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Autore: crazy lion    23/07/2021    1 recensioni
Taehyung e Jungkook sono sposati da tre anni. Da un po' il primo si è accorto che qualcosa non va: Jungkook è stranamente silenzioso. Quando gliene chiederà la ragione, prenderanno la decisione più importante della loro vita.
Attenzione: la storia può essere letta come un’originale, in quanto i BTS qui sono persone normali e non cantanti.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13.

 

Picnic e veterinario

 
La domenica arrivò in un baleno. Audrey si svegliò, corse in camera dei genitori e saltò sul letto.
"È domenica! È domenica!" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
"Ma che bel risveglio" mugugnò Taehyung, con il viso affondato nel cuscino.
"Sì, davvero" disse Jungkook, più sveglio di lui. "Audrey, sono le sette e un quarto, lasciaci dormire un'altra oretta e riposa anche tu, ti servirà."
Ma anziché riposare, Audrey andò a vedere i gatti. Dormivano sul divano, tenendosi una zampina, proprio come due bambini che si stringono una manina. Avrebbe voluto avvicinare Red a lei in qualche modo, ma non se la sentì di svegliarli. Erano troppo carini. Rimase a guardarli a lungo, immobile, quasi non respirando per paura di destarli, poi tornò a letto e, con quell'immagine in mente, sorrise nel sonno.
Alle nove tutti erano in piedi. Avevano già fatto la spesa giorni prima.
"Audrey, mi dai una mano?" chiese Jungkook dalla cucina.
"Sì, papà."
Non le fece tagliare il pane, era troppo piccola, ma le fece mettere gli affettati dentro il pane. Ogni tanto le concedeva di assaggiare qualcosa, come una fetta di prosciutto, anche se non capiva come Audrey potesse aver voglia di una cosa simile dopo aver fatto colazione.
"Vene piccola, ora finisco io con i panini, tu puoi andare a giocare."
E lei ci andò, ma si avvicinò al carrellino sotto il quale c'era Red. Mise una mano lì e restò immobile. Il gatto la leccò più volte. Era un primo passo. Audrey avrebbe voluto tirarlo fuori di lì e coccolarlo, ma i genitori le avevano spiegato che gli serviva più tempo per ambientarsi di quanto fosse servito a Star. Red uscì e corse in cucina a mangiare, per cui Audrey si concentrò su Star che, sdraiata sul tappeto a pancia in su come una lontra, andò alla ricerca di coccole. Audrey fu ben contenta di accarezzarla e, quando le fece il solletico, la gatta fece un miagolio strano, simile a una risata. Audrey rise con lei.
"Sei bellissima, sai?" le domandò.
"Domani dovremo portarli dal veterinario per la prima visita" disse Jungkook alla figlia che assentì.
A mezzogiorno arrivarono Jimin, Hoseok, Namjoon, Yoongi e Seokjin. Audrey fece così la conoscenza di quelli che ancora le mancavano e tutti furono molto gentili con lei.
"Prima di iniziare, però, dovremmo esserci proprio tutti tutti" disse Taehyung.
Il campanello suonò e la bambina seguì i suoi papà per vedere chi era. Quando aprirono il cancello corse fuori gridando:
"Yerim!"
"Ciao, piccola."
La ragazza la prese in braccio e la portò dentro.
"Bene, ora che ci siamo tutti possiamo uscire in giardino" decretò Taehyung.
Una volta fuori, tutti videro che i padroni di casa avevano disteso una coperta sull'erba del giardino e che sopra c'erano vari cestini coperti con dei tovaglioli.
"Prendete quello che preferite e mangiate!" esclamò Jungkook.
"Che buono questo panino con il formaggio fuso!" esclamò Hoseok, che sembrava goderselo molto.
"Anche quello al salame non è male" disse Sepljin.
Audrey , attaccata a Yerim come una cozza, si stava godendo il suo panino al prosciutto.
"Allora ragazzi, come va al lavoro?" chiese Taehyung. "Noi ci siamo presi una pausa fino a settembre per stare con lei."
"Bene, anche se in questi giorni ho lavorato a un caso difficile" disse Seokjin. Era un medico chirurgo. "Una bambina ha avuto un incidente. La madre è morta e lei ha avuto un trauma cranico fortissimo che avrà delle conseguenze sulla sua vita. È stata in coma due settimane. Per il momento non sente e non parla, poi si vedrà come e se recupererà. Verrà affidata alla zia."
