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Autore: Flofly    15/07/2021    1 recensioni
*COMPLETA*Una visione alternativa e decisamente serpeverde del quarto anno e del torneo tre maghi. Tra adolescenti e non in preda agli ormoni, Voldermort sta riorganizzando la sua rinascita, in una spirale di cupa violenza che affonda i suoi tentacoli da molto lontano. Dramione con risvolti decisamente angs e una Narcissa Malfoy sempre più Black. OOC per alcuni personaggi principali ( aggiornamento 17 maggio 2022: ho eliminato tutte le scene grafiche di sesso e ora il rating è passato da rosso ad arancio. Qualche piccolo modifica qui e lì ma niente di sconvolgente)
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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* 12/05/2023:Finalmente ho editato questa parte. Ultimo capitolo di normalità:sbolliti gli ormoni, inizierà la discesa verso l’incubo della terza prova*
 

24 Dicembre- Il Ballo del Ceppo- Pinterest




Harry Potter sbatteva ritmicamente la testa contro il bordo del letto, non riuscendo a trovare altro modo per sfogare la sua frustrazione. Aveva anche provato a chiamare Sirius tramite il camino, ma neanche il suo padrino gli era stato d’aiuto. Anzi, si era limitato a sghignazzare oscenamente della sua disperazione
L’intero dormitorio di Grifondoro del suo anno lo guardava leggermente preoccupato, ma in fondo erano abituati a ben di peggio. Almeno per una volta era tutto intero, senza tracce di sangue suo o di altri, e non minacciava imminenti crisi mondiali.
Hermione, stufa, entrò sbattendo la porta e facendo sussultare un seminudo Seamus Finnegan che tento di nascondersi dietro l’anta dell’armadio.
“Harry piantala. stai facendo una tragedia dal nulla”
Il bambino sopravvissuto si fermò per un attimo per guardarla con odio.
“Dal nulla, Hermione? DAL NULLA? “
La ragazza non rispose, aspettando che la sceneggiata del migliore amico giungesse finalmente ad una conclusione. Ron, non sapendo bene da che parte schierarsi, era rimasto in silenzio. Codardo.
“Punto primo: io dovrei concentrarmi sulla seconda prova, se a qualcuno fosse sfuggito questo piccolo particolare” - iniziò in un apparente stato di calma Harry, rimettendosi gli occhiali
“Ah, invece gli altri partecipanti no, passeranno direttamente al turno successivo solo perché sono belli e famosi. Ah no scusa, quello sei tu”- ribatte serafica la Grifondoro, incrociando le braccia davanti a sé.
“Ma invece non posso e lo sai perché? Perché ormai ho la certezza che tutti gli insulti rivolti alla più grande disgrazia della mia vita dopo Voldemort, ovvero quel fottuto viscido serpente platinato di Draco Malfoy, nei confronti della di lui madre erano ASSOLUTAMENTE E RAGIONEVOLMENTE fondati. Quella grandissima psicopatica in tacchi a spillo ha deciso che non bastava che dovessi umiliarmi nel ballare come una scimmia ammaestrata davanti a tutti”
“Sono certa che il Ballo del Ceppo non sia un’invenzione della Malfoy”- provò ad intervenire Neville, meritandosi un’occhiata di fuoco da parte del moro.
“Ovviamente, essendo la dannata madre dell’essere più petulante della storia, ha anche deciso di lanciare una fottutissima raccolta fondi. Raccolta fondi per la quale non solo devo mostrare il mio bel faccino sorridente al mondo intero e ad un insieme di boriosi bastardi che mi fisseranno come se fossi allo zoo”..
“Che sia bello è tutto da dimostrare Harry caro”- sghignazzo Fred, che si stava godendo un mondo la crisi emotiva del loro campione. Harry lo ignorò.
“A quella snob razzista non basta: devo anche trovare una cazzo di causa da presentare al mondo come una qualsiasi miss America sotto acidi!” esplose, allargando le braccia in un gesto plateale di disgusto e sconforto. Ovviamente, i tre quarti dei suoi compagni non avevano minimamente idea di chi o cosa fosse miss America, ma il concetto era chiaro anche a loro.
Hermione lo guardò con compassione e a lungo, senza quasi sbattere le palpebre. Era inquietante,pensò Ron, ancora di più di quando urlava frasi sconnesse alla McGranitt.
“Hai finito? Se ogni tanto ti fermassi ad ascoltare, ti saresti reso conto che non sono i Campioni a dover portare avanti la campagna fondi ma GLI ACCOMPAGNATORI. Forse ti è sfuggito che deve essere Patil ad occuparsi di questo. E, inoltre, altro piccolo particolare che non sembri aver recepito, è che la campagna inizierà solo dopo il ballo. NOI dobbiamo presentare il nostro progetto a gennaio, prima della seconda prova. VOI dovete solo supportarci DOPO.” Mentre lo diceva scandendo bene le parole doveva ammettere che sembrava strano anche a lei, eppure era certa che fosse questo il piano. Sfruttare la popolarità del Torneo Tremaghi e far fare le classiche moglie impegnate nella beneficenza agli accompagnatori. La cosa le faceva venire la gastrite al solo pensiero, ma era un boccone che era disposta a mandare giù pur di portare avanti la causa che aveva a cuore. E,soprattutto, era un boccone che avrebbe fatto ingoiare anche a tutta l’alta società purosangue.
Harry la fissò in silenzio come se nulla di quello che avesse detto avesse avuto alcun senso:“E io che ho detto Hermione? Ma che cazzo me ne frega a me? E Patil di che diamine vuoi che parli? Della fame del mondo? Ah no, ho trovato: puntiamo ad un fondo per la cura delle malattie mentale di chiunque uscito da Serpeverde e chiediamo la sterilizzazione forzata per tutti loro, Malfoy in primis”.
L’imprecazione che lanciò la ragazza ebbe la capacità di zittire non solo Harry ma l’intera torre di Grifondoro, divisa tra il terrore e l’ammirazione per un tale sfoggio di vocabolario dalla studentesse migliore della scuola.
 
