Libri > Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: NPC_Stories    23/07/2021    2 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia non è per niente divertente, in realtà è abbastanza cupa e si svolge contemporaneamente a Lei è mia, che consiglio di leggere prima di questa.
Trigger warning: parto, morte; inoltre alcune persone sensibili potrebbero considerare questa storia abilista, se è abilista volere che una bambina non sia cieca e/o sorda. So che si può avere una buona vita anche essendo ciechi o sordi, ma senza ipocrisie diciamoci la verità: potendo scegliere per magia, sono convinta che si sceglierebbe di non esserlo.


1297 DR: Fairy Godmother



Diciannovesimo giorno di Tarsakh, in una locanda vicino a Secomber

Il suo nome in vita era stato Eivy Grim, ma ormai lo aveva quasi dimenticato. Il suo cognome, di sicuro, era già perso nelle nebbie della memoria, ma il nome non ancora perché aveva un bel suono musicale. Eivy. Era come un trillo allegro, che piaceva anche alle sue compagne e ai suoi compagni.
Ce n'erano molti, in quel piccolo angolo di mondo, in quella landa ondulata di dolci campagne. Era strano pensare che un panorama tanto ameno fosse stato un tempo lo scenario di eventi crudeli, assassinii e avvelenamenti. Per Eivy era come il ricordo di un sogno, o forse di un incubo; lei era morta durante quel periodo burrascoso. Era stata uccisa a causa di un vile tradimento, ma i dettagli si facevano sempre più sfumati anno dopo anno. Ormai non aveva più importanza perché aveva un'altra vita, una vita gioiosa. La sua anima era rimasta in quel luogo che da giovane aveva amato. Il suo corpo era stato sepolto in quella terra, molti decenni prima, in un rituale che aveva avuto il doppio effetto di onorare le sue spoglie mortali e infondere magia di purificazione nella terra.
Era stata una buona sepoltura, che aveva quasi controbilanciato una cattiva morte. E a darle sepoltura era stata Krystel, la strega che aveva poi preso possesso della loro vecchia abbazia e l'aveva trasformata in qualcosa di diverso, una struttura ospitale che spesso si riempiva di bambini.
Eivy ne era molto felice. Le erano sempre piaciuti i bambini, non per ciò che erano ma per ciò che rappresentavano: la primavera, la nuova vita. Aveva il vago ricordo che, prima di Krystel, quell'abbazia fosse stata un luogo serioso. Sacrale, sì, ma privo di quella gioia che è indispensabile per la vita.
Adesso che era diventata una fata, Eivy lo capiva bene: la gioia era la fonte stessa della vita. Nella sua prospettiva, non esisteva sentimento più importante.
Per questo Eivy non era affatto contenta quel giorno: Krystel era turbata.

Gli altri fatati che abitavano i dintorni della locanda, che fossero Bean Sidhe come lei, o Daoine Sidhe come i suoi compagni dall'aspetto maschile, quel giorno non riuscivano a reggere l'agitazione della loro amica. Eivy stava tampinando tutti. Era convinta che stesse per succedere qualcosa di terribile a Krystel e che gli altri non stessero prendendo la cosa abbastanza sul serio.
O peggio, che non gli importasse.
Questa forse era l'idea più terribile. Krystel non era come loro, era solo una mortale, però in un certo senso era come loro. Era devota alla Natura come loro, era un'abitante di quella terra, di quelle mura, come lo erano stati loro. Era la persona che li aveva sepolti, consacrandoli con un rituale che aveva consentito loro una scelta: andare nell'Aldilà, o rimanere in quel mondo come creature fatate. Dovevano la loro esistenza a quel rituale ed Eivy non tollerava che potessero girarsi dall'altra parte se Krystel era in pericolo.

