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Autore: NightWatcher96    28/07/2021    4 recensioni
Uno strano Villain colpisce Deku facendolo diventare un coniglio. Durante la sua cattura, tuttavia, trovano solo vestiti e polvere, il suo corpo completamente disintegrato. Come riporteranno Deku alla normalità? Fluff e Kacchan x Deku
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All for One, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Eccomi qui ad aggiornare con un altro capitolo. Ringrazio con il cuore chi mi segue, lascia una recensione e tutto. Attenzione, qui sono un po' invertiti gli ordini cronologici del manga ai fini della storia. Detto questo, Enjoy!




 

L'allegra 1-A era solo un ricordo, ormai. 

Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevano riso, cantato e mangiato qualcosa tutti insieme e di quei ricordi non rimanevano che guizzi sempre più sbiaditi dall'attuale situazione in cui riversava un po' tutta la U.A.

Nonostante non fosse stata fatta trapelare alcuna notizia circa l'incidente che aveva portato Izuku Midoriya a smarrire se stesso, la sua coscienza, chi conosceva i ragazzi piantagrane della prima sezione sapeva che pesante macigno portassero sulle spalle.

Momo era la vice-capoclasse e ci teneva a tutti i suoi compagni di classe. Non lo dava a vedere ma più giorni passavano più si sentiva inutile. Non poteva realizzare alcun drone di ricerca per aiutare a ricostruire i fatti e scovare la Lega dei Villain, non sarebbe stata in grado di offrire un sopporto morale. Semplicemente si rassegnava a mettersi da parte nella speranza che qualcuno avrebbe fatto qualcosa.

Sospirò, la dolce Creaty, scuotendo piano il capo. 

Sentiva di affogare in un mare oscuro che giocava con le sue idee e le sue più disparate soluzioni. Lei, una brillante quindicenne non riusciva ad aiutare nessuno dei suoi compagni di classe.

E perso un po' nel suo mondo interiore si sentiva anche Denki, che continuava a rimuginare sulla chiacchierata con Eijiro. Quella notte non era riuscito a chiudere occhio, aveva provato a cancellare quel calore alle guance osservando splendide idol semi-nude ma non era bastato. Fino a che Eijiro non aveva ammesso di essere innamorato di Katsuki Bakugo lui era stato convinto che fosse un normalissimo ragazzo che amava vedere bei seni e sederi a forma di pesca. In bikini, possibilmente. Poi, era bastato qualche innocua parola tra amici a sbriciolare quel mondo di specchi che si era creato inconsapevolmente. 

Quella gelosia, quella sensazione di essere stato messo da parte lo seguivano ormai da circa due giorni e non riusciva a capire perché di punto in bianco si fosse reso conto, come una bolla che scoppiava, che non era poi così normale.

A lui piacevano le ragazze, lo sapeva. Eppure quando aveva bisogno di darsi un po' di piacere tra le fredde lenzuola del suo letto al culmine dell'orgasmo il bel visino angelico di una prosperosa Idol mutava in quello di Eijiro. E lui, frustrato non riusciva a cancellarselo.

Perché? Era veramente bastata una frase sincera a farlo cadere nell'oblio della confusione sessuale? Odiava la pubertà, era una vera spina nel fianco. E la cosa peggiore era che non poteva parlarne con nessuno. Era ovvio che lo avrebbero guardato male, se non peggio.

-Io amo le ragazze, i loro bei seni e culetti delicati!- pensò per l'ennesima volta, camminando verso la sala comune per sbrigare i noiosi compiti. -Non amo Eijiro, mi sono solo confuso, punto!-.

Annuì nervosamente più e più volte, con gli occhi chiusi intento a correre al basso tavolino per iniziare a eliminare le lezioni più noiose. Il suo percorso tuttavia fu sbarrato da qualcosa.

O meglio, qualcuno.

"Ouch!" esclamò Denki, due passi indietro e la mano sul naso. I quaderni sotto al braccio cascarono in terra, alcuni si aprirono. "Accidenti!".

