Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    28/07/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2
Incubi e incontri


Poteva sentire il tanfo di carne bruciata che impregnava l'aria raggiungergli le narici facendogli storcere il naso. Non aveva più la sua maschera e nemmeno la sua uniforme, completamente nudo come la natura l'aveva fatto, in balia di quell'odore di bruciato.
Anche se ormai avrebbe dovuto essere abituato a sentirlo, storceva il naso ogni volta nessuno ci si abituava realmente a quell'odore, si poteva solo sopportare. Guardando davanti a se capì da dove proveniva, da delle croci fatte di spine a cui erano appesi dei corpi carbonizzati e completamente irriconoscibili.

Si guardò indietro vedendo solo un sentiero lastricato di rosso che dava verso le tenebre, non aveva altra scelta che andare avanti. Riprese a camminare notando che più avanzava è più i corpi si facevano numerosi.

«Mostro» sentì udire dalle sue orecchie senza fermare il suo passo.

«Ci hai uccisi»

«Hai dato tutto alle fiamme!» solo allora capì che le voci erano quelle dei corpi, che continuavano a farsi più numerosi. D'un tratto delle fiamme si alzarono dai lati del sentiero come se avessero voluto evitare che deviasse da esso.

«Perché lo hai fatto?»

«Ti maledico!» Nonostante le voci e le fiamme a circondarlo, non provava alcuna paura o rimorso, l'aveva fatto per evitare che la piaga si propagasse o sarebbe stata la fine.

Un urlo disumano proruppe dalle sue spalle, facendolo irrigidire sul posto. Mentre un'ombra lo sovrastò coprendolo completamente nonostante la sua statura, guardò la sagoma ai suoi piedi notando quelle che sarebbero sembravano un paio di corna. 
Non aveva bisogno di voltarsi per riconoscerlo visto che era una presenza fin troppo familiare per lui.

Lentamente si voltò trovando a guardarlo un paio di occhi rossi con la pupilla a forma di mezza luna nera e una lunga fila di denti affilati come rasoi.


Aprì gli occhi ritrovandosi a fissare il soffitto della sua stanza, mettendosi seduto sul materasso emettendo un profondo sospiro. Da quanto poteva capire guardando la finestra era ancora notte e il sole non era sorto.
Si alzò dal letto andando alla finestra ed aprendola per prendere una boccata d'aria. 
A causa delle ciminiere di lavorazione l'aria era era talmente impregnata del fumo di produzione che si poteva sentire anche tramite il gusto e di certo non era piacevole. In quel momento maledisse i suoi sensi più sviluppati visto che al contrario delle altre persone poteva sentire più cose.

Sapendo che non sarebbe riuscito a rimettersi a dormire tanto facilmente, si rivestì con la sua uniforme per poi uscire dalla finestra. Per fortuna la sua stanza era quasi all'ultimo piano della locanda, per lui fu un gioco da ragazzi arrampicarsi fino in cima al tetto per iniziare l'esplorazione.

Correre a tutta la velocità che le sue gambe potevano permettergli per poi saltare sfidando la forza di gravità avvertendo il vento che l'aria gli sferzava contro, era una delle sensazioni che il Mezzelfo adorava di più. Sentirsi libero come il vento.
Tra gli odori della notte il suo naso sentì quello inconfondibile di qualcosa di carbonizzato, che lo costrinse a fermarsi. 

Togliendosi la maschera iniziò ad annusare l'aria sentendo la scia di quell'odore, dopo essersela rimessa corse verso dove vi si trovava.

Si fermò sul bordo di uno dei tetti, guardando sotto di se. Una coppia di guardie armate stava di guardia all'entrata del vicolo, mentre dietro di loro tre Inquisitori erano vicino ad un telo nero, sotto cui si poteva distinguere una sagoma. 

"Bingo" pensò portando il piede oltre il bordo lasciandosi cadere giù.

Le guardie stavano controllando che qualche civile non entrasse nel vicolo ma non si sentivano per niente tranquilli a fare la guardia con un corpo carbonizzato alle loro spalle, proprio per niente.

-Perché dobbiamo stare qui?- chiese uno dei due tamburellando le mani sul calcio della sua arma.

-Perché abbiamo avuto l'ordine di fare la guardia- rispose il secondo.

-L'ho capito....ma non potrebbero farlo loro? voglio dire gli serviamo davvero?- sussurrò lanciando uno sguardo alle tre figure dietro di loro. Improvvisamente un'ombra piombo davanti a loro mettendoli in allarme.

-Fermo dove sei!- affermò uno dei due puntando il fucile contro Valtur che si stava rimettendo in piedi, il suo sguardo fu sufficiente a far trasalire le guardie. Anche attraverso le lenti della maschera le guardie potevano sentire che quel tipo aveva qualcosa di inquietante.

Uno degli altri Inquisitori si intromise mettendosi davanti al nuovo arrivato, scrutandolo da sotto la sua maschera.

-Identificati!- affermò guardando Valtur, che in risposta scostò la giacca mostrando lo stemma ricamato all'altezza del cuore.

-Mostrami la tua arma!- estrasse la sua spada a due mani dalla cintura questi aveva una lama seghettata a pinne di squalo su ambedue i lati di colore nero, con la guardia a croce. Il manico lungo era rinforzato con un tessuto rossastro e un pomo a spina.

L'inquisitore prese l'arma tra le mani studiando in primis la lama vedendo dei riflessi rossastri sul nero e poi sulla guardia al cui centro era incastonata una gemma a spirale rossa.

-Il tuo nome?- domandò riconsegnandogli l'arma.

