Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: BALERION1    23/07/2021    1 recensioni
“E arrivato?” chiese lei.
Lui annui, poi aggiunse “Portalo qui.”.
“Sei sicuro che sarà all’altezza? Abbiamo usato espedienti più efficaci, che hanno fallito. Ed ora questo.”.
“Ho qui tutto ciò che mi occorre. Ed ho appena richiesto di avere…… il meglio.”. Rimarcò l’ultima frase, mentre tirava fuori la sfera incompleta per compiacerne di averla in suo possesso.
Uscì in volo dalla barriera del castello e si diresse dove le fu detto che l’avrebbe trovato. Nel mentre continuava a pensare cosa avrebbe potuto fare per loro. Era stato dipinto come un professionista, a detta del padrone “il meglio del meglio”. Tuttavia, lei non si capacitava di comprendere la logica e utilità di questa decisione.
Ci volle poco per arrivare, il punto in cui si era materializzato non era lontano. Quando fu abbastanza vicina da intravederlo, notò un curioso particolare: era tutto ROSSO.
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Infine dopo un'eternità, sono tornato con questa folle idea che avevo in mente da tanto tempo, spero di ricevere tanto interesse, gradimento, commento e di strapparvi qualche risata.😉
Genere: Avventura, Azione, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Naraku
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Prima di cominciare, propongo un quiz: saprete riconoscere il personaggio cross-over dalla prima battuta? E quali erano i vostri primi sospetti, nel primo capitolo?
Fatemi sapere.
 
CAPITOLO 2: Il rosso, il buono e il cattivo
 
Il Villaggio, Provincia di Musashi
Cavalcando il mare lucente, Inuyasha e Kagome si ritrovarono sul fondo del pozzo. Per quanto fosse ormai una cosa normale, alle volte dava ancora una strana impressione che quel pozzo, come l’albero sacro, siano le sole cose presenti da entrambe le parti, a testimonianza del legame tra le due epoche, distanti quasi 500 anni.
Ebbero appena il tempo per tirare fuori la testa, che una piccola voce li colse di sorpresa “Ragazzi finalmente!”. Per poco non fece scivolare di sotto Inuyasha.
“Siete in ritardo!” proseguì Shippo.
“Scusa piccolo Shippo.”.
“Siamo rimasti ad aspettarvi fino a tardi, ieri sera.”.
“E non rompere. Siamo arrivati no? Che differenza fa?” rispose irritato Inuyasha.
Prima che la situazione prendesse una brutta piega, Miroku s’intromise col suo solito fare pacifista “Dai non litigate subito. Inuyasha e la divina Kagome avranno probabilmente avuto un buon motivo per rimandare a oggi.”.
Sta volta s’intromise Sango, mentre lo scrutava appena contrariata “E la mia impressione o in bocca a te suona alquanto strano?”.
“Perché devi sempre avere questi pregiudizi quando parlo?” facendo la vittima.
“Pero, in effetti…” frenò i suoi pensieri, vedendo che la ragazza lo guardava ancora più male di prima “Dai, stavo scherzando.”.
“Abbiamo avuto un inconveniente.” spiegò Kagome, raccontando dello sfortunato incidente della sera precedente. Chiarito il mistero, il riunito gruppo di eroi si avviò, percorrendo il cammino verso un nuovo capitolo delle loro avventure.
 Camminarono, tenendo sempre i sensi all’erta per non farsi sfuggire qualsiasi minima traccia che potesse condurli all’ennesimo frammento della sfera, meglio ancora a “quell’immonda canaglia”.
Per due giorni, un bel niente, così come a metà del terzo. Ma ancora non sapevano, che presto il loro cammino monotono avrebbe preso una piega inaspettata. Stavano camminando fino a pomeriggio inoltrato, quando giunsero in vista di un villaggio, l’occasione per poter dormire sotto un tetto. Ma, mentre più si addentravano verso il centro, più si resero conto che la gente si soffermava ad osservarli. Non era la prima volta che capitava di attirare l’attenzione, pero mai così tanto. E poi non avevano lo sguardo sospettoso o impaurito, erano semplicemente curiosi. Nonostante il disagio pero, il gruppetto non voleva comunque rinunciare a una notte di sonno al caldo. Finché non giunsero a una locanda, ed entrando non successe niente, completamente ignorati da chi era all’interno. Questo almeno, fino a quando Inuyasha non mise piede dentro per ultimo. Fu allora che si resero conto, che era solo il loro compagno ad attirare l’attenzione e non tutto il gruppo. A questo punto, era quantomeno doveroso indagare e andarono a parlare col proprietario. In genere, quando capitano fatti strani, se ne parla maggiormente nei luoghi più frequentati, di conseguenza chi ci lavora è più informato. Fu Miroku a domandare, in quanto il più bravo del gruppo a conversare. A quanto pare di recente, in un altro paio di villaggi della zona, si vociferava che fosse arrivato un forestiero. Uno strano individuo con una caratteristica che lo rende riconoscibile a colpo d’occhio: indossa un costume rosso. Il che spiega il motivo di tanto interesse destato dalla presenza di Inuyasha. Chiesero una più dettagliata descrizione dello straniero. Ma mentre erano intenti ad ascoltare, non si resero conto di cosa accadeva alle loro spalle: le porte da saloon si aprirono cigolando, stivali scalpitarono rumorosamente, ed una strana figura pronunciò ad alta voce una sola semplice frase……
“HEI, MCFLY!”
