Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: RedelNord    18/07/2021    1 recensioni
La storia riprende gli eventi di Supernatural a metà della seconda stagione, cronologicamente slittiamo indietro di dieci anni.
Sam e Dean svolgono la loro professione di cacciatori del soprannaturale in maniera nascosta, nell'ombra, non sanno che qualcuno oltre oceano, svolge la medesima professione, ma sotto lauta ricompensa.
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(Leidy Pennysilvania  1 Dicembre 1996)
 
“Perché ci siamo fermati qui? Qui non viene mai nessuno.”
 
“Appunto, è intimo, possiamo fare tutto il rumore che vogliamo.” Risposta ammiccante.
 
Mentre lui si fa già avanti, lei cerca di allontanarlo per un po’, non le piace il posto, la inquieta alquanto.
 
“Qui non mi piace, andiamo da un’altra parte.”
 
“Devi sempre lamentarti…”
 
“Cos’è questo rumore?”
 
“Non c’è niente la fuori ora basta.”
 
“No, sembrava, il verso di un cavallo.”
 
Entrambi tacquero, lui allora decise di scendere per dimostrare a lei, che non c’era assolutamente niente la fuori, lei quasi non ci credeva, le sembrava di vivere una di quelle classiche scene da film horror…
 
Michael si era allontanato bene, e da un po’ di tempo, mentre Cindy era rimasta in macchina, le era venuto più volte il pensiero di andarsene, ma non voleva abbandonare Michael, così decise di scendere a sua volta.
“Michael, mi hai convinto, non c’è niente… Ora però torna in macchina…” La voce di Cindy era strozzata dal terrore, c’era qualcosa nella foresta…
Qualcosa di malvagio…
 
La ragazza fu pervasa dal terrore, e non resistette, si voltò decisa a tornare in macchina e ad andarsene.
Sentì nuovamente il cavallo nitrire, si voltò e vide qualcosa che volava alto, in realtà non volava stava cadendo, e cadde proprio sul cofano della macchina.
Una testa… Una testa che lei conosceva…
 
Cindy sentì lo stomaco contorcersi, non riuscì nemmeno a gridare, sentì un cavallo correre verso di lei.
Allora corse verso la macchina, si era allontanata tanto, troppo…
 
Chiunque fosse dietro di lei, l’avrebbe raggiunta, ma l’inconsapevolezza di non sapere, chi la stesse inseguendo la rendeva ancora più agitata, così mentre i passi del cavallo si facevano ormai in sua prossimità, si voltò e lo vide…
 
Un uomo correva a cavallo, aveva una spada nella mano destra, una fiaccola in quella sinistra, il cavallo nero come la notte, e dagli occhi rossi, l’uomo sembrava vestito come un soldato, la cui divisa però era stata sbrindellata, sporcata.
 
L’uomo era… Senza testa…
 
No, non era vero, non poteva essere vero, era solo la paura che faceva vedere certe cose.
Che fosse così o meno, Cindy non arrivò in tempo alla macchina che anche la sua testa si unì, alla collezione, appesa alla cintura del cavaliere…
 
Una lunga risata terrificante riempì l’aria notturna…
 
 
 
Gli altri due non sono convinti lo so, ma io sento che dobbiamo andarci, Dean guida, e Dylan sta leggendo il diario di papà, da quando abbiamo lasciato l’ultimo lavoro, Dylan è sempre più ossessionato da papà, si vede, non ha parlato molto e ha solo cercato informazioni, non so cosa speri di trovare in quel diario, ma lo lascio fare.
 
The Ghost of the Navigator riempie la macchina, Dean si è fatto andar bene la musica del nostro nuovo socio, penso gli sia sempre piaciuta, ma non l’abbia mai voluto dire per questione di principio, infatti non lo dice neanche adesso.
 
“Stiamo perdendo tempo Sam, e non te lo ripeterò più.”
 
“Per quanto mi scocci ora devo dare ragione Buffy.”
 
