Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ahimadala    21/06/2021    1 recensioni
Ci sono campane nuziali all'orizzonte.
Hermione Granger, felicemente single, si ritrova sotto il mirino di tutte le riviste di gossip quando il matrimonio del suo ex, Ron, si avvicina.
In preda alla disperazione, si allea con il suo rivale sul lavoro, il single seriale, ma altamente desiderabile secondo i giornali, Draco Malfoy.
Il loro piano é semplice: trascorrere due settimane fingendo di essere follemente innamorati per poi andare ognuno per la propria strada una volta concluso il matrimonio.
Dovrebbe esser facile.
Loro sono, dopotutto, cordiali nemici.
Questa storia NON è mia, ma è la traduzione dell'opera di Senlinyu e Stargazing121.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Siamo quasi senza parole. 

Quasi. 

L'impensabile, l'impossibile, l'inconcepibile è accaduto. Draco Malfoy ed Hermione Granger sono innamorati. 

Centinaia di donne hanno il cuore spezzato per il fatto che il nostro scapolo numero uno sia stato così brutalmente eliminato dal mercato.

Ammettiamo di non conoscere a pieno lo stato cardiovascolare degli uomini nella vita della signorina Granger, ma siamo sicuri che alcuni di loro siano rattristati nel vederla finalmente fuori dalla piazza. 

In una stupefacente sequenza di eventi che ha portato una dipendente del Ministero, la signora Bungsley-Turpinton, al San Mungo, Draco Malfoy ha rivendicato la sua passione segreta in uno spettacolo di una tale oscenità che abbiamo quasi paura di rievocarlo. Il signor Malfoy ha tolto i vestiti alla signorina Granger davanti a tutto il personale del Ministero della Magia.

Un piccolo guanto le è stato sfacciatamente rimosso dalla mano. 

Con i denti. 

Scioccante, lo so. 

Se ci fossero stati dei bambini presenti, sono certa che i loro accompagnatori gli avrebbero coperto gli occhi. 

Siamo lieti di annunciare che la signora Bungsley-Turpinton si sta riprendendo dalla sua leggera commozione cerebrale. Seguendo l'esempio di ciò che succede alle donne in presenza di Draco Malfoy, l'infortunio della signora Bungsley-Turpinton si è verificato quando, assistendo allo spettacolo indecente del signor Malfoy che toglieva il guanto alla signorina Granger, il suo gomito è scivolato dal tavolo e ha battuto la testa. 

Sono sicura che Draco Malfoy le manda i suoi più cari saluti, nella speranza che lei sia l'ultima vittima della malattia matrimoniale che ha travolto la nazione. 

Data la reputazione stellare del signor Malfoy, siamo certi che l'unico legno che sbatterà d'ora in poi sarà quello della testiera del letto della signorina Granger. 

- Febbraio, 2009, The Social Snitcher, in Witch Weekly

"E questo cosa sarebbe?" Hermione alzò lo sguardo dalla pergamena che aveva in mano e poi lo riabbassò sconcertata.

"È un copione" disse Malfoy come se fosse ovvio, mentre si rigettava teatralmente sulla sedia di fronte alla scrivania di Hermione.

"Sì, lo vedo", Hermione abbassò lo sguardo sulla sceneggiatura lunga mezzo metro che Malfoy aveva appena portato nel suo ufficio. "Perché l'hai scritta?"

"È una scena che ho in mente per più tardi. In questo modo puoi prepararti. La tua recitazione è un po' rigida, perciò ho incluso alcune utili note di regia. Ben all'interno delle tue capacità".

La tensione si diffuse lungo le sue spalle quando lui si sporse in avanti, indicandole il punto sulla pergamena che le consigliava di agire in modo 'seccato'.

Malfoy continuò ad agire in modo 'logorroico' , ignaro di quanto fosse vicino a una morte lenta e dolorosa. 

"Sono riuscito" disse, con uno sguardo estremamente soddisfatto come se avesse appena risolto il problema della fame nel mondo "a ottenere gli orari dei custodi, e ho un'idea ragionevolmente esatta dell'orario in cui puliscono i corridoi del quinto piano".

Hermione sospirò e guardò di nuovo il copione.

"Non ha nemmeno senso". Srotolò di più la pergamena e prese in mano una piuma d'oca. "Nessuna di queste conversazioni sembra indirizzata verso un ipotetico ascoltatore. Che senso ha tutta questa storia delle sardine?".

Disegnò una grande X su quella sezione.

"Pensavo fosse divertente". Malfoy assunse le sembianze di un bambino petulante. "No! Non puoi tagliarlo, ho lavorato molto duramente su quelle battute. Non hai nemmeno notato il ritmo della frase? Sono uno scrittore molto melodico. Mia madre lo diceva sempre".

