia e che non ringrazierò mai abbastanza per questo ^__^ A lei è dedicata questa fanfiction, sperando possa piacerle il modo in cui la scriverò ^_____^ E ovviamente, sperando possa piacere a tutti voi^^

Attenzione: la storia nasce da un’idea malata, ma è comunque una storia seria. Essendo la prima long-fic che scrivo su FFVII (sul Crisis Core per la precisione), vi chiedo un po’ di pazienza e possibilmente qualche commento per aiutarmi a migliorare.
Bene, dopo la lunga premessa vi lascio finalmente al primo capitolo.

 

 

Capitolo 1

Fallimento

 

 

I giovani fanti della Shinra erano in riga, tesi come corde di violino, aspettando il verdetto finale dell’esame. Lazard si arrotolò una ciocca dei lunghi capelli biondi, e squadrò i giovani da capo a piedi. Era praticamente impossibile riconoscerli, coi caschetti che coprivano il loro volto e le divise tutte uguali.

Pazienza…

Pensò il direttore di SOLDIER. In fondo era la Shinra che voleva così, ed in fondo non gli importava poi molto di sapere che genere di persone nascondessero quei caschi. L’organizzazione della Shinra lasciava posto a nominativi e visi solo a coloro che sapevano distinguersi in battaglia. Era inutile imprimersi nella memoria i volti ed i nomi di semplici fanti, e anche nei comunicati di morte veniva indicato soltanto il loro grado.

Lazard sentì i fanti cominciare a confabulare tra loro, chiedendosi sottovoce pareri su come era andato l’esame. Solo un ragazzo non parlava con gli altri, restandosene zitto a chiudere la riga. Lazard zittì gli altri giovani portandosi un foglio davanti agli occhi. Presto si sarebbe saputo chi di loro poteva entrare in SOLDIER.

“Cooper Mark!”
Chiamò Lazard. Un giovane piuttosto alto si incamminò impettito verso il direttore.

“Promosso a 3° Classe SOLDIER.”

Sentenziò Lazard, e il giovane tornò in riga, con un sorriso che gli affiorava da sotto il caschetto.

“Ross Johnatan!”

Al richiamo di Lazard si avvicinò un altro giovane.

“Promosso a 3° Classe SOLDIER con il massimo dei risultati, i miei complimenti ragazzo.”

Preston George, Chester Philip, Mellow Kayl… La lista di nomi che il direttore di SOLDIER chiamò per la promozione era davvero lunga. Al termine di tale lista vi era però un nome con a fianco una scritta rossa.

“Strife Cloud!”

Il ragazzo silenzioso che aveva notato all’inizio si avvicinò, con le braccia leggermente tremanti.

“Bocciato.”
Sentenziò Lazard, e guardò il giovane stringere i pugni ed incamminarsi verso il suo posto. Due rivoli bagnati gli attraversarono il viso, lasciando cadere due gocce d’acqua sul pavimento.

“Rompete le righe e tornate pure ai vostri alloggi.”

Dichiarò il direttore guardando schiamazzare i neo-SOLDIER della Shinra mentre riempivano i corridoi. Il più basso, quello che rispondeva al nome di Cloud Strife e che era stato bocciato, si stava invece incamminando in silenzio verso il piano più basso, quello dedicato ai fanti.

Mi dispiace per te ragazzo, ma SOLDIER ha bisogno di combattenti la cui bravura ti è infinitamente superiore.

Pensò Lazard, incamminandosi verso il suo ufficio.

 

Cloud tornò in stanza cercando di trattenere le lacrime, che premevano con forza contro i suoi occhi per tornare a rigargli il viso ricordandogli la sua frustrazione.

Nel corridoio che portava all’ascensore per raggiungere il piano inferiore il giovane intravide un 2° Classe SOLDIER dai capelli corvini che aveva conosciuto in missione a Modeoheim. Lo salutò con un cenno della mano e il più grande gli si avvicinò.

“Ehi Cloud! Ciao, che piacere rivederti, come va?”

Lo salutò allegro il moro dandogli la mano e sorridendo apertamente. I fanti della Shinra potevano sembrare tutti uguali alle sfere alte di SOLDIER, o più probabilmente a tutti i membri della società, ma lui riconosceva senza problemi quel ragazzino da tutti gli altri fanti.

“Tutto bene.”
Cloud si sforzò di rispondere in tono tranquillo trattenendo le lacrime col massimo delle forze.

“Lascio la Shinra.”
Avrebbe
voluto dirgli:
“Ho fallito nuovamente l’esame per entrare in SOLDIER.”

Ma non disse niente di tutto questo, anzi. Accennò un sorriso:
“Beh adesso devo tornare al mio alloggio, ci vediamo.”

Gli disse così e si incamminò verso l’ascensore.

“Va bene, ci conto! Spero di essere di nuovo con te in missione la prossima volta!”

Gli gridò dietro il 2° Classe SOLDIER.

