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Autore: blackpearl_    30/08/2009    3 recensioni
La terra di mezzo è ricaduta nella guerra, dilaniata dalle forze di Glorfhel, un Orco astuto e potente. Ma dai meandri delle terre selvagge risorgerà una luce da tempo dimenticata: i Draghi.
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-2

 

Legolas sentì la rabbia montargli nel petto improvvisa e travolgente. Alzo le braccia e gridò al cielo con tutto il fiato che aveva.

-Allora?! Che cosa diavolo vi ho fatto?! Perchè mi state ostacolando il cammino?!-

Dopo questo sfogo abbassò la testa, demoralizzato, e lasciò che le fredde goccioline di pioggia gli infradiciassero ancora di più i capelli.
Erano passati tre giorni dalla sua partenza da Minas Tirith, ed erano stati tre giorni di inferno. Le nubi avevano affrettato il loro cammino e si erano riversate su di lui in tutta la loro potenza.
Ora, quella che doveva essere stata un dolce radura, era ricoperta di fango dall’inizio alla fine. Strinse i denti e spronò il cavallo malcontento.
Perchè, anche se Halding non aveva dato segni di nervosismo per la pioggia, lo stesso non si poteva dire per il terreno fangoso.
Incerto, il cavallo fece qualche passo in avanti e subito affondò per metà. L’animale nitrì terrorizzato e cercò di impennarsi, sollevando gran parte del fango. Sgranando gli occhi, Legolas si affrettò a calmarlo assestandogli rassicuranti pacche sul collo.
Halding sbuffò, spazientito.

-Lo so, mellon nìn (amico mio ), lo so. Ma dobbiamo andare avanti, purtroppo per noi-

Stavano ancora cercando di attraversare la palude, quando un fruscio fece girare di scatto l’elfo. Legolas si guardò attentamente intorno, l’arco già fra le mani. Eppure ora, l’unico rumore era quello della pioggia.
Continuando a tenere l’arco fra le braccia, ordinò ad Halding di proseguire. Tese le orecchie, e quando il suono si ripetè non lo trovò impreparato.
Nemmeno il tempo di pensare e la freccia era già partita, ma aveva attraversato il nulla.

-Ma cosa..- mormorò l’elfo stupito

Di fronte a lui, a qualche centimetro da terra, volteggiava un’ombra. Sembrava un ammasso di fumo nero che vorticava intorno a qualcosa che non si poteva definire da quella distanza. Non aveva né mani, né viso. Solo due occhi rossi come il fuoco.
Tutta la sua figura emanava malvagità.

Uno nuovo scherzo di Glorfhel?

All’improvviso la cosa si mise ad urlare. Un urlo stridulo e straziante.  Legolas lasciò cadere l’arco e si serrò le orecchie gemendo di dolore.
Si piegò in due mentre il cavallo si agitava, nervoso.
Poi l’urlo si interruppe così come era arrivato. Quando Legolas apri gli occhi debolmente, fra le lacrime potè distinguere l’ombra a qualche centimetro da lui.

-Noro lim, Halding! (Corri veloce, Halding!)-

L’animale non se lo fece ripetere due volte e saettò veloce come il vento. Prese a saltare per avanzare più velocemente, ma con raccapriccio Legolas si accorse che il nemico  li seguiva senza problemi.
Infine raggiunsero il tanto agognato terreno, e fu lì che il mostro attaccò.
L’ombra accelerò e si avviluppò alle zampe di Halding che, dopo qualche secondo, si piegarono in maniera innaturale e scricchiolarono. Il cavallo nitrì di dolore e cadde su un fianco catapultando dalla sella il suo cavaliere.
Legolas si alzò lentamente e con qualche difficoltà,  e guardò l’ombra nei suoi inquietanti occhi rossi.

-Drego, morn! (Fuggi, ombra!)- urlò, ben sapendo che non lo avrebbe fatto

Infatti, il mostro sembrò farsi beffe di lui, e si avvicinò ulteriormente. Legolas sguainò la spada, promettendosi di morire con valore.
Caricò in avanti e cerco di assestargli un colpo di spada fra gli occhi. Il dolore arrivò rapido, improvviso e passò quasi subito. Dopo, il buio.

 

 

 

 

 

 