Hermione lo sbarrò comunque e Malfoy cominciò a tenere il broncio, emettendo un udibile e apparentemente interminabile sospiro di disperazione mentre lei distruggeva la sua sceneggiatura. Quando il ragazzo cominciò a sembrare un po' blu in faccia per i suoi eterni sospiri, Hermione sgranò gli occhi e mise da parte la sua piuma, portandosi le mani alle tempie. "Quindi è questo che fai al dipartimento di Sport Magici? Scrivi conversazioni immaginarie?"

Malfoy si accese. "L'ho scritto ieri sera. Avevo una spalla dolorante e il guaritore mi ha mandato una pozione, l'ho corretta con qualche bicchierino di whiskey incendiario e mi è venuta l'ispirazione. Le parole hanno iniziato a fluire come l'acqua". Si sedette, premendosi un dito sulle labbra in modo contemplativo. "A un certo punto mi è venuto in mente anche un poema. O forse una ballata. Su di noi, naturalmente. Potrei presentarla a Witch Weekly... "

Hermione seppellì il viso tra le mani per diversi secondi. "No. Non faremo poesie. Onestamente, potresti essere un idiota più pretenzioso?"

"Potrei certamente provarci".

"Allora", la Granger si mosse dietro la scrivania e guardò l'orologio, "più o meno quanto tempo deve durare?"

Al momento erano barricati nel suo ufficio, nascosti come una storica coppia di amanti. Anche se, a differenza di Tristano e Isotta, stavano avendo un "incontro privato". Un piccolo tete-a-tete che si sarebbe protratto quel tanto che bastava perché sembrasse che fossero persi nella loro passione reciproca, ma non così tanto da evitare che la loro uscita coincidesse proprio con il momento in cui tutti tornavano dal pranzo.

Dovevano per forza stare nell'ufficio della Granger, perché Sport Magici non era un dipartimento cosí antiquato da relegare tutti i suoi impiegati in piccoli uffici a forma di scatola da scarpe. 

Avevano uno spazio di lavoro ampio e condiviso, e sebbene la possibilità di sparare di tanto in tanto palline di carta all'orecchio di Blaise dal capo opposto del loro ufficio comune fosse un'immensa gioia, rendeva la storia del sesso in ufficio un po' meno credibile. 

Allungò le gambe davanti a sé, ammirando per un istante il modo in cui le sue scarpe perfettamente lucidate brillarono alla luce. "Un'ora dovrebbe bastare".

La Granger si bloccò e sollevò verso di lui il proprio sguardo sconcertato. "Un'ora?"

Draco alzò un sopracciglio. Sorrise "Immagino che nessuno abbia mai passato un'ora con te prima d'ora".

Hermione sgranò gli occhi. "Non nel bel mezzo di una giornata di lavoro" disse, con aria derisoria. 

Draco si chinò in avanti, portandosi le mani sul cuore come se non potesse contenere il suo amore per lei. "Anche se non ti adorassi come vogliamo far credere, non mancherei mai di rispetto a una donna in modo così sconsiderato". 

Hermione sospirò e si accasciò imbronciata. "Bene. Un'ora."
Dopodiché abbassò lo sguardo e cominciò a riempire delle scartoffie.

Draco rimase seduto, aspettando pazientemente che finisse qualsiasi cosa stesse facendo.

Tormentarla era un'arte, e al momento non aveva alcuna fretta. 

Il modo in cui le sue guance arrossivano e i suoi occhi si accendevano ogni volta che alzava lo sguardo verso di lui non mancava mai di far accelerare il suo battito.
Bisogna saper cogliere i brividi che la vita mette di fronte, e c'era un fascino unico nell'ira privata della Granger. 

Rigirandosi la bacchetta tra le dita, Draco cominciò a fischiettare il ritmo di Libiamo ne'lieti calici dal primo atto della Traviata. 

Le sopracciglia della grifona si aggrottarono. Evidentemente non apprezzava Verdi.

Le sue folte ciglia scure ondeggiarono sulle sue guance mentre fissava le pergamene sulla sua scrivania, mordicchiando la punta della sua piuma o il suo labbro inferiore.
La leggera curva del suo viso, che portava giù fino al mento, era in qualche modo rilassante da seguire con lo sguardo.

Seguire le linee del suo viso mentre lei lo ignorava, persa nel lavoro, stava diventando una specie di passatempo.

Poté immaginare di stare seduto di fronte a lei, osservandola alzare di tanto in tanto lo sguardo mentre leggeva un libro o lavorava - di solito la si poteva trovare a fare una di queste due cose - per riportargli qualche fatto o qualche battuta interessante.
Era un'immagine piuttosto affascinante.

Arrivò al crescendo del pezzo, emettendo un suono talmente acuto che per poco sarebbe stato udibile solo da cani e pipistrelli. La Granger morse l'estremità della sua piuma d'oca, lasciando due piccoli solchi nel legno. 

"Potresti stare zitto?" lo guardò con sguardo assassino. "Alcuni di noi hanno del vero lavoro da svolgere".

"Io ho un vero lavoro, al momento sto ritardando l'approvazione di una troupe acrobatica ungherese per dedicarmi a questo momento tra noi due".