Cloud entrò nell’ascensore e si morse le labbra, quindi concesse alle lacrime di fuoriuscire dai suoi occhi, troppo stanco per trattenerle ancora. Adorava Zack, egli era il suo modello e forse era l’unica persona che potesse considerare un amico, anche se non aveva il coraggio di chiedergli se così fosse, perché una risposta negativa l’avrebbe distrutto. Eppure, nonostante questo, non era riuscito a parlargli, a dirgli quello che era successo e a dirgli che avrebbe mollato tutto, aveva fallito ormai troppe volte. Quante volte erano che aveva cercato di entrare in SOLDIER ormai? Almeno tre o quattro, in quel momento però non aveva il coraggio di contarle precisamente.

Il suono squillante dell’ascensore lo avvertì che aveva raggiunto il piano indicato. Si passò una manica dell’uniforme sul viso per asciugarsi le lacrime, quindi uscì. Si diresse in silenzio verso la sua stanza ed infilò la tessera magnetica per aprire la porta.

Appena entrato si tolse gli stivali e si buttò sul letto. Non seppe per quanto tempo rimase lì sdraiato a fissare il soffitto, pensando ad una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi castani a cui aveva promesso di diventare forte. Cercando di immaginarsela cresciuta, in fondo lui se la ricordava ancora bambina.

Poi si alzò dal letto e prese le sue cose che erano sparpagliate senza un ordine preciso in tutta la stanza. Gli ricordarono i pensieri nella sua testa in quello stesso momento ed in un moto di rabbia mischiata alla frustrazione sbatté con forza i propri effetti personali dentro la valigia con la quale era venuto lì. Si sfilò la divisa e riprese dalla valigia una polo azzurra ed un paio di jeans, quindi richiuse la valigia, ripiegò la divisa, infilò un paio di scarpe da ginnastica e raccolse elmetto e stivali. Quindi si lasciò cadere nuovamente sul letto, era distrutto e lo accolse un sonno disturbato da numerosi incubi.

Quando si alzò la sveglia segnava le sette di sera. Aveva dormito anche più del dovuto. Prese la tessera magnetica facendo scattare la serratura e per poco non se la dimenticò dentro la porta. Tornò indietro mormorando una parolaccia e riprese la tessera quindi si avviò verso l’ascensore e premette il numero del piano degli uffici della Shinra, socchiuse gli occhi, sospirò e si appoggiò allo specchio dell’ascensore lasciando che esso riflettesse la sua schiena.

 

Il rumore che fece l’ascensore quando arrivò al piano desiderato lo fece sussultare. Il giovane prese fiato con un respiro e si avviò verso l’ufficio del direttore.

Alzò una mano per bussare, poi la ritrasse. Inspirò di nuovo e si costrinse a scontrare le sue nocche contro l’acciaio della porta.

“Avanti.”
Disse la voce di Lazard dall’altro lato della porta. Cloud la spinse ed entrò.

“Buongiorno ragazzo, tu sei?”
Chiese il direttore spostando il suo sguardo dal monitor al giovanotto biondo che aveva davanti.

“Cloud Strife.”
Rispose timidamente il ragazzino, biascicando il suo nome e cognome.

Lazard fece per tornare a guardare il computer per capire chi fosse, quindi gli tornò in mente il giovane che quella mattina non aveva passato l’esame per entrare in SOLDIER. Teneva nella mano destra una valigia e in quella sinistra la divisa di fante. Lazard era certo di aver già capito il motivo per cui era venuto lì, tuttavia preferì chiederglielo personalmente:
“Bene Cloud Strife, cosa posso fare per te?”

Chiese, con finto interesse. Il ragazzino tentennò e i suoi occhi azzurri guardarono in tutte le direzioni tranne che negli occhi di Lazard.

“Sono qui perché desidero lasciare la Shinra, signore.”

Mormorò il biondino. Lazard aveva indovinato. Se il ragazzo che aveva davanti fosse stato un SOLDIER avrebbe dovuto negargli quell’opportunità, ma siccome si trattava di un semplice fante si limitò ad annuire.

“Molto bene, lascia qui la tua roba.”

Gli disse sbrigativo, e tornò a fissare il monitor.

Cloud rimase imbambolato per una manciata di secondi, quindi appoggiò divisa e tessera magnetica sulla scrivania del direttore ed aprì la porta.

“Arrivederci.”

Mormorò, prima di chiuderla.

“Arrivederci.”

Si sentì rispondere dall’altro lato della porta.

Cloud si diresse nuovamente verso l’ascensore e premette il pulsante del piano terra:
Beh, addio Shinra.

Pensò e nuovamente le lacrime tornarono a bagnargli occhi e viso. Se le asciugò qualche secondo prima di raggiungere il piano terra, quindi uscì senza guardare nessuno negli occhi ed imboccò l’uscita principale. Si concesse un ultimo sguardo al palazzo che aveva creato ed infranto i suoi sogni, si mise le mani in tasca e si incamminò verso una piccola pensioncina. Non aveva la forza di tornare a Nibelheim, di dichiarare prima a sua madre e poi a Tifa il suo fallimento, ed aveva ancora qualche soldo guadagnato alla Shinra per rimanere a Midgar. Certo, avrebbe dovuto trovarsi un nuovo lavoro, ma in quel momento non aveva nessuna voglia di pensarci. Mostrò i documenti, pagò la stanza e vi si diresse. Una volta entrato si gettò sul letto senza neanche sfilarsi le scarpe da ginnastica e si addormentò.

 

   
 
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