“Grazie Dean, da quanto non succedeva?”
 
“Sentite io ho come una sensazione.” Provo a farli ragionare, ma Dylan è inamovibile.
 
“Sam, è semplicemente uno che taglia teste, fine, hai idea di quanti ce ne sono?”
“Uno che taglia teste solo di notte? Solo in una zona della città?”
 
“Sì, può essere un fanatico, qualcuno con scadenze e regole precise, ci sono anche quelli.” Ora ci si mette pure Dean.
 
“Mi spiegate che senso ha che qualcuno che ha ucciso così tanta gente resti nello stesso posto, che la polizia non l’abbia ancora preso? E non stiamo parlando di una metropoli, ma di un paesino.”
 
Ora stanno zitti, e ci credo.
 
“C’è qualcosa di strano e noi dobbiamo indagare, se poi non è niente, benissimo, ce ne andiamo. Ma io voglio controllare.” E ora non voglio sentire questioni.
 
“D’accordo Sammy, allora prepara quel tuo brillante cervello per cercare tracce di soprannaturale, perché siamo arrivati.”
 
(Leidy Pennysilvania camera 16 di un Motel sulla strada 13 Dicembre 1996)
 
 
“Quello che dobbiamo fare è entrare nella foresta, con l’EFM così capiamo se veramente c’è qualcosa.”
 
“Sam, stai parlando di controllare un’intera foresta.”

“Dylan, se ne negli ultimi giorni la creatura è stata attiva le tracce saranno più evidenti, ci sparpaglieremo, siamo in tre.”
“Comunque sia bisogna entrarci, prima, nella foresta.” Asserisce Dean, con un giornale in mano.
 
“Che vuoi dire?” Chiedo io.
 
“Vuol dire che dati tutti questi omicidi la polizia ha posto un blocco al ponte, che collega il paese con la foresta, vista la presenza del fiume, quindi bisognerà essere le persone giuste.”
 
 
“Sono l’agente Simmons, FBI, loro sono i miei colleghi, l’agente Clarence e l’agente Dovgalevsky. Siamo qui per controllare l’aerea.”
 
Lo sceriffo non sembra molto convinto, anche se ha controllato i distintivi.
 
“Perché i federali? Cosa c’è sotto?”
 
Dean sorride, con disinvoltura, è così a suo agio quanto racconta balle.
 
“Detto fra noi sceriffo qui è possibile che ci troviamo di fronte a un caso veramente delicato, e quindi siamo stati mandati noi, come avanguardia per accertarsi che la polizia locale non stia con le mani in mano.” Mio fratello sorride beffardo, mentre io e Dylan cerchiamo di mantenerci seri.
 
Lo sceriffo ci fa passare.
 
“Ora puoi dirmi perché io ho un cognome polacco?”
 
“Perché sei quello con la faccia più da polacco dei tre.”
 
“Non sarebbe stato meglio che le scegliessi io le mie identità?”
 
“No, è più divertente darti i nomi che voglio, e ora fai il tuo lavoro, agente Dovgalevsky.” Dean sorride, mentre Dylan prende un’altra strada.
 
Ci dividiamo, così da coprire più aree.
 
(Sam)
Corpi senza testa… Corpi senza testa…
 
E le teste non vengono mai ritrovate, questo significa che vengono portate da qualche parte, non so come se la stiano cavando gli altri ma io non trovo niente, questa zona non sembra interessata dall’attività soprannaturale.
 
(Dylan)
Concentrati Dylan… Concentrati, ora hai un lavoro da fare, certo che questi rilevatori d’attività soprannaturale sono incredibili, e io che mi affido sempre all’istinto, sia chiaro che non venderei mai il mio istinto per roba tecnologica ma sono comodi, non c’è che dire.
Mi fido di Sam, se dice che qui può esserci qualcosa, allora è possibile, è solo che ancora non trovo niente, ma sì, del resto cosa spero di trovare? Un cartello con sopra scritto: tana del fantasma assassino.
 
