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Autore: Flofly    07/07/2021    2 recensioni
*COMPLETA*Una visione alternativa e decisamente serpeverde del quarto anno e del torneo tre maghi. Tra adolescenti e non in preda agli ormoni, Voldermort sta riorganizzando la sua rinascita, in una spirale di cupa violenza che affonda i suoi tentacoli da molto lontano. Dramione con risvolti decisamente angs e una Narcissa Malfoy sempre più Black. OOC per alcuni personaggi principali ( aggiornamento 17 maggio 2022: ho eliminato tutte le scene grafiche di sesso e ora il rating è passato da rosso ad arancio. Qualche piccolo modifica qui e lì ma niente di sconvolgente)
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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L’aria intorno a lui era tesa, elettrica, poteva sentirla mentre gli riempiva i polmoni e fluiva nelle vene. Tutto era fermo, ma di quella staticità che caratterizza l’attimo prima che tutto esploda, come il silenzio prima che il dolore di una Cruciatus ti invada ogni singola fibra.
Dopo quello che era successo alla Coppa del Mondo di Quidditch, era evidente che qualcosa stava per accadere. I sussurri erano diventati bisbigli, e poi parole a mezza voce. Sebbene la Gazzetta del Profeta continuasse a tacere, sicuramente ben pagata per il suo silenzio,l’eccitazione attorno a lui era evidente.
Il mondo stava per cambiare e tutti attorno a lui sembravano pronti a seguire questo riflusso di lava incandescente che li avrebbe portati alla gloria. O alla tomba, a dirla tutta. 
E lui?
A lui non gliene poteva fregare di meno. Era l’estate prima del suo quarto anno e non ne poteva più di sentirsi dire cosa avrebbe o non avrebbe dovuto fare. La cosa giusta. Quella che tutti si aspettavano da qualcuno cresciuto come lui. Ricco, bello, appartenente a due delle casate più antiche e rispettate, un perfetto serpeverde. Un Malfoy e un Black. Il principe dei purosangue.
Sogghignò mentre spingeva più forte sulla sua nuova scopa, guardando dall’alto la tenuta e provando a volare sempre più su, sempre più veloce, per vedere dove sarebbe potuto arrivare prima che intervenisse qualcuno a fermarlo. Ad evitare che fuggisse.
Un paio di giorni e sarebbe stato sul treno per quella che ormai era la sua casa da anni. E che ricordava tantissimo quella natale in molti sensi: quadri di vecchi psicopatici, libri di magia, stanze segrete e  quel buon senso di classismo che veniva servito insieme agli scones e al té delle cinque.
Ed altrettanto snob.
Hogwarts era di sicuro il posto più discriminatorio sulla faccia della terra,rifletté mentre l’aria gli tagliava la faccia, nonostante l'intero copro docente e il Ministero non facessero che ripetere che la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era il bastione del mondo nuovo, quello in cui tutti valevano per il loro merito e le loro qualità, in cui sarebbe sempre stato dato aiuto a chi lo avesse chiesto. L'unico che evitava, di fare quel teatrino era ovviamente Piton, che ad ogni enunciazione di questa teoria alzava gli occhi al cielo mormorando maledizioni neanche troppo sottovoce.
Una marea di stronzate.
Lo sapevano tutti e da sempre.
Quando quel cappello ammuffito ti metteva in una casa la tua vita era segnata, c'era poco da scherzare. E nessuno ti avrebbe aiutato, a meno che tu non fossi stato uno degli eletti. Ti avrebbero appiccicato addosso un'etichetta che avresti portato per il resto della tua vita.
Grifondoro? Trombe e fanfare. I puri, i coraggiosi, quelli che potevano fare sempre che gli pareva e uscirne sempre indenni. Testardi come i serpeverde ma per loro era una testardaggine ammirevole,quasi poetica . Gli eroi che il mondo attende. 
Corvonero? Quelli intelligenti. Calcolatori forse, ma mai per il loro interesse personale. Con un po’ di sforzo si sarebbe potuto convincerli che fosse sensato buttarsi in massa dalla Torre di Astrologia. Bastava trovare un argomento sufficientemente logico.
 