Granger espirò. "Beh, perché non ci lavori? Forse così potresti lasciare Verdi in pace anziché farlo rivoltare nella tomba".

"Perché sono con te, e se portassi a termine qualche mansione contraddirei il fatto di aver passato il pomeriggio a divorarti per via del tuo irresistibile fascino. Un fascino talmente nascosto da richiedere più di un'ora per riuscire a trovarlo".

Le sopracciglia della grifona si aggrottarono per l'indignazione, e sporse il mento infuori in modo stizzito. 

Un pensiero balenò per la mente del giovane, che si raddrizzò sulla sua sedia. "Non hai intenzione di lavorare per tutto il tempo che sono qui, vero?"

Lei sembrò confusa. "Certo che ho intenzione di lavorare. Siamo nel bel mezzo della giornata lavorativa".

Draco la fissò per diversi secondi. Dopo tutta la fatica che aveva fatto, aveva intenzione di rovinare tutto per una sciocchezza come lavorare. "Sì..." disse lentamente, "ma si suppone che ci concediamo delle scappatelle per tutto il Ministero. Riflettici solo per un minuto; non pensi che continuare a svolgere la mole di lavoro di cinque persone potrebbe contraddire in qualche modo questa storia?"

Evidentemente non ci aveva pensato. Abbassò lo sguardo sulle pergamene sulla sua scrivania e poi lo riportò su Draco, gli occhi spalancati. "Ma questo... questo è importante".

In modo del tutto inaspettato, Draco avvertì una stretta al petto e fu improvvisamente sopraffatto dal desiderio di mordersi il dorso delle nocche mentre lei sedeva lì con aria innocente, ammiccando con i suoi enormi occhi da cerbiatta, circondata da torri di legislazioni così alte e pendenti da far sembrare la confusione di scartoffie che ricopriva la scrivania di Draco al dipartimento di Sport Magici una misera frivolezza. 

Si spostò sulla sedia, appoggiando i gomiti sulle proprie ginocchia e intrecciando le dita. "Sono sicuro che tutto quello che fai lo è, ma contraddice comunque la nostra bugia". 

Lei sembrò poco convinta. 

"Inoltre", disse lui, rimuginando mentalmente su un'altra ragione per farle posare la piuma d'oca, dato che a quanto pare la sua sola presenza non sarebbe stata sufficiente, "se alleggerisci il tuo carico di lavoro per la prossima settimana o giù di lì, allora potrebbero finalmente notare quanto in realtà fai. Forse potrebbero addirittura darti un aumento o una bella pacca sulla spalla - che sono sicuro apprezzeresti - per cercare di convincerti a tornare lavorare fino allo sfinimento".

"Oppure potrei essere licenziata".

Draco sbuffò rumorosamente. "Sei stata il miglior impiegato per quattro anni consecutivi. Dubito fortemente che questo accada". 

La ragazza abbassò di nuovo lo sguardo e mischiò diverse carte, apparentemente senza motivo. 

"Granger, il Ministero non cadrà se oggi lavorerai un'ora in meno. O -" girò la testa, lanciando un'occhiata all'orologio da parete" - cinquantaquattro minuti in meno. Questa è stata una tua idea, ricordi?"

Hermione prese un respiro profondo e alzò lo sguardo. "Bene". I suoi occhi sfrecciarono sull'orologio e i suoi denti afferrarono di nuovo il suo labbro inferiore, tormentandolo per un momento. "Quarantacinque minuti di non-lavoro". La sua gola si abbassò mentre deglutiva. "Dovrebbe andar bene."

Incrociò le mani e si risedette, con gli occhi che saettavano avanti e indietro tra l'orologio e la scrivania, apparentemente sul punto di avere un attacco di panico o di afferrare piuma, inchiostro e fogli e correre fuori dalla stanza, possibilmente per lavorare nell'appartato ripostiglio delle scope che Draco aveva scovato al quinto piano. 

Merlino, aveva mandato in cortocircuito la Granger. Come sarebbe sopravvissuto a tale vergogna? 

La guardò per diversi secondi, poi si sentì obbligato a fare qualcosa per distrarla. Era un uomo noto per la sua filantropia e questo era semplicemente un atto caritatevole. 

"Sta andando... meglio, non sei d'accordo?"

Gli occhi della grifona si alzarono di scatto. Aveva un'aria insolitamente colpevole, e Draco si rese conto che aveva cercato di leggere, di nascosto, a testa in giù. La sfacciata. 

Si avvicinó con noncuranza e afferrò la pergamena, sistemandola dall'altro lato della scrivania, lontano dai suoi occhi indiscreti e stacanovisti. 

La Granger protestò con un piccolo squittio, ma non disse nulla sul fatto che le avesse confiscato la pergamena. 

"Cosa c'è?" 

Il giovane gesticolò tra loro due. "Noi. Insieme. I nostri colleghi. Amici. Il delizioso signor McCormac. A proposito, ti ha disturbata di nuovo?"

