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Autore: Allen Glassred    26/06/2021    1 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Veritas, circa tredici anni prima.

 

Il ragazzino di circa undici anni arriva al corridoio, in cui ha percepito un forte odore di sangue: non è sangue comune pensa, è sangue Hikari. Ma cosa starà mai succedendo? Non ha avvertito presenze di Hunters o cose simili, nessuno si è introdotto a palazzo e nessuno ha aggredito il clan della luna blu. Allora, pensa il ragazzino, cosa può essere accaduto? Improvvisamente si blocca, avendo percepito di aver pestato una pozza di sangue: non è eccessiva ma, trovandosela di fronte così all’improvviso il corvino non può fare a meno di sussultare spaventato. In seguito alza lo sguardo verso una figura che lo rassicura, riconoscendolo essere familiare. “ Cugino! Menomale sei qui! Quando ho sentito questo forte odore di sangue, ho temuto… “. Si blocca di scatto: suo cugino continua a dargli le spalle e, di fronte a lui, qualcuno giace a terra: è di questa persona il sangue a terra, si percepisce chiaramente l’intenso e particolare odore che solo il suo sangue può possedere. “ C… cugino? “. Chiede quai in un sussurro il corvino, quasi temendo di fare una domanda e, ancor più, la risposta ad essa. “ Cos’è successo? “. Chiede semplicemente, mentre colui che si rivela essere suo cugino volge il viso verso di lui, viso anch’esso macchiato di sangue così come il suo vestiario, almeno in parte. Anche la sua spada è ancora insanguinata e da essa alcune gocce vermiglie cadono a terra.

 

“ Dominique “. Lo chiama per nome, quasi in un sussurro. Il corvino continua a rimanere immobile nella sua posizione, la luna blu regna sovrana in quel cielo stanotte senza stelle, i suoi raggi illuminano i due cugini per alcuni istanti.

 

“ Che cos’ha fatto… “. Sibila semplicemente Dominique Lunetets, il figlio di Veronica Lunetets e nipote della scomparsa Regina Luna e di Re Kaname. “ Che cos’hai fatto, Vanitas?! “. Grida, facendo così intendere che chi gli sta davanti con il viso ancora insanguinato è suo cugino Vanitas, il primogenito di Kaname e Luna.

 

“ Io ho ucciso la Luna Blu “. Fa l’allora dodicenne Principe, spostandosi lievemente e facendo finalmente capire chi sia la persona a terra, colpita dalla spada dello stesso figlio. “ Ho ucciso Kaname Hikari con le mie stesse mani “. Conclude, mentre la Luna Blu sembra volergli dare la propria benedizione per l’atto compiuto e lo illumina maggiormente. A quella vista Dominique rimane immobile ed agghiacciato.

 

“ Tu… tu hai fatto cosa…? P.. perché lo hai…? “. Sussurra in modo sconnesso, persino incapace di mettere insieme una frase a senso compiuto. “ Perchè hai ucciso il re?! Volevi così tanto il trono, al punto da uccidere il tuo stesso padre?! “. Grida, su tutte le furie: per lui Kaname Hikari non era il mostro che tutti dipingevano, era un esempio da seguire, quel padre che non ha mai potuto avere. Ed ora pensa, ora tuto è perduto: non ha più nulla, di nuovo è rimasto solo. “ Vanitas! Dì qualcosa! Perché lo hai fatto?! “. Grida alterato il più piccolo, mentre l’altro si incammina per andarsene, sorpassandolo. Suo cugino tuttavia è più rapido e lo afferra per il polso: i suoi occhi sono iniettati di una luce rossa, luce che viene offuscata solo dalle lacrime.

 

“ Torna nelle tue stanze, Dominique: la luna blu è alta da un po' e con il tuo potere ancora instabile, potresti anche sentirti male “. Fa semplicemente un giovanissimo Vanitas Hikari, per poi andarsene come nulla fosse avvenuto, come se nemmeno avesse ucciso il suo stesso padre.

 

“ Cugino… “. Mormora solamente l’altro, stringendo i pugni con ira. “ Io… ti amo così tanto, più di ogni altra cosa… “. Sussurra, mentre le lacrime continuano a scendere incontrollate. “ … ma… “. Si volge di scatto verso colui che era suo zio, per lui un secondo padre nonostante, di fatto, non abbia mai ricevuto nessun segno d’affetto da parte sua. “ … non ti perdonerò mai! “. Il potere della Luna Rossa infrange una vetrata, gli occhi del giovane si tingono ora di blu mentre il potere degli Hikari riprende a scorrere in lui e gli da una nuova ed inarrestabile forza. Tuttavia, una cosa fa sussultare il ragazzo e gli fa pensare che, forse, non è tutto perduto come ha creduto. Una cosa di cui, per ora, si sono accorti solo lui e Vanitas che, nel corridoio che conduce alla sua stanza incontra uno strabiliato Dante.

