Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: crazy lion    23/07/2021    1 recensioni
Taehyung e Jungkook sono sposati da tre anni. Da un po' il primo si è accorto che qualcosa non va: Jungkook è stranamente silenzioso. Quando gliene chiederà la ragione, prenderanno la decisione più importante della loro vita.
Attenzione: la storia può essere letta come un’originale, in quanto i BTS qui sono persone normali e non cantanti.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12.

 

Nuovi amici

 
"Papà, mi racconti una favola?"
Audrey era già sotto le coperte, il martedì sera, dopo aver preso i gatti il giorno prima, ma non riusciva a dormire. Capitava spesso che accadesse. Aveva confessato ai genitori che aveva paura di fare gli incubi e per questo cercava di stare sveglia il più possibile. Così, Jungkook e Taehyung avevano cominciato a raccontarle qualche storia per aiutarla a dormire meglio e a darle una tazza di camomilla prima di andare a letto.
"Ma Certo, prima finisci la camomilla, però."
Le raccontò Cappuccetto Rosso e la bambina si addormentò a metà storia.
"È crollata" disse piano Taehyung quando chiuse la porta della camera.
"Andiamo a dormire anche noi, sono stanco."
Dato che in quelle settimane gli incubi di Audrey erano aumentati, Taehyung e Jungkook ricontattarono l'assistente sociale in una giornata di fine giugno. La donna disse che andare da una psicologa avrebbe aiutato la bambina e diede loro due nominativi.
Il primo era un uomo, che si dimostrò molto maleducato dicendo che non aveva tutto il giorno per stare al telefono con loro, quando in realtà parlavano da neanche cinque minuti.
"Io Audrey da quello non ce la porto" disse risoluto Taehyung.
"Nemmeno io. Mi domando come faccia ad avere clienti e come li tratti. Speriamo che il secondo sia migliore."
Rispose una donna gentile, che li fece sentire a proprio agio.
"Io a luglio e agosto non lavoro, ma potete portarmela qui il primo settembre alle 16:00, se per voi va bene."
"D'accordo" rispose Taehyung. "Grazie."
"Ne parliamo subito con Audrey o aspettiamo?"
"È quasi luglio, aspettiamo un paio di settimane e poi iniziamo a spiegarle che dovrà andare da una dottoressa per stare meglio."
L'altro annuì.
"Ho visto una cosa interessante. Qui vicino c'è un cartello che dice che una ragazza legge in biblioteca ai bambini. Sarebbe bello portarci Audrey, magari sentirà favole diverse da quelle che le raccontiamo noi la sera.
"Non è una cattiva idea, anzi. Potrebbe aiutarla stare con altri bambini. Certo, ci sta quando va al parco, ma preferisce giocare da sola."
Quando si svegliò, i genitori glielo proposero e Audrey si dimostrò entusiasta.
"Quando andiamo? Quando andiamo?" non smetteva di ripetere.
"Domani pomeriggio alle 15:00 c'è il primo incontro, sta' tranquilla" le disse Taehyung.
"Voglio che sia subito domani pomeriggio. Adesso faccio una magia come le Winx!" esclamò e fece un movimento con il braccio. "Non è successo niente."
I suoi occhietti si riempirono di lacrime. I genitori sorrisero, inteneriti da quella scena, e poi Jungkook la prese in braccio.
"Perché gli umani non sono magici, soltanto i maghi, le fate e le streghe lo sono."
"E non si può imparare da una fata ad essere magica?"
"No, non si può. Ma sai cantarmi da sigla delle Winx?”
"Sì!" trillò la piccola. "Si intitola Il segno di Winx" aggiunse, per far capire che era informata.
"Notte magica, si illumina il cielo
Fra le stelle la sfida per me inizierà
Su una nuvola io volo nel tempo
Con gioco e fantasia coloro la mia vita
 
Le mie ali nel cielo
 
Winx! La tua mano nella mia più forza ci darà
Con lo sguardo vinceremo insieme
Winx! Nuove fate siamo noi e un'amica tu sarai
Solo un gesto e voleremo ancora
[…]"
Aveva cantato solo una parte di quella canzone, cioè quella che facevano sentire in televisione. Sapeva, però, che la versione originale era molto più lunga e aveva anche visto su internet, con i genitori, tutte le parole, ma ora non le ricordava.
I due applaudirono.
"Vado a fare la spesa" disse Taehyung. "Venite con me?"
"No, io voglio giocare!" esclamò la bambina.
Poco dopo l'uscita di Taehyung, mentre Audrey si stava divertendo con una bambola, qualcuno suonò alla porta
"Jimin" esclamò Jungkook vedendolo.
"Ciao. Ho pensato di farvi un saluto prima del picnic di domenica" disse.
"Hai fatto bene. Vuoi conoscere Audrey?"
