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Autore: Purelove    31/08/2009    9 recensioni
Edward, Alice e Emmet sono fratelli e per di più sono i principi della famiglia reale italiana.
Per la loro condotta vengono spediti in America, a Forks, per riscattarsi dalle bravate commesse sul suolo italiano, lontano dai lussi e dalle tentazioni, ma a Forks, i ragazzi continuano a comportarsi come prima vista l'assenza di paparazzi pronti ad immortalarli in ogni istante della loro vita...ma un incontro con una ragazza del posto può far cambiare i modi del principe ereditario?
Tutto inizia da una scommessa fatta tra i cinque ragazzi che li porterà a dividersi e fare di tutto pur di vincere ed è da questo gioco che forse si può trovare il vero amore ma come può nascere quando è stato costruito su pilastri instabili a causa di un gioco?
Perché alla fine si sà che prima o poi tutto viene a galla...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PRIGIONIERA

EDWARD:


Mai sono stato così contento di svegliarmi la mattina e di andare a scuola e quando dico mai è proprio mai. Il cambiamento? Una persona...Bella.

Percorro i corridoi alla sua ricerca ma niente così cerco mia sorella, dovrebbe avere la prima ora in comune con Bella ma proprio quando mi sto per avviare verso la parte sud dell'edificio, è li che di solito mia sorella si dirigeva il martedì mattina, la campanella suona invitandomi ad entrare in classe.

Prendo il mio cellulare dalla borsa e mando un messaggio ad Alice.


A: Folletto

Testo: Bella è con te?


Da: Folletto

Testo: No. Oggi non l'ho vista a scuola.


Aspetto trepidante la fine delle lezioni. Maledetta scuola! Potrei sembre bigiare, sì ma poi chi lo sente mio padre se lo dovesse venire a sapere. Mi blocca il conto in 2 secondi, meglio aspettare che la giornata scolastica finisca.

Più di una volta mi ritrovo a battere il piede freneticamente per l'impazienza ricevendo alcune occhiate dai miei professori a cui a volte faccio perdere il filo del discorso.

A pranzo mia sorella mi guarda con aria soddisfatta e compiaciuta. Più volte le faccio la linguaccia cercando di farla smettere ma pare che questo non faccia altro che farla sorridere.

-Ma che hai oggi Edd?-chiede spazientita Rose.

-Niente, perchè?-ribatto un pò inviperito. Non mi fa affatto bene questa sua assenza.

Magari sta male, ha la febbre, non era molto coperta ieri; e se invece non mi volesse vedere perchè si è pentita di quello che abbiamo fatto?

No. No. No. Non lo sopporterei.

Prendo il mio vassoio e lo sgombro riportandolo alla cuoca della mensa.

Ancora due ore, ancora due misere ore. Mi avvio verso lo spogliatoio maschile dopo aver preso il borsone che avevo messo nel mio amadietto. Indosso i pantaloncini per giocare a basket e la maglia con il logo della scuola che rappresenta un indiano, forse l'hanno tratto per rendere omaggio alla riserva che dista a poca distanza da qui.

Jasper arriva in capo poco dopo di me raggiungendomi con una leggera corsa.

-Ma che ti prende eh?-mi chiede mentre iniziamo a fare streching sotto il consiglio del professore di ginnastica.

-Ma niente!-gli rispondo seccato.

Mi guarda per un attimo in silenzio scrutandomi.

-Non sembra un "niente".-mormora.

-Fate le squadre!-grida il professore. Jasper è il capo di una squadra, Taylor dell'altra della quale dopo poco faccio parte.

Non è che mi concentro molto sulla partita ma il tipo di mia sorella pensa bene di darmi una svegliata con una bella gomitata nello stomaco per tenermi lontano dalla palla. Il professore vede la gomitata e mi fa fare dei tiri liberi per la mia squadra. Sotto gli incitamenti che ignoro dei componenti della squadra faccio canestro per tre volte di seguito facendo vincere la mia squadra nel primo tempo.

Facciamo una pausa così ne approfitto per andare a prendere la bottiglietta d'acqua che avevo lasciato sugli spalti, con mio grande disappunto non la trovo al suo posto.

