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Autore: GReina    05/07/2021    1 recensioni
[sakuatsu; past-atsukita]
Con il finesettimana libero, Atsumu e Kiyoomi decidono di far visita alla vicina Hyogo per salutare i genitori dell'alzatore. Miya non si aspettava di incontrare Kita, e men che meno che Sakusa potesse essere geloso.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Shinsuke Kita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontri dal passato

 
Kiyoomi ed Atsumu facevano parte dei Black Jackals ormai da cinque anni. Si conoscevano sin dai tempi del liceo, ma era solo ritrovandosi dalla stessa parte della rete che avevano iniziato veramente ad interagire. Ci avevano messo poco a sviluppare tra di loro un rapporto ben diverso da quello che avevano con il resto della squadra. Rapporto che, inevitabilmente, li aveva portati ad iniziare una relazione prima clandestina e poi allo scoperto. Erano riusciti a gestire le riviste di gossip più che bene e la squadra si era detta felice per loro. Le cose non avrebbero potuto andare meglio.
Quel finesettimana coach Foster li aveva lasciati liberi, così ognuno di loro si era organizzato come più preferiva. Nel loro caso, trovandosi a solo un paio d’ore di strada di distanza, avevano optato per andare a trovare la madre e il nonno di Atsumu nella sua casa d’infanzia a Hyogo.
Dopo aver passato l’intera giornata con i parenti, i giocatori avevano infine deciso di fare una tranquilla passeggiata per il quartiere. Al pari di un bambino, Atsumu aveva convinto l’altro a comprargli un gelato che adesso stava gustando continuando a camminare.
Sakusa non riusciva a smettere di sorridere. Il biondo – nonostante fossero ormai anni che stavano insieme – continuava per lui ad essere una scoperta continua. In realtà non faceva mai nulla di troppo diverso dal solito, ma Kiyoomi continuava comunque a stupirsi di come fosse capace di farlo sorridere come un idiota per la pur minima cosa.
“E qui mentre andavamo a scuola una volta Samu ha raccolto un cono stradale e me l’ha incastrato in testa!” il corvino rise ancora per l’ennesima storia assurda dell’altro.
“Dio…” disse tra le risate “Quanti anni avevate?” l’alzatore ci pensò per appena un attimo e poi rispose:
“Quattordici, credo.” il sorriso di Kiyoomi si ampliò.
“Siete proprio due idioti! Quand’è che siete diventati responsabili, esattamente?” chiese, ma sapeva la risposta ancor prima che Atsumu chiedesse di rimando:
“Lo siamo mai diventati?” il corvino spintonò con fare scherzoso il suo ragazzo e stava ancora guardando verso di lui quando questi si accorse di qualcosa – o qualcuno – a qualche metro da loro ed illuminandosi di felicità come un bambino la mattina di Natale alzò una mano e chiamò:
“Kita-san!!” Kiyoomi perse tutto a un tratto il buonumore e decise a priori che avrebbe odiato chiunque avesse appena reso felice in quel modo il suo ragazzo. Fu un duro colpo per lo schiacciatore rendersi conto che l’uomo in questione non era niente male, e lo fu anche – e soprattutto – quando iniziò a capire di chi si trattasse.
“La mia prima vera, importante cotta è stata per il mio capitano del secondo anno di liceo.” ricordò le parole di Atsumu. Ringraziò mentalmente la propria mascherina, perché a quel punto la smorfia di Sakusa si era fatta inequivocabile.
“Atsumu!” rispose l’albino sorridendo contento “Che ci fai qui a Hyogo?” se l’espressione di Kita era irritante, quella di Miya lo era ancora di più.
“Sono venuto a trovare la mia famiglia!” esclamò felice, con gli occhi ancora che brillavano e le guance leggermente imporporate. “Stai andando a lavorare?” si interessò ancora all’altro indicando i due sacchi di riso che Kita aveva sottobraccio.
“Sì, questi sono gli ultimi e poi finalmente potrò godermi il finesettimana.” confermò “Per quanto resti?”
“Ripartiamo domani sera.” Kiyoomi trattenne a stento un mormorio compiaciuto nel sentire che finalmente il suo ragazzo aveva usato il plurale.
“Allora dovremmo vederci, prima che tu vada.” vanificò tutto l’ex capitano.
“Sono invitato anche io?” chiese a quel punto lui con voce minacciosa ed occhi freddi.