(Dean)
Fortuna che lo sceriffo ha avvisato i suoi uomini, altrimenti dovrei star qua a far vedere il distintivo a tutti.
Ancora niente, non lo so, io continuo a pensare che non ci sia niente di strano qui, semplicemente questi sbirri sono incompetenti.
Un momento… Capto qualcosa, seguo la traccia… E ora cosa troverò?
Non mi faccio altre domande e seguo, sto entrando in una zona di foresta alquanto stretta…
 
Un odore acre mi pervade, odore di putrefazione…
 
L’erba attorno è sempre più scura, man mano che mi avvicino ad un albero, ora l’indicatore sta quasi per scoppiare, mi avvicino…
 
L’albero sembra secco, vivo, ma dall’aspetto morto, c’è un tanfo immane, probabilmente emanato dalle teste che stanno appese ai rami…
 
 
 
 
“Nei casi di assassini in questo paese, non c’è nessuno che tagliasse la testa alle vittime, quindi non stiamo cercando un fantasma.”
 
“Escludo che stiamo cercando qualcosa di corporeo, insomma, ci sarebbero tracce no, solo i fantasmi non ne lasciano.” Insiste Dylan.
 
Dean cammina avanti e indietro nervosamente.
“Quello che a me preoccupa è che ora che hanno scoperto quell’albero ci saranno il doppio degli sbirri.”
 
“E che t’importa mica ce lo fregano il bastardo.” Risponde Dylan, che sta leggendo una rivista.
 
Io e Dean ci guardiamo, Dylan ancora non sa che siamo ricercati come animali braccati, comunque ora non è il momento per parlarne.
“Sentite qui nella cronaca locale non vedo niente, dovrei andare in biblioteca consultare qualche registro più antico.”
 
“Nel frattempo io e Dylan prepariamo le armi.”
 
Annuisco, mentre Dean da un’amichevole pacca sulla spalla a Dylan, che non sembra gradire.
 
“Non mi piace quando se ne sta fuori per tanto tempo.”
“Sei apprensivo Dean, è toccante.”
“Se avessi un fratello minore lo sapresti.”
Lo guardo come per rimproverarlo, non voglio che mi prenda per un insensibile, anche se forse… Sotto sotto, lo sono.
“Dylan, dimmi una cosa: là in Inghilterra esiste qualcuno che come qua, da la caccia a questi figli di puttana?”
Io resto un attimo con lo sguardo basso, mentre diversi racconti e ricordi mi vengono alla mente.
“Una volta ce n’erano tanti…” Dico senza aggiungere altro mentre provo a recuperare la mia mente, persa in lugubri racconti di ricordi e ricordi di racconti, sconfitte… Morte…
“E ora?” Insiste Dean.
“Ora signor Winchester gradirei non essere assillato.”
 
Dean fa una smorfia e torna ad occuparsi delle armi, mentre io… Io ormai sono naufragato nella mia stessa mente.
 
(Biblioteca di Leidy Pennysilvania)
 
 
“Sto cercando qualcosa che parli della città, sa: miti, leggende, storie…”
 
“Ah, ho capito, lei è un altro di quei fanatici della leggenda del cavaliere…” Dice il vecchio bibliotecario mentre mi accompagna negli archivi, cercando tra i registri.
 
“La leggenda del cavaliere?”
“Sì, il cavaliere senza testa, che vaga per la foresta in cerca di teste da mettersi sulle spalle.”
 
“No, non ne avevo mai sentito.”
 
“Ah, in questi giorni non si parla d’altro, capirà, con quello che sta succedendo.” Detto questo mi porge uno di quei libri, la pagina racconta proprio di quella storia, con tanto di illustrazione del cavaliere…
 
“Secondo la leggenda, il cavaliere cerca una testa, vaga per il bosco e taglia la testa di quelli che trova, poi se le porta attaccate alla cintura fino all’alba dove sembra che le tenga tutte insieme da qualche parte.”
“Ma il cavaliere è esisto davvero?” Chiedo io, sempre più coinvolto.
 
