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Autore: Ale Villain    22/06/2021    0 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo XVIII: Veritas I
 
 
 
 









 
La portiera del guidatore si aprì. Dalla vettura uscì un ragazzo giovane, con i capelli scuri e le braccia tatuate. Una benda nera gli copriva l’occhio destro.
Yunho spalancò le palpebre.
“Tu…” cominciò a dire, guardandolo truce “Tu sei quello che ho trovato sotto casa di Ambra”
Il ragazzo in questione alzò le braccia e fece un sorriso malizioso.
“Vedo che ti ricordi di me” commentò poi, con fare tranquillo.
Dall’automobile bianca, intanto, stavano scendendo anche un altro paio di persone. Tra queste, Yunho riconobbe il ragazzo dalla barba incolta e gli occhi azzurri.
“Ma certo” mormorò poi, dopo aver passato lo sguardo dall’uno all’altro “Dovevo immaginarlo che facevate parte della stessa banda”
Hoseok si affiancò a Yunho.
“Oh, guarda chi si rivede” disse poi “Come va la coscia?” rise poi.
Joseph ridacchiò con lui, mentre si infilava la mano destra nella tasca dei jeans, giocherellando con qualcosa di indefinito.
“Non c’è male” commentò poi, con un’alzata di spalle.
Yunho alzò una mano in direzione di Hoseok, che era già pronto a provarlo una seconda volta.
“Perché siete qui?”
Fabian camminò nella direzione di Yunho, fermandosi a qualche metro di distanza da lui.
Fece ruotare la mano destra con il palmo rivolto verso l’altro: fluttuante, su di esso, si formò un pugnale particolarmente appuntito, fatto di ghiaccio.
“Dov’è Ambra?”
I.V trattenne il respiro. Doveva andare da lei, immediatamente. Non solo stava temendo per la sua incolumità, voleva anche scoprire come facesse quel tipo a conoscerla. Anche perché questo voleva dire che aveva mentito a Yunho. E anche ad I.V stesso.
Passò lo sguardo sui tizi sconosciuti, cercando in ogni modo di non farsi vedere, e poi provò a muovere un passo indietro. Fece appena in tempo a poggiare la pianta del piede sinistro dietro quello destro, che Fabian alzò lo sguardò su di lui.
“Trattenetelo” disse poi, rivolto ai suoi compagni “Lui non si deve muovere da qui”
I.V corrugò le sopracciglia, non appena vide i tizi fiondarsi su di lui.
Jeim fece un balzò in avanti per fermare un tipo dai capelli ricci, mentre Hoseok si concentrava su quella che, ormai, era diventata una delle sue vittime preferite – Joseph. Jeim caricò entrambe le mani con dei pugni infuocati, cercando di colpire il riccio; quest’ultimo schivò agilmente l’attacco, mentre univa tra loro le dita delle mani per creare un vortice potente di aria. Lo scagliò verso Jeim, che non si spostò perfettamente in tempo e venne scagliato via, sentendo la pelle del viso bruciare per via dei tagli. Finì verso il tavolo a cui era legata la bionda.
“Jeim!” urlò lei nella sua direzione “Stai bene?” domandò poi, preoccupata.
Jeim si tirò su piano: il viso gli stava bruciando da morire. Nonostante ciò, guardò Rafaelle, ancora legata alla gamba del tavolo, cercando di non darle a vedere la sofferenza.
E cavolo, quasi si stava dimenticando di lei. Le si avvicinò di corsa, mentre il riccio – stranamente – si allontanava da lui.
Jeim armeggiò qualche istante con le catene e la liberò. La prese per un braccio, sollevandola di peso e spostandola con forza verso le scale.
“Vai su e chiuditi in una stanza” le intimò con fare piuttosto duro “E non uscire finché non ritorno io. Hai capito?!”
Rafaelle lo osservò qualche istante.
“M-Ma tu…”
“Vai!” urlò ancora Jeim, quasi con rabbia. Le diede un ultimo sguardo prima di ritornare in mezzo agli altri.
La ragazza si morse il labbro, mentre gli dava finalmente le spalle per correre al piano superiore. La faceva incredibilmente stare male vederlo in quel modo; ancora non si era abituata a quel lato di Jeim. Quasi preferiva quando rispondeva con fare scocciato o quando le diceva di non rompere le palle, perché sapeva che stava bene.
Arrivò alla fine delle scale, ritrovandosi di fronte ad un lungo corridoio e un sacco di porte. Senza pensarci due volte, ne aprì una a caso e vi si chiuse dentro. Prese una delle sedie che vi trovò al suo intero e la spinse contro la porta.
Sospirò e cercò di darsi una calmata. Doveva farlo per lei e doveva farlo per Jeim.
Ne approfittò per guardarsi un po’ in giro e cercare di capire in che stanza di fosse infilata. Ad una prima, rapida occhiata sembrava una camera da letto: c’era un letto a due piazze, un armadio lungo che occupava tutta la parete ed una poltrona da lettura posta accanto alla finestra. La cosa che la incuriosì maggiormente fu un bilanciere posto sul fondo della stanza, vicino ad altri attrezzi da palestra come pesi e magnesite. Sulla sinistra, un grande specchio.
Okay quasi sicuramente è la camera di Hoseok si ritrovò a pensare.
Decise di avvicinarsi al letto e sedersi piano, sulla punta, per evitare di disfarglielo. Hoseok, per quanto lo conoscesse veramente poco, le aveva da subito dato l’idea di una persona piuttosto gelosa delle proprie cose.
Si passò una mano tra i capelli e provò a rilassarsi, per quanto le stesse risultando particolarmente difficile. Lei, così forte e sempre sicura delle sue azioni, sentiva di per la prima volta di non avere il completo controllo di lei stessa.
 

