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Autore: Flofly    22/07/2021    1 recensioni
*COMPLETA*Una visione alternativa e decisamente serpeverde del quarto anno e del torneo tre maghi. Tra adolescenti e non in preda agli ormoni, Voldermort sta riorganizzando la sua rinascita, in una spirale di cupa violenza che affonda i suoi tentacoli da molto lontano. Dramione con risvolti decisamente angs e una Narcissa Malfoy sempre più Black. OOC per alcuni personaggi principali ( aggiornamento 17 maggio 2022: ho eliminato tutte le scene grafiche di sesso e ora il rating è passato da rosso ad arancio. Qualche piccolo modifica qui e lì ma niente di sconvolgente)
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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FEBBRAIO- Pinterest
 
Seduti sugli spalti e circondati da studenti urlanti ed eccitati, Draco, Blaise e Pansy guardavano ciascuno con uno stato d’animo diverso la finalmente arrivata seconda prova dello stramaledetto TorneoTremaghi. Nessuno di loro però aveva alcun dubbio sul risultato.
Pansy stava finendo di scrivere come una forsennata i suoi suggerimenti da portare alla Skeeter per il prossimo articolo, in una lotta contro il tempo e contro il gelo polare di quella mattina di pieno inverno. Nonostante si gelasse aveva scelto di mettere una gonnellina a pieghe molto corta e una camicetta lasciata generosamente aperta,entrambe di un meraviglioso e intenso verde che le faceva risaltare gli occhi neri, così come il Mantello di velluto morbidamente portato con ben in vista lo stemma dei Serpeverde. Per l’occasione aveva infatti deciso che la foto avrebbe mostrato un Grifondoro spaesato e bagnato come un pulcino e una splendida visione di giovane donna chiaramente proveniente dalla casa verde e argento. Con tanti cari saluti a tutte le altre Case.
Blaise, al contrario era prevalentemente annoiato, non vedendo in alcun modo l’utilità di mettersi lì a comportarsi come stupide ragazzine impazzite per quattro deficienti che non si rendevano neanche conto di avvicinarsi sempre più alla loro dipartita. Con squilli e fanfare di trombe, per giunta. E senza neanche di possibilità di tracannare niente di degno, visto che i professori si aggiravano come falchi. Tutte quelle chiacchiere banali, poi, gli stavano dando decisamente fastidio.
Draco invece era decisamente infuriato. Infuriato con se stesso perché era crollato davanti a sua madre e conoscendola non avrebbe di certo lasciato perdere. Cazzo, ora si che sarebbe stato un problema. Infuriato con suo padre e con tutta la sua cricca. Infuriato con tutti quegli idioti che lo circondavano, che applaudivano alla fine del mondo così come lo avevano conosciuto, dormendo al sicuro nei loro letti dai quali si sarebbero 
Ma soprattutto era infuriato con il tesoro più prezioso di Viktor Krum, anche conosciuta come Hermione Granger.
Se proprio doveva trovare uno spiraglio nel suo umore nero come il fondo di quello stramaledetto lago era che finalmente quella farsa avrebbe avuto termine. Lo Sfregiato avrebbe potuto vantare ancora una volta la nomea di sopravvissuto e sarebbe stato pronto e bello in forma per quando il Signore Oscuro avesse voluto spolparlo.
“Basta mi sono stufato di questi idioti, andiamo a rinchiuderci da qualche parte per levarci questa puzza di mentecatti di dosso”- sibilò ottenendo un applauso di approvazione di Blaise. Pansy si limitò ad alzare le spalle e gli fece segno di avviarsi. Da un lato infatti ormai aveva finito la sua parte di lavoro e l’idea di trovarsi in mezzo a Grifondoro e Tassorosso fastidiosamente allegri le faceva venire la nausea. Dall’altro, però, prima doveva andare a fare un discorsetto ad una certa persona.
 
