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Autore: MaryElizabethVictoria    12/07/2021    1 recensioni
Morgan Stark e Sarah Rogers sono partite ormai da un anno, di nascosto dalle rispettive famiglie, in una disperata missione alla ricerca del fratello di Sarah, Philip. Il ragazzo, creduto morto, di recente è ricomparso misteriosamente per aiutarle a fuggire da un laboratorio dell'Hydra dove hanno tentato strani esperimenti sui ragazzi, per poi scomparire di nuovo. 
Le due non si daranno pace finché non capiranno cosa c'è dietro.
Intanto la diciottenne Ellie Smith, una ragazza apparentemente priva di poteri dal passato incerto, si è iscritta all'Accademia SHIELD per diventare un'agente proprio come il suo fidanzato Michael Coulson. Anche Blake Foster, Cali Erikssen, Sebastian Strange e i gemelli William e Tommy Maximoff si sono gettati a capofitto nel loro primo anno di college, dove tra esami incombenti, poteri fuori controllo e drammi familiari in agguato i guai non mancheranno di seguirli...
I fatti narrati si volgono circa un anno dopo quanto accaduto in 'The Young Avengers' di cui è consigliata la visione per contestualizzare meglio i personaggi e il loro percorso. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Io sono Morgan e questa è Sarah…immagino non vi dica niente.

La giovane Stark li guardò entrambi  speranzosa in qualsiasi appiglio ma non ne trovò alcuno: era come trovarsi di fronte due estranei che ne sapevano quanto loro circa portali e mondi paralleli.

-Sarah è un nome delizioso. La madre di Steve si chiama così…- disse Ellie riservando loro un sorriso fiducioso che mise subito a suo agio Morgan, mentre Sarah rimaneva ancora piuttosto diffidente.

-Sarah è un nome molto comune- commentò infatti la ragazza, abbassando lo sguardo come se avesse paura che un contatto visivo prolungato l’avrebbe tradita.

-Io invece sono Ellie, Ellie Renner - si presentò la donna e le ragazze avrebbero potuto giurare di rivedere in quella persona qualche tratto della loro amica.

L’ironia di quel mondo parallelo anche in quel caso si sprecava.Proprio in quel frangente un rumore stridente e metallico proveniente dallo scantinato, da cui un gatto bianco e visibilmente terrorizzato schizzò fuori a tutta velocità, li fece sobbalzare tutti.

-Oh, no, non di nuovo…Ellie non avevi detto che dopo l’incidente con Martha quel coso si era spento?

-Ho detto che ‘pensavo si fosse spento’ ma non ne sono sicura, in fatto di tecnologia strana ne so quanto te…per questo avevo chiesto a Tony di passere a dargli un’occhiata…

Ma non terminò la frase perchè dal seminterrato brillarono due occhi rossi robotici, seguiti da un agglomerato di lucido e compatto metallo che lentamente emerse dalle ombre…le ragazze trasalirono riconoscendo la copia in scala ridotta di una Sentinella, una delle guardie robotiche che per un intero anno le avevano tenute prigioniere di quello che si era rivelato il progetto Reddoor di Perry e Samantha Smith. Le sentinelle che conoscevano erano alte come palazzi, costruire per contrastare qualsiasi potere particolare e contenere efficacemente gli inumani nel perimetro, senza in teoria ferire nessuno.  Invece dopo una rapidissima scansione delle nuove arrivate la piccola sentinella, esattamente come un cane da guardia ben addestrato, si scagliò su Sarah puntando alla gola, attorno alla quel avvinse le lunghe braccia meccaniche.

Un impatto del genere avrebbe probabilmente spezzato il collo a un essere umano.

Invece Sarah resistette nel vano tentativo di artigliare con le braccia il corpo della macchina che incombeva su di lei, mentre anche Steve ed Ellie, impotenti ma determinati, cercavano di tirarglielo via di dosso col solo risultato di ferirsi le mani sul metallo. Alla fine Morgan, che fortunatamente aveva studiato bene il modello di sentinella della loro dimensione e si muoveva con una certa sicurezza, riuscì da dietro ad accedere al pannello della sua CPU centrale e a disattivarlo prima che soffocasse la sua amica. Sarah ricadde all’indietro, tossendo furiosamente e tenendosi la gola, sorretta da uno Steve Rogers preoccupatissimo.

-Siamo veramente mortificati…- stava dicendo, ancora allarmato- …vorrei poter dire che non era mai successo, ma…

-Adesso basta…ma mi sentirà, oh se mi sentirà!- tuonò Ellie Renner, che era passata in pochissimi  secondo da un adorabile scricciolo a una potenziale omicida, mentre digitava furiosamente il numero di Tony  sul cellulare- …prima quel coso infernale attacca senza motivo la mia migliore amica… adesso due ragazze… me ne frego del coprifuoco o della tua segreteria da due soldi Stark: porta il tuo culo paranoico qui!! IMMEDIATAMENTE! Non intendo restare un altro giorno con quella ferraglia in casa mia!!!Mi hai capita?!