"No..." I suoi occhi fissavano con desiderio la sua preziosa pergamena. "I nostri dipartimenti non si incontrano, di solito. Non ha avuto molte opportunità di venire a farmi gli occhi dolci da quando io e te abbiamo iniziato a pranzare insieme. Anche se", sospirò, "credo che Molly abbia ancora intenzione di farlo sedere con me al ricevimento. Dirò di nuovo che andremo al matrimonio insieme, con ancora più enfasi sul dettaglio 'insieme'."

Si mise dritta sulla sedia, come se le avessero appena attaccato un righello alla schiena, e finalmente distolse lo sguardo dalla pergamena. "Sono sorpresa che il Social Snitchers abbia abboccato così rapidamente. Pensavo che sarebbero stati più scettici o almeno che avrebbero esaminato le fonti un po' più a lungo".

"Li sopravvaluti. Posso dire con certezza che il loro fact-checking è piuttosto approssimativo. Perché si sono persi tutti i fondi che ho alle Cayma...". 

La sua testa si alzò di scatto. "I cosa?"

"Niente, mia cara". Draco cercò di sembrare indaffarato. Il che era difficile, dal momento che si trovava sdraiato su una sedia senza niente davanti a sé. "Tuttavia, sembrerebbe che li abbiamo convinti. Devono avere qualche fonte all'interno del Ministero, ma non una troppo vicina a noi personalmente".

Hermione alzò gli occhi al cielo. "Mi mancano i giorni in cui Witch Weekly era davvero una rivista settimanale e non diffondeva tutte queste piccole e insulse notizie durante tutta la settimana".

"Oh, come cambiano i tempi".

Lei arricciò il naso, con un'aria disgustata al pensiero. "Voglio solo sapere chi manda tutte queste informazioni. Devono avere diverse persone all'interno del Ministero, e purtroppo ora con questi pranzi comuni obbligatori potrebbe essere praticamente chiunque".

"Potrebbe essere la signora Bungsley-Terpinton" disse Draco, alzando le sopracciglia. 

La Granger gli lanciò uno sguardo penetrante. "Hai una fissazione per quella donna; c'è qualcosa che dovrei sapere?". 

"Mi diverte, e non so che lavoro faccia". 

La Granger sembrò sul punto di dissentire. Draco conosceva quello sguardo perché lo vedeva ogni ora, in realtà spesso più volte in un'ora.
Ma poi sembrò cambiare idea.
Aggrottò le sopracciglia in modo curioso. "È vero. Non sono sicura di cosa faccia al Ministero, e nemmeno per quale dipartimento lavori".

"Questo è molto sospetto".

"Davvero?"

"Il fatto che tu non lo sappia" disse Draco, solennemente, "la dice lunga, visto che tu sai tutto".

Il colore le svolazzò sulle guance, materializzandosi come i primi fiori di crocus in primavera.
Il suo sguardo si abbassò sulla scrivania, e sembrò esitare un momento prima di rialzarlo, gli occhi luminosi. "Sai, alla fine avevamo ragione entrambi".

Draco le rivolse un'occhiata di puro scetticismo all'idea che loro due potessero avere ragione contemporaneamente su qualcosa.

"Su di noi. Io avevo ragione sul fatto che avremmo potuto fingere in modo convincente una relazione, e tu avevi ragione sul fatto che avremmo dovuto renderla una cosa sconcia, quindi, alla fine, avevamo entrambi ragione".

Lui sbatté le palpebre. "Hai appena ammesso che avevo ragione?"

"Non abituartici".

"Non me lo sognerei mai. Ma ho bisogno di prendermi un momento per elaborare mentalmente la cosa".

Lei sgranò gli occhi, ma la sua espressione era più trionfante che irritata. "Tieni presente che hai avuto ragione solo perché avevo ragione anch'io. E io avevo ragione per prima".

"No." Draco chiuse gli occhi e sorrise. "Non rovinarmi questo momento".

***

L'ormai famigerato incidente del guanto è stato il primo di una lunga serie di teatrali incontri romantici per la coppia appena annunciata. 

Ci sono state riunioni prolungate tra il Dipartimento di Sport e il Dipartimento delle Creature Magiche. Pranzi di lavoro in cui il lavoro sembra essere stato completamente dimenticato. E sguardi che si incrociano nei corridoi del Ministero della Magia.

La vicenda più scandalosa di questa settimana, tuttavia, è l'incidente verificatosi l'altro ieri al quinto piano del Ministero. 

Barry Manalow, custode al Ministero da vent'anni, si é spaventato a morte quando si è imbattuto in una coppia di impiegati del Ministero rinchiusi in uno sgabuzzino. 

Fu solo quando il familiare mento appuntito di Draco Malfoy spuntò fuori che il signor Manalow si rese conto di chi si stava baciando nel suo ripostiglio. 

