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Autore: Flofly    24/07/2021    1 recensioni
*COMPLETA*Una visione alternativa e decisamente serpeverde del quarto anno e del torneo tre maghi. Tra adolescenti e non in preda agli ormoni, Voldermort sta riorganizzando la sua rinascita, in una spirale di cupa violenza che affonda i suoi tentacoli da molto lontano. Dramione con risvolti decisamente angs e una Narcissa Malfoy sempre più Black. OOC per alcuni personaggi principali ( aggiornamento 17 maggio 2022: ho eliminato tutte le scene grafiche di sesso e ora il rating è passato da rosso ad arancio. Qualche piccolo modifica qui e lì ma niente di sconvolgente)
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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Era dalla serata della raccolta fondi Draco che non riusciva più a dormire. Continuava a ripensare a quella donna dagli occhi profondi e scuri ma fin troppo simili a quelli di sua madre. Lo stesso bagliore, la stessa fredda determinazione.
Nel corso degli anni il nome di Andromeda non era mai stato fatto esplicitamente, lui stesso ne era venuto a conoscenza solo casualmente durante una visita a Villa Black, quando sua nonna si era lasciata sfuggire un commento a mezza bocca sull’onta di avere in giro per il paese un mutaforma con sangue Black. Aveva subito indagato con sua madre, che però era diventata enormemente triste e aveva cambiato discorso,tanto che suo padre lo aveva minacciato di suonargliele se avesse tirato fuori l’argomento di nuovo. Solito comportamento edificante dei Malfoy, tanto per cambiare.
Ovviamente essendo testardo e curioso aveva continuato ad indagare, e altrettanto ovviamente era finito nello studio di Lucius. Suo padre l’aveva punito in quel modo di rado da ragazzino, solitamente in seguito a brillanti iniziative che avrebbero potuto portare alla sua prematura dipartita tipo rischiare di cadere in pieno inverno nel laghetto di Malfoy Manor, svignarsela di notte cercando di volare con la scopa di sua madre quando a malapena riusciva a salire sulla sua giocattolo, cercare di bere dalle strane bottigliette che occhieggiavano seducenti dagli scaffali dello studio e che in realtà erano veleni nella lista nera del ministero da anni, o rubare a sei anni la bacchetta di uno degli ospiti per esercitarsi in giardino. Peccato che l’ospite in questione fosse il Ministro della Magia in persona.
Insomma, per farla breve, le domande su sua zia non erano proprio argomento di conversazione corrente a casa sua.
E ora se l’era ritrovata lì, con lei e sua madre che sembravano quasi normali. Quasi, erano sempre delle Black. E per fortuna che zia Bella era rinchiusa ad Azkaban.
Non avevano parlato granché, lei gli aveva semplicemente chiesto come stava. E aveva detto che se avesse voluto contattarla Hermione avrebbe saputo come fare.
Eccolo lì il lato pazzo della più antica e pura famiglia del mondo magico: per arrivare a lei, per ottenere l’ aiuto che normalmente uno dovrebbe trovare spontaneamente in famiglia,doveva passare da una nata Babbana. E per passare dalla Granger avrebbe dovuto far chiarezza nel suo cervello, che gli bruciava come un dopo sbornia. In effetti, poteva trattarsi di hangover, visto quanto aveva bevuto ultimamente. Mai cercare di tener testa a Zabini, ormai avrebbe dovuto saperlo.
Ogni giorno era una nuova tortura. Mancava poco più di un mese alla finale della prova e lui era sempre di più con il cuore stracciato: come poteva continuare a cercare di passare ogni minuto libero con la Granger, e nel contempo non fare nulla, assolutamente nulla per salvarla? Cosa sarebbe successo dopo la Terza Prova?
Ovviamente le cose erano peggiorate veloce, e così, mentre ancora si lambiccava il cervello,. Il primo sabato di marzo lui , Pansy , Blaise , la Buldstrode, Crabbe , Goyle, Nott e un altro paio di Serpeverde e Corvonero erano stati convocati nello studio di Piton. Il compito era abbastanza chiaro: avrebbero dovuto imparare delle maledizioni da lanciare sui campioni il giorno della Terza Prova. Su tutti tranne che sullo Sfregiato, non c’era neanche bisogno di dirlo. Erano i più vicini e insospettabili , ma dovevano stare certi che ci sarebbe stato un aiuto dall’alto. Loro però dovevano fare la loro parte per la rinascita dell’Oscuro Signore. Bla, Bla, Bla… Merlino che noia.
Serpeverde insospettabili. Si come, no. Erano solo carne da macello.