-Ancora mille scuse…è un prototipo che il fratello di Ellie ha insistito per installarci nella casa nuova, ma evidentemente ha più di qualche problema. In teoria dovrebbe intervenire solo per proteggerci dagli inumani, anche se fino ad ora non si è dimostrato particolarmente affidabile….Comunque io come posso aiutarvi ragazze?- domandò intanto Steve Rogers.

Non era strano per il professore che alcuni dei suoi studenti venissero a trovarlo casa, dal momento che lui per primo li aveva sempre incoraggiati a fare così in caso di necessità. O più in genarle per quelle questioni che non riuscivano a risolvere già a lezione. Steve Rogers si era sempre dimostrato disponibile in tal senso, ma non era mai successo che qualcuno gli si presentasse a casa ad un’ora così tarda del pomeriggio, quando in teoria tutti i cittadini di New York si affrettavano a sbrigare le ultime commissioni, prima di trincerarsi in casa come prescritto dalla legge. Doveva trattarsi di una questione molto seria se erano venute a cercare proprio lui ad una manciata di minuti dal coprifuoco. Effettivamente le due non avevano un’aria molto tranquilla, anche se qualsiasi stranezza nel loro comportamento venne attribuita dai Rogers all’attacco appena subito.

In particolar modo la ragazza bionda più che preoccuparsi del robot che l’aveva quasi strangolata fissava il pavimento senza emettere un fiato, mordicchiandosi il labbro come se fosse combattuta su cosa dire o meno…quella ragazza aveva un qualcosa di vagamente familiare che non sfuggì alla sua attenzione, ma che Steve non avrebbe saputo definire con precisione.

-Ecco…veramente stavamo cercando una persona- disse Morgan rapidamente, un po’ perchè sperava davvero di riuscire a ottenere qualche indizio, ma soprattutto per trarre l’amica dall’imbarazzo di un colloquio con la copia identica e dolorosamente inconsapevole di suo padre.

-Il nostro… coinquilino- le andò dietro Sarah che solitamente mentiva molto meglio, ma doveva essere ancora provata dalla situazione.

- Già, il coinquilino che ha con sè le uniche chiavi dell’appartamento e ci ha chiuse fuori …quindi dobbiamo trovarlo per poter ritornare a casa. Si, abbiamo pensato che essendo un suo studente…magari lei ne sapeva qualcosa o poteva aiutarci a rintracciarlo.

-Capisco- annuì Steve con un’aria certamente più seria di quanto quella storiella ridicola sulle chiavi di casa  meritasse- avete fatto bene a venire, capisco perfettamente il vostro problema. Come si chiama?

-Philip. Il nostro coinquilino si chiama Philip. Ragazzo alto, biondo, occhi azzurri, lineamenti…wow… faccia conto che un po’ le somiglia, potreste quasi essere parenti- azzardò Morgan, beccandosi immediatamente un’occhiataccia da parte di Sarah.

Lui ci pensò attentamente, ma alla fine scosse la testa con aria contrita.

-Mai sentito, mi dispiace- e Steve Rogers sembrava veramente mortificato di non conoscere il ragazzo che gli avevano appena descritto, sembrava dolente per qualche motivo che le ragazze non riuscivano ad afferrare- Ma tranquille…voi dovete restare assolutamente finché questa storia non verrà chiarita…vedrete che riusciremo a rintracciarlo- propose infatti lui subito dopo.

Chiunque fossero quelle due non le avrebbe mai lasciate nei guai fino al collo, come in effetti erano dal suo punto di vista.

-Oh ma no…non è necessario, davvero- pigolò Morgan, cercando di mascherare la sua palese delusione. Steve Rogers invece sembrava ancora oltremodo allarmato dalla banale storia delle chiavi smarrite.

-Ma …come farete a tornare a casa per tempo?- volle sapere infatti, come se si trattasse di una questione di vita o di morte. Morgan e Sarah lo fissarono senza capire.

-Insistiamo ragazze- aggiunse Ellie con un’espressione altrettanto preoccupata, che era lo specchio perfetto di quella del marito- Sono già le quattro e mezza di pomeriggio. Se non riuscite a reperire questo vostro amico molto in fretta e a rientrare subito in casa rischiate seriamente di violare il coprifuoco delle cinque- lo disse come se tale eventualità implicasse conseguenze disastrose- per favore, restate qui per il momento come ha proposto Steve e domani mattina vediamo di risolvere.

-Pure il coprifuoco, stiamo a posto…- sbuffò Sarah che mal tollerava per natura ogni genere di restrizione.

-Purtroppo è la legge Sarah- disse lui, pur lasciando intendere che per primo la disapprovava ma che stando così le cose non ci si poteva fare molto.

-Una legge stupida …al massimo possono farci una multa, no?