La prima cosa che Legolas percepì fu la morbidezza delle coltri. Con un sospiro di beatitudine si rigirò fra le lenzuola e pensò di essere ancora nella sua camera a Minas Tirith. Poi in un lampo i ricordi del giorno prima lo investirono con violenza.
La pioggia, il fango, l’ombra, la fuga e il dolore.
Sbarrò gli occhi e si alzò a sedere di scatto. Subito sentì una stilettata di dolore intensa provenire dalla spalla sinistra. Urlò di dolore e si tastò la parte dolente, trovandola soffice e umida.
Con stupore si fissò la spalla e la trovò fasciata e sporca di sangue. Si guardò intorno, perplesso.
Si trovava in una bella camera, arredata con i colori del bianco e del giallo. Vi erano tre finestre aperte che davano al tutto un’aria molto luminosa.
Fuori, Legolas intravide un bellissimo giardino curato baciato dolcemente dal sole di mezzogiorno. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi chi o cosa lo avesse portato lì che la porta della camera si spalancò di botto, andando a sbattere con violenza contro il muro.
Quando posò lo sguardo sulla persona che era appena entrata a passo di carica nella stanza, si senti ribollire il sangue nelle vene.
Doveva essere un’elfa a giudicare dalle orecchie a punta, ed era semplicemente bellissima. Una luminosa massa di capelli castani circondavano un volto magnifico, impreziosito da due occhi del colore dell’oceano. L’elfa era alta, quasi quanto lui, ed aveva un colorito della pelle decisamente singolare.  Tutti gli elfi della Terra di Mezzo avevano la pelle bianca, color dell’avorio. Lei no.
La sua pelle era piacevolmente dorata, come se fosse stata abbronzata dal sole, il che era impossibile per lui e per tutti gli elfi che conosceva.
La ragazza, dopo esser lievemente arrossita per il suo comportamento rozzo, gli si avvicinò e lo costrinse dolcemente a stendersi di nuovo.

-Non muoverti, la ferita si è riaperta. Pensavo di averla chiusa per bene, ma a quanto pare il tuo slancio deve aver fatto saltare i punti- gli spiegò lei con voce melodiosa

Si sedette sul bordo del letto e iniziò a rimuovere le bende con delicatezza.

-Chi sei?- le chiese Legolas con un sussurro

 -Sono conosciuta con molti nomi, ma tu puoi chiamarmi Kitiara - gli rispose lei con un sorriso –sei stato fortunato, elfo. La lama dell’asfalo ti ha solo ferito le carni, se ti avesse trapassato il cuore adesso saresti come lui: un’anima vagante-

L’elfo corrugò la fronte e la osservò mentre lavorava. Il suo corpo sussultò quando lei gli sfilo il filo dalla spalla, ma dalla sua bocca non uscì un suono.
Legolas osservò la ferita con attenzione, trovandola orribile. Era lunga e profonda, slabbrata quasi del tutto, e in alcuni punti assumeva una sfumatura nerastra.
Riportò la sua attenzione all’elfa, aspettandosi di vederla prendere nuove bende, ma si sbagliò. Kitiara chiuse gli occhi e poggiò le sue mani delicate sulle ferita mormorando parole in una lingua a lui ignota.
Con suo sommo stupore, la ferita si illuminò debolmente di azzurro e iniziò a rimarginarsi facendolo sentire subito meglio.
Pochi secondi e la pelle era nuovamente intatta.

-Ho spesso assistito a guarigioni di ferite tramite magia. Ma mai così- Legolas scosse la testa, ancora stupefatto –gli stregoni, sotto i miei occhi, hanno sempre usufruito di erbe e medicinali. Tu, mia signora, non lo hai fatto-

-La mia magia è differente da quella di molti stregoni d’oggi. Ha radici antiche e profonde, non mi stupisco che la mia arte sia ormai persa nella Terra di Mezzo- si alzò e continuò –sarai sicuramente affamato. Se vuoi seguirmi di sotto c’è un buon pranzo che ti aspetta, giovane elfo-  

Legolas si alzò dal letto lentamente, aspettando qualche altra scossa di dolore che non arrivò. Tese per bene i muscoli delle braccia e delle gambe, godendo nel sentirli pronti e scattanti.

-Sarà lieto di seguirti, mia signora, se accetterai di chiamarmi con il mio nome: Legolas-

Kitiara sorrise mostrando denti bianchi e perfetti. I suoi occhi azzurri parvero brillare.

-D’accordo Legolas, farò come dici tu. A patto che tu la smetta di chiamarmi mia signora- ribattè lei con finto tono accondiscendente.

A quelle parole l’elfo ricambiò il suo sorriso e la seguì per le scale, impaziente di scoprire che si mangiava di buono.







Spazio Autrice ~
Salve bella gente!
Visto? ho aggiornato abbastanza presto per i miei standard. Devo decisamente andarne fiera :D Che dire, ringrazio molto tutti quelli che hanno letto e soprattutto quelli che hanno commentato.
Purtroppo ho notato che la sezione del signore degli anelli riceve meno visite di molte altre sezioni che ho frequentato. Il motivo? Boh, la gente è scema se non ama Tolkien u.ù
Ma comunque, vi lascio vado a scrivere il terzo capitolo :P Grazie ancora a tutti! Un bacio

Cleo92 [Contatta]: Sono contenta che la trama ti piaccia *-* e si, anche io amo molto i draghi e quindi, ricordandomi che nella Terra di Mezzo non si vedono da parecchio tempo, mi son detta: "perchè non farli spuntare di nuovo?". Oh, devo essere sincera, Gimli non sono sicura se farlo morire o meno. Uhmm, ci penserò.
lovelovelove

Eowyn 1 [Contatta]: A quanto pare tutti adorano Gimli! Beh, pure io. Quel vecchio nano brontolone dovrebbe proprio essere fiero di tutto questo nostro affetto u.ù Tesoro, stai tranquilla, Legolas lo adoro con ogni fibra del mio essere, non gli farò mai capitare qualcosa di troppo brutto. O no? Ti lascio con la suspense :P
xoxo

   
 
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