***
 
Anche ai piani inferiori la situazione non era delle migliori, sebbene decisamente nessuno stesse minacciando di dare fuoco ai compagni. Nel pomeriggio erano stati consegnati gli abiti per il ballo ordinati dai Serpeverde e Draco, Pansy e Blaise erano impegnati a ad esaminarli nel grande specchio della stanza dei Prefetti, ovviamente senza che nessuno di loro tre lo fosse. Draco era pigramente seduto in poltrona, intento a fumare quella che sembrava un insieme non meglio specificato di erbe.
“Quindi fatemi capire: mia madre, che a malapena sopporta le persone, ha in due settimane deciso di trasformare quattro coppie di zotici in portavoce della buona società magica inglese?E in tutto ciò non si è degnata neanche di scrivermi due righe a proposito”- chiese ripetendo piano ogni parte. Non sapeva se era quella dannata mistura di Blaise o un complotto ma anche per lui il concetto era piuttosto difficile da elaborare, tanto quanto il bambino sopravvissuto.
Pansy calzò soddisfatta un paio di costosissime pumps laccate dal tacco vertiginoso che erano perfette sotto il suo abito nero di raso con le spalle strutturate la doppia lunghezza che ne metteva in risalto le lunghe gambe. Dai suoi lobi scintillavano meravigliosi orecchini pendenti composti da due enormi carati di forma ovale, terminanti ciascuno da una frangia di cinque diamanti più piccoli ma assolutamente purissimi che oscillavano opulenti ad ogni suo movimento. 
“Krum e la Delacour non sono inglesi. Comunque si, e ha anche accompagnato la tua amichetta a scegliere il vestito se ti interessa” infierì rimirandosi ancora una volta. Era perfetta per quello che aveva in mente.
Blaise si sistemò facendo passare i gemelli di famiglia nelle asole della camicia bianca e guardando indeciso tra le due pochette grigio perla e lavanda chiarissimo che aveva a disposizione. “Sai di che colore è il vestito della Greengrass? Sarebbe un tocco di classe metterla en pendant non credi?”- chiese svagato alla ragazza rubandole lo specchio.
Draco li guardava come si trattasse di due estranei capitati li per caso, probabilmente appena usciti dal San Mungo.
“Ma siete scemi? Vi rendete conto di cosa sta accadendo?Si può sapere perché siete così entusiasti per un dannato ballo?. Come se per voi fosse la prima volta.”- sbottò, sgranando gli occhi, il suo vestito ancora intonso sospeso accanto a lui.
Pansy e Blaise si scambiarono uno sguardo d’intesa
“La fascia grigia scura per te Draco, classico senza tempo. E dal figlio della coppia d’oro dell’alta società mi sarei aspettata un minimo di considerazione maggiore per un evento del genere. Mi deludi, Draco Malfoy. “ -concluse Pansy riempiendo i tre calici traboccanti di Dom Pérignon che si erano materializzati accanto a lei e porgendogliene uno, ignorando le sue proteste.
Draco bevve tutto di un sorso, troppo scioccato anche solo per trovare un’imprecazione degna di questo nome e credendo ormai di trovarsi in un mondo parallelo in cui i suoi stessi genitori avevano deciso di buttarlo all’interno di un maledetto vulcano in eruzione mentre i suoi migliori amici suonavano l’ukulele per accompagnare meglio la sua caduta. Non trovò niente di meglio però che mettere in scena la sua migliore uscita di sempre, facendo attenzione a sbattere ogni singola porta che incontrava sul suo cammino.
Cosa diavolo ne sapeva poi lui di cosa fosse un ukulele? Dannata Granger e i libri che lasciava in giro sugli strumenti musicali dei Babbani.
***
Una strana quiete sembrò scendere sul Castello nelle ultime settimane prime del Ballo. Per evitare ulteriori problemi tra le Case, gli insegnanti avevano riempito gli alunni degli ultimi anni di talmente tanti compiti ed esami a sorpresa da assicurarsi che tra studio ed esercitazioni di ballo nessuno avesse alcun momento libero anche solo per pensare di scatenare qualsiasi cosa di simile ad una rissa.
Alla vigilia del grande giorno, mentre vagava alla ricerca di ispirazione per completare il suo discorso sulla necessità di dare il giusto salario agli elfi domestici e ripetendolo ancora una volta ad una sempre più esasperata Ginny Weasley, Hermione si ritrovò davanti al bagno del quarto piano dal quale provenivano delle grida furiose. Senza neanche pensare lei e Ginny fecero irruzione ma rimasero di sasso davanti alla scena che si presentava ai loro occhi.
