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Autore: shilyss    05/07/2021    6 recensioni
La prigione dove Odino ha rinchiuso Loki è una cella asfissiante priva di finestre. Costretto in una forzata inattività ma niente affatto piegato, il dio degli inganni affida i suoi pensieri più oscuri a delle lettere. Il destinatario? Thor, l’avversario di una vita, il compagno d’avventura prediletto, il fratello con cui ha condiviso ogni cosa. Carteggio estorto dal tonante cui Loki accetta di piegarsi solo per raggranellare qualche beneficio in più. Perché gli obiettivi del dio degli inganni potrebbero incrociarsi ancora con il destino di Asgard, e nessuna cosa è per sempre, neanche nelle prigioni sotterranee degli Aesir.
Dal cap. 1: Dimmi, Thor, dov’erano mentre il ferro nemico ti lacerava la cotta di maglia, penetrava nella tua carne, tagliava i tuoi muscoli? Dov’erano i tuoi fratelli di sangue, così nobili e valorosi, che siedono ai banchetti accanto a Odino, che chiamano le loro armi mai macchiate di sangue nemico con nomi inutili e altisonanti? Quante volte saresti morto, figlio di Odino, se non ci fossi stato io a gridare, parare, pensare?
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 13

Giù le carte

 

Lettera 94

 

Sigyn gioca discretamente a dama elfica. Perde, ovviamente, ma lo fa con più grazia e muove con maggiore sveltezza le sue pedine rispetto a quell’idiota di Bjorn. Non che ci volesse poi molto, in verità. Ogni volta che le mangio un pezzo, alza su di me i suoi occhi grigi e mi dice che sono un baro e la inganno. Che questo gioco soddisfa il mio ego smisurato e una serie di altre cose carine che ti risparmio. È tornata col chiaro intento di farmela pagare e manifesta un atteggiamento a metà strada tra l’eccessivamente serio e lo sdegnoso che mi diverte moltissimo, con suo gran dispetto. Appena entrata ha salutato calorosamente Bjorn abbracciandolo. È stata una scena spassosa: lui era terrorizzato. Teme, chissà perché, una mia brutta vendetta fatta a freddo. Lei mi ha guardato perché desidera farmi scontare il mio comportamento scostante, ma avrà pan per focaccia, te lo garantisco. Il suo ritorno mi è sgradito perché complica il mio piano, ovviamente. So che detesti te lo dica, ma sono ancora certo che occorreva solo avere un briciolo in più di coraggio e pazienza e avremmo avuto il Cacciatore a portata di mano. Il mio peggioramento, invece, ha reso necessaria, agli occhi di Frigga e a quello, malvagio, del tuo caro padre, la sua presenza. E lei, ovviamente, è corsa di nuovo da me, sottolineando che è per dovere. La mia ultima missiva l’ha offesa.

A proposito del nostro luminoso e caro re: mi ha sorpreso con uno dei suoi trucchi, perché non sono certo il solo e l’unico a manipolare a mio piacimento la realtà. Dunque, sa che ho lanciato un incantesimo, ma non ha idea di cosa abbia fatto e perché. Fossi in te, lascia che ti dia un suggerimento, gli renderei nota la tua strategia e smetterei di andare in giro a cercare le Gemme. Continuando così, il rischio è quello di un nuovo bando da Asgard, o peggio. E allora chi difenderà questa terra, custode di Mjollnir?

 

Lettera 95

 

Mi hanno dato così tante medicine, fratello, che ogni cosa appare ancora sfocata e a malapena reggo la penna. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho avuto il dispiacere di scriverti e no, non mi mancava affatto il nostro carteggio, con le tue lettere imbarazzanti e dalla prosa banale e spesso dubbia. Mi chiedi come sto: scrivo dal letto e ho sputato una quantità tale di sangue che lei si è spaventata e le ho macchiato persino la gonna.