Draco aveva fissato Piton per tutto il tempo, non facendo neanche il tentativo di nascondere la sua perplessità: sul serio si aspettava che qualcuno avrebbe creduto che fosse affidato a due imbecilli come Crabbe e Goyle il compito di lanciare un incantesimo? Seriamente ? A malapena sapevano di possedere la bacchetta.
Lo sguardo del professore era rimasto di ghiaccio, limitandosi a ripetere gli ordini con voce atona, fino a quando non li dismise con un cenno secco della mano. Draco stava per svignarsela, quando Piton gli sventolò una lettera sotto il naso con fare scocciato. Fece per mettersela in tasca per bruciarla appena voltato l’angolo, ben sapendo da chi provenisse, ma Severus lo gelò: “Non pensarci neanche. Leggi quella dannata lettera e smettetela di tormentarmi con i vostri problemi di famiglia. Non bastava tua madre, vi ci mettete anche voi due. Pensi sia un dannato gufo?“
Draco fece una smorfia costringendosi a leggere la lettera: il suo interessato padre lo informava che era stato onorato per un il compito speciale di preparare la pozione nella quale far bollire il calice per la cerimonia. E si sarebbe anche dovuto occupare di immergere il calice esattamente la notte del novilunio di aprile.
In tutto aveva meno di un mese.
Quando aveva chiesto sarcastico come mai il miglior professore di Pozioni che Hogwarts avesse mai avuto non potesse pensare a quel compito cosi importante, Severus aveva risposto secco che non era stato messo a conoscenza dei motivi e che non aveva comunque intenzione di questionare nulla che potesse ostacolare la rinascita dell’Oscuro Signore. Se solo non gli avesse visto quel lampo di tristezza negli occhi, prima che tornassero il solito Lago Nero…
 
Le serate successive le passò nel bagno del quarto piano, quello famoso per essere abitato da Mirtilla Malcontenta. a preparare la pozione. Era dannatamente complessa anche per un amante di misurazioni e calderoni come lui. Come se non bastasse, doveva anche bollire a lungo, con tempi precisi, che lo costringevano a fare i salti mortali per rispettarli. Passava la maggior parte del suo tempo a guardare quel maledetto liquido, e nel frattempo non poteva fare altro che pensare.
E alla fine la sua mente tornava sempre a dividersi tra gli occhi color del miele della Grifondoro e quelli azzurri di sua madre. Qualunque scelta avesse fatto, una della sue avrebbe sofferto. Avrebbe perso una delle due, inevitabilmente. Anzi, si corresse, probabilmente una delle due sarebbe stata uccisa. Era disposto a sacrificare la sua stessa amatissima madre?
O avrebbe condannato l’unica persona che lo avesse mai fatto sentire davvero vivo?
Era diventato taciturno anche con Blaise e Pansy, che sembravano altrettanto persi in una nera disperazione. I suoi incontri con la Granger erano l’unica cosa che gli dava un minimo di forza per andare avanti, anche se ogni volta si sentiva sempre peggio. Fosse stato Grifondoro era certo che avrebbe fatto la scelta più giusta: sarebbe andato dritto da quel vecchio rincoglionito di Silente e avrebbe raccontato che il loro amatissimo bambino d’oro stava per essere sacrificato come un capretto. Ma il Cappello Parlante aveva avuto ragione: lui era Serpeverde nell’anima. Devoti a sé stessi. La famiglia prima di tutto. Ambizione e fama come scopo di vita. Zero volontà di immolarsi per la Patria.
Continuò a girare di malavoglia la pozione. Sette giri a sinistra. Sette minuti fermo. Sette giri a destra. Sette minuti di fermo. Ogni tre ore E non poteva neanche ricorrere agli intrugli di Blaise per cercare di alleviare il suo dolore.
 
 
***
 
Hermione era sempre più inquieta: Draco spariva spesso durante il giorno, correva letteralmente via tra una lezione e l’altra e spesso si presentava in ritardo anche ai loro appuntamenti. Era sempre più taciturno e assorto e lei si sentiva spaccata in due dalla voglia di scuoterlo fino a fargli sputare la verità e stare in silenzio ad aspettare per non rompere il loro delicato equilibrio.
Il non sapere la stava uccidendo. Se quel testone aveva deciso di cucirsi la bocca, lei avrebbe trovato il modo per lo meno di scoprire come passava le serate. Con la Mappa del Malandrino alla mano, si stupì nel vedere che passava la maggior parte del tempo nei bagni di Mirtilla Malcontenta. Per esperienza personale sapeva che questo non era un buon segnale. Lei stessa aveva sempre suggerito quel posto come un luogo sicuro a fare qualcosa che probabilmente nessun adulto sano di mente avrebbe approvato. E la dimensione del casino in cui ci si metteva era direttamente proporzionale al tempo passato li dentro.