All’interno un’infuriata Pansy Parkinson, spalleggiata da Daphne Greengass e una Corvonero del sesto anno di cui non ricordava il nome,erano nel pieno di una lite feroce con Padma e Parvati Patil, Lavanda Brown, Cho Chang e una sempre più esasperante Mirtilla Malcontenta
“Patil, giurò su ogni singola pietra di questo stramaledetto castello che se decidi di portare avanti la tua campagna sulla promessa infrangibile di verginità prima del matrimonio provvederò personalmente a strapparti tutti i capelli, strozzartici e poi farteli mangiare uno ad uno. I tuoi e quelli di quella sciagurata di tua sorella”.- ringhiò la Serpeverde con un tono così tagliente che avrebbe potuto tranquillamente lacerare la pelle dorata di Parvati.
Hermione si bloccò di colpo, maledicendo la sua irruenza. Sebbene aborrisse la violenza gratuita e gli agguati nei bagni, l’argomento era un tantino delicato e di certo non si sentiva di appoggiare delle posizioni tanto maschiliste e paternaliste.
Per un attimo pensò di riuscire a sparire nuovamente nel corridoio, sempre che fosse riuscita a convincere Ginny accanto a lei che sembrava ribollire di rabbia.
Non era stata abbastanza veloce, però. Padma vedendola si era illuminata e nonostante la bacchetta puntata della Greengrass, le si era buttata addosso prendendola per un braccio, evidentemente con il dente avvelenato anche per altro “Sia ringraziato Merlino. Vogliono zittirci per non ammettere quello che sono in realtà : una casa di ninfomani pronte a buttarsi su ogni singolo maschio disponibile e a vantarsi di avere come l’unica abilità quella di aprire le gambe ”
Per un attimo Ginny annoiata pensò di chiarire come minimo che le due avevano problemi visivi, visto che due delle ragazze con cui stavano litigando decisamente non vestiva di argento e verde, ma la mossa successiva di Pansy la fece rimanere pietrificata.
La Serpeverde, infatti, ancora una volta fu più veloce di loro e afferrò con forza la lunga chioma di Parvati, costringendola a piegarsi in due dal dolore.
Lavanda e la sorella tentarono di intervenire, ma la Greengrass e la Corvonero senza nome le bloccarono a bacchette spianate. Cho Chang era rimasta immobile, mordendosi le labbra. Ormai nessuno aveva più dubbi in tutta la scuola che lei e Cedric erano passati ad una fase decisamente successiva. E tra l’altro, non sembrava avessero aspettato chissà poi quanto. Alleluia, avrebbero detto in molti. Non si capiva bene quindi cosa diavolo c’entrasse lei in quella storia, o per lo meno perché non prendesse una posizione.
“Razza di oca senza cervello, vuoi capire che a me non interessa nulla della tua tanto decantata verginità ?Vuoi darti alla clausura? Aspettare il matrimonio? Va benissimo, se è una tua scelta. Vuoi andare a letto con tutta la scuola e dintorni? Altrettanto libera. Quello che non ti permetto e non ti permetterò mai è che tu e quelli della tua cricca di bigotti diano valore ad una donna solo per il fatto di aver fatto decidere ad altri della propria vita sessuale. E soprattutto non sarà certo un uomo di mezza età che sbava per ogni ragazza dalle gambe scoperte a dirmi come devo vivere la mia vita, come, se quanto godere. E soprattutto con chi”- perso il suo abituale aplomb, Pansy diede un ultimo scrollone e la costrinse a rialzarsi in piedi, lanciandola contro la sorella.
Prima di andarsene si fermò a fissare dritta negli occhi Hermione: “Non costringermi a fare un casino Granger. Vedi di spiegarlo al tuo amichetto sfregiato. Se non vuoi farlo per lui, fallo per la tua intelligenza.”
Mentre Cho scappava dal bagno, le due Grifondoro non potevano che trovarsi in accordo per una volta con le squinternate dei sotterranei. Entrambe erano assolutamente per la libertà di scelta e fermamente contrarie ad ogni forma di costrizione imposta dalle famiglie. Neppure a ad uno dei numerosi dei fratelli di Ginny, Percey incluso, era mai venuto in mente niente del genere e barbarico: un incantesimo infrangibile imposto alle ragazze giovani da parte delle famiglie per assicurarsi un buon matrimonio. Era certa che se fosse venuto in mente a uno qualsiasi dei Weasley, Molly non avrebbe esitato a picchiarlo in testa con il cucchiaio di legno fino a farlo rinsavire. E lo stesso avrebbe fatto con Harry Potter.
 
