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Autore: _TattaFede_    31/08/2009    4 recensioni
E' possibile che un paio di occhi verdi cambino per sempre la vita di una persona? A me è successo. Sono Reneesme Cullen e ho deciso di voltare le spalle a quello che tutti definivano il mio destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi quaaa! Anche questa volta in ritardo, ma tanto ci avete fatto l’abitudine vero?

Vi lascio subito al capitolo… mi raccomando, questa volta recensite!

 

PS risposte alle recensioni a fine capitolo!

 

 

Subito rispose una voce maschile. –arrivo! Rachel quante volte ti devo dire…

La porta si aprì. –Reneesme.

Quello che ancora definivo il mio ragazzo, aveva sussurrato il mio nome, con gli occhi spalancati dalla sorpresa.

-ciao Nathan. – cercai di fare almeno un debole sorriso, ma ero troppo impaurita da ciò che mi aspettava. Sentivo le mani tremare leggermente, così le strinsi in un pugno, ma le sensazioni di avere lo stomaco chiuso e il respiro affannato non riuscivo a mandarle via.

-cosa ci fai qui? come hai fatto ad avere il mio… - era completamente spiazzato dalla mia apparizione.

-sono andata a casa di tua zia. È stata lei a dirmi che eri venuto a Detroit.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli splendidi occhi verdi, volevo tornare a vederli di nuovo vivi come la prima volta che io e Nathan ci eravamo baciati.

-entra o prenderai freddo. – si era imposto di guardare altrove, come se quel contatto visivo gli facesse male. Riuscivo a percepire come cercasse di mantenere un tono di voce il più neutrale possibile.

Sussurrai un semplice grazie, prima di entrare nell’ingresso della casa. Mi sembrava di essere un robot, non riuscivo a fare niente di quello che in realtà volevo.

Mi ritrovai al centro di un grande salone con il camino, davvero molto accogliente se non fosse stato per i mobili coperti da grandi teloni bianchi, che rendevano l’atmosfera un po’ triste.

-mi dispiace per il casino, ma è dall’incidente che non vengo più qui e…

-non devi preoccuparti.

Il silenzio tra di noi era pesante e volevo con tutta me stessa mettere fine a quel supplizio.

- Nathe, io… devo parlarti.

-lo immaginavo Nessie… prima di tutto mi dispiace per la sfuriata dell’altro giorno, ma ero sconvolto… sono sconvolto… non riesco a capire, ho un milione di domande in testa… credo di non essere abbastanza forte per tutto questo…

Il cuore mi stava battendo velocissimo e mi sentivo come se stessi camminando su un filo, sotto il quale c’era solo il baratro.

-non devi giustificarti, anzi temevo che saresti scappato da me molto prima… nonostante tutto, sono felice di averti detto la verità. – fece un breve cenno con la testa.

Il fatto di stare in piedi non mi aiutava di certo a calmare il tremore che ormai scuoteva tutto il mio corpo e ogni parola che dicevo era poco più di un sussurro, a volte anche spezzato dall’emozione.

Nathan era rimasto sempre due passi davanti a me, ma all’improvviso si girò e andò ad appoggiare la testa contro il vetro della finestra.

- Nessie, smettila di piangere… già è difficile, così non ce la faccio proprio.

Mi passai le dita sulle guance e mi resi conto che effettivamente erano umide. Tutte le emozioni che stavo provando, mi stavano giocando dei brutti scherzi.

-non volevo… nemmeno me ne sono resa conto…

-hai attraversato l’America per lasciarmi definitivamente? – la domanda era piuttosto tagliente.

Respirai profondamente. Non potevo attraversare la sala e stabilire quel contatto fisico che tanto volevo, in fondo nessuno dei due era abbastanza pronto per fare quel passo.

-e se invece volessi il contrario? Mi accetteresti di nuovo?

Di nuovo quel silenzio che mi faceva impazzire.

-ho pensato a tutte le possibilità, ma in realtà non lo so nemmeno io che cosa voglio. Tu sei diversa… hai l’eternità davanti a te, mentre io che cosa sono? E poi c’è Jacob, la tua anima gemella! Lui può restarti vicino, prendersi cura di te…

Chiusi gli occhi per cercare di mantenere la mente lucida.