Per quello in una notte di metà marzo decise di sgusciare fuori dal dormitorio di Grifondoro e, preso in prestito il Mantello dell’Invisibilità, andare ad indagare. Il corridoio del piano era deserto, immerso in un silenzio denso delle ore centrali della notte. Si accostò dietro la porta ferma ad ascoltare: nessun rumore ma da un breve controllo era chiaro che ci fossero degli incantesimi di protezione. Niente che non riuscisse a scioglere, però.
Ancora celata sotto il mantello, aprì la porta quel minimo che bastava per infilarsi nei bagni richiudendola dietro di sé senza far rumore. Qualche passo e vide il calderone che ribolliva, ma di Draco nessuna traccia.
Stava per avvicinarsi ancora quando sentì una bacchetta puntata alla schiena
“Via il mantello. E spera che li sotto ci sia la stramaledetta Granger”-sibilò.
Sentendosi bruciare dall’umiliazione per essersi fatta fregare cosi, Hermione lasciò cadere il mantello dell'invisibilità e si trovò a fissare due occhi grigi furenti.
“Cazzo Granger, ma è mai possibile che devi sempre impicciarti di tutto. Perché per una volta, UNA SOLA DANNATA VOLTA,non puoi farti gli stramaledettissimi cazzi tuoi?”
“Perché è evidente che come al tuo solito stai facendo un gran casino. Sai chi ha salvato il tuo nobile didietro e quello del mondo magico in questi anni? Io e quegli altri due che tu definisci poveri dementi! Quindi forse dovresti darmi un po’ di credito”- sbottò senza abbassare lo sguardo 
Draco sbuffò di rimando: “ Li definisco così perché lo sono! Siete solo spinti dal fatto che difettiate di spirito di autopreservazione. Non siete i geni che pensate, sai? E questa volta non mi basta ficcarti un pezzetto di carta in mano ed aspettare che qualcuno capisca che c’è uno stracazzo di Basilisco. È tutto molto più complesso,senza contare che se mi scoprono sarà una carneficina. E se non faccio quello che vogliono, idem. Vuoi capire che uccideranno mia madre, Blaise, Pansy… ah e me, ovviamente ? “.
Il ragazzo le aveva voltato le spalle e si appoggiava ad uno dei lavabi La testa china, non riusciva a vederne l’espressione nello specchio ma ne percepiva la frustrazione e la disperazione.
Cosa? Aveva sempre pensato che fosse stato Silente, a nascondere il foglio con la figura del Basilisco, accartocciato nella borsa di tela con i libri comprati per l’inizio del secondo anno e che era rimasta nel fondo del suo baule. Davvero lo stesso giorno in cui suo padre faceva scivolare il diario di Tom Riddle tra i libri usati di Ginny, lui aveva fatto lo stesso con lei, per motivi del tutto opposti. Davvero aveva sempre provata salvarla?
Lo abbracciò forte, stringendogli le braccia attorno alla vita e appoggiando la fronte contro la sua nuca, mormorò:“Non è perché vogliamo morire che corriamo incontro al pericolo. Ma perché stare fermi ad attenderlo è infinitamente più spaventoso. “
Rimasero in silenzio, il solo suono della pozione che ribolliva tra di loro, mentre il respiro di Draco si faceva sempre più affannoso.
“Granger, non vuoi capire. Io non ho scelta,capisci? Non l’ho mai avuta. Tutto è deciso dal sangue che mi scorre nelle vene. Sono un fottuto prescelto dalla vita. Come il tuo amico Sfregiato, ma con meno adorazione intorno”- sorrise amaro.
La Grifondoro lo costrinse a girarsi e gli prese il viso tra le mani, forzandolo a guardarla negli occhi. “E allora se non vuoi fidarti di me, fidati di chi ha il tuo stesso sangue. Parla con Andromeda”.
La traditrice. La donna che aveva provocato tanto dolore a sua madre. Quella che era stata cancellata da ogni foto, documento o pezzo di carta che la riguardasse. L’unica che avrebbe potuto capirlo.
Draco annuì.
“Però nel frattempo fammi girare quel maledetto intruglio, fosse mai che tu non sia così intelligente come tutti pensano. Teniamoci un piano b”. Hermione non se lo fece ripetere due volte, era dall’inizio che voleva saperne di più di quella che sembrava una pozione altamente complessa. Ma altrettanto affascinante.



 
***
 
Quando avevano pensato ad un sistema di sicurezza per comunicare con Sirius ,Remus o Tonks, l’idea di bloccare le comunicazioni solo con uno dei fuochi del dormitorio di Grifondoro era apparsa ad Hermione un’ottima idea. Geniale,avrebbe persino osato dire. Non c’era luogo più sicuro al mondo e qualsiasi cosa fosse successa sapevano di potersi fidare senza alcun ombra di dubbio dei loro compagni di Casa. Gli impavidi, generosi e leali Grifondoro. 