"Certo. Sono qui per questo."
"Ah, per questo, eh? Non per vedere un tuo amico" lo canzonò l'altro.
Jimin gli diede un piccolo schiaffo sul braccio.
"Ti ha colpito!" gridò Audrey. "Ti ha fatto male, papà?" E poi, rivolta a Jimin: "Vai via, tu sei cattivo."
"Tesoro, calmati, respira. Jimin è una delle persone più buone che io conosca, te lo posso assicurare. Non mi ha dato un vero e proprio schiaffo, ma solo un colpetto affettuoso perché stavamo scherzando fra di noi."
La bambina si rilassò visibilmente. Guardò Jimin che le sorrise e allungò una mano.
"Ciao, io sono Jimin, uno degli amici dei tuoi papà" si presentò.
"Io mi chiamo Audrey" disse la bambina, "e ho quattro anni. Ne compio cinque il 22 dicembre."
"Questo l'assistente sociale non ce l'aveva detto, non ci aveva parlato del tuo compleanno."
"Adesso lo sapete."
"Sai cosa ti fa fare Oppa, ora?" chiese Jimin.
"Oppa? Ma come parli?"
Audrey rise: da quando era arrivata non aveva mai sentito pronunciare quella parola.
"È coreano. Lo usano i ragazzi più grandi per riferirsi a ragazze più piccole di loro o a bambine" le spiegò Jungkook.
"Ah, okay."
Oppa, che parola buffa pensò Audrey.
"Cosa mi fai fare?" chiese poi, rivolta a Jimin.
Questi la fece sedere sul tappeto, poi la sollevò in aria e la mise sopra la sua testa esclamando:
"Vola!"
La bambina rideva un sacco mentre Jimin la portava in giro per il salotto in quella posizione e, anche se il ragazzo era basso, lei vedeva il mondo da un'altra prospettiva. Dopo un po' Jimin si sedette sul divano e fece scendere Audrey, posandola con delicatezza sul tappeto.
"Ti sei divertita?"
"Sì Jimin, lo facciamo ancora?"
"Non adesso ma sì, te lo prometto."
"Grazie. Papà, ho volato con Jimin, è stato bellissimo!"
Ad Audrey brillavano gli occhi.
"Lo so, ho visto,"
In quel momento, il cellulare di Jungkook suonò.
"Pronto, Taehyung?"
"Ciao. Senti, non trovo i cereali che mangia di solito Audrey, il commesso ha detto che sono finiti. Posso prenderne di un'altra marca?"
"Se sono al cioccolato sì, non credo faccia differenza. Li amerà comunque. Non dimenticarti di comprare la frutta omogeneizzata, perché la adora."
"D'accordo. Come va lì?"
"È venuto Jimin. Sai che l'ha fatta volare?"
"Che cosa?" Taehyung era preoccupato. "Dimmi che non si è fatta male o lo uccido" scherzò, ma sperò davvero che non fosse successo niente."
"Non si è fatta nulla, solo divertita molto, e poi Jimin ci sa fare con i bambini."
Lavorava in un asilo nido come maestro.
"Va bene, sono più tranquillo. Torno a casa fra un po'."
"Okay, ti aspetto."
"Non l'ha presa bene, vero? Mi dispiace, è che ai bambini dell'asilo nido dove lavoro piace e pensavo che potesse divertirsi anche lei."
"L'ha fatto e non è successo niente. Taehyung si è solo un po' preoccupato, ma è normale per un genitore, e poi sai che è sempre stato apprensivo."
"Già."
Intanto Audrey stava mostrando a Jimin tutti i giocattoli che aveva.
"Sono davvero tantissimi, tesoro" le disse.
Poco dopo arrivò anche Namjoon, che si presentò ad Audrey. Lo trovò molto simpatico, anche se un po' troppo silenzioso e sulle sue per i suoi gusti.
Quando tornò Taehyung, gli amici e Jungkook smisero di giocare con Audrey per aiutarlo a mettere via la spesa.
"Ma quanta roba hai comprato?" chiese Namjoon divertito.
"Abbastanza, volevo riempire il frigo che è quasi vuoto."
Poco dopo, Jimin e Namjoon se ne andarono. Avevano un appuntamento con gli altri.
"Sono simpatici, mi piacciono" disse Audrey ai suoi papà e loro ne furono molto contenti.
Poco dopo il campanello suonò di nuovo.
"Yerim, che ci fai qui?" chiese Taehyung.
"Sono venuta a trovarvi. Volevo conoscere la new entry del nostro gruppo."
"Audrey, Yerim è la fidanzata di Yoongi, un altro nostro amico che conoscerai. Per il momento, solo io e papà e loro due abbiamo qualcuno accanto, ma sicuramente anche gli altri lo troveranno prima o poi" spiegò Taehyung.
"Coraggio, sii educata e saluta la nostra ospite" disse Jungkook.