- Nathe, ho fatto la mia scelta… Jake se n’è andato, per sempre. Io non voglio lui.

Finalmente si girò. Cercava di dirmi qualcosa, ma era come se avesse perso tutte le parole.

Mi avvicinai lentamente e presi la sua mano con la mia. Il fatto che non si opponesse a quel primo contatto fisico, accese il me una speranza.

-voglio te.

Con la mano libera mi prese la testa e l’appoggiò sul suo petto, vicino al cuore. Mi sentivo terribilmente protetta tra le sue braccia, così ogni tremore o altra brutta sensazione sparirono di colpo.

-anche io desidero starti vicino, ricominciare tutto e provare di nuovo tutte quelle emozioni che tu mi hai regalato, anche solo con un semplice sorriso. Ma…

Non volevo che continuasse, così gli misi un dito sulle labbra.

-giurami che non avrai paura di me.

Era completamente spiazzato, ma riuscì a riprendersi. –va bene. Cosa vuoi fare?

Poggiai la stessa mano con cui l’avevo zittito sulla sua guancia, sperando di non commettere uno sbaglio.

-ricordati sempre che sono solo io. non c’è niente di cui aver timore.

Poi usai il mio potere e trasmisi delle immagini.

La prima volta che lo avevo visto in piscina, tutte le volte che lo fissavo in classe, la rivelazione sul suo passato, i nostri infiniti baci,il ballo di primavera. Stavamo rivivendo di nuovo quei momenti magici passati insieme attraverso i miei occhi,  insieme alle stupende emozioni che avevo provato.

Inizialmente Nathan aveva fatto un leggero sussulto dovuto alla novità del mio potere, ma poi come promesso non scappò e rimase fermo a guardare.

-che cosa era quella… queste…?

Gli accarezzai delicatamente la guancia per calmarlo. –shhhh… tranquillo. Sono io. Diciamo che fa parte del mio essere speciale. Non è pericoloso, assolutamente.

Poggiò la sua fronte sulla mia. –ti conoscerò mai del tutto Nessie?

Il mio cuore iniziò a battere talmente veloce che credevo sarebbe uscito dal mio petto da un momento all’altro.

-dipende tutto da te.

Poi mi ricordai di una cosa quasi fondamentale. Se volevo essere sincera fino in fondo, dovevo raccontargli di Rita.

-devo dirti un’altra cosa…

-ancora? Inizio ad essere un po’ stanco di tutti questi segreti da svelare.

-non voglio costringerti, ma è importante. Posso… posso mostrartelo?

Mi sorrise dolcemente. –se per te è più facile, ok…

Usai di nuovo il mio potere, questa volta per raccontargli della donna venuta a casa mia solo qualche ora prima per raccontarmi la sua storia.

Nathan aveva capito molto prima di me, quando Andrea era andato in America e aveva conosciuto Susan. Era pietrificato, ma in qualche modo riuscì a mantenere la calma e continuò a guardare le immagini che gli stavo trasmettendo. Scoppiò solo quando Rita pronunciò il nome di sua madre.

-non è possibile! sono tutte bugie! – aveva fatto qualche passo indietro e aveva interrotto quel contatto fisico che tanto mi rassicurava.

-calmati, non…

-come faccio a stare calmo? Una sconosciuta piomba in casa tua, ti racconta una cazzata del genere e dovrebbe andare tutto bene secondo te?

-perché deve essere per forza una cazzata?

-ora la difendi pure? Io sono umano, accidenti!

Mi era crollato il mondo addosso. Speravo che tra me e Nathan non ci fossero problemi di questo genere, pensavo che lui avesse superato questa distinzione tra di noi, ma evidentemente non era così.

-e io invece sono diversa, non è vero!? Un mostro che si è semplicemente innamorato di te! pensavo di poter risolvere la situazione così… ma a quanto pare mi sbagliavo…

Ero sull’orlo delle lacrime e non volevo che lui mi vedesse debole, così scappai verso l’ingresso di casa.