Non c'è mai stata una settimana così bollente e scandalosa nella storia Ministero, e si stanno tutti chiedendo se questo significhi che il signor Malfoy potrebbe presto annunciare la nuova signora del Manor 

- Febbraio 2009, The Social Snitchers, in Witch Weekly

"Potresti..." Il cuore di Hermione minacciava di uscirle dal petto. La mano di Malfoy era pesantemente poggiata sul suo fianco, immobilizzandola contro il muro mentre si avvicinava a lei, la sua imponente figura la sovrastava.
Hermione inspirò a fatica. "- darmi un po' più di spazio? Questo - questo mi fa venire la claustrofobia".

Il respiro del giovane bruciò contro il suo collo. "Nonostante le mie immense capacità seduttive, non posso fingere di baciarti il collo da lontano". 

La bocca di Hermione si seccò. "Bene."

Malfoy cambió pozione, premendo il proprio corpo, con tutto il suo peso, contro di lei. Fece scivolare una mano lungo il suo braccio.
Le aveva già tirato su la camicia in modo che fosse aperta su un lato, e lei aveva allentato la sua cravatta nell'attesa che qualcuno girasse l'angolo e li "cogliesse sul fatto". 

"Dove sono?" stavano iniziando a venirle i crampi alle dita dei piedi.
Avrebbe dovuto scegliere un uomo più basso con cui fingere una relazione.

"Dovrebbero essere qui da un momento all'altro" disse lui, sussurrando con aria vittoriosa quando finalmente udirono un rumore di tacchi in lontananza. 

Draco le avvolse immediatamente un braccio intorno alla vita, sollevandola praticamente da terra. 

Lo stomaco di Hermione si contorse mentre si affrettava a chiudere gli occhi.

Cercando di richiamare alla sua memoria la posa di due amanti avvinghiati l'uno all'altra che aveva visto sulla copertina di un romantico romanzo storico, inclinò la testa all'indietro, lasciando scorrere le dita tra i capelli di Draco, aggrovigliandole alla base del suo cuoio capelluto mentre Blaise e Padma finalmente girarono l'angolo. 

"Attenta ai capelli, Granger", mormorò il ragazzo, prima emettere un un rumoroso gemito. 

Abbassando la testa, gemette contro la spalla di lei. Hermione praticamente vibrò in risposta, il calore si diffuse lungo il suo corpo come un'onda anomala.

"Questo è un corridoio pubblico" disse Padma con voce alta e irritata.

"Non hai notato, Padma" disse Blaise, "che Draco e Hermione hanno anche una perversione voyeuristica oltre a quella sadomasica".

Hermione e Draco si separarono di scatto e con drammaticità come avevano programmato. Draco si passò le dita tra i capelli, mentre Hermione si sistemò rapidamente la camicia.

"Ora, Blaise" disse Draco, con un sorriso che gli illuminò il viso, "dai tuoi continui lamenti qualcuno potrebbe supporre che tu sia geloso".

"Sono deliziosamente felice per entrambi" disse Blaise con falso entusiasmo. "Vorrei solo non dover assistere a tutta questa vostra estasi". 

"Stavamo giusto discutendo della sistemazione dei folletti per la partita in Irlanda" disse Hermione, evitando gli occhi di tutti e senza dover neanche fingere di essere senza fiato. "Draco, che ne dici di un incontro privato più tardi, per rivedere i dettagli?"

"Una riunione privata", Blaise lanciò un'occhiata a Padma, e lei ridacchiò. "Non mi ero mai reso conto che Draco fosse così incline a tutti questi incontri privati".

"Solo perché ogni volta che sono in riunione con te" disse Draco, rivolgendosi a Blaise, "mi tocca sopportare i tuoi commenti noiosi e acidi per un'ora". 

"A proposito, Draco, oggi pomeriggio hai una riunione con me e l'affascinante signor Fletcher" disse Blaise. 

"Deve essermi sfuggito di mente".

"Chissà perché" cantilenò Blaise.

"Hermione", Draco pronunciò il suo nome con una tale tenerezza che sembrò accarezzarne ogni sillaba, "ti dispiacerebbe spostare la nostra riunione di vitale importanza sulla sistemazione dei folletti un po' più tardi questo pomeriggio?"

Hermione inspirò, evitando ancora gli occhi di tutti. "Va bene. Ci vediamo allora". 

Dopodiché corse dritta verso i bagni, trascorrendo diversi minuti con i polsi sotto il getto dell'acqua fredda.

Era felice da sola.
Veramente, assolutamente, ardentemente- beh, ardentemente era un po' esagerato - felice.
Molto felice.
Non aveva mai pensato alle relazioni, nè ne aveva desiderata una.
Il lavoro, i suoi libri e i suoi amici erano stati più che sufficienti. 

Tutto sarebbe andato bene se quell'idiota del The Social Snitcher non avesse deciso di sbattere la sua singletudine in faccia a tutti come se fosse la più grande vergogna conosciuta all'essere umano. Ora era bloccata in una finta relazione con Draco, e la cosa stava diventando un incubo. 

Sfortunatamente, non per le ragioni che aveva immaginato. 