Ora, ovviamente, le pareva una grandissima stupidaggine.
Se riuscire a convincere quel maledetto testardo residente nei sotterranei era stato relativamente semplice, seppur avesse richiesto un discreto quantitativo di tempo e pazienza, ora si poneva il problema di parlarne con Harry e Ron. La probabilità infatti che, pur facendo entrare il biondo di nascosto e tatuandogli addosso il Mantello dell’Invisibilità.  quei due non ne fiutassero l'odore come cani da caccia e non si precipitassero appena sentito il più lieve scoppiettio del camino era talmente bassa che Hermione non la prese neanche in considerazione.
Vista l’urgenza della questione era necessario risolvere la pratica il prima possibile. La Grifondoro era rimasta sveglia tutta la notte a rigirarsi nel letto cercando di trovare una soluzione che permettesse ad Harry Potter, la speranza dei maghi, di non morire per un infarto alle coronarie causato dalla sua migliore amica alla tenera età di quattordici anni e mezzo. Senza parlare di Ron, che probabilmente avrebbe dato direttamente prova di capacità di autocombustione. Alle prime luci dell’alba, decise che non c’era una soluzione diplomatica: avrebbe dovuto dirglielo in maniera secca, veloce anche se ovviamente non indolore. Un colpo di bisturi più che un dannato strappo di cerotto. 
Saltò praticamente in piedi, sveglissima. Avevano ancora un paio di ore prima che il resto dei loro compagni iniziassero a riemergere dal letargo e quindi potevano godere di un po’ di tranquillità. Inoltre, aveva tutta l’intenzione di sfruttare il vantaggio di due menti ancora annebbiate dal sonno. Si recò a passo di marcia al dormitorio dei suoi migliori amici, sperando che le loro urla non svegliassero anche i metalupi della foresta.
Dieci minuti dopo, due imbronciati, scioccati e furiosi Grifondoro le stavano seduti davanti in una nicchia riparata della sala comune. Harry non aveva avuto neanche il tempo di prendere gli occhiali.
“Hermione, no.”
“Harry, sii ragionevole per cortesia. È un suggerimento di Andromeda, la madre di Tonks, la cugina di Sirius…”
“Anche Bellatrix è la cugina di Sirius. E la pazza bionda. La parentela non mi sembra un buon argomento”- soffiò Ron con in braccio Grattastinchi che invece sembrava godersela un mondo.
“E che mi sembra nella guerra magica abbia fatto scelte decisamente diverse rispetto alle sorelle. Come Sirius. E Silente si fida di lei, è stata una delle sue pupille”
“Silente si fida anche di Piton. Credo che invecchiando inizi a perdere i colpi”- Il rosso Grifondoro non aveva intenzione di demordere. Stava diventando una questione di principio.
“Ronald, non dire sciocchezze. Silente è il più grande mago vivente e di certo non perde colpi. Non ve lo chiederei se non fosse una cosa importante, ma credo che siamo davvero vicini ad un grande pericolo. E questa cosa potrebbe aiutare”- tentò conciliante, mentre la sua pazienza iniziava a vacillare.
Harry era pensieroso “ Sì, decisamente c’è qualcosa che non va. Ho incubi da quest’estate e la cicatrice mi brucia terribilmente. È come se Voldemort fosse vivo, come se stesse guadagnando potere poco per volta”- mormorò strofinando le dita sul più su celebre segno di riconoscimento. La saetta che tutto il mondo magico conosceva e che per lui era una vera e propria croce.
“Esatto, ed ovviamente quel furetto albino è coinvolto in tutto questo. Lui e tutta la sua dannata famiglia. Mi pare ovvio, lo stai ammettendo anche tu in pratica. Sul serio vogliamo fidarci di una serpe del genere? Tanto varrebbe consegnarci a Voldemort con un fiocco in testa!”- rincarò Ron. Quella era un’idea veramente pessima, non riusciva a capacitarsi di come alla sua brillante migliore amica fosse anche solo potuta passare per il cervello. Evidentemente anche lei iniziava a rallentare, come Silente.
Hermione sospirò, prendendo in grembo il suo gatto che aveva iniziato a fare le fusa: “Potreste fidarvi di me per cortesia, mi sembra che in passato non abbia mai tradito la vostra fiducia”.
Harry le piantò gli occhi verde giada addosso “ Quello che non capisco, Hermione, è perché TU ti fidi di Malfoy. Sei strana da mesi. Durante le lezioni mi sembra che ti distragga spesso, sparisci di notte, sei svagata. Non mi sembri proprio al massimo della tua capacità di concentrazione.”