 
***
 
 
Yunho non si era ancora mosso da dove era rimasto. Aveva anche lui fatto ruotare il palmo della mano destra verso l’alto ed era immediatamente comparso un puntale di acqua gelida, che dall’aspetto sembrava particolarmente affilato.
Il tempo, per loro due, sembrava essersi fermato. Entrambi avevano capito che intorno a loro c’era in atto un combattimento, ma in quel momento era come se fossero soli. La dimostrazione del loro potere era una di fronte all’altra, ma per il momento non sembravano intenzionati a sfruttarla.
Fabian sorrise appena, sempre con quell’espressione soddisfatta che al coreano cominciava ad urtare particolarmente.
“Non siamo poi tanto diversi, io e te” disse poi.
“Solo perché abbiamo due poteri simili tra loro non vuol dire che abbiamo qualcosa in comune” ribatté Yunho, con fare tagliente. Non voleva averci niente a che fare con lui, il suo sesto senso gli stava suggerendo che non avrebbe portato a nulla di buono continuare ad averlo intorno.
“Scordati una collaborazione o qualcosa del genere” gli disse poi infatti.
Fabian alzò le spalle vagamente.
“Peccato” commentò lui “Insieme saremmo stati probabilmente tra i più forti in circolazione della zona”
Fece una breve pausa, rendendosi improvvisamente conto che Yunho aveva fatto apparire sulla sua mano un oggetto simile a quello che lui stesso aveva creato con il ghiaccio.
Decisamente non erano così diversi.
“Ti avrei aiutato a liberarti prima di Ambra” mormorò, ritornando con lo sguardo su di lui.
Yunho corrugò le sopracciglia, cercando di decifrare la sua espressione.
“Ancora Ambra” rispose poi, con fare stanco “Si può sapere come fai a conoscerla?”
Fabian assunse un’espressione sorpresa e, per una volta, non sembrava fingere questo stupore.
“Davvero me lo stai chiedendo?”
Yunho non rispose. La sua mente stava cercando di rimettere insieme tutti i pezzi di quella storia, ma niente sembrava avere un senso logico. Ambra e questo Fabian non sembrava potessero avere nulla in comune, eppure Fabian non gli dava l’impressione che stesse mentendo.
“Ambra sa perfettamente chi sono” continuò il ragazzo, probabilmente intuendo che Yunho non ci stava capendo granché.
Yunho sollevò appena la mano che stava ancora facendo roteare il pugnale d’acqua.
“Mi sono stancando” disse subito dopo, ritornando con un’espressione più dura in volto “E soprattutto non sto sopportando il fatto che tu mi tratti come se ci conoscessimo”
Fabian mosse un passo avanti.
“Non sai minimamente chi io sia?”
“No” rispose l’altro seccato, ma con una certa sicurezza che fece corrugare le sopracciglia a Fabian.
Allora era veramente stata così brava come gli aveva promesso. Aveva avuto paura in quegli anni che potesse seriamente aver rivelato qualcosa di troppo ad altri, ma evidentemente lo temeva troppo per rischiare.
Brava, Ambra.
“E va bene” sospirò infine, sotto lo sguardo vigile di Yunho “Il gioco, per ora, si può fermare qui. Ditemi subito dov’è Ambra e io sparirò dalle vostre vite per sempre”


