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Autore: FrancyF    03/07/2021    1 recensioni
Zac Efron sta passando un periodo complicato e vuole solo prendersi del tempo per stare da solo con sè stesso. Vanessa Hudgens, invece, vuole solo stare vicino al suo fidanzato, e sperare che la felicità tanto conquistata a fatica non la lasci mai. Ma il destino ha altri piani per loro, e presto i fili rossi dei due giovani finiranno nuovamente per ingarbugliarsi e li legheranno come mai prima d’ora.
Secondo la tradizione orientale ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
“Fate is pulling you miles away and out of reach from me. But you're here in my heart, so who can stop me if I decide that you're my destiny?” - “Rewrite the stars” The Greatest Showman
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci arrivati alla fine. Questa storia ha significato molto per me. Ho iniziato a scriverla durante la pandemia e mi ha tenuto compagnia tra smartworking e incertezze. Voglio solo ringraziare di cuore chi ha recensito, letto e amato questa ff. Nella mia mente Zac e V sono così ed è stato un piacere rendervi partecipi dei mie sogni ad occhi aperti. Adesso approfitterò delle ferie per scrivere qualcosa, non so ancora bene cosa, però ci proverò. Buona estate e buona vita! - Fran 


In case you didn't know
I'm crazy 'bout you
I would be lying if I said
That I could live this life without you
Even though I don't tell you all the time
You had my heart a long, long time ago”
-“In case you didn’t know” Brett Young
 
Los Angeles, California - Dicembre 2019
Nella camera da letto patronale non si sentiva un rumore. Era appena l’alba e la luce rosata del sole faceva capolino nelle stanze dell’enorme casa su tre livelli. Tutte le finestre erano serrate da tende veneziane, ma il sole era comunque riuscito ad entrare.
-Mamma!- il silenzio dell’alba fu interrotto dalla voce del piccolo Greg, di tre anni. Il bambino marciò a passo spedito verso la camera dei genitori spalancando la porta. Un tonfo sordo rimbombò per tutta la camera. Fu un vero miracolo che nessuno si fosse svegliato.
-Mamma!- ripetè il bambino, arrampicandosi abilmente sul letto king size dei genitori.
Gli occhi blu zaffiro di Greg si illuminarono quando vide che Vanessa finalmente apriva gli occhi.
La donna sospirò e sbadigliò pesantemente: aveva gli occhi ancora gonfi di sonno ed era incredibilmente stanca.
-Ehi… Greg… è appena l’alba-.
L’-I-Phone segnava inesorabilmente appena le sei del mattino, ma Vanessa era completamente conscia del fatto che suo figlio non si sarebbe mai riaddormentato. Non da solo almeno.
-Greg perché non torni nella tua stanza?- ritentò la donna –dormi ancora un’oretta o due…-.
Per tutta risposta il figlio si lasciò cadere sul corpo della donna, i riccioli biondo scuro sparsi e lo sguardo vispo. Il cuore di Vanessa fece una capriola: gli occhi blu di suo figlio erano, da sempre, il suo punto debole.
-E va bene…- cedette alla fine – vieni dai…-.
Sollevò le lenzuola quando bastava al figlio per intrufolarcisi dentro.
-Ma devi promettermi che ti rimetterai a dormire ok? Io e papà siamo esausti…-.
Troppo tardi.
La donna sentì le braccia del marito avvolgerla e un attimo dopo Zac le stava mugugnando in un orecchio.
-Non hai aiutato nostro figlio ad entrare nel nostro letto, vero?-
-No- mentì spudoratamente lei, baciando la testolina bionda del figlio, sdraiato accanto a lei.             -Mmmm… sembra che nessuno dei bambini voglia farci dormire …-.
Le mani di Zac si andarono subito a posare sulla pancia della donna. Ormai Vanessa aveva raggiunto i sette mesi e tutti i movimenti del bambino erano ben percettibili anche da lui. –Non ha fatto altro che muoversi per tutta la notte. Greg non si è mai mosso così tanto-.