La ragazza prese aria e buttò fuori tutto di un colpo chiudendo gli occhi “ Mi vedo con Malfoy dal Ballo del Ceppo. E con vedersi intendo che stiamo insieme. Beh , più o meno”
Si aspettava delle urla, degli improperi, delle imprecazioni. Tutto però taceva.
Aprì leggermente un occhio, vagamente spaventata. Harry e Ron erano in piedi e sembravano furiosi. Ma dalle loro bocche in arrabbiato movimento non usciva un suono. Dietro di loro apparve Ginny con la bacchetta ancora in mano “Ero sicura che quei due svagati non avessero ancora capito nulla. Lasciamoli sfogare, un incantesimo silenziante non ha mai ucciso nessuno. E ora,Hermione Granger, mi vuoi spiegare cosa diavolo ha spinto te, nata Babbana, giovane e brillante Grifondoro, ad innamorarti del purosangue più odiato di tutta Serpeverde?”
Per una volta in vita sua, Hermione non sapeva davvero rispondere.
Quando il resto di Grifondoro si svegliò quella mattina, passò molto tempo a chiedersi perché due dei più famosi studenti della loro Casa, di cui uno il Campione del Torneo Tre Maghi e noto come il Bambino Sopravvissuto, fossero senza voce e continuassero ad imprecare silenziosi e sbattere la testa contro i muri, guardando con estremo odio una Hermione Granger ed una Ginny Weasley perfettamente a loro agio sul divano, intente a mangiare un cioccolotto dopo l’altro, godendosi lo spettacolo.
Il giorno dopo, Hermione si sentiva molto più vicina ad una maestra dell’asilo infantile prossima all’esaurimento che ad una brillante studentessa del quarto anno. Non era bastato dover impiegare due ore della mattinata per convincere due seppur riluttanti Harry e Ron.Il che era stato estremamente difficile. Quei due, infatti, dopo ore passati a disperarsi erano passati attraverso tutte le fasi del lutto: prima la non accettazione, dichiarando ad alta voce che non li aveva affatto fregati, loro lo sapevano che era tutto uno scherzo. Erano arrivati persino ad accusare i gemelli di aver architettato il peggior scherzo del mondo. Poi c’era stata la rabbia, durante la quale avevano ululato insulti al Serpeverde come neanche i Chupacabra in amore. Ovviamente nessuno si era preoccupato più di tanto, per i Grifondoro gli insulti a Draco Malfoy non erano mai abbastanza.
Poi erano passati al patteggiamento, promettendole di fare tutti i compiti e di non mettersi mai più nei guai, di seguire tutte le lezioni e di offrirle tutte le Burrobirre che voleva ad Hogsmeade. E i libri, aveva aggiunto Harry, ti comprerò tutti i libri che vuoi.
Per l’ora di pranzo erano già arrivati alla disperazione: Hermione li aveva trovati seduti nel campo da Quidditch deserto che si abbracciavano e piangevano per la triste sorte che gli era toccata.
Infine, finalmente, e giusto un momento prima che li maledisse entrambi, erano giunti all’accettazione. O, almeno, alla cosa più vicina all’accettazione cui potessero giungere.
Draco, d’altro canto, non era stato da meno.
Erano riusciti a farlo entrare di nascosto nella Sala Comune ed avevano lanciato il segnale di chiamata, ma le lagne del Serpeverde avevano rischiato di vanificare tutti i loro sforzi, compreso l’aver messo un po’ di pozione Dolcisogni nel bicchierino della staffa dei loro compagni che, infatti, erano candidamente addormentati già da un po’.
“Ma che cazzo Granger… non bastava trascinarmi in questo posto maledetto da Merlino. Anche i tuoi dannati amichetti dovevi portarti dietro… no dico, mettiamo i manifesti. Facciamo una festa. Ah no aspetta, potevi metterlo direttamente nel tuo discorso. Mia madre l’avrebbe apprezzato molto di più di quando l’hai paragonata praticamente ad un brutto elfo domestico, nato e cresciuto servo o ad un dannato trofeo da esibire. Scegli tu. Non ho ancora capito a quale delle due cose ti riferissi in realtà”- si lagnò.
“Malfoy, chiudi il becco. Se non te ne fossi reso conto sei qui solo perché vogliamo bene ad Hermione. E perché sei incapace di salvarti il culo da solo”- lo riprese subito Harry, infastidito già dal fatto che ci fosse un Serpeverde nel suo tempio sacro a respirare la sua stessa aria.
“A parte il fatto che il primo culo che tutta questa pantomima tende a salvare è il tuo, chiariamo subito, che a me di farti passare vivo al prossimo anno non interessa assolutamente nulla. Merlino che bello sarebbe non averti più tra le palle...Potter qui..Potter li… il bambino sopravvissuto onnipresente a rompere i coglioni”.
