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Autore: Sappho    04/07/2021    3 recensioni
Si dice che in amore vince chi fugge, ma lei non stava davvero scappando dall’uomo che, ormai se ne era fatta una ragione, non l’avrebbe mai considerata. Non vedeva come una possibilità di attirare l’attenzione il fatto di andarsene il più lontano possibile, anzi, era il suo modo per cercare di nascondere a sé stessa quello che provava.
[SS/OC]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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5. Ritorno ad Hogwarts

 

 

Lilith andava ad Hogwarts due volte alla settimana. Aiutava Lumacorno, che approfittava della sua presenza per farle correggere gli esami scritti degli studenti, e pranzava ogni giorno con Neville. Anche lui aveva finito il suo apprendistato con la professoressa Sprite e, come lei, l’anno successivo sarebbe stato al castello per seguire l’insegnante che si sarebbe poi ritirata per lasciargli il posto. La sera poi, se non era già calato il sole, camminava fino a Hogsmeade e si Smaterializzava a casa.

Quel giorno aveva tardato e si era diretta nelle stanze di Piton. Gli aveva fatto sapere qualche ora prima, attraverso un elfo del castello, che avrebbe utilizzato il suo camino per tornare a casa Riddle con la Metropolvere e lui le aveva fatto sapere, sempre attraverso l’elfo, che avrebbe potuto farlo. Così aveva aperto la porta degli alloggi per ritrovarsi di fronte, dopo diversi mesi, al familiare salotto. Lanciò una rapida occhiata nella stanza, sembrava che Piton avesse lasciato tutto come lo ricordava, e sollevò lo sguardo verso la cornice vuota che si trovava appesa alle spalle della poltrona dove il professore solitamente si sedeva. Attraversò il salotto e si allungò sulle punte dei piedi ad afferrare il vaso in cui di solito Piton conservava la Polvere Volante. Non appena lo ebbe afferrato capì subito che era vuoto e ci lanciò un’occhiata all’interno per vedere solo dei rimasugli attorno al bordo. Sbuffò e si girò.

“Qualche problema?”

Alzò la testa. Silente aveva fatto capolino dalla cornice della copia del suo ritratto.

“È finita” sollevò il vaso verso il padrino.

“Vuoi che avverta Minerva? Sicuramente nell’ufficio della preside deve avere della Polvere Volante”

“No” scosse la testa “aspetterò Piton, da qualche parte ne avrà di sicuro”

“Come vuoi” Albus sorrise e sparì da un lato della cornice.

Di nuovo sola, Lilith si avvicinò al divano e vi si sedette chinandosi in avanti per poggiare il vaso vuoto sul tavolino da caffè davanti a lei. 

Non si era resa conto di essersi addormentata ma, in qualche momento nell’attesa, si era distesa e aveva appoggiato la testa sul bracciolo. Si era svegliata che era appena l’alba, era ancora sul divano ma Piton, che era rientrato tardi nei suoi alloggi quella sera per evitarla, la aveva coperta con il proprio mantello. Alzandosi strinse attorno a sé il mantello del mago, si stropicciò gli occhi. Era decisamente troppo presto per iniziare a lavorare ma lei non aveva più sonno, così mossa dalla necessità di fare qualcosa uscì dalla stanza per dirigersi verso l’esterno del castello. 

I raggi del sole appena sorto illuminavano di arancione l’acqua del Lago Nero, Lilith attraversò il parco e, sempre stringendosi attorno il mantello che si trascinava in parte a terra, entrò nella Foresta Proibita. Si sorprese di ricordare così bene la strada quando, senza dover tornare sui propri passi, trovò la piccola radura. La terra che aveva ripulito e smosso quando aveva seppellito Tom Riddle era nuovamente ricoperta di rovi ma la vista tra gli alberi del lago e del castello rimaneva comunque magnifica. Non si fermò molto e, il tempo di riprendere fiato dopo la salita che aveva affrontato, percorse a ritroso il sentiero. Si rese conto, senza vederli, che i centauri seguivano i suoi passi, ma nessuno di loro si fece avanti e uscì indisturbata dalla Foresta. 

