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Autore: fefi97    29/06/2021    4 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una patetica storia d'amore alla Grifondoro

 

 

 

Ancora prima di aprire gli occhi, Derek avvertì la presenza di Stiles.

Il suo odore aspro riempiva in modo confortante la stanza e i suoi battiti irregolari facevano compagnia a quelli calmi di Derek. Cercò di muovere le dita della mano sinistra, che gli sembravano intorpidite, ma si rese conto abbastanza presto che fossero intrappolate nella presa mortale di Stiles.

Si mosse piano, con un piccolo grugnito, e Stiles gli strinse le mano ancora più forte.

-Ehi. Ehi, Tassorossso. Mi senti? Sei al San Mungo, al sicuro. -

Con un po' di sforzo, Derek schiuse gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri il viso preoccupato di Stiles.

C'era un'esplosione di bianco in quella stanza d'ospedale asettica, ma gli occhi di Stiles erano l'unica cosa luminosa e viva e Derek si concentrò totalmente su di essi, con sollievo.

Non contava il letto su cui era disteso, non contava il pulsare continuo della sua testa.

Contava solo Stiles.

Stiles gli sorrise, anche se il suo volto era teso e il suo odore acido per la paura. Derek aggrottò la fronte, accarezzandogli impacciato la mano con il pollice.

-Stai bene? -

Stiles fece un verso strano, guardandolo quasi arrabbiato.

-Vaffanculo. Sei tu quello a cui hanno fatto quasi saltare un orecchio. -

-Oh. -

Derek si era completamente dimenticato di quel dettaglio. Si portò la mano libera al lato della testa, incontrando in effetti una garza ruvida. Guardò Stiles, interrogativo.

-Ti ha colpito con un sectumsempra – disse subito Stiles, cupo – I medimaghi dicono che non possono farlo ricrescere, ma che ti devi comunque ritenere fortunato. È un miracolo che ti abbia preso solo l'orecchio di striscio. -

Derek scosse la testa, aggrappandosi con forza alla mano di Stiles e lasciando perdere il suo orecchio.

-Non un miracolo. Tu. Mi hai salvato la vita. -

Derek spalancò gli occhi, sorpreso, davanti allo sguardo inequivocabilmente arrabbiato di Stiles.

-Sono stato troppo lento. Avrei dovuto accorgermene. Dovevo guardarti le spalle. -

Derek aggrottò la fronte, desiderando con tutte le sue forze poter essere abbastanza in forze da alzarsi e stringere Stiles finché non lo avesse visto sorridere.

-Lo hai fatto. Lo fai sempre.-

Stiles scosse la testa, il cuore che batteva frenetico, e lasciò andare di scatto la mano di Derek.

Derek si mise con qualche difficoltà seduto sul suo letto, mentre osservava ad occhi spalancati Stiles fare avanti e indietro per la stanza, come un leone in gabbia.

-Stiles? -

-È colpa tua! - esclamò Stiles all'improvviso, inchiodandolo con uno sguardo feroce, senza fermarsi – Te lo avevo detto, ti avevo detto di non dirmi quelle cose! E tu le hai dette lo stesso e io non ero lucido e tu sei quasi morto! -

-Fammi capire, ce l'hai con me perché ti ho detto che ti amo? - replicò Derek, alzando anche lui un po' la voce.

Stiles lo trucidò con lo sguardo.

-Sì! Non avresti dovuto dirmelo, maledizione! -

Derek lo fissò per un po', poi abbassò lo sguardo, stringendo forte i pugni sulle coperte ruvide che gli coprivano le gambe.

-Mi dispiace. Hai ragione, non avrei dovuto dirtelo. –

Sentì Stiles fermare la sua camminata, ma Derek continuò a parlare, senza guardarlo.

-Non avrei dovuto dirtelo, sapendo che non provavi lo stesso. -

L'odore di Stiles si fece se possibile ancora più arrabbiato e Derek sollevò lo sguardo, perplesso. Non aveva mai visto Stiles così incazzato, non con lui almeno.

-Oh mio Dio. Davvero? Davvero, Derek? Pensi che sia questo il problema? Perché sei così stupido? -

-Beh, dimmi tu qual è il problema, se sei così intelligente! - sbottò Derek, cominciando a scaldarsi – Perché per come le vedo io le cose, io ho detto di amarti e tu non mi hai risposto! E ora sei qui a urlarmi addosso per non so bene quale motivo e...

-Potevi morire! - ruggì Stiles, avvicinandosi precipitosamente al letto di Derek – Potevi morire e sarebbe stato su di me, perché dovevo guardarti le spalle, ma tutto quello a cui riuscivo a pensare... tutto quello a cui riuscivo a pensare era che tu mi ami. Cazzo, tu mi ami. Tipo che mi ami davvero, perché lo hai ripetuto davvero un sacco di volte. Tu mi ami. -

Derek rimase in silenzio, colpito e vagamente confuso. Osservò incerto Stiles riprendere a camminare, le mani che tiravano nervosamente i capelli.

-Ti rendi conto cosa abbia significato per me sentire che mi amavi? - gli rivolse uno sguardo stravolto e, per la prima volta, Derek si sentì profondamente in colpa – Non ti rendi conto che provo esattamente lo stesso per te? -

Derek boccheggiò, completamente senza parole. Stiles gli lanciò un breve sguardo, emise un verso sarcastico e riprese a camminare.