“Certo che il linguaggio che ti insegnano a casa tua è di altissimo livello, razza di maleducato snob e megalomane. Almeno davanti mia sorella potresti limitarti”- sibilò Ron.
Hermione e Ginny alzarono gli occhi al cielo. Come se i suoi fratelli, alle spalle dei genitori non ne dicessero di peggio.
Draco lo ignorò e inizio a fare delle smorfie “ Oddio ma poi cos’è questo odore…”
“Aria pulita Malfoy, quella che manca dalle tue parti solitamente”. cinguettò soave Harry
“No sul serio, credo di stare per avere un attacco di allergia..”. le lamentele del Serpeverde furono però interrotte da un doppio evento: una gomitata della sua amata Grifondoro e il vociare dal camino.
“Oh, per Merlino. Io pensavo di dover parlare con degli adolescenti per lo meno mediamente intelligenti. E invece ho un mucchio di bambinetti idioti. Giurò che se non la smettete subito chiudo la conversazione. Nymphadora neanche a tre anni era così petulante”- disse una voce annoiata dal camino. 
Dietro di lei subito risuonò “ NON CHIAMARMI NYMPHADORA ”
“Ma è il tuo nome, tesoro mio. L’ho scelto con una tale cura. Purtroppo il buon gusto l’hai preso da tuo padre… escludendo quando mi ha messo gli occhi addosso”- continuò a cinguettare- “ D’altronde sei stata smistata a Tassorosso, questo già dovrebbe dire qualcosa”.
“Si che sono una strega capace e amorevole, pronta ad aiutare ed impegnarsi senza il bisogno di mettermi su un piedistallo”- la rimbeccò la figlia- “ Avresti preferito Serpeverde?”
Andromeda non si scompose : “Per lo meno sono certa che non avresti mai iniziato ad indossare quelle orride scarpe.”
Cazzo, quella donna sembrava sua madre. Era perso nel battibeccare delle due donne quando improvvisamente trasalì
“Allora nipote, vuoi dirmi che diamine sta succedendo? Iniziamo dal perché vogliono tenere in vita Harry e cosa c’entri tu in tutto questo”
Draco sospirò. Spiego alla zia che erano mesi che si vociferava uno dei più fedeli servitori avesse finalmente trovato un modo per riportare in vita l’Oscuro Signore, dopo che il varco era stato aperto negli anni precedenti. Era un rituale antico e molto complesso e prevede sicuramente una serie di elementi connessi al sangue e alla morte. Un coltello, un calamaio, alcune pietre immerse in oli dedicati ai pianeti e un calice. .
“Scusa Potter, ma al 90% il tutto prevederà la perdita di un qualche tuo pezzo vitale. Se sei fortunato solo un bel po’ di sangue, ma ad occhio non finirà bene per te. Non credo che rischino di lasciarti in vita una seconda volta”- disse il biondo con estrema noncuranza
“Fanculo Malfoy, sono toccato dalla tua empatia nei miei confronti. E riprendendo la domanda di tua zia: tu che cazzo c’entri? “
Draco si morse la lingua. Non aveva certo intenzione di raccontargli di come l’avevano torturato per assicurarsi che lui potesse sopravvivere senza riportare alcun danno. Lo avevano usato come cavia, addirittura presentandoglielo come un grande privilegio. D’improvviso però ebbe un pensiero malevolo:
“Potter ma tu all’Algabranchia come cazzo ci sei arrivato?”.
I Grifondoro lo guardarono come se fosse completamente impazzito. “ Me l’ha suggerita Neville, sai gli amici che ti aiutano nei momenti difficili”
Fu Andromeda ad interrompere l’alterco che sarebbe sicuramente nato sicuramente: “E Neville Longbottom come faceva a conoscere un’erba tanto rara?”
“È appassionato di Erbologia, e ha approfondito molto anche grazie a tutti i libri che gli ha dato il professor Moody”- si intromise Hermione cercando di placare gli animi. In sottofondo si sentì distintamente borbottare Tonks “ Tassorosso mancato”.
“Un altro tuo grande fan, Malfoy”- lo provocò Ron- “ Come ti ha detto l’altro giorno? Che farai la fine di tuo zio se non la smetti di comportarti da stupido impertinente. Ti stava augurando Azkaban se non lo avessi capito”.
Draco rabbrividì. Moody riusciva a metterlo sempre in profondo disagio, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Forse, pensava, il problema era che era un Auror, una figura da sempre odiata nella sua famiglia. Ricordava da bambino quando le squadre arrivavano di notte a mettere a soqquadro il maniero cercando chissà cosa, anche dopo anni che suo padre era stato assolto. Era spaventoso. Da allora aveva sempre avuto paura dei temporali perché gli ricordavano quegli uomini dagli occhi pieni di odio che rovistavano in ogni angolo della sua casa. Addirittura in camera sua.
