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Autore: Justice Gundam    23/07/2021    1 recensioni
Il Confine dell'Oceano, un gruppo di rigogliose isole nelle vicinanze del Primo Continente. Un gruppo di coloni, facenti parte di una spedizione del Regno di Estania, in cerca di un luogo dove iniziare la loro nuova vita. Gli avventurieri che vegliano su di loro e mantengono la sicurezza. Ma una minaccia terribile incombe su di loro: un esercito di insetti giganteschi e creature insettoidi è apparso all'improvviso e minaccia l'incolumità degli abitanti. Una manciata di esperti, maghi e combattenti saranno gli unici in grado di proteggere i coloni del Confine dell'Oceano da questa mostruosa invasione...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Pathfinder: L'Isola degli Insetti Giganti

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

 

 

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Risposte alle recensioni

 

Farkas: Grazie mille per la tua recensione! Beh, per adesso, il mio modo di lavorare mi permette di rivolgere la mia attenzione a più storie assieme. Vedremo le viverne più avanti nella storia. Ti accorgerai presto che le somiglianze tra Serena e Lemina sono ben poche, in realtà... XD
Deskari è uno dei tanti Principi Demoniaci, potenti creature del Caos e del Male che governano su porzioni dell'Abisso. Deskari, il Principe Demoniaco delle Locuste, è uno dei più potenti... ma ce ne sono alcuni che eclissano in potenza persino lui. Non è una divinità, ma poco ci manca.

Grazie della tua recensione, e spero che ti godrai il nuovo capitolo!

 

 

Capitolo 2 - Pasiega

 

 

"Ci siamo, finalmente. Siamo arrivati a Pasiega."

 

Sulla seconda delle due caravelle che avevano attraversato l'oceano ed erano finalmente approdate alla loro destinazione, Pepa Vallesteros si passò una mano tra i capelli e se li assicurò meglio in una folta coda di cavallo che le ricadeva sulla schiena. Anche per lei, come per molti altri, questo viaggio aveva un significato particolare, e non era certo un viaggio di piacere. In un certo senso, Pepa sentiva che sarebbe stata la culminazione di tutti i suoi anni di donna di mare, e forse la possibilità di gettarsi il passato alle spalle.

 

Dopo aver preso fiato, la giovane donna controllò il suo equipaggiamento e il suo zaino. Si assicurò che la sua arma - una sciabola dalla lama corta e larga, con l'elsa leggermente usurata - fosse assicurata al suo fianco, poi guardò attentamente il paesaggio che si estendeva davanti a lei, oltre il ponte della Orgullo del Marinero. Un'isola dalla natura selvaggia che creava uno sfondo impressionante, che contrastava con la colonia dall'aspetto industrioso alla quale la caravella era approdata. Sulla spiaggia appena fuori dalle mura di Pasiega, l'equipaggio della Reina del Viento stava ricevendo il benvenuto di rito, e gli abitanti della colonia stavano facendo cenno anche all'equipaggio  dell'altra nave di scendere a terra.

 

"Signorina Vallesteros... è tutto nella norma? Ritengo che sarebbe nel nostro migliore interesse prendere il nostro posto sulle scialuppe." la richiamò una voce maschile dal timbro chiaro e dall'accento ricercato. La donna dai capelli rossi fece un sorriso un po' amaro mentre si voltava verso il suo interlocutore... un mezzelfo alto e dall'aspetto attraente, con le orecchie leggermente appuntite, il cui volto dai lineamenti aristocratici era incorniciato da lunghi capelli verdi smeraldo, e adornato da un monocolo sull'occhio destro. Indossava degli abiti semplici, adatti per il viaggio via mare, ma allo stesso tempo abbastanza ricercati - una camicia di seta bianca con sopra una mantellina blu decorata in modo da ricordare un cielo stellato, pantaloni blu e scarpe nere da lavoro, e portava appeso al fianco un fioretto, che tuttavia dava l'impressione di essere soltanto un'arma cerimoniale. Il suo modo di fare era tranquillo e razionale, e nonostante la sua calma, sembrava osservare con attenzione tutto quello che accadeva attorno a lui, e memorizzare ogni particolare.

 

Per contro, Pepa dava l'impressione di una donna che aveva già vissuto la sua dose di avventure: il suo viso era attraente, ma in una maniera che la faceva apparire più rustica rispetto al suo affascinante compagno. Il suo sguardo era più duro, e presentava una cicatrice abbastanza vistosa sullo zigomo destro, chiaramente provocato da una lama. Anche i suoi vestiti erano più modesti di quelli del mezzelfo, ed erano molto più adatti ad una persona che aveva passato la maggior parte della sua vita sul ponte di una nave - una camicia un po' consunta con sopra un corpetto di cuoio rafforzato qua e là con borchie di ferro; pantaloni grigi e un paio di stivali di cuoio nero, alti fino a metà polpaccio. Un abbigliamento che lasciava esposta pochissima pelle, e che comunque permetteva di muoversi con relativa facilità durante la navigazione.

