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Autore: Flofly    11/07/2021    1 recensioni
*COMPLETA*Una visione alternativa e decisamente serpeverde del quarto anno e del torneo tre maghi. Tra adolescenti e non in preda agli ormoni, Voldermort sta riorganizzando la sua rinascita, in una spirale di cupa violenza che affonda i suoi tentacoli da molto lontano. Dramione con risvolti decisamente angs e una Narcissa Malfoy sempre più Black. OOC per alcuni personaggi principali ( aggiornamento 17 maggio 2022: ho eliminato tutte le scene grafiche di sesso e ora il rating è passato da rosso ad arancio. Qualche piccolo modifica qui e lì ma niente di sconvolgente)
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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Dicembre- prima metà.Pinterest

Nessuno si sarebbe stupito sapendo che Narcissa aveva ottenuto quello che desiderava. D’altronde un po’ di organizzazione e la nomea che fosse meglio non averla come nemica potevano fare miracoli: era bastato davvero niente per garantirsi che la migliore boutique di Diagon Alley le riservasse un’apertura esclusiva già per quella domenica. Purtroppo però, aveva dovuto pensare anche ai Campioni e l’Ignoto Accompagnatore: l’idea che, dopo tanto sforzo, le ragazze potessero essere affiancate da quegli zotici vestiti Merlino solo sapeva come le faceva venire l’orticaria.
Ovviamente, non era conveniente né appropriato che una donna sposata della sua classe sociale passasse il pomeriggio in un posto del genere. Senza contare che non poteva di certo sdoppiarsi. E, cosa ancora più importante, non ne aveva nessuna voglia.
D’altronde era per questo che aveva sposato un uomo che l’amava come il primo giorno e che avrebbe passato al posto suo un così spiacevole pomeriggio, nonostante gli impegni di lavoro, famiglia, Mangiamorte e Salazar sapeva altro.
Anzi, molto meglio per lui passarlo con quei tre che non con una certa persona di sua conoscenza.
Il tutto ora era renderlo noto anche al soggetto interessato.
Essendo cresciuta in una famiglia antica e con consumate abilità politiche, oltre che con due sorelle più grandi probabilmente sul bordo della follia, Narcissa Black Malfoy aveva imparato una serie di trucchetti che si rivelavano sempre utili. Si trattava di scegliere bene le sue armi e usarle al meglio. Niente di più, niente di meno.
Per prima cosa fece recapitare a suo marito, dovunque diavolo si trovasse di domenica mattina, un biglietto con un romantico, ma appropriato se caduto nelle mani sbagliate, invito per un tête-à-tête, nel loro ristorante preferito di Diagon Alley. Prima di chiudere il bigliettino si spruzzò una giusta dose del suo profumo preferito tra l’incavo del collo e le clavicole, dove il sangue pulsava più forte e dove Lucius amava particolarmente baciarla, e vi lasciò premuta per qualche secondo la carta. L’essenza sarebbe rimasta leggera ma sicuramente percettibile ed era sicura che la combinazione del suo profumo firma- scaldato dal calore della sua pelle avrebbe torturato Lucius per tutta la mattina.
Altro elemento da non sottovalutare: il luogo. L’invito era in un ristorante così esclusivo da non risultare banale, ma sufficientemente in vista da evitare ogni eventuale scena spiacevole di rifiuto da parte del suo non sempre accondiscendente consorte.
Infine, il vestito: lavanda, di shantung di seta, con uno scollo più pronunciato sulla schiena e una silhouette che le disegnava elegantemente i fianchi sino a sfiorare il ginocchio.
Narcissa Malfoy Black era una donna bella, furba e intelligente e da tempo aveva imparato che la vera forza era saper usare tutte le sue qualità nel giusto equilibrio. La cosa più importante, però, era che fosse sempre lei a decidere quale è come usarla.
 
