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Autore: gio194    30/06/2021    1 recensioni
Il protagonista è Sean, un personaggio, un uomo, una coscienza immerso/a in un viaggio “interiore” alla ricerca di risposte su sé stesso/a e sulle persone che ruotano intorno alla sua vita. Sospeso sulla soglia tra sogno e realtà, sanità e follia, Sean si trova ad interagire con il ‘mondo’ circostante… e lo fa in un modo tutto suo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo la minima intenzione di aprire quella dannata porta. Perché avrei dovuto? Che cosa voleva da me il mondo esterno? Qui dentro si stava così bene. C’erano Dizzy, Rudy, Polly… loro vivevano normalmente, immersi in una spasmodica e prosaica quotidianità! Che ne sapevano loro di quello che stavo passando… Ero completamente fuori della loro realtà; a volte mi capitava di vederli riuniti a tavola, a conversare del più e del meno e io… io mi sentivo come un corpo estraneo, e in un certo senso lo ero. Il loro nucleo familiare bastava a sé stesso. 

Mia sorella Dizzy lo ripeteva spesso: “Non sei mica un intruso, uno sconosciuto o un estraneo! Accidenti, non so più come dirtelo!”

Ero talmente arguto da carpire cosa si celava dietro le sue apparenti rassicurazioni. Nella sua mimica e nei suoi occhi lèggevo tutt’altro: languore, malinconia, angoscia e forse disperazione.  Sono certo che dentro di sé si faceva forza, già perché ospitare un ‘cadavere’ nel proprio focolare non era proprio il massimo che lei avrebbe potuto avere dalla vita. Escludendo il marito, una figura totalmente assente, c’era Rudolph a darle un po’ di speranza. A dire il vero, suo figlio era un po’ un’arma a doppio taglio: tutte le soddisfazioni che dava sul piano del rendimento scolastico non giovavano, ahimè, a renderlo partecipe di tutto ciò che ci si sarebbe aspettati da un ragazzino della sua età: amicizie, primi amori, marachelle, videogiochi ecc. Trascorreva più tempo a parlare con un pennuto e con me dormiente che con chi forse avrebbe potuto comprendere a pieno le sue esperienze e i suoi traumi giovanili. Temevo seriamente che si sarebbe perso tanti bei momenti e che avrebbe avuto tanti rimpianti in futuro.

Polly invece? Lo avevo trovato in pessime condizioni sotto un enorme carrubo. Mi ero preso cura di lui sin dal primo momento. Capii subito che aveva delle qualità straordinarie, quali una perspicacia e una capacità di interloquire ineccepibili. Quando lo portai con me ad una conferenza internazionale riuscì a stupire tutti gli ‘intellettuali’ ivi presenti con la sua spiccata intelligenza!

Tuttavia Polly… Ma chi continua a suonare il citofono, sarà meglio andare a vedere dallo spioncino!

-“Mmh viso giovane, barba folta, sorrido smagliante, abiti formali… mah.”

-“Salve! Sono Tudor Helms, vengo per conto di Charles Ho…”

-“Homes ho capito! Ci siamo visti qualche minuto fa, non poteva ripassare invece di mandare un suo delegato?”

-“Temo di doverla correggere, dato che il Doc. mi ha riferito che l’ultima volta che vi siete visti, circa un mese fa, le aveva raccomandato di rivolgersi a noi.”

-“Noi chi mi scusi?”

-“Sono il rappresentante di una clinica privata specializzata nel trattamento di problematiche legate ai disturbi del sonno, narcolessia ecc.”

-“Caspita, ho totalmente perso la cognizione del tempo. A volte vorrei infilarmi in un cunicolo spazio-tempo e starvi all’infinito, così non dovrei più preoccuparmi di questa stupida convenzione cronologica!”

-“Le prometto che faremo del nostro meglio per tenerla a contatto con la nostra realtà e non sarà più costretto a distaccarsi da essa.”

-“Posso portare almeno lui con me, vero?”

-“In teoria non potrebbe, ma se proprio insiste possiamo trovare una sistemazione anche per Polly!”

-“Non mi sembra di averle mai detto il suo nome!”

-“Ha ragione! È stato Charles a parlarmi di lui e dei suoi prodigi. Anche se a dire il vero non mi sembra avere nulla di speciale.”

-“Ah se lo dice lei allora…”

 

   
 
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