 
***
 
Come ricompensa per essere stati drogati e utilizzati come dei tesori da recuperare in fondo ad un maledetto lago, ai quattro sventurati e ai relativi Campioni era stato concesso di rinfrancarsi nei bagni dei prefetti. I maschi, solidali, avevano deciso di utilizzare insieme quelli di Grifondoro, per continuare a complimentarsi a vicenda e fare bisboccia. Ron sembrava aver superato la sua avversione per Viktor Krum e aveva ripreso a guardarlo con occhi ben più ammirati. Anche la Chang e le sorelle Delacour avevano deciso di non dividersi e di rilassarsi nella sezione femminile di Corvonero.
Ma Hermione no, Hermione Granger era letteralmente furiosa. Era stata drogata, incaprettata e fissata al fondo di un dannato lago come una maledetta polena incagliata. E quel deficiente di Malfoy non solo non le parlava da quando era rientrato, ma neanche in un’occasione come quella si era mostrato preoccupato per la sua incolumità.
L’idea di dover sopportare anche altre persone mentre si godeva quella misera ricompensa la mandava fuori di testa Spiacente ma lei doveva sbollire da sola. Era contenta per Harry, ovviamente, ma decisamente non si sentiva di compagnia, e aveva scelto i bagni dei prefetti di Grifondoro.
Per questo ringhiò quando senti distintamente del rumore di tacchi sul marmo. Aprì gli occhi a fessura e intravide delle eleganti francesine di pelle dalle quali partivano quelle che sembravano lunghe gambe velate da calze leggerissime nere.
“Parkinson non è il momento. Ho visto che hai fatto il tuo teatrino ora cosa vuoi una foto di noi due nude insieme da girare alla pennivendola?”- grugnì.
Pansy rise e si accucciò vicino al bordo:“Sono certa che ai tuoi amichetti Grifondoro piacerebbe molto. Chissà quanti polsi slogati da Madame Pomfrey”- accennò con una voce flautata, fingendo una purissima innocenza così in contrasto con tutto quello che le usciva di bocca.
Hermione sbuffò. In certe risposte doveva ancora perfezionarsi ma prima o poi sarebbe divenuta la più sagace anche negli argomenti di dubbio gusto che alla Parkinson sembravano piacere tanto. O ai Serpeverde in generale, pensò con una fitta di dispiacere.
“A che gioco stai giocando Granger?”- la voce di Pansy si era fatta nel frattempo fin troppo vicina.
“Harry ha ragione:sei pazza.”- si limitò a rispondere la Grifondoro,fissandola ora apertamente. La odiava, non solo perché la stava disturbando in un momento delicato, ma soprattutto perché sapeva che in quanto ricca purosangue poteva e avrebbe sicuramente diviso con Draco esperienze che a lei erano invece precluse. Erano cresciuti insieme, non c’era dubbio del fatto che si fossero molto più che baciati ed era sicura che lei conoscesse molti dei suoi segreti. In più. a differenza di come si comportava con lei ultimamente, quell’idiota di un Serpeverde con la sua compagna di casa perlomeno parlava.
“Probabile. Sai nella mia famiglia spesso ci si è sposati tra parenti per mantenere la purezza del sangue e devo dire che mio padre non mi è mai sembrato del tutto... normale. Ma a parte questo, ti ripeto la domanda nel mondo più chiaro possibile, sia mai che l’acqua melmosa ti abbia otturato le orecchie A che gioco stai giocando con Draco?”
“Io a che gioco sto giocando? “- urlò Hermione fuori di sé, ormai perfettamente riscaldata non solo dall’acqua calda ma anche dalla furia omicida che le stava tornando a ribollire nelle vene. “ Perché non lo chiedi a quel demente del tuo amico? O forse voi non parlate, scopate e basta!”
Pansy la fissò basita, poi senza parlare calciò via le scarpe e iniziò a svestirsi. Una volta in reggiseno e mutandine si tuffò nella piscina. Pochi secondi dopo la sua testa riemerse a pochi centimetri da quella di Hermione, ancora perfettamente truccata.
“E’ questo che ti preoccupa Granger?” - le sibilò all’orecchio distrattamente prima di allontanarsi ridendo e appoggiandosi mollemente allo schienale di marmo alla sua destra.
“Ti facevo più intelligente. Hai fatto un casino della miseria per giorni, tormentato Piton e minacciato Narcissa Malfoy, le tue stupide decisioni avventate rischiano di farci ammazzare prima del tempo e l’unica cosa a cui pensi è se io e Draco, che a stento si regge in piedi, abbiamo scopato. Sei proprio una stupida Grifondoro”.- disse con voce affilata fissandola con un misto di commiserazione e rabbia.
“Ma come diavolo ti permetti?” sbottò Hermione,di solito meno incline alle trivialità ma che ormai aveva perso il lume della ragione: “Avventate? Io ero terrorizzata, e lo sono tuttora. Ho pregato te e Zabini per giorni e voi avete solo saputo ripetere quella stupida storiella sull’influenza. Certo, proprio il classico malanno di stagione”.
Pansy sospirò massaggiandosi il collo: “Beh, genio, ora speriamo che quel l'influenza non diventi cronica grazie alle tue imprevidenti mosse. Non ti è passato per la mente che se ti stavamo dicendo tutti la stessa storia c’era una buona ragione dietro? Sei davvero convinta di essere l’unica persona al mondo capace di avere a cuore Draco Malfoy?”
