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Autore: Ahimadala    22/06/2021    2 recensioni
Ci sono campane nuziali all'orizzonte.
Hermione Granger, felicemente single, si ritrova sotto il mirino di tutte le riviste di gossip quando il matrimonio del suo ex, Ron, si avvicina.
In preda alla disperazione, si allea con il suo rivale sul lavoro, il single seriale, ma altamente desiderabile secondo i giornali, Draco Malfoy.
Il loro piano é semplice: trascorrere due settimane fingendo di essere follemente innamorati per poi andare ognuno per la propria strada una volta concluso il matrimonio.
Dovrebbe esser facile.
Loro sono, dopotutto, cordiali nemici.
Questa storia NON è mia, ma è la traduzione dell'opera di Senlinyu e Stargazing121.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Non c'è niente come i maghi e le loro feste. 

Stasera è la notte del più grande evento di Quidditch dell'anno. A parte la Coppa del Mondo. E il Torneo Nazionale. E la cerimonia di premiazione annuale della Firebolt. E il Campionato delle Case di Hogwarts. 

Quindi, per chiarire, stasera è la notte di uno degli eventi di media-importanza di Quidditch dell'anno: The Quidditch Personality awards.

Chi avrebbe mai detto che i giocatori di Quidditch avessero delle personalità? 

Tutti i grandi nomi del Quidditch britannico saranno presenti, così come molti dei personaggi mondani della Londra magica, compreso il nostro scapolo numero uno, Draco Malfoy.

L'anno scorso, il signor Malfoy è stato accompagnato a questo evento nientemeno che dalla campionessa svedese di Quidditch, Elka Michaelson, che è stata nominata Giocatrice di Quidditch dell'anno. 
Solo una settimana dopo, il signor Malfoy e la signorina Michaelson hanno messo fine alla loro breve relazione, quando la signorina Michaelson ha minacciato di tagliare il "Boccino" al signor Malfoy.

Quest' autrice non é sicura di cosa abbia fatto esattamente il signor Malfoy per meritare un addio così gelido, ma dal momento che è stato avvistato con la magica intrattenitrice Valentina Verdi più tardi quella stessa sera, possiamo solo immaginare. 

Speriamo che la signorina Granger abbia più fortuna della signorina Michaelson, o della signorina Verdi, o -

Hermione mise da parte l'ultimo articolo di The Social Snitcher senza finirlo. Chiuse gli occhi, espirando lentamente prima di riaprirli. Le sue dita accarezzarono il tessuto del suo vestito mentre riprendeva a studiare criticamente il suo riflesso nello specchio. 

Indossava il vestito che metteva sempre agli eventi a cui non voleva andare. Era di un blu quasi nero, con piccoli bottoni dorati. Collo alto e maniche aderenti fino ai gomiti. Era entusiasta il giorno in cui l'aveva trovato da Twillfit and Tattings. Classico. Non troppo formale, ma abbinato a dei guanti da sera era elegante e poco impegnativo.

Ron lo odiava. 

Era scialbo, aveva detto. Quasi nessun colore. Bottoni fino al collo. Non il tipo di vestito che faceva sentire qualcosa ad un uomo.

In risposta, era diventato l'unico vestito che Hermione indossava agli eventi a cui non avrebbe voluto partecipare.
L'abito del Rancore, cosí lo chiamava. Lo indossava per sé stessa e per nessun altro, e non le importava che non fosse mai stato abbastanza all'avanguardia da guadagnarsi una fotografia su Witch Weekly. In effetti, le piaceva sapere che indossare lo stesso vestito ad ogni singolo evento rendeva le sue foto praticamente inutili. 

Lo stesso vestito, le stesse scarpe, la stessa pettinatura raccolta e fissata con una generosa quantità di pozione di Sleekeazy. Era come fare un salto indietro nel tempo di sette anni.

Il solo pensiero le fece rivoltare lo stomaco.

Non era affatto emozionata all'idea della serata che l'attendeva. Non c'era una sola festa a cui avesse mai partecipato che le fosse piaciuta fino in fondo.
C'era qualcosa in Hermione e nella natura di tali eventi che faceva sí che viaggiassero su binari totalmente separati.

Dopo la settimana appena trascorsa, l'ultima cosa che desiderava era passare ancora più tempo con Malfoy.
Era impaziente di avere il fine settimana tutto per sé, così da prendere un po' le distanze dagli ultimi giorni.
In realtà, non erano tanto i giorni in sé, ma Malfoy stesso il problema. 