***

 
Dopo la scenata del bagno e visto che anche Harry aveva decisamente bocciato la crociata della sua accompagnatrice come una delle più grosse cazzate mai portate alle sue orecchie, i rapporti rimasero tesi all’interno del dormitorio, al punto che durante la preparazione immediatamente precedente al ballo Lavanda, Panda e le loro amiche più strette si rifiutarono persino di parlarle e si rinchiusero nel dormitorio del terzo anno.
Ginny si offrì di aiutarla, ma decisamente non era quel tipo di ragazza che si preoccupava troppo di trucco e acconciature, proprio come lei. Essere popolari era normale per Ginny Weasley ed Hermione le invidiava con tutto il cuore la sua assoluta noncuranza di fronte a quello che gli altri potessero pensare del suo aspetto. Certo pelle diafana spruzzata di lentiggine e capelli rossi lucenti aiutavano parecchio l’autostima, si trovò a pensare a disagio, ben sapendo che tutti gli occhi sarebbero stati su Viktor, e di riflesso, su di lei..
Risentendo nelle orecchie le parole di Narcissa Malfoy sulla forma e sulla sostanza e spaventata di fare una pessima figura di fronte a tutta la scuola, Hermione era prossima all’iperventilazione.
Tentò di prendere un grosso respiro e costringersi a ragionare. Il vestito era splendido, il trucco passabile ma non aveva idea di cosa fare con i suoi notoriamente ingestibili capelli. Stava decisamente per rinunciare quando un gufo le bussò alla finestra. Era indubbiamente quello di Draco Malfoy che pigramente e con fare altero le recapitò un messaggio di cui era indubbia la provenienza:

 
“ Granger,
so benissimo che sei un incapace totale con tutto ciò che abbia a che fare con la femminilità e quelle dementi di cui ti circondi di certo non saranno d’aiuto.
La tua fata madrina mi ha chiesto di darti una mano e io, sebbene malvolentieri , obbedisco.
Tra dieci minuti al quarto piano seconda porta a destra. Bussa tre volte e dì:Mi inchino all’icona di stile. E vieni con il vestito immacolato e con qualcosa da bere. Ne abbiamo bisogno.”

 
Hermione fissò basita il bigliettino smeraldo, cercando di valutare se potesse trattarsi di un ennesimo tiro mancino. Guardò Ginny in cerca di approvazione ma questa si limitò a sollevare le spalle con la solita franchezza : “Tanto peggio di così non credo possa andare, sembra che ti sia appena alzata dal letto dopo una notte di sesso selvaggio ma senza la faccia rilassata.. E quel vestito è troppo bello e costa troppo per rimanere qui dentro, Senza contare che faresti una pessima, pessima figura..”
Sospirando con l'abito in una sacca fluttuante accanto a lei e con in mano la prima bottiglia di idromele che era riuscita a recuperare, Hermione scese strascicando i piedi.
 