“Sai qual è la differenza tra voi maledetti serpi e noi Grifondoro? Se uno dei miei amici avesse un problema del genere mi dannerei l’anima e fare di tutto, di tutto, per risolverlo. Voi invece vi limitate a girarvi dall’altra parte“- frecciò Hermione. In effetti era sempre stato così. Lei, Harry e Ron si erano sempre spalleggiati. Il problema dell’uno era quello dell’altro.
“E tu che ne sai esattamente?”.- inquisì Pansy fissandole uno sguardo d’ossidiana gelido come l’aria fuori dal Castello.
“E allora dimmi qual è il problema e ci penso io”- rispose la giovane strega più brillante della sua generazione con tono di sfida.
“Non posso.”
“Si certo, perché poi Draco si arrabbia. Non ha cinque anni, gli passerà. Ora dimmi esattamente qual è il problema o non ti accorgerai nemmeno dell’incantesimo che ti colpirà tra pochi secondi. sono molto più brava di te con la bacchetta, lo sai”-disse Hermione con calma glaciale.
Pansy sogghigno “Però! Minacci come una vera Serpeverde.Sono sempre più sicura che quel vecchio cappello ammuffito abbia sbagliato a smistarti. Comunque puoi maledirmi quanto ti pare, non posso dirtelo. E poi dove la nasconderesti la bacchetta, dimmi un po’.. “
"Parkinson, te lo dico per un’ultima volta”- la voce Hermione era bassa e pericolosa.
Per tutta risposta la ragazza allungò le gambe affusolate nell’acqua davanti a lei fissandole come se non le avesse mai viste “Non ci crederai, ma non dirti nulla è l’unico modo per tenerti al sicuro. E per tenerci al sicuro il più possibile, che poi se proprio devo dirtelo è l’unica cosa mi importa. E poi tanti anni fa abbiamo fatto una promessa. Una sorta di voto infrangibile, se sai di cosa parlo”
“Come no, dei bambini che eseguono uno degli incantesimi mortali più complessi. Guarda che sono natabbabana, non stupida”- ribatté acida Hermione
“Bambini altamente motivati e con una vasta collezione di volumi oscuri a disposizione”- continuò la mora senza guardarla, persa dietro al ricordo- “Non sei mai stata a Malfoy Manor,vero? La biblioteca privata è decisamente notevole”
Hermione sbuffò. Non ci credeva ma non vedeva il modo di convincere la Serpeverde ad aprirsi. Per il momento:“E allora almeno dimmi il motivo di questa tua assurda e assolutamente non gradita improvvisata”
Pansy sembrò rilassarsi: “Ecco brava. Voglio sapere cosa provi per Draco”- Hermione avvampò, non aspettandosi una domanda così diretta-“ E non intendo da quando hai aperto le gambe per lui. Intendo dal primo anno”
Odio e fastidio, avrebbe voluto dire. Era quello che avrebbe detto a chiunque altro. Ma non riuscì a mentire.
“Non sono fatti tuoi.” commentò a mezza bocca, vergognandosi e sentendosi una stupida, visto lo sguardo che l’altra le stava rivolgendo..
Pansy sbuffò- “Che nel tuo stupido linguaggio da saputella Grifondoro, significa che ti sei innamorata come un’idiota. Due dementi suicidi. Patetici”
“Per l’ennesima volta, non sono fatti tuoi. Ti diverte molto prendermi in giro? Di’ la verità, ti stai divertendo a vedere Draco che mi ignora, vero?”- fumò la Grifondoro.
“Onestamente? No, sei incredibilmente noiosa e straordinariamente stupida quando fai cosi. Perché invece di compatirti non vai alla Torre di Astronomia a spiegare a quella razza di deficiente in preda agli ormoni perché sei risultata essere la cosa più preziosa per Viktor Krum. Non mi pare che tu ti sia degnata neanche di scusarti”.
Hermione sbiancò. Di certo non pensava che ci fosse niente di cui LEI dovesse scusarsi, specialmente dopo il comportamento del biondo negli ultimi giorni, ma vedendo le cose da un’altra prospettiva poteva capire perché Draco potesse essersi, diciamo, infastidito.
Ecco, infastidito glielo concedeva.
“Beh se non ci arriva che non è una cosa che io posso controllare, nei sotterranei circola meno aria di quello che pensassi e non vi si ossigena il cervello”- ribatté però cocciuta
La mora ghignò amara: “Non hai neanche idea di quanto di cattivo gusto sia la tua battuta. Comunque, se vuoi goderti ancora un po’ il nostro comune amico ti consiglio di andare da lui, prima che beva talmente tanto insieme a Blaise da buttarsi entrambi dal cornicione e rompersi l’osso del collo. Prima o poi capiterà.”
Hermione inghiottì la rispostaccia che le era salita alle labbra ed uscì di corsa lanciandosi un veloce incantesimo per asciugarsi e rivestendosi in tutta fretta. Se c’era una possibilità di ritornare a quei momenti dei primi dell’anno non voleva certo perderla, a costo di far mangiare a Malfoy tutto il suo maledetto orgoglio.
“E chiudi la porta quando esci…. non voglio essere disturbata”- le cinguettò dietro Pansy, che aumentò l’intensità delle bolle magiche e cambiò i sali da bagno. Finalmente poteva rilassarsi e soprattutto riscaldarsi. Era mezza morta congelata su quei maledetti spalti.
 