 Ha aumentato le dosi di veleno. È impaziente di vedermi crepare. Forse teme – e in questo caso avrebbe maledettamente ragione – che presto scoprirò il suo gioco, e l’effimera vittoria del nostro ingenuo fratello si rivelerà l’abbaglio che è. Potrebbe essere un bene per me – per noi. Se si sentirà braccato, commetterà di sicuro un passo falso, quello che sto attendendo da quando ha sfidato la mia intelligenza. Non ricordo cos’è successo con precisione prima che la tosse mi soffocasse, e così ho dovuto chiamare Heimdall e farmelo raccontare. Lui si è seduto di fronte a me e ha iniziato a tediarmi con delle ovvietà un po’ melense, dicendo che se lo aspettava e che ciò che sto facendo è per Asgard e la sua gente. Gli ho risposto che i tuoi sudditi – i vostri sudditi – non mi hanno mai restituito nulla.

 

Lettera 96

 

Ho sperato con tutta l’anima che il nostro fitto epistolario, fatto di esempi di retorica e pura poesia (le mie missive) e carta straccia degna del camino (le tue) fosse finalmente concluso, ma purtroppo i miei gloriosi propositi – o dovrei dire i nostri, fratello? – sono malamente scivolati nell’abbondante scia di sangue che il Cacciatore ha di nuovo lasciato dietro di sé, a sfregio. Ha lasciato che trascorressero mesi, dall’ultima volta. Mi hai chiesto un giudizio analitico e spassionato. Beh, eccotelo. Sono ammirato. Ha pazienza e ha scelto con cura il momento in cui agire. Quello in cui io ero più debole, tu lontano, il credito di entrambi verso Odino scarso, la gloria del piccolo Balder al suo picco massimo. Asgard si sente sicura? Ma bene, ecco il momento giusto per sferrarle un colpo che non dimenticherà. Inondiamola con altro sangue innocente che ne imbratti le sue strade tirate a lucido. Facciamolo con le interiora di una povera levatrice, usiamo i suoi resti martoriati per mostrare la parte più squallida del regno di Padre Tutto. Mi riferisco alla sua ipocrisia, al manto d’oro che ricopre il fango: basta grattare con l’unghia la superfice luccicante per trovare la vera natura di ogni cosa, per svelare l’inganno. E chi meglio del dio dell’inganno, malato e forse pazzo, può ridere fino a perdere il respiro mentre il suo giovane fratellino, sconvolto e balbettante, descriveva la scena?

Non ho riso perché ho compreso chi sia, Thor. Balder non ha indovinato nemmeno questo. La mia risata era l’amara constatazione – e il buon vecchio Heimdall sarà d’accordo con me, te lo garantisco – che due indizi cominciano a essere una prova robusta. Vedi, fratello, il Cacciatore, con questa sua mossa, si è esposto come ha fatto solo quando ha ucciso la bella Astrid. Il suo intento è screditare Padre Tutto, è offendere il suo presunto buongoverno, è minare le fondamenta di una casata tra le più antiche e potenti dei Nove Regni. E di fronte a tanta maestria, non posso evitare di pensare che chi ha sospettato di me, dopotutto, non mi ha fatto un torto. C’è del metodo nel modo in cui il Cacciatore mi sta avvelenando con lentezza, nella scelta di mostrarci una vittima dopo l’altra, spiazzandoci. E così, adesso, Asgard trema in preda al disordine generato da un mostro ignoto che credeva di aver trovato e giustiziato e guarda di nuovo in alto, verso la mia prigione illuminata dal bagliore lontano delle candele. Mi invoca temendomi, domandandosi fino a che punto sia estraneo a queste morti turpi e spaventose. Non ero io a professare i vantaggi del caos e della libertà? Il Cacciatore, in fondo, sembra aver fatto propri i miei proclami.

So che dirai adesso: sono così pieno di me che mentre elogio l’intelligenza del nostro avversario incenso me stesso, la mia intelligenza. Non lo nego. Ma ora è tardi, la penna è diventata pesante. Se ci saranno notizie degne di esserti riferite, ti scriverò domani. Ora affiderò la lettera a Bjorn assicurandomi che arrivi a te e a te soltanto – il motivo dovrebbe esserti chiaro.