 

"Ah... stavo soltanto ammirando il panorama, Damiàn." rispose la donna dai capelli rossi. "E' un paesaggio così selvaggio ed affascinante... per uno come te, immagino che ci sarà molto da scoprire e da conoscere, vero?"

Concluse la frase con una breve risata divertita, e il mezzelfo, apprezzando la sua ironia, ridacchiò a sua volta. "Per uno studioso di magia come me, questo luogo potrebbe essere davvero molto interessante." affermò. "Mi sono documentato approfonditamente, prima di intraprendere questo viaggio, e ho avuto modo di scoprire che queste isole sono ricche di fauna e flora che nel Primo Continente sono virtualmente sconosciute." 

"Allora spero che troverai qualcosa di interessante da queste parti." rispose Pepa con un mezzo sorriso, mentre guardava l'equipaggio della caravella che si dirigeva verso le scialuppe. Una alla volta, le barche venivano calate nelle acque della baia e si dirigevano verso la spiaggia. "Okay... credo che sia il momento di andare anche per noi. La nostra nuova vita comincia qui... e immagino che sarà piena di sorprese e di novità!"

 

Pepa sorrise e fece una breve risata, mostrando per qualche attimo l'entusiasmo che la animava in quell'impresa. Con un cenno di assenso, Damiàn guidò la sua compagna di viaggio verso una delle ultime scialuppe, sulla quale era già salita una discreta quantità di persone. E non appena i due avventurieri ebbero preso i loro posti, la scialuppa venne lentamente calata nella baia, e i rematori si diedero subito da fare per raggiungere il molo. Pepa afferrò uno dei remi e cominciò a vogare a sua volta, provando un brivido di eccitazione nel sentire gli schizzi di acqua fredda sul viso e il profumo di salsedine nelle narici. Era una sensazione che, nonostante tutti gli anni in cui aveva viaggiato per mare, era sempre stata eccitante come la prima volta. A volte le veniva da pensare che il mare fosse la sua vera casa, e che non sarebbe riuscita a stare lontana da esso a lungo.

 

Ma forse era soltanto il suo dolore che parlava, mai del tutto sopito...

 

Finalmente, prima ancora che Pepa si rendesse conto di quanto rapidamente la costa si avvicinasse, la barca approdò al molo, e due dei marinai provvidero a legare le cime e ad assicurare la scialuppa, come quelle arrivate prima di loro. Con ordine, ma con crescente eccitazione, gli uomini della Orgullo del Marinero sbarcarono e raggiunsero la spiaggia, dove vennero accolti anche loro dagli abitanti della colonia!

 

Pepa si guardò attorno, notando per la prima volta che tra l'equipaggio dell'altra nave c'erano degli individui che si distinguevano dagli altri per presenza e carisma. Due dragonidi, uno argentato e uno rosso, il primo dei quali stava cercando, con calma ma anche con decisione, di mantenere un po' di ordine tra i nuovi arrivati. Il dragonide dalle squame rosse, invece, stava già cercando di socializzare con i coloni, scambiando delle battute con loro e vantandosi delle sue prodezze durante il viaggio per mare. Davano l'impressione di essere due individui in gamba, nonostante fossero così diversi l'uno dall'altro.

 

Una piccola e tozza figura, vestita di abiti di colore neutro, attirò l'attenzione della donna dai capelli rossi... e con un misto di allarme e disappunto, Pepa si rese conto che tra l'equipaggio della Reina del Viento c'era anche un halfling. Quel piccoletto che si muoveva con energia ed entusiasmo tra i coloni, con i capelli arruffati e quel fare vivace, tipico della sua razza...

 

Pepa ebbe un moto di disgusto. Cercò di non darlo a vedere, ma per istinto si era allontanata di un passo. Se c'era una razza che non incontrava le sue simpatie, erano proprio gli halfling. Da un punto di vista prettamente razionale, la giovane donna si rendeva conto che era un modo di fare assurdo, e che non era giusto ritenere tutti gli halfling responsabili di ciò che le era successo... ma i ricordi di quella maledetta notte continuavano ad affiorare nella sua mente ogni volta che ne vedeva uno.

Pepa strinse i denti e scosse la testa, imponendosi di non pensarci più e di concentrarsi sull'oggi. Era probabile che avrebbe dovuto lavorare assieme a quel piccoletto, e questo voleva dire che doveva mostrargli almeno quel po' di rispetto che gli era dovuto.

 

"Va tutto bene?"