***
 
Blaise non era stato contento quando l’aveva vista arrivare. Aveva lanciato una imprecazione e strappandogli la bottiglia di mano se ne era andato borbottando che ora quella maledetta psicopatica poteva anche scordarsi di poter stare da sola, viste le sue brillanti idee. Eh no. Si sarebbe scolato tutto avvolto dalle bolle e a lei non avrebbe lasciato neanche una goccia. Draco era stato tentato di trattenerlo e addirittura implorarlo di non lasciarlo solo con la Grifondoro che lo fissava con gli occhi di miele che bruciavano.
Salazar Serpeverde, quant’era bella.
“Malfoy sei un maledetto deficiente”- fu la prima cosa che gli disse, ancora con il respiro affannato per aver salito di corsa le scale. Di certo sapeva come prenderlo: la dolcezza prima di tutto. Eppure non riusciva a fare altro che guardarle le labbra, e a desiderare di morderle e succhiarle e sentirla sussurrare il suo nome,
“Prima sparisci. Poi mi ignori. Poi ti rifiuti di parlarmi e poi... poi addirittura hai il coraggio di offenderti perché Viktor,che qui è da solo e sono praticamente l’unica persona che gli ha mostrato un’amicizia sincera, mi considera preziosa. Certo che sono stata scelta io, razza di cretino. Chi avrebbero dovuto prendere? Karkarov? Uno a caso dei suoi lacchè?Tu?”- gli disse tutto d’un fiato, sottolineando ogni punto di domanda con l’indice puntato sul suo petto.
Lui pensò al pericolo che avevano davanti. E a quello a cui l’avrebbe esposta nel caso la storia fosse giunta alla Sue viscide e malefiche orecchie. Era troppo rischioso. Stava per cacciarla via quando fece l’errore di guardarla negli occhi.
Non poteva vivere senza quegli occhi. Sarebbe passato per mille atroci morti cento volte pur di potercisi specchiare dentro ancora un po’. Non era mai stato coraggioso, il tipo pronto a sacrificarsi per il bene comune. D’altronde non era certo un Grifondoro.
E allora la strinse a sé e la baciò con passione, assaporandola come se fosse la prima volta,come se fosse il suo stesso respiro nella sua bocca a permettergli di aprire nuovamente i polmoni senza provare dolore.
Lei gli saltò addosso, le braccia attorno alla sua nuca e le gambe avvinghiate alla vita e continuava a baciarlo insaziabile. Per mantenersi in equilibrio la spinse con la schiena contro una delle colonne, mentre continuava a sostenere piacevolmente le sue gambe attorno alla sua vita.
“Stanza delle Necessità”.- gli ordinò nell’orecchio, approfittando per mordicchiargli il lobo.
Lui si fermò un attimo con la fronte appoggiata alla sua “Non vorrei altro in questo momento. Ma devi promettermi che non farai domande. Non mi chiederai niente se vedi qualcosa che non ti piace. Promettimelo. Non rovinare tutto con la tua smania di sapere, Granger”:
Hermione lo costrinse a guardarla negli occhi “Te lo prometto. Ma devi capire che non c’è niente che non farei per te. O con te”.
Draco si sentì pervadere da una strana emozione. Non fece fatica a riconoscerla, l’aveva vista spesso, senza riuscire a capirla. Pensava di esserne immune, che a lui non sarebbe mai successo. Tenendola in braccio e continuando a baciarla con passione si mosse sicuro verso la stanza delle necessità. Tanto anche se non vedeva c’era lei a guidarlo.
 