Fece stremire i presenti, salvo Kagome, che per qualche ragione quella frase le sembro famigliare. Lei e il gruppo, che erano ancora di schiena, si voltarono lentamente, ed in quel momento videro l’individuo più strano che abbiano mai incontrato. Solamente la ragazza riuscì ad identificare il tipo di abiti che indossava: poncho western marrone, con segni geometrici bianchi, foulard azzurro al collo e cappello modello Juan marrone. Era tenuto così inclinato in avanti, che praticamente lo teneva quasi sulla faccia, impedendo così di vederla. Erano pero fuori dal contesto le braccia che, come per le gambe, erano coperte da un indumento super aderente rosso, e guanti neri. In fine, sulla schiena pare avesse allacciate due katane, di cui si vedevano spuntare i manici.
Stava davanti la porta, ritto, mani sui fianchi, e completamente impietrito. Per qualche secondo nessuno mosse un muscolo o emise un fiato, elaborando ancora la situazione. Poi il tizio si avvicinò a grandi passi verso il bancone, a poco più di un metro dal gruppo, e strinse le mani sul cinturone, ai lati della fibbia.
“Tu non sei Marty Mcfly. E nemmeno porti le famose Bruin Leather targate 1985. La sceneggiatura è molto deboluccia.”.
Nessuno dei presenti aveva capito un accidenti di quello che aveva appena detto.
“Che c’è? Ho qualcosa tra i denti? O mi state mostrando i vostri, aspettando che sia io a chiedervelo?”.
Alla fine Kagome si decise a parlare “Tu vieni dal futuro.”.
“OH NO! Mi hai scoperto!” replicò quello, fingendosi agitato “Come hai fatto? Eppure sono perfettamente mimetizzato.”.
“Vuoi dire che lui proviene dalla tua epoca?!” chiese sconcertato Miroku.
“Stento anch’io a crederci, ma dal modo in cui si veste e come parla, non potrei dire altrimenti.” replicò Kagome, altrettanto incredula.
Anche gli altri si trovarono spiazzati da quest’affermazione: Kagome era la prima ed unica persona dell’altro mondo che conoscevano, e solo lei e Inuyasha potevano andare e venire attraverso il tempo. Adesso invece, spunta fuori quest’altro tizio che non ha assolutamente niente in comune con lei.
“Come hai fatto ad arrivare fin qui?” pretese di sapere Miroku.
“Posso dire in taxi?”.
A questo punto Inuyasha ne aveva abbastanza. Pur essendo più alto di lui di 20 centimetri, riuscì a sollevarlo da terra, afferrandolo dal poncho.
“Rispondi alla domanda!”.
Quello alzò le mani in segno di resa “Ok hai vinto: è una cabina telefonica magica…”.
Lo strattonò prima che potesse finire la frase “Falla finita!”.
“Uh dolcezza. Mi spiace, ma dovrai aspettare qualche altro capitolo per saperlo. E comunque… caspita sono davvero morbide.” disse con una voce così effemminata, mentre toccava le orecchie del ragazzo.
Lo getto in avanti, facendolo sbattere contro la parete. Quello ne uscì con un “Ahi!”, e poi si rialzò “Wow! Comportamento aggressivo dominante estremo, Cesar Millan. Questo potrebbe essere il coronamento della tua carriera.”.
“Sono stanco di queste buffonate! Comincia col dire chi sei!”.
“Come chi sono? Credevo fosse ovvio: Clint Eastwood interpretato da Michael J. Fox. Ma personalmente preferisco definirmi una trinità.”.
“Come scusa?!” emise una voce dalla porta.