Alla fine Eivy tanto disse e tanto fece che riuscì a ottenere ascolto da una manciata di suoi compagni. Quel giorno, cinque fate invisibili si radunarono di comune accordo nella stanza da letto della strega.
"Ma che cosa fa?" Chiese uno di loro, dopo un po'. Era l'unico maschio fra le creature fatate e non aveva esperienza con le strane azioni dell'unica donna vivente della stanza.
"Sta avendo un bambino" rispose una delle Bean Sidhe, con aria assorta. "Almeno credo. Non mi sembra che stia andando bene."
"Perché Hilda è andata via?" Chiese di nuovo il Duine Sidhe.
"E io che ne so, Darvin? Siamo arrivati mentre usciva, te lo sei scordato?"
"Forse è andata a giocare" commentò un'altra fata, sorridendo. "Sembra una buona idea, c'è un'aria così greve qui dentro."
"Non credo, Danya, non è più una bambina, non giocherebbe mentre sua madre sta male."
"Io credo di sì" insistette Danya. "Sarà contenta che presto avrà una nuova sorellina, ed è andata a festeggiare."
Qualcuna delle altre annuì, ma Eivy non era convinta. Anche se la sicurezza dell'amica la stava quasi facendo ricredere.
"Hilda non abbandonerebbe sua madre in pericolo" insistette, perché aveva bisogno di crederlo. "Ma visto che non c'è, dovremmo pensarci noi."
Quattro Aes Sidhe la guardarono con aria perplessa.
"Scusa? E fare che cosa?"
"Come fare cosa? Siamo fate o misere anime defunte?" Eivy si rimboccò le maniche dei suoi abiti dalla foggia bislacca, perché gli abiti così come l'aspetto fisico erano una proiezione dell'immagine che aveva di se stessa. "Siamo fate delle Soglie. Noi accompagnamo la morte e accompagnamo la vita. E in queste occasioni, la nascita e la morte, abbiamo il potere di concedere un Dono."
Gli altri la fissarono attoniti mentre faceva un passo verso il letto su cui Krystel si agitava e gemeva. Rimasero in religioso silenzio mentre Eivy posava una mano sulla fronte di Krystel, anche se il suo tocco doveva essere impercettibile per l'elfa scura.
Eivy non voleva esitare, ma stava esitando. Fra tutte, era la Bean Sidhe che sentiva più forte il legame con Krystel, anche se non ne ricordava il motivo. Sapeva solo che voleva che la strega fosse felice, e che fosse viva. C'era qualcosa che negli ultimi tempi aveva disturbato molto Eivy, qualcosa che riguardava Krystel, qualcosa che non riusciva ad afferrare... come un ricordo sfuggente...
Poi una lacrima di dolore sfuggì alle palpebre della partoriente e la fata ricordò.
Lacrime.
Krystel aveva pianto spesso negli ultimi mesi. Eivy l'aveva vista, ma la sua mentalità fatata l'aveva spinta a guardare dall'altra parte e rimuovere quel pensiero. Non c'era spazio per il dolore e la tristezza per gli Aes Sidhe. Quei sentimenti non facevano parte dell'universo che potevano - che volevano - percepire.
Questa volta Eivy fissò con risolutezza la donna verso cui sentiva un tenero sentimento di affetto, e che stava soffrendo. Non poteva più ignorarla. Non poteva tirarsi indietro, anche se il Dono aveva un costo che era sempre proporzionale alla generosità elargita.
Eivy spostò la mano sul ventre della drow, dove la sua creatura - la sua bambina, le fate potevano percepirne l'energia femminile - stava venendo al mondo. Solo che era debole, la sua energia era come la fiammella di una candela sul punto di spegnersi. Sarebbe nata e poi sarebbe morta dopo pochi secondi.
"Bambina senza nome" annunciò Eivy, prendendo un respiro profondo per farsi coraggio. "Presto passerai la Soglia, noi lo sappiamo. E quando accadrà, tu non morirai. Il mio dono per te è quello della Vita."

Le altre fate trattennero il respiro, incredule che Eivy lo avesse fatto davvero. Il Dono era stato promesso. Non c'era ritorno.
E poco dopo, quando la bambina passò finalmente la Soglia - quella tra la non-vita e la vita, fra il ventre di sua madre e il mondo esterno - il suo cuore si fermò per un secondo di troppo...
...e poi riprese a battere.
Forte. Saldo. Gli Aes Sidhe sentirono quel suono rimbombare come un tamburo di guerra che annunciava la morte della loro compagna.
Ma quella di Eivy non fu una scomparsa immediata. La fata sorrise alla neonata e a Krystel, e poi ai suoi amici.
"Sento la nostra dea che mi chiama" confidò loro, con una certa sorpresa. "Non la sentivo da tanto tempo. È... bello. Sento come una gioia diversa, piena di pace. E tutt'a un tratto... sono così stanca."
Eivy si stiracchiò, come una donna mortale che vuole andare a dormire. Ma gli Aes Sidhe non sentono la stanchezza, mai, potrebbero ballare per tutta l'eternità. Eivy stava cambiando. Stava cessando di essere una Bean Sidhe.
I suoi compagni la guardarono diventare trasparente, inconsistente, e poi svanire come il fumo dell'incenso che viene disperso dal vento. La guardarono con diversi gradi di stupore e di orrore.

"Non può averlo fatto" sussurrò Danya dopo un lungo momento. "Non può. Dovevamo andare a cercare le lucciole stasera."
Darvin fu il primo a riprendersi. Aveva le guance bagnate di lacrime, una cosa molto rara per uno della sua specie. Loro di solito accompagnavano la morte, ma quella degli altri. Non quella dei loro simili.
"Bambina senza nome" si fece avanti e toccò il minuscolo corpicino della neonata, ancora fra le gambe di sua madre. Krystel non aveva ancora trovato la forza di sollevarsi. "La tua vita comincia sotto i peggiori auspici. C'è qualcosa di triste e funesto nella tua nascita. Io ti Dono la capacità di provare un po' della mia gioia, così che tu mi permetta di provare un po' di tristezza" affermò stancamente.
Poteva sembrare un Dono impegnativo, ma non era che un desiderio anche per lui. Darvin aveva amato Eivy, l'aveva amata molto. La sua natura fatata l'avrebbe spinto a dimenticarla pur di non provare dolore o tristezza. Lui non voleva dimenticarla. Accettare di provare tristezza era l'unico modo per mantenere anche il ricordo di lei.
Il Duine Sidhe uscì in silenzio, senza più rivolgere parola agli altri. Aveva bisogno di solitudine, e di riflettere su quel Dono che in qualche modo l'avrebbe per sempre legato alla bambina. Alla creatura che aveva in sé il soffio della vita di Eivy.