-Valtur Uuner. Diciottesima divisione dei Purificatori-

-Si, ci avevano avvertiti del tuo arrivo. Se vuoi dare uno sguardo- l'altro gli fece cenno di procedere e lui non se lo fece certo ripetere. Superò le guardie facendo un cenno del capo all'altro Inquisitore, notando mentre si avvicinava che i muri del vicolo presentavano segni di bruciature.
Davanti al telo nero c'era un'altra persona accovacciata, che stava prendendo appunti su un taccuino in cuoio.

-Cos'abbiamo?- chiese rivolto alla persona che rispose scostando appena il telo rivelando un corpo carbonizzato che presentava sul braccio sinistro, quelle che sembrano delle grosse spine anch'esse carbonizzate.

-Direi che si trattava di un'infetto che stava iniziando a mutare- rispose con un tono di voce femminile. Dal suo modo di fare e dal fatto che stesse prendendo appunti guardando il corpo capì che era un membro degli Scribi. 
Un'altra divisione degli Inquisitori. Ma al contrario dei Purificatori, tutti i membri di quella divisione avevano una formazione medica e si occupavano di studiare la piaga in cerca di risposte e una possibile cura. 

-Avete trovato altri casi simili?- là scriba si alzò chiudendo il taccuino e sfregandosi i guanti in pelle rinforzati in ferro, per loro che stavano a contatto con gli infetti la protezione era tutto. 
Per questo la loro uniforme che ricordava il vestito di una suora ma con parti più spesse e corazzate, inclusi stivali e guanti rinforzati. La loro maschera al contrario degli altri aveva un becco più corto e sottile che ricordava molto quello di un'ibis che di un corvo e con lenti più grandi e spesse sui fori per gli occhi.

-Si...ma nessuno era impazzito- l'albino incrociò le braccia sospirando, la cosa non prometteva niente di essere per niente facile.


Sbadigliò sotto alla maschera guardando fuori dalla carrozza. Quel giorno Blossom lo stava portando a far visita al Vicario, il quale lo avrebbe aggiornato sul da farsi.

-Hai dormito poco, oppure perché hai fatto un giretto notturno?- spostò lo sguardo vedendo l'altra occupante della carrozza seduta davanti a se, con le gambe accavallate l'una sull'altra, nonostante il l'uniforme n'era abbastanza succinta si potevano vedere che dalle ginocchia in giù erano zampe bovine.

-Tu non ti fai mai gli affari tuoi?-

-Non quando supervisione questa spedizione, Valtur!- rispose secca incrociando le braccia sotto al seno.

-Ho avuto un brutto sogno. Così ho deciso di uscire- rispose senza darci molto peso, la donna non aggiunse o disse altro, limitandosi a restare in silenzio. Considerati gli orrori che dovevano affrontare e il modo in cui farlo, molti Inquisitori alle prime armi che sopravvivevano ad una prima missione si ritiravano a causa dello stress e il senso di colpa per le loro azioni.
Anche lei non era esente da ciò, avvolte aveva degli incubi per le azioni che aveva svolto per l'ordine.

Spostò la tenda rossa del finestrino della carrozza per guardare dove fossero. Al momento stavano attraversando un lungo ponte di ferro posto su un lungo fossato a cerchio. Quest'ultimo collegava la parte interna di Nidolan, ovvero la parte centrare della città dove vi residevano i nobili e alcuni delle fabbriche più importanti. Separate da tutto il resto.

Rimase ad osservare l'architettura imponente e lavorata del ponte sulle cui balaustre vi erano delle armature di ferro alte due metri ed armate con spade e lance che tenevano davanti a loro come se gli stessero dando il benvenuto. 

-Sono golem?-

-Si, Golem guardiani. Sono posti su tutti e cinque i ponti che collegano la parte interna col resto di Nidolan-.

Quando la carrozza si fermò i due poterono scendere, ritrovandosi davanti ad un grande edificio che ricordava molto una chiesa da come erano decorato il tutto più appuntiti e gotici rispetto al resto della città.
Ad attenderli all'entrata vi era la Scriba che il mezzelfo aveva incontrato la notte precedente.

-Valtur, credo tu abbia già incontrato Nerissa?- chiese Blossom presentandoli.

-Ci siamo visti la notte scorsa- anche la diretta interessata annuì facendo un lieve inchino.

-Venite vi conduco da Vicario Evereth- facendo strada la Scriba li guidò all'interno dell'abitazione. 

Dentro tutto era di lusso, pareti bianche con fronzoli in ottone finemente lavorato, arazzi e quadri alle pareti. Sul pavimento c'era persino un lungo tappeto rosso che aiutava a guidare la strada nel corridoio.
Arrivati davanti ad una porta Blossom si avvicinò bussando, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare.

-Avanti- gli disse una voce dall'altra parte. Quando la porta si aprì entrarono dentro ad un grande studio alla cui scrivania in mogano posta al centro della stanza vi era seduto il Vicario.





Note dell'autore

Eccomi di nuovo qui con un'aggiornamento veloce. Che dire questo capitolo inizia con un brutto sogno, ma in effetti considerando il lavoro degli Inquisitori credo sia normale.

Abbiamo finalmente una prova dei sintomi che porta la Piaga delle spine, anche se forse dal nome si capiva. Scoprendo poi che esiste un ramo degli Inquisitori che si occupa di studiare l'epidemia: Gli Scribi.
Mentre Valtur e Blossom si dirigono nella zona centrale della città per incontrare il Vicario si imbattono nella Scriba già incontrata dal Mezzelfo e scopriamo anche che si chiama Nerissa.

Ma ora chi sarà questo Vicario e come accoglierà il Purificatore? Questo verrà rivelato nel prossimo capitolo, a presto.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95