-No, certo che no. Sei troppo stupido. -

Derek deglutì, il suono frenetico dei suoi battiti che lo distraeva e gli confondeva i pensieri.

-Tu...tu mi ami? -

Stiles emise una risata sarcastica, senza guardarlo.

-È così fottutamente ovvio. -

-Non per me! - esclamò Derek, senza nemmeno preoccuparsi del tono acuto e quasi isterico della sua voce – Insomma, come avrei dovuto capirlo? Hai parlato di Lydia senza sosta per quattro anni e hai cominciato a mostrarti interessato solo quando hai scoperto che eravamo compagni! -

Stiles si voltò di scatto a guardarlo, incredulo e furioso.

-Parlavo senza sosta di Lydia perché pensavo che non avrei mai potuto avere te! E sapevo che non avrei potuto avere nemmeno lei, ma, in qualche modo, amare lei era più facile che ammettere di amare te. -

Derek scosse la testa, disorientato e un po' ferito.

Ovvio che fosse più facile amare Lydia Martin.

Lydia non era un licantropo, Lydia non aveva un lupo pazzo pronto a emergere all'improvviso. Lydia offriva un amore libero e senza vincoli, Derek uno stupido legame permanente.

-Più facile – ripeté, atono.

Stiles gli lanciò uno sguardo di fuoco, mentre continuava a camminare senza tregua.

-Certo. Se mi fossi messo con lei e lei mi avesse lasciato, sarei caduto in piedi. Cado sempre in piedi. Sempre. Anche il fatto di averla persa a causa di Jackson mi ha ferito solo per un po'. Ma se avessi perso te... - il suo odore si fece pesante e disperato, stordendo Derek – Cristo, non ti basta il fatto che io stia uscendo completamente di testa? Che il solo pensiero che quello stronzo avrebbe potuto ucciderti mi fa impazzire? -

Per Derek fu come mettere gli occhiali per la prima volta e scoprire che c'era tutto un mondo da vedere con i propri occhi miopi. Il cuore riprese a battere, la tristezza che gli aveva provocato la precedente frase di Stiles cominciò a dissolversi.

-Tu mi ami – disse calmo, giusto per ricapitolare e tenere il punto della situazione, perché una parte di lui pensava ancora di aver frainteso qualcosa – Non ami Lydia. Ami me. -

Stiles si fermò in mezzo alla stanza, guardandolo con pura esasperazione.

Suo malgrado, Derek sentì un angolo delle labbra sollevarsi.

-Sì, idiota, sì. Mi sembrava evidente, te l'ho pure detto l'altro giorno, quando eravamo in macchina! -

Derek aggrottò la fronte, un po' offeso.

-Non mi hai detto niente del genere! -

Stiles spalancò gli occhi, incredulo.

-In quale universo dirti che non devi essere geloso di Lydia e che penso solo a te non sarebbe una dichiarazione d'amore? -

Derek boccheggiò, sentendosi arrossire sotto lo sguardo soddisfatto di Stiles.

-Poteva avere un milione di significati diversi quella frase – si difese infine, poco convinto.

Stiles scosse la testa, guardandolo sconsolato, quasi triste.

-No. Ne aveva solo uno. Ed è sempre stato così, sempre. Sono solo stato bravo a nasconderlo. Ma un po' ci speravo che tu te ne accorgessi comunque – fece un sorrisetto – Pensi che mi proponga di essere il compagno di ogni licantropo che mi capita di fronte? -

-Ma...- Derek boccheggiò, sempre più confuso e disorientato -Ma tu sei scappato quando ti ho detto che eravamo compagni. Puzzavi di paura. -

Stiles lo guardò intensamente negli occhi, sembrando quasi addolorato.

-Avevo una fottuta paura, Derek. Avevo paura di poter davvero averti, dopo tutti quegli anni passati a volerti. Non sono bravo con le relazioni vere, lo sai. Avevo paura che avrei fatto qualcosa, che avrei rovinato il nostro rapporto e ti avrei perso. Ma poi tu hai detto che era solo il lupo ed è cambiato tutto. Ho semplicemente pensato...beh, perché no? Se questo è l'unico modo per averlo, compagni di vita sia. Solo ora mi rendo conto di quanto fosse egoista. -

Derek scosse con decisione la testa, guardandolo dritto negli occhi.

-Se era un pensiero egoista, allora lo era anche il mio. Perché io ho pensato la stessa cosa quando ti sei offerto di essere il mio compagno.-

Gli occhi di Stiles adesso brillavano, il suo odore era più calmo e dolce.

-Quindi è andata così? Io ti amavo e tu mi amavi, ma nessuno dei due se ne è reso conto? E adesso, per un puro colpo di testa del lupo pazzo, siamo comunque legati per la vita? -

Derek buttò fuori una risata incerta, sentendo il petto colmarsi di amore incondizionato per l'uomo che gli stava di fronte.

-Temo di sì.-

Stiles fece un verso sdegnoso con la gola.

-Che patetica storia d'amore alla grifondoro che è questa. -

Rimasero a guardarsi ancora per qualche istante, poi, come in un muto accordo, Stiles si avvicinò rapidamente al letto di Derek.