-Non dovresti scherzare su queste cose- la rimproverò uno Steve Rogers mortalmente serio- molte brave persone purtroppo sono finite nei guai per molto meno. E  hanno pagato ben più di una multa.

Steve Rogers quasi non riconosceva più l’università che aveva frequentato e dove ora insegnava… le facce dei suoi studenti erano ogni giorno più grigie e impaurite, tirate in un sorriso di circostanza di fronte ai nuovi provvedimenti governativi che fioccavano ogni giorno…censura e imposizioni erano all’ordine del giorno. Certo lo Stark Act aveva portato tantissimi benefici alla popolazione rendendo anche l’istruzione oltre alla sanità americana completamente gratuita, in più erano stati o creati fondi e sussidi per aiutare un po’ tutti a ripartire…ma a quale prezzo! La libertà di pensiero era stata messa al bando e ormai gli unici programmi che si potevano svolgere erano quelli precedentemente approvati dal governo.

Dei colleghi che avevano protestato contro questa imposizione, colleghi che Steve conosceva e stimava come Wanda Maximoff, si erano perse le tracce. Erano svaniti da un giorno all’altro, nel nome di una civiltà unita verso un fulgido progresso che ormai non si riusciva ormai più a vedere….

Anche il lavoro di sua moglie aveva risentito in maniera significativa di questa retorica del mondo migliore. Ellie Renner era forse una delle ultime voci libere rimaste in America per denunciare questo tipo di soprusi da parte delle autorità, ma lo faceva mettendo sè stessa a rischio ogni giorno... Steve più che il sospetto aveva ormai la certezza che se non l’avevano ancora messa a tacere era solo in virtù della sua nota connessione con Tony Stark, primo fautore di quelle riforme e accanito sostenitore del governo di Washington.

-Se non è troppo disturbo…restiamo volentieri- intervenne Morgan, più conciliante, prima che a Sarah venisse in mente di ribattere per partito preso. Questa infatti la guardò malissimo.

-Che cosa?! Sei impazzita?

-Finché non ne sapremo di più…- le sussurrò Morgan.

Steve ad ogni modo ne sembrò immediatamente rasserenato.

-Resterete, è deciso, mi pare il minimo dopo l’incidente co quell'affare....- affermò quindi con sicurezza scambiandosi un cenno d’intesa con Ellie, la quale stava ancora fissando con sospetto il robot disattivato.

-Assolutamente, scoprirete che quando mio marito si fissa qualcosa è molto difficile dirgli di no…almeno io non ci riesco mai-la donna accennò un sorriso al consorte, mentre l’incazzatura con Tony lasciava momentaneamente posto al suo lato pratico. Fece quindi cenno alle ragazze di accomodarsi come una perfetta padrona di casa, determinata a passare comunque una bella serata in loro compagnia.

Sarah in effetti sapeva riconoscere molto bene l’espressione di suo padre quando prendeva una decisione definitiva, le era capitato spesso di litigarci a morte proprio a causa della sua rigidità…ma in questo caso non le restò che adattarsi. Venne fuori da una rapidissima ricerca che Morgan fece al volo su Google che la punizione per chi veniva trovato in giro dopo lo scoccare del coprifuoco, fissato ancora  ai tempi della pandemia alle cinque esatte del pomeriggio e mai revocato, era la fucilazione sul posto, al pari dei criminali colti sul fatto. Questo a meno che non si fosse in possesso di autorizzazioni particolari, che però venivano rilasciate in pochissimi casi.

Si trovavano di fatto in una dittatura che non tollerava strappi a quelle regole che scandivano la vita dei comuni cittadini.

-Vi preparo la stanza degli ospiti- propose Ellie Renner, che anche se non riusciva razionalmente a spiegarselo, percepiva sempre di più una specie di tensione tra quella ragazza e Steve- si trova al…

-Secondo piano, seconda stanza a destra- completò Sarah di malavoglia- lo so.

Ovviamente la donna si riferiva a la donna stava facendo riferimento propio alla stanza che lei stessa aveva condiviso con Cali in altri tempi ben più lieti.

Morgan trasse un profondo sospiro, fin troppo avvezza a quell’atteggiamento tipicamente  scontroso che Sarah riservava in generale un po’ a tutti, ma in particolare modo agli adulti…era certamente uno dei suoi maggiori difetti in quanto finiva regolarmente per farle maltrattare i suoi stessi amici o le persone che cercavano di aiutarla, suo padre per primo.

Eppure il suo sgraziato commento parve rimbalzare letteralmente sull’aperta franchezza della donna che aveva davanti.

Ellie Renner, che in anni di carriera aveva accumulato un notevole bagaglio di esperienza con persone di ogni tipo, sapeva perfettamente come prendere un adolescente recalcitrante. E sicuramente il modo migliore non era quello di affrontalo di petto come, sbagliando, avrebbe certamente fatto il suo Steve.