***
 
Erano passati giorni e Blaise sembrava ancora non aver perdonato Pansy, nonostante lei gli avesse regalato una bottiglia di whiskey incendiario d’annata per scusarsi. Continuavano a litigare come due vecchi sposi. In effetti nel caso di matrimonio combinato, tra le tante opzioni possibili quella sarebbe stata una delle migliori, se non fossero già stati presi terribili accordi.
“Ehi, insomma dico a te. Non avrai sul serio intenzione di festeggiare San Valentino con la Granger, vero?” -gli chiese Pansy mentre tirava boccate di fumo da una sigaretta nerastra neanche volesse ricreare la nebbia di Londra -“ Per Merlino, Draco: San Valentino, una festa così volgare e pacchiana, da proletari morti di fame. Ti stanno crescendo degli orridi capelli rossi per caso?”
Draco alzò gli occhi al cielo obiettando: “Sai che i miei lo hanno sempre festeggiato? Ti sembrano proletari morti di fame? Ma poi che ne sai tu dei proletari, scusa”.
“I tuoi lo utilizzano come scusa per mostrare ai poveri mentecatti di cui sopra che utilizzano quell’unico giorno per soddisfarsi, quanto invece loro siano fighi e potenti, per poi scoparsi a sangue per festeggiare. Secondo me sono fenomenali”- celiò Blaise buttandosi sul letto accanto a Pansy, che approvò l’intervento dell’amico.
“Blaise ma cazzo… potresti evitare di parlare in questi termini di due persone di cui una è mia madre? E che diamine, un minimo di decoro”- si sdegnò Draco, sapendo già che sarebbe arrivata l’ovvia frecciata
“Ed è proprio così che è diventata tua madre, amico mio. Ora, se non vuoi sviscerare nei dettagli tutte le posizioni in cui immagino i tuoi profanare questa festa così banale ti offro la mia soluzione: vieni al party alternativo organizzato da quelli di Drumstrang in cui scorreranno alcol e droghe e nessun cuoricino vomitevole ci girerà attorno.”
Di nuovo gli occhi al cielo “ Che prospettiva allettante. Passare il tempo tra le braccia, e dico braccia per farti vedere che io ho un minimo di educazione, di una bella ragazza, oppure infilarsi in un covo puzzolente di maschi strafatti. Chissà come farò a scegliere…”
Pansy ridacchiò “Io manterrò ferma la mia tradizione di chiudermi in camera e lanciare maledizioni a chiunque si avvicini. In questo periodo questa scuola mi fa venire la nausea da quanto sono tutti così melensi. Neanche una Mielandia uscita dai miei peggiori incubi.”
Non c’era che dire, la ragazza odiava letteralmente San Valentino.
“E a proposito di dolci ti è arrivato quello da casa, insieme ad un’altra lettera”- disse indicando un pacchetto. Il biondo tirò svogliatamente il fiocco blu in tinta con la carta che lo ricopriva, pensando che sua madre gli avesse mandato qualcosa per coccolarlo, come faceva sempre il primo anno Nonostante in quel momento le parole di Blaise ancora gli risuonassero nel cervello e avrebbe dato qualsiasi cosa per poter potersi Obliviare quei pochi minuti, il pensiero di sua madre che pensava a lui lo rallegrò. Dopo l’ultimo incontro, Draco aveva cercato di prendere le distanze, mantenendo un certo contegno e sperando che sua madre non lo tormentasse. E stranamente Narcissa non era più tornata sull’argomento. La sentiva però seduta nell’ombra ad aspettare.
Il sorriso però svanì di colpo una volta che stracciò la carta, mentre due paia d’occhi ingordi lo fissavano curiosi.
“Beh non saranno i tuoi dolci preferiti, ma sembrano deliziosi. Mai visti prima, tiramene uno, forza”- reclamò la ragazza allungando la mano dalle lunghe unghie dipinte, seguita subito da quella di Blaise.
“Ingozzatevi”- rispose bruscamente il biondo, gettando il pacco sul letto tra due Serpeverde sbigottiti e lanciando al contempo la lettera che accompagnava i dolci nel fuoco.
Si era sbagliato, ovviamente non era stata sua madre a mandarglieli, ma Lucius.
Sentendo che stava perdendo la calma uscì dai sotterranei sbattendo la porta e dirigendosi verso i giardini, deciso a camminare fino a quando si fosse schiarito le idee. Quindi probabilmente fino alla grande apparizione di colui che non deve essere nominato e di cui invece parlano tutti.
Aveva riconosciuto quelle caramelle. In realtà erano le sue preferite, ma di quando era bambino. Un pomeriggio suo padre era tornato presto a casa, portandogliele come dono per festeggiare il suo primo segno di magia. Erano deliziose, cambiavano sapore man mano che si scioglievano in bocca, e ognuno ci sentiva i propri gusti preferiti. Erano fatte a mano in un laboratorio minuscolo, di cui quasi nessuno conosceva l’esistenza. Erano fatte con amore.
Ce lo aveva anche portato un giorno,in quella piccola bottega nascosta, loro due da soli. Lo ricordava come un posto magico, ne poteva ancora sentire l’odore se respirava a fondo. Era costruito proprio sopra un’insenatura e dopo aver comprato i dolciumi, suo padre l’aveva portato a fare una passeggiata sulla spiaggia.
Era inizio autunno e tirava vento e a detta di suo padre lui aveva una strana e sgradevole propensione a bagnarsi anche stando a metri di distanza dall’acqua. Per questo se l’era messo sulle spalle, mentre passeggiavano sulla battigia e il piccolo Draco continuava a mangiare caramelle e raccontare al suo papà come sarebbe stata fantastica la sua vita ad Hogwarts.
Era stata una delle ultime volte che suo padre era stato così apertamente affettuoso con lui. Probabilmente quella volta qualcuno li aveva visti e aveva riportato tutto a suo nonno, che era arrivato la sera al Maniero oltraggiato da un simile comportamento.
Draco aveva poco meno di cinque anni e da lì a poco sarebbe cambiato tutto, ma ancora non sapeva quello che lo aspettava. Dopo la scomparsa di suo nonno, i rapporti erano mutati: prima suo padre passava del tempo con lui e si interessava ai suoi interessi perché lo amava, dopo aveva continuato solo perché era l’ultimo dei Malfoy.
Draco aveva sentimenti contrastanti, a volte l’odiava per quello che lo costringeva a fare in nome dei suoi valori e dei suoi ideali. Dall’altra avrebbe dato tutto per tornare a quel periodo spensierato in cui sapeva che suo padre l’avrebbe difeso dai mostri. Era evidente, però, che Lucius avesse decisamente fallito.
 