Krystel riuscì finalmente a risollevarsi e occuparsi della neonata, tagliando il cordone ombelicale e controllando il suo stato di salute. A modo loro, le fate stavano facendo la stessa cosa.
La bimba era prematura, troppo prematura, e il fatto che fosse fisicamente sana non era abbastanza.
"Bambina senza nome" una delle tre fate rimanenti si avvicinò e la toccò, anche se Krystel la teneva in braccio. "La mia migliore amica ha dato la vita per te. Sarebbe un crimine lasciarti incompleta. Io ti Dono la capacità di ragionare, di avere una mente che comprende il mondo e controlla il suo corpo. A me... piacerà smettere di pensare, fino alla fine della tua vita." Annunciò tranquillamente.
Uscì in silenzio anche lei, ma non riuscì ad arrivare fino al suo tumulo funerario, come aveva fatto Darvin. Appena fuori dalle mura della locanda, ex-abbazia consacrata a Chauntea, la Bean Sidhe che gli altri chiamavano Wylla si appoggiò al muretto di cinta e si lasciò scivolare a terra. Non aveva più il controllo sul suo corpo.

"Bambina senza nome" intervenne Alara, la Bean Sidhe che aveva capito per prima che Krystel stava partorendo. Era molto ricettiva, e aveva capito che nonostante il dono di Wylla c'erano ancora alcuni canali nella mente della neonata che erano chiusi, canali percettivi. "Noi fate abbiamo molti più sensi di voi mortali. Voi vedete, udite, annusate, toccate e gustate, e alcuni di voi, i più fortunati, percepiscono anche in altri modi. Noi Aes Sidhe invece siamo un tutt'uno con la natura, abbracciamo il mondo con tutto il nostro essere. Ti Dono quello che a te servirà immensamente, ma di cui posso fare a meno. Ti Dono la capacità di vedere con i tuoi occhi."

Danya rimase da sola, l'unica fata rimasta a fare compagnia a Krystel e alla bimba.
Per un lunghissimo momento rimase in silenzio a guardarle, mentre covava sentimenti che erano davvero inusitati per lei, come Bean Sidhe: disagio, rancore, dolore. Non provava nulla di simile da quando era ancora una mortale.
Sapeva che quei sentimenti sarebbero passati presto. Non fanno presa su quelli del suo popolo, come l'olio non fa presa sull'acqua.
"No" decise infine, sferzante. "No, solo no! Non avrai nulla da me. Non voglio togliermi nulla, non voglio rischiare di ricordare che questo giorno è avvenuto. Piccola fragile inutile bambina. Hai avuto abbastanza da noi!"
Lo disse con una certa acredine, ma tanto la neonata non poteva sentirla. Nessuno poteva sentirla mentre era nella sua forma impercettibile, nemmeno Krystel. Ma la piccola non avrebbe potuto sentirla nemmeno se Danya fosse stata corporea e le avesse gridato nelle orecchie. La fata lo sapeva. Ma decise che non le importava.



**********
Note:
Il trope di oggi è Fairy Godmother, ossia quella figura fatata che aiuta la protagonista. In questo caso, l'aiuto viene più concretamente che mai da Eivy, mentre Danya al suo opposto si rifiuta di essere una simile figura per la bimba.
Una breve spiegazione sugli Aes Sidhe: "Aes Sidhe" (creature di mia invenzione ispirate da vario materiale HB online e 3rd party) è un termine neutrale che indica sia le femmine di questa specie (Bean Sidhe) che i maschi (Daoine Sidhe, al singolare Duine Sidhe). Le loro capacità sono quasi identiche, cambia il fatto che le femmine possano annunciare la morte con il loro urlo e i maschi no.
Sul perché ci siano degli Aes Sidhe vicino alla locanda di Krystel: è stato accennato in altre storie che la locanda di Krystel fosse un tempo un'abbazia di Chauntea, poi il clero venne lentamente distrutto dall'interno da un'infiltrazione di seguaci di Talona, la dea delle malattie e dei veleni. Krystel e Daren hanno poi sgominato i seguaci di Talona (evento citato in White lies e in Jolly Adventures). Questi Aes Sidhe erano chierici di Chauntea che Krystel non ha potuto salvare, ma che erano morti abbastanza di recente da poter essere seppelliti con i dovuti onori. Sono più di cinque. Questo è solo il gruppetto che ha seguito Eivy.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: NPC_Stories