-Per caso questa è tua?-

Mi volto pronto già ad incenerire il "frega acqua" quando mi ritrovo di fronte la ragazza che il primo giorno mi aveva accompagnato in segreteria.

J...Jess...

-Direi di sì...ma immagino che tu già lo sapessi.-dico strappandole letteralmente dalle mani, lei emette un gridolino. Una parola: oca. Si avvicina lentamente sfiorandomi con l'indice il petto muovendolo su e giù.

-Hai impegni questa sera? Perchè sai...-dice facendosi più vicino fino a raggiungere il mio orecchio– potremmo dirvertirci insieme.-

Faccio un passo per allontanarmi il più possibille da lei. Che troietta, immagino che le manco solo io nella sua collezione e anche mio fratello insieme a Jasper visto che sono certo della loro fedeltà verso le loro ragazze.

Patetica. L'avevo già inquadrata subito il primo giorno e a quanto pare non mi sbagliavo.

-Perchè invece non vai da un'altra parte a scocciare qualcun altro?-le intimo continuando a sorridere, il suo volto cambia immediatamente espressione se prima sosteneva il mio sguardo con un sorriso malizioso ora è infuriata.

Bevo dalla mia bottiglietta e la vedo correre verso le sue amiche che si erano appartate da una parte della palestra ad osservare la scena. Il professore vuole riprendere la partita così ci rimettiamo in campo e giochiamo fino alla fine della lezione. Faccio una doccia veloce e mi cambio altrettanto velocemente, voglio andare subito a casa di Bella.

Saluto mia sorella con un bacio prima che salga sulla Jeep di Emmet e prendo la volvo dirigendomi a casa di Bella. Inizia a piovere, maledetto tempo! Tiro su il colletto della camicia riparandomi sia dal vento che da delle possibile gocce d'acqua che mi possono scivolare lungo il collo e conseguentemente lungo la schiena, è una cosa che odio.

Scendo dalla macchina velocemente e mi rifugio sotto il suo portico, suono il campanello e dopo un paio di minuti un uomo sulla quarantina viene ad aprirmi la porta squadrandomi.

-Posso aiutarti ragazzo?-mi chiede guardingo.

-Ehm, sono un compagno di scuola, mi chiamo Edward Cullen, Bella è in casa?-gli chiedo presentandomi per avere maggiore fiducia visto che nonostante la pioggia sono ancora fuori sul portico dove il vento si abbatte sul mio corpo, per fortuna sono almeno riparato dalla pioggia.

-Ah! Bella non mi ha mai parlato di te, accomodati pure.-mi risponde facendomi entrare in casa spostandosi sulla sinistra per farmi strada.

Rimango fermo accanto alla scala e guardo il padre chiudere la porta.

-Comunque ho da darti una brutta notizia, Bells non è in casa. È da sua madre.-dice il padre strofinandosi le mani.

-Ah-mormoro deluso ma nello stesso tempo capisco che i suoi genitori sono divorziati, non avrebbe mai detto è da sua madre ma con sua madre se fossero andate semplicemente a fare shopping o per una giornata solo madre/figlia.

-Posso avere il suo indirizzo?-gli domando titubante. Si mette a ridere.

-Oh ragazzo! Sua madre vive a Phoenix.-dice continuando a sorridermi.

ok. Non ho la più pallida idea di dove si trovi Phoenix ma è la prima cosa che farò quando vado a casa, mi collego alle mappe di Google e inizio la mia ricerca.

-Posso averlo lo stesso?-gli chiedo, lui sembra acconsentire e prende un foglietto giallo appoggiato vicino al telefono e inizia a scarabocchiare presumibilmente l'indirizzo. Me lo porge un attimo dopo, lo infilo nella tasca dei pantaloni ed esco salutando il padre.

Superando praticamente tutti i limiti di velocità del paese arrivo a casa poco dopo, Alice è sul divano insieme a Jasper mi dispiace intrometterli ma mi serve mia sorella.

-Puoi venire un attimo?-chiedo guardando Alice. Lei mi sorride e si alza seguendomi nel piccolo studio che c'è al primo piano e mi metto al computer sotto il suo sguardo attento che non mi perde nemmeno per un attimo.

-Sai dov'è Phoenix?-le chiedo anche se so già la risposta.

Sgrana gli occhi e scuote la testa in segno di diniego.