Era passato molto tempo da quando Hermione aveva avuto qualcosa che potesse essere definito come una relazione, e ritrovarsi all'improvviso il proprio spazio personale inesorabilmente invaso stava cominciando a causarle una piccola crisi interiore. 

All'inizio era andata bene. Beh, non proprio bene, ma nemmeno così male.
Sebbene di tanto in tanto avesse delle reazioni fisiologiche all'inevitabile vicinanza di Malfoy, era qualcosa del tutto naturale e prevedibile, e niente che non potesse risolvere più tardi in bagno con i polsi sotto il getto dell'acqua fredda.

Tuttavia, negli ultimi due giorni, Malfoy sembrava quasi aver smesso di comportarsi come se tutto fosse una recita.
Inizialmente, quando la toccava, il suo impulso immediato era quello di guardarsi intorno per accertarsi che qualcuno l'avesse notato, per poi allontanarsi non appena la loro performance fosse finita.
Ora invece le sue mani indugiavano su di lei una frazione di secondo in più del necessario. I suoi occhi la fissavano in un modo totalmente diverso da come avevano sempre fatto nel corso di tutti gli anni in cui l'aveva conosciuta.

Non era interesse. Non era così folle da pensare che Malfoy potesse avere qualche interesse per lei.
Era piuttosto il risultato inevitabile del trovarsi in costante prossimità di un donnaiolo che stava andando in crisi di astinenza da appuntamenti seriali. 

Malfoy si era accorto di lei semplicemente perché era l'unica opzione disponibile.

In circostanze normali sarebbe stato ironico. Persino ridicolo.

Sfortunatamente, le circostanze erano tutt'altro che normali.

Forse Hermione era stata single troppo a lungo, perché sentiva di aver dimenticato quanta fisicità ci fosse effettivamente in una relazione, la quantità di contatto e vicinanza che era necessaria per fingere in modo convincente.
Non ricordava così tanta tensione con Ron, tranne quando si urlavano contro, e non era proprio la stessa cosa.

Quando la giornata di lavoro giungeva al termine e riusciva finalmente a sfuggire a Malfoy, tornava a casa sentendosi come un diapason, vibrante fino alla punta dei piedi. 

Non era nemmeno in grado di slacciare i bottoni dei suoi vestiti senza che la sua mente riportasse a galla il ricordo dei denti di Malfoy, e la sensazione della sua mano pesante che le avvolgeva la vita. Il particolare ritmo con cui respirava, le labbra a pochi centimetri dalla sua pelle, e la durezza del suo petto contro la sua schiena quando la coglieva alle spalle e le sussurrava dolcemente all'orecchio qualche aneddoto sugli animali del tutto idiota.

Hermione non era mai stata sessualmente repressa, contrariamente a quanto qualcuno volesse credere sul perché fosse stata single per così tanti anni.
Conosceva diversi metodi per godere della sua sessualità e non aveva alcuna inibizione nell'usarli. 

Attualmente, però, non stava godendo affatto della sua sessualità, perché ogni volta che ci provava iniziava a pensare alle mani, ai denti e alla lingua di Malfoy, al modo in cui i suoi occhi brillavano quando incontravano i propri, alla sensazione del suo corpo pesante su di lei, e non aveva alcuna di pensare Malfoy mentre godeva della sua sessualità. 

Era un assoluto stronzo, e neanche una sua versione immaginaria avrebbe dovuto avere qualcosa a che fare con la sua camera da letto.

Era stata costretta a fare esercizi di respirazione e meditazione per tentare di calmarsi. Sfortunatamente, non erano stati di grande aiuto. 

Ora, a causa di una festa di Quidditch, una combinazione delle due cose che odiava di più al mondo, era costretta a rinunciare a metà del suo weekend per Malfoy.
L'unico aspetto positivo di tutto ciò era che il suo attuale senso di sofferenza per la cosa stava avendo un effetto inibente sulla sua libido. 

Lanciò un'ultima occhiata irritata al suo riflesso e si voltò. 

Sperava che avrebbero seguito la stessa routine della maggior parte delle feste a cui aveva partecipato.
Sarebbe arrivata con Malfoy, sarebbero stati fotografati, si sarebbero mescolati brevemente alla folla e poi lui sarebbe stato chiamato dai suoi amici e si sarebbe dimenticato della sua presenza.