Hermione era rimasta a lungo davanti la porta, chiedendosi se non fosse uno scherzo di pessimo gusto. Forse erano lì appostati tutti i Serpeverde, pronti a ridere di lei. Probabilmente Draco Malfoy era in prima linea… anzi era stato lui ad organizzare il tutto. Chissà se c’era anche lui dietro lo strano comportamento della madre… visto quanto era viziato non c’era da stupirsi troppo.
D’altronde l’alternativa era non andare al Ballo, o andarci come una scappata di casa, il che non sarebbe stato di certo meglio. Masticando la parola d’ordine tra i dentì, bussò come da istruzioni.
La porta si aprì morbida, lasciandola ancora più basita rispetto alle aspettative: all’interno una Pansy Parkinson perfettamente truccata, in balconcino, culottes e tacchi a spillo che teneva il tempo facendo finta di cantare nella bottiglia di champagne nera che teneva in mano. Daphne e Astoria Greengass in sottoveste e becchi d’oca stregati le facevano da contro coro. I vestiti delle tre erano appesi su degli appendiabiti fluttuanti dietro di loro. Il delirio Serpeverde che aveva tanto temuto. Fortuna che la stanza doveva essere insonorizzata.
Quando la vide Astoria le fece segno di entrare, in mano una sigaretta sottile dal leggero profumo di mandorla.
“Ed ecco qua la nostra ragazza d’oro!”- la salutò Pansy, ormai piuttosto sorridente, alzando il calice. Allo sguardo perplesso della Grifondoro le due sorelle le sorrisero:“Tranquilla, è allegra solo perché trova di essere una bomba irresistibile questa sera ed è certa che sarà in grado di dar inizio al suo folle piano”
“E far rimpiangere al tuo caro amichetto sfregiato di non essere stato smistato a Serpeverde”- le fece un occhiolino con uno smokey eyes perfetto Pansy.
Sebbene riluttante all’idea che le prospettive di una ragazza come Pansy fossero così limitate, Hermione ormai si sentiva al centro del ciclone e non aveva altro modo di uscirne che abbracciare la pazzia.
Venti minuti dopo i capelli della strega più intelligente della sua generazione erano perfettamente acconciati e con un trucco leggero e luminoso con i grandi occhi da cerbiatta incorniciati da ciglia lunghissime e le labbra nude ma perfette, Hermione Granger fece la sua discesa trionfale verso la sala da ballo fermando per un minuto l’intero corpo studentesco che non riusciva a smettere di guardarla.
Viktor Krum alla base delle scale le sorrise apertamente,sapendo di avere al suo fianco la stella più luminosa.
In cima alle scale, invece le tre Serpeverde e Blaise potevano sentire distintamente il vuoto che si era impossessato dell’anima di Draco Malfoy.
Pansy gli strinse leggermente il braccio- “ Su forza, andiamo a divertirci. Ti do la mia parola che questa notte sarà una notte speciale. Almeno provaci, male che va ti puoi portare a letto qualche ragazzina che sta sbavando a pensarsi al prossimo Ballo di Natale a Malfoy Manor”.
“Sempre delicata Pansy, sempre delicata”- sorrise il biondo chinandosi a baciarle una guancia a modo di ringraziamento, ma i suoi occhi freddi non si staccavano dalla nuca della Granger.
Prima di scendere si rovesciò il contenuto di una fialetta in bocca, facendone scomparire le prove. Se doveva essere la sua ultima occasione, di certo non avrebbe giocato pulito. D’altronde era stato smistato a Serpeverde in trenta secondi per un motivo.
 
***
 
Il ballo di apertura con le quattro coppie ingessate e sotto gli occhi di tutti fu una questione piuttosto imbarazzante. Peccato che Draco non riuscisse a distogliere il pensiero dai ricami delicati sulla pelle della Granger che sembravano quasi disegnati direttamente sulla pelle nuda. Maledetta sua madre e il suo buongusto .
Appena terminato il primo giro tutte le coppie furono invitate a ballare e per Merlino se era pronto a far rimpiangere a quella stramaledetta strega dal sangue sporco di aver scelto un ominide bulgaro come accompagnatore. Lui di certo sapeva condurre, con tutti i balli a cui la sua succitata madre lo aveva costretto a partecipare, e Pansy, splendida e sensualissima nel suo abito nero architettonico era pronta a dare spettacolo.
Mettendosi in posizione per il valzer tradizionale Draco guardò la sua compagna di casa: era bellissima e sensuale ma era davvero un peccato che nessuno riuscisse a vederla per la strega intelligente ed ambiziosa che era in realtà. A breve sarebbe stata solo materiale da matrimonio. Esattamente come lui. Sempre che fossero sopravvissuti a colui che doveva tornare ancora una volta a rovinare le loro vite.
Pansy gli sorrise e gli fece l’occhiolino. L’ultima serata normale in quella scuola, l’ultimo Natale tutti insieme, probabilmente. E lei aveva messo in chiaro che il suo obiettivo era quello di far implorare il nome di Serpeverde ad Harry Potter .
Draco sospirò, in fondo divertito. Ah quanto si sarebbe divertito a vedere tormentare il bambino sopravvissuto senza dover muovere neanche un dito.
Sorridendosi all’unisono si misero in posizione: la mano sinistra alzata all’altezza del cuore e l’altra ferma sul fianco della dama pronto a guidare le danze. Erano perfettamente a tempo e bellissimi da guardare molto più della maggior parte degli altri partecipanti.
Anche Hermione Granger non poté fare a meno di notarli con la coda dell’occhio, invidiosa di come si muovessero leggeri e sensuali. Nel corso delle figure però li perse di vista , troppo intenta a ricordare i passi e a ridere con Krum fino a quando non ci fu la giravolta della dama e il cambio di partner.
Mannaggia a Merlino aveva rimosso quella parte, fino a quando non si trovò davanti due occhi grigi che la fissavano con una strana espressione. Rimase in silenzio un attimo e poi lo senti stringerla delicatamente in vita, soffermandosi un attimo di troppo ad accarezzare i ricami. O forse fu solo una sua impressione .
La musica aveva ripreso e sentiva la sua presa decisa ma dolce che la guidava molto meglio di quello che aveva fatto Krum, seppur con tutta la sua buona volontà. La mano che sosteneva la sua era calda e morbida ma sentiva distintamente il freddo degli anelli che le ricordavano quanto distanti fossero i loro mondi.
Ancora due battute e poi ci sarebbe stata la giravolta. Lui continuava a fissarla senza dire una parola e lei d’improvviso realizzò quell’ anomalia che la stava torturando dalla visita a Madame Maxime. 
“Assomigli a tua madre “-si lasciò sfuggire . 
Lui non rispose, costretto dalla musica a sollevarla e rimetterla in terra dopo una giravolta per poi sparire nuovamente. Ma ebbe un attimo per sussurrare all’orecchio “Valeva la pena aspettare questo ballo allora. Granger “.
Poi lo perse tra la folla.
 