Lettera 97

Una levatrice. Anziana, esperta, discreta. Chiediti che segreti nascondeva, anzi: di chi. E che senso può avere avuto l’ucciderla, dato che lei non avrebbe mai parlato. Una donna del genere si sarebbe fatta impiccare, anziché rivelare i dettagli del suo mestiere – non lo ha mai fatto, ecco perché tante donne, nobili e meno nobili, l’hanno voluta accanto a loro nelle difficili ore del travaglio. Dalle tue parole mi è sembrato, fratello, che la mia insinuazione, come l’hai chiamata, sia stata qualcosa di estremamente sconvolgente, per te. Mi chiedo come mai. Tutti i re dei Nove Regni hanno avuto amanti, concubine e relazioni anche durature che sono state fertili. Per Odino avrebbe dovuto essere diverso solo perché Frigga meritava uno sposo leale, capace di amarla in maniera incondizionata?

Ma torniamo al Cacciatore: la fedeltà di Padre Tutto non è qualcosa che dovrebbe riguardare solamente la più saggia delle regine – impossibile, a ogni modo, che lei non abbia mai saputo nulla. Riguarda tutta Asgard, tutti gli Æsir. Odino è un sovrano il cui corpo e sangue sono sacri, la cui parola è legge. Quello che accade nel suo studio decide il destino di Asgard, certo, ma anche quello che accade nel suo letto: se non avesse avuto eredi, l’intero futuro del regno sarebbe incerto. Il Cacciatore cosa sa più di noi riguardo alla voglia di gioventù di cui si è macchiato Padre Tutto?

Lettera 98

Lui ci osserva, Thor. Ci ha guardati mentre mentivamo a Padre Tutto circa il nostro gioco con le gemme del Titano e tu e l’indomita Sif vi stuzzicavate cercando di recitare la parte dei quasi fidanzatini, quando Sigyn ha commesso l’errore fatale di varcare di nuovo la soglia della mia prigione per sfidarmi a dama. Ma hai ragione, non è stata solo lei a sbagliare – io non dovevo consentirle di venire da me, specie sapendola così esposta. Vincolata. Condannata. Se è vero quello che penso, mi potrei essere macchiato di più colpe di quante non me ne siano state imputate, temo. Ci sono regole ancestrali che nessuna dispensa o sotterfugio possono annullare[1]. A tale proposito, sono costretto a chiederti di non fare parola con lei di quanto sospetto. Capirai bene che questa storia l’ha già messa abbastanza alla prova senza che un dettaglio del genere (l’ennesimo) debba rovinarle l’esistenza.

Bjorn, che è un fottuto sentimentale, lo so, specie adesso che ha commesso l’imperdonabile errore di riprodursi perpetuando il suo sangue rozzo, ti ha riferito di un nostro presunto riavvicinamento che potrebbe stonare con quello che ti ho riferito. Non posso dire che Sigyn abbia perdonato la mia intrusione nella sua testa, ma in queste settimane ha cercato di accettarne la necessità. Lo ha fatto senza smettere il suo penoso lutto – non cederà fin quando sua sorella non sarà vendicata, temo. Per distrarre quell’idiota del mio secondino dallo spettacolo che io e Sigyn rappresentiamo quotidianamente per lui, ho pensato di riciclarlo come spia, sull’onda dell’antico adagio che necessità fa virtù. Gli ho chiesto di tenere d’occhio sia Fanfaral che quella disgrazia su due gambe di Balder il buono. Sospetto che stiano agendo per loro proprio conto nel tentativo di riparare al danno fatto impuntandosi nel voler far condannare un uomo innocente. Inutile dirti che non ho fiducia in loro – come so che non ce l’hai tu.