***


Ovviamente la strega più brillante della sua generazione era dieci passi avanti a tutti. Malfoy compreso.
All’alba di quel 12 febbraio era veramente soddisfatta di sé.
Non aveva nemmeno la più pallida intenzione di festeggiare una festa banale e maschilista come San Valentino, ma era determinata a far passare al suo maledetto purosangue una serata che avrebbe ricordato negli anni a venire. Sarebbe stato tutto semplicemente perfetto, un 13 febbraio da fissare a fuoco nella memoria.
La parte più difficile fu convincere Harry a prestarle il mantello dell’’invisibilità. E ovviamente Ron sentì la necessità di far man forte all’amico cercando di estorcere informazioni. Era la prima volta che Hermione che Hermione nascondeva di proposito qualcosa di così rilevante ai suoi due migliori amici, dal momento che anche l’Affaire Krum era dovuto più alla disattenzione dei due zucconi che non alla sua reticenza. Questa volta però era diverso e il peso di non fidarsi della loro reazione al fatto che frequentasse l’essere più odiato dai due dell’intera Hogwarts,secondo solo a Piton, la tormentava. Dall’altra però il loro fastidioso e maldestro tentativo di controllarla, dopo tutto quello che aveva fatto per loro in quegli anni la rendeva al limite dell’’isterico. 
Hermione dovette ricorrere al classico meccanismo del bastone e della carota: promise ad Harry e Ron di aiutarli con la ricerca di pozioni e contemporaneamente minacciò di dire alla Parkinson che la speranza dei maghi approvava in toto le strambe idee della Patill. Ovviamente non era vero ma sarebbe stata la sola allusione a generare una guerra e sapevano entrambi che Pansy non si sarebbe fermata sino a quando non l’avesse visto strisciare. Non seppe mai quale delle due parti ebbe l’effetto voluto, ma alla fine il Mantello dell’ Invisibilità e la Mappa del Malandrino furono nelle sue capaci mani per due giorni interi Senza ulteriori domande.
 
Con il piano pronto e solo la necessità di fare qualche ritocco, finalmente poteva concentrarsi sull’ora di Difesa contro le Arti Oscure che diventava ogni volta più strana ed inquietante. 
Quel giorno Malocchio Moody sembrava ancora più pazzo del solito, quasi esaltato nel descrivere con dovizia di particolare gli effetti dell’Aguamenti, provandole un brivido di disagio a pensare a quanto avrebbe sofferto se fosse stata cosciente durante la seconda prova. 
Il professore poi passò improvvisamente a dettagliare i necessari strumenti per un particolare rituale di sangue: la pergamena appositamente preparata, il pugnale inciso, il sacchetto e la coppa rituale. E la qualità del sangue era estremamente importante, continuava a ripetere. Non si poteva usare il sangue di chiunque. Doveva esserci un legame, che fosse quello di una persona amata, di un traditore, di un sacrificio offerto in dono o di un nemico mortale.
Hermione, Harry e Ron si guardarono sbalorditi, non sapendo se fosse una loro impressione oppure veramente il Professore ne stesse parlando in maniera quasi carezzevole di una magia proibita.
Loro avevano il voltastomaco invece. Eppure Moody era un Auror, di grande prestigio, e si era dimostrato burbero ma attento anche ai suoi studenti meno famosi, come quando aveva regalato a Neville tutti quei libri sulle piante. E grazie alle quali, tra l’altro, Harry aveva evitato di morire affogato. Anche senza maledizione.
Hermione guardò Draco, cercando di incontrare il suo sguardo per fargli capire che doveva trattenersi dopo la lezione, doveva dirgli di quella sera. Ma lui guardava fisso il quaderno davanti a sé, senza però prendere realmente appunti. 
“L’annoio, Malfoy? Non le interessa? Oppure vuole raccontarci qualcosa lei? D’altra parte suo nonno è sempre stato, come dire, un maestro in questo genere di incantesimi. E un esperto di sangue, a quanto mi dicono. Un vero peccato che sia morto per una malattia così stupida… Vaiolo di Drago, secondo alcuni.”- la voce di Malocchio Moody era brusca ed affilata, senza alcun tentativo di nascondere il disgusto che provava per quello studente in particolare.
Draco si raggelò ma sostenne lo sguardo orbo ed eccitato dell’Auror: “In effetti si, professore, mi stavo decisamente annoiando, oggi è piuttosto monotono. In ogni modo la ringrazio per le condoglianze, anche se molto in ritardo”.
Malocchio ghignò : “Molto bene, signor Malfoy. Cinquanta punti in meno a Serpeverde per la sua linguaccia. Chissà che un giorno qualcuno gliela tagli e la dia in pasto al cane di Hagrid”.
Ancora una volta durante quell’ora la Grifondoro rabbrividì, Moody sembrava pronto a mettere sul serio in atto la sua minaccia e con una certa soddisfazione.
 