Derek alzò le braccia, circondando il corpo di Stiles in un abbraccio quasi violento. Stiles lo stringeva così forte che quasi non respirava, ma non se ne sarebbe lamentato per nulla al mondo. Affondò il volto contro la spalla di Stiles aspirando il suo odore aspro, buono, di compagno.

Di amore.

Dopo qualche istante Stiles sollevò il volto, trovando subito le labbra di Derek. Si baciarono con calma, senza fretta, la mano di Stiles infinitamente delicata sulla sua guancia. Quando il bacio finì, Stiles rimase comunque vicino, la fronte contro quella di Derek.

Gli sorrise, caldo e luminoso, e Derek sentì ancora quella sensazione di amore devastante investirlo dritto nel petto.

-La mia solita sfortuna. Potevo averti quando eri perfetto e adesso sono incastrato per il resto della mia vita con un tipo con un orecchio e mezzo. -

Derek sbuffò una risata, cercando di guardarlo male con scarsi risultati.

-Sei proprio uno stronzo. -

Stiles gli fece l'occhiolino.

-Ogni tanto – tornò serio - Rimani comunque la persona più bella che io abbia mai conosciuto. In ogni senso possibile. -

Derek lo fissò, cercando disperatamente di combattere contro le lacrime. Non poteva piangere, quel deficiente non poteva farlo piangere. Cercò di baciarlo, giusto per dissimulare gli occhi lucidi, ma Stiles si ritrasse, ancora con quel cipiglio serio sul viso.

-Dimmi ancora che mi ami Tassorosso. -

Derek sbuffò, roteando gli occhi.

-Perché? Hai bisogno di gonfiare il tuo ego? -

Stiles scosse la testa, fissandolo intensamente.

-No. Così posso risponderti. -

Le labbra di Derek tremarono in un sorriso commosso, senza che potesse fare nulla per impedirlo.

-Ti amo. -

Anche Stiles gli sorrise, tenero e insieme feroce, tutto occhi luminosi e grandi, una mano che cercava la sua sul materasso e la stringeva forte, fortissimo.

-Ti amo anche io. Da quando avevo quattordici anni e per sempre. -

Derek chiuse gli occhi, frustrato.

Quello stronzo era riuscito a farlo piangere.

Stiles fece un sorrisetto odiosamente serpeverde e questa volta non si ritrasse quando Derek si sporse verso di lui e lo baciò.

Furono costretti a separarsi con un piccolo balzo quando la porta si spalancò di colpo.

-Signor Hale, le regole prevedono un visitatore alla volta... -

Le lamentele esasperate dell'infermiera andarono perdute quando due piccole figure si infilarono sotto il braccio teso di Peter, tutte capelli rossi e occhi grigi.

Il cuore di Derek accelerò, mentre con gli occhi esaminava avido ogni più piccolo dettaglio di Mike e Maggie, come per cercare ferite o malesseri.

Ma i due ragazzini, a parte essere vestiti in modo orribile, sembravano in perfetta salute.

Dopo quelli che sembrarono minuti interminabili, Derek si aprì in un ampio sorriso, allargando le braccia.

Mike si mosse per primo. Corse fino al letto e saltò sul lato non occupato da Stiles. In un attimo Derek si ritrovò le braccia piene del suo piccolo corpo tremante, i suoi ricci rossi che gli solleticavano la faccia. Sbirciò Maggie, ancora ferma sulla soglia, da sopra la testa di Mike.

Alternava lo sguardo da Derek e Stiles, l'espressione impassibile tradita solo da un lieve tremore del labbro inferiore.

Stiles si alzò in piedi, facendo un piccolo passo verso di lei, e Maggie sembrò sbloccarsi. Camminò rapida verso di lui e si gettò tra le sue braccia, lasciando che Stiles la stringesse forte contro il suo petto.

Derek incrociò lo sguardo sospettosamente acquoso di Maggie da sotto il braccio di Stiles.

-Che cavolo ha fatto all'orecchio? - borbottò, guardando Derek ma rivolgendosi a Stiles.

Stiles rise, sciogliendo con delicatezza il loro abbraccio ma rimanendo vicino.

-Sai com'è. Mi distraggo un secondo e lui si mette nei guai. Una causa persa. -

Derek aprì la bocca per protestare, ma in quel momento Maggie si avvicinò al letto e Derek tacque, ricambiando lo sguardo attento di Maggie.

La ragazza si sedette nel posto lasciato libero da Stiles, senza dire nulla. Derek liberò con qualche difficoltà un braccio dalla presa feroce di Mike, ancora appeso al suo collo, e allungò una mano verso Maggie, il palmo rivolto verso l'alto. La ragazza non esitò nemmeno un istante prima di intrecciare le loro dita e stringerle forte, gli occhi grigi che non abbandonavano nemmeno per un istante quelli verdi di Derek.

-Peter, come diavolo li hai vestiti? - chiese Stiles a quel punto, tenendosi un po' distante dal letto, e Derek si concesse una seconda occhiata ai vestiti dei due ragazzi.

Maggie indossava un'improbabile gonna a ruota e una camicetta che probabilmente sarebbe andata di moda vent'anni fa. Mike era vestito persino peggio, con una giacca di pelle che faceva a pugni con i suoi capelli rossi e, per Merlino, era gel quella roba strana tra i suoi capelli?