“Be, la leggenda dice che si tratta di un cavaliere inglese, morto durante la guerra di indipendenza, puoi immaginare come, essendo che gli hanno tagliato la testa lui è rimasto per punire chiunque attraversi il suo dominio, e possieda la cosa che lui non ha…”
 
“E ora questo cavaliere dove è sepolto?”
 
“Mi prendi in giro ragazzo? Questa è solo una storia, una storia che era stata dimenticata, come la foresta, qualche bastardo pochi anni fa ha cominciato a tagliare teste, poi lo hanno preso, ma la foresta ha riacquistato interesse, e così ora la gente ci torna, ma non esiste nessun cavaliere, e anche se fosse esistito non c’è una tomba, e anche se ci fosse a quest’ora la salma sarebbe polvere.”
 
 
 
“È con questo che abbiamo a che fare.” Asserisco indicando l’illustrazione che ho fotocopiato in biblioteca.
 
“Il cavaliere senza testa? Come quello della leggenda di Sleepy Hallow?” Chiede Dean, cominciando a canticchiare il motivetto della canzone del film, quella dove raccontavano la storia del cavaliere.
 
“Be, tutte le storie si basano su un fondo di verità.” Continuo io.
 
“Ne sei sicuro?” Chiede Dylan. 
 
“Certo, il cavaliere ha questo modus operandi, taglia teste e non lascia la foresta, non può andare oltre il ponte, d’altronde la foresta è il luogo in cui è morto.”
 
“D’accordo ma come lo fermiamo? Stiamo parlando di un uomo morto da trecento anni, dove lo troviamo un corpo da dare alle fiamme?” Chiede Dean, al limite del preoccupato.
 
“Forse deve risolvere un caso in sospeso, magari trovare la sua testa è il suo caso.” Interviene Dylan.
 
“La testa sarà polvere, chissà dove.” Replica Dean, e ha ragione…
 
“Forse l’albero.”
 
“Ragazzi, l’albero, se lui ci porta tutte le teste, forse lì sotto è sepolto il suo corpo, magari non possiamo bruciare il corpo ma possiamo bruciare l’albero!” Asserisco, gli altri confermano, potrebbe essere la soluzione, bene, prepariamoci a partire.
 
 
 
 
(Foresta di Leidy Pennysilvania 13 Dicembre 1996 ore 22:46)
 
Ora la sorveglianza è aumentata, o il cavaliere non esce, o se esce fa una strage, non penso che voglia lasciare testimoni, e gli sbirri sono praticamente ovunque.
 
Io e Dean siamo pronti con tutto, mentre Dylan si è allontanato, e ha sparato dei colpi in aria per attirare le guardie lontano dall’albero.
Spargiamo il sale e la benzina, e ora fuoco alle polveri…
 
L’albero prende fuoco non troppo facilmente, ma ora sta bruciando del tutto.
È fatta, penso…
 
Sento dei rumori…
 
Da dove i poliziotti si sono allontanati, spari… Grida… Il rumore della corsa di un cavallo…
 
“Sam… Ha funzionato?”
 
Rimango a fissare quel punto, ed estraggo la pistola…
 
I poliziotti corrono verso di noi, senza posa, visibilmente terrorizzati…
 
“No…” Rispondo io.
 
Una risata demoniaca squarcia l’aria, mentre il cavaliere alza la spada e taglia la testa ad uno degli agenti.
 
Poi corre verso di noi, Dean si sposta dietro l’albero, io mi scanso dalla corsa del cavallo, entrambi spariamo e lo colpiamo, è svanito… Tornerà…
 
“Senta deve assolutamente raggiungere il ponte, e andarsene da qui.” Ordino al poliziotto sopravvissuto.
 
“Non risponde nessuno,” Dice lui, indicando la trasmittente.
 
“No, e non risponderà nessuno, deve andare via, o morirà anche lei.”
 