-Wow- commentò infatti, facendo un rapido cenno al marito che significava di non preoccuparsi e invece lasciar fare a lei- conosci davvero bene la casa, quasi meglio di me…suppongo che sia perchè queste vecchie case si assomigliano tutte. Devi assolutamente darmi un parere su come posizionare lo studio…ti va? Dal lato est fa sempre troppo caldo, ma da nessun’altra parte c’è abbastanza luce…

-A casa nostra abbiamo fatto un soppalco- disse Sarah, talmente sorpresa della domanda da ritrovarsi a rispondere con estrema sincerità- guadagnereste anche una terza camera. E un piccolo studio perennemente in disordine.

Ellie le sorrise incoraggiante.

-Famiglia numerosa?

-Già…è proprio così.

Di soluzioni architettoniche creative casa Rogers era sempre stata generosamente provvista, specialmente dopo il progressivo stratificarsi dei ragazzi che lì si erano fermati a vivere. Ben presto era stato evidente che due modeste camere da letto non sarebbero bastate per sette ragazzi nell’età della crescita, ciascuno bisognoso dei suoi spazi, così il capitano aveva dovuto ingegnarsi alla meglio nel suo poco tempo libero.

Aiutato da Sam e da Bucky avevano trascorso lunghe giornate per tentativi ed errori, tirando su pareti divisorie e buttando giù muri per adattare la casa a ogni nuova esigenza. La famiglia si era ritrovata a vivere in un complicato labirinto un po’ svergolo, dal momento che nessuno di loro era un architetto di professione, ma di cui in fondo nessuno si era mai lamentato.

Solo allora la ragazza si rese conto di quanto prepotentemente le mancasse casa sua, la sua vera casa, e di quanto poco l’avesse apprezzata prima…Come non aveva mai apprezzato fino in fondo tutti gli sforzi di suo padre per non far loro mancare un posto in cui tornare.

-E tu?- aggiunse Sarah lottando per scrollarsi di dosso quelle immagini che la facevano tremare.

-Un fratello scemo che si crede un genio e che sto per uccidere- rispose Ellie, dando un nervoso sguardo all’orologio.

Certo Tony non si sarebbe problemi a violare  il coprifuoco, lo aveva concordato lui con quei capoccioni del governo durante la crisi pandemica, come aveva negoziato di ricevere un pass speciale che gli consentiva comunque di spostarsi come più gli conveniva in qualsiasi orario.
Proprio a causa di quelle posizioni filogovernative aveva avuto più di qualche attrito con i Rogers. Era una situazione estremamente delicata la loro, in quanto Ellie era davvero una sorella per lui, l’unica famiglia che gli fosse rimasta dopo la scomparsa dei suoi genitori e poi di Pepper.

La morte della moglie era stata un durissimo colpo per Tony Stark, che lo aveva cambiato profondamente, soprattutto a causa delle tragiche circostanze in cui era avvenuta sei anni prima. Il V-20, quella maledetta piaga che da un giorno all’altro si era abbattuta su di loro come una fottuta apocalisse.Tony non si trovava nemmeno a New York quando era scoppiato tutto, ma all’estero per affari. Pepper aveva appena scoperto di essere incinta ed era al settimo cielo. L’ultima videochiamata che gli aveva fatto era stata appunto dallo studio del medico che lo aveva confermato

‘Torna presto a casa papà, abbiamo una ranocchietta in arrivo’

Poi più nulla.
Tony aveva appreso entro pochi giorni dai suoi contatti governativi della situazione disperata in cui versava la città, ma quegli stessi militari gli avevano proibito di fare ritorno in patria, perchè la città era caduta in quarantena obbligatoria e chiunque violasse il perimetro veniva abbattuto. Gli aveva risposto di andare a quel paese, si era messo personalmente alla guida del suo jet e aveva invitato cordialmente l’aeronautica militare ad abbatterlo, perchè solo quello avrebbe potuto fermarlo dal correre seduta stante dalla sua famiglia.

Quando era riuscito ad atterrare Pepper versava già in condizioni critiche, era intubata e nè per lei nè per la bambina c’era molto da fare. L’unità medica specializzata della dottoressa Samantha Smith gli spiegò che la signora Stark si era ammalata di un ceppo di V-20 particolarmente pervicace e all’epoca ancora sconosciuto, una variante impazzita che aveva immediatamente tolto loro ogni speranza. Non erano ancora stati sintetizzati vaccini adatti a contrastare gli effetti della malattia, ma Tony aveva comunque tentato il possibile e anche l’impossibile per trovare una cura sperimentale in tempo utile. Fallendo miseramente.

Era seguito un lutto devastante, che Tony aveva passato investendo ogni sua energia e mezzo nel combattere l’epidemia e coloro che ne erano stati la causa. La dottoressa Smith sosteneva che erano stati i mutanti, le persone con poteri, a concepire il virus e poi a diffonderlo. Dovevano essere fermati…quell’idea aveva man mano preso piede nella società grazie alla costante insistenza dei media che martellavano incessantemente su questo concetto: la situazione era talmente disperata che doveva per forza essere colpa di qualcuno.