***

 
Finita la tortura dei balli tradizionali era il tempo di scatenarsi, finalmente liberi da passi e posizioni. Hermione però non riusciva a divertirsi quanto avrebbe voluto. Aveva riso e scherzato con Krum e con i suoi amici, ballato forsennata con Ginny e Neville, ma di Ron e Harry nessuna tracci . Le loro accompagnatrici si erano dileguate e entrambi sedevano imbronciati sul divanetto.
Provò ancora una volta a trascinarli in pista, senza riuscirci.
Fu a quel punto che l’incantesimo si ruppe facendo si che Ron le rovesciasse ingiustamente addosso tutte le frustrazioni dell’ultimo periodo finendo persino per accusarla di stare cospirando con Krum contro Harry.
Al colmo dell'umiliazione e prima di scoppiare a piangere uscì di corsa dalla sala da Ballo e si diresse a testa bassa verso la torre di astronomia senza guardare neanche dove metteva i piedi .
La sua corsa fu fermata improvvisamente da due braccia salde che la bloccarono e la costrinsero a fermarsi.
Si era aspettata Harry, o uno dei gemelli. Almeno che fosse di Grifondoro, come minimo.
Invece il corpo che la stringeva era decisamente vestito meglio di chiunque conoscesse. Quella stoffa sottile e morbida e il taglio perfetto li aveva guardati a lungo quella sera. Non c’era dubbio, era tra le bracciai Draco Malfoy.
Dopo la peggiore lite di sempre con i suoi amici ci mancava solo la figura di merda del secolo, pensò con rabbia cercando di divincolarsi
“Dove scappi Granger? Già non sai camminare con i tacchi figurati correre a perdifiato su per delle scale come queste “- le disse con quello che sembrava un sorriso distante.
“Non è serata Malfoy, te lo dico. Non mettertici anche tu o ti tiro un pugno. Un’altra volta”- ribatté riuscendo a ricomporsi senza mettersi a piangere di rabbia e frustrazione.
Lui la lasciò libera dalla stretta, mantenendole però una mano sulla sua vita, nello stesso punto dove l’aveva messa durante il ballo, ma più leggera. Sospirò e le avvicinò la bocca a qualche un centimetro di distanza, ancora una volta senza però toccarla realmente 
“E invece è proprio la serata giusta Granger “- le sospirò sulle labbra- “ Ttu non sei tu e io non sono io. Siamo solo due studenti che si godono un ballo”
Lei tentennò. L’alcol di contrabbando, l’euforia del ballo e poi il dolore che le aveva causato Ron l’avevano scombussolata. Senza parlare di quelle dannate forcine che le stavano trapanando il cervello.
Draco si avvicinò di un passo.
“Chiedimi tutto quello che vuoi”- le mormorò praticamente sulla labbra. Riusciva a sentire il suo respiro farsi sempre più vicino.
Era così vicino, dannatamente vicino che poteva sentire il suo corpo bollente. Fosse stato in un altro momento lo avrebbe spinto via, ma ora sentiva che tutta la sua capacità di ragionare era stata spazzata via. Chiuse gli occhi, si maledisse internamente e lo baciò con forza attirandolo a sé.
Il Serpeverde rimase per un momento quasi pietrificato dalla sorpresa. Non ci volle molto però perché si ammorbidsse socchiudendo le labbra e chiedendo con insistenza con la lingua ’accesso alla bocca di lei. Pochi minuti dopo si staccarono ansanti e con il cuore che batteva all’impazzata. 
Lui le accarezzò il viso, le dita che avevano preso il posto delle sua labbra.
Prima che potesse anche solo pensare di rovinare quel momento Hermione decise di prendere alla lettera la sua promessa. Chiedimi qualunque cosa, aveva detto. E lei non si sarebbe tirata indietro:
“Dimmi la verità. Perché mi hai baciato?”
Lui appoggiò la fronte contro la sua sospirando.
“Perché non ho più tempo Granger. E tu? Credi che non ti abbia vista mentre ti facevi spezzare il cuore da Lenticchia. Merlino, pensavo avessi un minimo di dignità…”
“Io ho dignità, Malfoy. E non parlare male di Ron. Lui…lui è…”
“Di sotto con un’altra. E io sono qui, dannazione. E tu mi ignorì come al solito. Pensi che non veda come mi guardi con disgusto? Eppure io sono qui, davanti a te, e mi sto sentendo un idiota. E io lo sapevo che non dovevo fidarmi di quelle pozioni vendute di nascosto..>
“Malfoy…”
“Avrei dovuta prepararla io, almeno sarei stato certo che avrebbe funzionato. Doveva funzionare… e  ne ero quasi certo quando ti ho visto salire le scale da sola.”
“Malfoy…”
“E, invece no. Ora andrai a raccontare a tutta Grifondoro di come ti abbia seguito come un cucciolo di Crup abbandonato, solo per strapparti un bacio. E devi ammetterlo, Granger, è stato un gran bacio. Sono bravo a baciare, puoi chiederlo a metà del nostro anno, e anche a qualcuna più grande. Sono molto bravo. Un talento naturale, direi, Ma tu no, non ti basta... Cos’è sono troppo carino per i tuoi standard? Ho troppo gusto? Riesco a non avere il naso costantemente sporco… è questo che ti infastidisce?”
“Malfoy…”
“Ah no, è per i miei trascorsi con Potter? Non voglio baciare lui però… Non è il mio tipo. Affatto….”
Hermione alzò gli occhi al cielo, prendendolo per il bavero dello smoking e strattonandolo verso di sé. Non c’era verso di zittirlo con le parole, a quanto pareva. Per fortuna che conosceva altri metodi.
Ed era così dannatamente sbagliatamente perfetto baciarlo. Non glielo avrebbe mai detto ma aveva ragione, baciava davvero bene.
Si staccò appena, sbrigandosi a parlare prima che lui potesse continuare con quel fiume di parole senza senso e insulti.
“Vuoi davvero conoscermi? C’è un posto qui ad Hogwarts… un posto in cui possiamo parlare, senza che l’intera Scuola si metta di mezzo. E potresti farmi vedere se sei davvero così bravo”.
Lui la guardò sorpreso ma annuì continuando a sogghignare portandosi la sua mano alle labbra e fissandola malizioso- “ Per me possiamo anche ripassare Pozioni,Granger. Se potessi toglierti un pezzo o due di vestito sarei anche più contento.”
“Sai che sono piuttosto brava con gli incantesimi, sai Malfoy?”
“Diciamo che mi sento molto fortunato, Granger. Ma sono anche un gentiluomo. Prego, vai avanti io ti seguo”, rispose con lui con un sorriso, il primo sincero che gli avesse mai visto fare in vita sua.
E a quella vista sentì’ lo stomaco stringersi in un misto di ansia e desiderio.
Si fermarono un secondo davanti alla Sala delle Necessità. Lui le strinse la mano, che si rese conto in quel momento non aver mai lasciato. Voleva chiederle se fosse davvero convinta ma fu lei ad avanzare e ad aprire la porta rivelando l'aspetto che avrebbe assunto questa volta la stanza.
“Molto da te, Granger. Anche se non è una libreria. Forse non sono così fortunato come pensavo”.