 

Lettera 99

 

So che fine ha fatto il lupo di nostro padre. L’ho ricordato o sognato – gli intrugli dei guaritori hanno il potere di calmare i sussulti del mio petto e di indurmi un sonno pesante come quelli che le streghe scagliano nelle fiabe, ricco di visioni. E lei, stanca eppure incantevole, invocava le Norne con la sua voce bassa e cantilenante, quando mi sono svegliato. Sono state settimane buie. Giorni in cui questa fottuta prigionia si è rivelata più pesante di quanto potessi sopportare. E ho lasciato che si prendesse cura di me.

Non ci si abitua mai a dover misurare con i passi la propria cella. Certo, adesso ho una dozzina di finestre ampie e luminose, una terrazza e degli appartamenti che, se non fossero protetti da una fitta serie di rune incise sui muri e sigillati da una porta che nemmeno io con la mia magia posso infrangere, potrebbero farmi credere di essere di nuovo libero. Ma la mia pena non si è mitigata, anche se vivo in una cella arredata con gusto. Vivo un’illusione che non m’inganna. E lei, che mi assisteva fin da quando tossivo nelle segrete sotterranee di Asgard, lo sa. Mi osserva, mi porge un bicchiere d’acqua, mi asciuga la fronte, in silenzio. So cosa pensa – cosa ha pensato, ma anche lei ha imparato a riconoscere qualcosa di me.

Il fatto è che Sigyn ha iniziato a farmi delle domande. L’ho istruita troppo bene, abbiamo studiato le testimonianze e i documenti che riguardavano il Cacciatore senza considerare le ragionevoli distanze che avrebbero dovuto essere mantenute tra noi. Le nostre teste si sfioravano, le dita anche. Ora lei analizza i miei silenzi. Applica i miei metodi. Se non osa arrivare alla verità è perché non le conviene farlo – non potrebbe sopportarla. All’inizio non sapevamo, nessuno dei due lo sapeva, ma ora? La colpa va condivisa, come la conoscenza.

Lettera 100

Anche a me è giunta la notizia che la levatrice è stata seppellita oggi. Padre Tutto si ostina a voler tenere ogni cosa sotto stretto silenzio. Porgi i miei saluti a Brokk[2]: digli pure che spero la sfortuna si abbatta su di lui e sulla sua gente. Sono abbastanza certo che nessun altro potrebbe forgiare un artefatto capace di incanalare il potere delle gemme, ma non sottovalutare il Titano. Non ha paura di nulla e non ha quasi niente da perdere, temo.

Lettera 101

Lo ammetto. Abbiamo ecceduto con l’idromele, quando Bjorn ha annunciato ufficialmente che presto sarebbe diventato padre. Io ho avuto il privilegio immenso di essere la prima persona al mondo a cui la coppietta ha deciso di rivelare la lieta novella e sì, può essere partita da me l’idea di organizzare un piccolo rinfresco per rendere edotte anche le altre guardie della splendida novità.

 A mia discolpa, posso dire che mai i guaritori avevano accennato al fatto che nelle mie condizioni non dovessi bere – e, se lo hanno fatto, devo proprio averlo dimenticato – e che quello sciocco del mio tirapiedi travestito da carceriere ci teneva moltissimo a offrirmi dell’idromele abbastanza decente. Non come quello delle cantine di Odino, beninteso, ma accettabile. Ha avuto il buongusto di portare anche qualcosa da mangiare di sicuro e di non avvelenato. Credo che la mia compagnia gli faccia bene, dopotutto. Da quando l’ho picchiato per la prima volta, Bjorn è passato dall’essere una guardia tonta e inconcludente a diventare un discreto giocatore di carte, un pessimo compagno di bevute e una ributtante spia con margini di miglioramento scarsi, ma presenti. Allo stesso modo, la poderosa accelerata sulla sua vita sentimentale, un tempo inesistente, si deve al prestigio della mia persona, come sappiamo bene.

Ammetto che c’era anche Sigyn, ma di lei ti avrà già parlato quell’idiota, pertanto non ti concederò nessun altro dettaglio né risponderò alle tue considerazioni – provocazioni. Sostieni che tutti sanno, vedono, hanno capito. E allora, mi domando, perché parlarne?