"Stai bene? Ti sei fatto male?".

Denki sollevò gli occhi e il viso di Eijiro Kirishima sembrò avvolto da una foschia rosea e glitterata, con tanti fiorellini come una pioggia silenziosa. Le sue gote si colorarono leggermente di rosa.

-Io amo le ragazze!- pensò, affrettandosi a raccogliere i suoi poveri quaderni. -Non lui! Le ragazze, quelle stupende ragazze come Momo! Le tette, Denki! Pensa alle tette e a quello che potresti farne!-.

"Scusami, non ho visto dove stavo andando" sentì pronunciare da Eijiro.

Si calò con l'intenzione di aiutarlo e, come in un qualunque manga per ragazze, le loro mani si sfiorarono. Eijiro e Denki si scambiarono uno sguardo un po' curioso ma durò qualche frangente perché lo stesso biondo preferì afferrare alla bene e meglio i quaderni e distogliere lo sguardo dal rosso. 

"No, va tutto bene!" disse il ragazzo elettrico che si strofinava la nuca nervosamente. 

Era solo in imbarazzo e la cosa lo innervosiva. Eijiro era un amico, perché di punto in bianco era tutto così diverso? Doveva essersi preso inconsapevolmente qualche droga, era l'unica spiegazione. Altrimenti a cosa ricollegava quella sensazione formicolante nello stomaco, la mente un po' annebbiata dai più sconci pensieri, Eijiro che gli stava parlando con voce muta e il calore alle guance?

Cavolo, gli veniva perfino da piangere tanto si sentiva patetico.

"E' per quello che ti ho detto l'altra sera che te la sei presa e mi vuoi evitare, vero?".

La mente di Denki ebbe un autentico black-out. Gli bastò quella semplice domanda a fargli capire il significato delle mute parole di prima. Si sentì un po' in colpa, dopotutto non stava evitando Eijiro, era solo un po' frastornato e non voleva -come adesso- fare una simile brutta figura.

Inspirò ed espirò un po', riacquistò il suo sangue freddo. Ora che riusciva a guardarlo dritto negli occhi sentiva un leggero sorriso increspargli le labbra e gli occhi di Kirishima che parevano quelli di un cucciolo abbandonato erano un tenero spettacolo. 

Gli venne in mente Izuku in versione coniglietto: la stessa dolcezza con lo stesso sguardo.

"Kirishima".

"Eijiro" interruppe serio l'altro.

"Eh?" fece Denki, un sorrisino da ebete sul viso.

"Siamo amici, no? Chiamiamoci per nome" spiegò tranquillo il rosso, determinato.

Denki sospirò ed annuì. "D'accordo, Eijiro. Sei contento?" chiese, l'altro annuì con un lieve sorriso. "Non c'entra affatto quello che ci siamo detti la scorsa, sera. Ero solo preoccupato per Katsuki e Midoriya. Lo sai che è da parecchio che quel testone non mangia o studia con noi, no?".

"Pensavo che ti avesse dato fastidio qualcosa detto da me" profferì il ragazzo, con lo sguardo basso e colpevole. 

Denki gli sollevò piano il mente con l'indice, gli sorrise in modo smagliante e non si curò di intravedere due accenni rosati sulle già colorite gote. 

"Guarda cosa mi tocca fare per avere la tua attenzione" sorrise senza malizia. "Non devi pensare che mi sono arrabbiato. Sono stato contento che tu ti sia fidato di me per spiegarmi i tuoi sentimenti verso Kat-".

La mano di Eijiro gli si premette sulle labbra.

Denki non comprese quel gesto; bastò leggere il labiale di Eijiro per arrivare alla risposta. Katsuki Bakugo era proprio dietro di loro, le solite mani in tasca, uno sguardo tetro e rabbioso. Che ci faceva nella sala comune? E come avevano fatto a non sentirlo arrivare?

