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Autore: heliodor    18/07/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il mio nome è Bryce

 
Il cavallo, si disse assaporando l’aria fresca fuori dalla tenda. Devo trovarne subito uno e andarmene. Elvana non resterà a terra per molto e appena fuori si metterà a gridare che sono sparita e…
Una mano le artigliò la spalla e la costrinse a voltarsi. Colta di sorpresa non riuscì a opporsi né vide il pugno che la raggiunse alla guancia.
Si piegò sulle ginocchia mentre cercava di tenersi in piedi. Elvana le afferrò la testa e le sferrò una ginocchiata sul mento che le tolse il fiato e fece calare il buio.
L’impatto con il terreno la fece sussultare. D’istinto balzò in piedi ed evocò un dardo magico nella mano destra e lo scudo in quella sinistra.
Anni di addestramento le fecero compiere i movimenti successivi senza che dovesse pensarci. Cercò la sagoma di Elvana e le puntò contro il dardo magico.
“Ti ammazzo” gridò mentre glielo lanciava contro.
La strega oppose lo scudo dissolvendo il proiettile in una cascata di scintille che le illuminarono per un istante il volto tumefatto.
Bryce le scagliò contro mezza dozzina di dardi che l’altra parò, ma ad ogni colpo la sua mente elaborava e scartava uno degli schemi di attacco che suo padre e le altre guide le avevano insegnato.
“Impegna l’avversario con un attacco serrato, poi attaccalo quando pensa che tu sia stanca” poteva sentire dire dalla voce di suo padre.
Le scintille si stavano ancora dissolvendo nell’aria quando scattando in avanti individuò la sagoma di Elvana ed evocò la lama magica.
“Mi hai costretta a farlo” gridò mentre calava la lama verso di lei. L’incantesimo attraversò la spalla e l’addome della strega, spuntando dall’altra parte.
Bryce cercò di mirare a un punto non vitale.
Le procurerò una brutta ferita, si disse mentre affondava il colpo, ma sopravvivrà.
Il contatto con il corpo della strega produsse una cascata di scintille che la lasciò perplessa. Mentre affondava la lama nella carne non incontrò la resistenza che si era aspettata. Anche l’espressione di Elvana rimase immutata, come se quel terribile colpo non le avesse procurato nemmeno dolore.
La figura sembrò tremolare e iniziò a dissolversi. Bryce la vide sparire come foschia che veniva dissolta dai raggi del sole appena sorto.
Dannazione, si disse mentre voltava le spalle. È solo uno spettro.
“Idiota” disse Elvana alle sue spalle.
Bryce fece per girarsi ma il ginocchio nel fianco le mozzò il fiato e le impedì di completare il movimento. Fece scattare il braccio in avanti ma la lama magica fendette l’aria.
Elvana era già lontana un paio di passi e stava intrecciando qualcosa tra i palmi delle mani.
Bryce balzò indietro e si preparò a colpirla di nuovo.
Stavolta devo essere sicura di colpire quella vera, si disse mentre evocava tra i palmi un’altra lama magica.
Elvana srotolò qualcosa tra le mani, come se una corda di luce si fosse materializzata nel suo palmo e la fece scattare verso di lei.
Bryce si spostò di lato e si preparò ad avanzare, ma la strega eseguì un rapido movimento col polso e la corda magica virò verso di lei.
Il tocco tra la sua gamba e l’incantesimo la fece trasalire come se fosse stata punta da un migliaio di insetti in una volta sola. Fece leva sull’altra gamba e si gettò di lato per evitare un secondo attacco.
La corda si ritrasse per un istante ma tornò a calare verso di lei mentre Elvana la dirigeva tenendola ben salda nella mano. Bryce stavolta attese fino all’ultimo e quando la punta della corda fu a un passo da lei, scattò verso l’incantesimo affondando un colpo deciso con la lama magica.
Nel punto in cui la sua lama e la corda di Elvana si toccarono esplosero le scintille. Bryce concentrò il potere che fluiva dentro di lei nella lama, passando da parte a parte la corda e spezzandola in due.