Stavo per mettere la mano sulla maniglia, quando lui mi afferrò il polso e mi spinse contro la porta, con forza.

I  nostri volti erano vicinissimi, mentre il mio corpo aderiva completamente al suo.

La rabbia che fino a un secondo prima provavo, fu completamente rimpiazzata dall’attrazione. Avevo dimenticato tutto e soprattutto non volevo ricordare. Volevo baciarlo, volevo solo le sue labbra sulle mie, ma sapevo che dovevo resistere.

-scusa, non sarei dovuto scattare in quel modo, te non c’entri niente… come ti sentiresti se una completa sconosciuta ti dicesse che sei umana?

-sarei la persona più felice di questa terra, molto probabilmente. Almeno potrei starti vicino senza tutti questi maledetti casini.

Voleva fare un passo indietro, voleva di nuovo interrompere quel contatto tra noi. Ma non fece in tempo perché

gli misi una mano dietro la testa. Le nostre labbra ormai si sfioravano e quel contatto quasi mi fece impazzire.

-tu non vai da nessuna parte. In questo momento non esistono vampiri o umani, il mondo è fuori da questa casa e i suoi problemi non ci riguardano. Ci siamo solo io e te.

Sentii il suo sorriso, ma soprattutto vidi accendersi i suoi splendidi occhi verdi.

Incapaci di attendere ancora, ci perdemmo in bacio passionale, dolce, carico di tutta quella fiducia che non riuscivamo a esprimere con le parole.

Dopo poco, però, quel momento perfetto fu interrotto dal mio cellulare.

-non rispondere.

-dai… solo venti secondi… non sopporto la suoneria…

Mi zittì con un altro bacio. –va bene… a ventuno ti rompo in cellulare…

Risposi. –pronto? – mi accorsi in quel momento di avere il fiatone.

-ciao Nessie! Tutto ok?

Nathan mi stava sfiorando con le sue labbra il collo scoperto.

-una meraviglia Kate. Che ti serviva?

-niente di che… volevo solo sapere come stavi… che fai?
Mi veniva terribilmente da ridere. –niente… sto con Nathe… e…- lui mi prese il cellulare.

-ciao Kate… scusa ma stavamo discutendo di una cosa un po’ delicata… ti faccio richiamare ok?

Sentii la mia amica rispondere di si e salutare.

-ecco fatto… scusa ma erano scaduti i venti secondi

-te sei pazzo… comunque dove eravamo rimasti?

Stava per baciarmi di nuovo, quando un orologio a pendolo suonò le undici.

Maledizione! Mai un attimo di pace!

-ehi aspetta un attimo… te dove dovresti dormire?

Scossi la testa. –a dir la verità non lo so… sono partita di fretta e furia, credo che se ne sia occupata la mamma…

-e tu vorresti uscire con questo diluvio universale e soprattutto di notte?

Me ne accorsi solo in quel momento. Si sentiva il rumore dell’acqua anche da dentro casa.

-che hai in mente Whellens? – gli lanciai un’occhiata maliziosa.

-beh visto che sono un bravo ragazzo che non vuole che tu corra dei pericoli mentre te ne vai sola soletta in hotel… che ne dici di rimanere qui?

-dico che… si può fare. Sperando sempre che i miei non spuntino fuori da un momento all’altro.

-te ne sarei particolarmente grato se li avvertissi… non voglio ritrovarmi ed essere uno dei loro spuntini!

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI

Nessie93: mi dispiace tanto, ma la tua illuminazione non è giusta… mille volte grazie per tutti i complimenti!

_Kiarina Cullen_ : mi dispiace un sacco per la lunga attesa… spero che ti siano piaciuti questi due nuovi capitoli! PS anche io odio il cane, se non si era capito!

15rox15: devo ammettere che sei una delle mie lettrici preferite, commenti sempre! Continua così! Comunque la mia faccia quando ho letto che ti dispiaceva per Jacob era sconvolta XD… vabbè dai ti perdono!

  
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