***


Quando la vide seduta al tavolo, gli occhi grigi di Lucius si illuminarono come quando aveva sedici anni e la baciava sotto la magnolia vicino la serra,e Narcissa seppe di aver giocato bene le sue carte, come sempre. L’uomo si avvicinò e le posò delicatamente le labbra prima sulla nuca, proprio sotto l’attaccatura dei capelli, e poi sulla guancia sussurrandole “ Vuoi spiegarmi perché vuoi farmi impazzire ?”.
Lei sorrise mentre il maître le versava da bere ed elencava i piatti del giorno senza mai riuscire a levarle gli occhi di dosso, come stregato. Lucius batté seccato il bastone da passeggio sul tavolo e subito l’uomo si sciolse dal suo incantesimo.
“Te l’ho detto, vuoi farmi impazzire”- borbottò suo marito ancora una volta.
“Figurati. E innanzitutto potresti dirmi che ti piaccio. Mi sono agghindata così solo per te “- finse un broncio sorbendo un sorso di champagne.
Lucius le catturò la mano destra e se la portò alle labbra “ Sei talmente bella che fatico a credere a quanto sia fortunato. Meglio così?”.
“Leggermente più decente”- Narcissa tiro indietro una ciocca allentata che era sfuggita al torchon basso delle bande laterali.. Oh, non aveva nemmeno idea di dove sarebbe andata a parare, pensò tra sé e sé.
Chiacchierarono amabilmente del più e del meno fino all’arrivo della prima portata, quando la donna decise di introdurre l’argomento ,chiosando un:” Sai caro, ieri sono andata a Hogwarts a parlare con Silente, Karkarov e la Preside di BeauxBatons“.
Lucius rimase in silenzio, cercando di far durare il più a lungo possibile il boccone che stava masticando, per evitare di parlare. Se conosceva sua moglie, e di certo dopo tanti anni la conosceva bene, non stava per venirne fuori nulla di buono. Attese ben sapendo che era solo all’inizio di una via intricata e cosparsa di aculei velenosi.
“Non trovi che sia deplorevole il fatto che non sia stata investita di alcun compito nel Ballo del Ceppo?”, disse la bionda strega con un tono che sembrava tutto tranne una domanda
“Deplorevole amore mio?”. chiese un Lucius Malfoy leggermente sbigottito ma ancora cauto.
“Esattamente,tesoro. Deplorevole. Ed è per questo che ho messo via il mio orgoglio “- Lucius trattenne a stento una risata - “ e mi sono offerta per assicurarmi che i Campioni del Torneo avviino una raccolta fondi che supervisionerò personalmente …”
Ok, pensò il mago, nell’ambito della follia della sua amata moglie questo sembrava ragionevole. Bevve un sorso di vino prima di terminare il suo salmone. Delizioso come sempre.
“ … e di assicurarmi che i Campioni siano adeguatamente vestiti per l’occasione. Per questo ho organizzato un’apertura esclusiva di Madame Maxime e di Aldeson e Alec per questo pomeriggio”
Qualcosa si chiuse nel percorso logico che stava seguendo la mente del mago. Madame Maxime aveva senso, era la boutique dove andava sua moglie …  ma l’altro ...
“No.”
“Come prego?”- Narcissa fece segno al cameriere di portare il dolce. Aveva fatto preparare il tortino al cuore fondente con pere caramellate allo zenzero che si concedeva sì e no un paio di volte l’anno e di certo le bizze di suo marito non glielo avrebbero fatto gustare freddo.
“Pensi di passare il pomeriggio a guardare ragazzi mezzi nudi?”, sibilò Lucius a mezza bocca “Oppure la tua idea è che io abbia tempo da sprecare in queste cose?”
Con l’arrivo del dolce la domanda cadde nel vuoto, di fronte ad una calmissima Narcissa Malfoy cui sembrava avessero chiesto se nel pomeriggio avrebbe piovuto o meno. Lucius fece un respiro per calmarsi e valutare i pro e i contro di una guerra con sua moglie su una questione simile mentre la donna iniziò a rompere pigramente il silenzio:
“Lucius, marito mio adorato. Tu sai meglio di chiunque altro quanto io sia una donna eccezionale“
Lucius sospirò- “Ed esattamente mi stai dicendo che se non faccio il tuo burattino non avrò più il piacere di apprezzare le tue indubbie ed eccezionali doti … “-parafrasò elegantemente mentre dentro di sé voleva solo urlare. Dannata donna.
Narcissa sorrise sorniona “ Amore mio, ma è chiaro che per me puoi essere chiunque tu voglia. Io ti amo, lo sai”.
Lucius trattenne il respiro. Riusciva a tenere testa a politici senza scrupoli e forse pure al Ministro della Magia, eppure sua moglie era in grado a fargli fare sempre quello che desiderava. Poi, però, sorrise pensando a tutto quello che avrebbe potuto chiedere lui in cambio.
La partita era vinta, Narcissa si rilassò, godendosi finalmente il meritato dolce. D’altronde aveva già un paio di idee su come smaltirlo. E Salazar Serpeverde sapeva se avrebbe avuto bisogno di zuccheri e grassi per affrontare il pomeriggio con la Granger.
 
