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Autore: Dark Lady 88    05/07/2021    0 recensioni
Epoca d’oro dei pirati, Caraibi: Henry Avery, lo spietato capitano della Fancy issa bandiera rossa, il che significa una cosa sola: lotta senza quartiere. L’attacco alla Ganj-i-Sawai, la più grande nave del Gran Mogol, gli frutta un tesoro inestimabile. Ma le insidie sono molte, e l’equipaggio della Fancy ha necessità di nascondere il bottino, per tornare in un secondo momento a recuperarlo.
La misteriosa Isola dello Scheletro è il posto scelto per farlo: quello che Avery e il suo equipaggio non si aspettano però, è che sull’isola si troveranno a combattere con le proprie paure e le proprie debolezze. C’è qualcosa o qualcuno che impedisce loro di salpare? Qual è l’atroce delitto che vi si è consumato e che ha portato alla distruzione di un’intera flotta spagnola?
La storia presenta dei riferimenti alla serie tv Black Sails e al romanzo L'isola del tesoro. Ho deciso comunque di inserirla nella sezione Originali perché i personaggi sono figure storiche o inventate da me.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“E così vorreste arruolarvi con il capitano Avery…”.

George Vaughan teneva le braccia incrociate al petto mentre osservava i due giovani. Quelli, intimoriti dall’aspetto truce del vecchio pirata, gli risposero con un cenno d’assenso.

Vaughan sospirò: era il quartiermastro della Fancy fin dal primo giorno in cui la nave era stata battezzata. O meglio, ribattezzata, e rubata all’Inghilterra con lo scopo di depredare onesti marinai.

Il pirata era stato da sempre fedele ad Avery: riteneva il capitano un giovane pazzo, fiero ed indomito, e non si tirava indietro davanti ad alcun pericolo. Di certo avrebbe compiuto grandi imprese, questo lo si capiva bene. Il fegato non gli mancava, e neanche il cervello. A volte peccava di superbia, ma non era mai del tutto imprudente. Sapeva rischiare, ma non commetteva sciocchezze, o almeno non di quelle letali. Sì, Vaughan si era schierato senza alcun dubbio dalla parte del giovane capitano. Ma adesso cominciava a rimpiangere quella decisione.

Quando Avery lo aveva abbindolato con la promessa di rendere ricca la sua vecchiaia, Vaughan aveva immaginato che l’avventura si sarebbe conclusa in fretta, specialmente dopo aver conquistato il tesoro del Gran Mogol; invece adesso si trovava invischiato in quella situazione assurda: la Fancy aveva a bordo il più grande tesoro che tutti gli uomini della ciurma messi assieme avessero mai visto, eppure nessuno di loro aveva diritto di toccarlo.

Hal e Craig si strinsero nervosamente nelle spalle. Quel vecchio lupo di mare con una benda sull’occhio dava loro i brividi: il viso, solcato da rughe profonde, aveva un aspetto truce, e la sciabola che il quartiermastro della Fancy si portava sempre dietro, allacciata alla cintura, non era certo rassicurante.

“Abbiamo sentito dire che al capitano serve un posto per nascondere il tesoro fino a quando… be’, non sappiamo fino a quando. Ma comunque gli serve un posto sicuro”, disse Craig tutto d’un fiato.

Vaughan sussultò: mantenere un segreto a Nassau si era rivelata un’esperienza molto difficile, se non impossibile. Il vecchio quartiermastro aveva suggerito al capitano di vietare agli uomini di andarsene tanto in giro: era soprattutto nei bordelli e nelle locande che avvenivano i danni peggiori.