Non tornò verso il castello deviando invece lungo la riva del Lago fino ad arrivare alla tomba bianca di Albus Silente. Dopo che Voldemort la aveva violata il marmo bianco era stato riparato e lei era tra i pochi a sapere che al suo interno era stata nuovamente riposta la bacchetta di Sambuco. Si sedette ai piedi di un albero il cui tronco si biforcava in due radici che creavano una nicchia perfetta. 

Era lì da poco più di mezz’ora quando sentì una voce chiamarla e si alzò giusto in tempo per vedere Piton correre verso di lei. Si fermò di fronte a lei e il suo sguardo preoccupato la percorse da testa a piedi mentre lei si alzava e gli rivolgeva un’occhiata perplessa.

“Stai bene? Non ti trovavo e poi ti ho vista qui per terra” 

Come quando hai cercato di fermare il Signore Oscuro che veniva a prendere la bacchetta di Sambuco da Silente, avrebbe voluto aggiungere il mago.

“Sì, mi sono svegliata presto e sono uscita”

Calò un silenzio leggermente imbarazzato. Lilith si rese conto in quel momento che aveva ancora il suo mantello e sollevò le mani per toglierselo.

“Questo è tuo- ”

Piton si era avvicinato e le aveva afferrato gentilmente i polsi per fermarla.

“Puoi tenerlo e ridarmelo più tardi”

Era stato un attimo in cui lo aveva visto indugiare con lo sguardo sulle sue labbra poi, prima che potesse reagire, si era ritrovata stretta contro di lui che le aveva passato una mano sulla schiena fino ad arrivare ad affondare le dita tra i suoi capelli dietro la nuca e con l’altra le afferrava il fianco mentre premeva la bocca sulla sua. Lilith rispose al bacio aggrappandosi alle sue vesti e tirandolo verso di sé. Tutto ad un tratto però si rese conto di quello che stava accadendo e lo spinse via, immediatamente Piton si staccò da lei e fece un passo indietro restituendole lo sguardo sconvolto che sapeva di avere sul volto.

“Mi dispiace”

“Ti dispiace?” ringhiò lei “potevi pensarci prima!”

“Lilith… ”

“Che cosa significava questo?”

Piton scosse la testa.

“Non lo so” ammise “un errore evidentemente”

“Hai cambiato la tua idea su di me? Sul fatto che mi disprezzi?”

La risposta del mago si fece attendere per un momento di troppo. Lilith si tolse in fretta il suo mantello e glielo spinse tra le mani mentre lo superava e se ne andava ignorando la sua voce che la chiamava.


 

Si era rifugiata nuovamente nella casa a Little Hangleton, era lì da una settimana e le era arrivata una lettera, tramite Nefti, da Minerva. Le diceva che aveva saputo da Piton che era stata indisposta e che poteva prendersi il tempo che voleva per riposare (d’altra parte il suo contratto non iniziava prima di Settembre). 

La casa era ormai completamente ristrutturata e, per questo, doveva molto a Winky perché senza il lavoro dell’elfo domestico ci sarebbe voluto decisamente più tempo. Lilith passava le giornate ad organizzare le coltivazioni, a cui aveva riservato un angolo del giardino, e stava pensando di aggiungere una serra. 

Rientrò nella casa ignorando il canticchiare dell’elfa nelle cucine e salì le scale che portavano al primo piano. Avrebbe proseguito verso la sua stanza se non avesse visto un’ombra muoversi nel salottino che aveva trasformato in uno studio. Convinta fosse stato un movimento della tenda spostata dal vento dell’ampia finestra rimasta aperta entrò nella stanza senza guardarsi attorno. Che fosse stato un errore se ne accorse quando ormai era a metà della stanza e sentì la porta chiudersi con violenza alle sue spalle e prima che potesse girarsi venne spinta con forza per terra. Immediatamente sentì il dolore bruciarle sulla schiena. Sentendo un movimento alle sue spalle rotolò da un lato e lanciò un incantesimo scudo. Strisciò all’indietro e rapidamente si alzò in piedi. Di fronte a lei, la bacchetta stretta in una mano, Fenrir Greyback la osservava con i denti scoperti in un sorriso orribile. Senza bisogno di voltarsi verso la finestra sapeva che quella che stava per sorgere era la luna piena. 