Uscendo dal ristorante si salutarono con un bacio molto più approfondito di quello che sarebbe sembrato appropriato in un contesto simile, una mano di lui che le stringeva la nuca e l’altra alla base della schiena, mentre con il pollice titillava la parte di pelle scoperta sopra la chiusura.
“ E’ ora di andare, i Campioni e l’altro essere insulso ti staranno già aspettando. Ah, amore, cerca di tentare di uccidere Potter, se puoi. Non saprei come spiegarlo a Silente. “- gli sussurrò la donna a pochi centimetri dalle labbra.
“Beh spero che in questo possa contare su mio figlio”- le mormorò con le labbra ancora sue le sue Lucius,sorridendo. “ Almeno questo, visto che praticamente non mi scrive da settembre. A proposito dov’è? Lo stai facendo aspettare con Potter? E io che credevo che la pazza fosse Bellatrix“
Il sorriso sparì dal volto dell’uomo quando vide lo sguardo di Narcissa.
Niente Draco.
Solo quattro ragazzini idioti a cui fare da baby sitter.
“Sei seria, Narcissa?”
“Amore mio, il vestito per Draco l'ho già fatto consegnare giorni fa, mi pare ovvio: hanno già le sue misure e gli ha comunicato lui stesso il colore e il modello. E poi non è uno dei tre Campioni, non sarebbe stato elegante. Ah, e Viktor Krum ha la divisa ufficiale per le cerimonie di Durmstrang, quindi non viene”
Lucius sbiancò. Un pomeriggio lui , Potter, il figlio di Diggory e quel tipo di cui non avrebbe mai ricordato il nome…
“Narcissa … luce dei miei occhi “— sibilo Lucius pronto a rimangiare la promessa e votarsi alla castità.
“Non pensarci neanche Lucius. O puoi iniziare a far portare le tue cose in una delle stanze degli ospiti. Pensaci la prossima volta che passi due ore a cena da solo con Cassandra Nott”. E con un ultimo bacio soffiato dalla punta delle dita guantate la sua aristocratica, ricca e stronza moglie spari dalla sua vista camminando sicura su tacchi altissimi color pervinca.
“Come se fosse stato piacevole, maledetta Black”-, mugugnò ben sapendo di parlare al vento