Pepa sbattè gli occhi imbarazzata. Era stata distratta a tal punto dall'apparizione di quell'halfling, che non si era accorta della persona che le si era avvicinata in quel momento: una ragazzina di non più di sedici anni, con lunghi capelli neri e carnagione pallida, un'espressione tranquilla sul volto, stava camminando verso il gruppo della Orgullo, curiosa di conoscerli meglio. Indossava degli abiti da viaggio, semplici ma funzionali, e camminava sulla battigia a piedi nudi, tenendo in una mano i suoi stivali. Per qualche motivo, Pepa pensò che ci fosse qualcosa di strano in lei, e non in senso negativo. Il modo in cui si portava, la sua espressione intensa e svagata al tempo stesso... le davano l'aria di una ragazza con la testa tra le nuvole, se Pepa doveva essere sincera.

 

"Ah... scusa, mi ero distratta un attimo." disse Pepa, mentre Damiàn si affiancava a lei. "Sei... una dell'equipaggio della Reina del Viento, immagino."

 

La ragazzina annuì rapidamente. "Sì. Mi chiamo Serena, e sono una warlock." affermò. Damiàn sgranò leggermente gli occhi, stupito dal fatto che Serena ammettesse con tale nonchalance la sua specializzazione. I warlock non avevano esattamente una buona reputazione in Estania... "Faccio parte dell'equipaggio della Reina del Viento. Piacere  di conoscervi... e spero che anche il vostro soggiorno qui sia piacevole."

"Sì, avevo immaginato che fossi una dell'altro equipaggio..." rispose Pepa con un pizzico di sarcasmo. "Sei piuttosto giovane, devo dire..."

 

Serena fece un piccolo sorriso. "Beh, in effetti ho le mie motivazioni per essermi unita all'equipaggio della Reina." affermò. "Ma vi assicuro che ho le abilità che mi servono per rendermi utile alla spedizione."

"Piacere di conoscerti, Serena. Io sono Damiàn Colmenarez, mago apprendista all'Università di Rioruna." si presentò il mezzelfo dai capelli verdi con un inchino formale. "E la mia compagna qui presente si chiama Pepa Vallesteros. Non credo che avrei potuto trovare una persona più affidabile di lei per quanto riguarda i viaggi per mare."

 

"Ah... certo, ho sentito parlare dell'Accademia di Rioruna." affermò Serena. Stava continuando a sorridere, pur in maniera un po' velata, ma Pepa notò che adesso la sua espressione tradiva un pizzico di... tristezza, angoscia, paura? Non ne era proprio sicura, ma non credeva che Serena si sentisse molto a suo agio in quella situazione. "E' da lì che vengono alcuni dei maghi più abili del nostro regno. Come mai avete scelto di unirvi a questa spedizione, invece di restare lì per completare i vostri studi?"

"Oh, si può dire che questi fa parte dei miei studi, signorina Serena." rispose Damiàn con un sorriso accomodante. "Alcuni docenti di Rioruna sono convinti che da queste parti si trovino ancora degli artefatti risalenti al periodo antecedente alla grande espansione delle razze umanoidi. E molti di questi potrebbero essere reperti di grande valore per studiare la magia di un tempo. A me, assieme ad altri studenti che in questo momento si trovano in altre colonie su Abundancia, è stato affidato il compito di cercare questi artefatti e se possibile recuperarli e studiarli. Se fosse possibile riportarne qualcuno in patria, capirà bene che per la nostra Accademia sarebbe qualcosa di sensazionale."

 

"Certo, è comprensibile." disse Serena. La giovanissima warlock passeggiò distrattamente sulla battigia e mosse l'acqua con il piede sinistro, schizzandola qua e là come se fosse stata una bambina che voleva giocare. "Però... adesso stiamo ricevendo il benvenuto dagli abitanti di Pasiega... e oggi dovrà essere una giornata di riposo, dopo il lungo viaggio. Venite. Andiamo assieme a festeggiare."

 

Pepa storse il naso all'idea di trovarsi nelle vicinanze di quell'halfling di prima, ma tenne per sè ogni lamentela e seguì Serena verso il punto di approdo della Reina del Viento, pregustando la festa che attendeva lei e Damiàn.

 

 

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"E così ho detto... allora, faccia da pesce, te ne vai da solo, o ti devo buttare a mare io dopo averti strappato le squame? Hahahaaa! Se l'è fatta sotto, ed è scappato veloce come una freccia! Heh, il sottoscritto Draig non si fa mettere i piedi... anzi le pinne... in testa dal primo sahuagin che crede di essere un duro!"

 

Un gruppo di abitanti di Pasiega applaudì al racconto di Draig - il dragonide rosso stava raccontando una storia secondo la quale lui avrebbe da solo difeso la Reina del Viento da un gruppo di sahuagin, feroci uomini-pesce conosciuti ed odiati in quasi tutti gli oceani di Nexos. In effetti, non è che la storia fosse del tutto inventata... ma Draig stava inserendo un po' di elementi per abbellirla, ed Albion lo sapeva bene!