***
 
Quella sera il malumore della lezione ancora non sembrava essere passato visto l’aria di tempesta che aleggiava sulla testa del Serpeverde.
“Granger tu sei fuori di testa. A parte il fatto che il tuo gentile invito è apparso sul mio avambraccio in un modo non proprio piacevole. Ma poi dove cazzo vuoi andare di notte nella foresta? Perché tu e quel duo di dementi che ti trascini dietro avete sempre queste idee suicide? Eh, perché?”- si lagnò dopo averla baciata con foga.
Hermione fu veramente tentata di lasciarlo li. Se non fosse che si era dannata l’anima per organizzare il tutto l’avrebbe pianto in asso a frignare nel corridoio. Senza degnarlo di una risposta invece lo ficcò insieme a lei sotto il mantello dell’invisibilità ed iniziò a spingerlo verso l’uscita.
“Maledetta Grifondoro, ecco come fa il Golden Ttrio a svignarsela sempre. Non me l’aspettavo da una studentessa modello come te, signorina Granger. Mi hai deluso sai?”- ghignò, approfittando per stringerla a sé e baciarla di nuovo, impaziente.
“Zitto cretino, ci rende invisibili non è insonorizzante. E muoviti che c’è un po’ di strada da fare.”- ridacchiò quella sbuffando e trascinandolo via senza troppe cerimonie.”E ricordatelo che se lo dici a qualcuno, rimpiangerai che Fierobecco non ti abbia staccato un braccio:”
Draco ovviamente sbuffò ma si lasciò condurre come un cucciolo. Quasi.
 
Dopo la capanna di Hagrid e prima dell’ingresso vero e proprio della Foresta Proibita c’era uno spazio che Il gigante le aveva assicurato essere riparato dallo sguardo ma assolutamente sicuro. Sebbene spesso la concezione di sicuro legato alle creature magiche del suo nerboruto amico e quella del resto del mondo non coincidesse perfettamente, Hermione aveva deciso che fosse un pericolo ragionevole. Dai rami degli alberi pendevano candelabri di cristallo magicamente illuminati, mentre in terra una serie di piccolissime lanterne dorate erano disseminate intorno al suo capolavoro: una spettacolare tenda formata da teli leggeri di mussola bianca, alternati a stralci di vite e una cascata luminosa di luci Babbane modificate per continuare ad alimentarsi senza magia. 
L’espressione del ragazzo era perplessa: “ Granger non ho capito se vuoi sposarmi o portarmi in campeggio. Nel primo caso credo che sarebbe un po’ difficile farti vivere a Malfoy Manor. Nel secondo,no grazie, io non faccio campeggio. Sono ricco. E poi non so se te ne sei accorta ma tutte queste luci le vedono pure a Diagon Alley. Vuoi dare spettacolo? A me va bene ma devo prepararmi mentalmente”
La ragazza resistette con molta forza di volontà alla voglia di strangolarlo: “Nessuno ti ha insegnato a ringraziare quando fanno qualcosa per te? Se avessimo ancora una volta bisogno di dimostrare che io sono più intelligente di te, è ovvio che il posto sia sotto incantesimo e nessuno possa vederlo. Pur se ci passasse qualcuno vicino non vedrebbe altro che uno spiazzo vuoto immerso nel buio. E ora, se hai finito di lamentarti, potresti iniziare ad entrare e darti da fare per farti perdonare”.
Draco rise dal profondo della gola, sollevandola improvvisamente da terra e portandola in braccio dentro la tenda.
“Non vedo letti piccolo genio, dobbiamo stare scomodi? Almeno un divano potevi mettercelo.”, ridacchio mentre l’aiutava a mettersi in piedi.
“Ma c’è un bel camino e un morbido tappeto proprio li davanti”- gli sussurrò lei, mordendogli maliziosamente il labbro inferiore mettendosi in punta di piedi. Lui sembrò valutare per un attimo la cosa “ Quindi sul serio mi hai portato in campeggio”, disse mentre le infilava le mani tra i capelli e l’avvicinava a sé per un bacio profondo
“Al massimo si tratta di glamping,se proprio vuoi lamentarti.” – lo riprese lei, godendosi il sapiente lavoro di Draco sul suo collo. Quella scia di baci leggeri erano ormai divenuti il suo marchio di fabbrica e lei si ritrova a toccarsi il collo durante la giornata, per placare la nostalgia delle sue labbra
“E se vogliamo puntualizzare, come al solito non riesci a cogliere i dettagli importanti. Guarda in alto”- disse soddisfatta artigliandoli i capelli sulla nuca e costringendolo a sollevare il capo.
Anche il tetto della tenda era stregato, in modo che rimanesse trasparente. Potevano godersi il cielo stellato come fossero all’aperto, ma nel tepore della tenda. La ragazza si beò dello sbalordimento sincero del Serpeverde, ridacchiando con le labbra sulla mascella di lui. “ E ti posso assicurare che l’ho fatto solo per te… io non ho intenzione di stare a guardare le stelle. Oggi impareremo una grande lezione Malfoy, stare sotto può essere estremamente piacevole, specialmente se quella sopra sono io”.
Ancora una volta Draco le sorrise apertamente“ Dieci punti a Grifondoro?”
“Illuso”, lo rimbeccò lei sfilandogli il maglione a aiutandolo a liberarsi dei pantaloni. Quei giorni di preparativi le avevano dato una carica che aveva trattenuto a stento fino a quel momento. Guardandolo fisso negli occhi mentre si slacciava lentamente il cardigan, iniziò a spogliarsi lentissimamente. Lui provò ad allungare le mani per aiutarla ma lei lo bloccò. “Siediti e goditi lo spettacolo”, gli comandò indicandogli i morbidi cuscini che aveva appositamente preparato. Lui non se lo fece ripetere due volte e si sdraiò per osservarla al meglio. “ E una cosa dobbiamo chiarire subito Malfoy, questo è il 13 febbraio. Il nostro non è assolutamente un san valentino”- puntualizzò’ mentre si sfilava ogni pezzo di abbigliamento con una lentezza esasperante.
“Cristallino”- riuscì solo a mormorare il giovane quando finalmente lei si sfilò anche l’ultimo indumento e gli si avvicinò, 
La Grifondoro si accomodò sopra l’addome strusciandoglisi contro, mentre lui si sollevò sui gomiti per riuscire a baciarla. “ Sei perfida e lo sai” disse mentre cercava di afferrarle le labbra. La ragazza continuava ad avvicinarsi alla sua bocca per concedergli brevi assaggi, ma poco dopo si ritirava,mentre con le dita continuava a tormentargli i capelli sulla nuca.
“Noto che ti piacciono particolarmente i miei capelli Granger” le mormorò quando la sua bocca morbida si allontanò di nuovo.
Lei sorrise passandogli questa volta le dita sul volto “Sono la prima cosa che ho amato di te..” gli mormorò nell’orecchio mentre le mani scendevano sulle sue spalle e sulle braccia, con movimenti lenti “ Poi ho scoperto che non sei solo bello da guardare”
Non riuscì a terminare la frase perché la bocca di Draco si era impossessata della sua, mentre le sue dita correva libere tra i suoi capelli. Il ragazzo si staccò un attimo per fissarla, la pelle dorata che riluceva sensuale del riverbero delle fiamme. Una vera leonessa, pensò. Una vera Grifondoro. E della volta stellata non poteva fregargliene di meno .Così come del fatto che fosse nata Babbana.
Non poteva credere alla sua fortuna
“Sei bellissima, Granger”