Lei e Draco... Malfoy. Quando aveva smesso di pensare a lui come Malfoy? Lei e Malfoy erano sempre stati del tutto indifferenti l'uno nei confronti dell'altra, ed erano entrambi abbastanza felici di ciò. C'era un certo senso di libertà nel non doversi affatto preoccupare di quello che una persona pensa di te. 

E adesso questa finta relazione stava sconvolgendo il delicato equilibrio del loro disprezzo reciproco in un modo che stava diventando enormemente snervante.

Andrà tutto bene. Prese un respiro profondo e chiuse il rubinetto, asciugandosi le mani. 

Andrà tutto bene.

Un altro giorno di farsa al Ministero e poi avrebbe avuto tutto il fine settimana per rimettere Draco al posto che gli spettava all'interno della sua mente, quello di una semplice seccatura. 

___

Le gambe della grifona erano avvolte intorno alla sua vita, una delle sue mani correva tra i suoi capelli biondi e l'altra afferrava l'orlo della sua giacca. Il suo sedere sodo - era stato abbastanza vicino al suo sedere questa settimana da poter affermare che fosse sodo - era appoggiato sul bordo della scrivania. 

Era nella posizione perfetta per essere spinta all'indietro; la schiena sulla scrivania, i suoi grandi occhi da cerbiatta che lo guardavano, le sue ginocchia piegate e adagiate sulle sue spalle mentre lui si inginocchiava davanti a-

"Scendete dalla mia scrivania". La voce di Blaise era seria come la morte e ben più minacciosa. 

"Oh, cazzo." La testa di Draco riemerse con riluttanza dal punto in cui si trovava sepolta tra i capelli della Granger. Considerando quanti ne avesse, era sorpreso di non essere rimasto soffocato. Erano, effettivamente, molto morbidi, e i suoi riccioli gli solleticarono la punta del naso. 

Si guardò ansiosamente intorno come se fosse sconvolto dal fatto che Blaise fosse entrato nel loro ufficio comune, all'interno del quale le loro due scrivanie si trovavano l'una di fronte all'altra, vicine come case architettonicamente molto diverse alle estremità opposte di una piazza. 

La scrivania di Draco era in architettura giordana, ornata - o disseminata, come diceva Blaise - di scartoffie e piume d'oca quasi troppo belle per scriverci.
Era forse questo il motivo per cui aveva messo la Granger sulla scrivania di Blaise, che era invece brutalmente moderna e ordinata come un edificio progettato durante il regno di Margaret Thatcher, e probabilmente altrettanto vicina a ricevere un Grade II per importanza culturale e bruttezza

Quando aveva suggerito l'idea del sesso da scrivania, la Granger gli aveva messo le mani - e le gambe - addosso con una tale rapidità che la sua mente stava ancora cercando di processare.
Anche se si era prima presa il tempo di spostare la pila di lettere di Blaise, che sembrava essere stata allineata con l'aiuto di un compasso. 

Scoprì che aveva delle cosce forti, che afferrarono la parte superiore delle sue gambe con una presa considerevole. Draco non si aspettava che fosse così aperta all'idea del sesso da scrivania. Certo, non era tecnicamente sesso da scrivania, ma solo l'emulazione del sesso da scrivania. 

Era davvero una fortuna che indossasse dei pantaloni e non una gonna. Una fortuna, non una sfortuna; era importante specificare. Era una fortuna che il suo interno coscia fosse stato rivestito dal materiale ben fatto di un pantalone da completo e non - non - maliziosamente esposto da strette calze di pizzo. Calze che si arricciavano leggermente proprio sulla cucitura, perfette per essere afferrate. Con i denti. 

"Draco -" la frase che Granger era sul punto di pronunciare affannante e gemente si interruppe bruscamente. 

Il che era una buona cosa, perché il modo in cui la sua voce suonava quando pronunciava il suo nome aveva trascinato la sua mente sul fondo della piscina della depravazione, in cui si chiedeva quale suono avrebbe fatto se le avesse morso l'interno coscia. 

"Vi prego, fermatevi" disse Blaise.

La grifona si fermò, tirando indietro la testa e allentando la presa sul suo corpo come se fosse stata appena folgorata.

Questa era una cosa positiva. Una cosa molto positiva. Certo che lo era.
Il suo attuale stupore si adattava perfettamente al fatto che fossero stati così travolti dalla passione da non notare l'intruso in piedi sulla porta. 

Emise un piccolo squittio del tutto credibile quando individuò Blaise - l'intruso. 

"Cosa!" Disse Draco a Blaise. Con le mani ancora sulla curva della vita di Hermione, alzò lo sguardo con finta sorpresa. "Non avevamo idea che questa fosse la tua scrivania".

L'espressione di Blaise non cambiò. "Ripeto" disse, ignorando Draco, "giú dalla mia scrivania".

Le mani di Draco si staccarono con riluttanza dalla Granger.
Si appoggiò con un mano sulla scrivania accanto al punto in cui si trovava il ginocchio di Hermione, come se il posto fosse suo. 