 

“ M… Maestà? “. Chiede solamente, mentre il giovane Principe si volge verso di lui. Notando il sangue sul suo viso il maggiordomo sgrana gli occhi. “ Maestà… lo avete… lo avete davvero fatto, dunque? “. Chiede, mentre Vanitas annuisce rimanendo freddo, come se nemmeno avesse levato la spada sul suo stesso padre. “ Avete ucciso Re Kaname…? “. Chiede, mentre il giovane Principe annuisce per poi volgersi verso il fedele maggiordomo.

 

“ Il precedente Re di Veritas, Kaname Hikari, è morto per mia stessa mano “. Sussurra semplicemente, mentre istintivamente e scordando ogni formalità l’uomo lo abbraccia, stringendolo forte a sé.

 

“ Grazie… grazie! “. Fa solamente, sollevato da quella notizia: una reazione del tutto diversa da quella che invece, ha avuto Dominique poco prima. “ Avete liberato il popolo da quel tiranno. Avete vendicato la nostra amata regina! Grazie! “. Fa solamente e, accorgendosi del gesto compiuto torna in sé per poi fare un passo indietro. “ S… scusate… “. Mormora poi, abbassando lo sguardo. “ P… perdonate la mia scortesia, ecco… “. Fa, ma il più giovane lo interrompe prima che possa proseguire.

 

“ Dante...”. Lo chiama, mentre istintivamente l’uomo si mette sull’attenti come fosse un soldato. “ Aiutami a togliere questo sangue… “. Mormora, mentre a quella frase l’arancione non può fare a meno di inchinarsi rispettoso, avvertendo il cambio di reggenza.

 

“ Come desiderate, mio Re “. Sussurra, riconoscendo che, da ora, è Vanitas il nuovo e legittimo Re di Veritas. Ma sa anche che insieme al potere del proprio clan, insieme al potere del Re, da Re Kaname ha anche ereditato qualcos’altro. Una cosa che a sua volta, Re Vanitas trasmise al genero poco prima di morire per mano sua.

 

Garry si riunisce finalmente a Jeanne, rimasta nella sala del trono ancora sconvolta. La donna è seduta a terra incapace persino di reggersi in piedi, le gambe le tremano e lei non riesce a capacitarsi di quanto accaduto. Da prima non si accorge della presenza dell’uomo, in seguito è proprio lui a farsi notare prendendo parola di lì a poco: vederla in quello stato lo ha devastato più della battaglia appena sostenuta, vederla soffrire per lui è davvero insostenibile e peggio che ricevere mille proiettili o fendenti di spade. “ Jeanne “. La chiama e, sentendo la sua voce, la Principessa alza lo sguardo: immediatamente il giovane erede di Haruka e Juliette non può fare a meno di notare che sta piangendo e, preoccupato, corre in suo soccorso. L’aiuta ad alzarsi da terra per poi prendere parola di lì a poco. “ Jeanne, che ti ha fatto quel bruto?! T ha fatto del male?! “. Chiede, intuendo per forza che la principessa deve aver avuto a che fare con Vincent, dato che lui era occupato con Dominique e gli altri ribelli sono tutti stati annientati o messi in fuga. La bionda continua a piangere a dirotto, singhiozzando e stringendo con forza la giacca del cacciatore. “ Per amor del cielo, Jeanne! Che cosa ti ha fatto quel maledetto?! “. Chiede, mentre a quella domanda lei scatta improvvisamente, per poi tornare a guardarlo seppur vergognandosi profondamente.

 

“ Non a me, Garry: non mi ha fatto nulla, ma ad Ivy… lei… perdonami! Non ho saputo proteggerla! “. Fa, mentre l’altro la stringe forte a sé mentre lentamente la collera si impadronisce di lui.


“ Cos’ha fatto quel mostro a mia sorella? “. Chiede, mentre la figlia di Rosina esita un po': tuttavia pensa, deve farlo. Deve dirgli cos’è successo, il suo aiuto nei prossimi tempi sarà davvero fondamentale ed è necessario che sappia tutta la verità. La vera domanda è: come impedire che vada a cercare Vincent per distruggerlo, una volta saputo che ha violentato sua sorella? La bionda ragiona un momento: dovrà mettere da parte la giusta rabbia che sente per lui e per il fatto che vuole sposare un’altra donna, almeno per ora. Dovrà essere lei a calmarlo e, soprattutto, a metterlo al corrente della verità e, una volta fatto questo, a donargli la forza necessaria per combattere al fianco degli Hikari senza rimanere ucciso. Perché è così: il giovane Perry è molto, molto più di un semplice cacciatore e questo lo ha capito anche Jeanne, da un po' di tempo a questa parte: precisamente, da quando in quella notte di luna blu le chiese di diventare sua moglie, a dispetto della reazione degli altri. Salvo poi rimangiarsi la parola, ma questa pensa Jeanne, è un’altra questione che andrà risolta quanto prima.