"Cazzo!" esclamò Yoongi. "Mi ricorda tanto un libro che ho letto di Danielle Stil, Silent Night."
Ma anche se la situazione era uguale, quella era la vita vera, non si trattava delle pagine di un romanzo, purtroppo.
Audrey pensò a quella povera bambina. Quanto doveva soffrire! Perlomeno c’era la zia con lei.
"Io sono stata fortunata" disse. "Non mi sono fatta niente nell'incidente ma i miei genitori sì, purtroppo. Speravo fossero vivi, ma poi un poliziotto mi ha detto di no. Sono morti! Sono morti!" urlò.
Le aveva spiegato la situazione con tutto il tatto di cui era stato capace, ma Audrey era comunque scoppiata in singhiozzi e aveva gettato per terra il bicchiere pieno d'acqua che l'uomo le aveva porto, scagliandolo con forza. Perché non era giusto, non era giusto che i suoi fossero morti, avevano ancora tante cose da fare insieme, momenti da vivere, compleanni da festeggiare.
Pensando a tutto ciò ad Audrey venne da piangere.
"Piangi, piccolina, piangi" le disse Jungkook abbracciandola.
"Scusatemi, non avrei dovuto parlare del mio caso."
Seokjin si sentì un idiota, ma gli amici lo rassicurarono.
"Non hai sbagliato, è solo che lei ha avuto un passato difficile e le hai ricordato involontariamente i suoi genitori" disse Taehyung.
"Erano due persone buone" continuò la bambina soffiandosi il naso. "Mi volevano bene, tanto."
"Mi fa piacere, tesoro," le disse Taehyung, "e né io né Jungkook possiamo toglierti il dolore con la bacchetta magica, ma con il tempo vedrai che diminuirà. In ogni caso, ora siamo insieme e affronteremo ogni cosa, te lo prometto."
La bambina sospirò, bevve un sorso d'acqua e si sentì più tranquilla, anche se sempre triste.
"Io sto preparando le lezioni per l'anno prossimo" disse Hoseok.
"Sei un maestro?" gli domandò Audrey, che era rimasta colpita dal racconto di Seokjin.
"Sì, insegno in una scuola elementare qui vicino, quella dove tra qualche anno andrai anche tu."
"Allora ti avrò come insegnante!"
"Sì, può essere."
"Io sto continuando a scrivere il mio libro" disse Namjooon e poi spiegò ad Audrey: "Non sono uno scrittore di professione, non ancora."
Raccontò che aveva cominciato con le prime storie e i racconti a sedici anni, si era anche dilettato nella poesia, ma aveva presto capito che la sua passione era la prosa, che erano i romanzi. Ne aveva scritti molti, alcuni mai terminati e cancellati, altri pubblicati su un sito di scrittura amatoriale. Poi aveva scoperto un blog in cui una editor dava consigli su come migliorare la propria scrittura e si era iscritto a una piattaforma che lei aveva messo in piedi con varie videolezioni. Aveva anche seguito un corso di scrittura creativa.
"Ti sei dato da fare, insomma" disse Yerim.
"Sì, esatto. Voglio continuare a migliorare sotto ogni aspetto."
"E di cosa parla il tuo libro?" chiese Audrey, curiosa.
"È un fantasy. Parla di una ninfa che trova un bambino umano abbandonato nel bosco, ma le ninfe e gli umani hanno paura le une degli altri per un motivo che non ti posso dire. Sono a pagina centoventicinque e non ho ancora finito."
"Quanti capitoli avrà, lo sai già?"
"Trentanove. Mi sono preparato bene con i corsi che ho seguito, prima di scrivere ho progettato ogni scena, anche se poi ci ho aggiunto del mio, e devo dire che in questo modo sto scrivendo meglio e più in fretta."
"E poi lo pubblicherai con una casa editrice o in self publishing?" chiese Hoseok.
"Credo con una casa editrice, nel modo tradizionale. Di sicuro il romanzo avrà bisogno di un editing e voglio fare le cose fatte bene."
"Cos'è il self publishing?"
"Brava Audrey, l'hai detto correttamente" disse Seokjjin. "È quando pubblichi su una piattaforma come Amazon, utilizzando il computer e internet. Vai lì e pubblichi il tuo romanzo da solo, senza che nessuno a parte te l'abbia controllato."