Il governo strinse sempre di più per far approvare un pacchetto di leggi che rispondessero allo stato di emergenza nazionale, i così detti Accordi di New York, approvati in tempo record e di cui Stark era stato il maggior sostenitore, nonostante le proteste della sua stessa famiglia.

‘Stai facendo un grosso errore’ gli aveva ripetuto a più riprese Ellie Renner ‘Quella donna ti sta manipolando…Tony, devi ascoltarmi, so quanto stai soffrendo…diamine, sto soffrendo anch’io e lo sai…ma nulla può giustificare la demolizione dello stato civile e dei diritti delle persone’

Ellie sapeva molto bene di cosa parlava.
Anche i suoi genitori, entrambi medici, erano stati tra le prime vittime dal momento che si erano messi da subito in prima linea nella lotta contro la pandemia. Purtroppo non ce l’avevano fatta e questo non era stato che un ulteriore motivo per Tony Stark di accanirsi nella sua crociata contro il V-20, arrivando a finanziare il progetto RedDoor, che prometteva di individuare e terminare per sempre tutti i ceppi mutanti.

Se non poteva salvare le persone che amava certamente avrebbe fatto quanto in suo potere per vendicarle.

-Sai com’è fatto- osservò pacatamente Steve, che nel corso degli anni aveva prudentemente imparato a tenersi ai margini di quella complessa dinamica familiare, soprattutto perchè sapeva quanto fossero legati quei due nonostante le loro visioni politiche non avrebbero potuto essere più distanti.

Steve Rogers riservò alla moglie uno sguardo carico di apprensione.
Sapeva perfettamente quanto Ellie avesse sofferto dopo la morte dei genitori, con Tony che, invece che sostenerla nella sua strenua lotta per mantenere l’informazione della Vox Populi libera da influenze governative, si comportava come un despota impazzito e iper protettivo. Le aveva perfino rifilato quel prototipo di robot assassino che aveva il compito di ‘proteggerli’ neutralizzando qualsiasi cosa non fosse al cento per cento dna umano… e che aveva finito solo col lo spaventare a morte la loro più cara  amica Martha Dennings, attaccata senza motivo qualche settimana prima, e ad aggredire due ignare studentesse.
E proprio adesso che per loro era un periodo così delicato...

-Già…in compenso abbiamo due ospiti d’eccezione. Avete preferenze per quanto riguarda il cibo ragazze? E per preferenze intendo dire parecchio spirito di adattamento… vi servirà per sopravvivere alla cucina di Steve- commentò Ellie, cercando di ricomporsi in fretta e riguadagnare tutto il suo ottimismo.

-Ehi! Nessuno si è mai lamentato fino ad ora…

Anche su quello Sarah avrebbe avuto parecchie storie da raccontare, ma in quel momento non riusciva a fare a meno di sentirsi felice di poter assaggiare ancora una volta il pane bruciacchiato di suo padre.

-Va bene tutto- disse quindi avviandosi con Ellie in cucina- ti dò una mano...

Questa si che era nuova, pensò Morgan sorridendo, Sarah che solitamente non alzava un dito in cucina se non per la sopravvivenza di base che si metteva volontariamente a disposizione: doveva piacerle davvero quella donna.

Quando poco dopo suonò il campanello fu Morgan ad aprire, quasi senza pensarci, tanto era abituata a comportarsi a casa di Sarah come se fosse casa sua.

La ragazza rimase paralizzata di fronte al nuovo ospite, almeno quanto lo fu lui nel trovarsi davanti inaspettatamente quel viso, quegli occhi…

Per una frazione di secondo Tony Stark credette di rivedere Pepper nei suoi lineamenti delicati, ma doveva essere senza dubbio un brutto scherzo della sua immaginazione, sempre sovraccarica…la ragazzina che gli aveva terribilmente ricordato Pepper non poteva essere che uno dei tanti studenti, casi umani, che Steve ed Ellie solevano ospitare per le più svariate ragioni. Quei due incoscienti che la sicurezza non sapevano nemmeno dove stesse di casa avrebbero spalancato le porte a chiunque… La somiglianza con Pepper c’era a ben vedere, ma era folle ipotizzare una qualche connessione con la sua defunta moglie, la cui scomparsa era una ferita bruciava ancora incessante.

-Stark…-lo salutò Steve con molta meno cordialità di quanto ci si sarebbe aspettata, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo accigliato.

-Sono ancora il signor Stark per te, scribacchino. Allora, avete strofinato la lampada e io sono qui… Monday vi dà ancora problemi?

-Non da quando Morgan lo ha rimesso al suo posto, ovvero tra la spazzatura da rottamare- rivelò Ellie emergendo dalla cucina armata di straccio- riprenditi quella dannata ferraglia Tony, non te lo ripeterò una seconda volta.