 

Passano alcune ore, in cui quella maledetta notte che non sembrava mai voler finire, giunge al termine. Ivy si riprende dal sonno in cui, finalmente, era riuscita a “ cadere “ dopo i drammatici eventi che l’hanno coinvolta: istintivamente la Principessa si alza di scatto, mettendosi seduta sul letto. O meglio questo è il suo intento: quando sta per alzarsi viene trattenuta sul materasso da una presa, una presa che tuttavia non la spaventa: infatti si rende conto che non è sola in quel letto e, per la prima volta, la cosa non la agita o spaventa, né la manda in ira. Anzi, è sorpresa: davvero pensa, Vanitas è rimasto con lei tutta la notte ad assisterla? Davvero… il filo dei suoi pensieri viene bruscamente interrotto: si accorge di stare indossando una veste da notte e non più i vestiti della notte precedente, o meglio, ciò che era rimasto di essi. Questo dettaglio parrebbe addirittura sollevarla, seppur di poco: non indossare più quegli indumenti la fa sentire un po' meno sporca, anche se pensa, anche dentro è sporca e, in quel caso, niente e nessuno la potrà mai “ ripulire “. Solo in seguito nota una cosa che prima le era forse sfuggita: dato che sta indossando solo i pantaloni, la corvina non può fare a meno di notare sul corpo del fratello dei morsi, diversi morsi che all’apparenza parrebbero anche essere stati molto dolorosi. Chi li ha procurati può essere stata solo una persona: lei stessa. Allora pensa, come mai non ricorda di averlo fatto? Come mai ogni volta che la luna blu sorge, succede qualcosa che lei immancabilmente scorda? Forse pensa, si è ripresa dallo svenimento e, a causa del morso di Vincent e della conseguente perdita di sangue ha morso il solo a poterle donare il suo sangue e che potesse calmare la sua sete. Poi, in seguito allo shock ed ormai reidratata dal sangue perduto deve essersi nuovamente e profondamente addormentata e, forse sempre a causa dello shock, ha rimosso quel ricordo. Questa pensa Ivy, dev’essere la spiegazione più plausibile. Già, lo shock: il ricordo di quella maledetta notte torna a farsi vivo nella mente della principessa, le sensazioni di impotenza e di terrore, la paura e lo schifo provati tornano prepotentemente a farla da padrone nella sua mente. “ No, no! “. Fa solamente la corvina, iniziando quasi senza rendersi conto a graffiarsi il collo, precisamente dov’è stata morsa. “ Maledetto! Toglietemelo di dosso, toglietemi di dosso quest’orrore! “. Fa semplicemente la Principessa, graffiandosi fino a fasi sanguinare. “ Staccati! “. Fa poi, finché non sente di aver graffiato qualcos’altro, non il proprio collo: senza che se ne accorgesse infatti, Vanitas si è svegliato e, notando ciò che stava facendo la sorella ha deciso di intervenire, ponendo una mano sul collo di lei e venendo così graffiato dalle unghie della corvina. “ Va… Vani… tas… “. Mormora semplicemente la secondogenita di Kaname e Luna, mentre lui prende la sua mano nella propria.

 

“ Non devi farlo, Ivy: non è stata colpa tua, smettila di farti del male “. Quel tono è totalmente diverso dal pazzo che ha conosciuto, quel tono è di un vero innamorato, di un re che ama la sua regina più di chiunque altro al mondo, oserebbe dire quasi rassicurante.

 

“ Io… io… ho lasciato che mi mordesse e che… che mi facesse questo… io sono un’incapace, ed ora anche un mostro. Sono sporca dentro e, per quanto mi sforzo, non riesco a pulirmi, così… “. Ma lui la interrompe prima che prosegua ulteriormente, non riuscendo a reggere quelle parole, non riesce a sentire Ivy dire certe cose.