“Pensavi davvero di studiare? E poi hai il coraggio di chiamare me secchiona”
Lui ghignò : “Non serviva a studiare. Merlino, Granger… sei così carina quando sei ingenua”
“Io non sono…”- iniziò, sentendosi offesa e valutando l’ipotesi di prendere la porta e fuggire da quella situazione assurda “Oh, intendevi una fantasia sessuale? Beh, in effetti non sarebbe male… ma non adesso, idiota.”
Draco la fissò di nuovo, sogghignando e alzando le mani in segno di resa.
“Potremmo riprendere da dove avevamo lasciato?” – chiese, cercando di sembrare il più innocente possibile,mentre le cingeva la vita con le mani, avvicinandola a sé. “ Hai detto che volevi assicurarti che fossi davvero bravo a baciare, no?”
Quella ragazza rappresentava un mistero. L’aveva sempre pensata tutta d’un pezzo al limite dell’essere frigida, eppure non sembrava affatto a disagio o contratta mentre continuava ad accarezzargli la base del collo,e risalendo lungo la nuca dandogli dei piacevoli brividi di piacere lungo la schiena e sin dentro il cervello. Con le fronte appoggiata sulla sua e respirando a pieno il suo profilo, si dedicò a liberarle la capigliatura che tanto amava. Ogni tanto si fermava a baciarla partendo dalla punta delle dita della mano destra e risalendo su piano sino a morbido incavo del collo, che lei chinò invitante sollevando le sue lunghe dita, per una volta senza macchie di inchiostro, facendo scivolare via la giacca del completo e slacciandogli cravattino .
Lui la lasciò fare e ancora una volta le si avvicinò all’orecchio, mentre la ragazza continuava a massaggiargli delicatamente il collo con una mano, mentre l’altra era ferma sul suo petto
“Devo dire non sembra la prima volta che lo fai Granger “- la provocò, sapendo di rischiare un ceffone e tenendosi pronto ad evitarlo.
Fu lei questa volta a sussurrargli maliziosa “O forse come tutti dicono sono molto intelligente e sono un talento naturale“ chiosò .
“Dì la verità, Granger… è tutto un modo da Grifondoro per torturarmi?”- soffiò tra un bacio e l’altro.
La ragazza che stava assaporando quel tocco delicato annuì senza parlare.
“Ovviamente. Di sicuro molto articolato. Se me l’avessero detto questa mattina, li avrei presi per folli. Sarà lo champagne? “
“Sei bellissima Granger. Molto più di quello che abbia mai pensato “- le disse guardandola senza alcun ritegno.
“Forse sei tu quello che ha bevuto troppo”
“Lo penso da tempo, da tanto, tanto tempo”
Hermione sentì qualcosa chiudersi nel suo cervello, spazzando via l’euforia di poco prima :”Piantala, Malfoy. Devo ricordarti quello che hai detto sui miei denti…”
“Ora sono molto carini, però.”
“O sui miei capelli.”
“Oh, andiamo… tu e i tuoi amici mi chiamate furetto platinato. E visto quello che ha fatto Moody mi sembra piuttosto indelicato”.
Hermione si piantò davanti a lui, a braccia incrociate, gli occhi dorati fiammeggianti.
“E quando mi hai chiamata Mezzosangue e mi hai augurato di essere la prossima vittima del Basilisco? Anche lì mi trovavi molto carina? Sono stata un’idiota a fidarmi di te;Malfoy. E ora me ne vado, tu resta pure qui a vantarti di avermi strappato un paio di baci… sarà una bella storia a Serpeverde, domani”
“No!”- non era stato un No sussurrato o detto a mezza voce, o sarcastico.
Draco aveva urlato, realmente disperato.
E spaventato? Pensò Hermione. Ma da cosa?
“Ti prego, non andare. Se tu vai via io… io… Ti prego, Hermione, resta qui con me. Solo qualche ora. Dammi solo un paio d’ore. Non dobbiamo fare niente, io… voglio solo avere qualcosa … un bel ricordo.”
Lei rimase in silenzio, ma non si mosse.
“Sono stato un idiota. Ero così arrabbiato…”
“Con me per essere stata ammmessa ad Hogwarts anche se sporca Natababbana?”
Lui annuì’ impercettibilmente. “ E perché sei così dannatamente intelligente. E bella. E interessante.. E…”
“Sono un sacco di E, Malfoy. Eppure ti ho sempre sentito vantarti di avere un vocabolario piuttosto vasto”. Rimbeccò. Avrebbe davvero voluto continuare ad essere furiosa, uscire di lì e sbattergli la porta sul suo aristocratico ed irritante ghigno. Peccato che in quel momento, del suo sorrisetto malizioso non vi fosse traccia.
“Hai detto più volte di sentirti fortunato. E hai parlato di una pozione… non sarai mica stato così stupido da prendere una fiala di Felix Felicis di contrabbando,vero? Per cosa poi?”
Draco allargò le braccia, indicando la stanza attorno a lui, il grande divano di pelle, l’albero di Natale dalle palline dei mille colori e il fuoco scoppiettante nel camino,
“Per questo, Granger. Volevo solo essere sicuro di vedere come fosse prima … prima di…” si passò la lingua sulle labbra improvvisamente secche, lasciando che il silenzio inghiottisse il resto della frase.
Hermione si avvicinò, chiudendo lo spazio tra di loro, in modo da guardarlo negli occhi.
“Potevi chiedermelo e basta. Come le persone normali”.
“Ma noi non siamo normali, Granger. Se solo potessimo vivere qui dentro... darei tutto quello che ho per non dover ricominciare domani mattina. E sono piuttosto ricco, sai?”disse chinandosi, sino a toccare la fronte con la sua.
“Credo che tu l’abbia accennato un paio di volte.”- rispose Hermione con voce roca, cercando di pensare chiaramente. Poi bisbigliò “ Sai, credo che non ti abbiamo poi truffato davvero. Forse è davvero  un momento fortunato, e nessuno si accorgerà se restiamo qui qualche ora”.
Sentì’ il corpo di Draco rilassarsi nel suo abbraccio, sorridendole.Iniziò a baciarle le lunghe ciglia, delicatamente , per poi proseguire lungo lo zigomo e il piccolo naso dritto.
Baci piccoli, quasi da bambino.
Una volta arrivati alle labbra, però il suo tocco cambiò, diventando quasi vorace.
Si,  per un paio d’ore potevano farla franca, pensò Hermione rispondendo con foga ai baci.
Per un paio d’ore poteva mettere in pausa il suo cervello, smetterla di preoccuparsi del loro passato ed ignorare cosa sarebbe accaduto l’indomani mattina, quando si sarebbero trovati di nuovo ai due lati opposti  della Sala Comune.
Per un paio d’ore non c’erano Grifondoro e Serpeverde, Natobabbana e Purosangue.
Granger e Malfoy.
Per un paio d’ore c’erano solo lei e …
 “Di il mio nome”
Lui si chinò sino a sfiorarle l’orecchio, sussurrandole contro la pelle:“Hermione”
Poi scese l. Hermione. Hermione. H-e-r-m-i-o-n-e”, continuò, con le labbra poggiate sulla sua mandibola.
“Hermione”- sentiva la punta della sua lingua sul collo.
Poi si fermò a guardarla prendendole il viso tra le mani, fissandola.
“Hermione”.
Non aveva mai sentito un suono più bello.
 