 
***


Appena entrata da Madame Maxime Narcissa, venne subito scortata al piano superiore dove le addette erano già impegnate nel prendere ogni possibile misura alle ragazze, ad annotare segni e colori che avrebbero potuto donare loro e a far correre avanti e indietro relle pieni di vestiti.
La donna si sforzò di sorridere al suo meglio, anche se di certo la sua emicrania iniziava già a farsi sentire. Ciò che la faceva stare meglio era la doppia convinzione che da un lato quello che stava facendo era necessario per evitare che suo figlio buttasse alle ortiche la sua vita come aveva già fatto sua sorella. E dall’altro, che sicuramente a suo marito stesse andando molto peggio.
Le bastò un’occhiata per capire che le quattro ragazze erano facilmente scindibili in due gruppi: le inutili e frivole ragazzine cui sarebbe bastato un bel vestito e un paio di Oh ma sei bellissima per farle contente. E le due stronze.
Era assolutamente certa che Fleur Delacour fosse una sua versione meno aristocratica, bella e sveglia, seppur più giovane. Quindi sapeva esattamente come prenderla. Bel corpo, fluttuanti capelli biondi, viso scolpito ma non eccezionale. E la determinazione di due occhi di acciaio; una combattente nata non c’era che dire.
Prese un respiro profondo,giocherellò un momento con il suo anello preferito e si avvicinò al gruppo con le labbra ancora tese nel suo miglior sorriso di circostanza.
“Signorine, è un grandissimo piacere vedervi oggi. Sono molto lieta che abbiate trovato del tempo per dedicare parte delle vostre poche ore libere a prepararvi al meglio per un evento di così vasta rilevanza. Evento, che vi ricordo, avrà anche un importante risvolto benefico”.
Come previsto la Granger sbuffò e Narcissa provò l’istinto di schiaffeggiarla sulla testa come fosse un elfo domestico. D’altronde lo stile di abbigliamento era simile.
“Le sto facendo perdere tempo, signorina Granger? Mi dispiace molto. Forse vorrà dire al suo Campione che è il caso di scegliere un’altra accompagnatrice con maggiore tempo libero di lei”- sorrise invece gelida.
“Signora Malfoy, come lei di certo saprà, abbiamo moltissimo da studiare a scuola. E non vorrei sembrarle scortese, ma sono certa che qualsiasi vestito scegliessimo non avrebbe alcuna rilevanza”.- rimbeccò testarda la Grifondoro.
Cho Chang e la Patil trattennero il fiato, mentre la francese sogghignò leggermente.
Narcissa contò mentalmente fino a tre, trattenendosi dall’istinto di ficcarle uno spillone da acconciatura nel collo e risolvere una volta per tutte il problema. Era quasi certa che un buon avvocato l’avrebbe fatta scagionare per esaurimento nervoso improvviso causato da adolescente petulante. Scelse invece una linea altrettanto tagliente, ma senza risvolti sanguinolenti
“Ma certo Signorina Granger. Sono certa che nel suo piccolo e ristretto mondo tutto si apra e si chiuda in uno stesso momento, senza che vi siano conseguenze e che qualsiasi donna che curi il suo aspetto sia solo una vanesia perditempo che toglie tempo all’unico aspetto che davvero le dovrebbe importare: la cura dei numerosi figli.”
Fece una pausa girandole intorno e indicando alla commessa di portare immediatamente via due dei vestiti selezionati. E di bruciarli possibilmente. Ghignò internamente, vedendo che il riferimento alla Weasley era andato dritto al punto: la Granger doveva decidere se sposare una causa di donna casalinga per difendere mamma chioccia o quella più congeniale alle sue ambizioni di donna in primo piano. E qualunque cosa avesse scelto, sarebbe stato tradire qualcuno.
“Eppure mi dicono che lei sia una studentessa così promettente”- continuò ignorando il borbottio su la migliore della scuola chiaramente udibile-“Ormai dovrebbe essere abbastanza grande e matura da comprendere che a un certo livello che non sia davvero elementare non c’è forma senza sostanza e non c’è sostanza senza forma. Le vostre foto saranno su tutti i giornali, non solo nazionali ovviamente. Rappresenterete le vostre case, le vostre scuole, i vostri genitori perfino, se mai questo fosse rilevante nel mondo babbano da cui proviene. “
“Certo, foto che saranno dimenticate dopo due minuti e accompagnate da squallidi commenti di quella perfida arpia della Skeeter”- rintuzzò Hermione acida, decisa a non lasciare alla Malfoy l’ultima parola.
Narcissa sorrise apertamente, senza malizia, consegnando alla Grifondoro un vestito di una nuance leggermente dorata che le avrebbe accompagnato la figura senza appesantirla, e cge , grazie a un sapiente gioco di cristalli simili a costellazioni l’avrebbe illuminata senza alcuna volgarità. Poi si mise in attesa, certa di aver segnato un punto fondamentale. Senza falsa modestia, nessuno la batteva a quel gioco.