-Non sono adorabili? - cinguettò Peter, inequivocabilmente orgoglioso, avanzando nella stanza con disinvoltura – Sono Sandy e Danny Zucco di Grease. -

Maggie inarcò un sopracciglio, rivolgendo uno sguardo eloquente a Derek.

-A Peter piacciono i musical – disse, in tono funereo, e Derek non riuscì a trattenere una risata.

Mike si sollevò dal suo collo in quel momento, guardandosi ansiosamente intorno finché i suoi occhi non incontrarono quelli di Stiles. Derek percepì l'odore del bambino farsi calmo e felice mentre si staccava da lui e balzava giù dal letto.

Stiles si accovacciò sul pavimento, facendosi già trovare pronto per accogliere Mike tra le sue braccia. Si alzò in piedi, tenendo il bambino in braccio e sussurrandogli rassicurazioni e cose dolci, mentre Mike si stringeva intorno al suo collo, proprio come aveva fatto con Derek poco prima. Derek sorrise davanti a quella scena, poi riportò gli occhi su Maggie, che era ancora seduta accanto a lui, le loro mani intrecciate.

-Peter vi ha trattato bene? -

Maggie si strinse nelle spalle, ma il suo odore era tranquillo, il battito del suo cuore calmo.

-Non è male. Anche se ci chiamava Malcom e Marianne. -

Peter sospirò, afflitto, mentre si avvicinava al letto di Derek.

-Troppi nomi da ricordare per un povero vecchio. -

Derek lo fissò, scettico, ma rimase immobile mentre lo zio si chinava per abbracciarlo con una delicatezza inaspettata. Derek lo avvolse goffamente con il braccio libero e si sentì amato in maniera incondizionata dalle persone presenti nella stanza, proprio come in una famiglia.

-Le tue sorelle saranno qui a momenti – lo informò Peter, lasciandolo andare e sedendosi elegantemente su un lato del letto – Ho dovuto dirgli che adesso sei raccapricciante e che non hai metà orecchio, come mi ha gentilmente informato il nostro dolce Stiles – lo zio sospirò, sconsolato – A quanto pare non gli importa e insistono nel volerti tenere nella famiglia. Assurdo. -

Derek stiracchiò un sorriso, gli occhi che brillavano.

-Grazie zio. Ti voglio bene anche io. -

Peter sbatté le palpebre, sorpreso. Derek si ripromise di dire più spesso alle persone a cui teneva cose del genere. Non tutti erano così pazienti come Stiles da attendere per quattro anni e Derek, dopo aver quasi rischiato di morire, era deciso a non perdere più nessuno. Lanciò uno sguardo quasi feroce a Maggie e a Mike, ancora in braccio a Stiles.

No.

Non li avrebbe persi. Li avrebbe protetti e li avrebbe amati, esattamente come meritavano. Tutti e tre.

-Quando possiamo tornare a casa? - domandò Maggie, la voce sottile e inequivocabilmente speranzosa.

Peter assunse un'espressione offesa, ma Derek lo ignorò.

Strinse la mano di Maggie, lanciando una veloce occhiata a Stiles.

-Presto. -

Avrebbe voluto dire di più, ma non poteva sbilanciarsi, non adesso, non prima di aver capito come procedere.

Mike e Maggie erano due orfani natibabbani e adesso che non c'era più il pericolo della setta dei mangiamorte avrebbero dovuto essere affidati agli assistenti sociali babbani.

Derek non era sicuro di volere questo per se stesso e i due ragazzi e, giudicando dalla forza con cui Stiles stringeva Mike, non era il solo.

Riportò lo sguardo su Maggie, forzando un sorriso.

-Probabilmente dovrò passare la notte in ospedale e Stiles dovrà fare rapporto con il nostro capo e occuparsi delle formalità. Per ora è meglio se restate con Peter. -

Maggie si incupì, ma non disse nulla.

-Peter mi piace – ci tenne a informarli Mike con la sua vocina sottile, facendo capolino da sopra la spalla di Stiles.

Peter sfoderò un sorriso abbagliante.

-Ma certo. Tutti gli orfani mi amano. È una benedizione e insieme una maledizione. -

-Amare è una parola grossa – precisò Maggie, ma il suo tono non era davvero tagliente e i suoi occhi erano morbidi.

Stiles camminò lentamente verso il letto, sedendosi con attenzione sul fondo, Mike seduto sulle sue ginocchia.

Derek era circondato da ogni parte e il letto era decisamente troppo piccolo per tutti quanti, ma non se ne sarebbe lamentato per nulla al mondo.

Mike guardò attentamente Derek e per la prima volta sembrò accorgersi della benda sul suo orecchio.

-Ti fa male? - chiese, evidentemente preoccupato.

Derek scosse la testa, sorridendogli rassicurante.

-No. I medimaghi hanno fatto un ottimo lavoro. Sto bene.-

-E avete catturato i mangiamorte? - domandò Maggie, la voce bassa e seria, rivolta a Stiles.

Derek vide gli occhi di Stiles ardere in quelli della ragazza, la fissava con tanta intensità che sembrava esserci una conversazione silenziosa in corso tra loro.

-Sì, Maggie – disse solo, gli occhi duri a dispetto della voce gentile.

A Derek sembrò che Maggie si facesse più rilassata accanto a lui.

Mike posò una mano sulla guancia di Stiles, spingendo il ragazzo ad abbassare lo sguardo su di lui.

