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Autore: Ulissae    30/08/2009    3 recensioni
Dedicata a Hilly89. Buon compleanno, cara!
[One Shot su Voldermort ed Halloween]
Sollevò la bacchetta, questa volta senza fretta, puntandola contro il visino tinto con maestria, per farlo assomigliare ad una piacevole zucca, poi sussurrò l’incantesimo.
A Tom non era mai piaciuto Halloween.
Genere: Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho riniziato a leggere Harry Potter -tante grazie direte voi, avete ragione, vi rispondo-, e non so come mai avevo letto che i Potter fossero stati uccisi la notte di Halloween.
Bene. Perfetto. Esce la storia.
Inizio a risfogliare il libro per insierire il minuscolo pezzettino e non lo trovo più. Quindi le opzioni sono:
-Laura fuma roba pesante (molto papabile come opzione)
-Il libro è stregato.
Non so quale delle due sia vera, fatto sta che la storia c'era e buttarla mi sembrava un peccato u_u Perciò, eccola! Tutta per voi.


 Un buon non compleanno a Hilly89, Mara XD
Te la dedico tutta per il tuo compleanno,
perché Voldy è Voldy, ed è il più fiQuo u_u
Alla fine l'ho scritta su HP la tua storia, invece che su TW.
Bhè... sperando che non mi mandi qualche Mangiamorte per l'assurdo ritardo dell'altra storia...
BUON COMPLEANNO!