Il nuovo arrivato della famiglia Efron sarebbe nato ad inizio febbraio. Zac e Vanessa questa volta non avevano voluto sapere il sesso del nascituro e tutti erano in trepidante attesa. Avevano sempre voluto più di un bambino, ma si erano appena rimessi assieme quando era nato Greg e così avevano aspettato un po’ di anni prima di provare a restare nuovamente incinti. Il baby Efron 2.0 era stato il risultato di un fine settimana di giugno che la coppia aveva speso in campeggio a Redwood.
D’altronde casa loro adesso aveva la vecchia stanza di Dylan ancora libera, e Zac continuava a ripetere che era un peccato avere così tante camera da letto vuote. Vivevano sempre a Studio City, nell’enorme casa di Vanessa, con Greg e con i loro animali domestici: Puppy e Shadow erano morti, lasciando la coppia devastata; ma avevano presto adottato Chapelle, un cagnolino meticcio, Darla, una pelosina tutta pepe che adorava dormire nel lettone della camera matrimoniale con Vanessa, quando Zac era fuori per qualche ripresa notturna, e Macha un docile pitbull adottato al canile.  
Zac baciò una spalla scoperta della donna, accarezzandola dolcemente.
-Questo non cambia il fatto che tu hai aiutato l’altro nostro figlio ad entrare nel letto. Siamo già in troppi qui-
-Ci è entrato da solo-
-Bugiarda…- ghignò lui, depositandole un lieve bacio sulla testa –V, così non fai altro che viziarlo… ne abbiamo già parlato…-
-Veramente?- la donna  aprì gli occhi e incrociò lo sguardo severo del marito –Zac… lui è mio figlio… non puoi lasciarlo stare per una volta?-.
Lasciarlo stare? Zac scosse la testa, quasi divertito.
-E’anche figlio mio- borbottò.
-Quindi?-
-Quindi deve imparare a dormire nel suo di letto- Zac fece per prendere il figlio in braccio, ma Greg sentì la presa del padre e prese a singhiozzare.
-Visto?- sibilò Vanessa, riappropiandosi del bambino che strinse le manine al petto della madre, nascondendo il volto –vuoi che svegli l’intero quartiere?-.
-Va bene…- l’uomo emise un lungo sospiro mentre si passava una mano nei capelli.
-Greg… Greggy…-.
Sentendosi chiamare il piccolo smise di piangere.
-Puoi stare un po’ con noi… ma la mamma ti vizia troppo-.
Per tutta risposta Greg rotolò in direzione del padre, affondando i ricci nel suo petto nudo e stringendosi forte a lui.
-Adulatore…- borbottò Zac, baciando i ricci biondi del figlio.
-Che pretendi…. Suo padre è un attore provetto- rise Vanessa, coprendo tutti e tre con le lenzuola. 
Zac Efron aprì la bocca per ribattere, ma la chiusa subito dopo: era appena tornato a casa dopo due interminabili settimane e la vista di suo figlio e sua moglie addormentati vicino a lui gli fece porre fine alla conversazione. Sapeva che non aveva speranze di vincere quella battaglia.
 
Zac si svegliò due ore dopo. Sorrise nel constatare che gli occhi azzurri di suo figlio lo scrutavano curiosi, impazienti di iniziare una nuova giornata. Sollevò lo sguardo quando bastava per accertarsi del fatto che sua moglie dormisse ancora. Vanessa sembrava così esausta e svegliarsi alle sei del mattino non era qualcosa di cui aveva bisogno in quel momento. Così Zac prese in braccio il figlio e si diresse verso il piano inferiore, in cucina. Greg nel frattempo era riuscito a sfilarsi di dosso la maglietta e adesso la trascinava dietro di sé come se fosse stata una coperta. Zac alzò gli occhi al cielo, ma non potè fare a meno di sorridere.  
-Ehi Greg… mettiti la maglietta, campione. Vuoi una mano?
-Ce la faccio!- rispose orgoglioso il bambino, i suoi occhi azzurri splendenti e il suo piccolo sorriso spalancato -Io grande!-.
-Ce l'hai fatta!- Zac ridacchiò prima di riacciuffarlo e di fargli il solletico, sorridendo mentre la risata del figlio riempiva l'aria. –Greg…shhh! Sveglieremo tutti così-.