-Staremo insieme presto, vero Stiles? Lo prometti? -

Derek guardò Stiles e sapeva che tutta la prudenza che aveva usato per rispondere a Maggie stava per essere gettata via.

La cosa più frustrante era che non gli importava poi così tanto. Anche lui voleva essere imprudente, anche lui voleva dare la stessa risposta di Stiles.

Ma lasciò che fosse Stiles a stringere con forza la manina di Mike, gli occhi che non lasciavano quelli spalancati del bambino.

-Te lo prometto sulle tartarughe ninja, Mike. -

 

 

 

 

Derek sbuffò, cercando di fingersi infastidito anche se sorrideva.

-È proprio necessario? -

-Ovvio – rispose subito Stiles, saltellando dietro di lui.

Anche se non poteva vederlo in faccia, Derek era sicuro che si stesse divertendo un mondo, per cui smise di divincolarsi e si aggiustò la benda nera sugli occhi.

-Stiles, lo so che hai organizzato una festa per il mio rientro a lavoro. Lo sapevano persino le infermiere del mio reparto. Non ha senso che tu faccia finta che si tratti di una sorpresa. Senza contare che sono stato assente solo un giorno. È ridicolo.-

-Smettila di lamentarti. Sei il fidanzato più scorbutico del pianeta. Non meriti il fantastico me. -

Derek sorrise ancora più ampiamente, il cuore che batteva forte.

-Okay, okay ci siamo! - disse finalmente Stiles, facendolo fermare – Togliti la benda! -

Derek scoppiò a ridere non appena mise a fuoco la scena davanti a sé.

Tutti i loro colleghi erano schierati nell'ingresso del dipartimento con degli striscioni e, a giudicare dalle loro espressioni, almeno la metà di loro era stata costretta da Stiles. Allison e Lydia avevano delle trombette colorate e sembravano genuinamente contente, Isaac e Jackson tenevano i due lembi di uno striscione con scritto: “ben tornato lupo pazzo”, sicuramente scritto da Jackson, e altri auror stavano spargendo coriandoli con un'espressione perplessa. Persino Argent aveva una coccarda appuntata sul petto e teneva una specie di bandierina che evidentemente gli avevano messo in mano a forza, anche se sembrava meno truce del solito.

-Ragazzi! - esclamò Stiles, visibilmente deluso – Dove sono i fuochi d'artificio? Ero stato chiarissimo in merito. -

Argent lo fulminò.

-E io ero stato chiarissimo che saresti dovuto passare sul mio cadavere prima di portare quegli affari un ufficio. -

-Buongiorno Signore – lo salutò Derek, stranamente allegro.

Argent gli rivolse uno sguardo indecifrabile.

-Hale. Contento di rivederti quasi tutto intero – disse, piatto.

-Ci senti ancora? - domandò curiosa Hannah Jones, che aveva una ghirlanda di fiori intorno al collo e un tatto invidiabile.

-Sì, Hannah, è solo la punta dell'orecchio – sbottò Stiles, guardandola male – A cosa serve la punta dell'orecchio? -

-Mh, equilibrio. Funzione uditiva. Fattore estetico. Devo continuare? - intervenne Lydia, inarcando le sopracciglia.

Derek cercò di calmare il proprio lupo. Non c'era bisogno di sbranare Lydia. Stiles amava loro.

-Derek è un licantropo – la liquidò Stiles, guardandola a malapena e facendo sorridere un po' Derek – L'equilibrio è a posto, l'udito pure e il suo fattore estetico è messo benissimo. Se chiedete a me, l'orecchio mozzato gli dà un'aria da duro che mi eccita molto. -

Derek arrossì completamente, mentre Lydia e Allison scoppiavano a ridere.

-Nessuno te lo ha chiesto, Stilinski – disse Argent, lugubre. Si staccò la coccarda dalla camicia e la consegnò insieme alla bandierina a un confuso Finstock.

-La festa è finita. Hale è vivo e sta bene, non c'è più niente da vedere. Tornate al vostro lavoro. -

Nessuno se lo fece ripetere due volte, anche se Allison si avvicinò rapidamente a Derek per dargli un veloce abbraccio.

Derek doveva ammettere che cominciava a sentirsi un po' una merda per aver passato settimane a ripetere “Allison è un'assassina!”.

Una volta rimasti soli, Argent si avvicinò a loro, con l'aria di chi è costretto a fare qualcosa controvoglia.

-Hale, Stilinski. Volevo congratularmi con voi per aver risolto il caso. -

-Grazie, Signore. Ci dispiace per sua sorella – replicò Derek, con cautela.

Argent liquidò il discorso con un gesto secco della mano, ma Derek poteva vedere nei suoi occhi che la ferita fosse ancora aperta.

-Uno i parenti non può sceglierseli. Verrà giudicata da un tribunale magico insieme ai suoi complici. È partita anche un'inchiesta al ministero. Pare che non fossero tutti puliti nemmeno lì. -

Derek non disse nulla, ma non faceva fatica a credere che anche Gerard Argent e i suoi scagnozzi c'entrassero in qualche modo nella vicenda.