Internet si collega in un attimo e inizio la mia ricerca.

-Che cosa stai facendo?-mi chiede Alice portandosi dietro di me per osservare lo schermo.

-Bella è da sua madre.-le rispondo digitando proprio nello stesso istante il paese.

Disgraziatamente noto che è lontano.

-Mi sa che avrai bisogno di un aereo se vuoi arrivare fin la.-commenta Alice guardando insieme a me la traiettoia che dovrei percorrere per arrivvare fino la.

-Penso anche io.-mormoro sbuffando.

-Chiamo James per il jet?-mi chiede sedendosi sulla sedia davanti alla scrivania.

-No, penso che prenderò un aereo di linea come tutti gli esseri umani.-le rispondo.

-Mi fai la valigia mentre io mi occupo dei biglietti?-chiedo iniziando a collegarmi al sito della prima compagnia aerea che mi permette di arrivare a Phoenix il prima possibile.

-Non ti preoccupare, ci penso io.-mi risponde Alice sorridendomi. Esce dallo studio e io inizio a prenotare il biglietto e organizzare il viaggio.

Parto tra 4 ore, farò meglio a spicciarmi. Guardo nel cassetto della scrivania e inizio a guardare ogni passaporto racchiuso nella busta dove li avevamo messi fino a quando trovo il mio che caso vuole è proprio l'ultimo.

-Vai da qualche parte?-mi chiede Emmet entrando nello studio con una fetta di pane e nutella nella mano.

-Phoenix.-gli rispondo controllando i fondi del mio portafoglio ma rassicurandomi del fatto di avere una carta d'oro sempre pronta per eventuali spese fuori programma.

-E ti serve il passaporto? Dov'è? Vuoi che venga con te?-mi chiede incominciando a preoccuparsi leggermente, lo capisco dal tono della sua voce.

-No, rimani qui. Andrò solo io.-gli rispondo uscendo dallo studio per dirigermi nella mia stanza dove Alice sta finendo la valigia.

-Vuoi che ti accompagni all'areoporto?-chiede mia sorella chiudendo la cerniera della tasca principale della mia valigia.

-No, la lascerò li così non vi disturbo quando ritornerò.-dico facendomi un appunto mentale per non scordarmi di pagare il parcheggio per un tempo abbastanza lungo per evitare una multa per il mancato pagamento o peggio ritrovandomi senza macchina per una rimozione forzata per non aver pagato per tutta la durata del soggiorno della macchina. Che sbattimento.

Mi accorgo in quel momento di quanto sono pazzo.

Che cosa sto facendo?

Mi sono subito mosso per andarla a raggiungere in un paese sconosciuto con solo un indirizzo in mano, non ho mai pensato a cosa avrei fatto una volta ritrovato ma non me ne preoccupo in questo preciso momento. Ho il bisogno impellente di vederla e per fortuna le mie condizioni economiche mi consentono di farlo. Probabilmente l'avrei seguita anche se si fosse trovata dall'altra parte del Mondo anche perchè...io arrivavo dall'altra parte del mondo.

-Come farai con la scuola?-mi chiede Emmet rimanendo sulla soglia della mia camera.

-Ci penserò quando torno.-gli rispondo

Prendo la valigia e la trascino per il corridoio fino alle scale dove la alzo per superare i gradini velocemente fino ad arrivare alla porta che da sul garage.

Senza pensarsi su due volte mi avvio verso l'aereoporto. Pago il parcheggio per sette giorni visto che non so esattamente quanto rimarrò a Phoenix, potrei anche ritornare subito visto che come al solito agisco d'impulso, infatti dopo essermi ritrovato ad imbarcare la valigia e a fare la coda per il check-in. Un attimo dopo mi ritrovo seduto al mio posto in trepidante attesa di arrivare a Phoenix. Patetico? Forse un pochino. Forse ho preso qualche droga incosapevolmente che mi ha sballato definitivamente il cervello rendendomi succube dei miei istinti, succube di lei perchè è questo che sono diventato: una marionetta nelle sue mani. Quando mi è successo tutto questo non saprei dirlo.

Qualcosa dentro di me era cambiato, se ne erano accorti i miei amici, la mia famiglia e alla fine c'ero arrivato anche io, mettendoci più tempo rispetto agli altri ma alla fine ho visto quello che gli altri stavano notando già da tempo.