Appoggiò il bambino sul bancone della cucina e tirò fuori farina, burro, uova, mirtilli e gocce di cioccolato.
-Spero che ti vadano bene i waffle ai mirtili e cioccolato- disse, iniziando a preparare l’impasto mentre Greg allungava le mani e assaggiava il contenuto.
Già! A cosa diavolo stavo pensando? E’ logico che i waffles sapranno di bava e caccole di bambino! 
Sorrise nel vedere la faccia di Greg sporca ci cioccolato e farina e sorrise ancora di più nel constatare quanto suo figlio fosse un mix perfetto tra lui e Vanessa. La sua pelle era ambrata e i suoi occhi azzurri vispi ed intelligenti, risaltavano ancora di più su un viso coperto di lievi lentiggini. I ricci di un biondo scuro li aveva ereditati dalla madre e dallo zio Dylan. Per fortuna non aveva ereditato la pazzia degli Efron, ma Greg era timido e tranquillo come la madre, anche se adorava scherzare con tutti ed era un bambino molto affettuoso e sensibile. 
Quando Zac mise i waffles nel piatto per Greg sentì una presenza dietro di lui e, un attimo dopo, le esili braccia di Vanessa gli cinsero la schiena.
-Mamma!- Greg si sporse in avanti, in piedi sul bancone della cucina, con in bocca un pezzo di waffle.
-Ehi, piccola- Zac sorrise, avvolgendo le mie braccia intorno a Vanessa -Come ti senti?-
-Meglio- sospirò lei, baciandolo e sorridendo contro le sue labbra –ho ancora un po’ mal di testa, ma sei riuscito a farmelo passare la scorsa notte-.
Zac arrossì e borbottò una frase che suonava come “te l’avevo detto che quello era il modo giusto per fartelo passare”.
-Buongiorno cucciolo!- la donna sorrise e abbracciò stretto il figlio mentre provvedeva a pulirgli la bocca con un tovagliolo. –E non ho avevo alcun dubbio al riguardo… tu riesci sempre a mettermi il buonumore-.
Zac sorrise e si perse a guardarli: era dura e la stampa non la smetteva di ricordarglielo. Però era la loro vita. La vita che Zac e Vanessa avevano sognato, sperato e realizzato assieme. Guadare la donna che amava operare la sua magia su loro figlio lo incantava. Una cosa di cui Vanessa era preoccupata quando avevano scoperto di essere incinta era che non sarebbe stata abbastanza brava. Ma lei era, come tutti avevano predetto, la madre più straordinaria del mondo intero.
-Cosa? – chiese, quando si accorse che sai Greg sia Vanessa lo fissavano.
-Nulla- Vanessa scosse la testa divertita, servendosi un waffle con una dose extra di frutta –Solo te che te ne stai lì impalato a fissarci signor Efron… tu e il tuo fascino-.
Zac rise, mentre si serviva anche lui di un waffle.
 –Grazie piccola… come sta il nostro piccolo?- una mano dell’uomo si andò ad appoggiare al pancione della donna.
-Sta calciando-
-Nascerà lo stesso giorno di Dyl- asserì Zac, con una punta di preoccupazione nella voce. –Mancano solamente una paio di settimane- sorrise.
Lei e Zac durante quei tre anni di relazione avevano praticamente fatto i salti mortali per stare più tempo possibile accanto a Greg: Zac accettava raramente ruoli che lo costringevano a girare film dall’altra parte dell’oceano e Vanessa si era maggiormente concentrata sulla sua carriera d’attrice nei teatri di Broadway, in modo da avere una base fissa a New York.  Me era stata dura per entrambi rinunciare alla loro vecchia quotidianità fatta di viaggi improvvisati, cene romantiche a mezzanotte e domeniche mattine spese nel letto matrimoniale. Le feste e le vacanze last minute erano state ben presto state sostituite dalle alzatacce notturne, ma onestamente entrambi i giovani non avrebbero potuto chiedere di meglio.
-Io e Dylan pensavamo di portare Greggy con noi a pescare questa mattina. Prendo il minivan… ce la fai a resistere qualche ora senza di noi?- le scostò una ciocca di capelli dal viso e si perse nei suoi profondi occhi color cioccolato..