 

"Buon Bahamut... mi chiedo se Draig rinuncerà mai alla sua abitudine di vantarsi..." affermò il dragonide paladino con una breve risata bonaria. C'erano diverse cose su cui i due amici divergevano, ma in fondo, Albion trovava che anche questo, a modo suo, fosse uno dei lati migliori di Draig.

"Hey, signor Albion!" si sentì chiamare da un bambino biondo che faceva parte di un gruppetto di amici giunti ad accogliere i nuovi coloni. "Signor Albion, è vero che lei è un paladino? Lei combatte contro i diavoli e i mostri che minacciano le città degli uomini, vero?"

Albion accarezzò il bambino sulla testa. "Non mi definirei esattamente un paladino... piuttosto, diciamo che sono un umile servitore di Bahamut, il Drago di Platino." rispose. "Ma il mio compito non è esattamente quello di combattere... un servitore di Bahamut ha lo scopo di proteggere le persone e mostrare loro la via della virtù. A volte è necessario usare la violenza... ma soltanto come ultima risorsa, quando la ragione ha fallito."

 

"Bahamut insegna che bisognerebbe sempre dare un'altra possibilità ai cattivi che si pentono davvero... vero, signor Albion?" chiese una bambina mezzorca, distinguibile immediatamente dalla pelle verde e dai piccoli canini che fuoriuscivano dalla mascella inferiore.

Il dragonide argentato rise giovialmente e accarezzò la bambina sulla testa. "Sì, è proprio così. E' vero che bisogna combattere il male, ma se c'è la possibilità che un malfattore ritorni sulla strada della giustizia, bisogna mostrare compassione." affermò. "E Bahamut, padre di tutti noi, mi ha dato i suoi insegnamenti affinchè potessi portare il suo verbo tra le persone e aiutarle."

"Sei grande, paladino Albion!" esclamò un bambino, guardando con entusiasmo il loro protettore. C'era qualcosa in lui e in Draig che li avevano resi immediatamente popolari tra i fanciulli - il loro aspetto possente combinato con i loro caratteri, diversi ma ugualmente nobili; o magari, il fatto che assomigliassero a due draghi di dimensioni umane, combinando il carisma e la fierezza del drago con un carattere abbastanza umano da potersi rapportare con loro senza problemi.

 

Hipolito, il druido halfling, sembrava un po' meno interessato a ricevere l'accoglienza della folla, e stava invece camminando lentamente sulla spiaggia, guardandosi attorno con insaziabile curiosità. Anche adesso che era appena arrivato, riusciva già a vedere cose che in Estania non aveva mai neanche sognato di vedere. Sulla spiaggia erano sparse conchiglie di forme inusuali e colori sgargianti, ed Hipolito non resistette alla tentazione di prenderne una in mano ed esaminarla.

"Hmm... questa sì che è un esemplare strano. Sembrerebbe la conchiglia di una chiocciola di mare, ma la forma affusolata è qualcosa che non ho mai visto prima." disse trasè, quasi senza accorgersi di alcuni bambini che gli si avvicinavano incuriositi - e alcuni dei quali erano persino più alti di lui! "E poi questa colorazione vistosa... probabilmente si tratta di un mollusco velenoso, o che comunque è dotato di qualche difesa naturale contro i predatori, altrimenti non si spiegherebbe questa sua vistosità..."

 

Draig guardò in direzione della Orgullo del Marinero. L'equipaggio dell'altra caravella stava arrivando, e il dragonide rosso vide che Serena stava guidando altre due persone - una donna dai capelli rossi e un mezzelfo dai capelli lunghi vestito di verde - verso il primo approdo. Con un cenno di approvazione, Draig si fece gentilmente strada tra la folla e raggiunse la sua giovane amica.

"Hey, Serena." la accolse, mentre la giovanissima ex-nobildonna alzava la mano libera e salutava, senza mai cambiare la sua espressione tranquilla e distaccata. "Sei andata anche tu ad accogliere l'equipaggio della Orgullo, immagino. Queste due persone con te, chi sarebbero? Anche loro sono... esperti come me ed Albion?"

La ragazzina mora disse di sì con la testa. "Immagino proprio di sì." disse con tutta calma, per poi indicarli con la mano libera. "La signorina Pepa Vallesteros, e il signor Damiàn Colmenarez. Signori... vi presento uno dei miei compagni di navigazione. Il signor Draig... e poco più in là c'è il suo compagno, il paladino Albion... e il nostro esperto di natura di bordo, Hipolito."

 

Pepa nascose abilmente il suo disappunto nel vedere che Serena si stava in effetti riferendo a quell'halfling dall'aria fin troppo vivace che stava ammirando le conchiglie e i piccoli animali sparsi sulla spiaggia, come se fossero qualcosa di nuovo e meraviglioso. Sperava davvero di non dover mai avere a che fare con degli halfling... e a quel punto, l'unica cosa che poteva fare era esercitare la pazienza e cercare di non litigare con lui. Evitarlo il più possibile, nei limiti della ragionevolezza...