“Non credo si riferisse a zio Rodolphus”- si lasciò sfuggire. Hermione lo guardò perplesso.
Scese il silenzio. Fu Andromeda ancora una volta a romperlo: “Nicholas?”
Draco annuì scrollando le spalle “Sembra fissato con i Malfoy.“
Come se ci fosse bisogno di un altro Malfoy che sbucava fuori all'improvviso.
La voce della giovane Tonks si levò dal camino “Moody ha decisamente un carattere difficile e di sicuro non ama i figli di Mangiamorte. Però ora ci devi raccontare cosa dovete fare esattamente, abbiamo poco tempo ormai”.
Come al solito si tornava su Potter, ma questo se lo aspettava. Raccontò brevemente degli incantesimi da lanciare, della pozione e del calice.
“Ovviamente è fuori questione farti sbagliare la pozione. Sicuramente ti chiederanno una provetta prima che sia finita”.
Un breve cenno del capo: “ Si. E l’immersione dovrà avvenire al cospetto di tutti i miei compagni coinvolti. Una specie di patto di sangue. Ognuno di noi ne verserà un po’ nella pozione prima che sia completa.”
Teneva fissi gli occhi sul camino ma si sentiva bruciare lo sguardo della Granger addosso. 
“Draco stammi a sentire: devi fare tutto quello che ti chiedono. Tutto e alla lettera. Non cambiare atteggiamento. Non farti scoprire. Dillo anche a Pansy e a Blaise, non dovete assolutamente destare sospetti. Al resto ci pensiamo noi. Ti faccio sapere io quando potremmo risentirci. Nel frattempo state attenti. Tutti voi. E non parlatene con nessuno, capito?”- la strega chiuse in fretta la conversazione quando vide i ragazzi girarsi verso i dormitori. Qualcuno si stava svegliando.
Harry sospirò. Ancora una volta doveva lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere un altro anno. E questa volta anche con il maledetto Draco Malfoy accanto.
 
***
 
Andromeda Tonks rimase in silenzio a lungo, riordinando le idee. Era un dannato casino e quei maledetti Mangiamorte sembravano essere dieci passi avanti a loro. Sicuramente avevano anche dei complici all’interno ma chi? Karkarov? Di sicuro non Severus, lo conosceva sin dai tempi di Hogwarts anche se più piccolo di lei. E poi quel risentimento di Malocchio Moody verso Draco era comprensibile, non aveva mai perdonato a Lucius di essere sfuggito alla condanna. Ma c’era qualcosa che non tornava.
“Non possiamo non fare niente, mamma. Davvero lascerai che Harry venga ucciso sperando in un colpo di fortuna finale?”.
Andromeda si massaggiò le tempie , sentiva il cervello che non funzionava nel modo giusto . C’erano troppi pezzi che non combaciavano.
“Non dobbiamo dare a quei mostri neanche il più piccolo indizio che Draco ci abbia raccontato tutto. Ucciderebbero lui e noi perderemmo l’unico vantaggio che abbiamo. E poi è sempre il figlio di mia sorella, non posso buttarlo in pasto a quegli animali”- le spiegò “ Amore io so che in quanto Auror andresti in giro per manieri a bacchetta spiegata, ma non è una buona strategia . Finiresti uccisa e non salveresti Harry . Né nessuno di noi.“
“Questo non puoi saperlo”- mugugnò la ragazza, mente i suoi capelli passavano dal castano al rosa fucsia. Dopo un momento aggiunse pensierosa“ alla Scuola per Auror fanno studiare i processi ai Mangiamorte. Non ricordo un Nicholas Malfoy ma il nome mi sembra dire qualcosa”
Andromeda rabbrividì, tornando indietro di anni. Nicholas e Arael, i fratelli gemelli di Lucius,erano due anni avanti a lei ad Hogwarts, nella classe di Rodolphus e Bellatrix. 
“Nicholas venne ucciso in circostanze non meglio chiarite l’estate del settimo anno, poco dopo i M.A.G.O. Fu una delle prime estati di sangue. Il suo corpo venne trovato in una casa che era stata assalita dai Mangiamorte, ma non si riuscì mai a provare che fosse tra gli assalitori o perché diavolo si trovasse lì. Ma certamente non fu una morte rapida”.
La giovane Tonks deglutì “Ora ricordo, il massacro fu imputato a Rosier e al padre dei Carrow. Ma si vocifera che sia stato io banco di prova per Crouch Junior. Attaccarono una famiglia di Auror, che non si lasciarono uccidere facilmente. E intervenne Moody in quell’occasione, fu proprio quando perse l’occhio. E conoscendolo potrebbe essersi vendicato su uno degli avversari più deboli”
La donna annuì, versandosi una generosa dose di whiskey. Certo era una spiegazione valida, eppure c’era qualcosa che ancora non le tornava. E la morte di Arael qualche anno dopo di certo non l’aiutava.