La bambina non disse niente e andò a nascondersi dietro il divano. Si accucciò e rimase lì, ferma.
"Jungkook, posso parlarti un momento?" chiese Taehyung.
"Certo."
"Yerim, vieni anche tu."
Si sedettero in cucina, attorno al tavolo.
"Credo che abbiamo sbagliato con lei" disse Taehyung.
"Sbagliato? In che senso? Le diamo tutto l'amore del mondo, ha giochi, presto andrà all'asilo…"
"Sì, lo so, ma non basta. È figlia di genitori gay e da quando l'abbiamo adottata, a fine maggio, non l'abbiamo fatta quasi mai incontrare con una persona di sesso femminile, a parte Mi Sun una volta, mentre avremmo dovuto."
"Mi sa che hai ragione. Ma è passato poco tempo, vuoi che sia già così spaventata?"
"Se ha avuto quella reazione, evidentemente lo è" disse Yerim.
Jungkook si sentì un emerito idiota per non averci pensato prima.
"Cosa posso fare perché non abbia paura di me?" chiese Yerim.
La reazione di Audrey l'aveva colpita e messa un po' a disagio.
"Sii te stessa" le disse Taehyung.
La ragazza si inginocchiò sul divano, con la testa rivolta verso la bambina.
"Non voglio farti del male, nessuno lo vuole. Non devi aver paura, piccola. So che non hai incontrato altre ragazze di questi tempi, ma io sono buona e dolce e ti voglio già bene, mi sento una specie di zia nei tuoi confronti. Sai che sarò io a leggere ai bambini in biblioteca?"
Audrey alzò la testa.
"D-davvero?"
"Davvero. Vi racconterò tante favole, te lo prometto. Ora, se vieni fuori da lì, possiamo giocare insieme."
Con molta, molta lentezza, la bambina tornò sul tappeto.
"E questi bei gattini chi sono?"
Prima Jimin non li aveva visti perché erano nelle loro cucce, ma ora erano usciti. Audrey sorrise.
"Lei è Star, lui Red."
"Sono stupendi e hanno anche dei bellissimi nomi. Posso accarezzarli?"
Audrey fece cenno di sì e Yerim si avvicinò a Red che soffiò.
"Lui è il più spaventato" le disse Taehyung. "Prova con l'altra."
Intanto Red era andato a nascondersi sotto un carrellino sul quale Taehyung e Jungkook tenevano il telefono e altri oggetti. Yerim si fece più vicina a Star, la quale fu ben felice di farsi coccolare e, poco dopo, si addormentò anche in braccio a un'estranea.
"Che carina!" commentò la ragazza.
"Guardiamo un cartone tutti insieme?" propose Audrey.
Gli altri accettarono e lei scelse Frozen. La canzone che le piacque di più fu quella cantata da Elsa mentre mostrava i suoi poteri al massimo, creando un castello di ghiaccio, Let It Go.
"Voglio essere Elsa!" dichiarò alla fine del cartone.
"Perché?" le chiese Yerim,
"Perché è bella e ghiaccia tutto."
La ragazza fece un sorriso amaro. Audrey era ancora troppo piccola per capire che Elsa era stata sempre sola nella sua vita, che questo le aveva fatto male e che era caduta in una sorta di depressione. Dati i suoi poteri, i genitori l'avevano tenuta isolata, ma era stata anche lei a farlo, perfino quando i genitori erano morti e la sorella Anna avrebbe avuto bisogno di lei.
"Tutto bene, Yerim?"
"Sì Jungkook, tutto bene. Riflettevo sul film. Audrey, ti va di fare un disegno con me?"
Disegnarono Elsa, Anna, il pupazzo di neve Olaf, Kristoff e tutti i personaggi del film, poi attaccarono con lo scotch quei capolavori al frigo.
"Vi siete date molto da fare, vedo" commentò Taehyung ammirando quelle opere.
Non erano perfette, ma avevano cercato di renderle il più realistiche possibile.
Poco dopo Yerim se ne andò, dicendo che doveva preparare la favola e i lavori per il giorno dopo.
"Quali lavori?"
"Lo vedrai presto, Audrey. A domani" disse rivolta agli altri e alla piccola.
Tutti la salutarono e lei se ne andò.
Quella sera, sotto le coperte, con i gattini che, a fatica, si erano arrampicati sul materasso per stare con lei, Audrey pensò di aver trovato una nuova amica e anche due amici in Jimin e Yoongi, e che Yerim le piaceva tantissimo.
Il giorno seguente, martedì, i tre erano in biblioteca dieci minuti prima dell'inizio. Yerim arrivò poco dopo.
"Ciao. Vedo che siete puntuali, anzi, anche in anticipo."
"Meglio arrivare prima che in ritardo" disse Taehyung.
"Giusto."
