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Autore: fennec    18/07/2021    7 recensioni
Raccolta di one-shot ispirata dalla bellissima canzone "Cirano"... spero che Francesco Guccini mi perdoni!
Dedicata a Sacrogral, per ringraziarlo... spero che non me voglia neppure lui!
L'universo di Lady Oscar è pieno di voci maschili, ma spesso a queste non si dà il dovuto spazio: io ho solo provato a farle sentire con questo piccolo, umile esperimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Bernard Chatelet, Hans Axel von Fersen, Victor Clemente Girodelle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo lei ed io ai piedi del laghetto che ha fatto spesso da sfondo alla nostra infanzia presso la tenuta Jarjayes, i cavalli lasciati liberi di abbeverarsi e di trarre ristoro dall’acqua cristallina, i fili d’erba accarezzati da una brezza leggera.
- Tu non mi devi dire qualcosa, André? - la sua domanda improvvisa infrange questo silenzio benedetto.
- No, niente -
- Su, avanti! Perché non mi dici che devo indossare quell’uniforme, che cosa aspetti? –
Ecco. Sapevo che saremmo giunti a questa discussione, ormai non si parla d’altro.
- No, tu non devi indossare quell’uniforme se non vuoi - dico sincero.
- Io ti conosco bene André: cominci col darmi ragione, ma poi tenterai di convincermi che sto sbagliando tutto –
Le sue parole taglienti mi feriscono nel profondo. Mi sento offeso, trattato come se fossi un imbroglione e reagisco con rabbia.
- Attenta! – la avverto, allungando la mano verso di lei. Oscar allontana il mio braccio con uno schiaffo e io la colpisco con un pugno al viso. In men che non si dica iniziamo una lotta feroce che ci riduce a terra stremati.
- Sei davvero forte, Oscar, devo ammetterlo – boccheggio, il volto livido premuto contro il prato.
- Vedi, André, questa notte io… Io ho sentito mentre ti stava parlando mio padre… -
Allora è questo di cui ha paura: teme che mi sia schierato dalla parte del Generale, che sogna una figlia soldato.
- Oscar… -
- Sì, dimmi pure, André, ti ascolto -
- Io capisco cosa prova tuo padre, ma non è una buona ragione perché io ti spinga a fare un tipo di vita che non ti è gradito. È per questo che io prima avevo deciso di non dirti niente… Ma una cosa devi permettermi di dirtela e giuro che in seguito non te ne parlerò mia più. Oscar, non è ancora troppo tardi: fermati e diventa una donna, Oscar! -
 
Gli orpelli, l’arrivismo… all’amo non abbocco
e, al fin della licenza, io non perdono e tocco.
 
Fermati e diventa una donna.
Con queste parole avrei voluto toccare la sua anima. Una preghiera sotto l’apparenza di un ordine disperato.
Non mi sono mai lasciato illudere dalle sue vesti maschili, dagli sproloqui e dai sogni militareschi di suo padre: Oscar è una donna e da donna deve affrontare la vita.
Purtroppo, però, il mio grido non è stato ascoltato e, anno dopo anno, ho visto questa Venere dai capelli biondi mescolarsi ed entrare a far parte del mondo degli uomini, fino a diventare Comandante delle Guardie Reali, uno dei più alti titoli a cui un soldato potrebbe aspirare.
Superava ogni sfida con forza e tenacia, battendosi con chiunque ostacolasse il suo cammino: le minacce alla Famiglia Reale, gli intrighi di corte, i nemici della sua amata Regina. E io sempre al suo fianco, sempre presente. Avrei dato tutto per lei. Ogni cosa.
 