“Ma che diavolo era quello, e chi siete voi!?”
 
“Sam, portalo fuori dalla foresta, io vado a cercare Dylan.”
 
“Dean, non ti lascio solo.”
“Muoviti questo è un ordine, agente Clarence!”
Riluttante mi allontano.
 
 
“Dylan! Dylan! Dove sei!?” Mi guardo attorno, e provo ad aguzzare la vista, un improvvisa paura mi assale.
 
“Dylan!”
 
“Sono qui…”
Mi calmo, una sensazione di sollievo come ne ho provate poche.
 
Dylan, compare da dietro un albero, attorno a lui, solo corpi decapitati. “Qualcosa è andato storto eh… Dov’è Sam?” Mi chiede.
Io non rispondo subito, mi prendo qualche secondo per abbracciarlo, temevo proprio che non l’avrei più rivisto…
Lui ricambia, ma alquanto riluttante, si ha ragione, sto esagerando, ma che mi prende?
 
“Ora andiamo noi, lui è già andato.”
 
 
 
(Motel ore 8:21 14 Dicembre)
 
“Cosa è successo!?”
“Dean calmati…”
“No, non esiste… Sam, abbiamo rischiato di morire ieri notte, vorrei sapere perché.”
“E io anche.” Interviene Dylan.
 
“Non lo so… Probabilmente il corpo non era lì, oppure non abbiamo bruciato bene l’albero.”
 
“Fantastico, hai idea che con la strage di ieri arriveranno davvero i federali? E noi che cosa possiamo fare?”
 
“Ragazzi, è vero che con troppi sbirri non si lavora bene, ma parlate dei federali come se vi stessero dando la caccia.” Puntualizza Dylan, mentre guarda di nuovo l’immagine del cavaliere.
 
Io e Dean, ci guardiamo di nuovo.
 
È il momento di dirglielo, penso… Dean sembra capire ed essere d’accordo con me.
 
“Dylan, devi sapere che…”
“Ragazzi!”
Il cacciatore inglese sembra aver avuto una rivelazione.
 
“Cosa abbiamo visto entrando nel paese quando siamo arrivati?” Chiede, coinvolgendoci.
“Lo strip club?” Chiede Dean sogghignando, Dylan alza gli occhi. “Il museo di storia.” Rispondo io, che comincio già a capire.
 
“Cosa si custodisce nei musei di storia?”
“Cimeli, divise… Armi…”
 
“Esatto! Il cavaliere senza testa non ha un corpo, ha legato la sua anima a un’oggetto, un oggetto che è parte di lui, che non è stato seppellito insieme a lui.”
 
“La spada…” Intuisco io.
 
“La spada.” Conferma Dylan. “Quindi non ci resta altro che andare al museo, prendere la spada, darle fuoco e…” Dylan schiocca le dita, “il gioco è fatto.”
 
 
 
(Lidey Pennysilvania 14 Dicembre 1996 ore 23:13)
 
“D’accordo ragazzi, ci penso io a recuperare la spada, voi fate i pali.” Ordina Dylan, mentre lascia me e Sam soli all’entrata.
 
Qui sembra tutto così tranquillo, è troppo tranquillo in effetti…
 
L’allarme è già scattato ma non ci sono poliziotti in giro, spero che Dylan si sbrighi perché i federali erano in zona già prima, se ora vengono a sapere chi siamo, siamo fottuti.
Il telefono squilla, ho un de ja vu, Sam mi guarda con la solita faccia preoccupata, ho già capito che dovrò rispondere io, così mi avvicino all’apparecchio.
 
“Sì?”
“Buonasera Dean, ma guarda, chi non muore si rivede.”
Sam mi guarda dubbioso, penso che qualche idea se la sia già fatta.
“Sono l’agente Henrickson, ti ricordi Millwaukee?”
Non rispondo, sto cercando di concentrarmi sul da farsi, merda! Ancora questi sbirri.
 