“Ci incontriamo di nuovo ragazzina. Non avrai davvero creduto che tutto potesse finire con un lieto fine ragazzina: tu hai un conto in sospeso con me”

Più rapida che poteva lanciò un incantesimo di disarmo ma lui lo schivò con facilità mentre le si avvicinava. Lilith scagliò una serie di incantesimi e maledizioni e Greyback si protesse dietro un incantesimo scudo poi, finalmente, la bacchetta del Lupo Mannaro volò dall’altra parte della stanza. Si rese conto che aveva appena iniziato a trasformarsi. Non le importava: era pronta ad attaccarlo, non avrebbe potuto difendersi con la magia mentre era in forma di lupo.

In quello stesso istante la porta della stanza venne abbattuta da un’esplosione. 

Piton era sulla soglia con la bacchetta in mano. Lilith si distrasse il momento necessario al Lupo Mannaro per balzare addosso a lei, afferrarla e tenerla bloccata tra le braccia davanti a sé. Sentiva il suo fiato caldo nell’orecchio e cominciò immediatamente a divincolarsi presa dal panico. 

“Lasciala” il mago puntava la bacchetta contro Greyback senza però azzardarsi a scagliare un incantesimo che avrebbe potuto colpire anche la strega. 

Il Lupo Mannaro la strinse ancora di più e Lilith fece un verso strozzato mentre sentiva le costole schiacciarsi. Mentre cercava di prendere aria alzò la testa e incrociò lo sguardo di Piton.

Reagisci, maledizione!

Sbarrò gli occhi mentre sentiva la familiare presenza di Severus nella sua mente e per un momento si lasciò cullare dalla sensazione di quanto le fosse mancata. Poi sentì nuovamente il dolore della ferita sulla schiena e delle unghie del Lupo Mannaro che le sprofondavano nella carne.

“Sectumsempra!” la bocca di Lilith si era aperta in un urlo ed aveva gridato la prima maledizione che le era passata nella mente.

Sentì la presa di Greyback allentarsi e a quel punto Piton agì velocemente lanciando uno schiantesimo sul Lupo Mannaro che volò verso la finestra mandando in frantumi il vetro e precipitando nel vuoto.

Severus si avvicinò lentamente a Lilith che stava tremando, allungò le mani mettendogliele sulle spalle e la ragazza sussultò appena.

“Lasciami vedere” mormorò il mago.

Sempre con movimenti attenti le fece allungare le braccia e passò le dita sulla pelle fino a trovare i lunghi graffi rossastri che Greyback le aveva provocato. Si fermò e cercò con la mano tra le pieghe delle proprie vesti fino ad estrarne un piccolo contenitore, lo aprì e per un momento si fermò ad osservare la ragazza. Le avrebbe chiesto se voleva spalmare il dittamo da sola ma lei si era aggrappata a lui stringendo tra le dita il suo mantello e aveva tutta l’aria che non lo avrebbe lasciato andare facilmente. Una volta che ebbe messo l’unguento sulle sue ferite queste si rimarginarono immediatamente.

“Sei ferita da qualche altra parte?” aveva assunto un tono pratico e distaccato.

“La schiena”

“Posso? Altrimenti potrei portarti da madama Chips, ma temo dovremmo aspettare almeno l’arrivo degli Auror e- ”

“Va bene, puoi farlo tu”

Lilith lasciò andare la presa su di lui ma non si mosse costringendolo a girarle attorno. La ferita non era profonda ma aveva squarciato la maglietta che indossava. Severus la sollevò con attenzione e spalmò il dittamo sul taglio.

“Forse faresti meglio a togliere la maglietta” 

La ragazza annuì e si lasciò aiutare a sfilarla, non rimase a torso nudo a lungo che il mago la avvolse nella sua redingote. Trattenne per un momento le mani sulle sue spalle e sembrò stesse per attirarla contro di sé quando si sentì il verso forte di Nefti risuonare nella casa e dall’esterno provenivano voci concitate.

“C’è un corpo qui!”

“È Greyback signore! È morto!”