~Happy Halloween,Tom

L’uomo camminava tranquillo, relativamente calmo, con un sorriso glaciale a solcargli il volto, coperto dal cappuccio scuro. Le braccia erano lasciate oscillare sui fianchi, mentre, con passo svelto e sinuoso, si dirigeva verso la casa, quella casa, scansando, senza toccare, la marea di bambini che gli giravano intorno.
La notte di Halloween, nel paesino Godric’s Hollow, era un grande evento. Da tutta la minuscola contea si radunavano i coltivatori di zucche, per mostrare, con il petto gonfio di orgoglio, le loro piccole e bitorzolute creature, osservandole con occhi così colmi di affetto da farle sembrare vive.
Inoltre, cosa non meno importante, era organizzata la così detta “Parata di tutti i mostri”, dove, sfoggiando i migliori dei vestiti, tutti i bambini potevano dare mostra della loro terribile e alquanto divertente forma.
Tutto questo, però, a Tom non importava; anzi, se doveva essere sincero, lo urtava non poco, visto che i suoi piani per quella notte erano completamente differenti e la presenza di così tanti babbani in giro non poteva che nuocere alla sua anonimia.
Sorrise, osservandosi intorno, adulti di ogni età vestivano in modo ridicolo, indossando assurde parrucche o squallide dentiere di plastica; eppure, in questo modo, lui poteva passare inosservato.
Il mantello nero scivolava veloce sull’asfalto, ricoperto da carte colorate di caramelle e piccoli pezzi di canditi rotti.
Le voci potenti e allo stesso tempo sottili dei bambini lo infastidivano e si chiese come mai non avesse deciso di recarsi sul luogo deciso in altro modo, sicuramente più veloce e  pratico di quello, rallentato dalla folla che festeggiava una vecchia festa pagana.
Ma Tom aveva voglia di quell’aria fresca di Novembre, aveva bisogno, non si sa per quale ragione, del freddo che penetrava sotto la lana scura, avvolgendo il corpo e facendolo tremare. Tom, almeno quella notte, voleva lasciarsi andare ai sentimentalismi, per quanto fosse possibile per una persona come lui.
Sempre se di persona volessimo parlare.
Quella notte, era sicuro che avrebbe vinto, oh! Quello lo avrebbe fatto di sicuro. Avrebbe finalmente scritto la parola fine sulle miserabili e piuttosto fastidiose  esistenze dei coniugi Potter, ma, al tempo stesso, sentiva come una strana sensazione, che gli pulsava nello stomaco, glielo faceva attorcigliare, come poche volte nella sua vita, e gli suggeriva, con voce maligna, che qualcosa sarebbe andato storto.
Sicuramente erano quei bambini, già. Di sicuro. Così fastidiosi ed irritanti. Con le loro voci infantili, le loro risate, la loro felicità.
Allungò il passo, urtando un piccolo babbano, che alzò gli occhi e sbuffò, gridandogli contro.
«Signore! Aspetti!» le piccole gambe, fasciate da della stoffa nera, si sforzarono per raggiungerlo.
Si piazzò davanti ad Orvoloson, lo squadrò per bene – solo come i bravi bambini viziati sanno fare – e, dopo essersi schiarito la gola teatralmente, domandò a gran voce « dolcetto o scherzetto?»
Il mago sbatté gli occhi esterrefatto, era proprio vero: i babbani avevano un pessimo istinto di sopravvivenza.
Osservò scettico i capelli biondo cenere, quasi rossi, del suo interlocutore, le sue lentiggini, che ricoprivano la pelle chiara e sporca di cioccolato vicino alla bocca. Poi, sempre con l’altezzosità degna di un futuro dittatore come lui, passò all’abbigliamento: un cappello di triste plastica nera era poggiato sulla testa, mentre una bacchetta, un misero pezzo di legno, era sbandierata sotto il suo naso.
Divertito lasciò cadere il cappuccio senza dire nulla: i capelli corvini, che si iniziavano a tingere di bianco, furono immediatamente scompigliati dal vento novembrino che tirava, freddo e gelido. Le labbra si distesero in un ghigno canzonatorio mentre la voce, arrogante e strascicata pose una semplice e schifata domanda.
« E tu? Cosa saresti?»
Il bambino rispose gonfiando il petto, senza ombra di esitazione.
« Il Mago più cattivissimo del mondo» gli incisivi da latte erano caduti, dando al sorriso che fece subito dopo un’impronta comica e contrastante con le sue perfide intenzioni. «Dolcetto o scherzetto?» ripeté deciso, facendo oscillare davanti a sé il cestino a forma di fantasma, forziere prezioso di quella dolce tassa.
Tom scoppiò a ridere, una risata goliardica e glaciale, che fece trasalire il piccolo, il quale, però, non demorse, riponendo nuovamente la domanda, alla quale non ci fu altra risposta se non un gesto scocciato.
Il Signore Oscuro non aveva tempo da perdere, perciò, vista questa interruzione fastidiosa, svolse velocemente il suo lavoro.
Lasciò che la porta della casa esplodesse sotto il suo incantesimo; che il corpo di James Potter venisse accartocciato dal crucio, proprio come quelle foglie che fuori volteggiavano sopra le teste degli ignari passanti; che, infine, venisse sbattuto contro un muro dal lampo smeraldo.
Poi, sempre velocemente, scovò la donna che –stolta- aveva tentato di nascondersi, insieme a quel minuscolo bambino.
Quando anche lei giacque a terra spostò la sua attenzione sul neonato, storcendo il naso quando si accorse che, anche lui, come quei bambini fuori, era vestito in onore di quella stupida festa.
Sollevò la bacchetta, questa volta senza fretta, puntandola contro il visino tinto con maestria, per farlo assomigliare ad una piacevole zucca, poi sussurrò l’incantesimo.

A Tom non era mai piaciuto Halloween.

Angolo autrice:
Diciamo che se veramente la famosissima notte fosse stata quella di Hallowe'en Voldemort ha ricevuto uno bello scherzettoXD
Comunque, è la mia prima shot ** *saltella emozionata*
Non ho molto da dire... se dovessi essere sincera, se non che odio il nome Voldemort e che quindi l'ho sempre chiamato Tom.
Ho immaginato che non fosse ancora... serpentino, ecco, ma più umano. Purtroppo ho la memoria a breve termine perciò non ricordo se sia giusta come cosa o se gli Orcroux abbiamo esercitato qualche strano potere su di lui, portandolo giù a quello stato.
Bhè... che dire, se non che la dedico alla carissima Mara -Hilly89- per il suo compleanno, anche se un po' in anticipo. Ma come si dice... quando l'ispirazione viene, viente u_u *soprattutto se è dell'oscuro signoreXD*

Vi lascio! Alla prossima, sperando in un commento <3

notizia inutile: lo sapevate che Ollivander produceva bacchette dal 342 A.C O_O?
   
 
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