-Morgan chi è e che cosa avrebbe fatto al mio meraviglioso prototipo…?

-Non è stato difficile- precisò la diretta interessata, che quando andava nel pallone come in quel momento parlava sempre a ruota libera-  Insomma, ma dai, non era un modello complesso…chiunque lo abbia programmato si crede un genio ma in verità è un po’ un’idiota, perchè volendo strafare con gli accessori  ha finito per lasciare esposte le unità di base.

-Touchè! Questa me la devo proprio segnare…

Tony soffocò una risata di fronte all’espressione devastata che si dipinse sul volto della ragazza nell’apprendere di averlo appena involontariamente insultato.

-Mi piace questa qui- dichiarò allegramente- se non sono indiscreto, quando può cominciare?

-Non ci provare nemmeno a cambiare discorso- lo redarguì subito Ellie Renner che gli sbattè davanti con poca grazia un caffè come a dirgli che non avrebbe avuto altro da lei quel giorno- Comunque  ti ho già detto e ripetuto che non sono la tua agenzia di risorse umane…non paghi già abbastanza babbuini incamiciati per selezionare giovani talenti dalle migliori università?

-E’ questo il punto: quelli selezionano solo altrettanti primati titolati e adoranti, che non fanno altro che leccare la terra dove cammino e alla fine non sono in grado di avvitare una lampadina…o di pilotare un normalissimo shuttle. Poi non è colpa mia se sei tu a conoscere tutta la gente interessante.

La donna non parve minimamente lusingata da quell’affermazione, come se potessero funzionare con lei le sue sciocche moine.

-Tony, no. L’ultimo stagista che ti ho mandato l’hai perso a carte in una bisca e alla fine è toccato a me e Steve andare a recuperarlo dallo scantinato in cui si era nascosto per sfuggire ai russi…

-Ecco dov’era finito il ragazzo…Comunque riconosco che quella volta il gioco non valeva la candela e ho imparato la lezione. Mai raddoppiare su una mano di picche. Brutta, bruttissima mossa.

-Non lo so, Tony. Peter ci è rimasto per due giorni in quello scantinato- ricordò Steve in tono grave- di notte si sogna ancora i ragni che gli camminano addosso… il ragazzo è rimasto seriamente traumatizzato.

-Scusa, per caso qualcuno ha chiesto il tuo parere, marito di Ellie?- domandò Tony, che non usava mai il nome di Steve per principio.

-A me i ragni piacciono molto- dichiarò a quel punto Morgan con un sorriso a trentadue denti- e gli shuttle li posso smontare e rimontare a occhi chiusi. Quando comincio?

-Per me anche subito…anzi sai cosa ti dico, lascia pure indietro tutto cara, ti troviamo un alloggio nuovo al compound così sarà più pratico per tutti…

-E per tutti intendi per te, come sempre. Anche la sua coinquilina verrà lasciata indietro come noi comuni mortali?- si informò pacatamente Steve Rogers- Cristo Tony, non puoi sempre comportarti così…ci sono persone che vivono nel mondo reale e che stanno pagando a caro prezzo le conseguenze del tuo delirio di onnipotenza…

Ellie trattenne il fiato, augurandosi ancora una volta che non fosse quello il giorno in cui anni di reciproca antipatia dovessero venire fuori…quella era forse l’unica cosa che non sarebbe stata in grado di sopportare, non dopo tutto quello che aveva perso.

Fortunatamente Tony non sembrava intenzionato a dare la minima importanza ai commenti di Steve, preferendo ignorarlo ad ogni occasione.

-Hai sentito qualcosa per caso?- domandò a Ellie con un’alzata di spalle molto teatrale.

-Tony, per favore…siamo tutti molto stanchi e nervosi…se potessi prendere in consegna quella cosa - disse lei indicando la carcassa robotica di Monday, prima di aggiungere- e poi magari fermarti a cena. Come una volta…non vorresti?

La sua voce vibrava di speranza, i suoi occhi azzurri cercavano i suoi in un disperato contatto…Ellie aveva bisogno di lui, tanto che Tony fu tentato di accettare l’invito.

Lui stesso non avrebbe chiesto di meglio che le cose ritornassero come una volta, anche se sapeva che non era possibile.

-Sei licenziata- disse così di punto in bianco.

-Cosa?!

Nè Ellie nè Steve potevano crederci eppure il lavoro di Ellie era qualcosa su cui nemmeno Tony avrebbe scherzato.

-Sarei passato da voi comunque, anche prima che mi chiamassi, per dirtelo di persona.

-Non puoi licenziarmi Tony, non lavoro per te- protestò Ellie indignata.

-Non io, ma il tuo capo lo farà. Riceverai la comunicazione ufficiale domani. Hanno chiamato oggi dalla Vox Populi per dirmelo…e vuoi sapere cosa gli ho risposto? Che francamente è la cosa migliore, Ellie. Poteva accaderti di peggio e lo sai.