Accarezzò la testa della figlia, ora di tenue rosa confetto: “Domani dobbiamo andare alla Gringott , tesoro. Prenditi la mattinata libera”
 
Quella sera baciò Ted e gli disse di andare pure a letto, perché era certa che la sua sarebbe stata una notte difficile assai poco riposante. Le sue previsioni furono confermate quando qualche ora dopo senti bussare alla porta e una strega bionda con gli occhi azzurri fiammeggianti avvolta in un morbido mantello nero con cappuccio face il suo ingresso furente.
“Ti avevo detto di lasciare in pace la mia famiglia. È così che vuoi vendicarti ? Facendo uccidere il mio bambino per punirci delle nostre scelte? “.- sibilo sfilandosi i lunghi guanti di pelle .
“Non dire sciocchezza Cissy. E non azzardarti a dirmi di non chiamarti Cissy “- la zittì prima che questa potesse replicare. “Siediti, dobbiamo riuscire a tirarci tutti fuori da questo casino colossale. Si tutti noi, voi tre inclusi. So già del rituale per far rinascere il vostro signore oscuro. Ora tu mi dirai per filo e per segno tutto quello che non so”
Un‘imbronciata Narcissa Malfoy, non abituata da anni ad eseguire ordini così’ perentori , si ritrovò Narcissa Black spaesata al primo anno ad Hogwarts quando ricorreva alle sorelle per sapere esattamente cosa fare. E ora ne aveva un disperato bisogno .
“So chi c’è dietro a tutto questo , la persona che ha trovato il rituale e predisposto tutto . È pazzo e pericoloso a livelli che non puoi neanche immaginare. Pensavamo che rinchiuderlo nelle Ebridi lo avrebbe calmato e invece da lì è riuscito ad ordire questa trama abominevole . Ha un braccio destro fanatico come lui che farebbe qualsiasi cosa per compiacere l’oscuro signore. Lucius mi ha detto che non dicono tutto neanche agli altri del gruppo. Dicono che il piano perfetto deve avere una parte di cui nessuno è a conoscenza e Severus sospetta che c’entrino i ragazzi. Mi ha detto di avere l’impressione di essere seguito dentro alla Scuola ma non capisce neanche lui cosa stia accadendo”
Ancora quella sensazione fastidiosa di qualcosa che le stava sfuggendo. Ma almeno una parte del circo che quei maledetti Mangiamorte stavano architettando iniziava ad essere più chiara.
“Almeno uno era presente quando è morto Nicholas vero? E in teoria dovrebbe essere ad Azkaban in questo momento”.
Narcissa sgranô I begli occhi color zaffiro e annuì..Sua sorella era sempre stata decisamente la più intelligente delle Black
“Barty Crouch junior. Suo padre ha corrotto le guardie e l’ha fatto scappare. Ci ha chiesto un posto dove nasconderlo e lo abbiamo aiutato. E quello sembrava il posto perfetto. Isolato da tutti. C’erano incantesimi di imprigionamento che in teoria non gli avrebbero dovuto permettere di lasciare il castello. Ed aveva anche compagnia “
Andromeda la prese per le spalle e la costrinse a guardarla fissa. Narcissa tremava leggermente, in preda al rimorso. Non riusciva a perdonarsi. Lei e Lucius erano stati così stupidi, e ora il loro adorato figlio rischiava la vita.
“Abraxas. Abraxas Malfoy . Il padre di Lucius”
 

 
Nicholas e Arael ovviamente sono due personaggi immaginari. Il nome di Nicholas è abbastanza verosimile, se si guarda la genealogia dei Malfoy i nomi più ricorrenti ( o almeno quelli che si trovano sono Lucius, Septimus e Nicholas). Arael invece è il nome di angelo del misticismo aprocrifico giudaico cristiano noto anche come Ariel che è noto come angelo della cura, dell’ira e della creazione, tutte caratteristiche di cui darà prova in “Quel che è stato, Quel che sarà”).
La teoria che sia stato Draco a dare il foglio con il Basilisco ad Hermione è una di quelle storie strampalate che gira su internet ed è basata sulla trasposizione cinematografica de “La Camera dei Segreti”, dove nella scena al Ghirigoro si vede il giovane Malfoy scendere le scale strappando una pagina di un libro.La mia versione di questa giornata la trovi Qui
Mancano 3 capitoli alla fine, povero Draco. Io glielo avevo detto di non continuare a fare di testa sua.
 
 
   
 
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