Vanessa lasciò che la mano del marito sfiorasse la sua guancia. –L’ultima volta che hai improvvisato un’uscita con tuo fratello è nato Gregory, ma credo che questo bambino possa stare ancora un paio di mesi dentro di me-.
Entrambi i giovani si voltarono verso il primogenito. Greg aveva un sorriso enorme in volto ed aveva divorato in circa due minuti la sua colazione.
-E zia Court?-
-Zia Courtney è impegnata bello. Lo sai che sta preparando il suo matrimonio. A zio Dyl farà bene distrarsi per qualche ora dai preparativi-.
Il bambino annuì entusiasta e battè le mani: lui e Dylan avevano un rapporto simbiotico. Dal suo primo giorno di vita Dylan si era ripromesso di essere il miglior zio possibile per Greg e il bambino ricambiava tutta la devozione dell’uomo: erano inseparabili e molte volte Zac scherzava sul fatto che Greg assomigliasse in modo allucinante a suo zio.
-Oh Zac… ricordati però che dobbiamo andare a cena da Starla e da mamma questa sera…. i cani possiamo portali con noi, ma tu e Greg dovete essere qui alle cinque-.
Zac annuì, mentre la osservava pulire il volto sporco di loro figlio. Vanessa non si fermava mai, nemmeno quando era molto incinta e reduce da una notte insonne.
-Van…- l’uomo le prese delicatamente le mani e glie le strinse, come per bloccarla.
-Che c’è?- sua moglie gli lanciò uno sguardo torvo.
-Puoi smettere di fare la super mamma per un momento? Ho tutto sotto controllo- le indicò il divano –vai, accenditi la tv, mettiti una coperta addosso e rilassati con i cani. A Greg ci penso io-
Vanessa sospirò e si morse il labbro inferiore.
-Sicuro?-.
-Vanessa…-.
-Va tutto bene- ripetè Zac, baciandole la testa. Sapeva che Vanessa odiava separarsi dal bambino, anche solo per dieci minuti, sapeva che temeva che i paparazzi scattassero qualche foto a tradimento, sapeva che voleva che tutto fosse perfetto. Ma non poteva essere tutto perfetto.
La baciò sulla testa, per rassicurarla. Ancora non riusciva a crederci, ma la mano di Vanessa stretta sulla sua… sulla pancia di quello che sarebbe stato il loro secondo figlio… era tutto così perfetto e speciale. Lei gli aveva rubato il cuore anni e anni prima e da allora non glie l’aveva mai restituito. Era stato un viaggio di sola andata per Zac e l’uomo non riusciva a capire perché Dio e l’Universo l’aveva benedetto on una donna così straordinaria. 
-Ti amo- sussurrò, appoggiando la fronte a quella di Vanessa –lo so’ che dovrei dirtelo più spesso, che vorresti che fossi di più a casa con voi… ma quando sarà nato il piccolo mi prenderò altri sei mesi-.
-Zac lo dici più che spesso… me lo ripeti ogni giorno- Vanessa lo baciò dolcemente sulle labbra, sorridendo.
-Perché è vero. Ti amo e…-
-Papà!- Greg era sceso dalla sedia e ora reclamava l’attenzione paterna, attaccandosi alle gambe di Zac.
Entrambi i giovani abbassarono lo sguardo su loro figlio.
-Arrivo Greggy, dai a papà solo un minuto per salutare la mamma-.
Baciò dolcemente Vanessa sulla testa e lei gli fece segno di andare.
Zac sorrise e si prese ancora un minuto per portare con sé il lieve profumo della moglie. Solamente quattro anni prima la sua vita era totalmente diversa, ma adesso, in quel momento, sentiva di avere tutto a portata di mano e tutto quello l’aveva capito solo a Vanessa. Solo grazie all’unica donna che aveva amato.
-Pronto?- disse rivolto al figlio che gli sorrise entusiasta, già pronto ad infilarsi sul minivan per andare al lago.
Zac alzò lo sguardo al cielo e chiuse gli occhi per un secondo, sospirando. Non si era mai sentito così felice in vita sua.
   
 
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