 

"Piacere di conoscervi, signor Draig." disse Damiàn, dopo aver preso rapidamente le misure del possente dragonide rosso. Se doveva essere sincero, non gli stava facendo un'ottima impressione. Aveva l'aria del tipo tutto muscoli e poco cervello. Il suo collega, il dragonide dalle squame argentate che stava arrivando in quel momento, gli dava l'impressione di essere molto più serio. "Spero... che il soggiorno a Pasiega sia sereno."

"Beh, sicuramente è cominciato con dei buoni presagi." disse Draig, rivolgendo a Damiàn un sorriso cordiale che fece ricredere almeno un po' il mezzelfo.

 

Fu Albion a riportare l'attenzione di tutti al motivo per cui si trovavano lì, quando vide che un piccolo plotone di soldati stava arrivando dalle porte di Pasiega, guidato da un massiccio minotauro dalla pelliccia bruna, vestito di un'uniforme impeccabilmente tenuta. Albion riconobbe immediatamente quest'ultimo come il comandante delle forze armate estaniane di stanza a Pasiega - il capitano Dmitros Verdugo.

Deciso a fare bella figura davanti al suo superiore e a permettere anche ai suoi compagni di farla, Albion si schiarì la voce e fece cenno a Draig, Serena ed Hipolito di riunirsi accanto a lui. "Attenzione! Signori, prego, venite qui e mettetevi in fila!" esclamò, battendo le mani un paio di volte. "Sta arrivando il capo colonia per accoglierci! Il capitano Dmitros Verdugo sta arrivando! Che tutti si presentino e facciano rapporto!"

 

Seguirono alcune esclamazioni di sorpresa, e in tutta fretta, anche se ancora con ordine, i presenti iniziarono a prendere posizione, in modo che Verdugo li trovasse già pronti a ricevere ordini. Hipolito si ripulì il vestito alla meno peggio, e Serena si affrettò a spazzarsi la sabbia dai piedi e infilarsi nuovamente gli stivali. Anche Pepa e Damiàn, sapendo che anche loro avrebbero dovuto fare rapporto al capitano Verdugo, si misero a posto come meglio potevano e si misero sull'attenti. In pochi istanti, Albion e i suoi compagni di viaggio erano già schierati, davanti al piccolo reggimento di marinai, soldati, civili ed esperti che avevano appena raggiunto Pasiega. e attendevano con pazienza che il piccolo plotone di soldati arrivasse.

 

"Uomini di Estania! Saluto!" esclamò Albion non appena il capitano Verdugo fu giunto sulla spiaggia. Mentre il possente minotauro si avvicinava, Albion prese un breve respiro per controllare il suo nervosismo e ripassò mentalmente quello che doveva dire.

Dmitros Verdugo era una figura imponente ed intimidatoria, che sovrastava anche il muscoloso e prestante Draig in altezza, e l'elegante uniforme che indossava, corredata con alcune medaglie che riflettevano la luce del sole, non riusciva a nascondere del tutto i suoi muscoli. Con espressione sicura, Verdugo fece cenno ai soldati che lo accompagnavano di restare fermi al loro posto... poi, si avvicinò con calma e studiata lentezza ad Albion e ai suoi compagni. Il dragonide argentato esitò solo per un istante, sperando di non apparire troppo nervoso, poi fece la sua presentazione.

 

"Paladino Albion della Chiesa di Bahamut, capitano Verdugo." esclamò infine, sotto lo sguardo acuto del suo superiore. "Io e i miei compagni di viaggio ci presentiamo per rispondere alla chiamata di Sua Maestà, Salvador II Bejerano de Sandoval! Siamo ai suoi ordini, capitano Verdugo!"

"Esploratrice Pepa Vallesteros a rapporto, capitano Verdugo." esclamò subito dopo Pepa, mentre anche lei e Damiàn si mettevano sull'attenti. "Anche noi rispondiamo alla chiamata di Sua Maestà."

"Riposo." affermò Verdugo alzando una mano. Il minotauro osservò attentamente i sei individui schierati davanti a lui, in modo da farsi un'idea delle loro capacità e della loro personalità in generale. Un militare abile e rotto a tante esperienze come lui, del resto, aveva inevitabilmente sviluppato una certa capacità di prendere la misura delle persone... e questi sei che gli si erano presentati davanti erano senza dubbio dotati di un notevole potenziale. Sei diamanti grezzi, avrebbe osato definirli. La volontà e le capacità non dovevano mancare loro. Quello di cui difettavano, senza dubbio, era l'esperienza, ma quello era un problema a cui si poteva facilmente trovare rimedio.