Elvana emise un gemito strozzato mentre eseguiva un rapido gesto col braccio per richiamare la corda.
Sei mia, pensò Bryce gettandosi verso di lei nello stesso momento. Balzò in avanti e sollevò la lama sopra la testa eseguendo un affondo deciso dall’alto verso il basso.
Elvana alzò entrambe le mani materializzando lo scudo magico davanti a sé.
Bryce avvertì la pressione di quel potere opporsi al suo affondo e concentrò i suoi sforzi per abbattere la sottile barriera che la divideva dalla strega.
Un altro sforzo, si disse mentre sentiva cedere lo scudo e avanzare la lama verso la pelle di Elvana. Ancor uno.
Elvana gemette e strinse i denti.
Bryce affondò la lama.
Qualcosa la colpì al fiano e la scagliò di lato. Gemette per il dolore la sorpresa lottando per rimettersi subito in piedi. Alzò gli occhi e vide due figure stagliarsi davanti a lei.
Anche nel crepuscolo poteva vedere gli scudi magici fluttuare davanti ai loro corpi.
“Ferma” gridò una voce rabbiosa alla sua destra.
Girandosi, riconobbe il viso di Maggart. Lo stregone aveva evocato i dardi magici e li stava puntando verso di lei.
“Non muoverti” disse una seconda voce alla sua sinistra.
Una strega dai capelli neri corvini stava evocando i dardi magici e li puntava nella sua direzione.
Bryce tornò a concentrarsi sui due che si erano frapposti tra lei ed Elvana.
“Fai sparire quelle lame” disse Maggart. “O ti colpiremo.”
Bryce cercò di schiarire la mente. “Mi ha aggredita” disse con voce affannata. “Voleva uccidermi.”
Elvana si era rimessa in piedi e aveva alzato le mani in segno di resa. Una strega le stava puntando i dardi alla schiena mentre le diceva qualcosa che non riusciva a udire.
“Lo stabiliremo noi che cosa è accaduto” disse Maggart. “Via quell’incantesimo.”
Bryce sospirò e fece sparire le lame magiche.
 
Seduta in un angolo della tenda, Bryce nascose il viso tra le mani e scosse la testa.
Ho rovinato tutto, si disse. Dovevo restare con Erix. O a Valonde. Non ero pronta per tutto questo. Non lo sono mai stata. Ho deluso mio padre. Tutti.
“In piedi” disse una voce.
Alzò la testa e vide Maggart torreggiare sopra di lei, lo sguardo severo.
Bryce esitò.
“Ho detto in piedi.”
Si alzò barcollando. Non si sentiva stanca per lo scontro per Elvana. Sentiva di non aver nemmeno intaccato le sue forze, eppure era esausta.
“Con me” disse Maggart.
Bryce lo seguì fuori dalla tenda. Era buio, fatta eccezione per qualche torcia accesa su dei trespoli e un paio di lumosfere che fluttuavano sopra le teste di altrettanti stregoni. Non osò alzare gli occhi verso di loro, ma poteva immaginare le loro espressione di biasimo nei suoi confronti.
E non riusciva a sopportare quell’idea.
Maggart la condusse alla tenda di Artesia e la invitò a entrare con un cenno della testa. “La comandante ti sta aspettando.”
Bryce entrò nella tenda seguita dallo stregone.
All’interno erano presenti, oltre alla comandante, Yan, Divash ed Elvana.
Maggart si piazzò alle sue spalle.
Bryce avanzò verso il centro della tenda dove Elvana era già in piedi e sembrava attenderla. La parte superiore del viso era coperta da una benda che le lasciava scoperti gli occhi e la bocca coprendo il resto. Le rivolse un’occhiata accigliata.
“Mi hai rotto il naso” disse. “Spero tu sia contenta.”
“Zitta” disse Artesia. “Parlerai solo quando te lo diremo noi, strega della notte.”
Elvana serrò le labbra e guardò avanti.
Bryce si piazzò al suo fianco, le mani dietro la schiena e la schiena dritta come suo padre le aveva insegnato a fare quando si trovava di fronte a un mantello di rango più alto del suo.
