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Autore: crazy lion    23/07/2021    1 recensioni
Taehyung e Jungkook sono sposati da tre anni. Da un po' il primo si è accorto che qualcosa non va: Jungkook è stranamente silenzioso. Quando gliene chiederà la ragione, prenderanno la decisione più importante della loro vita.
Attenzione: la storia può essere letta come un’originale, in quanto i BTS qui sono persone normali e non cantanti.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.

 

Primo incontro

 
Dopo alcuni giorni, Aleicia ritelefonò proprio come aveva promesso.
"Ho una possibile adozione per voi" disse. "Abbiamo una bambina di quattro anni che ha perso i genitori in un incidente d'auto due anni fa. C'era anche lei, ma per fortuna è rimasta illesa perché la cintura del seggiolino era legata. Quelle dei genitori invece no e sono letteralmente volati fuori dal finestrino. La piccola si trova da due anni in affidamento e ha cambiato quattro famiglie. Non perché dia problemi, anzi, dalla foto sembra molto graziosa e dolce, ma nel sistema dell'affidamento capita spesso che i bambini cambino famiglia. Magari restano pochi giorni con una e poi vanno da un'altra."
"Ma è terribile!" esclamò Taehyung alzandosi dal divano per poggiare il bicchiere d'acqua vuoto che teneva in mano.
"E non è giusto" asserì Jungkook.
"Lo so, avete ragione, ma è così che funziona, purtroppo. Comunque, questa bambina è adottabile. Ho una sua fotografia, come dicevo, e se volete ve la posso mandare per email."
"La mandi alla mia" disse Jungkook.
E quando arrivò, i due rimasero stupiti dalla dolcezza del viso della bambina. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle bianca.
"È davvero carina" disse Taehyung con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
C'era anche scritto il nome.
"Audrey è molto bello" osservò Jungkook. "Allora, la incontriamo?"
"Assolutamente!"
Ritelefonarono ad Aleicia, che disse che avrebbe contattato i genitori affidatari e fissato un appuntamento.
"Pensi che ricordi qualcosa dei genitori o dell'incidente? È possibile avere ricordi di quell'età?" chiese Jungkook, preoccupato.
"Se sono molto gravi sì, ma lei è tranquilla, pare non ricordare nulla di quello che è successo, anche se sa che i genitori sono in cielo con Gesù perché l'assistente sociale che gliel'ha spiegato le ha detto così."
"Ha fatto bene" commentò Taehyung.
Dopo alcuni minuti ricevettero un'altra chiamata. Aleicia li informava che l'appuntamento era stato fissato due settimane dopo.
"I genitori lavorano e lasciano la bambina ai vicini. Il sabato e la domenica delle prossime settimane saranno fuori città con lei, ma il weekend successivo saranno liberi" spiegò loro Aleicia.
"Capisco" disse Jungkook un po' rattristato.
Lui e il marito avevano sperato di incontrarla molto prima.
"Cosa dobbiamo fare nel frattempo? Prepararci per il suo arrivo?" chiese Taehyung.
"Beh, se il primo incontro andrà bene vi consiglio di farlo da allora. La vedrete qualche volta in casa dei genitori affidatari e poi potrete portarla con voi."
Ma i due non resistettero. Nei giorni seguenti, dopo il lavoro, pulirono la camera degli ospiti, che – lo speravano ardentemente – sarebbe diventata quella della loro figlia, misero un lettino singolo, i giocattoli che avevano in un cesto, ma non comprarono vestitini o altri accessori perché prima volevano incontrare la piccola.
Quelle due settimane furono tra le più lunghe che avessero mai vissuto. L'attesa pareva infinita e Jungkook, ogni mattina a colazione, si avvicinava al calendario per controllare che giorno fosse.
“Sei ossessionato da queste due settimane, eh?" gli chiese Taehyung un giorno, ridendo.
"Dici che sbaglio?"
"No, lo farei anch'io, ma mi sale l'ansia. Dai, vieni qui." Lo fece sedere sulle sue ginocchia. "Manca solo una settimana, possiamo resistere" mormorò carezzandogli i capelli.
"Hai ragione, possiamo. Abbiamo aspettato quattordici mesi, vuoi che non riusciamo ad attendere una settimana?"
"Ci sono coppie o single che ci mettono molto di più ad avere un bambino, dobbiamo ritenerci fortunati" disse Taehyung.
Sui forum avevano letto che alcuni ci avevano impiegato più di due anni.
Quando il giorno fatidico arrivò i due si presentarono venti minuti prima dell'appuntamento, come del resto l'assistente sociale che era già lì.
"Si vede che ci tenete molto anche dal fatto che siete arrivati così presto" disse ai due e sorrise loro.