Yerim sistemò la sua borsa su una sedia, ne estrasse un libro e lo posò sul grande tavolo in legno davanti a lei. Aspettarono tutti un po' e, piano piano, i bambini cominciarono ad arrivare con i genitori. Quando ci furono tutti e venti, la donna disse alle mamme e ai papà che potevano andare e tornare un'ora dopo. Ottenuto il silenzio, e dopo aver spiegato che in biblioteca bisognava parlare a voce bassissima, aprì il libro e cominciò a leggere.
"C'era una volta, nella foresta, un leone che dormiva tranquillo. Un topolino gli passò accanto per raggiungere gli amici a una piccola festa che si teneva lì intorno e il leone si svegliò per il trambusto. Il topo era ancora a poca distanza da lui e il leone gli disse:
"Hai osato svegliare il re della foresta? Ora non ho fame, altrimenti ti mangerei in un sol boccone."
"Sono piccolo in confronto a te, e mi spiace di averti svegliato, ma un giorno sarò io ad aiutarti."
Yerim modulava la voce, più grossa e grave per il leone, più acuta per il topolino. I bambini la ascoltavano in religioso silenzio, non staccando mai gli occhi da lei.
Ci fu un attimo di pausa.
"Tu? Un essere così minuscolo che aiuta il re della foresta? Questa sì che è bella" disse il leone, facendosi una grassa risata.
"Vedrai," gli rispose il topo, "sarà così."
Un giorno il leone rimase impigliato in alcune corde che formavano la trappola di un cacciatore. Ruggì e si dimenò, ma non riusciva proprio a liberarsi! Allora il topolino venne in suo soccorso e masticò le corde fino a romperle.
"Hai visto? Anche i grandi possono aiutare i piccoli" gli disse, e da quel giorno furono sempre amici." Yerim fece una pausa. "In questo libro c'è scritta la morale della storia, cioè cosa insegna: anche i grandi possono aiutare i piccoli. Voi avete quattro o cinque anni. Avete mai aiutato i vostri genitori a fare qualcosa?"
"Sì" disse una bambina. "A cucinare."
"Che brava! Qualcun altro?”
Audrey alzò la mano.
"A preparare la tavola" disse.
"A rifare i letti" fu il commento di un bambino.
"Uh, un compito difficile" disse la ragazza.
Poi chiese a ognuno di disegnare o il topo o il leone, o anche tutti e due che diventavano amici, Tutti si misero all'opera.
"Ciao." Salutò la bambina alla sua sinistra. "Io sono Audrey."
"Io Alaya."
Era una bambina di colore, per questo forse aveva un nome strano.
"Wow, che bel nome!" Era vero, ad Audrey piaceva proprio tanto. "Hai animali?"
"Sì, un cane che si chiama Pioggia. E tu?"
"una gatta di nome Star e un gatto che si chiama Red. Sono cuccioli, li ho presi da poco."
Mentre parlavano, disegnavano.
"Quanti anni hai?" chiese Audrey.
"Cinque, tu?"
"Quattro."
"Dov'è la tua mamma? Prima non l'ho vista."
"La mia mamma e il mio papà sono in cielo" disse abbassando lo sguardo e impedì a una lacrima di scivolarle lungo la guancia.
Non avrebbe mai dimenticato che loro erano senza cintura.
"Mettetevela" aveva detto.
"Lo faremo presto, dopo questa curva" le aveva risposto il padre, mentre svoltava a destra.
Audrey non avrebbe mai dimenticato lo schianto di poco dopo, il suo corpicino spinto in avanti dalla forza della frenata che, però, non era stata in grado di evitare l'incidente. Lei sentiva il rumore dello schianto ogni giorno, anche quando pensava ad altro. Non avrebbe mai smesso di rifletterci.
"Ma allora chi…"
"Sono stata adottata dai miei papà. Ne ho due, Taehyung e Jungkook."
"Quindi i tuoi genitori sono gay?"
"Esatto."
La bambina le sorrise, per farle capire che, per lei, questo non costituiva un problema e Audrey si sentì sollevata.
Yerim, con il permesso della bibliotecaria, appese assieme ai bambini tutti i disegni su una parete priva di scaffali, dicendo che erano tutti bellissimi. Un'ora passò veloce e i bimbi tornarono a casa con i genitori.
"Ci vediamo la settimana prossima, stesso giorno, medesimo orario" disse Yerim a tutti.
"Allora? Ti è piaciuto?" chiese Jungkook a sua figlia.
"Tantissimo! Yerim è fantastica, legge benissimo, e poi ho trovato una bambina, Alaya, che mi sta molto simpatica. Non abbiamo parlato molto, ma la conoscerò meglio più avanti."
La giornata giunse presto al termine e, sotto le coperte, Audrey pensò che nella sua vita stava andando tutto bene.
   
 
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