“Ascolta, ho saputo che siete in tre adesso, cos’è un altro ostaggio o avete allargato la famiglia? Qui uno dei poliziotti dite che lo avete salvato da un fantasma, non so cosa gli avete fatto ma state giocando con il fuoco ragazzi…”
 
Dylan è arrivato e tiene la spada: “eccola ragazzi, forza bruciamola.”
“Lei sta giocando con il fuoco agente.” Dico, prima di riattaccare.
 
“Ascolta Dylan, dobbiamo fare una cosa, devi fidarti di me.”
Lui arretra: “aspetta, aspetta, ma di che parli? Usciamo no?”
“Ci sono i poliziotti fuori, e sono tanti, ci sono i federali con le camionette e i cecchini.”
 
“Cosa, cosa? Cecchini, ma di che diavolo parlate è un’effrazione in un museo non siamo entrati a Fort Knox.”
 
Ora interviene Sam: “ascolta Dylan, ti spiegheremo tutto ma ora devi fidarti di noi.”
 
 
 
 
“Non vi avvicinate! Giuro che se vi avvicinate gli faccio esplodere il cervello!” Dean si fa strada verso la macchina, con Dylan davanti come scudo umano, mentre lo tiene con un braccio attorno al collo, e con l’altra mano gli punta la pistola alla testa.
 
“Ora se volete riavere l’ostaggio dovete seguirci nella foresta.” Detto questo entriamo in macchina e ci dirigiamo verso il ponte, con tutte le volanti e le camionette dietro.
 
“Così visto contro cosa combattiamo magari capiranno e ci lasceranno stare.” Continuo, mentre guido.
 
“No, no, potevate anche non dirmi che avevate mezzo esercito americano alle costole, così ora sono nel mirino anch’io!”
“Dylan, ascolta, non sanno chi sei, non sei nel mirino.” Prova a rassicurarlo Dean.
“Ascolta Dylan, noi volevamo dirtelo ma non abbiamo mai trovato il momento giusto, le parole giuste…” Provo io, ma lui mi interrompe.
“Le parole giuste? Magari: ehi Dylan, lo sai che siamo dei ricercati e che venendo con noi ti disegni un grosso bersaglio sulla schiena!?”
 
“Ehi, non ti abbiamo obbligato noi a venire!” Ribatte Dean, d’accordo ora la situazione ci sta sfuggendo di mano.
“Ragazzi basta, ricordate che il cavaliere è ancora la fuori, dobbiamo pensare a quello.” Li metto in riga io, ecco, siamo arrivati.
 
 
Siamo in prossimità dell’albero delle teste, Dean pianta la spada nel terreno e la cosparge di sale e benzina, mentre Dylan fa la guardia.
“Dylan, non ti devi preoccupare, chiaro? Una volta che gli sbirri avranno visto il fantasma noi saremo liberi.” Insiste Dean, ma il cacciatore inglese non sembra molto convinto.
 
 
 
Cominciamo a sentire degli spari, e il rumore di un cavallo al galoppo, la risata del cavaliere…
 
“Dean! Se il cavaliere uccide tutti i poliziotti, noi a chi lo faremo vedere!?” Grido io.
 
“D’accordo dobbiamo aiutarli, dobbiamo guidarli qui. Dylan resta di guardia! Io e Sam torniamo subito!”
 
 
Seguiamo i rumori dello scontro, chissà cosa staranno pensando i nostri inseguitori.
Ne vediamo alcuni, sono terrorizzati al punto da non spararci. Cerchiamo di guidarli all’albero.
 
“Sam, dietro di te!” Grida Dean.
Mi volto, il cavaliere sta venendo verso di me, tiene alta la sua spada, e la sua torcia, alla cintura ha ben cinque teste.
Prendo la mira e sparo, lo manco, allora mi butto di lato ma lui taglia la testa al poliziotto che avevo vicino.
Dean spara e non sbaglia.
“Dobbiamo muoverci! Dov’è l’agente Henrickson?” Chiedo io al poliziotto vicino a me, mentre Sam si rialza.
“È rimasto fuori dalla foresta…”
Strappo la radiolina al tizio, “devo parlare con l’agente Henrickson, chi è rimasto fuori? Fatemi parlare con lui, ditegli che sono Dean.”
 