 

"Molto bene." affermò infine Verdugo, piazzandosi davanti ai sei coloni. "Benvenuti a Pasiega. Voi tutti avete scelto di fare parte di questo grande progetto di colonizzazione, o siete stati scelti per farne parte. E come potete vedere..." Indico il villaggio con un gesto del suo braccio possente. "...Pasiega è una città piccola, ma è comunque un luogo che noi amiamo e desideriamo proteggere. Ed è per questo che voi siete qui, tra i vostri compiti."

 

Verdugo attese un attimo, in modo da saggiare le reazioni dei sei e verificare se avessero qualcosa da dire in proposito. Non ricevendo alcuna obiezione, annuì e proseguì il suo discorso. "Il mio nome è Dmitros Verdugo. Capitano Verdugo per voi. A me è stato dato il compito di supervisionare e coordinare la protezione di Pasiega. Siamo una comunità che si sta ancora sviluppando, ai nostri umili inizi... e per questo motivo è indispensabile mantenere il massimo della sicurezza, poichè dobbiamo fare sì che queste fondamenta si sviluppino e diano vita ad una comunità prosperosa. Senza queste importanti basi, non possiamo sperare di stabilire una comunità solida."

 

Il gruppo, dal fiero Albion, alla misteriosa Serena, finanche all'energico Draig, ascoltarono il minotauro in silenzio e con attenzione. Verdugo fece loro cenno di seguirlo e iniziò a condurli verso le porte della loro nuova città, ripercorrendo la strada battuta che lui e i suoi soldati avevano seguito fin lì. Il suo tono era serio e deciso, non perdeva tempo in retorica o eleganti giri di parole, e ogni parola dava l'impressione di essere stata ben studiata in modo che il messaggio fosse più chiaro possibile.

"Il perimetro di Pasiega è fortificato con delle mura di legno, come potete vedere. A parte queste, abbiamo la protezione naturale che ci viene fornita dalla fitta foresta limitrofa... ma per quanto essa possa fare da protezione, presenta anche dei seri rischi per i viaggiatori poco prudenti. Già a prima vista mi rendo conto che siete un gruppo di persone valide, ognuna con il suo bagaglio di esperienze... e proprio per questo ho pensato di affidarvi un importante incarico."

 

Pepa deglutì, sperando che nessuno si accorgesse dell'avversione che provava all'idea di trovarsi in gruppo con un halfling. L'inizio della sua nuova vita a Pasiega non prometteva esattamente bene...

 

"La vostra missione, se la accettate, è quella di formare una squadra speciale che si occupi di investigare, ed eventualmente neutralizzare, eventuali minacce che incombano su Pasiega." continuò Verdugo. "Questo vuol dire animali selvatici, creature soprannaturali e altri tipi di minacce che si nascondano nell'entroterra di Abundancia. Finora, i rapporti dei nostri esploratori ci hanno parlato di creature come viverne, manticore... e soprattutto, una quantità notevole di insetti ed artropodi di dimensioni inusuali."

"Insetti giganti, eh?" chiese Hipolito, la cui curiosità era stata piccata da quel particolare. Si impose di tenere un po' a freno il suo entusiasmo per tutto ciò che riguardava la natura, e ricordò a sè stesso che era lì anche per proteggere gli abitanti della colonia... che in quel momento li stavano seguendo, formando un allegro corteo che rientrava nella cittadina costiera. "Ehm... detto questo, credo che sarebbe interessante studiare a cosa si deve questa crescita anomala. Probabilmente ci aiuterebbe a risolvere il problema e a tenere al sicuro i nostri nuovi concittadini."

Draig disse di sì con la testa. In effetti, su Nexos non era esattamente strano vedere insetti di dimensioni abnormi, ma a sentire il capitano Verdugo, erano un problema particolarmente sentito da quelle parti. "Se posso chiedere... di che tipo di insetti si tratta, capitano Verdugo?" chiese il dragonide dalle squame rosse. Anche Albion, Serena e Damiàn aguzzarono le orecchie, curiosi di saperne di più.

"Viverne, ha detto." disse tra sè Serena. Si disperse per un attimo a pensare che impressione avrebbe fatto se fosse riuscita a fare amicizia con una viverna e a convincerla a farsi cavalcare...

 

Verdugo rispose senza esitazione. "Per la maggior parte si è trattato di api, vespe o formiche. Ma queste sono solo la specie più comuni che abbiamo incontrato, e io stesso posso dire di aver incontrato delle creature molto inusuali." affermò. "Per adesso, i miei uomini sono stati sufficienti a tenerli a bada. Ma credo che ci sarà bisogno di uomini validi come voi per tenere al sicuro la gente di Pasiega."

 

"Comprendo." rispose Albion. "Certo non posso dire che gli insetti giganti siano il mio principale campo d'esperienza, ma il mio dovere nei confronti delle gente di Estania è chiaro. Farò tutto il possibile per mantenere al sicuro Pasiega."

