Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Aqua Keta    28/06/2021    9 recensioni
Le parole di Oscar erano state chiare, perentorie, inequivocabili.
Di lui non aveva più bisogno ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dormire si è trasformato in un incubo.
Questa mattina il pensiero è quello che tu rimanga sulle tue decisioni ed io debba andarmene.
Quando entro in cucina, sei lì, di fronte alla finestra a sorseggiare la tua cioccolata.
“Buongiorno”- mi sembra normale ed il minimo dover dire.
Assorta nei tuoi pensieri. Silenziosa. Come sempre in quest’ultimo periodo.
Verso il caffè. Non riesco a vederti da questa angolazione, ma capisco che mi stai fissando.
Cosa ti passa per la mente, Oscar?
Vuoi veramente che lasci Arras? Che vada via da questa casa? Che esca per sempre dalla tua vita?
Riponi la tazza sulla tavola.
“Prepara i cavalli”
Nessuna motivazione, tanto meno destinazione.
Mi limito semplicemente ad annuire – “Va bene, Oscar”
Il tempo per sellare Cesar ed Alexander che mi hai già raggiunto alla scuderia.
 
 
Se voglio ricominciare , devo saper gestire ed affrontare anche questa situazione decisamente assurda.
Ho avuto modo di ripensare a quanto accaduto in questi giorni.
Di cosa mai dovrei aver paura?
La vita continua e probabilmente, questi saranno anche gli ultimi momenti di servizio che presterai a casa Jarjayes, o per lo meno, nei miei confronti.
E’ opportuno pertanto che tempo e destino facciano il loro corso.
Con la coda dell’occhio ti vedo arrivare.
I tuoi modi sono sempre gentili, rispettosi –“Buongiorno” – la tua voce calda, rassicurante.
Al contrario, mi rendo conto di essere spesso scontrosa nei tuoi confronti. Anche troppo.
Sei il mio attendente. Ciò non toglie che dovrei approcciarmi in maniera differente.
Tra noi esiste un legame profondo che va ben al di là del rapporto “padrone servitore”.
Ripongo la tazza.
Versi il caffè.
Hai le spalle larghe. I capelli corti lasciano parte del collo scoperto. Le ciocche sono morbide e alla luce hanno riflessi corvini.
E’ assurdo. Riesco a riconoscere il tuo profumo.
Mio dio! E’ pazzesco! Com’è possibile?
Sento avvampare le guance. Devo allontanarmi.
Non voglio tu te ne accorga.
“Prepara i cavalli”- il tono composto solito.
Lascio la stanza velocemente.
Devo controllare il respiro.
Mi cambio.
Ancora una volta devo riprendere possesso di me stessa.
Finalmente riesco a calmarmi.
Ti raggiungo alla scuderia.
Ligio e preciso hai già sellato Cesar e Alexander.
Non so dove ci condurranno.
Ma oggi ho deciso così.
 
 
Non ci limitiamo alla campagna circostante.
Cavalchiamo a lungo senza scambiare mezza parola.
Sproni Cesar al galoppo in diverse occasioni, quasi a volermi sfidare.
Lo hai fatto tante volte. Ti ho sempre lasciata arrivare prima.
Eppure non hai perso l’abitudine di voltarti a cercarmi ed aspettare se mi attardo.
Sull’ora di pranzo siamo nei pressi di un piccolo paesino non distante dalla spiaggia.
Suggerisci di fermarci a mangiare un boccone.
Mettiamo i cavalli al riparo dal sole e sediamo ad un tavolo malmesso sotto una pergola incorniciata dall’intreccio di un’edera di un verde brillante spettacolare.
Ti riempio il bicchiere di vino.
Ad un tavolo accanto, due pescatori parlottano sottovoce. Capisco al volo che l’argomento sei tu.
Che cosa stai guardando Oscar? I tuoi occhi sono persi nel vuoto a fissare un punto indefinito all’orizzonte.
Bevo un sorso. Ho la gola arsa
 
 
Hai il viso accaldato.
La brezza ti agita le ciocche sulla fronte imperlata di sudore.
Sorrido dentro di me.
Non so perché resto affascinata dalla tua gola mentre bevi.
Discosto lo sguardo appena mi accorgo che i tuoi occhi sono su di me.
“Giornata calda” – accenno addentando un pezzetto di pane.
“La primavera bussa prepotentemente alle porte”.
Terminato il pranzo, forse l’effetto del vino, mi invita a scambiare finalmente due chiacchiere -“Una cavalcata in spiaggia?”
I cavalli lanciati al galoppo.
Sei al mio fianco.
 
 
Sorridi … quasi ridi divertita tentando di allungare su Alexander.
Hai i capelli al vento.
E’ magnifico vederti così spensierata.
Poi rallenti.
Ti assecondo.
Ferma sulla riva. Una mano scorre delicata sulla criniera di Cesar.
“E’ tanto che non mi sentivo così bene”- ti lasci sfuggire.
Oscar, hai mai provato la felicità?
Tiri le redini e ti avvicini.
Scendi.
Faccio altrettanto.
I nostri passi affondano nella sabbia.
“Rammenti Andrè … non ho mai amato particolarmente il bagno in mare”- ma è del tutto inutile ricordarmelo. Lo so bene, da quella volta che hai rischiato di annegare.
“Sei stato tu ad insegnarmi a nuotare dicendo che mi avrebbe potuto salvare la vita”- mentre con le dita sfiori il pelo dell’acqua.
Stringo le briglie in una mano.
Il suono del mare è in grado di cullare ogni animo attraversato dalla tempesta.
I ricordi si susseguono nei nostri dialoghi e ci illuminano i volti di sorrisi e di risate.
Con fare disinvolto calci l’acqua spruzzandomi.
Mi viene naturale “Provochi?”
Lo fai nuovamente fischiettando.
Rispondo in egual modo, giusto per inumidirti appena i pantaloni.
Non ti fermi. Come quando eravamo ragazzini.
Dov’è quella Oscar severa e fredda che vuoi apparire?
Prendi a rincorrermi continuando a spruzzarmi.
Mi afferri all’improvviso per un braccio.
Perdi l’equilibrio.
Mi volto di scatto parandomi davanti a te mentre roviniamo sulla battigia.
Ti cingo un fianco.
Tra le mie braccia.
La tua bocca è così vicina che basterebbe mi  allungassi appena, ne assaporerei la dolcezza.
Le fisso tentato all’inverosimile.
Serro la mascella.
Non posso.
I tuoi occhi nei miei. Le guance leggermente arrossate.
Oscar. Sento il tuo cuore battere sul mio petto. Ed è semplicemente meraviglioso.
Il tuo seno ansimante si solleva e abbassa su di me provocandomi brividi indescrivibili.
Appoggi velocemente una mano sulla sabbia mentre ti aiuto ad alzarti.
Scosti lo sguardo ed osservi camicia e pantaloni –“Scusa”
E’ tenero il tuo imbarazzo.
“Ma di cosa” penso io. Di cosa devo scusarti.
Attimi preziosi che non posso che conservare nel mio cuore.
Di spalle. Ti isoli per riprendere in mano le redini dell’essere Oscar.
“Ci conviene andare. Rischiamo di rientrare col buio. ”- le giuste parole per rasserenarti.
   
 
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