Dopo qualche secondo si sentirono dei passi concitati salire le scale e Harry Potter, nella sua divisa da Auror, comparve nell’ingresso della stanza seguito da Kingsley. Istintivamente Lilith fece un passo indietro scontrandosi contro il petto di Piton, lui non si mosse ma alzò una mano per posarla sulla sua schiena mentre lei si rilassava appena.

“Arrivate un po’ tardi”

La voce gelida di Severus le rimbombò attraverso la cassa toracica.

“Siete feriti?” era stato il ministro a parlare mentre spostava lo sguardo tra i due.

Lilith scosse la testa.

“Morsi?”

“Non ci è riuscito”

Harry sembrò rilassarsi.

“Grazie a Godric” mormorò il ragazzo.

“Grazie alle capacità magiche di Lilith che è riuscita a liberarsene vorrai dire”

“A proposito di questo… ” Kingsley aveva assunto un’espressione grave e si era rivolto a Lilith “avrò bisogno di sapere nel dettaglio quello che è successo, non stasera se non te la senti” 

“Era già qui, cioè… penso sia entrato mentre cenavo perché quando sono salita ho visto un movimento nella stanza e lui era già dentro io- ” improvvisamente le venne in mente un particolare “Winky, dov’è?”

Si era girata verso Piton.

“Sta bene, è ad Hogwarts. Mi ha intercettato mentre stavo venendo qui” si fermò e per un attimo sembrò che Lilith stesse per fargli una domanda “ha detto che c’era qualcosa che non andava e mi ha pregato di sbrigarmi a raggiungerti. Le ho ordinato di rimanere al castello e aspettarmi, credo che in realtà si sia precipitata da Potter perché non ho chiamato io gli auror”

“Non è stata lei” lo corresse Harry “Nefti è comparsa davanti alla finestra della sala da pranzo e ha cominciato a strepitare finché non mi sono deciso ad alzarmi, ho pensato che fosse successo qualcosa di grave e l’ho mandata con un messaggio da Kingsley e quando mi ha raggiunto siamo venuti qui”

“Sei arrivato quasi subito Severus” il tono del ministro conteneva un’accusa implicita.

“Non è stato lui, Greyback mi ha usata come scudo quando è arrivato, non avrebbe potuto colpirlo senza colpire anche me… io ho lanciato la maledizione” si affrettò a spiegare Lilith.

“E io ho lanciato l’incantesimo stordente. Ti sfido, Ministro, a dire che non avrebbe meritato di peggio quell’animale”

“Lungi da me, ero preoccupato per le conseguenze che questo avrebbe potuto avere ed ero interessato solo alle dinamiche…” scosse la testa e lanciò un’occhiata ad Harry “niente di questo incidente uscirà dall’ufficio degli Auror o dal mio se non che Fenrir Greyback ha avuto la fine che meritava. Spero non vi dispiacerà se diremo che è stato nel corso di un’operazione per la sua cattura suppongo”

Lilith si limitò a scuotere la testa mentre Piton emetteva uno sbuffo dalle narici.

“E impedire la secolare tradizione del Ministero della Magia di prendersi meriti che non ha? Non sia mai! Tuttavia, se siamo tutti d’accordo su come sono andate le cose, con il vostro permesso io e Lilith torneremmo ad Hogwarts”

Kingsley annuì. Severus a quel punto strinse più vicina a sé la ragazza e si Smaterializzò con lei.

“Spero che non ti dispiaccia” mormorò una volta che furono ad Hogsmeade “ma preferirei dormissi al castello stanotte, gli Auror non se ne andranno molto presto”

Lilith si limitò ad annuire seguendolo verso il sentiero che portava al castello.

“Appena arriveremo avvertirò Minerva che c’è bisogno di una stanza per te e- ”

“Non posso stare nei tuoi alloggi?” 

C’era una certa urgenza nella sua voce che lo spingeva a farsi più vicino a lei ma si trattenne.

“Certo che sì” borbottò prima di affrettare il passo.