Girò lo sguardo, e fuori dalla porta c’erano proprio Terence Hill, Carrie-Anne Moss e la trinità in persona, con le armi puntate.
“Calma, lasciatemi spiegare: il fatto è che Thomas Francis Wilson ha interpretato Biff, Griff e Buford. Uno in tre e tre in uno. Praticamente una trinità.”.
Chiarito il disguido, rinfoderarono l’arsenale e si voltarono per dileguarsi, quando….
“Hei Girotti!”.
Girandosi per guardare, vide il tizio fare un cuore con le mani e sussurrare “Ti amo.”. Lui ricambiò il salutò con un sorriso smagliante, per poi andarsene.
“Pero a ben pensarci, ha interpretato anche Biff giovane, adulto e vecchio. Quindi, una trinità in una trinità…. fanno una NONITA.”.
Inuyasha era al limite. Sarebbe potuto balzargli addosso da un momento all’altro, per gonfiarlo di botte, o anche peggio, per fagli smettere di dire cose senza senso. Prima che potesse accadere, Miroku, Sango e Shippo lo convinsero che era meglio lasciar perdere. Chiunque egli fosse, non poteva essergli ne d’aiuto, ne sembrava volere il loro. Solo Kagome era meno disposta a ignorare la questione. Per quanto fosse completamente folle, si trattava pur sempre di qualcuno che viene dal suo tempo, non poteva lasciare che passasse il resto dei suoi giorni in epoca Sengoku. Senza contare che se ci era riuscito quel tizio, nulla esclude che possa accadere a qualcun altro. Ad ogni modo, restava aperta la questione di passare la notte al villaggio. Benché non fosse del tutto piacevole la presenza di quel tizio, si trattava solo di una singola notte, avrebbero potuto sopportarlo, o quantomeno provarci. Naturalmente Inuyasha non poté fare ameno di ostentare il suo disappunto. Sentiva che per qualche ragione, quel tale ce l’avesse con lui, ed era intenzionato a tampinarlo il più possibile. Bastò infatti un momento di distrazione, che quello ci riprovò “Dai compare, non fare il permaloso. Così urti la mia sensibilità.” mettendogli le braccia al collo, mentre era girato di spalle.
Se lo scrollò di dosso irritato, poi pero si ritené fortunato, quando quel tale dichiarò di averne abbastanza anche lui.
“Ok! Ho capito, pensavo che potevamo essere super amici, ma a quanto pare non sono il tuo tipo.” quest’ulteriore frase ebbe un che di repellente. “Va be, siccome non è mia intenzione rovinarvi il soggiorno, sarà meglio che prenda e vada. Ciao ciao.”.
Così quello si avviò verso la porta, seriamente intento a mantenere la sua parola. Si sorpresero di quanto fosse stato troppo facile. Temevano che Inuyasha avrebbe finito col perdere il controllo, per poi riempirlo di botte, o che per evitarlo avrebbero dovuto rinunciare a passare la notte al villaggio. Stavano per tirare un sospiro di sollievo, quando…
“Aspetta!”. Era infatti troppo facile, quello si fermò di fronte alla porta e si voltò.
“Com’è che hai detto che ti chiami?”.
“Mi chiamo Inuyasha.” rispose non poco irritato.
La reazione dello straniero fu quella di portarsi una mano al mento con fare pensieroso “È buffo. Prima che arrivassi qui, ho conosciuto un tizio che mi ha chiesto di salutarti. Un amico ha detto.”.
Ciò attirò non poco l’attenzione del mezzo demone, come anche quella dei suoi compagni. Chiese chi fosse.
Lui rispose “Un tipo alto, pallido, sexy e tenebroso.”.
Una simile descrizione era approssimativa, ma aveva un che di famigliare. Fu solo quello che aggiunse in seguito, a far tremare loro i polsi.
“Aveva anche un nome piuttosto fico: marabù… ragù…” pausa di riflessione e poi “Aku-qualcosa…”.
Gli occhi di Inuyasha si spalancarono, mentre dal profondo riaffiorava una rabbia che non si era mai estinta, ed il ricordo di quel volto. Gli altri rimasero più vittime dello stupore e sconcerto. Così, solo al ragazzo in rosso sfuggì quel nome maledetto, pronunciato con tanto odio.
“NARAKU!”
 
Nota dell’autore: all’inizio, avevo pensato di andare oltre questo punto, ma credo sia meglio finire qui. Altrimenti sarebbe venuto troppo lungo, così quello che verrà dopo. Così ne approfitto per alzare l’asticella della suspense. Ricordatevi del quiz, mi raccomando.
   
 
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