 

“ Tu non sei un mostro! Lui lo è, non tu! “. Non pronuncia il nome di Vincent, sapendo che potrebbe shoccare la sorella data la precedente reazione, la sera prima. “ E non sei sporca: guardati. Sei bellissima, i mostri non hanno questo bell’aspetto. Quindi… “. Si blocca: non riesce a trattenere i suoi sentimenti, che stanno emergendo tutto un trattato facendogli pronunciare quelle parole che, incredibilmente, sembrerebbero fare effetto sulla donna. Se poco tempo prima rifiutava con fermezza la sola ipotesi di accettare quell’amore, ora si sente del tutto diversa: no, non dipende solo dal legame di sangue, lei lo sa bene. È qualcosa di diverso e di talmente forte da farla diventare più forte, che le da la forza di reagire malgrado, dentro, stia ancora soffrendo parecchio. Il giovane re, da parte sua, cerca di calmarsi: non è certamente il momento di pensare a certe cose, ma dove ha la testa, si chiede? Dopo quello che Ivy ha subito, l’ultima cosa da fare è tentare un approccio di “ quel genere “ anche se, lo deve ammettere, essere praticamente mezzi svestiti nello stesso letto e, soprattutto, così vicini e con lei che non lo respinge più, non aiuta di certo.

 

“ Grazie “. Fa ad un certo punto lei, spiazzandolo letteralmente: lo sta forse ringraziando? Ivy lo sta davvero ringraziando? Si, non sta sognando! A quella frase lui volge lo sguardo altrove, per nascondere di essere arrossito.

 

“ Devi… immagino tu debba riposare, adesso. Se hai bisogno puoi chiamare Dante, è meglio che invece io vada… “. Fa, facendo per alzarsi prima di non riuscire più a controllarsi: volente o nolente, il suo desiderio di possedere Ivy non si è mai sopito e certamente la situazione non lo sta aiutando a contenersi. Sta per alzarsi, ma una presa gentile seppur decisa sul suo polso lo trattiene seduto sul letto.

 

“ Non andare “. Fa semplicemente Ivy, stupendo non solo lui ma anche sé stessa ed arrossendo vistosamente. “ Resta con me, ti prego “. Fa poi, mentre lui rimane immobile per qualche istante per poi scuotere il capo.

 

“ No davvero, è meglio se ora vado: tu sei ancora molto debole e devi riposare “. Borbotta, mentre lei riesce persino a mettere un leggero broncio per poi prendere parola a sua volta, contrariata.


“ Oh insomma, per una volta che voglio che resti, tu vuoi andare via? Non ti capirò mai, vampiro strambo “. Fa la giovane, lasciando la presa sul suo polso ed incrociando le braccia al petto. Volgendo lo sguardo altrove non si accorge che lui la sta guardando con la coda dell’occhio: non riesce a controllare quel desiderio così forte, pensa, quei pensieri che corrono nella sua mente come corridori impazziti e che lo fanno avvampare nuovamente, facendogli percepire ancora una volta come se nella stanza ci fossero ottanta gradi. Lei dal canto suo continua a rimanere imbronciata, non comprendendo proprio cosa passi per la testa a Vanitas: prima fa di tutto perché lei lo accetti, perché lei lo ami e, quando gli chiede di rimanere vuole invece scappare via. D’altra parte lui decide di sdrammatizzare la situazione, forse per mascherare ciò che realmente prova.

 

“ Ivy… averti qui, così… sai, stai duramente mettendo alla prova la mia resistenza, in tutti i sensi “. Sussurra, rosso come un semaforo. “ Insomma, non… non credo tu voglia che perda la testa e che faccia qualcosa… che non dovrei… “. Conclude la frase il re bambino, ma a quella frase lei lo guarda intensamente per poi arrossire nuovamente.

 

“ E chi ti ha detto che io voglio che tu e ne vada…? Hai fatto tutto da solo, vampiro strambo che non sei altro… “. Chiede improvvisamente, lasciando il fratello letteralmente sconcertato: per un istante crede addirittura di stare sognando, ma in seguito si rende conto che questo è tutt’altro che un sogno, è realtà: davvero Ivy gli sta chiedendo di rimanere con lei. Il tono della fanciulla cambia di lì a poco, diventando quasi un sussurro che, tuttavia, all’udito di un vampiro risulta essere perfettamente udibile, ogni sua singola parola. “ Non ho paura di te… non più “. Ammette semplicemente la corvina, per poi proseguire di lì a poco mentre Vanitas non può fare a meno di guardarla come stesse guardando un alieno: si impone mentalmente e più volte di stare calmo e tranquillo, il fatto che gli stia chiedendo di rimanere non significa che sia disposta ad altro anche se, a quel punto, non sa davvero quanto tempo riuscirà a tenere a bada quei desideri che comunque ha da sempre, da quando quella notte di quasi sei anni prima ritrovò la sorella a villa Perry. “ Non mi fa paura essere toccata, se a farlo sei tu. Ci ho messo un po' per rendermene conto, ma… “. Interrompe la frase a metà la giovane Principessa, incapace di proseguire. Di riflesso, lui pare un po' più rassicurato dalle ultime parole della minore: finalmente pensa, finalmente non è più spaventata da lui, finalmente non lo odia più. “ Ma… ma se vuoi andare, fa pure, io… “. Molla la presa che involontariamente aveva nuovamente stretto sul suo polso la donna, credendo anche di aver esagerato e forse, di aver parlato troppo. Ma con sua sorpresa non si ritrova sola come si sarebbe aspettata avvenisse, anzi: con uno scatto fulmineo suo fratello la attira a sé, per poi abbracciarla come a volerla rassicurare.