 
 ***


Dopo la serata nel bosco, il giovane Draco Malfoy si sentiva sempre più dilaniato dal peso di sapere che si stava consapevolmente infilando in una storia che non aveva alcuna possibilità di finire bene. Nel migliore dei casi ognuno avrebbe preso la propria strada, separati per sempre dalla diversità del loro sangue. Nel peggiore lei sarebbe stata uccisa in quanto sanguesporco, o chissà cosa aveva in mente quel pazzo del signore oscuramente onnipresente. E di certo l’avrebbe odiato per sempre per non aver fatto nulla per fermare la morte del suo caro amico Harry Potter. Perché una cosa era chiara a tutti, se il piano di quegli esaltati dalle maschere argentee fosse andato a buon fine Potter sarebbe morto.
E a proposito di quei simpatici gentiluomini,pensò infilando la giacca del completo elegante, quella sera ne avrebbe incontrati fin troppi. Incluso il proprio illustre genitore. L’unica speranza era riposta nel fatto che essendo la serata di gala organizzata per il lancio della raccolta fonda da sua madre, nessuno avrebbe avuto il coraggio di rovinargliela. Non li credeva così folli da intralciare un evento beneficio di Narcissa Malfoy, nata Black.
“Non fare quella faccia Draco, qui l’unica che ha il sacrosanto diritto di avere le palle girate è la sottoscritta. Io devo parlare davanti a tutti e perorare un concetto che mi sta molto a cuore, facendo al contempo la solita figura da frivola ricca bastarda. Possibilmente senza far incazzare troppo qualcuno, altrimenti mio padre ritira fuori la minaccia del matrimonio con quel maledetto Carrow. Le carte sono già pronte, gli basterebbe niente a falsificare la mia firma”. La minaccia più che reale che da sempre pendeva sulla testa di Pansy, quella per la quale si sbatteva tanto prima che tutte le porte le si chiudessero attorno, stritolandola.
Draco sospirò : “Cazzo Pansy, piuttosto giuro che ti metto incinta io, così qualunque cosa Carrow abbia promesso ai tuoi non avranno scelta. E comunque tu sei una frivola ricca bastarda.”
La ragazza gli soffiò addosso una nuvola di fumo denso e profumato: “Che proposta romantica, potremmo raccontarla ad ogni anniversario di matrimonio che dici?”
Guardando i suoi due migliori amici battibeccare, Blaise era rimasto in silenzio fissandoli. Non aveva una grande esperienza di padri, sua madre era circa al sesto o settimo marito, non ricordava più. Però sapeva bene che volente o nolente anche lui era rientrato nello scacchiere del signore oscuro e che avrebbe fatto meglio a non sbagliare troppe mosse.
Imprecando un’ultima volta Draco offrì il braccio a Pansy ormai prossima all’iperventilazione. La ragazza per l’occasione aveva deciso per un drastico cambio di look, abbandonando i vestiti per uno smoking di raso di seta che la fasciava come una seconda pelle e i capelli tirati in alto a formare uno chignon. Decisamente più maschile del solito, ma con i consueti tacchi a spillo vertiginosi per cui Piton si dannava, era pronta a conquistare il Mondo.
Quella sera la sala grande di Hogwarts era irriconoscibile: sparite le lunghe tavolate delle case erano state sostituite da centinaia di tavoli rotondi e accanto al posto occupato dai professori brillava il leggio a forma di fenice pronto per i discorsi degli accompagnatori. Gli invitati erano stati selezionati tra membri di spicco della classe politica e sociale , da rappresentanti del ministero a curatori di gallerie d’arte, dal proprietario della gazzetta del Profeta al Presidente della più famosa squadra di quidditch del paese. Oltre a tutte le famiglie dell’alta società, ovviamente. 
Dopo i saluti istituzionali Narcissa era uscita dalla sala senza farsi vedere, pregando Lucius di intrattenere gli ospiti al posto suo. L’emicrania la stava uccidendo e voleva respirare: non fosse bastata la noia della sera, doveva anche gestire la tensione tra suo marito e suo figlio. Capiva il rancore che provava Draco nei confronti del padre, ma si stava realmente rendendo insopportabile, e la donna ammirò la non proprio famosa pazienza del marito quando evitò di tirare un sonoro ceffone in faccia al figlio che angelico l’aveva ringraziato per il pacco, aggiungendo che agli Ippogrifi erano piaciuti un sacco quei dolciumi. Sapeva quanto stesse costando a Lucius tutta quella situazione, sommata alla stanchezza accumulata nel corso del tempo e delle menzogne che avevano dovuto raccontare al mondo.
Dietro di sé sentì un leggero ticchettio. Riconobbe la camminata elegante,l’aveva sentita per anni. Rimase immobile aspettando che fosse Andromeda a parlare per prima, decisa a non dargliela vinta.
La sorella le si sedette vicino porgendole un bicchiere.
“Bevilo, ti aiuterà.”
Narcissa la guardò con odio -“ Che cara che sei a preoccuparti così per qualcuno di cui non ti curi da anni. Ricordami l’ultima volta che ti ho vista. Ah si, quando hai cercato di ammazzare Bella e mi hai fatto partorire con più di un mese di anticipo”
“Andiamo Cissy sai che non è vero. Io mi sono sempre curata di te, sei tu che non mi parli. E ti vorrei ricordare che ti ho anche evitato di partorire in giardino. Ed erano tre settimane scarse”-sospirò.
“Non chiamarmi Cissy”- sibilo la bionda, iniziando però a bere il liquido azzurrino. Il dolore nella sua testa sembro lievemente diminuire
“Va bene. Allora, Narcissa , permettimi almeno di ringraziarti per questa serata che nonostante mi abbia costretto a sentire due discorsi estremamente noiosi sono sicura che porterà tanti bei fondi al mio reparto. Anche perché anch'io ho fatto il mio bel lavoro di pubbliche relazioni stasera. E senza falsa modestia, sono la migliore. “
La strega annuì lievemente, frenandosi la lingua dal puntualizzare che al massimo si classificava seconda La pozione stava decisamente funzionando e la testa le pulsava sempre meno.
“Ma, giuro, mai avrei pensato che la Parkinson ed Hermione potessero fare dei discorsi simili”
Un sospiro irato dall’altro lato “No ti prego… non ho avuto il coraggio di stare a sentire le sue stupide menate sui diritti degli dannati elfi domestici ”
Andromeda rise di cuore “ Oh no ma non ha parlato degli elfi. Ha fatto un discorso sul fatto che spesso non si riconoscono i meriti delle donne, rilegandole a statuine da mostrare o etichettandole solo come donne di casa,e che in un mondo più giusto streghe e maghi dovrebbero avere gli stessi diritti e le stesse possibilità. Un trattamento equo e giusto, meritocratico. Diciamo che non ha fatto apertamente il tuo nome ma si è ben capito a chi si riferisse.  Certo avrei da ridere sul completo che ha scelto, troppo grigio non la valorizza affatto.”
Narcissa sbiancò: “E immagino che io sarei la bella statuina,dannata ragazzina.”
“Mi sa che il tuo brillante piano ti si sta ritorcendo contro”- sogghigno la sorella maggiore, tirando indietro una ciocca di lucidi capelli castani.
La bionda sbuffò di nuovo “Ah, carina. Sembri Lucius. E a dire il vero vi sbagliate entrambi: quella piccola intrigante sta facendo esattamente quello che volevo per lei. Buttarsi in politica e lasciar perdere mio figlio. Con la prima parte procediamo spediti. Con la seconda decisamente meno”.
Andromeda prese un sorso di whiskey incendiario dal bicchiere che le era appena apparso in mano. “A proposito, più di chi frequenta tuo figlio mi preoccuperei delle frequentazioni femminili di Lucius visto che pare sia stato visto regolarmente in compagnia della Nott”
Gli occhi azzurri di Narcissa lampeggiarono: “Eravate in classe insieme, sai bene che non gli passerebbe neanche in sogno l’idea di tradirmi”.
“E infatti mi chiedo quali siano i motivi che spingano il tuo fedele consorte a passare tanto tempo con una donna notoriamente pazza, esperta in arti oscure e che si vociferi abbia ammazzato la prima moglie dell’attuale marito”- rispose la donna, guardandola inquisitoria.
“Perché per noi la famiglia viene prima di tutto. Al contrario tuo, signora Tonks. E ora scusami, ma devo rientrare”- si seccò la strega bionda prima di incamminarsi a passo svelto la sala grande, dove ormai in molti avevano notato la sua assenza.
“E’ dottoressa Tonks, Narcissa. E sai bene che non avevo scelta”- le gridò dietro la sorella.
Da dietro una colonna Draco vide sua zia scuotere la testa e bere d’un fiato il whiskey incendiario rimasto.
Rimase assorta qualche secondo e poi rivolta verso il giardino 
“Piaciuto lo spettacolo nipote?”

 
Ed ecco la seconda Black del mio cuore fare la sua apparizione.
Narcissa accenna al fatto che abbia partorito in anticipo per colpa di Andromeda. Questa parte la puoi trovare nella storia singola “ Notte d’estate”
 

   
 
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