“Certo!” non fece una piega l’albino “Che ne dici del tuo ristorante preferito, Atsumu?” Sakusa decise di odiarlo. Come osava insinuare di conoscere quale fosse il ristorante preferito del suo ragazzo!?
Non diede ad Atsumu modo di confermare, comunque, che riprese a camminare.
“Prenoto per tre, allora! Ci vediamo lì a mezzogiorno.” furono le sue ultime parole prima di svoltare l’angolo. A quel punto Kiyoomi poté tornare a concentrarsi su Atsumu: stava ancora fissando il punto in cui Kita era scomparso e persisteva ancora una traccia di quel sorriso che avrebbe anche potuto essere bellissimo se rivolto a lui, ma che era invece irritante dal momento che dovuto alla sua prima, vera e importante cotta.
“Ti è colato il gelato sulla mano.” Kiyoomi avrebbe voluto commentare molte cose, ma si limitò a quello. Atsumu, probabilmente, imputò al dolce squagliato la sua aria schifata, quindi si ripulì in fretta con delle salviettine igienizzanti e come se Sakusa non si trovasse ad un passo dall’esplodere iniziò a parlargli del grande Kita Shinsuke.
“Perché non ti ci sei messo insieme se ti piace così tanto?” chiese a un certo punto stizzito e stanco di sentir decantare le sue lodi. Quando Atsumu non rispose, Kiyoomi si voltò verso di lui curioso e lo trovò imbarazzato ed indeciso se rispondere.
“Cosa.” lo incitò quindi.
“Ecco, in realtà ci sono stato.”
“È un tuo ex!??” chiese con impeto il corvino non riuscendo più a controllare il proprio tono. L’alzatore dovette aver pensato che stesse urlando così forte per la sorpresa più che per l’indignazione, così sorridendo tirato disse:
“Definirlo così è esagerato! Ci sarò stato tipo per una settimana prima che lui si accorgesse che non era affatto una buona idea.”
“Quindi è stato lui a mollarti.” appurò per nulla contento.
“Be’… mi ha solo fatto notare che non saremmo potuti andare da nessuna parte se io non riuscivo neanche a chiamarlo senza usare il -san.” indugiò prima di concludere: “Era strano.”
“Quindi vi siete lasciati e cosa? La cotta ti è passata?”
“Assolutamente no!” rispose l’altro ridendo, come se la sola idea fosse ridicola “Probabilmente ha iniziato a piacermi di più. Amore impossibile, sai…” Kiyoomi ringhiò contrariato e quando Miya tornò a raccontargli di quanto Kita fosse fantastico non resistette oltre ed agì: si abbassò in fretta la mascherina, afferrò Atsumu per il bavero e lo intrappolò tra il muro ed il suo corpo. Sakusa aveva sempre odiato mostrarsi in atteggiamenti così intimi, ma adesso era necessario. Non gli importava che i passanti li vedessero, né che i paparazzi li fotografassero o che chiunque potesse scandalizzarsi. Tenne una mano stretta intorno alla maglietta dell’alzatore mentre con l’altra gli afferrò violento i capelli. Vide l’espressione del tutto sorpresa di Atsumu, poi si sporse in avanti e lo baciò forte e passionale. Non era raro che si baciassero in quel modo, ma era la prima volta che Kiyoomi prendeva l’iniziativa al di fuori delle loro pareti domestiche.
Premette tutto il proprio peso sul corpo del biondo e lo invase con la propria lingua. Gli allargò le gambe con il ginocchio e iniziò a gravargli sull’inguine più pesantemente che poté.
Fu soddisfatto solo quando un mormorio eccitato e supplicante scappò incontrollato dalle labbra della sua vittima.
“Prova solo a guardare con quegli occhi innamorati il tuo ex, domani, e ti giuro che te ne faccio pentire.” gli occhi dorati di Atsumu erano languidi e febbricitanti.
“Omi…” riuscì solo a sussurrare. Il corvino si godette appieno il suono del suo nome conscio del fatto che Kita Shinsuke – in appena una settimana di relazione – sicuramente non aveva avuto modo di essere altrettanto fortunato sentendo Atsumu sussurrare in quel modo per chiamare lui.
Calò la testa e iniziò a succhiargli feroce una porzione di collo. Miya gli gettò una mano tra i capelli mentre con l’altra si aggrappava ai suoi vestiti. Sorrise, Sakusa, quando la sua gamba percepì il pene del biondo sussultare.