"Ho capito, grazie zio Seokjin."
"Prego, piccola."
"E l'editing cos'è?"
"È difficile da spiegare a una bambina della tua età" disse Namjoon. "Diciamo che è una correzione profonda del libro, si vanno a scovare errori che spesso sfuggono allo scrittore, e non sto parlando di errori di battitura ma anche di forma del testo stesso. E a te, Yoongi, come va la vita?"
"Bene, lavoro nel mio rifugio per gatti e riesco a farne adottare molti. Sono felice ne abbiate presi due anche voi, benché non da me."
"Anch'io sono un'appassionata di gatti come il mio ragazzo. Ne ho quattro a casa" disse Yerim, con gli occhi che le brillavano.
"Anche a me le cose stanno andando bene. Faccio il commesso in un supermercato che fa parte di una grossa catena, quindi la paga è piuttosto alta."
"Namjoon?"
"Dimmi, Audrey."
"Ma se scrivi e basta come fai a mangiare?"
Lui sorrise.
"Ottima domanda. Sono un collega di Jimin, lavoriamo insieme, per cui scrivo quando ho tempo, la sera. Anche perché arriva un momento in cui scrivere di notte è un vero piacere."
"Ma tu non dormi mai?"
Tutti risero per la domanda della bambina.
"Certo che sì, so regolarmi."
Dopo il pranzo andarono tutti in un parco vicino nel quale c'era un laghetto.
"Anatroccoli! Degli anatroccoli!" esclamò Audrey saltellando.
"Non ti avvicinare al laghetto senza di noi" la ammonì Jungkook.
"Posso metterci dentro le mani?"
"Certo."
"Non è fredda" disse.
Scoprirono, perché lo disse loro il padrone del bar lì vicino, che si poteva anche fare il bagno. Corsero tutti nelle loro case a mettersi costume e rema solare e tornarono lì.
Il primo a entrare in acqua fu Hoseok.
"Che fredda!" esclamò, ma ben presto il suo corpo si abituò.
A San Francisco quel giorno splendeva il sole, quindi l'acqua non era davvero fredda. Pian piano entrarono anche tutti gli altri.
"Attenta" disse Jungkookl ad Audrey prima che andasse dentro, "nel lago l'acqua è molto profonda. Sai nuotare?"
Fece cenno di sì.
"Un po'. Mia mamma mi stava insegnando, mi portava in piscina ogni sabato da quando avevo due anni."
Parlare della mamma che non c'era più la rattristò molto. Jungkook la abbracciò e le diede un bacio.
"Lo so che ti manca, anche a me manca la mia mamma vera benché non abbia ricordi di lei. Ma oltre al dolore, sono sicuro che lei vorrebbe vederti felice. In questo momento, cosa ti renderebbe felice?"
"Fare il bagno" mormorò asciugandosi un'altra lacrima.
"Perfetto! Per sicurezza ho portato questi." Le mostrò due braccioli che le infilò. "In questo modo starai a galla."
"Grazie papà, per tutto."
Stare tutti insieme in acqua era bello. Audrey nuotò un po', poi inseguì Yerim che fece finta di essere più lenta per farsi acchiappare. A un certo punto Seokjin prese Audrey e se la mise sulla schiena, gattonò nell'acqua bassa e urlò:
"Ranabus!"
Non era una parola, e lo sapeva, ma l'aveva appena inventata.
"Sì! Sì, zio Seokjin, portami in giro" diceva lei e rideva a più non posso.
Quando Hoseok e gli altri finirono di schizzarsi come bambini, tutti uscirono e si distesero al sole, su degli asciugamani prestati dal proprietario del bar, ad asciugarsi. Quando furono asciutti comprarono del mangime e lo diedero alle anatre.
"Hai visto come salgono in superficie per mangiare?" chiese Yerim alla piccola.
"Sono bellissime" fu il suo commento.
Dopo giocarono con un pallone che Taehyung aveva portato. Se lo tirarono l'un l'altro fino a sentirsi letteralmente stremati, ma Audrey sbagliò un tiro e la palla finì n acqua.
"La mia palla!" gridò e corse verso il lago.
Prima che qualcuno potesse reagire ci era già dentro e un'inonda la investì, inzuppandole i capelli e facendola tossire. Non poté fare altro che vedere la sua palla scomparire lontano.