 
***
 
 

I.V vide camminare il ragazzo dai capelli ricci nella sua direzione. Ormai aveva capito che era lui il vero obiettivo, e non Jeim, ma non aveva tempo da perdere con questo qui.
Non appena fu a pochi metri di distanza da lui, I.V fece scroccare le dita e si graffiò con forza un braccio, scucendo la manica della camicia e controllando attentamente che gli artigli si sporcassero del suo sangue. Sollevò il braccio e gli corse incontro, prendendolo in pieno petto mentre gli artigli affondavano nella carne del giovane, sporchi del sangue di I.V.
Il ragazzo venne sbalzato all’indietro, per poi finire rovinosamente a terra supino, dopo aver indietreggiato di qualche passo e aver perso l’equilibrio.
I.V, subito dopo, premette il palmo della mano contro il pavimento. A poco a poco, il suolo divenne sempre più umido fino ad arrivare ad essere completamente bagnato.
Il ragazzo dai capelli ricci fece per tirarsi su, ma I.V fu più rapido di lui: lo raggiunse con un balzo e lo costrinse a rimanere a terra portandogli una mano sul collo, stringendolo con forza. Si inginocchiò tra le sue gambe e gli assestò una ginocchiata nelle parti intime.
Il riccio urlò a pieni polmoni, mentre si dimenava forsennatamente. I.V gli tappò la bocca con una mano, mentre da quest’ultima usciva un improvviso getto d’acqua che gli riempì la gola e la bocca. Dopo di che, lo lanciò via con forza, approfittando dell’acqua che aveva creato sul pavimento per farlo scivolare sulla superficie e fargli finire la ‘corsa’ contro il muro davanti a lui. Il giovane sbatté la testa con forza contro la superficie, rimanendo poi inerme con il collo e il viso rivolto verso il basso. Un rivolo di sangue si poteva intravedere scendere dalla nuca e finire della maglietta.
I.V si rimise in piedi in fretta e furia, pronto a correre per le scale.
Non appena si voltò con il viso, però, qualcosa lo colpì in pieno, sul labbro inferiore.
Cazzo…” imprecò, portandosi una mano sul punto dolorante e cominciando già a percepire il sapore metallico del sangue in bocca. Alzò lo sguardo: Joseph era davanti a lui che lo guardava con un ghigno divertito.
Si diede una rapida occhiata in giro, cercando di capire dove caspita fosse finito Hoseok – perché ricordava che era proprio con lui che il biondo stava combattendo. Lo trovò accanto ad ancora un sofferente Jeim; non poteva biasimarlo, era stato colpito in pieno viso. Jeim e la sua stupida mania di non parare mai i colpi, ma di attaccare e basta.
“Carina la tecnica di usare il tuo sangue per rafforzare l’attacco” commentò Joseph, soddisfatto nel costatare di avergli spaccato il labbro “Fa’ provare anche a me”
Joseph gli afferrò il mento e la bocca con le dita, spingendo il ragazzo all’indietro; la schiena di I.V finì contro l’armadio dello studio in cui Yunho generalmente teneva la maggior parte dei documenti importanti.
I.V afferrò il polso del tizio con la mano sporca di sangue e infilzò gli artigli nella pelle.
Joseph emise un verso di dolore, ma non demorse. E nemmeno I.V.
“Perché non mi lasci in pace come hai fatto con Hoseok?” domandò I.V con fatica, sentendo ancora la mano del biondo premergli sul viso.
“Il capo mi ha detto che non devi andare dalla rossa. Perciò…”
Afferrò con la mano libera la camicia di I.V, strattonandola con forza e sgualcendola sul davanti. Scaraventò I.V lontano, per terra, sul pavimento ancora bagnato.
I.V si tirò su piano, poggiandosi con l’avambraccio destro a terra. Si osservò la mano colorata di rosso.
“Che cazzo vuol dire che non devo andare da lei?” domandò con rabbia, alzando appena lo sguardo verso il biondo.
Quest’ultimo si stava tenendo il polso insanguinato con l’altra mano.
“Esattamente quello che ho detto” fu la risposta.
I.V ringhiò, mostrando i canini allungati un po’ più del solito. Picchiò con forza il palmo della mano contro il pavimento: l’acqua presente su di esso assunse una sfumatura rossastra, a causa del sangue, e si mosse piano, per poi concentrarsi maggiormente nel punto esatto in cui si trovava Joseph. Una colonna d’acqua improvvisa, da sotto di lui, lo sbalzò in aria.