Dopo poco, la risposta.
“Dean, che diavolo sta succedendo, abbiamo perso il contatto con quasi tutti gli agenti, non so come fai ma ho il sospetto che quell’altro fosse un tuo complice, come cazzo avete fatto, siete soli in tre!”
 
“Stammi a sentire una volta per tutte, testa di cazzo, io non ho ucciso nessuno, se porti il tuo culo qui puoi vedere con i tuoi occhi cosa ha ucciso i tuoi uomini, ed è la stessa cosa che cerchiamo di fermare, e lascia stare il nostro terzo amico, lui non c’entra, muovi le chiappe e vieni qui.”
 
 
Mi hanno mentito… Ma se credono che li seguirò senza batter ciglio dopo stanotte, si sbagliano di grosso, ho troppe cose a cui pensare, e loro mi distraggono, mi intralciano.
Sento dei passi, mi armo. Si avvicina qualcuno.
 
“Fermo, non sparare!” Grida Dean. Abbasso l’arma.
“In questo momento è proprio quello che farei.”
“Lo so, ma non abbiam ancora finito.”
“Dov’è Sam?”
“Sta portando qui uno degli agenti, siamo riusciti a recuperare solo questo.” Dice indicando il poliziotto che è con lui.
 
“Il fantasma?”
“Qui non si è visto.”
“Dylan, mi dispiace…” Afferma Dean, sembra sincero, ma non mi interessa, ormai il danno lo ha fatto.
“Ti dispiace…”
“Credimi, avremmo dovuto dirtelo, ma…”
“Dean, puoi dire qualsiasi cosa non cambierà come mi sento, ora restiamo concentrati.”
So che il giovane Winchester è sincero ma non riesco a perdonargli questo, è possibile che i poliziotti ora abbiano già aggiunto anche me alla lista dei condannati, e tutto perché i miei due soci si vergognavano ad ammettere di essere ricercati.
Se devo essere sincero non so come avrei reagito se me lo avessero detto prima ma ora non siamo in quella situazione.
 
Sam arriva, è accompagnato da un agente.
 
“Che diavolo è successo!? Siete stati voi!?”
“Apra gli occhi agente, abbiamo armi da taglio con noi!?” Grida Dean, “se magari rimane qua le possiamo far vedere chi è stato e dimostrarle che noi siamo innocenti.”
 
“Potete anche non aver ucciso questi uomini, del resto stavamo cercando un serial killer nella foresta, ma ciò  non toglie gli altri crimini…”
Sam ora si avvicina a noi, mentre l’agente Henrickson resta dov’è, la pistola in mano.
 
“D’accordo, mi ascolti…” Inizia Dean, non finisce di parlare che l’agente, gli spara colpendolo in pieno in testa…
 
Prima che Dean inizi a parlare sparo e colpisco il poliziotto alla gamba.
“Ma che fai?”
“L’ho fermato, prima che ti uccidesse.”
“Lui mi aveva ucciso? Bastardo…”
 
Una risata… La risata…
 
Il cavaliere sta correndo verso l’agente Henrickson, che se né accorto e sembra sconvolto, si trascina, Dylan corre verso di lui, prova ad alzarlo, mentre Dean accende il fiammifero e lo lancia verso la spada.
Il cavaliere stavolta è comparso molto vicino, la spada sta bruciando e lui con essa, ma il braccio che regge la spada è ancora vivo e con un ultimo fendente taglia di netto la testa al nostro inseguitore giustiziere, Dylan ha provato a spostarlo, ma senza successo, e ora è ricoperto del suo sangue.
Il cavaliere si dissolve del tutto, non prima di aver liberato nuovamente la sua risata demoniaca e agghiacciante…
 
 
 
“Sono andati da quella parte, venite con me possiamo prenderli.”
 