"Tesoro, stai bene?" Taehyung venne a tirarla fuori. "Non devi correre così nell'acqua, ci hai fatti spaventare. Può essere pericoloso, capisci?"
"Scusate papà, volevo solo la mia palla."
Tornò a casa triste e non volle nemmeno assaggiare la pizza con le patatine fritte che i genitori le avevano ordinato. Andò a letto salutando a mala pena gli altri.
Il giorno dopo, trovò in salotto una palla.
"È tornata"! esclamò. "La mia palla è uscita dal lago ed è tornata da me!"
Taehyung gliene aveva comprata un'altra, ma vista la reazione non glielo disse.
"Visto?" chiese Jungkook.
"Ieri sera ero così triste perché quella me l'ha regalata la mia mamma quando avevo tre anni."
Se solo non fosse andata tanto lontano! Saputo questo i due sarebbero corsi a cercarla, ma ormai era troppo tardi.
"Ci dispiace, piccola, ma vedi? La tua mamma te l'ha rimandata" disse Taehyung.
"Dici che è stata lei, davvero?"
"Certo. E chi, sennò?"
"Prendo un appuntamento con il veterinario" disse Jungkook.
Glielo diede per quella mattina, così misero nel trasportino Star e dovettero inseguire Red e ignorare i suoi soffi per farcelo stare, ma alla fine ci riuscirono. Lo studio del veterinario non era lontano, ma quando sentì la macchina muoversi il gattino cominciò ad agitarsi e a miagolare forte.
"Che abbia paura di essere abbandonato?" chiese Taehyung.
"Non credo, prima viveva in una famiglia amorevole."
La veterinaria fu molto gentile con loro e con Audrey, alla quale diede un leccalecca al cioccolato. Disse ai due adulti di appoggiare il trasportino sul tavolo.
"Dove li avete presi?"
"Da una famiglia a un'ora da qui."
"Hanno le pulci e dei parassiti nelle orecchie, vi prescrivo un paio di prodotti per l'una e l'altra cosa. Se glieli date una volta dovrebbe andar via tutto, poi l'antipulci dovrete darlo ogni mese o due."
La temperatura era normale, il battito cardiaco veloce ma di sicuro a causa dell'agitazione che provavano, le mucose erano a posto e, insomma, erano gattini sani. Controllò anche le feci, che Jungkook aveva portato. Le analizzò e disse che dentro c'erano gli ascaridi, dei vermi un po' difficili da debellare. Prescrisse solo una piccola pastiglia da nascondere nella pappa e disse di darne un'altra dopo tre settimane.
"Poi verrete qui da me e rifaremo l'esame sulle feci. Se, come penso e spero, saranno guariti, tutto a posto, altrimenti dovremo provare qualcos'altro."
"Per le vaccinazioni?" chiese Jungkook.
"Si aspettano i tre mesi d'età. Intanto teneteli in casa, sono proprio piccoli."
Con le idee più chiare, tutti e tre uscirono e andarono a comprare quando serviva. Mettere le gocce nelle orecchie ai due gatti non fu facile, ma fu ancora più difficile con l'antipulci. Stranamente fu Red quello che rimase immobile, perché Star scappò ai piani superiori.
"Cavolo, era proprio spaventata" commentò Taehyung.
"O incazzata" disse Jungkook.
"Secondo me era incazzata."
"Audrey, non si dicono le parolacce!"
"Ma papà Jungkook, tu ne hai appena detta una. Perché io non posso?"
"Perché sei troppo piccola per certe cose."
La bambina sbuffò.
Lavorò tutto il giorno per far avvicinare Red, che ora si faceva accarezzare, pur restando un po' in tensione e lasciava che lei lo prendesse in braccio leccandole la faccia come un cagnolino. I genitori erano impressionati dal lavoro che la figlia aveva fatto con lui e non sapevano se loro ci sarebbero riusciti.
 
 
 
 
Quella sera, a letto. Taehyung e Junkook parlarono di una cosa molto seria.
"Quando daremo un fratellino o una sorellina ad Audrey?" chiese il primo. "Prima o poi ce lo domanderà."
"Vorresti già adottare un altro bambino? Non so se possiamo, dobbiamo ancora finalizzare questa, di adozione."
"Non intendo adesso, dico fra un anno o due."
"Ah! Allora sì, certo che glielo daremo."
Si addormentarono con quel pensiero in testa e il sorriso sulle labbra.
   
 
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