Capitolo 10.
Famiglia
Quando il campanello suonò, quella domenica, Audrey fece letteralmente un salto sul divano sul quale era seduta a guardare i cartoni.
"Sono i nostri familiari" disse Taehyung.
Avevano preparato la bambina al loro arrivo dicendole che sarebbero stati tutti gentili con lei, ma lei era comunque nervosa.
"Andrà tutto bene, tesoro" la rassicurò Taehyung.
Quando aprirono la porta entrarono cinque persone. Una ragazza, la prima a presentarsi ad Audrey, era giovane e si chiamava Mi Sun.
"Sono tua zia, la sorella di Taehyung" disse con dolcezza abbassandosi al suo livello.
Ad Audrey piacque subito.
"Noi siamo Jun-Yong e Ji-won e siamo i tuoi nonni. Io, Jun-yong, sono il papà di Taegyung e lui di Jungkook."
"Noi, invece, siamo le tue nonne, Song-min e Hyong-jin."
"Avete tutti dei nomi strani" disse la piccola ridendo.
"Sono nomi coreani" le spiegò Mi Sun.
"Non so se li imparo subito, ma sono belli" considerò la piccola.
"Grazie" risposero tutti all'unisono.
"Tra poco arriveranno anche alcuni amici miei e di papà," disse Taehyung, "ma nessuno vorrà farti del male, okay? Qui siamo tutti gentili."
"Quanti?" chiese la piccola.
"Sei."
Fece un breve calcolo. Sapeva i numeri fino al venti e giunse alla conclusione che ci sarebbero state quindici persone in casa. Troppe. Scappò di sopra e sbatté la porta con violenza.
"Che è successo?" chiese la mamma di Taehy
hyung.
"Non lo so, vado a vedere."
Intanto, in cucina, Jungkook stava preparando involtini primavera e riso alla cantonese.
"Come vanno le cose, figliolo?" gli chiese suo padre.
"Bene. Noi ci troviamo bene con lei e la amiamo e Audrey fa lo stesso con noi."
Lui e il marito avevano deciso di fare quel pranzo a casa per far sentire più sicura Audrey.
"Avete avuto dubbi sull'adozione mentre non avevate ancora Audrey in casa?" chiese la madre.
"No, nessuno, eravamo convinti della nostra scelta e lo siamo ancora, abbiamo fatto la cosa più bella e migliore della nostra vita."
I genitori gli sorrisero. Aveva appena detto qualcosa di stupendo.
"Audrey, fammi entrare!"
Non c'era la chiave alla porta, ma la bambina ci si era addossata contro e non voleva spostarsi.
"No!" esclamò, dando un pugno alla porta.
"Se mi spieghi qual è il problema possiamo parlarne."
"No."
"Che sta succedendo?" Jungkook gli arrivò alle spalle e lo spaventò. "Scusa amore, non volevo spaventarti. Che c'è?"
"Non vuole uscire, credo abbia paura di qualcosa."
"Forse abbiamo invitato troppe persone. Vuoi che dica ai nostri amici che ci incontriamo la prossima domenica per un picnic?"
"Forse è meglio."
"D'accordo, telefono subito a Namjoon."
"Non se la prenderanno, vero?" chiese Taehyung.
"Non penso proprio."
Jungkook sparì e in quel momento Audrey aprì la porta.
"Posso entrare?"
"Sì, papà. Ho sentito che ci sarebbero state tante persone e ho avuto tanta paura" confessò.
Stava ancora tremando e il suo respiro era ansimante.
"Lo so, piccola, mi dispiace. Non abbiamo nemmeno pensato che questo potesse essere un problema, per te."
"Non importa, ma non respiro."
"Sì che respiri, stai solo avendo un attacco di panico. Guardami. Guardami" ripeté, visto che la bambina fissava il vuoto. "Respira. Dentro, fuori, dentro, fuori."
Dopo alcuni tentativi Audrey si sentì meglio.
Scese e, durante il pranzo, si sedette vicino a Mi Sun.
"Vai ancora a scuola?" le chiese.
"Sì, al college."
"Io non vado ancora all’asilo."
"Ci andrai presto e ti divertirai moltissimo, ne sono certa."
"Che giochi ti piace fare?" le chiese Ji-won, suo nonno.
"Nascondino, fare i puzzle, giocare a palla, andare in altalena e divertirmi con le bambole e i miei animali."
Nel sentirla parlare, Jungkook e Taehyung si dissero che c'erano ancora un sacco di cose che avrebbero potuto fare con lei.
"Adesso ti prendo!"
Il pranzo era finito e Jungkook e Taehyung erano usciti in giardino assieme agli altri. Mi Sun stava correndo dietro ad Audrey che cercava di nascondersi.
"Tanto non mi prendi, tanto non mi prendi!" esclamava la piccola.
La bambina si divertiva a correre e a saltare mentre la zia era sempre più stanca, ma alla fine la fece vincere e si lasciò prendere.
"Cavolo! Mi hai fatta penare" disse Mi Sun.
"Scusa, zia, mi stavo divertendo troppo."
"Non preoccuparti, anch'io ero così alla tua età."
Dopo poco giocarono a lanciarsi la palla anche assieme ai nonni e ai genitori. Se la tiravano l'un l'altro o con le mani o con i piedi
Quando le famiglie se ne andarono, Audrey era esausta. A seguito di una cena frugale si addormentò sul divano, felice di aver conosciuto i nonni e la zia.