 

“ Nessuno oserà mai più farti male. Io… ti giuro che ti vendicherò, ti… “. Ma lei posa un dito sulle sue labbra, scuotendo il capo.

 

“ Non farlo: non devi andare a cercarlo, ti prego: sappiamo entrambi che vuole il tuo trono, approfitterebbe di sicuro per farti del male, o peggio: anche lui possiede il potere della Luna Blu, non scordarlo “. Sussurra, mentre istintivamente lui socchiude le labbra per parlare, senza successo: è come se le parole non volessero uscire dalla sua bocca e anzi, nemmeno dalla sua gola. Come se non avesse nemmeno più voce per poter parlare, perso in quei pensieri non propriamente casti e puri. È in quel momento che l’autocontrollo del re bambino se ne va letteralmente a puttane: lei lo avrebbe potuto fermare pensa, avrebbe potuto semplicemente lasciarlo andare ma non lo ha fatto, avrebbe potuto dirgli di andare via dopo che gli ha parlato, ma non lo ha fatto: ha voluto che rimanesse, come fosse una sorta di invito. Perché lo sa: deve per forza aver percepito il suo desiderio, dal ritmo incessante dello scorrere del suo sangue. Eppure pensa, non lo ha allontanato ma gli ha lanciato un invito, seppur non in modo esplicito. Un invito che decisamente non intende rifiutare: senza neppure pensarci su e dando ascolto solo all’istinto afferra i polsi della sorella, stringendo lievemente la presa e facendola nuovamente sdraiare, finendo così sopra di lei. In seguito la osserva attentamente: l’ultima cosa che vuole è spaventarla, per la prima volta da quando lei è lì con lui vuole che anche Ivy desideri ciò che sa, potrebbe accadere: non la vuole costringere né minacciare, vuole che sa consensuale. Per la prima volta pensa, si sente pazzo sì, ma di desiderio e null’altro. Per un solo momento teme addirittura di essersi illuso e che, accorgendosi della piega che la situazione sta prendendo lei lo caccerà. Ma l’ espressione della corvina non fa trasparire tale intenzione: rimane immobile, come stesse aspettando solamente una mossa di lui, che finalmente trova il coraggio di prendere parola, deglutendo per cercare di calmarsi.

 

“ Ivy, ti prego… “. Pronuncia il nome di lei quasi in un sussurro, ansimando pesantemente come se la temperatura esterna fossero ottanta gradi, ancora una volta. “ … se vuoi fermarmi, fallo ora. Altrimenti non… “. Ma lei scuote il capo: non è intenzionata a fermarlo, non arrivati a questo punto. Ne è sempre più sicura: forse pensa, forse è questo che ha sempre desiderato da un po' di tempo a questa parte, anche se non lo ha mai voluto ammettere. “ Non ce la faccio più “. Fa semplicemente lui, incapace di trattenersi oltre e posando le labbra su quelle di lei, coinvolgendola in un bacio carico di passione. Bacio che da prima lascia la ragazza quasi senza fiato, in seguito tuttavia ricambia con la stessa passione, mentre i suoi polsi continuano a rimanere bloccati in quella presa salda e decisa, seppur non le stia facendo male. È piuttosto come se fosse un modo per mettere in chiaro a chi appartiene ma, questa volta, la cosa non le è sgradita. Entrambi devono interrompere il contatto per poter riprendere fiato, guardandosi intensamente come forse non è mai successo prima. “ Come ho fatto a stare tutto questo tempo lontano da te? “. Sussurra solamente lui, mentre lei inclina leggermente la testa di lato come ad invitarlo.