 

Lilith scoprì che la sua stanza era stata completamente svuotata e che Piton la stava utilizzando come magazzino per delle vecchie pergamene. Quando si era voltata per chiedergli spiegazioni le aveva rivolto uno sguardo imbarazzato. È stato qualche mese fa, mi dispiace, si era affrettato a dire se vuoi puoi usare il mio letto, io naturalmente dormirò sul divano. Ma lei aveva scosso la testa e gli aveva detto che non le avrebbe dato fastidio se avesse dormito accanto a lei. 

Quando si era svegliata la mattina seguente e aveva trovato l’altro lato del letto vuoto. La coperta era ancora al suo posto, l’impronta smossa del corpo di Severus indicava che vi si era effettivamente disteso per un po’. Era praticamente certa che il mago non avesse dormito affatto quella notte. Si alzò ed andò nel salotto solo per trovarlo vuoto. Piton le aveva lasciato un biglietto sul tavolo dove le diceva di fare colazione - avrebbe potuto chiamare Winky che era ancora ad Hogwarts - lui sarebbe tornato prima di pranzo e la pregava di non lasciare il castello e, se proprio non avrebbe potuto fare a meno, di avvertirlo di dove sarebbe andata. Lilith sospirò. 

Mezz’ora dopo stava scendendo il sentiero che portava a Hogsmeade, aveva lasciato un biglietto per Severus, e si era diretta verso la Testa di Porco. Era entrata nel pub mezzo vuoto e si era seduta ad uno dei tavoli chiedendo ad Abeforth di portarle qualcosa da mangiare.

“Lilith!” 

Harry era entrato in compagnia di alcuni ragazzi, probabilmente altri Auror e l’aveva vista nel tavolo nell’angolo. Lilith sollevò una mano a mo’ di saluto e il ragazzo andò verso di lei.

“Ti avrei scritto più tardi, abbiamo liberato la casa: puoi tornarci quando vuoi” le sorrideva in piedi davanti al suo tavolo.

“Grazie”

“Ah e per favore dì a Piton che mi sono scusato di persona” lei gli lanciò uno sguardo interrogativo “è venuto questa mattina al ministero a fare una scenata, sappiamo che avremmo dovuto avvertire la popolazione che sospettavamo che Greyback fosse sopravvissuto alla battaglia di Hogwarts, ma avevamo deciso che la linea migliore fosse tenere un profilo basso e seguirne le tracce finché non saremmo riusciti a tendergli una trappola”

Lilith non aveva ascoltato molto la sua spiegazione.

“Una scenata?”

Harry rise.

“Sì e non vedo l’ora di raccontarlo a Ginny, è entrato negli uffici sbraitando sul fatto che saresti potuta morire, ci ha messo un po’ prima di correggere il tiro e dire che avevamo messo in serio pericolo tutta la comunità magica” scosse la testa “erano anni che non lo vedevo così, è stato quasi divertente”

In quello stesso istante la porta del pub si aprì e fece il suo ingresso Draco Malfoy che si diresse verso Lilith, Harry gli lanciò un’occhiata prima di sorridere alla ragazza e congedarsi tornando dai suoi colleghi.

“È venuto a scusarsi?”

“Per cosa?”

“Non giocare con me Riddle, Severus ha scritto questa mattina alla mamma” il volto del cugino era teso.

“Ha anche scritto a Narcissa?”

“Sì” sospirò e prese un sedia per sedersi davanti a lei “mi ci è voluto un po’ per convincerla che sarebbe stato meglio se fossi venuto io, era davvero sconvolta… Piton le ha raccontato cosa era successo e le ha praticamente ordinato di farti da custode segreto per la casa a Little Hangleton. Non ero molto sicuro che avresti apprezzato così l’ho convinta a lasciarmi venire per parlartene anche se davvero non sarebbe una pessima idea”

Lilith sospirò e si passò le mani sul viso.

“Potrebbe farlo lui”

“Ha detto che non sa quanto tu ce l’abbia con lui, sì lo ha ammesso che non state andando molto d’accordo” aggiunse, rispondendo al sopracciglio alzato della ragazza “e che se anche tu lo avresti perdonato, testuali parole: non sarebbe stata una buona idea che un frequentatore abituale della casa sia anche il suo custode segreto


 

Quando era rientrata, nel tardo pomeriggio e dopo una breve gita a Londra, il suo animo era piuttosto ben disposto verso l’uomo che in quel momento stava leggendo sul divano. Fu questo a spingerla a parlare quando Severus, vedendola sulla soglia dei suoi alloggi si alzò e fece per dirigersi verso la sua camera.