"Questa non è la mia scrivania?" Draco guardò la scrivania ordinata e pulita come se la vedesse per la prima volta in vita sua. "Oh, che orrore".

"La tua scrivania è stata di fronte alla mia da quando ne ho memoria; non sono mai riuscito a liberarmi di te". Blaise alzò gli occhi al cielo come a pregare di dargli la forza. "Sei più che consapevole che è la mia scrivania quella su cui lo state facendo".

"Non eravamo arrivati a quello" brontolò Draco. 

"Mi dispiace" disse Hermione, abbassando lo sguardo, apparentemente più a disagio per aver violato il prezioso spazio di lavoro di qualcuno piuttosto che per il fatto di essere stata colta in un atto di passione su di esso. "Ci siamo fatti prendere un po' la mano".

Draco le rivolse un sorriso. La capacità della Granger di apparire divertita e sorpresa e al tempo stesso un po' arruffata era decisamente migliorata; era contento di avere un'influenza così positiva su di lei. 

"La mia scrivania", disse Draco a titolo esplicativo, "è un po' in disordine".

Blaise non sembrò colpito da questa spiegazione, che Draco considerava invece più che ragionevole. Blaise avrebbe dovuto essere contento del fatto che uscisse con una persona estremamente sensibile come la Granger e non, come disse lui stesso, con un altro "viziato pesce palla". 

"Con tutte le scartoffie che non compili", disse Blaise. 

"Sono per lo piú un lavoratore pratico" replicò Draco con la sicurezza del maschio etero, bianco e di classe sociale elevata.

Blaise rivolse a Hermione uno sguardo complice. "Sono sicuro che tu saprai dirlo meglio di me".

Arrossì.
Era prevedibile e perfetto per il ruolo di donna innamorata e beccata una in una situazione compromettente che stava recitando. Non avrebbe potuto indirizzarla meglio. 

"Ero qui per avere la firma di Draco e..."

"L'ho distratta" concluse Draco. 

"Non voglio saperlo" disse Blaise, con l'aria di un uomo sconfitto. "Andatevene e basta, voi due".

"Ma io lavoro qui!"

"Non mi interessa." 

"Gli passerà" disse Draco in un sussurro mentre accompagnava la grifona fuori dall'ufficio. "Blaise è solo geloso del nostro amore. E del sesso".

"Vattene o ti uccido". L'ultima parte della minaccia di Blaise fu smorzata da Draco che chiudeva la porta alle loro spalle con entusiasmo. 

***

Draco fece l'occhiolino all'assistente personale della Granger mentre passava davanti alla sua scrivania. 

Brian rivolse a Draco un'occhiata perplessa. 

"Hermione?" disse Draco, senza preoccuparsi di bussare. Sicuramente una persona che conosce tutti i dettagli della vita di qualcuno non ha bisogno di bussare. 

La testa di Hermione scattò verso di lui con una tale velocità che giurò di averla vista sfocata. "Che ci fai qui dentro?"

Draco si accomodò sulla sedia di fronte alla sua scrivania. "Parlo con te".

Lei distolse lo sguardo come se stesse cercando di evitare i suoi occhi, gesticolando verso la scrivania coperta di promemoria. "Sarà una novità per te, ma quando le persone sono nel loro ufficio con la porta chiusa, si suppone che stiano lavorando".

Il biondo le rivolse un cipiglio interrogativo, non molto diverso da quello di Brian. "Dov'è il divertimento in questo?" Senza aspettare che lei rispondesse, continuò: "C'è un evento domani sera".

"Ne hai parlato. E?" prese una pila di fogli e cominciò a sistemarli nei cassetti.

"Be', è un evento importante per la stampa di Quidditch. Ed é fondamentale per il dipartimento, una sorta di evento in giacca e cravatta; champagne, tartine e quei piccoli pezzi di formaggio su dei bastoncini..." si interruppe. 

Era deliberatamente ottusa, o voleva farlo sudare? 

E lui stava, effettivamente, sudando. Questa era una svolta sconcertante del corso degli eventi.
Non aveva mai sudato in presenza della Granger prima d'ora. 

Si era spesso accigliato, rivolgendole una marea di sguardi derisori nel corso degli anni.
Lei aveva fatto accelerare il suo battito durante molte animate discussioni, e recentemente, si era spesso ritrovato con una sensazione di vertigine al petto ogni volta che si stringeva a lei, al calore che il suo corpo emanava come la brace di un fuoco, e le sussurrava all'orecchio. 

Di solito storie di animali, perché ne aveva in abbondanza. Ma... come sarebbe stato sussurrarle all'orecchio come un amante, piuttosto che come l'imitazione di un amante? 

Sentì la lingua attaccarsi al palato al pensiero. Probabilmente lei avrebbe corretto la sua grammatica nel bel mezzo dei preliminari verbali. 

Era quasi scomparsa dietro la sua scrivania, sprofondata così in basso nella sua sedia che le pile di pergamene e scartoffie sulla sua scrivania apparivano come un paesaggio urbano; non era sicuro che lo stesse ascoltando.