Tassorosso? Nessuno ne aveva mai capito il senso. Ma dategli una zappetta e un rastrellino e avrete tutti quei bei ingredienti di cui tutti gli altri necessitano. Insomma, utili nella loro inutilità.
 E poi c’erano loro: i Serpeverde,per definizione erano stronzi, arrivisti, perfidi, razzisti e malefici. La casa da cui erano usciti più Maghi Oscuri. Sul serio qualcuno ne rimaneva sorpreso? Ti mettevano in un sotterraneo umido,scuro e pure freddo, guardati male dall'intero corpo studentesco, con i professori convinti che da un momento all’altro uno di loro sarebbe impazzito e avrebbe dato fuoco al castello. E nel caso ci fosse qualcuno da incolpare per qualcosa di malvagio, state pur sicuri che sarebbe andata ad un serpeverde. Probabilmente anche con una certa dose di ragionevolezza però.
Per lo meno però  c'erano solo puro e mezzosangue a Serpeverde. Che presumibilmente era l’unico motivo per cui Crabbe e Goyle erano stati smistati lì. Quello e il fatto che non ci fosse una quinta casa di reietti incapaci anche di usare un rastrello. La stessa cosa doveva essere successa per Percy Weasley quando probabilmente anche il Cappello doveva aver perso il conto dei figli pezzenti dai capelli rossi e le toghe di seconda mano.
Non che a lui fosse mai dispiaciuto essere smistato così velocemente a Serpeverde,sentendo il metallo degli anelli a forma di Serpente e quello con il blasone a contatto con il legno. Non aveva mai neanche pensato di finire in un'altra casa. E non solo perché se nel raro caso non fosse morto sul colpo lasciandolo unico erede di una cospicua fortuna, suo padre l’avrebbe fatto trasferire a Durmstrang all'istante, a costo di rischiare un Avada Kevadra da sua madre.
No, non l'aveva mai rimpianto perché Serpeverde ti insegna una cosa: per diventare grande devi imparare a rinunciare a tutto. A dedicare tutto te stesso ad uno scopo. E a non fidarti di nessuno. 
E poi, a onor del vero, tutte le ragazze di Hogwarts volevano sa dare a letto con un Serpeverde. Ne aveva avuto diverse prove, incluse le sprezzanti giocatrici di Grifondoro che di certo non avevano rifiutato qualche incontro più ravvicinato nelle docce al di fuori delle competizioni ufficiali.
Tutte. Tranne quella stramaledetta sotuttoio sanguemarcio di Hermione Granger.
Ecco lo sapeva. Non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura ma c'era una seconda seconda ragione per cui se fosse andato a Durmstrang si sarebbe pentito per sempre:lei. La dannata grifondoro dai capelli impossibili e la mano perennemente alzata.
L’idea di non vederla più lo faceva impazzire. Ancora di più di quanto facesse la sua voce petulante a lezione di Pozioni.
Anche alla Coppa del Mondo di Quidditch, l’aveva sentita, nonostante il rumore dei tifosi, le chiacchiere vuote nella Tribuna d’onore, la voce fastidiosa di suo padre che gli ricordava di stare dritto, di parlare con il Ministro, di ridere alle sue battute idiote. Di fare il suo perfetto burattino, insomma.
Fortunatamente quella notte, prima dell’attacco, sua madre lo aveva obbligato ad andarsene. Sapeva quello che gli altri stavano per fare e non era certo di riuscire a sopportarlo, soprattutto sapendo che lei era li, tra le tende colorate che gli davano il voltastomaco. Era sicuro che se fosse restato avrebbe fatto qualcosa di imperdonabile, come cercare di salvarla. Di nuovo. E questa volta senza la speranza di uscirne indenne.
Il pensiero dei suoi occhi colore delle foglie d'autunno divenne insostenibile. Non riusciva a pensare ad altro che non a come avrebbe volentieri strappato via ogni pezzo di quell’orrido insieme di vestiti che solo secondo lei potevano considerarsi abbigliamento ma che assomigliano più al guardaroba di un elfo domestico sotto pozioni acide, e soprattutto a come avrebbe leccato, baciato, succhiato e morso ogni centimetro di pelle lasciato ormai  libero.
Chiuse gli occhi per scacciare l'immagine della curva morbida delle sue gambe fasciate in quegli assurdi pantaloni elasticizzati che si ostinava a portare ma l'unica reazione che ebbe fu quella di muoversi scompostamente sul manico della scopa perdendo il controllo e schiantandosi da un'altezza considerevole contro l’erba ancora umida dal temporale di qualche ora prima.
E sì, decisamente quello che aveva in bocca non era il sapore della Granger, ma di fango. O forse erano la stessa cosa. Doveva ricordarsela questa battuta.
 “Tesoro, credo che dovresti seriamente rivedere la tua tecnica. E giusto per essere chiari: il trauma cranico può aiutare in alcuni casi, ma di sicuro non ti farà saltare il party questa sera organizzato dai Flint per il fidanzamento della figlia maggiore con il figlio di Caramell” - La voce divertita di sua madre lo fece vergognare come un bambino di tre anni. Soprattutto per quello che stava pensando un secondo prima di franare rovinosamente. Chissà da quanto lo osservava. Fortuna che era diventato sempre più bravo con l'Occlumanzia.
“Sicura? Sono quasi certo di avere un’emorragia cerebrale che mi procurerà l’incapacità di parlare con chiunque per le prossime diciamo… dodici ore?”- provò a replicare mentre Narcissa Malfoy lo aiutava a rialzarsi e gli toccava delicatamente la fronte sogghignando con dita leggere. Non si era ancora cambiata per la serata e il vestito glicine da pomeriggio faceva risaltare ancora di più gli occhi azzurri e i capelli biondi acconciati in un morbido chignon basso. 
“Temo di no. Il dramma di essere maghi e avere pozioni e incantesimi a disposizione. E’ una dura vita, lo so. Ora però sarebbe molto apprezzabile il fatto che tu vada a fare una doccia e ti renda affascinante per tutti quegli adorabili e noiosissimi membri dell’alta società che incontreremo stasera. E per doccia intendo un lungo, lunghissimo bagno che ti tolga quest’aura di zolle di terra da dosso.”
Draco la guardò meglio, quegli occhi indagatori e sempre un passo davanti a lui. Era dimagrita ancora e sembrava preoccupata, anche se cercava di non darlo a vedere. Sapeva che non aveva a che fare con suo padre, o almeno non direttamente. Piuttosto con tutto quello che gli gravitava intorno.
Si alzò in piedi sbuffando e le diede un rapido bacio sulla guancia lasciandole una leggera traccia di terra sospirando.
Sua madre sorrise e molto elegantemente aspettò che si fosse allontanato di qualche passo 
Cataracta- disse con voce soave mentre una cascata d'acqua gelida gli si rovesciava addosso inzuppandolo.
 “ Cosi ti rinfreschi anche le idee, direi che ne hai decisamente bisogno.. E metti il completo chiaro, tuo padre si vestirà di nero”
“Come possano scambiare me per lui rimane un mistero. Seriamente, nessuno pensa a mettere gli occhiali a questi eventi?” borbottò, infastidito come sempre quando qualcuno continuava a ricordargli quanto fosse fisicamente simile a Lucius.Odiava quando gli dicevano che fosse la sua copia esatta.
E poi non era vero. I suoi occhi erano decisamente venati di azzurro come quelli di sua madre,a  guardare bene. Peccato che nessuno ne avesse mai voglia.