Il minotauro annuì con aria di approvazione. A quel punto, il gruppo aveva raggiunto i cancelli di Pasiega, e quando le guardie li fecero passare, ebbero finalmente modo di vedere la loro nuova città: una grande strada principale partiva dal cancello principale e si inoltrava nella cittadina, dividendola nettamente a metà e passando attraverso numerosi edifici costruiti in maniera un po' grezza ma efficiente. Ai lati della strada, si potevano vedere bancarelle che esponevano vari oggetti di vita quotidiana, stoffe, cibo e bevande, e a volte anche animali. Molti abitanti della cittadina si affaccendavano andando da una parte all'altra, conducendo la loro vita come in una qualsiasi città della madrepatria.

 

"Accidenti... l'attività è frenetica, da queste parti." commentò Damiàn, che già si guardava attorno cercando di non perdersi nessun particolare. "Questo entusiasmo... è davvero quello che ci vuole, per un progetto di tale importanza."

Verdugo sorrise lievemente. "Questo è tutto in nome del nostro regno e del nostro re... sia il nostro compianto Javier III che il nostro attuale sovrano, sua maestà Salvador II. Dobbiamo ringraziare gli uomini e le donne che lavorano qui per il loro impegno. Se non fosse stato per il loro duro lavoro, e quello dei soldati sotto il mio comando, posso dire senza alcun problema che avreste ben poco da vedere."

 

Il gruppo continuava a seguire il possente minotauro mentre li guidava lungo la strada principale della colonia, osservando le scene di vita quotidiana. Ad un lato della strada, un gruppo di marinai alzava i boccali di birra, salutando i nuovi arrivati. Più in là, Damiàn notò un edificio che sembrava essere uno studio o una biblioteca, con una sorta di tendina sotto la quale un ragazzo e una ragazza erano seduti ad un tavolo, ognuno dei quali leggeva un libro finemente rilegato. All'altro lato della strada, Draig vide un robusto fabbro mezzorco che martellava una barra d'acciaio riscaldato, mentre alcuni metri più avanti si trovava un edificio drappeggiato con tende colorate, identificato da un'insegna che diceva: "Tutto per la magia".

Il giovane mago si aggiustò il cappello sulla testa e guardò da un'altra parte. Sorrise quando il gruppo passò davanti a quella che sembrava essere una scuola, nel cui giardino c'erano alcuni bambini di varie razze che ascoltavano una lezione da un elfo che faceva loro da maestro. Quando Verdugo e i sei avventurieri passarono là davanti, l'insegnante e i bambini interruppero per un attimo la lezione per salutare caldamente. Ognuno di loro ricambiò, anche se Pepa restava attenta e con lo sguardo che spaziava da una parte all'altra, sempre all'erta contro ogni possibile minaccia, a prescindere da quanto fossero improbabili.

 

Finalmente, dopo una lunga camminata lungo le vie di Pasiega, durante la quale Albion e gli altri avevano ricevuto tutte le dovute spiegazioni e delucidazioni, Verdugo si fermò davanti al suo ufficio, un edificio relativamente piccolo, ben tenuto ma privo di fronzoli ed inutili decorazioni.  Il gruppo si fermò e si dispose davanti al comandante, mentre dal suo ufficio uscì anche la vice-comandante Torreblanca per incontrare i nuovi arrivati. "Bene. Questo è tutto quello che dovete sapere per adesso. Sono convinto che nei giorni a venire avrete modo di scoprire molto di più sulla vostra nuova dimora. Ora che ho detto tutto questo... credo che sia il caso di presentarvi la mia seconda in comando. La vice-comandante Orsola Torreblanca, che vi farà da appoggio e vi aiuterà nell'adempimento dei vostri doveri."

 

Verdugo si voltò verso Orsola e fece un solenne saluto, che la donna ricambiò prontamente per poi rivolgersi al gruppo. "Benventi a Pasiega. Il capitano Verdugo ha già fatto tutte le dovute presentazioni, quindi non mi dilungherò in discorsi eccessivi." rispose. "Sero che abbiate fatto un buon viaggio... e mi aspetto grandi cose da voi! Ma sappiate che non sono una che tollera i pelandroni, quindi... sappiatevi regolare!"

"Ricevuto, vice-comandante!" esclamò Pepa, mettendosi quasi sull'attenti. Tutti gli altri erano in  piedi in una posa solenne, decisi a non fare brutta figura con i loro superiori.