E poi lei avrebbe potuto andarsene. 

Sperava solo che non ci fosse troppa confusione. Con un po' di fortuna, sarebbe stata di nuovo a casa entro un'ora o due e avrebbe avuto ancora tempo per...

"Granger!"

Malfoy apparve improvvisamente accanto a lei.

Lei soffocò un urlo, quasi saltando fuori dalla sua stessa pelle, e sbatté la mano sul pomello della porta che stava per afferrare.  

Malfoy si era materializzato nella sua camera da letto, bagnato fradicio e sorridendo come un maniaco.

"Sorridere" non era forse il termine esatto. Le stava rivolgendo un sorriso sbilenco, la sua espressione leggermente imbarazzata nascosta dietro i capelli che gli erano rimasti incollati alla fronte.  

Sembrava un pomeranian* affogato. 

Hermione premette una mano contro il suo petto, sopra il suo cuore che batteva all'impazzata, sentendosi come una specie di matrona che stringe le sue perle. Niente nella sua vita, nemmeno l'ultima settimana, l'aveva preparata allo shock di Malfoy fradicio che si materializzava accanto al suo letto. 

Aveva tolto le protezioni in modo che lui potesse materializzarsi nel salone come una persona normale. 

"Cosa ci fai in casa mia? Come sapevi dove si trova la mia camera da letto?".

"Hai un asciugamano?" agitò la testa, inondandola di gocce d'acqua.

"No, non ho un asciugamano".

"Cosa?" disse lui, agitandosi, con aria scioccata. "Non hai un asciugamano di riserva in tutta la casa? So che gli stipendi del Ministero sono una schifezza totale, ma è proprio illegale che tu non possa permetterti un altro set di asciugamani".

"No" disse Hermione rapidamente. Prendendo un respiro profondo, cercò di ricordare a se stessa che la pena minima ad Azkaban per un omicidio era l'ergastolo. "Non voglio darti un asciugamano".

"Oh. Suppongo che allora gocciolerò su tutto il tuo bel tappeto".

"O potresti andartene. Non dovresti essere qui per un'altra mezz'ora".

"Ho bisogno di te".

Prese un altro respiro. Forse avrebbe dovuto contare fino a dieci. "Perché?"

"Ho promesso a Blaise che non sarei tornato finché non ti avessi preso".

Iniziò a contare. Uno, due, tre...
Lei strinse i denti. "Sei qui perché ti ha mandato Blaise?".

Quattro, cinque, sei...

"Perché abbiamo un disperato bisogno del tuo aiuto".

C'era forse un grande cartello lampeggiante attaccato da qualche parte su di lei che diceva: "Uomini idioti che hanno bisogno di assistenza, fate domanda qui per un aiuto immediato"? 

Sette, otto, nove -

La mascella cominciò a farle male. "Per cosa ti serve il mio aiuto?". 

"La pioggia".

Ci fu una pausa, e Hermione dimenticò di continuare a contare mentre registrava la sua risposta. 

Trasse un respiro profondo e lo fissò. "il tuo lavoro consiste praticamente nell'organizzazione di eventi" disse, pronunciando ogni parola con attenzione per assicurarsi che non fraintendesse qualcosa.

Lui si limitò a fissarla innocentemente, ancora con l'aria di un cucciolo mezzo affogato. 

Lei sbatté le palpebre. "Vuoi dirmi che non hai messo in conto la pioggia nell'organizzazione di un evento a febbraio?"

Draco continuò a gocciolare sul tappeto, apparentemente determinato a non ricordarsi che aveva una bacchetta e che era in grado di effetturare su sé stesso incantesimi asciuganti.
Forse era convinto di apparire disinvolto mentre se ne stava nella sua camera da letto con l'aria di chi si è messo lo smoking per andare a nuotare.

"Ah, beh, vedi" disse lui, trasudando ancora sicurezza, come se ci fosse una scusa incredibilmente convincente e la stesse solo conservando come sorpresa. Hermione sentì un mal di testa in arrivo: "Quest'anno ci è stato caldamente consigliato di tenere il Ballo delle Quattro Palle in un luogo babbano. Blaise ha trovato questa arena; bella struttura, perfettamente accessibile -"

Hermione rimase in attesa del grande "ma" alla fine della descrizione della struttura.