“Mi piace quando fai così.” disse totalmente in estasi l’alzatore “Dovrei farti ingelosire più spesso.” Kiyoomi abbandonò il suo collo e lo guardò con espressione fredda e arrabbiata.
“Cazzo.” esclamò piano mentre spostava una mano alla sua gola stringendo appena sui lati in modo da non impedirgli la respirazione.
“Non ci devi nemmeno provare, Atsumu.” minacciò serio ottenendo dall’altro solo un brivido di piacere. Sakusa sapeva che probabilmente il suo ragazzo credeva che qualsiasi punizione lui avesse in mente gli sarebbe comunque piaciuta, e sapeva che stava anche iniziando a pensare a tutti i possibili modi con cui farlo ingelosire, l’indomani. Quindi, per togliergli quelle malsane idee dalla testa, Kiyoomi si fece immediatamente indietro e senza un’altra parola iniziò a tornare verso casa. Atsumu lo seguì subito, e lamentoso disse:
“Omiii torna qui!”
“Tornerò a toccarti quando avrei imparato l’educazione, Atsumu.” si voltò quel tanto per vedere la sua reazione e sorrise – di nuovo coperto dalla maschera – quando appurò di aver ottenuto da lui esattamente ciò che voleva.
“Voglio proprio vedere come ti comporterai domani.” gli disse trionfante mentalmente.
 
 
Quella notte i sogni di Atsumu furono caldi e pieni di passione. Kita provava a baciarlo, ma poi Kiyoomi lo afferrava e metteva le cose in chiaro per tutti reclamando con violenza ciò che era suo. Tornavano a casa – irrazionalmente ad Osaka e non a Hyogo – e lì facevano l’amore come non l’avevano mai fatto prima.
Si svegliò nel bel mezzo della notte, Atsumu, e non riuscì a trattenere un lamento nell’accorgersi che tutto quel meraviglioso sesso era avvenuto solo nella sua testa. L’erezione che aveva tra le gambe, tuttavia, era più che reale. Gattonò quindi verso Kiyoomi e subito iniziò a baciargli il collo, poi la mascella e le labbra. Quello si svegliò quasi subito, ma infastidito si girò in modo tale da dargli le spalle e assonnato sbiascicò:
“Ne riparliamo quando avrò visto come ti comporterai con Kita, Atsumu.” il biondo gemette disperato.
“Omiii” si lamentò “farò il buono, te lo giuro.” gli scostò la maglietta e gli baciò la clavicola “Voglio solo te, Omi-Omi. Ti voglio più che mai.” rapido, il corvino si girò e inchiodò Atsumu al materasso. L’alzatore ghignò vittorioso e in aspettativa, poi Kiyoomi lo baciò vorace e fece strusciare i loro inguini nell’imitazione dell’amplesso.
“È questo che vuoi?”
“Sì!” rispose immediatamente Miya. Lo schiacciatore gli morse il labbro inferiore, lo baciò ancora e poi – rapido come era arrivato – si allontanò tornando a rivolgergli la schiena.
“Lo avrai domani. Forse. Se farai il bravo.” Atsumu mormorò ancora deluso, ma ancora non sconfitto si calò i pantaloni. Non sarebbe stato soddisfacente come aveva immaginato, ma almeno avrebbe posto rimedio al problema che aveva tra le gambe.
“Omi! Andrai all’inferno!” gli urlò piano contro quando il suo ragazzo gli afferrò il polso e gli impedì di darsi sollievo. Il corvino tornò a guardarlo ed Atsumu – nella penombra della stanza – poté vedere la più diabolica e vendicativa espressione che avesse mai invaso il viso di Kiyoomi.
“Non avrai niente neanche domani, se lo fai.” lo avvertì lo schiacciatore. Il biondo spalancò gli occhi.
“Cazzo.” mormorò “Non sono più sicuro che mi piaccia quando fai il geloso.” passarono un paio di secondi, dopodiché aggiunse: “Potrei fare da solo anche domani.” Kiyoomi lo osservò per un attimo, poi gli mollò il polso e girandosi nuovamente e definitivamente disse:
“È una tua scelta.”
“Ha vinto.” riuscì solo a pensare Atsumu. In un piagnucolio si tirò su il pigiama e si avvicinò alla schiena del proprio ragazzo per abbracciarlo da dietro e in quella posizione riprendere a dormire.