Lettera 101*

Sembra proprio che i nostri timori siano abbastanza fondati. Portami i libri che ti ho chiesto. Ho pensato a una soluzione – temo non ti piacerà, ma ne parleremo a voce. Brucia questa lettera, Sigyn. Non sono mai messaggi d’amore, i nostri.

Lettera 102

Flagranza, doveri, responsabilità; la tua lettera, Thor, era veramente noiosa e pedante oltre che mal scritta, come tuo solito. Hai citato il primo termine sette volte, quindici il secondo e diciassette il terzo. Esistono i sinonimi, fratello. La tua lingua madre ne è piena. Ma ignorando la forma pietosa dei tuoi messaggi e badando solo ed esclusivamente alla sostanza, d’accordo. Te lo concedo: una maggiore cautela sarebbe stata provvidenziale e abbiamo bevuto troppo, tutti e due, ma andiamo! Chi poteva immaginare che quell’idiota di Balder sarebbe venuto a disturbarmi nel cuore della notte? Tuttavia la febbre e le pozioni che mi somministrano per cercare di abbassarla non offuscano i miei pensieri a tal punto da preoccuparmi come fai tu. Per cosa, poi? Per la reputazione della mia graziosa assistente personale, di quella che chiamano già da tempo la mia puttana o mia moglie, a seconda che nutrano nei miei confronti disprezzo o terrore? È arrivata anche a me l’intera descrizione della presunta scena – le fiamme del camino acceso, le gonne sollevate, le mani intrecciate, i sospiri, una scena inequivocabile – ma l’unica cosa che farò è trincerarmi in un elegante silenzio. L’ennesimo.

Le guardie che vigilano nelle celle segrete di Asgard dicono di noi che quando lei scendeva le scale che conducevano alle prigioni io non le staccavo gli occhi di dosso; i miei patetici tirapiedi e i guaritori che mi seguono qui sostengono che la tenga in grande considerazione e mi rivolga a lei come fosse la padrona delle stanze che io abito. Colgono sguardi e sorrisi che non ho mai negato – che sia bella e l’abbia desiderata è cosa nota, legittima, prevedibile, giusta. Mi sono limitato a spogliarla con gli occhi o   ho usato le mani, per slacciarle i numerosi nastri di raso nero del corsetto, per liberarla dalle gonne lunghe e pesanti, per assaggiare le sue labbra per la prima o la millesima volta? Avrei dovuto rinunciare a lei per via del lutto che faceva risaltare i suoi capelli d’oro? Costringermi a immaginarla come ogni bravo prigioniero sogna l’unica ragazza che gli si profila davanti – spinto dalla noia, dalla curiosità, dalla nostalgia, da quell’impulso che ci distingue dai vecchi?

Lettera 103

Non è che parliamo sempre delle stesse storie. È che tu – tutti – insistete sempre con quelle vecchie, spinti dalla morbosa curiosità di sapere, dalla voluta ambiguità delle mie parole. Ho negato? Ho confermato? Balder ha frainteso una situazione o ha visto fin troppo bene? E cosa saremmo allora, io e lei? A ogni modo, nostro fratello mi ha disturbato per nonnulla e ha dato l’occasione a Odino per tediarmi con la sua presenza. Lui mantiene ancora un atteggiamento serafico circa le mie presunte intemperanze con Sigyn. Più siamo legati a doppio filo, minore è il rischio che scelga di tradirlo. Ne ho approfittato per sondare il terreno e domandargli della levatrice, però. La sua vaghezza nelle risposte è stata encomiabile, il suo controllo magnifico, degno del grande re che è. Perché io, fratello, non ho mai negato che Padre Tutto fosse tutto quello che un sovrano deve essere. Persino in questa scomoda circostanza, in cui la sicurezza della gente di Asgard si lega a doppio filo col corpo stesso del suo re, lui mantiene una fermezza e una lucidità che rappresentano un fulgido esempio per tutti noi. Devo confessarti, però, che è vero quello che ti hanno detto: non è stata una conversazione amabile. C’è stata una lite, l’ennesima, non troppo esplosiva giusto per le mie condizioni precarie. E perché la sua furia, se si abbattesse ancora su di me, troverebbe solo due ragionevoli vie: la sala delle torture o il ceppo delle esecuzioni. Voleva sfruttare la storia che Balder ha raccontato a chiunque per obbligarmi in una direzione in cui non posso di certo andare. Gli ho proposto un’onorevole alternativa – la medesima che offrì alla povera Astrid, presumo. Sai com’è finita.