Jungkook e Taehyung ricambiarono il sorriso e le strinsero la mano per salutarla. Passarono quei venti minuti in un bar lì accanto, bevvero un caffè, Jungkook mangiò anche una brioche alla crema e aspettarono. Furono i venti minuti più eterni, perché di cosa diavolo potevano parlare con un'assistente sociale se non dell'adozione? Non erano in confidenza con lei.
"Come hanno preso le vostre famiglie la notizia quando gliel'avete comunicato? So che è passato tempo e non ve l'ho mai chiesto. Di questo mi scuso."
"All'inizio non tanto bene" disse Taehyung, "ma poi hanno cambiato idea."
Aleicia sorrise.
"Mi fa piacere."
Quando il momento fatidico arrivò, l'assistente sociale suonò il campanello. Le aprì una donna sulla trentina, con i capelli neri corti e gli occhi marroni.
"Voi dovete essere Taehyung e Jungkook." Sorrise loro con dolcezza. "Io sono Allison e questo è mio marito Jim."
"Abbiamo in affidamento Audrey da sei mesi" spiegò l'uomo.
"Dov'è?" chiese Taehyung.
"In camera sua, e non vuole uscire da lì. Le abbiamo spiegato che sareste venuti per incontrarla e forse adottarla, e quando ha sentito questo è scappata."
A loro si avvicinò un'altra donna dall'aspetto sconvolto.
"Ho provato a farla scendere, ma non ci sono riuscita. Mi chiamo Christy Andrews, sono l'assistente sociale che segue il caso di Audrey."
"Possiamo provare a parlarle noi?" chiese Jungkook piano.
Non era sicuro, come del resto non lo era Taehyung, che fosse la cosa giusta. Forse, trovandosi in compagnia di sconosciuti, la bambina si sarebbe spaventata ancora di più.
"Va bene," disse Christy, "ma verrò anch'io nel caso ci fossero probblemi."
Li guidò su per una scala a chiocciola, finché non si ritrovarono in un ampio corridoio sul quale c'erano delle stanze, di sicuro le camere. Christy aprì la prima. Nell’entrare, e Jungkook e Taehyung poterono chiaramente udire dei lamenti sommessi e qualcuno che si soffiava il naso. La camera era immersa nel buio più totale, così l'assistente sociale accese la luce, aprì le finestre per far cambiare l'aria e la spense. La camera era dipinta di rosa e aveva appesi alle pareti poster con immagini di animaletti e di cartoni animati.
"È una camera molto graziosa" disse Jungkook e, a sentire una voce sconosciuta, la bambina sprofondò ancora di più nelle coperte.
"Piccola, queste persone sono venute a conoscerti ed è possibile che ti adotteranno" disse l'assistente sociale con tutta la dolcezza possibile,
Lei non si mosse. Aveva sentito un’altra volta quel discorso, con una coppia di un uomo e una donna, che poi se n’erano andati e non aveva più visto. E se fosse capitato di nuovo?
Taehyung si avvicinò al letto.
"Ciao, Audrey. Io sono Taehyung e qui con me c'è Jungkook. Lo so che forse non era quello che ti aspettavi, che avresti voluto una mamma magari, che ti mancano i tuoi veri genitori, ma noi siamo entusiasti di conoscerti e ti assicuriamo che, se ti adotteremo, non ti faremo mancare nulla, soprattutto l'amore. Se esci possiamo parlare."
Si diede dell'idiota perché, forse, quel discorso era troppo difficile per una bambina di quattro anni, ma lei pian piano uscì dalle coperte e li osservò, sempre rimanendo a letto. Poi si alzò di scatto. Indicò loro una fotografia incollata sopra la testiera del letto.
"Sono mamma e papà" disse. "Possiamo portarla con noi se verrò a casa vostra?"
"Ma certo!" le rispose Jungkook.
La bambina mostrò loro i suoi giocattoli e disse che ne aveva tanti anche in salotto.
"Perché non scendiamo e non giochiamo là?" le propose Taehyung e lei disse di sì.
Una volta di sotto i genitori affidatari furono molto felici di vedere Audrey, che si sedette sul tappeto accanto a un cesto di giochi.
"Ma che bella Barbie!" esclamò Taehyung. "Come si chiama?"
"Shayleen. È una principessa."
"Davvero?" chiese Taehyung. "Vive in un castello?"
"Sì, e ha tante dame di compagnia" disse la bambina tirando fuori altre bambole.
Con l'aiuto dei due uomini le pettinò e le vestì, poi ci giocarono insieme.
"Oh, sono una bella principessa" disse Jungkook facendo una voce in falsetto e sentendosi uno sciocco.
"E io la tua dama di compagnia" disse Taehyung.
"Adesso siamo a un ballo" disse la principessa e fece qualche passo di danza. "Mi piace imparare a ballare" disse Audrey.