I pirati, dopo mesi in mare, non vedevano altro che alcol e donne, alle quali confidavano tutto, tra una scopata e l’altra. E quelle vipere erano delle maestre a carpire notizie. Di certo il capitano sapeva perfettamente a cosa avrebbe portato questa situazione: il tesoro della Fancy faceva gola a tutti, ed era questione di tempo prima che qualcuno non cercasse di appropriarsene. Comunque Avery si era rifiutato di imporre limiti ai membri dell’equipaggio: “Sono fin troppo esasperati”, gli aveva confidato. La misera parte che aveva dato loro da sperperare a Nassau non era abbastanza. Volevano di più, ma affinché la spartizione potesse avvenire in maniera regolare, serviva una maggiore tranquillità.

L’espressione cupa di Vaughan fece preoccupare ulteriormente i giovani.

“Non volevamo ficcare il naso, ma… insomma, dovete immaginarlo: ormai tutta New Providence non parla d’altro che di voi e del vostro tesoro”.

“E voi due…”, Vaughan indicò i ragazzi storcendo il naso, “Come avreste intenzione di farvi arruolare, sentiamo? Avete doti particolari, idee brillanti senza le quali non potremmo sopravvivere?L’equipaggio della Fancy è fin troppo nutrito, al momento…”

“Ma noi abbiamo la soluzione ai problemi che vi affliggono”, lo interruppe Craig. Poi, subito pentito, si morse la lingua.

“Perdonate il mio socio… è un po’ irruento. Quello che intendeva dire è che noi avremmo un suggerimento da dare al capitano per risolvere la questione del tesoro. O meglio, per nasconderlo in attesa del momento più opportuno per completare la spartizione tra la ciurma”, spiegò Hal.

“Tu sei sempre così diplomatico, amico…”, borbottò Craig, imbarazzato.

“Per fortuna. Se fossimo in balia della tua lingua lunga, qualcuno ci avrebbe già staccato la testa”

“Basta così”, intimò loro Vaughan.

Li osservò di nuovo, stavolta sforzandosi di vederli sul serio.

“Il capitano è oberato di lavoro, e se voi due topi di fogna pensate…”

“Non vogliamo disturbare il capitano Avery”, disse con foga Craig.

“Lo hai interrotto di nuovo. Non hai capito che non gli piace che gli parli sopra?”, lo rimproverò Hal.

“Hai ragione, mi dispiace. Ma se solo il signor Vaughan ed il capitano ci facessero l’onore di ascoltarci… se ci lasciassero esporre la nostra idea… poi magari fa schifo, ci danno degli idioti e ci mandano via a pedate. Sperando che non ci uccidano. Però sarebbe il caso di provarci, perché è davvero una buona idea, secondo me”.

“Di che diavolo state parlando?”, tuonò Vaughan.

“Ebbene…”, riprese Hal, dopo un attimo di esitazione, “Si tratta di un’isola. Non lontana da qui. Sconosciuta ai più… non segnalata sulle mappe. Sappiamo però per certo che esiste: gli spagnoli la usano da decenni per i loro traffici illegali”.

“Isola? Ma quale isola?”, Vaughan cominciava ad essere esasperato.

“L’isola dello Scheletro. O, come la chiamano quei cani degli spagnoli, la Isla del Esqueleto”.
 
***
 
Il capitano Avery non aveva voglia di scherzare, quella mattina. Durante la notte aveva perso uno dei suoi uomini più fidati, e gli faceva male la testa perché non si faceva una dormita decente chissà da quanto. L’ultima cosa di cui aveva bisogno erano due buffoni che blateravano a proposito di isole e scheletri.

Era andato da lei, quella notte. Dopo essere stato alla locanda ed aver bevuto fin quasi a stordirsi, era salito nella stanza della ragazza. La principessa era sveglia, seduta sul letto.

Quando Avery era entrato, si era stretta le ginocchia al petto, emettendo un singhiozzo. Avery aveva notato che indossava ancora le vesti strappate del giorno dell’arrembaggio. Doveva ricordarsi di mandare qualcuno degli uomini ad acquistare dei nuovi abiti, magari di fattura occidentale. Anche se la giovane indiana non si sarebbe mai davvero potuta mescolare alle donne inglesi. Sull’isola di New Providence comunque si trovava gente di qualsiasi etnia: nessuno avrebbe fatto caso a lei, se non fosse che avevano dovuto trasportarla alla locanda per i capelli, mentre si dibatteva urlante.