Neanche la golden girl. Infatti, quando uscì dal camerino di prova e salì sul rialzo appositamente preparato, Hermione stessa rimase senza fiato, guardando stupita la bellissima e aggraziata ragazza dai capelli ricci e gli occhi dorati che la fissava incredula dallo specchio.
Allontanando con un cenno la stessa Madame Maxime, la Malfoy le tirò su leggermente i capelli e glieli fissò con lo stesso spillone con cui pochi minuti prima l’avrebbe volentieri infilzata.
Il boccino era preso, la partita era finita.
Approfittando dello sbalordimento della ragazza , lanciò la sua frecciata finale:
“Ma vede signorina Granger, quelle foto durano poco ma se si lascia qualcuno senza fiato abbastanza a lungo si può avere il tempo di presentare al mondo il proprio messaggio e i propri ideali. Seppure stupidi, come quelli che lei ha nei confronti degli elfi domestici. E nessuno penserà più che a parlare sia l’amichetta sfigata del Bambino Sopravvissuto, ma una giovane, incantevole e potente strega. La strega più brillante di questa generazione a quanto mi dicono”.
E mentre Hermione fumava di rabbia, non trovando per la prima volta in vita sua le parole per controbattere, per la terza volta in poche ore Narcissa Malfoy seppe di aver vinto a mani basse una battaglia che forse non era mai iniziata. Lasciò le due di cui non ricordava i nomi alle cure di Madame Maxime e in dieci minuti trovò uno stupendo abito per la Delacour, già molto più abituata della Granger a sapere cosa le donasse e cosa no e consapevole della propria bellezza.
E poi, ad essere onesti, con un discorso simile avrebbe convinto anche la McGranitt a vestirsi decentemente e a comportarsi esattamente come avrebbe voluto lei, figurarsi se poteva farsi guastare la vittoria da una bellissima francese annoiata.
 