-Il mio contratto…

-Revocato dall’ultimo emendamento che è stato approvato in Campidoglio. Tutti i contratti stipulati a nome di persone ‘non gradite all’autorità costituita’ sono da considerarsi nulli…il che naturalmente include anche il professorino, se non si darà una calmata nelle sue lezioni sovversive…

-Sei un bastardo Stark- affermò Steve molto semplicemente.

Tony per tutta risposta gli sorrise amabilmente.

-Bè questo bastardo è l’unico motivo per cui non siete ancora finiti entrambi al fresco- sottolineò- ma non potrò proteggervi per sempre. Dovete cominciare a ragionare da persone adulte e non da idealisti come Mr. America qui, che curiosamente sembra avere molto chiara la situazione, senza dubbio grazie al suo superiore intelletto…allora illuminaci prof. tu cosa hai fatto per questa città? Mentre New York e mezzo mondo  andavano a puttane tu dov’eri?

-Ero dove c’era bisogno di me- rispose con sicurezza Steve Rogers -Accanto a mia moglie. Tu invece?

-Steve!- Ellie quasi gridò, logorata da quel peso insostenibile- Tony, ti prego, è la mia famiglia…

Tony Stark si voltò verso sua sorella, la creatura più forte e fiera che conosceva, ridotta in lacrime solo dalla sua cocciutaggine. Ne sarebbe valsa la pena comunque, si domandò, di continuare a fare del suo peggio per proteggerla, di  mantenerla in vita con tutte le sue forze seppur col cuore spezzato. Tony non lo sapeva ma sapeva che non sarebbe potuta andare diversamente.

-Lo ero anch’io - mormorò e mentre lo diceva si azzardò a farle un’ultima rigida e impacciatissima carezza sui capelli biondi-Mi dispiace di non poter accettare il tuo cortese invito a cena- aggiunse poi nel tono più fintamente formale che riuscì a proferire- per il resto che ne so, pensateci un po’ voi…non posso avere sempre la soluzione per tutto come non posso alloggiare tutti gli scapati di casa di cui vi occupate voi altri…tu  invece che fai, vieni con me?- domandò alla ragazzina che non aveva smesso un attimo di fissarlo e che istintivamente annuì- Bene allora...

-Morgan no- Sarah le fece un cenno disperato con la testa -Noi non possiamo restare o interferire…lo sai vero?

-Ovviamente- rispose l’amica ma la sua espressione stava piuttosto dicendo ‘Perchè no?’.

-Dobbiamo trovare Philip. E poi possibilmente tornare a casa nostra - proseguì Sarah, pazientemente, proprio come se si stesse rivolgendo a una bambina di cinque anni piuttosto recalcitrante- era questo il piano…ricordi?

A questo punto Morgan abbandonò il sorriso inebetito, giusto il tempo di riservarle un’espressione  contrariata. Era l’unica occasione che avrebbe mai avuto nella vita di passare del tempo con suo padre…possibile che Sarah fosse così egoista da non capirlo?

Era esattamente a questo che aveva pensato quando l’albero di luce le aveva parlato, chiedendo dove volesse andare. Non c’era stato bisogno di parole per comunicare che quello era l’unico posto in tutti gli universi in cui sentiva di voler restare.

-Innanzi tutto non avevamo un piano, casomai tu avevi un piano- rispose Morgan duramente- E i piani possono cambiare.

Sarah fu costretta ad abbassare la voce perchè non le sentissero discutere.

-Ma hai capito o no che questo non è il nostro mondo?

-Ho capito che sei stata abituata male. Sai, mi sono sempre chiesta perchè ti aspetti che tutti facciano sempre quello che dici tu, senza se e senza ma- lamentò l’altra, questa volta con un’aperta ostilità che  era rimasta sopita per molto tempo- e mi sono risposta che probabilmente è perchè così è sempre stato. E vuoi lasciare questo posto fantastico…

-Fantastico? Pronto?! Il nostro primo giorno qui ci hanno quasi sparato perchè in questo dannato posto a quanto pare ammazzano le persone per un niente, lo hai visto…

Ma nemmeno di fronte allo scampato pericolo Morgan Stark volle sentir ragioni.

-Quella è stata colpa nostra. Non conoscevamo le regole, ma adesso…tutto potrebbe essere diverso. Ci basterà adattarci….

-Il certificato vaccinale…

-Lo falsificherò quel cazzo di certificato, tu dammi un iPhone e cinque minuti- insistette Morgan, ormai sorda ad ogni protesta.

-Almeno dillo chiaramente che vuoi restare per lui- soffiò Sarah con la consueta poca delicatezza.

Aveva cercato di essere più gentile, ma il suo carattere veniva sempre fuori nei momenti peggiori…

-Anche se fosse?- Morgan alzò le spalle con noncuranza- …io almeno apprezzerei il tempo che posso passare con mio padre…mentre tu non lo hai mai fatto, basta vedere come tratti Steve.