- Dimmi, chi era il Cavaliere Nero? – le chiedo.
- Non lo so, l’ho lasciato fuggire -
- Perché, Oscar? Perché lo hai lasciato fuggire? Avresti dovuto inseguirlo e prenderlo, tu avresti dovuto farlo! –
Un falso rimprovero. Conosco già la risposta a questa domanda, ma ho bisogno di sentirla dalle sue labbra.
- Lo sai che non potevo, André, non ti avrei mai lasciato lì, ferito… -
Il mio cuore ha un sussulto di gioia e una luce dapprima tenue si fa va avanti man mano con più forza nella stanza.
- Guarda, André, è l’alba –
Il primo chiarore del giorno porta in me una nuova consapevolezza.
- Sono contento che sia stato ferito io all’occhio e non tu. Credimi, Oscar -
Sono sincero e lei lo riconosce, commossa.
- Sei molto caro, André. –
 
Un occhio. Cos’è mai un occhio in confronto alla salvezza di Oscar? Una lama non dovrebbe mai sfigurare il suo viso di dea, non mi perdonerei mai uno scempio simile. Sono disposto a sacrificare tutto me stesso pur di proteggere il mio amore, la mia vita, il senso stesso della mia esistenza.
Eppure, per quanto i miei sentimenti possano essere profondi e infiniti, nutro il timore che non possano essere mai sufficienti per venire ricambiati: l’affetto di Oscar nei miei confronti è quello di un’amica, di una sorella, mentre il suo cuore di innamorata batte invano per il Conte di Fersen.
Quanto è crudele, il destino! Come in una giostra delle sofferenze, ci troviamo ad amare senza essere amati, a desiderare senza essere desiderati e rinunciare ai nostri sogni sembra l’unica risposta possibile di fronte a un mare di dolore.
 
- Perché vuoi lasciare la Guardia Reale?
Avendo detto addio a Fersen, vuoi fuggire dalla Regina Maria Antonietta che Fersen ama? Se fuggire fosse la soluzione, io sarei fuggito da te tanto tempo fa, Oscar. È inutile fuggire, Oscar, credimi. -
 
È inutile fuggire, è inutile cercare di ingannare il proprio fato.
Nonostante starti vicino sapendo che ami un altro accresca le mie pene, rinnovi le mie ferite e renda più copiose le mie lacrime, rimanerti accanto dà significato alla mia vita, è l’unica scelta degna di essere intrapresa. È la solitudine la vera dannazione, è la tua assenza il mio più atroce tormento, è il bisogno di te senza poterti avere che rende amare le mie notti e bui i miei giorni.
 
Ma quando sono solo con questo naso al piede,
che almeno di mezz’ora da sempre mi precede,
si spegne la mia rabbia… Ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore.
 
- Perché ti sei arruolato nei Soldati della Guardia? Ho detto che non avevo più bisogno di te! –
Il suo risentimento è tangibile, si sente ferita nell’orgoglio: voleva essere finalmente indipendente, avulsa da ogni legame e mi ritrova al suo fianco, a farle da ombra.
- Non cercare inutili spiegazioni, Oscar - mento - mi sono semplicemente arruolato… Se vuoi sapere la verità, ho un amico nei Soldati della Guardia, mi sono arruolato tramite lui. Comunque, qualunque cosa tu possa pensare, io sono l’unica persona in grado di proteggerti, Oscar. Sempre ai vostri ordini, mio Comandante. –
E con un saluto militare mi allontano.
 
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna,
però non la sopporto, la gente che non sogna!

Potrà mai il mondo essere dei sognatori?
Ho sognato una vita con Oscar quando eravamo bambini.
Sogno una vita con Oscar ora che siamo adulti.
Malgrado apparteniamo a classi sociali differenti, malgrado tu sia una dea guerriera ed io un umile servitore, un semplice soldato cieco da un occhio, malgrado la sorte sia stata per noi avversa, di notte e di giorno mi rifugio nei sogni, unica, vera fonte di ristoro.
Sono sogni proibiti e delicati al tempo stesso, in cui assaporiamo la dolcezza del noi, in cui i nostri cuori battono in eterno e all’unisono l’uno per l’altro e in cui non c’è barriera, non c’è ostacolo che potrà mai opporsi al nostro amore.
Oh, se potessi fare di questo sogno la mia vita e trasformare la mia vita in sogno!
 