 

“ Ora… ora sono qui “. E’ quasi un sussurro la voce di lei, un sussurro che porta lui ad agire quasi senza pensarci, andando a baciarle il collo mentre, di lì a poco dai polsi la presa si sposta sulle sue spalle, dopo che le mani sono scese lentamente dai polsi accarezzando così le braccia lasciate scoperte dalla veste da notte della Principessa che, dal canto suo, porta istintivamente una mano tra i capelli di lui, stringendo lievemente la presa. È come se quel contatto tra loro stesse lentamente lavando via tutto lo schifo che prova dallo stupro subito, tutta quella sensazione terribile nel sentirsi sporca, dentro e fuori, sta scomparendo come neve al sole. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe desiderato di essere posseduta proprio da Vanitas Hikari, non avrebbe mai immaginato una svolta del genere, se pensa che solo pochi mesi fa le cose tra loro erano molto diverse. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato lui ad afferrarla e farla uscire dal baratro di vergogna ed umiliazione che ha provato in quei momenti terribili. Non avrebbe mai pensato che le avrebbe dato il suo sangue per tutta la notte, permettendole di morderlo e recuperare le energie perdute, di reidratarsi dopo tutto il sangue perduto a causa del morso di Vincent, non avrebbe mai pensato che solo bevendo il suo sangue il corpo sarebbe guarito e si sarebbe rinforzato nuovamente: questa cosa, lei lo sa, va al di là dello scambio del sangue: è anche la forza dei sentimenti che le ha permesso di guarire, almeno fisicamente, nel giro di alcune ore attivando così i suoi poteri di vampira e la sua dote di rigenerare le ferite. Da parte sua invece, lui non può fare a meno di notare i lividi sul corpo di lei e, naturalmente, ciò lo manda in bestia, tanto da farlo tremare d’ira.

 

“ Maledetto… “. Sibila in modo impercettibile, lei dal canto suo non sente quella frase ma avverte che Vanitas sta tremando. Gli accarezza i capelli con dolcezza per poi prendere parola.

 

“ Perchè stai tremando? “. Chiede, mentre lui scuote il capo per poi guardarla qualche istante, come a volersi accertare che lei sia davvero lì con lui. Si: si, lei è veramente lì con lui, lei lo vuole tanto quanto lui ha sempre voluto lei. Con una dolcezza che nemmeno lui credeva di possedere spoglia lentamente la corvina, che inizialmente si sente un po' in imbarazzo malgrado anche lei abbia voluto tutto ciò: eppure c’è qualcosa in lei che la spinge a non sottrarsi, come una sensazione, come se stesse rivivendo una cosa già accaduta. Chissà se tale sensazione ha a che fare con ciò che è accaduto durante l’ultima notte di luna blu, si chiede la principessa? Da parte sua invece, Vanitas nota un’altra cosa: Ivy sta cercando di coprire i lividi che le ha lasciato Vincent. Se ne vergogna ancora e le creano disagio, anche se sta cercando di mascherarlo lui lo sa, è come se i sentimenti della sorella fossero i suoi, come se il suo sangue gli volesse dire quanta vergogna provi ancora la fanciulla. Senza neppure rendersi conto prende le sue mani tra le proprie, scostandole lentamente.

 

“ No: non farlo “. Sussurra solamente, mentre lei arrossisce inevitabilmente mentre il senso di vergogna sale ancora nel capire che, ormai, quei lividi sono esposti. “ Non coprirli: non vergognartene. Non è stata colpa tua, Ivy “. Le sussurra solamente lui, per la prima volta sembra quasi essere tutt’altra persona, quasi irriconoscibile da quello psicopatico che cinque anni prima ha sterminato i Perry, diverso da colui che l’ha tenuta prigioniera e torturata. Che sia lui, pensa? Che sia lui il vero Vanitas? Per questo pensa, forse ora lo sta accettando? Alle sue parole non può fare a meno di arrossire lievemente, mentre lui prosegue di lì a poco. “ E non ti rendono brutta, con questi lividi o meno, tu per me sei la più bella che ci sia “. La rassicura con quelle ultime parole: è vero, pensa. È vero, non può darla vinta a Vincent, non può lasciare che ciò che le ha fatto la distrugga: deve reagire e rialzarsi, ed indubbiamente il primo passo è non pensare più di essere un mostro. “ Ecco: questa è la mia sorellina “. Fa semplicemente il giovane re, come avesse percepito i pensieri della sorella e, in seguito, baciando ogni punto morso dal fratello contro il volere di lei, ogni livido, come volesse in un certo senso “ ripulirla “, farla sentire meglio. “ Ti giuro che non ti farà mai più nulla “. Sussurra semplicemente sulla sua pelle, mentre lei annuisce e, seguendo l’istinto, porta le mani dietro la schiena di lui. Inevitabilmente sussulta: anche lui pensa, ha delle cicatrici. Sembrerebbero quasi graffi, talmente profondi da non essere mai guariti del tutto.