-Volevamo anche scusarci per averla drogata con il veritaserum – intervenne Stiles, in tono stranamente serio – E per aver dato un po' di matto quando non ci ha permesso di condurre l'interrogatorio. E per aver scritto “Argent fa schifo” nei bagni. Divento infantile quando sono incazzato. -

Argent lo fissò a lungo, imperscrutabile.

-Ti ringrazio per la sincerità, Stilinski, lo apprezzo. -

-Mi scuso anche io, anche se mi dissocio dalla scritta nel bagno – si aggiunse Derek, guardando in tralice Stiles.

Argent scosse la testa.

-Non importa. Avete fatto un ottimo lavoro. Io e, oserei dire, tutta la comunità magica e non magica siamo in debito con voi. Quindi – Argent alternò lo sguardo dall'uno all'altro, serio e autorevole – Potete chiedere qualsiasi cosa e vi sarà data. Un ufficio più grande, una promozione, più casi, una vacanza. Qualsiasi cosa. -

Stiles si voltò a guardarlo, sorpreso, ma Derek seppe cosa chiedere nell'esatto istante in cui incrociò gli occhi dell'altro. Si voltò di nuovo verso Argent, alzando un po' il mento.

-Vogliamo Mike e Maggie. -

L'odore felice e incredulo di Stiles lo investì, rendendolo ancora più sicuro della sua richiesta.

Argent lo fissò, un solo tremito dell'occhio destro che tradiva la sua sorpresa.

-I due ragazzini nati babbani? -

-Sì, Signore – rispose Derek con convinzione.

-Ma nessuno giudice babbano serio affiderebbe due ragazzini a voi. -

-Ne siamo consapevoli, Signore. -

-Stilinski ha fatto morire ogni pesce rosso che abbia mai avuto. Ha rapito i due ragazzi e li ha nutriti con biscotti alla zucca per giorni. -

-In effetti sì, Signore. -

Argent inarcò un sopracciglio, impaziente.

-Siete completamente inadatti a prendervi cura di due minori. -

-Lo sappiamo, Signore. -

Adesso Argent sembrava profondamente depresso.

-Per farvi ottenere la loro custodia dovrei corrompere mezzo tribunale. O addirittura confonderlo. -

Derek esitò solo un istante prima di dire: -Temo di sì, Signore. -

Argent scosse la testa, guardandoli truce.

-Datemi un solo motivo per cui dovrei appoggiare questa follia. -

Questa volta fu Stiles a prendere la parola.

-Perché vogliamo bene a quei ragazzi. E loro ne vogliono a noi. È vero, non siamo le due persone più adatte a fare i genitori del mondo, ma in qualche modo funzioniamo. Mike e Maggie hanno bisogno di noi e noi di loro.-

Argent li scrutò ancora per un istante, letale.

-Molto bene – disse piatto, già cominciando a voltarsi – Vedete solo di non farmene pentire. Ne riparleremo presto.-

Senza aspettare una risposta, Argent si allontanò lungo il corridoio, lasciandoli soli.

Derek fece appena in tempo a voltarsi verso Stiles, che il ragazzo gli fu addosso, cercando la sua bocca quasi con disperazione. Derek lo strinse, un po' sorpreso, cedendo di buon grado all'assalto dell'altro.

-Derek Hale, io ti amo – sussurrò Stiles sulle sue labbra, quasi con ferocia, guardandolo negli occhi.

Derek sorrise, mentre una parte di sé pensava che non si sarebbe mai abituato a sentire Stiles pronunciare quelle parole.

-Ormai è inutile fingere di non essere coinvolto. Quei due ragazzini mi hanno conquistato e voglio che stiano con noi. E, soprattutto, voglio che tu sia felice. -

Gli occhi di Stiles brillarono nei suoi.

-Lo sono. Lo sarei stato in ogni caso, con te al mio fianco. -

Derek gli accarezzò una guancia, delicato.

-Non potrei essere più che d'accordo. -

Stiles gli sorrise, un sorriso dolce per una volta, poi si alzò sulle punte e gli circondò la testa con le mani, per baciarlo meglio.

Derek ricambiò per un po' il bacio, ma fu costretto a sottrarsi con un gemito quando Stiles premette un po' troppo sull'orecchio ferito.

Stiles si scostò subito, guardandolo preoccupato.

-Che c'è? Ti fa male? -

-Non è niente – lo liquidò Derek, cercando di riprendere il bacio, ma Stiles si ritrasse con un cipiglio serio.

-Davvero, Tassorosso. Non dovrebbe farti così male – scrutò attentamente il suo orecchio, pensieroso – Forse è meglio che vada da Lydia a prenderti una pozione contro il dolore. -

-No! - esclamò subito Derek, quasi ringhiando e calamitandosi addosso lo sguardo sorpreso di Stiles – No – ripeté, modulando la voce – Vado io. Non preoccuparti. -

Stiles lo fissò per un po', poi stiracchiò un sorriso consapevole.

-Davvero? Sei ancora geloso di lei? -

Derek sbuffò, evitando il suo sguardo.

-Non sono affatto geloso. Voglio solo pensarci io. -

-Certo – lo prese in giro Stiles in tono beffardo, un grosso sorriso che lentamente gli occupava tutto il viso -Sei assolutamente credibile. -

Derek grugnì, evasivo, e gli occhi di Stiles si addolcirono.

-Ehi – gli circondò di nuovo il viso con le mani, questa volta appoggiandole delicatamente sulle guance. Suo malgrado, Derek incrociò il suo sguardo, tenero e divertito insieme.