“Nessuno ti farà del male”, aveva cercato di rincuorarla il capitano Avery più e più volte durante il viaggio fino a Nassau, “Adesso sei sotto la mia protezione. Presto sarai a casa”.

Avery non credeva davvero che la ragazza capisse la sua lingua. Uno dei suoi uomini aveva origini indiane: era un ometto magrolino dalla pelle di un colore simile a quello della principessa, ma più slavato. Con l’aiuto di quell’uomo, aveva cercato di tradurre per lei le sue intenzioni: in quanto figlia del Gran Mogol, Avery l’avrebbe protetta, ed avrebbe assicurato al padre che nessuno l’avrebbe toccata, in cambio di un riscatto. La ragazza non aveva dato nessun cenno di assenso: probabilmente si sentiva ancora troppo scossa.

Le altre donne a bordo della Ganj-i-Sawai erano state stuprate ripetutamente. Quando Avery aveva intimato agli uomini di risalire a bordo della Fancy, dopo giorni di festeggiamenti, quelle stesse donne erano state sgozzate. Ormai ridotte a bambole di coccio, che non si muovevano se non strattonate dagli uomini, le indiane avevano aspettato docili che i coltelli calassero sulle loro gole, come innocenti animali offerti in sacrificio ad un qualche dio crudele.

“Capitano?”

Il tono impaziente di Vaughan distolse Avery dai suoi pensieri.

“Cosa ne pensate del piano?”

“A me non sembra affatto un piano”, sbuffò il capitano, massaggiandosi le tempie.

“Perdonatemi, ma…”, si intromise Craig, “Forse non credete all’esistenza dell’isola dello Scheletro. È vero, non è segnalata dalle mappe. Non quelle ufficiali, almeno. Ma è proprio qui che sta la chiave del successo della nostra impresa”.

“La nostra impresa?”, gli fece eco Avery, beffardo.

“Quale miglior posto per nascondere un tesoro da valore inestimabile, se non un’isola alla cui esistenza la maggior parte della gente non crede?”, continuò Hal.

“Capitano, capisco che questi due non sembrino molto affidabili…”, insistette Vaughan.

“Come sarebbe a dire?”, bisbigliò Craig al compagno.

“Ma… sappiamo per certo che i cubani hanno una sorta di magazzino da queste parti”, continuò il quartiermastro: “Non si azzardano a mettere piede sull’isola di New Providence, ma ogni pirata di Nassau sa che gli spagnoli che smerciano all’Avana, devono per forza avere un punto di riferimento da queste parti. Passare così vicino ai pirati inglesi con le navi piene di ogni ben di Dio sarebbe un azzardo troppo grande”, continuò Vaughan, “Forse l’Isola dello Scheletro non è altro che una leggenda, ma di certo esiste un antro segreto che, una volta scoperto, potremmo usare a nostro vantaggio. A questo punto, non ci resta altro che trovarlo”.

“E come, di grazia? Anche ammettendo che accetti di far rischiare la vita di quarantaquattro uomini in cerca di una fantomatica isola a forma di scheletro, sulla base di quale rotta dovremmo cominciare a cercarla?”

“Oh, questa è facile”, intervenne Craig.

“Abbiamo ricevuto una soffiata”, lo interruppe Hal, “Sappiamo che la Ventura, un galeone spagnolo carica di tabacco ed altre merci, transiterà in queste acque tra pochi giorni”.

“Non ci resta che appostarci e seguirla”, concluse Craig.

Avery aggrottò la fronte: quei due gli sembravano completamente pazzi.

“E voi per quale motivo ci state aiutando?”

“Ma per partecipare alla spartizione del tesoro, mi sembra ovvio”.
  
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