 
Qualche piano più sotto altri due studenti stavano dando un significato diverso al noto astio tra le loro case. Dopo la scenata di Ron e con le due sorelle Patil evaporate, Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, la speranza del domani, si era improvvisamente ritrovato seduto da solo come un’idiota.
La strana solitudine duro però solo pochi secondi, ben presto gli arrivò un sentore piacevole e complesso, quasi maschile, ma con un sentore di vaniglia, di frutta secca e cuoio che lo rendevano sensuale, cosi come il paio di gambe lunghissime che entrarono nel suo campo visivo. Risalendo con lo sguardo, si trovò una bella scollatura generosa rivolta nella sua direzione. La Parkinson era seduta accanto a lui sorseggiando un cocktail cristallino che di sicuro aveva ben poco di analcolico nonostante fossero circondati da professori. Lo guardava fisso come un dannato serpente pronto a colpire. La cosa gli iniziava a mettere i brividi ma era anche vero che non poteva di certo rimanere completamente indifferente. Il profumo ora sapeva più di caramello leggermente bruciato e vaniglia, ma non aveva perso il suo spirito tagliente, quasi di ferro.
“Vanagloria”- disse improvvisamente lei,e per un momento la fissò incerto tra crederla matta, ubriaca o semplicemente incapace di sostenere una conversazione sensata .
La ragazza staccò leggermente le labbra dal liquido. Una volta tanto non erano vermiglie . Quella sera aveva puntato tutto su degli splendidi occhi contornati di nero che rendevano il suo sguardo di ossidiana ancora più pericoloso .
“E’ il mio profumo . Non proprio babbano. Più Mezzosangue potrei dire. Un po’ come te. E anche il nome ti si addice molto. Ti piace vero ?”
Harry continuava a non seguire il suo ragionamento ma istintivamente si sporse verso di lei , che al contempo allungò il lungo collo , girandosi ancora di pochissimo verso di lui.
Ebbe la netta consapevolezza di aver fatto la figura dello scemo appena lei gli sorrise apertamente alzando il calice “ Al mio profilo migliore Potter. E alla splendida foto che circolerà da domani del campione di Hogwarths, il celebre Harry Potter, Grifondoro dal cuore intrepido e della bella ma discussa Serpeverde purosangue Pansy Parkinson. Che fine avrà fatto la piccola e patetica bigotta che neanche un vestito da centinaia di galeoni è riuscita a far smettere di essere così banale? Nessuno lo sa e a nessuno importa. Adieu banalità e benvenuta grandezza. Brinda con me Potter , conquisteremo questa cazzo di scuola prima che tutto vada a puttane”.
Harry era sempre più impietrito,ormai consapevole di questo le parole di Pansy si sarebbero ben presto avverate grazie all’uso scellerato e assolutamente disgustoso che ne avrebbe fatto la stampa. 
Serrò i pugni: “ Eh non mi faccio fregare così, bella mia. Domani dirò a tutti…”
La strega ghignò mentre si alzava su una gamba leggera per poi ricadergli in grembo, con il busto appoggiato al suo torace, un braccio dietro la nuca come fosse lui che le impedisse di cadere e le lunghe gambe accavallate in modo che il suo rotondo e polposo sedere fosse proprio sopra il punto più sensibile del ragazzo. Che guarda, guarda non sembrava più così indefessamente devoto alla rossa che Pansy ben sapeva avere domicilio nel suo stupido cuore.
Harry era paonazzo e non sapeva più dove guardare. Tutta la sala li fissava. Anche la band sembrava aver smesso di suonare. Pansy gli accarezzò la fronte, indugiando sulla cicatrice. Se la stava spassando un mondo, la stronza.
Sapeva bene che se l’avesse spostata di peso avrebbe fatto la figura non solo di un emerito deficiente ma anche di uno che avrebbe avuto difficoltà a camminare. E soprattutto non voleva che ci fossero altre voci sul conto, specialmente dopo la figuraccia con Cho. Pansy sembrò leggergli nel pensiero:
“La piccola streghetta che ti ha rifiutato per quel gran figo di Diggory ti sta guardando, piccolo Potter. Davvero vuoi cacciarmi via e passare per uno che preferirebbe che fosse il campione di Tassorosso a mettergli la lingua nell’orecchio? Non ci sarebbe niente di male sai” - gli sussurrò maligna mentre si avvicinava pericolosamente al suo padiglione auricolare
Maledetto di un Grifondoro pensava nel frattempo la mora irritata, ci stava mettendo troppo e da lì a poco sarebbe sicuramente intervenuto qualche stramaledetto professore. Di certo non Piton però, che aveva smesso i suoi panni da fustigatore di costumi per godersi la scena in tutta tranquillità . Ah quante soddisfazioni gli stava dando la sua casa .
Per velocizzare le cose gli si mosse un po’ addosso , mentre sentiva chiaramente la sua eccitazione che cresceva sebbene il proprietario del cervello connesso non fosse propriamente d’accordo.
“Pansy Io ho già avuto delle ragazze, lo sanno tutti. Credo che mi abbiano dato dei voti e ti posso assicurare che non erano affatto male. Quindi se pensi che io sia un ragazzino da sverginare per ridacchiartela con quei deficienti dei tuoi amici ti sbagli di grosso “- sibilò.
Uomini. Merlino quanto potevano essere ottusi. Si chinò a bisbigliargli con voce pressoché inaudibile- “ Del tuo pene da sfregiato sopravvissuto non me ne faccio assolutamente nulla, Golden boy . A me serve che tu domani dica a tutti che sarò io a rimpiazzare la demente con la vagina sigillata dal padre come tua accompagnatrice e che prenderò parte a tutti, e dico tutti, gli eventi mondani del caso. Pansy Parkinson, l’affascinante e sensuale voce delle ragazze moderne”
“Per quello c’è già Hermione, mia cara “ mentre Pansy rideva artigliandogli la nuca:
“Eh no mio caro, per quanto si sbatta la tua amata amichetta nata babbana non riuscirà mai a farsi accettare nell’alta società. Ma forse potrà scoprire una vocazione per un lavoro per così dire, più ministeriale. Sempre che non rovinino tutto”. E dentro di sé aggiunse, sempre che Draco non si sia andato a ficcare in un guaio più grosso di lui. E per guaio intendeva la Granger, non aveva potuto fare a meno di notare che entrambi erano spariti, volatilizzati. E dato l’umore del suo amico ultimamente non si prospettava niente di buono.
Harry era quasi senza più forze, sapeva di avere ancora poca lucidità mentale ma cercò di usarla tutta :
“E se lo faccio che mi dai in cambio?”
Lei avvicinò il viso al suo e gli verso il cocktail restante direttamente tra le labbra .
“Oh vedrai piccolo Potter, vedrai. “
Trenta secondi dopo la McGranitt arrivò di gran carriera urlando che Hogwarts era un posto rispettabile e non certo un baccanale .Per Harry l’aria tornò respirabile e lui sentì il sangue cominciare a scorrergli normalmente in tutto il corpo.

 
Un Natale decisamente alternativo quello che ha preso piede al Castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Più per alcuni che per altri. Ma il nuovo anno ormai incombe e i problemi non tarderanno ad arrivare. Non sono riuscita a resistere al cliché del dopo ballo, scusate.
In questa nuova versione della storia questi due se la stanno prendendo più comoda. Ho cercato di rendere più canoniche le reazioni di Hermione, ma non volevo e potevo prescindere dal fatto che iniziassero la loro storia a questo punto dell’anno.
Il profumo citato è realmente esistente e quando l’ho annusato nella mia testa l’ho subito associato a Pansy. Oltre al fatto di adorare il nome, assolutamente da Serpeverde. Unisex e complesso, per una ragazza che vuole sembrare molto più dura e grande della sua età. Ma che rimane sempre un po’ dolce in fondo.
 

 

 
   
 
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