Draco alzò un dito come una virgoletta. "- ma, quello che non ho apprezzato è che gli stadi babbani sono spesso, purtroppo... senza tetto. Ho supposto, e col senno di poi capisco il mio errore, che fosse un incantesimo di illusione come il soffitto della Sala Grande di Hogwarts, ma non è così. Lo stadio è infatti completamente senza tetto". 

Gesticolò in modo dimostrativo per indicare la vasta estensione dell'assenza di tetto. 

"Per il momento abbiamo incantesimi che respingono l'acqua su tutti i tavoli e le decorazioni, ma gli ospiti arriveranno a breve e, guarda caso, non ho mai impermeabilizzato un intero stadio prima, ed è un po' più complicato di quanto pensassi. Ha retto per circa dieci minuti prima di rompersi, e poi c'è stato un piccolo - beh, medio - diluvio". Alzò entrambe le braccia fradice e fece una piccola giravolta; gocce di pioggia gli scivolarono dalla punta delle dita. "Ebbene, eccomi qua".

"Così hai pensato a me?" Hermione non sapeva se sentirsi sconcertata o lusingata. Si stava letteralmente formando una pozzanghera sul suo tappeto, così sospirò in segno di sconfitta ed evocò un asciugamano dal suo bagno, lanciandoglielo in testa.

Lui lo afferrò con l'agilitá che solo un Cercatore avrebbe avuto. 

"Grazie", disse, mettendosi l'asciugamano sulla testa e strofinandosi furiosamente. Dopo un minuto, quando abbassò l'asciugamano, i suoi capelli erano appuntiti come se fosse stato fulminato.

Era... stranamente accattivante. Oh, Dio. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era trovare Malfoy attraente in questa particolare condizione.
Se proprio doveva essere attratta da lui, poteva almeno mantenere un certo standard a riguardo.

Emise un sospiro rassegnato, sapendo che avrebbe ceduto.
Dopo tutti gli anni in cui aveva rimproverato Harry per la sua "ossessione di salvare le persone", sospettò che anche lei potesse soffrire di una condizione altrettanto grave.
"Bene. Vedrò cosa posso fare".
____

Quando si ritrovarono fianco a fianco fuori dallo stadio di Wembley, al riparo sotto gli ombrelli, Hermione quasi imprecò. Come poteva aspettarsi di incantare un'intera arena in meno di mezz'ora?

"Wembley" disse, voltandosi verso Draco, al riparo sotto il suo ombrello di riserva - quale inglese che si rispetti non aveva più di un ombrello? "Perché proprio lo stadio di Wembley?"

Il giovane si accarezzò di nuovo i capelli. Erano ancora umidi, e sebbene avesse passato un minuto nel bagno di lei a sistemarli, non era riuscito a recuperare il suo ciuffo solitamente perfetto. 

Ci fu una breve pausa, prima che alzasse un sopracciglio come se avesse bisogno di un momento per formulare la spiegazione.

"Beh..." iniziò finalmente, "per un bel po' di valide ragioni, te lo posso assicurare. In primo luogo, molti degli ospiti sono internazionali, e Wembley è un luogo centrale. In secondo luogo, sempre più persone usano mezzi di trasporto babbani per evitare di essere scoperti e di incorrere in multe del Ministero. E infine, perché non ci sono molti luoghi magici che offrano lo spazio di un campo da Quidditch e non si trovino in un campo fangoso nel mezzo della remota campagna britannica".

Hermione si voltò a fissarlo. "E non hai notato che era senza tetto?" 

Ci fu una pausa che fu interrotta solo dal rumore della pioggia che cadeva sui loro ombrelli e veniva poi schizzava sul marciapiede intorno a loro. "Te l'ho detto, ho pensato che fosse un'illusione. Inoltre, c'era il sole l'ultima volta che sono stato qui".

Hermione si dipinse un sorriso sul volto. "E quando é stato?"

Draco si schiarì la gola. "Agosto dell'anno scorso".

"Che mese è adesso?" disse lei, il suo tono dolce come un cucchiaio di zucchero. Sperò che gli facesse venire il mal di denti; Così avrebbero avuto una cosa in comune.

"Febbraio." Strattonò il nodo del suo papillon. "Va bene, Granger, ho capito. Sono stato stupido".