“Sev- professore, scusami”

Si fermò, la mano già sulla maniglia che si apriva nel corridoio.

“Mi stavo chiedendo… perché ieri stavi venendo a Little Hangleton?”

“Severus va bene. Ti devo delle scuse” parlava a voce bassa e stava rivolto verso la porta “le parole che ti ho rivolto mentre eri a Beauxbaton nascevano per lo più da rabbia contro me stesso”

“Ti devo delle scuse anche io, in effetti Draco mi ha fatto notare che potrei non averti davvero lasciato il tempo di parlare” si fermò ma Severus non dava segno di voler continuare la conversazione, anche se non si era mosso “Lo sei ancora? Intendo… sei ancora arrabbiato?”

Lo vide rilassare le spalle ed alzare la testa.

“No” disse ancora rivolto alla porta “in effetti… credo che quello che è capitato, la pozione e il patronus intendo, siano stati un bel cambiamento”

Detto questo aprì la porta e lasciò Lilith, da sola, in piedi in mezzo al salotto.

Si ignorarono per tutto il resto della giornata e non si rivolsero la parola mentre cenavano nella Sala Grande, neppure mentre tornavano nei Sotterranei, tranne per una frase piuttosto secca di Piton che la avvertiva che lui sarebbe andato per un po’ nel suo ufficio. Insicura sul da farsi - non aveva ancora deciso come interpretare le sue parole di quella mattina e la tentazione di fuggire e nascondersi a Casa Riddle era molto forte - si disse che in quel momento l’unica cosa di cui aveva davvero bisogno era un bagno caldo. Quando ne riemerse si avvolse nell’accappatoio e chiamò Winky chiedendole di andare a prendere per lei dei vestiti puliti. Senza pensarci troppo tornò nell’ampio salotto e si versò una tazza di the. Solo quando sentì i passi alle sue spalle si ricordò di non essere sola.

“Mi dispiace” sentiva di avere le guance in fiamme per l’imbarazzo ma decise che a quel punto valeva la pena fare un tentativo “Non te l’ho chiesto ma ho mandato Winky a prendermi dei vestiti puliti, speravo di potermi fermare qui un’altra notte se non- ”

“Va bene” la interruppe lui “te lo avrei chiesto io”

“Grazie” 

Aveva posato la tazza sul tavolo e si era voltata verso di lui per trovarselo ad un passo di distanza. Severus si era avvicinato lentamente e si era fermato lasciando che le sue intenzioni fossero chiare ma che fosse lei a dover prendere la decisione. Così, Lilith si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò. Immediatamente Severus la afferrò e la strinse a sé, la allontanò un attimo dopo e si guardarono per un momento prima che lui portasse una mano sullo stomaco della ragazza dove era annodato l’accappatoio.

“Posso?” 

Lilith annuì e lui glielo slacciò facendo scivolare le sue mani sotto la stoffa, sulla sua pelle, mentre tornava a baciarla strappandole un sussulto di piacere facendo scivolare i polpastrelli ruvidi dei suoi pollici lungo i profili dei seni.

Qualche ora dopo Lilith aprì le palpebre pesanti dal sonno e sollevò appena la testa dal petto nudo di Severus sotto di lei. Lo osservò per un momento, il mago aveva gli occhi chiusi e il volto rilassato, cercò di liberare le gambe intrecciate alle sue e di scivolare al suo fianco, non voleva pesargli troppo addosso, ma subito Severus aprì gli occhi e strinse la presa su di lei facendole scivolare le mani sulla schiena, Lilith sospirò e richiuse gli occhi abbandonandosi alla carezza.

“Rimani qui” sussurrò tra i suoi capelli mentre lei tornava ad assopirsi.


 





Ed eccoci giunti alla fine di questo mini-sequel di Lilith Riddle. Spero vi sia piaciuto, se potete recensite! (grazie a quelli che lo hanno fatto :) )
Alla prossima! 
I. ;)

   
 
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