 

“ Cosa…? Chi ti ha fatto questo? “. Chiede sorpresa la corvina: se i lividi sul suo corpo le fanno male pensa, cosa deve aver passato lui con quelle ferite? Quale mostro potrebbe avergli fatto una cosa simile? A quel tocco lui sussulta, come fosse spaventato: fa per voltarsi e sottrarsi alla presa di lei, come non volesse che tocchi o veda quelle cicatrici, ma Ivy lo trattiene in quella posizione e finalmente, punta lo sguardo in quello di lui. “ Io ti ho permesso di guarire le mie ferite. Ora, lascia che sia io a guarire le tue: forse così, potremo ricominciare tutto quanto da capo, insieme “. Fa semplicemente la corvina, mentre lui lascia che tenga le mani su quelle cicatrici per poi ricambiare il suo sguardo.

 

“ Un giorno forse, ti racconterà l’origine di quelle cicatrici “. Fa semplicemente, mentre lei rimane un po' perplessa: certo avrebbe desiderato una spiegazione più esaustiva, tuttavia pensa, meglio non forzare troppo le cose. Meglio procedere a piccoli passi, se non vuole rovinare tutto quanto, pensa ancora una volta mentre, senza quasi rendersene conto termina a sua volta di spogliarlo, come se già sapesse come muoversi malgrado, di fatto, questa sia per lei la prima volta consensuale. O almeno, così pensa lei, mentre invece il giovane re pare essere un po' pensieroso: e se il sangue sulle lenzuola, durante quella notte di luna blu, fosse significato ben altro che dei morsi? Se quella notte fosse successo qualcosa che ancora entrambi non ricordano? Improvvisamente e come fosse sotto l’effetto della luna blu, afferra entrambi i polsi della sorella per poi bloccarli in una presa decisa, non smettendo mai di guardarla mentre i suoi occhi si tingono del colore della luna degli Hikari, seppur per qualche istante in quanto essa non è presente in quel momento. “ Dio solo sa quanto ti ho aspettata… “. Mormora quasi in un sussurro, mentre lei lo guarda e, a sua volta, sente un desiderio crescente, come fosse influenzata dalla Luna Blu che attualmente invece, non sta risplendendo nei cieli di Veritas. “… sei davvero pronta? Sei sicura di volerlo? “. Chiede lui, sorprendendo persino sé stesso: fino a qualche tempo fa ha rischiato quasi di stuprare Ivy, più volte, infischiandosene se fosse pronta o meno e dando solo ascolto al desiderio. Ora invece, ora eccolo lì, a chiederle il consenso, seppur riuscendo a stento a trattenere il proprio desiderio. Da parte sua lei annuisce, per poi finalmente decidere di prendere parola.

 

“ Si: sono pronta. E si, sono sicura di volerlo. Per la prima volta, sono più che sicura che sia tu quello a cui voglio donare me stessa “. Fa, ed è vero: non importa se ad averla avuta per primo è stato Vincent, quello che ha subito da lui è stato uno stupro, una cosa orribile. Ma questa invece, questa è un’altra cosa: è una cosa che desidera e di cui non ha più paura, una cosa che, quando finalmente entrambi divengono una cosa sola, fa finalmente capire alla giovane quale sia davvero il suo posto e che cosa deve fare.

 

Diversa è la situazione per i ribelli, in particolare per il loro capo ed il vice capo.

 

Dominique pare essere su tutte le furie: cammina su e giù per la stanza sempre più alterato, mentre Vincent lo osserva da un po'. “ Vuoi consumare il pavimento a forza di camminare, o ti calmi e ti siedi? Così non risolverai nulla “. Fa, incrociando le braccia al petto mentre l’altro lo guarda nervoso. “ Anche a me non è andata così bene: dovevo avere il trono ed una regina e guarda, ti pare che abbia qualcosa di tutto ciò? “. Chiede, mentre a quella frase il corvino ribatte ridendo nervosamente.

 

“ Oh mio caro cugino, scusa ma la nostra situazione non è minimamente paragonabile! Non lo è proprio! “. Fa, molto alterato e riprendendo di lì a poco la parola. “ Tu ne sei uscito vincitore, in un certo senso. Ma io? Umiliato da quel figlio di puttana di un Hunter e da Pierre Veghner! Per non parlare del maggiordomo: che razza di arrogante “. Sibila nervoso, ripensando a come Dante sia comunque riuscito ad avere ragione di lui ed a ferirlo. “ Ah, ma non credere che sia finita qui: ho un asso nella manica, un asso con cui mi vendicherò di Jeanne e Garry in un colpo solo. Un asso che, una volta calato, mi farà riavere la mia promessa sposa “. Ghigna malefico, mentre Vincent lo osserva qualche istante.