-Non c'è bisogno che tu sia geloso. Sono tuo. E tutti lo sanno in ufficio. Non nascondo esattamente il tuo marchio sul collo, nel caso non lo avessi notato.-

Derek sovrappose le mani su quelle di Stiles, gli occhi intrecciati ai suoi.

-Lo so. Forse devo ancora abituarmi all'idea di averti. -

Stiles sorrise, giocoso e dolce insieme.

-Beh, per tua fortuna sembra che tu abbia una vita intera per farlo. -

Derek ricambiò il sorriso, abbassandosi per baciarlo piano sulle labbra.

-Fila a prendere la tua pozione, Sourpuff – sussurrò Stiles, facendo malvolentieri un passo indietro. Gli strizzò l'occhio – E non uccidere Lydia. -

Derek sbuffò e alzò gli occhi al cielo, ma non promise nulla.

Si diresse verso l'ufficio di Allison e Lydia, mentre Stiles si allontanava nella direzione opposta. Il lupo uggiolò, ferito, ma Derek cercò di calmarlo: avrebbero rivisto il loro compagno presto, avrebbero avuto Mike e Maggie e sarebbe andato tutto bene.

Stava per bussare alla porta del reparto pozioni, ma quella si aprì di colpo, rivelando la figura di Allison.

Derek abbassò il braccio, imbarazzato. Allison si limitò a sorridergli, inclinando un po' il capo.

-Ciao. Avevi bisogno? -

-Ehm. Mi fa male l'orecchio – borbottò e aggiunse subito dopo, per mettere in chiaro che non fosse una sua idea: - Stiles ha insistito perché prendessi qualcosa. -

Allison rise leggermente e Derek si sentì ancora più imbarazzato e in colpa.

Allison non sembrava affatto una feroce assassina, in effetti.

-Ci scommetto che l'ha fatto. È molto protettivo con le persone a cui tiene – il suo sorriso si fece dolce – Con te particolarmente. -

Derek si mosse, la sensazione di disagio che aumentava.

-A proposito. Stiles non ha mai creduto...ti ha sempre difesa, continuava a dirmi che era impossibile che tu... che tu...

Allison lo interruppe con un gesto gentile della mano.

-Lo so. Stiles ha spiegato tutto a me e a Scott mentre eri in ospedale. Noi tre siamo amici dai tempi di Hogwarts, è tutto a posto. E non biasimo nemmeno te per aver sospettato di me – fece un sorrisetto triste, le dita che sfioravano il ciondolo intorno al collo. Derek si chiese se lo tenesse per torturarsi o come promemoria di ciò che aveva fatto sua zia.

-Avevi ragione almeno un po'. -

-Mi dispiace comunque – insistette Derek, sincero.

Allison si strinse nelle spalle.

-Non tutti i mali vengono per nuocere. Da questa faccenda orribile almeno ho capito cosa voglio fare della mia vita – il suo sguardo si indurì impercettibilmente – Il prossimo anno farò domanda per diventare auror. La vita da pozionista comincia a starmi stretta. Ci sono tante persone crudeli nel mondo e voglio fare qualcosa, in prima persona. -

-Saresti un ottimo auror – disse subito Derek, senza l'ombra di dubbio e concedendosi persino un piccolo sorriso.

Aveva visto Allison tirare con l'arco durante un aggiornamento annuale voluto da Argent per tutti i maghi del dipartimento. Non aveva dubbi che sarebbe stata una risorsa preziosa.

Anche Allison gli sorrise, gli occhi di nuovo dolci.

-Grazie – si guardò rapidamente alle spalle, prima di riportare lo sguardo su Derek – Stavo uscendo per incontrare Scott, doppiamo scegliere il menù per il matrimonio, ma c'è Lydia dentro. Può aiutarti con l'orecchio. -

-Meraviglioso – disse Derek, piatto e assolutamente falso.

Allison scoppiò a ridere e Derek rivalutò la nuova simpatia che aveva appena nutrito nei suoi confronti.

-Oh, andiamo. Non c'è mai stata concorrenza. Stiles è cotto di te da una vita. -

-Perché sono l'unico che non se n'è mai accorto? - domandò Derek, infastidito.

Allison sorrise, stringendosi nelle spalle.

-Non prendertela. Stiles in effetti è bravo a simulare. Lo conosciamo solo da così tanto tempo che è impossibile non accorgersi del modo in cui ti guarda. -

Derek sentì un calore sbocciare nel suo petto.

Allison gli diede una pacca amichevole sul braccio e poi lo superò.

Prendendo un grosso respiro di incoraggiamento, Derek entrò.

Lydia era seduta alla sua postazione, i piedi sollevati sulla scrivania e il naso immerso in un libro che sembrava sospettosamente una lettura babbana che nulla aveva a che fare con il lavoro.

-Sei qui per il tuo orecchio deturpato? - domandò, senza alzare lo sguardo dalle pagine.

Derek si bloccò in mezzo alla stanza, sorpreso, e Lydia gli lanciò uno sguardo annoiato da sopra la copertina rosa del libro.

-Non avrò il super udito, ma riesco ancora a origliare una conversazione che avviene a due metri da me, Hale.-

Derek si schiarì la voce imbarazzato.