“Ti odio.” gli sussurrò. Sebbene non lo vedesse, Atsumu poté percepire l’altro sorridere.
“Ti amo anch’io.” rispose, poi entrambi – con molte difficoltà almeno dal suo punto di vista – tornarono nel regno di Morfeo.
 
La mattina successiva Atsumu si svegliò di buonumore. Quando avevano incontrato Kita il giorno prima era stato più che entusiasta di rivedere il suo vecchio capitano. Il solo guardarlo gli faceva venire ancora le farfalle allo stomaco, ma c’era un divario talmente colossale tra i suoi sentimenti per Kiyoomi e quello che aveva provato per Kita che neanche aveva creduto possibile che il suo ragazzo potesse essere geloso. Adesso, non solo avrebbe pranzato con l’uomo che amava e un amico importante del suo passato, ma quella sera avrebbe avuto una ben più che soddisfacente ricompensa. Passò quindi tutta la mattinata vagando con l’immaginazione tra scenari di sesso estremo e chiacchiere innocenti con Kita che però avrebbero potuto far ingelosire da matti il suo ragazzo. Fu dura per lui decidere se comportarsi normalmente, essere meno espansivo del solito o essere più espansivo del solito e godersi divertito il modo in cui Kiyoomi impazziva. Il fatto che più si avvicinavano all’ora di pranzo più il corvino gli lanciasse occhiate significative non aiutava. Si sapeva, dopotutto, che più gli si diceva di non fare una cosa, più Atsumu era spinto verso la direzione opposta.
Non aveva ancora preso una decisione quando i due giocatori presero a dirigersi verso il ristorante in cui Kita aveva prenotato.
“Insomma, se tipo gli accarezzassi con nonchalance il braccio per te sarebbe considerato flirtare?” chiese il biondo ridendo già conoscendo la risposta.
“E se gli facessi piedino?”
Trascorsero in quel modo tutto il tragitto da casa fino alla loro meta e per tutto il tempo Kiyoomi non fece altro che rispondergli con cupi grugniti.
Arrivarono esattamente nello stesso momento in cui – dalla strada opposta – arrivò anche Kita. Atsumu rise divertito della coincidenza e Sakusa lo guardò male.
“Accidenti.” si ritrovò quindi a pensare “Cosa dovrei fare durante tutto il pranzo?” e a quei pensieri alternava idee con cui poter esagerare di molto il proprio comportamento.
Ah, sarebbe stato un pranzo difficile o forse divertentissimo per lui. Avrebbe solo voluto capire se il divertimento sarebbe valso le conseguenze.
Arrivarono al tavolo e lì Kita fermò gli altri due dal sedersi.
“Aspettate solo un attimo.” chiese chinando appena il capo. Atsumu sapeva che Shinsuke conosceva il proprietario del posto, quindi pensò che stesse chiedendo un tavolo migliore come favore personale, ma dovette ricredersi. Il suo ex capitano tornò da loro con spirito e pezza per pulire e poi passò entrambi su tavolo e sedie per sanificare i loro posti.
Subito, Miya si disse che avrebbe dovuto aspettarselo: d’altronde anche al liceo il capitano era sempre stato molto pulito ed attento ai batteri.
“Sapevi della mia misofobia?” chiese sorpreso lo schiacciatore. L’albino lo guardò per un attimo senza capire, poi disse:
“Ah, ecco perché la mascherina.” ma poi scosse il capo “No, è una cosa che faccio sempre. Scusatemi un attimo.” si allontanò ancora e riconsegnò alcol e straccio al proprietario. I giocatori seguirono i suoi movimenti da lontano mentre Sakusa si sporgeva verso Atsumu e all’orecchio gli sussurrava:
“Non so perché ieri l’ho odiato tanto. In effetti non è niente male.” Atsumu si voltò verso il proprio ragazzo con fare indignato. C’erano voluti mesi per far dire a Kiyoomi ad alta voce che lui non era niente male. Stava per ribattere infastidito, ma poi Kita li raggiunse quindi lui tacque e tutti si sedettero.
Parlarono per qualche minuto mentre tutti adocchiavano il menù e, visto il recentissimo comportamento del suo ragazzo, Miya decise di andare avanti col suo proposito di far ingelosire Kiyoomi quanto più possibile.
O, almeno, avrebbe voluto.