“ Eppure, perché leggo nel tuo sangue e nel suo ritmo che è un’altra la donna che desideri? Ben più della principessa: quella che stai attuando verso Jeanne e Garry è una ripicca, una vendetta. Ma non è lei che desideri, almeno: non solo “. Fa, mentre il cugino lo guarda decisamente storto.


“ Non dire fesserie: certo che è Jeanne che voglio, altrimenti perché starei qui a pensare a come vendicarmi di Garry e riportarla al mio fianco? “. Chiede, ma a quella frase il terzogenito di Kaname e Luna si alza, per poi girargli attorno qualche istante.


“ Capisco. Allora dimmi, perché non chiudiamo i conti in sospeso con i Veghner ed uccidiamo quella mezza vampira? Quell’abominio a cui tu hai dato vita, mordendola. Mina, vero? “. Chiede, mentre a quella frase gli occhi di Dominique si tingono di un rosso incandescente, solo un istante ma quanto basta perché Vincent li veda, ghignando compiaciuto nonostante, improvvisamente, si sia ritrovato spalle al muro con il corvino di fronte, che stringe la presa sul suo collo in preda ad un’ira che a stento riesce a trattenere: nessuno, solo lui po' parlare di Mina Veghner in questi termini. Solo lui, nessun altro, nemmeno il suo capo.


“ Se solo osi toccarla, ti faccio a pezzi: lei è mia. È una mia questione, capito?! “. Fa, su tutte le furie e mostrando le zanne affilate all’altro, che si limita a ghignare malgrado l’aria inizia a scarseggiare. Di lì a pochi istanti Dominique lascia la presa sul suo collo, per poi calmarsi e respirando profondamente.

 

“ Sta tranquillo, nessuno toccherà la tua preziosa preda: dovevo solo appurare una cosa “. Sogghigna nuovamente il biondo, sistemandosi la giacca. “ Sai: quello che non mi hai detto a voce, ci ha pensato il tuo sangue a rivelarmelo. Davvero molto interessante “. Fa con noncuranza Vincent, mentre il cugino lo guarda senza ancora rispondergli. “ Comunque… “. Il silenzio è nuovamente interrotto dall’intervento del minore dei fratelli Hikari. “ Hai detto di avere un asso nella manica: di che si tratta? “. Chiede, mentre il corvino rimane un momento in silenzio per poi lasciarsi andare ad una lieve e cinica risata.

 

“ Mi riferisco al bambino che Jeanne diede alla luce, circa tre anni fa. Te lo ricordi? “. Chiede, mentre per la prima volta anche Vincent rimane un po' sorpreso: eccome se ricorda.

 

“ Aspetta un momento: significa che vuoi vendicarti sul piccolo? Tu sai dov’è? “. Chiede, mentre l’altro annuisce.


“ Eccome se lo so: Donna Rosina e Vanitas lo nascosero, ma io ho scoperto dov’è malgrado i suoi genitori adottivi usino un incantesimo per farlo apparire più grande. E ti dirò di più: quel marmocchio è già stato a palazzo, ad uno dei balli di tuo fratello “. Fa, mentre finalmente anche Vincent comprende chi sia colui che, di fatto, è suo nipote.

 

“ Quel bambino?! “. Chiede stupefatto, mentre Dominique annuisce sicuro di sé.

 

“ Oh si, mon cherie: quel bambino “. Fa, ripensando al momento in cui, di soppiatto, assistette al “ debutto in società “ del piccolo Luca, figlio di Lady Beatrice e del consorte. O almeno, tutti credono sia così. A quel pensiero Vincent non può fare a meno di sorridere lievemente.

 

“ Sai che a volte, sei peggio di me? “. Chiede, mentre l’altro mantiene il proprio ghigno sadico.

 

“ Non per niente sono i tuo secondo, no? “. Fa enigmatico, osservando fuori dalla finestra, in direzione della pallida luna che, come ogni notte, regna sovrana nel cielo di Veritas.



Salve miei fans, eccomi con quello che credo, è il più lungo capitolo di tutta la storia. Che ne dite? Abbiamo la prima volta di Ivy e Vanitas ( eheh, chissà poi, se è veramente la prima? In fondo, ciò che è successo la notte di luna blu è ancora avvolto nel mistero ). Che ve ne pare? Chi avrebbe immaginato una tale svolta tra loro? Intanto veniamo a conoscenza di una verità sconcertante: tre anni prima, Jeanne ha partorito un bimbo ( già potete immaginare chi è il padre, eheh). Un bimbo sul quale ora, Dominique vorrebbe vendicarsi per l'affronto subito e costringere così la donna a tornare da lu: riuscirà nel suo piano? Come mai Vanitas non ha perso il potere del Re, malgrado ciò che ha fatto Vincent? Legegte e lo scoprirete! Alla prossima!
   
 
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