Io e i due Winchester ci dirigiamo verso la macchina, ora che il nostro amico sopravvissuto ha allontanato le guardie rimaste.
(Dean)
“Spero che abbia di che ridere all’inferno il cavaliere, adesso…”
 
“Ora abbiamo perso il nostro unico testimone.” Faccio presente io.
“Be, ne abbiamo uno, che ci difenderà ma non credo che in molti gli crederanno.” Afferma Dean.
“Forse sapendo che gli omicidi si sono fermati, non trovando nessun cadavere di presunto serial killer, un paio di domande se le faranno.” Aggiunge Sam.
 
“Non è ancora finita comunque…” Conclude il fratello, che si accinge a salire in macchina.
“Lo è per me…”
 
“Come?”
“Io non posso continuare così ragazzi, non posso, ora che so da cosa scappate.”
Pensavo mi sarebbe stato più facile dire queste cose, ma adesso come adesso, ho come un blocco, e vedere Dean e suo fratello con quella faccia non mi fa bene.
 
“Pensavo fossimo una squadra.” Puntualizza il primo.
“Sì, anch’io ma abbiamo smesso di esserlo quando ho scoperto cosa nascondevate, mi dispiace ragazzi ma io devo lavorare con tranquillità.”
 
“E così ora basta? Tutto finito!?”
“Dean…” Lo rimprovera Sam, “ha ragione, lui non c’entra.”
Dean sembra non volerci credere, e maledetto io e i miei ripensamenti, no Dylan! Queste persone sono pericolose, devi deciderti.
 
“Ragazzi io non posso vivere con un bersaglio in fronte.”
Provo a convincerli, ma soprattutto a convincere me stesso.
 
Mi avvicino a Dean, gli porgo la mano.
“Hai il mio numero, se hai bisogno di qualcosa…”
“No, non possiamo più vederci, e questo è un addio…”
Il fratello maggiore mi guarda, con un’espressione tra il triste, l’arrabbiato e il deluso, infatti non resta lì e torna in macchina, mentre Sam mi raggiunge, facciamo due passi.
 
“Dove pensi di andare ora?”
“Be, ho diverse questioni da risolvere, tra cui sciogliere un dubbio mnemonico, riguarda vostro padre…”
Sam rimane sorpreso, io cerco di mantenermi calmo, non dev’essere facile per lui parlare di John.
“Cosa devi sapere?”
“Non ricordo più la mia esperienza con lui, e sono certo che qualcuno ha voluto cancellarmi la memoria di proposito, evidentemente avevo scoperto qualcosa di pericoloso, ho bisogno di calma per capire e capirai che essere braccati non è la condizione migliore quando si vuole ragionare.”
Sam, mi guarda con empatia, “si capisco.” Mi porge la mano, io la stringo gli auguro buna fortuna e mi raccomando che si prenda cura di suo fratello.
Poi ci voltiamo, ognuno per la sua strada.
 
 
“Tutto ok Dean?”
Lui non risponde, e mette la musica, forse è la mia impressione ma sembra più malinconica di quanto dovrebbe essere.
 
 
La Chevrolet sparisce nelle tenebre mentre io vago per la città, mi rimetterò sulla vecchia pista…
Ho detto a Dean che questo è un addio, ma mentirei se dicessi che non li voglio più rivedere quei due, chissà forse un giorno…
 
Non devo deprimermi, sono solo come ai vecchi tempi, l’indagatore dell’incubo è tornato in pista…
 
 
Salve amici, ecco il nuovo capitolo, fatevi vedere e sentire siete un pubblico bellissimo.
Ps: lo so, lo so, Buffy the Vampire Slayer è uscito nel 1997 e qui siamo nel 1996, ma fate finta che sia uscito quell’anno lì, sennò non quadrava la battuta di Dean, ahahaha.
 
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: RedelNord