- André, quando siamo insieme sento di vivere. Sento di vivere. –
 
Le mie labbra sulle sue. I nostri corpi nudi sull’erba. Le lucciole ed il cielo stellato a benedire la nostra unione. Non è un sogno, è l’eternità che si è fatta presente.
Il mio respiro le accarezza la pelle, la sua mano calda mi sfiora il viso. Alla presenza degli dei della natura ci siamo scambiati promesse d’amore e siamo diventati un noi, o meglio, un solo io, un’unità unica e perfetta.
Danzano le luci in questa notte di luglio, si riflettono limpide sull’acqua che scorre prima lenta e poi veloce oltre la sponda del torrente. Danzano le nostre anime al ritmo del vento, che le fa ondeggiare come rami di un albero, come petali di un fiore che dona il suo profumo a chi lo sa ricevere. Danzano i nostri cuori una danza infinita, che ha il sapore della primavera e la freschezza del mattino, ed è fatto di amplessi, baci, carezze, vita.
Mai mi sono sentito così vivo come in questo momento. Mai siamo stati così vivi.
E il mondo intero sembra fermarsi nei suoi occhi quando mi dona con tutta se stessa il suo amore.
 
Perché oramai lo sento: non ho sofferto invano
se mi ami come sono… Per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo Cirano.
 
- Ascolta, André, io vorrei… vorrei diventare tua moglie. Vorrei che mi portassi in un piccolo villaggio, in una piccola chiesa dove ci sarà una semplice cerimonia… Ecco, André, vorrei solo che mi dicessi che io diventerò tua moglie -
- Ma certo, Oscar, lo diventerai. È la cosa che più desidero al mondo… Oscar, perché stai piangendo? –
- Ricordi, André, ricordi quando eravamo ragazzi? Le splendide albe che abbiamo visto ad Arras? Bene, io vorrei… Vorrei tornare laggiù con te e vivere di nuovo quei meravigliosi momenti, stavolta in maniera più completa, perché adesso ci amiamo e l’amore rende tutto più bello –
 
Il suo viso è bagnato dalle lacrime, ma i miei occhi non possono più vederlo. Il suo grido sale fino al cielo, ma le mie orecchie non possono più udirlo. Il suo cuore è dilaniato dal dolore, ma le mie dita non possono più percepirne il battito.
La mia anima ormai appartiene ad un altro mondo, ma il mio amore per Oscar va oltre le ragioni della vita e della morte. E come i miei sentimenti sono rimasti sinceri, integri e inarrestabili di fronte ad ogni avversità, così ho la certezza che il mio spirito non potrà mai essere separato da lei. Presto torneremo a vivere insieme, a gioire insieme, a desiderarci insieme… come quella notte di luglio, illuminata dalle lucciole, in cui abbiamo respirato l’infinito e l’infinito ha respirato il nostro amore.
 
Dev'esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
 
Perciò la mia voce giunge a lei, le mie dita le accarezzano i capelli, il mio viso dà luce ai suoi sogni, la mia anima le cammina accanto nell’attesa che il destino ci riunisca per sempre e che Oscar, la mia Oscar, la cui bellezza rende vana ogni parola, viva con me un’eterna vita oltre la vita.
 
Perché Rossana è bella, siamo così diversi.
A parlarle non riesco… le parlerò coi versi.
 
 
 
 
 
 
 





 
 
 
 
 
Popolo di EFP, rieccomi qua!
Che dire? Scrivere questo capitolo è stato faticoso quanto il quarto, del resto è il capitolo finale, quello che parla di André, ed è stato difficile scegliere gli episodi che mettessero in luce il suo rapporto con Oscar: sono fin troppi e ho dovuto fare una drastica selezione.
Spero che la lettura risulti scorrevole e che i sospiri disperati di André non sembrino ridondanti: per alcuni punti della storia, vi confesso, ho questo timore.
So che ci sarebbero altri personaggi maschili del mondo di Lady Oscar a cui poter dar voce, ma ho preferito mettere in luce i principali e, soprattutto, scegliere quelli che più facilmente potessero venire accostati alla meravigliosa canzone di Guccini.
Ringrazio tantissimo chi mi ha donato parte del suo tempo per leggere questa fanfiction e chi è stato così gentile da lasciarmi una recensione: il vostro supporto e il vostro incoraggiamento sono stati per me dei graditissimi regali.
Un caro saluto,
fennec

 

  
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