Ho messo da parte lo stronzo e spezza cuori che era tipico di me per una ragazza?

Per Bella?

È questa la domanda che mi attanaglia il cuore e la mente. Il motivo di questo mio cambiamento è per colpa di questa ragazza?

Nel mio cuore so già la risposta a cui avrei dato a questa domanda ed è per questo stesso motivo che avrei voluto che il pilota cambiasse rotta e mi portasse a casa, a Volterra.

Sono disposto a lasciarmi cambiare completamente o è qualcosa che è sempre rimasto sopito dentro di me e che Bella non ha fatto altro che risvegliare?

Mi dirigo con passo incerto e barcollante verso il bagno dell'aereo come se fossi quasi ubriaco e mi chiudo dentro con un gesto secco che in qualche modo rispecchia la furia che sento crescere dentro di me.

Appoggio le mani al lavandino e mi guardo allo specchio che mi rivela la forma del mio viso stanco e un pò solcato da delle occhiaie per la stanchezza e i miei occhi verdi appaiono spenti e senza vita. Sbuffo sonoramente scompigliandomi con una mano i capelli ribelli cercando di dargli un tono che la pioggia ha provveduto ad appiattire.

Esco dal bagno e noto che una hostess mi guarda compiaciuta, il leone dentro di me si rinvigorisce e ruggisce. Le sorrido passandomi la lingua sulle labbra e scrutando il suo viso mentre passa da un lieve pallore ad un rosso acceso. Nella mente il viso di Bella si fa largo nella mia testa dissuadendomi dai miei propositi, le volto la schiena di scatto e vado al mio posto con passo deciso sedendomi e allacciando bene la cintura per non farmi prendere dalla tentazione di tornare indietro e scaricare un pò di energia su quella hostess.

Mentre guardo fuori dal finestrino capisco che la mia reazione è stata solo una chiara provocazione a me stesso per i sentimenti che in questo momento mi stanno turbando.

Tutto è iniziato da una stupida scommessa, fatta per passare il tempo in quella piovosa cittadina dimenticata da Dio. Scommessa fatta da stupidi ragazzini, quali siamo noi, per renderci superiori a quelli che prima consideravo marmaglia. Mi dicevo di essere diverso da tutti quelli che facevano parte del mio mondo, mi ritenevo perfino diverso da Andrea così schiavo del suo ruolo eppure solo adesso capisco di essere così simile a lui. Altezzoso, non curante delle regole solo perchè sapevo di poterle infrangerle senza la minima conseguenza, non mi curavo nemmeno dei sentimenti di quelle che portavo a letto e scaricavo un attimo dopo. Niente poteva scalfire il mio animo così ribelle e così duro, <>, mi ritrovai a pensare.

Mi era entrata dentro, io l'ho fatta entrare per vincere su Alice e alla fine adesso ne sto pagando le conseguenze.Sono su un'aereo, in attesa di vedere lei.

Bene.

Tutti i passeggeri scendono e insieme alle altre persone mi avvio per recuperare la valigia che arriva dopo una buona mezz'ora di attesa. Maledetti aereoporti, forse avrei dovuto seguire il consiglio di Alice e prendere il jet ma forse non avrei riflettuto abbastanza bene immerso nel mio solito mondo fatto di lusso. Mi siedo per un attimo osservando il via vai di gente quasi come se quella sosta mi aiutasse a prendere coraggio di una decisione che avevo preso poche ore prima a Forks.

Adesso si mostrava il vero problema, cosa fare quando mi sarei trovato di fronte Bella?

Per la prima volta mi ritrovo in ansia. Colpa della mia nuova illuminazione?

-Evidentemente sì...-mormoro prendendo la valigia e chiamando un taxi che immediatamente mi aiuta con la valigia. Li porgo l'indirizzo scritto sul biglietto dal padre di Bella e dopo aver armeggiato con il navigatore inizia la sua corsa.

Pago il taxi e osservo la casa che è all'apice di una salita. Bianca posta su due piani, piccola ma graziosa con un giardino ben curato probabilmente dalla mamma di Bella.

Sono ormai le nove quando arrivo davanti alla sua porta.