Hermione prese un respiro profondo, cercando di stimare le dimensioni dello stadio e la quantità di pioggia che stava cadendo dal cielo. Stava diluviando. Uno degli acquazzoni più grossi che avesse visto da anni. "Non c'è una... filiale del Ministero o un appaltatore che di solito fa queste cose per voi?"

Draco sospirò. "Sì, in genere, purtroppo i loro uffici sono tutti chiusi ora e anche se non lo fossero, di solito hanno bisogno di almeno un giorno..."

Lei arricciò il naso verso di lui. "Quindi hai pensato: 'Hermione, che lavora in un ufficio legale, può occuparsi di tutto per me in trenta minuti'?"

Lui la guardò, sembrando sorpreso da quella domanda. "Non puoi?"

Hermione si voltò, fissando l'edificio. "Sarai davvero in debito con me dopo questo, spero che tu te ne renda conto".

"Draco, di' alla tua ragazza che è fantastica" disse Blaise, punzecchiando Malfoy sul braccio con la punta della bacchetta. 

Lui lo punzecchiò a sua volta. "Diglielo tu stesso".

Blaise si voltò verso di lei e con un tono di rara sincerità disse: "Sei fantastica".

"Ha ragione" disse Malfoy, annuendo. Fece un passo indietro, inclinando il mento e ammirando lo stadio asciutto come se fosse un dipinto a olio.

Proteggere tutto lo stadio di Wembley non era stato così difficile come Hermione aveva temuto.
C'era semplicemente bisogno di più di una persona per riuscirci, e apparentemente Draco non aveva mai familiarizzato con le basi della molteplicità della magia protettiva.

Una volta che Hermione ebbe risolto l'aritmetica e verificato le dimensioni esatte dello stadio, ci fu solo bisogno di reclutare alcuni ristoratori e camerieri per aiutare, insieme all'assortimento di stagisti e assistenti e altri individui inutili che lavoravano negli sport magici, oltre a Draco e Blaise stessi.
Dopodiché le protezioni furono al loro posto e la pioggia si estinse in breve tempo. 

Hermione trascorse diversi minuti a un'altezza vertiginosa e nauseante, testando la barriera, rinforzandola e assicurandosi che non sarebbe esplosa inaspettatamente e non avrebbe annegato la comunità internazionale di Quidditch. 

"Penso che reggerà", disse infine, lasciando cadere il braccio che cominciava a farle male a furia di tenerlo sollevato.
Era fastidiosamente umida dappertutto, e i suoi capelli cominciavano a espandersi visibilmente. 

"Ci serve solo qualche ora" disse Blaise, "e poi, se si rompe, sarà un modo efficace per far andare via tutti".

"Hai una vena sadica nascosta, vero amico?" disse Draco, sollevando gli angoli della bocca. Alzò la bacchetta. "Qualcuno vuole un asciugamano?" 

Le porse un soffice asciugamano da bagno bianco. Hermione sgranò gli occhi mentre lo accettava, non mancando di notare il monogramma MLD in caratteri dorati ricamato sulla flanella. Cercò di asciugarsi con cautela senza rovinarsi il trucco e senza far arricciare i suoi capelli più di quanto non stessero già facendo. 

Era una battaglia persa. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di tornare a casa per sistemare tutto... o forse avrebbe dovuto solo scusarsi e saltare la serata. Non ci sarebbe stato il tempo di prepararsi di nuovo senza arrivare in ritardo. Sarebbe stato il modo perfetto per evitare la festa.
Draco si sarebbe scusato della sua assenza spiegando che ci sarebbe stata se avesse potuto.

Sarebbe stato infinitamente preferibile all'essere trascinata in giro mentre Draco si giustificava con gli invitati riguardo al suo aspetto.

Vedeva già le battute di scherno sul The Social Snitcher di domani su nati Babbani nei locali Babbani, o le speculazioni su quali talenti dovesse possedere affinché Malfoy si facesse vedere volentieri in pubblico con lei quando sembrava una vagabonda. Il solo pensiero le provocò una leggera nausea.

Gli porse l'asciugamano. "Non credo che riuscirò a rimettermi in sesto in tempo. Dovrei andare a casa".

Malfoy saltò indietro come se fosse stato attaccato, rifiutando di accettare l'asciugamano. "Sciocchezze. Assolutamente no. Hai salvato la serata, sei la star della serata. Solo non dirlo a nessuno dei giocatori nominati; il loro ego é già abbastanza difficile da fare entrare in questo stadio".