-Mh. Sì. Bene. Se non ti è di disturbo, mi servirebbe una pozione contro il dolore.-

Lydia sospirò pesantemente, appoggiando il suo libro sulla scrivania con riluttanza, come se non fosse letteralmente pagata per fornire pozioni e Derek le stesse rovinando la vita.

Derek rimase impacciato a guardarla mentre rovistava tra gli scaffali. Quando si voltò verso di lui, aveva in mano una piccola ampolla con un liquido rosso.

-È piuttosto forte, basterà un sorso ogni sera prima di andare a dormire, anche se puoi prendere il primo ora se il dolore non è sopportabile. Se non passa, vieni da me. -

Derek annuì, allungandosi a prendere la pozione.

-Grazie. -

Lydia inarcò un sopracciglio, sollevando di scatto il braccio e allontanando la pozione dalla portata di Derek.

-So che Jackson ti ha già accennato qualcosa, ma ci tenevo a precisare una questione per me molto importante: non devi far soffrire Stiles.-

Derek si irrigidì e strinse i pugni lungo i fianchi, cercando di contenere l'irritazione.

-È buffo che questa raccomandazione venga proprio da te. -

Lydia non si scompose, si limitò ad arricciare le labbra in un sorrisetto di scherno.

-Non amo Stiles, ma ci tengo a lui. Stiles, Allie, Jackson, Scott... siamo sempre stati un gruppo. A volte ci sono delle incomprensioni, ma l'affetto resta, è come un...

-È come un branco – completò Derek, rilassandosi appena.

Lydia accennò un sorriso, più sincero questa volta.

-Sì. Esattamente come un branco. -

Derek scosse la testa.

-Non farò del male a Stiles. Lui non è solo un membro del branco per me. È compagno. È famiglia – la voce gli si spezzò per un istante – È tutto. -

Lydia lo soppesò ancora per un po', poi sembrò convincersi, perché gli porse la pozione. Derek si affrettò a prenderla prima che cambiasse idea.

-E per la cronaca – aggiunse Lydia, sempre con quell'irritante aria di superiorità – Non ho mai preso sul serio il corteggiamento di Stiles semplicemente perché sapevo benissimo che non era me che voleva, non davvero. Io ero solo l'opzione che gli sembrava più facile. Sono una corvonero e posso assicurarti che Stiles non ha mai amato nessuno come ama te. -

Derek arrossì di puro piacere e Lydia alzò gli occhi al cielo, ma non sembrava davvero infastidita.

-Forse dovremmo cercare di riconciliare Jackson e Stiles – propose Derek, esitante.

-Oh, non mi darei troppo pena per quello – disse distrattamente Lydia, tornando alla sua scrivania e recuperando il suo libro – Sono serpeverde. Loro non fanno pace, loro depongono il rancore, prima o poi – si strinse nelle spalle – Torneranno a insultarsi amichevolmente prima che tu possa spremerti il tuo cervellino tassorosso. -

-Tu non mi piaci – le fece notare Derek, piatto.

Lydia sbadigliò da dietro il suo libro.

-Sì, sì. Chiudi la porta quando esci. -

Derek obbedì, anche se si premurò di sbattere la porta perché in fondo aveva due anni. Si avviò verso il proprio ufficio, il vetro freddo dell'ampolla a contatto con la sua mano destra. Esitò prima di entrare dalla porta socchiusa, avendo riconosciuto la seconda voce che stava facendo eco a quella di Stiles.

-Sei sicuro? Totalmente sicuro? -

-Sì, Jackson – Derek conosceva quel tono, era quello che Stiles usava quando cercava di non ridere – Non mi trasformerò in un licantropo una volta al mese, non è così che funziona il morso di accoppiamento. E sono sicura che Lydia te l'ha già spiegato ma vuoi solo darmi il tormento. -

-Sto solo cercando di capire se sarò costretto a uscire con McCall mentre tu ululi alla luna – replicò Jackson, sprezzante.

-A proposito di Scott. L'addio al celibato – Derek poteva immaginare il sorriso diabolico sulla faccia di Stiles anche senza vederlo – Hai idee? -

-Oh, sì – disse Jackson e Derek non fece fatica a immaginarsi lo stesso identico ghigno sul suo volto – Una più crudele dell'altra. -

A quel punto presero a parlarsi l'uno sopra l'altro, eccitati e in piena fase di complotto, e Derek scosse la testa, allontanandosi verso l'area relax.

I serpeverde erano creature strane che Derek non avrebbe mai compreso del tutto, ma la sua sensibilità tassorosso gli aveva suggerito di lasciare a quei due almeno venti minuti da soli, per fare pace, deporre il rancore o qualsiasi altra cosa.

La risata squillante di Stiles gli giunse all'orecchio buono e gli scaldò il cuore, confermandogli che stava facendo la cosa giusta.

 

 

ANGOLINO

 

Scusateeeee

So che sono in ritardo, ma la sessione estiva mi ha reclamata ( e continua a farlo, ahimè). Questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l'ultimo! Non so dire quando potrò aggiornare, ma è già mezzo scritto quindi sono fiduciosa. Vi ringrazio per la pazienza e l'affetto che riservate a questa storia bruttina <3

Un grazie speciale alle mie cicce, che mi stanno sempre accanto. Vi amo <3

A presto!

Un bacio,

Fede <3

  
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