I.V richiuse immediatamente la mano a pugno, facendo sì che la colonna scomparisse. Joseph cadde a terra, sbattendo il viso con violenza.
I.V ne approfittò per rialzarsi piano in piedi. Provò a respirare con calma, ma sentiva di aver preso un paio di botte belle potenti. Il labbro gli bruciava e sentiva ancora del sangue scendere dall’angolo della bocca. La camicia si era ormai sgualcita, da una parte era completamente strappata. Di positivo c’era che il sangue sulla mano destra non si era rappreso, perciò poteva difendersi senza dover necessariamente farsi ancora del male da solo.
Fece per avvicinarsi ad un ancora inerme Joseph, quando la voce di Fabian attirò la sua attenzione.
“Ditemi subito dov’è Ambra e io sparirò dalle vostre vite per sempre”
I.V corrugò le sopracciglia e si girò piano verso di lui. Perché quel tipo ce l’aveva con Ambra? Perché la conosceva così bene?
Perso nei mille dubbi che offuscavano la sua mente, non si rese conto che Joseph aveva di colpo aperto gli occhi. Si era tirato su piano e si era messo in piedi; poi, approfittando della distrazione dell’altro, aveva cominciato a correre in direzione delle scale.
I.V sentì il rumore dei passi veloci dietro di sé e si voltò insospettito. Vide Joseph ai piedi delle scale, girarsi verso di lui per tirarli un’occhiata soddisfatta e poi riprendere la sua corsa, facendo gli scalini a due a due.
I.V spalancò gli occhi.
Cazzo, Ambra.
Fece appena in tempo a muovere un piede per corrergli dietro, ma venne immediatamente bloccato.
“NO!” tuonò Fabian, spostandosi con velocità incredibile da dove si trovava, per posizionarsi improvvisamente di fronte ad I.V. Yunho sussultò, ritrovandosi di colpo a fissare il vuoto. Fu in quel momento che Won Hu fece ritorno nello studio.
“Tu non ti muovi di qui!” gli intimò Fabian nuovamente, utilizzando il pugnale che ormai aveva creato da un po’ e scagliandolo nella sua direzione. I.V si spostò, ma non abbastanza rapidamente per evitare del tutto il colpo.
Il coreano si ritrovò con una spalla tagliata. Subito dopo, Fabian creò delle catene di ghiaccio che si legarono velocemente attorno ai polsi e alle caviglie di I.V, immobilizzandolo sul posto.
Faceva male e non poteva muoversi in alcun modo, era vero, ma non gli stava importando granché.
Si rese conto che l’unica emozione che riusciva a sentire in quel momento era una gran preoccupazione, perché non era riuscito a fermare Joseph in tempo.
Era dannatamente preoccupato per Ambra e non poteva più nemmeno provare a fingere che non gli importasse. Aveva odiato Jeim e Hoseok quando l’avevano trascinata con poca grazia sulle scale, aveva avuto l’istinto di tirare un destro in faccia a Jeim quando l’aveva sentita urlare con disperazione il suo nome.
I.V cominciò a respirare rapidamente, mentre realizzava che il peggior scenario che Yunho aveva sempre ipotizzato si era avverato. E I.V non sapeva se esserne felice o meno.
“Sfioratela anche solo con un dito…” cominciò a dire “… E giuro che non uscirete vivi da qui” sibilò, guardando Fabian dritto negli occhi e stringendo i pugni. Non sapeva cosa gli stesse urtando di più: sapere che Ambra era da sola in pericolo oppure che, per colpa di Fabian, era uscito allo scoperto il suo punto debole.
Non l’anello debole, il punto debole. Il suo punto debole.

 
 












 


Angolo Autrice
Un po' di romanticismo! Eddai, ci stava bene!
Comunque, finalmente siamo arrivati ai capitoli clou, alla ciccia di tutta la storia che, secondo le mie previsioni, dovrà andare avanti ancora per un bel po'. Eh sì, questa volta si tratta di una vera e propria long che ho tutta la volontà e l'intenzione di portare a termine. 
Ad ogni modo, sono davvero contenta di essere arrivata alla pubblicazione di questo capitolo in particolare perché finalmente si vede un combattimento serio, si vedono i poteri e la spietatezza dei cacciatori. Spero, ovviamente, di essere riuscita a rendere il tutto come lo immaginavo nella mia testa.
Ringrazio ancora per le numerose visite e ci vediamo settimana prossima!

 
  
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