-Lo Steve di questa dimensione non è mio padre…e il Tony Stark da cui vorresti correre come un cagnolino non è il tuo!

-Lo so. Non sono stupida Sarah. Perchè non puoi semplicemente lasciarmi fare?

-Perchè l’ultima volta che ti ho lasciata fare ci è andato di mezzo mio fratello, che tra parentesi saremmo qui per salvare!

Avevano raggiunto un punto di stallo, un punto da cui sapevano bene dopo anni di travagliata amicizia nessuna delle due si sarebbe smossa.

-Ciao Sarah.

Morgan senza aggiungere altro si alzò e seguì Tony senza più domandarsi se stesse facendo la cosa giusta. Sarah, fuori di sé, rimase a una cena che tutti avrebbero più volentieri saltato, dove tra lunghissimi silenzi e sguardi torvi si respirava ben poco del calore umano di appena un attimo fa.
Mangiarono in un silenzio di tomba, non interrotto nemmeno dai rumori provenienti dall'esterno dal momento che su New York era calato il coprifuoco e in giro non c'era un'anima.

-Ci sono altri editori- affermò Steve Rogers a un certo punto, pragmatico come sempre.

-Nessuno interessato a quello che ho da dire- lamentò Ellie, che più che triste era arrabbiata, il che era un bene, giudicò suo marito, significava che aveva ancora voglia di reagire- se solo riuscissi a dimostrargli una volta per tutte che quella donna, quella dottoressa Smith, è una bugiarda...se gli potessi sbattere in faccia le prove sono sicura che Tony mi ascolterebbe! Non è rimbecillito fino a questo punto...

Steve preferì non commentare mentre Sarah a quel punto drizzò le orecchie. Le era venuta un'idea decisamente folle, ma d'altra parte...che cosa aveva ormai da perdere?

-Samantha Smith?- domandò pacatamente- La conosco. Anzi si potrebbe dire che ho passato l'ultimo anno a passare al setaccio la sua vita e il suo lavoro per ...non importa. Non posso spiegarvi perchè. Inoltre qui, ovviamente sarà in parte diverso, ma se solo la metà delle cose che so su di lei e sul marito corrispondono, ce n'è comunque abbastanza per incastrarli entrambi...ma dovrete fidarvi di me.

-Perchè hai deciso di aiutarci?- domandò invece Steve- non fraintendermi, ritengo che chiunque debba combattere come può contro questo sistema...ma sei così giovane. Se fossi tuo padre non so se ti permetterei di venire coinvolta in tutto questo.

-Infatti, non me lo permetteresti- rispose Sarah con un sorriso triste- ma è un po' tardi ormai perciò...

-Sarah, voglio che tu capisca che se dovessero prendersela poi con te non potremmo proteggerti...-insistette lui- ... e questo non me lo perdonerei mai.

La ragazza sbuffò insofferente.

-No, ti prego...non anche qui, ma si può sapere che fine ha fatto lo Steve Rogers del 'Io non sto cercando il perdono e sono lontano dal chiedere il permesso'?- domandò esasperata, riferendosi alla iconica citazione di suo padre dei tempi d'oro, che lo zio Samuel non smetteva mai di tirare fuori a ogni occasione buona.

-Chiunque abbia detto una spacconata del genere sono abbastanza sicuro non avesse figli- rispose seccamente Steve, scambiando un'occhiata lunga e significativa con Ellie- è un'esperienza che ti cambia la vita ed è...francamente terrificante.

La donna si portò istintivamente  una mano sulla pancia sorridendo appena. Era una novità anche per loro, una bellissima novità che arrivava proprio in uno dei loro periodi più bui...ma che certamente non avrebbe mancato di portare con sé la luce.

-Quello che Steve sta cercando molto maldestramente di dire- tradusse Ellie- è che tuo padre, al netto delle preoccupazioni che ogni genitore ha e che spesso lo portano a dare un po' fuori di matto, deve essere davvero molto orgoglioso di te. Come lo siamo anche noi per tutto l'aiuto che potrai darci.

Sarah, che  non si era mai veramente fermata a riflettere su quel semplice concetto, aveva già molto da trarre da quella semplice conversazione, che mai avrebbe sperato di poter avere. Era vero quello che le aveva rinfacciato Morgan poco fa, in effetti non si era mai soffermata ad apprezzare a sufficienza i momenti positivi con suo pare, impuntandosi piuttosto sulle loro incomprensioni. Anche recentemente, dopo il ritorno di Philip.
La ragazza, riscuotendosi un poco da quel pensiero, riuscì a malapena ad abbozzare un sorriso che incontrò subito quello luminoso di Ellie Renner.

-Lo spero- mormorò, mentre la scrittrice tirava fuori da un angolo gli immancabili taccuino e penna per gli appunti.

-Ci siamo- affermò Ellie con rinnovata grinta- Raccontaci tutto.

 

  
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