Provò e riprovò a inserirsi nella discussione, ma gli altri due ormai erano partiti spediti verso un eloquente quanto palloso sproloquio su quanto la pulizia fosse importante ed Atsumu non riuscì più a recuperarli. Sperò che l’arrivo del cameriere per prendere gli ordini lo aiutasse, ma fu persino peggio:
“Io prendo il pollo con umeboshi.” dissero in coro, poi risero guardandosi con affinità negli occhi ed Atsumu mise il broncio.
“Prendo quello anche io.” Kiyoomi si voltò verso di lui con fare confuso.
“Ma tu odi gli umeboshi.” lui gonfiò ancora le guance.
“Amo te quindi amo anche il cibo che ami tu!” Sakusa rise.
“Sei proprio un bambino.” finirono di ordinare, poi Kita tornò su quell’argomento.
“Al liceo era un bambino davvero!” iniziò per poi continuare raccontando vari aneddoti di cui Kiyoomi rise con fervore.
“Ti compiango! Non dev’essere stato facile avere a che fare con Atsumu e suo fratello durante la loro adolescenza!” Miya provò il tutto e per tutto e sporgendosi verso Kita iniziò ad accarezzarlo smielato affermando:
“Kita-san mi adorava! Ero il suo membro della squadra preferito.” sorrise furbo e in attesa di godersi lo sguardo geloso di Kiyoomi, ma questo non venne. Il suo ragazzo lo fissò invece del tutto impassibile, come se non fosse spalmato addosso al suo ex quando lui gli aveva chiaramente detto di non doverlo neanche guardare con occhi dolci.
“Risponderei che allora la vostra squadra era davvero tremenda, ma oltre a te dell’Inarizaki conosco anche Osamu e Suna, quindi so per certo che stai mentendo.”
Andarono avanti così per il resto del pranzo. Atsumu non era riuscito a far ingelosire Kiyoomi, quindi tentò di attirare la sua attenzione facendogli piedino e guardandolo con lussuria, ma niente sembrava funzionare.
Quando finalmente finirono di mangiare e pagarono il conto, uscirono tutti e tre insieme per strada e lì Kita propose a entrambi di prendere un dolce sul lungomare, ma afferrando con forza il braccio dello schiacciatore Atsumu declinò per entrambi:
“Io e Omi dobbiamo lasciamo Hyogo tra qualche ora e abbiamo altri impegni prima di partire.” Sakusa lo guardò divertito, ma non smascherò la sua bugia, così Kita li salutò per poi prendere la strada opposta a quella loro.
“Sbagliavo su di lui.” ripeté ancora lo schiacciatore quando l’albino fu sparito dalla loro vista “Capisco perché ti piaceva tanto.” a quel punto fu il turno di Atsumu afferrare il colletto di Kiyoomi.
“Qui qualcuno ha bisogno di un promemoria su chi sia il suo ragazzo.” Sakusa ghignò, poi si avvicinò e catturò le labbra dell’alzatore.
“Non sei stato molto bravo, Atsumu. Ma ti perdono.”
“Semmai sono io” si indicò “che perdono te.” gli premette forte un dito sul petto.
“Ci hai messo mesi a guardare me come oggi hai guardato lui.” disse poi in un mormorio triste abbassando gli occhi e fingendo solo in parte la sua insicurezza.
Con lo sguardo basso gli fu impossibile vedere cosa stava facendo Kiyoomi finché non si sentì afferrare forte entrambe le natiche per poi essere attratto verso il corpo dell’altro. Sakusa lo baciò passionale.
“E quindi?” gli disse “Pensi che potrei mai toccare o guardare qualcun altro come tocco e guardo te, Atsumu?” lo guardò mortalmente serio aspettando una sua risposta e quando questa non arrivò lo baciò ancora e roco gli sussurrò labbra su labbra “Mai nessuno, Atsumu. Non toccherò né guarderò mai nessuno, in tutta la mia vita, come guardo e tocco te.” il cuore del biondo impazzì a quelle parole, così le sue braccia si sollevarono e si allacciarono al suo collo.
“Dovrai dimostrarmelo come si deve, stanotte.” Sakusa se lo avvicinò ancora creando attrito sui bacini di entrambi.
“Sì che devo.” rispose mandando mille scariche elettriche lungo tutto il corpo dell’alzatore.
Non aveva importanza che Atsumu non fosse riuscito a far ingelosire Kiyoomi durante il pranzo, né che non avesse attirato la sua attenzione. Aveva comunque vinto.
   
 
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