I due sorrisero per quel verbo sbagliato.
"E perché non ce l'hai mai chiesto?" domandò Jim.
"Poco" disse la bambina, volendo far intendere che ci pensava da poco.
Giocarono ancora tutti e tre insieme con i peluche, per esempio Jungkook e Taehyung avevano in mano due leoni che inseguivano una gazzella che teneva Audrey, ma alla fine la bambina volle che i tre facessero amicizia.
"Volete adottarmi?" chiese la bambina a un certo punto. "I miei genitori sono morti."
Si rabbuiò e alcune grosse lacrime le corsero giù per le guance. Meglio che non si ricordasse dell'incidente, ma era comunque consapevole della scomparsa dei genitori e questo le faceva male.
"Non ricordo niente" disse.
"Lo sappiamo, piccola" mormorò Taehyung con tutto il tatto possibile. "E ci dispiace."
Avevano notato che la bambina parlava molto bene e pareva più grande della sua età, soprattutto quando parlava di argomenti come quelli. Tutto ciò che aveva passato doveva averla fatta crescere più in fretta del normale.
"Certo che vogliamo adottarti!" esclamò Jungkook abbracciandola.
"E tu vuoi che ti adottiamo?" chiese Taehyung.
Benché la bambina fosse piccola, gli pareva giusto chiedere anche il suo consenso.
"Sì, credo di sì. Mi piacete."
I due sorrisero.
Poco dopo l'incontro finì.
"Ci vediamo la settimana prossima" disse Aleicia. "Faremo un incontro a settimana per un totale di quattro, fino a fine maggio, sia per vedere come si comporta Audrey con voi e voi con lei, sia per darvi il tempo di prepararvi al suo arrivo" spiegò quando furono usciti. "Poi l'avrete in affidamento preadottivo per un certo tempo e io verrò a controllare ogni mese come vanno le cose. Alla fine, dopo un anno o poco più, se tutto andrà bene si finalizzerà l'adozione in tribunale. Di solito, se non ci sono ostacoli o impedimenti, è una semplice formalità."
I tre si salutarono e Jungkook e Taehyung tornarono a casa.
"Come ti è sembrato l'incontro di oggi?" chiese il primo al secondo.
"Difficile all'inizio, poi molto più semplice. Audrey soffre tanto, ma è anche adorabile."
"Anche a me è sembrato così."
Nelle settimane seguenti la videro altre volte e quasi sempre serena, a parte qualche momento nel quale piangeva per i genitori e perché non ricordava niente di loro. Taehyung, Jungkook e Audrey parvero alle assistenti sociali un trio perfetto. Parlavano, giocavano insieme, disegnavano e andavano d'accordo.
"È la bambina giusta per voi" disse Aleicia alla fine del settimo incontro. "La settimana prossima potrete portarla a casa."
"Davvero?" chiesero i due all'unisono.
Dovevano sbrigarsi. Non avevano ancora preparato niente perché aspettavano che Aleicia dicesse una cosa del genere. Nei giorni successivi ridipinsero la camera di un giallo acceso e il soffitto di blu, comprarono dei giocattoli adatti all'età della bambina, sistemarono il letto e le coperte, presero dei vestiti, dei biscotti al cioccolato che di sicuro avrebbe gradito, cereali per la colazione, latte - loro bevevano solo caffè - e tutto ciò che serviva. Si fecero anche aiutare dagli amici e, quando arrivò il giorno di portare a casa Audrey, erano pronti.
“Allora, sei pronta?” le chiesero quando la videro.
“Sì!”
L’assistente sociale aveva spiegato loro che, a parte la foto dei genitori, la bambina non avrebbe potuto portare a casa niente da quel luogo, compresi i vestiti che indossava. Jungkook e Taehyung la portarono in camera a prendere la foto.
“Dobbiamo cambiarti” le disse Jungkook. “Guarda cosa ti abbiamo portato?”
Le mostrò un vestitino blu bordato di pizzo.
“Ma è bellissimo!” esclamò la bambina.
“Cosa si dice?” chiese Taehyung.
“Grazie.”
“Brava. Sai cambiarti da sola o dobbiamo aiutarti?”
“No, non ancora” rispose lei.
I due avevano portato per lei anche canottiera e mutande, e quando si vide nuda davanti a loro la bimba si imbarazzò tantissimo. Anche Taehyung e Jungkook erano a disagio.
“Fosse stato un maschio sarebbe stato più facile” sussurrò il primo al secondo in modo che la bambina non sentisse.
Superati i primi momenti di imbarazzo i due la vestirono e poi scesero le scale.
Mentre la facevano salire in macchina con loro, legando il seggiolino, si resero davvero conto che ora erano responsabili di un altro essere umano. Finalmente avevano coronato il loro sogno ed erano una vera famiglia.
   
 
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