***


Il maniero era piuttosto silenzioso quando rientrò. Si aspettava di trovare per lo meno un té tardo, o suo marito in preda a una crisi di nervi. Invece nulla, anche gli elfi erano spariti.
Si tolse il morbido soprabito dello stesso colore del vestito e sfilò i guanti posandoli su una delle chaise longues dell’ingresso. Approfittando della calma, salì nella sua stanza per farsi una doccia calda e sistemarsi prima di ricevere anche lei la sua meritata ricompensa. Uscita da Madame Maxime aveva infatti scoperto una nuova, piccola, deliziosa boutique nella quale aveva speso una cifra irragionevole di galeoni, ma dei quali era sicura né lei né suo marito si sarebbero pentiti.
Dopo neanche un’ora, mentre era intenta a leggere un libro rilassandosi in poltrona, la sua elfa personale venne a informarla che il padrone era tornato e si era chiuso nel suo studio.
Narcissa sorrise e avvisò Yoffi che i signori avrebbero cenato più tardi, di lasciare tutto nel vassoio e portare la cena solo quando richiesto. Si allacciò il vestito a vestaglia di seta leggera ricamato che aveva scelto per la serata e con una ravvivata ai capelli e un ultimo sguardo allo specchio, scese a salutare suo marito, sapendo di trovarlo di pessimo umore.
Bussò più per annunciare in qualche modo la sua presenza che per altro, e quando entrò nello studio di Lucius trattenne a stento una risata: l’’uomo era seduto in poltrona con la testa reclinata e un bicchiere con del ghiaccio sulla fronte.
“Amore mio, tu sei la luce dei miei occhi ma sei una donna perfida e ti odio. Ti ho odiata ogni secondo di ogni maledetto minuto che mi hai fatto passare con quei tre esseri indefinibili. “- mugugnò senza neanche aprirle gli occhi.
Lei sorrise. Chi lo conosceva al di fuori, nel suo lavoro, nell’ambito del nome della sua famiglia, non si aspettava che Lucius Malfoy fosse una tale regina del dramma. In questo Draco aveva decisamente ripreso da lui.
Si avvicinò sorniona, carezzandogli appena la nuca e le tempie con le unghie laccate di un leggerissimo nude.
“Povero il mio amore … costretto a fare un favore alla sua amata moglie e addirittura a passare delle ore con dei ragazzi adolescenti”-gli sussurrò mentre faceva scivolare le dita lungo le spalle e il braccio destro del marito.
“Delle bestie di Ragnarok ,vorrai dire. Ho capito perché abbiamo fatto un solo figlio, davvero. Non ne avrei sopportati due”.- borbottò quello, deciso a tenere il punto.
Narcissa alzò gli occhi al cielo, come se davvero potesse mettere al pari le due cose. Come se fosse stato quello il motivo per cui Draco non aveva fratelli o sorelle..
“Anche io ho avuto una giornata interessante, grazie per averlo chiesto”- sussurrò togliendogli il bicchiere di mano e poggiandolo sul comodino vicino alla sedia” E ho fatto degli ottimi acquisti, uscendo”.
Lucius Malfoy mugugnò, ancora preso dal malumore dovuto al fatto di aver passato un intero pomeriggio con il Golden Boy “Sono contento. Davvero. Ora per favore, dammi qualcosa di forte da bere, ne ho bisogno.”
Narcissa si chinò verso di lui, aprendo la vestaglia e appoggiandosi con entrambi le mani alla spalliera proprio sopra le spalle dell’uomo, mentre con una delle gambe piegate si faceva spazio sulla seduta.
“Amore, se apri gli occhi ti assicuro che ti posso dare qualcosa di ben più forte …” gli sussurrò all’orecchio, scatenando l’immediato interesse del marito.
A pochi centimetri dal suo viso e da quel che poteva vedere Narcissa era una visione. L’odore delicato della sua pelle unito a quello di quel maledetto profumo che adorava iniziò a inebriarlo come sempre, mentre la donna si divertiva a mordicchiargli e leccare la parte più tenera proprio dietro l’orecchio per poi proseguire lungo la linea della mascella, ancora leggermente serrata per il malumore del pomeriggio.
Baci veloci, rapidi, voraci, che non gli davano il tempo di rispondere adeguatamente. Un tocco caldo e umido sulla pelle e quella dea di sua moglie già era pronta ad attaccare un nuovo punto.
Gli si sistemò più comodamente in grembo, con le gambe piegate al lato delle sue e lui allungo leggermente, inclinando il proprio ventre per avvicinarlo a quello della moglie. Vicini, ma ancora sperati dal leggerissimo tulle del completino di lei e dalla troppo ingombrante stoffa dei pantaloni di lui.
Mentre l’uomo con le mani risaliva slacciando il reggicalze e poi attorno ai glutei tondi e sodi coperti da un leggerissimo tessuto di pizzo rosa che le si fermava poco sopra la vita , Narcissa gli afferrò leggera il labbro inferiore tra i denti e iniziò a succhiarlo e a mordicchiare come una ragazzina dispettosa. Si fermò un attimo a pochi centimetri dalla sua bocca, conosciuta e sempre invitante, prima che fosse lui a bloccarle il viso con la mano libera per un bacio approfondito e appassionato.
La donna ridacchiò dentro la sua bocca, morbida e aperta per lei, prima di staccarsi per qualche secondo per guardarlo negli occhi.
“Allora, dimmi,è stato un buon acquisto?'”
Prima di rispondere l’uomo la guardò fisso, con gli occhi scuri di desiderio. Le accarezzò le tempie, i lunghi capelli biondi dorati che le cadevano sulle spalle, mentre lei lo fissava fiera. Aveva sempre avuto quello sguardo, lo sguardo che era capace di farlo capitolare in un secondo e di dare vita a tutte le sue fantasie più nascoste.
“Sei una dannata strega, Black”- mormorò prima di baciarla nuovamente mentre lei rideva di gusto.
 
 
   
 
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