 
Lucius Malfoy aveva guardato l’intera scena dalla finestra del suo studio personale. Aveva portato delle carte da studiare ma in realtà erano ore che guardava suo figlio volare inquieto al punto da fargli venire il dubbio che stesse cercando di proposito di schiantarsi in terra. Aveva anche pensato di intervenire ad un certo punto, ma la consapevolezza che in quel caso avrebbe dovuto affrontare i dubbi e le insicurezze di un quattordicenne a cui non avrebbe saputo dare risposte lo aveva fermato. Né tantomeno aveva voglia di parlare di turbe ormonali adolescenziali, specialmente se, come era certo, suo figlio era fin troppo simile a lui quando si era innamorato la prima volta. Neanche lui sapeva come sarebbe andato a finire quell’anno. Troppe incognite. Ovviamente era eccitato per il fatto che il Signore Oscuro stesse finalmente tornando e pronto a riprendere il suo posto tra i ranghi dei Mangiamorte per ristabilire il vero ordine sociale e la supremazia dei purosangue.
Se solo avesse potuto ignorare quella sensazione alla bocca dello stomaco…
Se solo quel giorno maledetto all’inizio dell’estate non ci fosse stato…
Se solo Draco si fosse deciso ad interessarsi di qualcosa che non fossero quegli stupidi Potter e compagnia. Soprattutto, la compagnia.
Si a parte quello, tutto sarebbe stato perfetto.
E poi era certo che Narcissa avrebbe risolto tutto in un modo o nell’altro. La guardava nella luce dorata del tramonto imminente e come al solito la trovò di una bellezza abbagliante. Quando senza scomporsi rovesciò una cascata d’acqua gelata sulla testa del loro recalcitrante figlio sorrise tra sé e sé. Era un uomo molto fortunato, non solo perché aveva sposato l’amore della sua vita, una donna bellissima ed elegante. Era doppiamente fortunato perché aveva sposato una donna pericolosa e intelligente come solo una Black poteva essere.
Sperava solo che Draco potesse essere altrettanto fortunato.
 


PROLOGO-ESTATE
hr />https://www.pinterest.it/Flo_flo_fy/il-calice-della-vita-visual/estate-prologo">Board pinterest del capitolo

Ciao! Ancora io. Se stai iniziando a leggere questa storia, ti devo chiedere di avere pazienza. La storia non solo è completa, ma ha ben due seguiti, più una serie di storie collaterali.

Perché avere pazienza, allora? Beh, perché ci sto rimettendo mano nuovamente, in particolar modo per correggere non solo dei problemi di editing, spazi, obbrobri che sono usciti.
Qualche mese fa mi sono stati fatti due appunti, su cui sto rimurginato da allora: avrei dovuto mettere qualche colpo di scena in più, e avrei dovuto dare una limatina ai personaggi, perché così come sono sono troppo Out of Characther.
Se per Draco questo ha una sua motivazione, per Hermione devo concordare. Allo stesso tempo non posso modificare integralmente questa storia, proprio per rispetto a chi è andato avanti con la lettura, così come non posso mettere elementi che sarebbero sconosciuti a chi magari ha già letto la seconda parte. Anche perché ti assicuro che, se avrai la pazienza di continuare, tanti elementi che trovi adesso saranno approfonditi in seguito. A dire la verità ci sono ancora due cose di cui parlo in questa parte che ancora sono li in silenzio ad aspettare, ma anche loro hanno un senso.
Posso però lavorare su quello che ho…ed è per questo sto modificando i capitoli dal prologo sino a gennaio. Ho quasi completato il tutto, ma nel frattempo provvederò a modificare i singoli capitoli. Da qui la famosa pazienza di cui ti parlavo.. 
 

   
 
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