Artesia le rivolse un’occhiata severa. “Quello che è accaduto oggi è molto grave.”
Bryce fece per dire qualcosa ma la strega le fece cenno con la mano di tacere.
“Parlerai quando te lo dirò io” disse Artesia.
Bryce annuì e rimase in silenzio.
“Non tolleriamole le risse e gli scontri” proseguì la comandante. “Ce ne sono stati troppi negli ultimi tempi, ma nessuno grave come quello di oggi. Aggredire una consorella è un atto disdicevole già in tempo di pace. Durante una guerra, mentre lottiamo per sopravvivere in una regione piena di nemici, è assolutamente inaccettabile.”
Bryce lottò contro il desiderio di parlare. Voleva dire ad Artesia che le dispiaceva, che aveva agito in quel modo solo perché Elvana si era frapposta tra lei e il suo desiderio di aiutarli.
“Un atto ancora più disdicevole, da infami potrei dire, è attaccare una consorella che abbiamo giurato di proteggere.”
Bryce si accigliò.
Gli occhi di Artesia si spostarono su Elvana. “Hai qualcosa da dire a tua discolpa, strega di Ningothris?”
“Servirebbe a qualcosa?”
“Se ti dichiarassi pentita, potrei mitigare la pena che subirai.”
Elvana ghignò. “Non mi pento di aver tirato qualche calcio a questa stupida” disse indicando Bryce con un cenno della testa.
“Molto bene” disse Artesia. “Yan e Maggart potranno testimoniare che non sei affatto pentita delle tue azioni. Farò in modo che la tua punizione sia esemplare, Elvana di Ningothris.”
“Aspetta” disse Bryce avanzando di un passo.
Artesia le scoccò un’occhiataccia. “Non ti ho dato il permesso di parlare.”
“Allora perché mi trovo qui dentro?” le chiese con tono di sfida.
“Stai mettendo alla prova la mia pazienza, principessa di Valonde. Che hai di così importante da dire che non può attendere la mia sentenza?”
Bryce guardò Elvana. “Perché volete punire soltanto lei? Ero presente anche io allo scontro.”
“Lei ti ha aggredita per prima” disse Artesia.
“Non è vero” esclamò Bryce.
Elvana sospirò e scosse la testa. “Sei proprio una stupida.”
Artesia la guardò con espressione severa. “Vuoi aggiungere qualcosa alla confessione di Elvana, principessa?”
“Sì” disse. “È falsa.”
“Continua” disse la comandante.
“Sono stata io ad attaccarla per prima” disse Bryce.
“Non crederle” disse Elvana. “La botta che le ho dato in testa deve essere stata troppo forte. È confusa.”
“So quello che dico” disse Bryce.
Artesia annuì grave. “Perché l’hai aggredita?”
Deglutì a fatica. “Volevo lasciare il campo.”
La comandante sgranò gli occhi. “Attenta a ciò che dici, principessa di Valonde. Andarsene senza motivo e senza un ordine di un comandante potrebbe essere diserzione.”
“Non volevo disertare” disse Bryce. “Mi sarei unita al gruppo di esplorazione di Yan.”
Lo stregone si accigliò. “Credevo fosse chiaro che non saresti venuta con noi” disse.
“Lo so” fece Bryce chinando la testa. “Ma io sentivo di dover venire lo stesso.”
Artesia la fissò con espressione severa.
“Questa regione è pericolosa” disse Bryce. “E piena di bande di rinnegati. Divash e io ne abbiamo incontrata una e siamo sopravvissuti a stento mentre il povero Gamal no.” Guardò Yan come in cerca d’aiuto. “Avrei potuto difendervi” disse trattenendo a stento le lacrime. “Sarei stata utile alla causa” aggiunse.
E avrei protetto Vyncent da quei pericoli, pensò in una parte remota della sua mente.
Artesia annuì grave. “Sarete confinate in tende diverse fino a mio ordine” disse con tono perentorio. “Per quanto riguarda te, strega della notte.”
Elvana la fissò con aria di sfida.
“Non osare mentirmi di nuovo o ti farò impiccare. Ora fuori, tutte e due.”

 
  
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