Hermione tese ancora di più l'asciugamano. "Non è davvero necessario, io..."

Il giovane tirò fuori dal nulla un altro asciugamano, e poi molti altri, seguiti da una serie di oggetti che avrebbero potuto essere strumenti di tortura. 

"È fuori questione. Hai compiuto la tua missione di salvare il mondo" Fece una pausa, aggrottando le sopracciglia. "Salvare la serata?" 

Agitò una mano. "Stessa cosa, in realtà. Bel trucchetto, ora tocca a me rendermi in qualche modo utile". La prese per le spalle e la condusse lontano da Blaise e in un punto in cui c'era una luce migliore. "Una novità, come credo sappiate entrambi".

"Vi lascio soli" disse Blaise, afferrando un asciugamano e dirigendosi verso una delle uscite. "Per evitare di ritrovarmi nel bel mezzo di un fuoco incrociato".

Hermione alzò le sopracciglia e il mento verso Malfoy, che la fissò con aria interrogativa come se stesse pianificando un'incursione in territorio straniero. 

"Così puoi evocare asciugamani" disse infine, quando pensò che lui l'avesse fissata abbastanza.

Lui riprese vita. "Vedi, li stavo conservando" disse, avvolgendosi un nuovo asciugamano intorno alle spalle. "Per un giorno di pioggia".

Mormorò qualche incantesimo, e il suo vestito fu improvvisamente asciutto e non più umido e stretto contro la sua pelle. Un altro incantesimo mormorato e le grinze svanirono. Allungò le dita tra i suoi capelli e fece scivolare via tutte le forcine, mettendosele in tasca.

Un asciugamano le cadde sulla testa. Draco lo appoggiò su di lei come un cappuccio, premendolo con cautela. "Dovrei andare. Malfoy, onestamente, non ho nemmeno -"

"Hai salvato la mia serata, ora io salverò la tua. Potrai anche essere in grado di impermeabilizzare un intero stadio, ma io ho delle forcine d'emergenza". Ne estrasse un set da una tasca interna dello smoking e lo mise in mostra. "Non sottovalutarmi".

"Bene." 

"Bene. Ora, nei miei molti anni di esperienza negli appuntamenti, non mi è capitato spesso di asciugare i ricci; c'è una tecnica che preferisci?"

E lo chiedeva adesso?

Hermione fece una smorfia. "Probabilmente è irrecuperabile".

"No, no", disse lui, "dove sarebbe andata a finire la serata se tu avessi avuto questo atteggiamento disfattista mezz'ora fa? La mia festa sarebbe sott'acqua".
Capovolse l'asciugamano, strizzandole i capelli dal basso verso l'alto. Poi si fermò, fissandola con un'espressione che non riuscí a decifrare.
Il tipo di espressione che la gente assume quando guarda un'opera d'arte che non riesce a comprendere.
La sua testa si inclinò di lato, come se ci fosse qualcosa che si aspettava di trovare ma che non riusciva a vedere. Poi sbatté le palpebre e il momento passò.

"Ti sono eternamente grato".

"Davvero, non è stato niente".

Draco grugní, e fu strano sentire un suono così poco dignitoso uscire da un naso dalla forma così perfetta. "Solo tu puoi dire che impermeabilizzare il più grande stadio del Regno Unito non è stato niente".

La parte posteriore delle sue nocche le sfiorò un lato del collo, e Hermione si ritrovò ad arrossire mentre il suo stomaco fece una capriola non richiesta. Poi il suo cervello si rimise in pari con la conversazione.

"Il più grande stadio del Regno Unito?" Ripeté prima che il suo tono di voce diventasse più acuto. "Per caso è questa la vera ragione per cui hai scelto Wembley?"

Ci fu un silenzio imbarazzato. 

"Le dimensioni contano. Me l'hanno detto in buona fede".

Hermione inclinò la testa all'indietro per fissarlo, e scoprì che il suo viso era considerevolmente più vicino al proprio di quanto aveva immaginato, e la stava studiando di nuovo, gli occhi fissi su di lei, le sopracciglia aggrottate come se si trovasse di fronte a un enigma che non riusciva a risolvere.