 

Verdugo annuì un'altra volta, e mosse da un lato all'altro la testa cornuta, in modo da dare un'occhiata a tutti quanti. "Bene. E ora che la mia vice vi ha messo la giusta quantità di paura..." disse il minotauro, la cui espressione severa si addolcì per un attimo e lasciò posto ad un sorriso ironico, mentre la vice-comandante sospirava e alzava gli occhi al cielo. "Vi lascio con un'ultima raccomandazione. Godetevi il vostro soggiorno a Pasiega! Certo, è giusto che prendiate sul serio quello che io e la vice-comandante Torreblanca vi diciamo, ma non vogliamo certo che voi pensiate che siamo inospitali. Infatti, vi suggerirei di visitare una delle nostre taverne! Penso che vi piacerà molto... e la nostra birra è eccellente! Produzione propria!"

 

Anche la severa Torreblanca non potè fare a meno di ridere divertita, ed Albion annuì fermamente e offrì un lieve sorriso in cambio. "La ringraziamo sentitamente, capitano Verdugo. Faremo in modo di seguire i suoi consigli, e svolgeremo il nostro dovere al meglio delle nostre possibilità. Per noi è un onore far parte di questa spedizione."

Serena fece un lieve sorriso e si riavviò i lunghi capelli neri, lo sguardo perso in lontananza verso l'orizzonte. Il Regno di Estania, la sua precedente vita di nobildonna rinchiusa in una gabbia dorata, sembravano ora così lontani... e lei non poteva fare a meno di guardare con entusiasmo a quello che la attendeva in futuro. Hipolito, l'halfling dall'aria svagata, era più o meno sulla stessa barca, ansioso di vedere qualcosa di più di Abundancia, e in particolare quegli insetti giganti di cui aveva sentito parlare.

 

Pepa, da parte sua, si sentiva un po' dubbiosa riguardo questa spedizione... e soprattutto, riguardo il suo compito. Essere in squadra con un halfling non era certo la sua idea di un buon inizio, e la giovane donna stava cercando come poteva di far tacere quella vocetta infernale che la spingeva a mollare tutto ed andarsene. No, si disse, anche se non le piaceva molto l'idea, doveva restare e cercare di farsene una ragione. Forse era venuto il momento di affrontare il suo passato e liberarsene una volta per tutte. E questo voleva dire... anche sforzarsi di interagire con quel piccoletto fastidioso in termini collaborativi, anche se non amichevoli.

 

Per qulche motivo, mentre osservava Hipolito che annuiva energicamente verso il capitano Verdugo, Pepa ebe l'impressione che non sarebbe stato molto facile...

Finalmente, con un solenne cenno del capo, Verdugo ed Orsola congedarono il gruppo e si ritirarono nel loro ufficio, per riprendere i loro doveri di graduati. Draig sospirò soddisfatto e si stiracchiò per un istante, poi indicò la strada che avevano appena percorso, con in mente il nome di una delle taverne davanti alla quale erano passati.

"Bene... adesso, direi che non c'è niente di male se seguiamo i consigli del capitano Verdugo, eh? Che ne dite, tutti quanti? Dopo settimane di vita di bordo, credo che una birra non faccia male a nessuno!" esclamò il dragonide rosso, strizzando un occhio in direzione del gruppo. "Una vera birra, si intende! Tutta quell'acqua e quel sale hanno annacquato tutte le provviste di birra che si trovavano a bordo!"

"Sono perfettamente d'accordo, amico mio." rispose Damiàn. "Signorina Pepa, lei cosa dice?"

 

La donna dai capelli rossi alzò le spalle e riuscì a fare un sorriso ironico. "Che non credo che nessuno possa darci torto se decidiamo di rilassarci un po'. Ce lo siamo meritato, e ci darà la carica per domani, quando inizierà il nostro compito." affermò. In fondo, si disse, non era il momento di pensare a cose tristi. Più avanti, avrebbe pensato a come appianare questi problemi, ma per il momento... l'idea di passare una serata in una vera taverna, con un vero tetto sopra la testa, dopo tutte quelle settimane sul mare, la attirava parecchio.

"Io non berrò birra o altri alcolici..." disse Serena, essendo la più giovane del gruppo. "Ma immagino che un bicchiere di acqua fresca o di succo ce l'avranno. Vengo anch'io."

Hipolito si limitò a fare un segno dell'okay, lasciando ad Albion l'ultima parola... e il dragonide argentato decise anche lui che a quel punto, tanto valeva godersi il resto della giornata, dopo tanto tempo passato a solcare l'imprevedibile oceano.

 

"Sì, sono d'accordo con la signorina Pepa." rispose il paladino. "Ci siamo guadagnati il diritto di festeggiare un po'. Un nuovo orizzonte, un nuovo inizio e sperabilmente, delle proficue scoperte ed avventure. Va bene, miei compagni! Andiamo a festeggiare assieme la nostra nuova avventura!"

Tutti assieme, i sei avventurieri annuirono e seguirono Draig, mentre quest'ultimo li guidava verso la taverna che aveva adocchiato poco prima, ognuno di loro sentendosi emozionato e un po' nervoso...

 

L'indomani, sarebbe stato l'inizio del loro compito...

      

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...

 

  
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