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Autore: Dakota Blood    30/06/2021    1 recensioni
Mike Stan, front man e fondatore degli 'White Raven', detesta con tutto se stesso la figlia della migliore amica di sua madre, una ragazza di un anno più piccola di lui, di nome Sarah Smith.
Gli 'White Raven' ancora sono poco conosciuti, ma riusciranno a diventare una band di successo mondiale?
E sopratutto, Leila, la ex di Mike che lui non ha mai dimenticato, sarà davvero così indimenticabile come sembra oppure questa tanto odiosa Sarah Smith, che lui definisce 'puzzona' per via dei suoi capelli verdi e oleosi, che Mike odia con tutto il cuore, alla fine riuscirà pian piano a prendere posto nella vita del ragazzo stesso e fargli dimenticare tutti i futuri propositi con Leila?
Dalla storia:
-Non puoi far finta che le cose non siano accadute, tutto questo è... insensibile da parte tua-
Mi guarda con occhi severi. Non sa che più dire, forse. Atterrita, inizia a piangere convulsamente, mentre aspetta che io le risponda.
La abbraccio e sento il cuore rinascere, ogni volta, sempre di più.
Questo è amore?
Forse il suo nome è già di per sé amore e non l'ho mai capito davvero.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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-Come ricorderai, Debra, mio figlio ha la passione per la musica, solo che la cosa gli è sfuggita un po’ di mano ehm ecco… dovrebbe tornare a momenti!-
 
Debra sta sorridendo impacciata, mentre da dietro la porta della cucina vedo sia lei che mia madre con il volto paonazzo dalla rabbia. È letteralmente in collera con me. Mi sono nascosto giusto per prepararmi psicologicamente a questa triste commedia degli equivoci, ma uscirò presto allo scoperto, proprio quando se lo aspettano meno.
 
-I giovani sono interessati solo alla musica ormai, soprattutto a quella Trap, non farci caso Lucinda, è sicuramente un momento, gli passerà-
 
Ride e mi fa incazzare. Sarah ridacchia, con il suo ciuffo viscido, oleoso premuto sulla fronte e incollato come se da decenni non vedesse un parrucchiere e l’acqua. Bleah, mi fa ribrezzo-
 
-Il problema è che lui ha una band dal nome particolare, quasi malvagio secondo me, e fanno della musica rock piuttosto assordante. Non si tratta di Trap o di un momento passeggero purtroppo-
 
-Ah, mia figlia ascolta solo musica classica e indie, ma mai rock duro e grossolano-
 
Non ce la faccio, devo fuggire di qua!
Ma ecco che proprio quando faccio dietro front sbatto il dito del piede contro lo stipite della porta, sussultando e vedendo le stelle… sul serio. Sarah apre la porta e mi vede, inizia a ridacchiare come un’ossessa e io non trovo le parole per ribattere davanti a tutta questa stupidità.
 
-Che facevi?-
-Sono a casa mia, no? Posso anche stare al buio tre ore di seguito-
-Non hai paura del buio? Sai quante storie conosco riguardo le leggende metropolitane sui fantasmi e le case infestate?-
 
Ma che diamine dice?
 
-La mia casa è una villa normalissima che forse sogni di avere ma rimarrà solo nella tua immaginazione infatti-
 
-Sei sempre stato cattivo con me-
 
-No, sono cattivo con tutte, ma con te mi impegno alla grande, ciuffo oleoso-
 
-Vado a dirlo a mamma-
 
Non ci credo! Sembra di aver a che fare con una bambina viziata di otto anni tutta merletti e pizzi.
 
-Sarah, state parlando di noi per caso di nascosto?-
 
Debra si avvicina a sua figlia e mi osserva come volesse schiacciarmi. Tiro il petto in fuori, sentendomi un adulto.
 
-Stavamo chiacchierando pacificamente-
 
Mia madre arriva di corsa, sembra un’atleta.
 
-Non ci credo! Mio figlio che parla gentilmente con Sarah, è un vero miracolo, non c’è dubbio-
 
Ora dovrei abbracciare Sarah e magari stringerla forte. Non mi spetta, non voglio! Preferirei vomitare per ore in un cesso della mia ex scuola che tra l’altro ho sempre frequentato con scarsissimi voti.
 
Sarah si avvicina e a braccia aperte e con un sorriso da scema, aspetta che le vada incontro.
 
-Ehm… io-
 
Improvvisamente il cellulare mi squilla, salvandomi dall'abisso di tenebra in cui stavo precipitando!
 
Guardo il nome sul display azzurro:
 
Leila.
 
La mia ex, lei che non ho mai dimenticato, mi sta telefonando in questo esatto momento.
 
Arrossisco e deglutendo provo a defilarmi, mentre tutte e tre mi stanno addosso, cercando di carpire notizie. Che stress!
 
Non posso far finta di nulla, non con Leila.
 
È stato il mio unico vero amore, lei che seguiva la mia band e ci invogliava tutti a suonare e scrivere canzoni nuove, pezzi sempre più intraprendenti e lunghi.
 
Rispondo all'istante, chiudendomi in camera mia. Chiudo la porta, accostandomi al letto di noce.
 
-Pronto?-
 
-Mike, scusa ma avrei bisogno di vederti, di parlarti. Dovremmo proprio incontrarci uno di questi giorni se sei d’accordo-
 
-Ehm, Leila, come stai? Sì comunque, ok-
 
-Sto bene. Devo parlarti di una cosa importante-
 
-Va bene, anche io non sto affatto male comunque-
 
-Sono contenta-
 
-Ora devo chiudere Leila, abbiamo una cena di famiglia… diciamo così. Ricordi Sarah Smith?-
 
Ridacchia sonoramente.
 
-Se la ricordo?!-
 
Stavolta ridacchio io.
 
 
-Mike! Vieni subito a cena, la tavola è imbandita e Sarah si annoia a morte. Perché non le canti qualcosa?-
 
-Ehm Leila, devo lasciarti…-
 
-Capisco-
 
Si sente che ha bisogno di parlare con qualcuno, soprattutto con il sottoscritto.
 
-Mamma, arrivo!-
 
-Ok Mike, ti aspetto domani, va bene?-
 
-Perfetto, ciao-
 
Fredda, non come la desiderio io.
 
Con il cuore a mille fingo un sorriso enorme, mentre corro e prendo posto in tavola.
 
-Allora, Mike, quando uscirete assieme tu e Sarah?-
 
Il sorriso mi si spegne all'improvviso.
 
Io non uscirò mai con quella strega orrenda, è chiaro?!
 
 
 
 
   
 
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