La sua mano era piegata intorno alla base del suo collo, le sue dita vagavano sotto l'asciugamano e intorno all'attaccatura dei suoi capelli. Hermione non era sicura che stesse realmente prestando attenzione a ciò che stava facendo, dal momento che la stava guardando molto attentamente. I suoi occhi tracciavano lentamente i suoi lineamenti come se li stesse memorizzando.

Ora che non era più fastidiosamente umida, cominciava a sentire un fastidioso calore. "C'è qualcosa sulla mia faccia?"

"Cosa? No, sto solo contemplando la natura misteriosa dei tuoi capelli".

La voltò rapidamente e tirò via l'asciugamano. Poi ci fu un altro incantesimo mormorato che lei non riconobbe, e i suoi capelli smisero di espandersi verso l'esterno e si sistemarono un po'.
Le sue dita si intrecciarono tra i suoi ricci in un modo che le procuró un brivido lungo la schiena, mentre iniziò a fare qualcosa con le forcine.

Dopo diversi minuti di attorcigliamenti e strattoni, la voltò nuovamente, catturando un ricciolo sfuggitole vicino alla tempia e avvolgendolo intorno al suo dito in modo che si arrotolasse correttamente. Si raddrizzò e la scrutó dall'alto in basso: "Eccoti, Granger". 

Liberò la sua mano e fece un passo indietro, scrutandola con aria critica. "Temo che i riccioli mi abbiamo messo in leggera difficolta, un po' come la loro proprietaria. Sono più vicini al loro antico splendore adesso, piuttosto che a  quel tragico stato di prigionia al quale li avevi sottoposti a inizio serata. Non dirlo a nessuno, ma ho sempre avuto un debole per la natura incorreggibile dei tuoi capelli. Senza, non sembri realmente tu".

I suoi occhi scivolarono dai capelli al vestito, fino alle scarpe e poi di nuovo su. Il cuore di Hermione si fermò mentre aspettava che assumesse quell'espressione rassegnata che Ron rivolgeva alle sue scelte di abbigliamento. 

La sua mascella si tese quando i suoi occhi tornarono sul suo viso, riprendendo ad osservarla.

"Mi è sfuggito di mente prima" disse lui, le ciglia che sfiorarono per un attimo la sommità dei suoi zigomi prima di alzare lo sguardo, "volevo dirtelo quando sono arrivato al tuo appartamento, hai un aspetto incredibile stasera. Quel colore ti sta bene".

Hermione rise.

Non era sua intenzione.
Fu una di quelle risate forzate e goffe, ed ebbe appena il tempo di registrarla prima che le scappasse. Non si aspettava alcun complimento sul suo guardaroba stasera, soprattutto dopo aver passato mezz'ora a indossarlo sotto un acquazzone. 

Tuttavia, la cosa più sconcertante fu che le parole di Draco non sembrarono insincere, come se le stesse dicendo solo perché si sentiva obbligato a dirle almeno una cosa carina dopo che aveva salvato la sua festa.
Sapeva come suonava la sua voce quando era insincero. 

D'altra parte, se c'era qualcosa che l'ultima settimana le aveva insegnato era che lui era capace di sembrare completamente sincero anche quando non lo era.

Forzò un sorriso verso di lui. "Giusto."

I suoi occhi si restrinsero, le sopracciglia si aggrottarono. Sembrò sinceramente infastidito. Il cipiglio raggiunse gli angoli dei suoi occhi, pizzicandoli in un modo che si rifletté nella sua voce mentre diceva piano: "Hermione -" 

"Malfoy!" Blaise gridò dall'altro lato del campo. "Quelli dell'intrattenimento sono qui. Vogliono sapere dove sistemarsi".

Hermione si raddrizzò e la testa di Draco si alzò di scatto, così in fretta che sembró fosse stato tirato su da una lenza da pesca. Sbatté le palpebre un paio di volte, come per mettere a fuoco, e poi fece rapidamente un passo indietro. L'asciugamano gli cadde di mano, finendo per terra. 

"Lo spettacolo" ripeté, come se avesse sentito male la prima volta, il che era impossibile, visto che Hermione era sicura che mezza Londra avesse sentito l'urlo di Blaise. 

"Sono una troupe acrobatica di Budapest, che si esibisce a cavallo di una scopa" disse Draco, gesticolando sopra la sua spalla. "Dovrei... andare a vederli".

Girò sui suoi tacchi e praticamente corse attraverso il campo.

   
 
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