"Vorresti", disse, arrendendosi all'inevitabile, "venire con me?"

Lei si raddrizzò improvvisamente, spuntando da dietro la scrivania come una marmotta dalla sua tana. "Questo fine settimana?"

Draco annuì con solennitá. Si sentí come se stesse emettendo una condanna e non semplicemente invitando una vecchia nemica a una festa come suo finto appuntamento. 

"A - un evento di Quidditch?" gli porse quella domanda con lo stesso terrore negli occhi con cui chiunque altro avrebbe chiesto: "Cos'è quel rumore che viene dalla cantina?". 

Draco annuì di nuovo. Non era da lui non avere qualcosa da dire.
Spesso il suo problema era che avesse troppe cose da dire. 

Granger sembrava amare i silenzi, e lui stranamente ne godeva insieme a lei. Era la mancanza di aspettative a renderli piacevoli, se proprio doveva ipotizzare.
Lei prendetendeva molto poco da lui, e non gli metteva mai alcuna pressione per ottenere qualcosa. Si era abituato al suo comodo silenzio; era come una biblioteca, silenziosa ma attiva. 

Tuttavia, questo silenzio non era piacevole. Era nettamente teso, e lo abbatté come un infortunio negli ultimi minuti di una partita di Quidditch quando il boccino era in vista. 

Non voleva essere vista con lui? Si stava pentendo del loro accordo? Sembrava sciocco che ora non volesse essere vista con lui, visto che lo scopo di questo di questo suo piano era di partecipare insieme a un matrimonio molto sponsorizzato e di grande portata, ma forse era diverso quando si limitavano a divertirsi nei corridoi del Ministero. 

Era snervante il modo in cui stava lì, fissandolo, con le labbra che di appiattirono piú velocemente dell'elettrocardiogramma un paziente con triplo bypass al cuore. 

"Non devi..." disse lui, incespicando nelle parole come un ragazzino di tredici anni. Ma era già stato un tredicenne con lei, e mai una volta aveva faticato a trovare le parole come stava facendo ora. "- Ma visto che dovremmo far credere di frequentarci, questa potrebbe essere una buona occasione per mettersi in mostra".

Il suoi battiti erano talmente veloci che provò una certa empatia per quel paziente cardiopatico.

Lei sembrò bloccarsi per un istante, poi i suoi occhi scivolarono sulla scrivania e annuì senza alzare lo sguardo verso di lui. I promemoria ancora stretti in mano le si accartocciarono tra le dita.

"Giusto", disse lentamente. "Ci si aspetterebbe... che io ci fossi".

Draco annuì, il suo battito cardiaco si stabilizzò per il sollievo inaspettato. "E poi ho sempre un'accompagnatrice a questi eventi".

Lei annuì di nuovo, ma la sua espressione non cambiò. Sembrava stranamente soffocata. "Dammi solo i dettagli e ci sarò".

Ci fu un altro silenzio. Questo era gelido. Come se avesse fatto un passo all'esterno e non si fosse reso conto che tutto si era congelato durante la notte, e ora il sentiero era disseminato di chiazze di ghiaccio che aspettavano solo di farlo inciampare. 

Onestamente, era ridicolo. Nessuno lo aveva fatto sentire così fuori luogo a parte sua madre.

"Me ne vado", disse. Si alzò, lisciandosi la giacca appena fu in piedi, sentendosi soffocatamente formale. Fece scivolare la pergamena che aveva messo fuori dal suo campo visivo di nuovo davanti a lei. 

Lei si piegò visibilmente. "Grazie."

"Ci vediamo presto, Granger". 

Non aveva intenzione di voltarsi mentre usciva dal suo ufficio, finché lei non lo chiamò. 

"Malfoy?"

"Sì" disse Draco, voltandosi all'istante per affrontarla di nuovo, solo perché era buona educazione concedere a una finta fidanzata tutta la sua attenzione, "mio tesoro?"

Lei trasalì; poteva essere per lui, poteva essere per il soprannome. "Puoi smettere di fare l'occhiolino al mio assistente personale ogni volta che vieni nel mio ufficio? Lo trova sgradevole".

"Cosa?" Draco finse shock, dolore, e tutte le altre emozioni che aveva sentito le persone provassero quando venivano respinte. "Credevo che avessimo un legame"

"Brian non prova la stessa cosa".

"Non ti credo; non il mio Brian".

La bocca di Hermione si increspò in incontenibile un sorriso di disapprovazione. "Ho due parole per te: 'molestie' e 'sessuali".

Forse, solo forse, potevano essere amici. Anche se lei era terrificante.

Lui lasciò il suo ufficio sorridendo. Come il gatto che aveva preso la panna, o forse come un uomo che aveva scopato la sua ragazza sulla scrivania. In entrambi i casi, andava bene per la sua copertura. 

Si assicurò di fare di nuovo l'occhiolino a Brian mentre usciva. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ahimadala