Busso titubante e poco dopo una donna viene ad aprirmi la porta, è terribilmente simile a Bella, ha preso molto dalla madre. La donna mi guarda incuriosita probabilmente di trovarsi di fronte un ragazzo con tanto di valigia a carico davanti alla sua porta di casa.

-Cara...chi è?-chiede una voce maschile proveniente da una stanza accanto, probabilmente dal salotto vista l'ora.

-Sono Edward Cullen, un'amico di Bella.-rispondo sfoderando il mio sorriso sghembo. Sono un coglione, lo so, ammaliare la madre di Bella ma diciamo che è una cosa innata e inconsapevole. La donna trattiene per un attimo il fiato per poi farmi spazio per farmi entrare, accetto volentieri l'invito trascinando la valigia dentro in casa.

-Bella! Puoi venire giù un secondo!-grida la mamma indirizzando la voce verso il piano superiore.

-Non...beh...non sapevo che aspettasse qualcuno.-dice la donna mordendosi il labbro inferiore, un'altra cosa che ha preso da sua madre?

-Diciamo che è una sorpresa poi...-inizio cercando di scusarmi ma vengo interrotto dalla discesa di Bella. Ha i capelli arruffati, probabilmente li ha fatti asciugare senza il phon visto il caldo che alleggiava anche di notte (totalmente diverso dalla temperatura di Forks) e una camicia da notte lunga fino a metà coscia che inizia a scombussolarmi la mente facendomi vibrare di desiderio.

"Idiota...stai calmo"

-Edward? Cosa ci fai qui?-mi chiede sorpresa Bella bloccandosi a metà della scala.

-Sorpresa.-le dico sfoderando il migliore dei miei sorrisi. Mi guarda stranita per poi posare lo sguardo su sua madre arricciando leggermente il naso come se fosse disgustata.

-E dove alloggi caro?-chiede la madre di Bella inducendomi a rivolgerle l'attenzione.

-Ehm...-dico portandomi una mano tra i capelli- in realtà devo trovare ancora un albergo. Sono appena arrivato a Phoenix.-rispondo mentre dentro di me inizia ad alleggiare una lieve speranza che accetti la mia presenza in casa sua accogliendomi.

-Potresti restare qui se ti accontenti di un divano letto.-dice accogliendo la mia muta preghiera. Le sorrido e in cuor mio ringrazio il mio angelo che per una volta mi ascolta.

Bella mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite.

-Bells vai a prendere delle coperte per il tuo amico!-la incita, sbuffa e torna al piano superiore mentre io mi godo la linea flessuosa del suo corpo salire gli scalini fino a scomparire totalmente alla mia vista.

-Io sono Renè, la mamma di Bella mentre...-mi dice prendendomi il cappotto e portandomi verso il salotto dove c'è un uomo seduto placidamente sul divano- lui è Phil, il mio ragazzo.-

La parola "ragazzo" detta da una donna dalla quarantina d'anni suona abbastanza strana ma in quel momento certo non potevo permettermi di iniziare a stilare una lista di contro verso...verso la mia futura suocera?

Che cazzo di pensiero mi è venuto in mente?

Di certo qualcuno mi aveva fatto un bel lavaggio del cervello. Perchè non ero rimasto a Forks? In questo momento vorrei essere da tutt'altra parte.

 

Ciao!! diciamo che non sono pienamente soddisfatta di questo capitolo ma volevo far riflettere Edward su tutta la situazione allontanandolo per un pò dagli altri ma sopratutto da Bella. E cosa c'è di meglio che di un bel viaggio in completa solitudine? spero di aver reso bene i pensieri di Edward ma come al solito mi rimetto al vostro giudizio. Siete fantatici, leggo ogni vostro singolo commento e sono così contenta che continuate a seguirmi...allora non vi annoio! XD A parte gli scherzi...io sto malissimo quando non trovo il tempo per ringraziarvi personalmente, davvero...=( mi perdonate vero? giuro che appena ne ho l'occasione mi metto dietro e rispondo ad ogni commento fatto nel precedente capitolo perchè diciamocelo...siete veramente tanti ma io sono così felice ogni volta che mi ritrovo un vostro commento! =) quindi non smettete! Un bacione vale

PS: Vi lascio un video che spero che vi piaccia...

   
 
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