 

L’angolo di Shilyss

Care Lettrici e cari Lettori del mio cuore ♥ ♥!

Con che faccia si aggiorna una storia ferma da febbraio 2019? Vale come scusa che ero presa da altre storie, che poi ho dovuto rileggerla tutta, che in mezzo si è messa la real life? Non avete idea delle volte in cui qualcuno mi ha chiesto che fine avesse fatto, se l’avrei, un giorno aggiornata, e così via.

È con un certo disagio che ve la ripropongo, perché mi rendo conto che chi la seguiva al tempo neanche se la ricorderà più.

Tuttavia, la dedico a chi è rimasto. A chi l’ha lasciata nelle liste, a chi la ricorda con affetto, a chi mi segue dopo tanto tempo e non si è mai fatto vivo e a chi la leggerà per la prima volta, a chi è sempre presente e chi è presente quando può. A Emi ♥ perché è un giorno importante, a Sil, perché Bjorn for president e a C., che qualche giorno fa mi ha scritto su fb una cosa tenerissima proprio su questa storia.

Per quanto concerne Loki e Sigyn in questa storia… leggete tra le righe. Una delle cose che adoro di più di questo carteggio è che Loki sia testardo e si ostini a non sbottonarsi nei confronti di Thor, ma sappiate che Thor si fa delle grasse risate quando legge i deliri del fratello.

Ringrazio con tutto il cuore chi listerà, recensirà o semplicemente leggerà questa storia: a parte gli scherzi (lokini) siete importanti e sappiate che leggo tutti i vostri commenti e non vi mangio. Spesso non rispondo pubblicamente, ma se vi palesate lo faccio e sono molto alla mano, ecco.

Ricordo che il personaggio di Sigyn, tolto quello che trovate alla voce “Sigyn” su Wikipedia, è una mia personale interpretazione/reinterpretazione/riscrittura. Non ha una sorella di nome Astrid nella realtà, ho scelto il nome Astrid perché è il primo con la A che mi è venuto in mente e, per praticità, lo uso in tutte le mie storie. Non vi autorizzo a ispirarvi o peggio a questa versione o alle altre storie da me postate né qui né altrove (peggio mi sento con le fiabe, come questa) e lo stesso vale per gli headcanon su Vanheim, su Loki o su Asgard stessa. Lo stesso vale per il Thing, per le cariche che Loki ricopre in questa Asgard. Creare un mondo con usi e costumi non è uno scherzo.

A presto e grazie per tutto l’affetto/sostegno/cose, vi si lovva (e spero voi lovviate me).

Vostra,

Shilyss



[1] Per dispensa si intende un corrispettivo delle nostre dispense papali: queste ultime venivano concesse per consentire, previo studio del caso, di violare in parte o in tutto uno o più regolamenti imposti dalla religione. Questa lettera è particolarmente oscura, ma col senno di poi sarà tutto chiaro ^^.

[2] Negli scorsi capitoli, Loki suggeriva a Thor di cercare chi potesse fabbricare un oggetto in grado di incanalare le gemme dell’infinito. Coerentemente col film Ragnarok, costui è il nano Brokk di Nidavellir. Questo personaggio nel mito scaldico ha un pessimo rapporto con Loki – è lui a cucirgli le labbra.

   
 
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