Denki aggrottò le sopracciglia verso Eijiro in segno di scuse e l'altro, con un cenno, gli liberò le labbra fingendo noncuranza. Tuttavia bastò uno sguardo a Kacchan a far guizzare un moto di gelosia nel suo petto per lo sguardo perso e innamorato di Eijiro.

"Che state facendo, comparse?" borbottò il biondo depresso, guardandoli. 

Sotto la luce bianca dell'area comune era come uno zombie, la pelle pallida, l'espressione vuota e le borse persistenti sotto gli occhi. Sembrava anche un po' deperito. 

"Studio" rispose Denki, una leggera rabbia nella voce. 

"Kirishima mi servono appunti" proseguì Katsuki, ignorandolo volutamente.

"D'… d'accordo, Baku-bro" rispose prontamente il rosso, felice. "Come sta Mid-".

"Niente di nuovo" tagliò corto il ragazzo esplosivo, qualche passo più avanti. "Non avete detto a nessuno di me e di Deku, vero?".

"No. Non sono affari nostri" rispose Denki, infastidito, lo sguardo puntato altrove. "Puoi stare tranquillo. Sappiamo cosa voglia dire amicizia e fiducia".

"Kaminari, che stai-".

"Niente" interruppe Denki verso Eijiro, poi strinse i quaderni e pensò di andarsene in camera sua. "Vado a studiare. Improvvisamente ho voglia di stare da solo".

Rimasti da soli, l'aria si fece di piombo. Katsuki fissava il corridoio dove era sparito Denki, Eijiro non sapeva cosa dire perché non aveva motivo per scusarsi, dopotutto era d'accordo con il ragazzo elettrico.

"Non devo dare spiegazioni a nessuno. Io e Deku ci-".

"Lo so!" scattò Eijiro, sorprendendolo. "Lo so che non ci dobbiamo immischiare nella tua vita sentimentale ma non dimenticare che oltre Midoriya ci siamo anche noi, i tuoi amici".

Kacchan aggrottò le sopracciglia, incapace di leggere quello sguardo basso e quell'espressione che andava dalla rabbia allo sconforto. Gelosia e sopratutto rassegnazione.

"Se per te è un problema che io abbia a che fare con Deku in quel modo puoi anche allontanarti" concluse Katsuki, superandolo di qualche passo. "Non ho bisogno di amici che mi fanno la ramanzina per tenere qualche segreto".

Eijiro si sentì avvampare: chi era quel ragazzo così freddo che gli stava parlando? Non poteva essere Katsuki, quello che stava lentamente imparando a dimostrarsi in grado di fidarsi degli altri. La rabbia lo accecò per qualche frangente e ancor prima di potersi rendere conto piantò un gancio destro contro il viso del biondo, usando l'altra mano per voltarlo per una spalla.

"Ma che cazzo stai dicendo? Possibile che conti solo Midoriya per te? E' il tuo amico d'infanzia, lo capisco che hai un rapporto speciale con lui ma il mondo non è finito, troveremo insieme una soluzione! Smettila di agire come un dannato Vigilante!" urlò.

Lo bloccò per le spalline della sua canottiera nera, sedendoglisi sullo stomaco per cercare il suo sguardo scioccato ma spento. 

"Ci sono anche altri pronti a fare di tutto per la tua attenzione!" gli sussurrò con gli occhi lucidi. 

Katsuki lo guardò con un'espressione quasi stupita, la stessa di un bambino al quale era stato detto di essere nato senza un Quirk. I suoi rubini brillavano di tante emozioni differenti, lustri e la bocca era piccola, dischiusa come a voler dire qualcosa.

Eijiro gli faceva ombra sul viso pallido, trattenendo a malapena i tremiti del corpo. Le sue mani fino a pochi attimi prima rigide allentarono la presa alle spalline dell'indumento, afflosciandosi lungo i fianchi. 

"Tu vorresti la mia attenzione".

Eijiro ebbe un fremito: quella voce rassegnata e calma era uscita dalla bocca di Katsuki che ora lo guardava come beffardo. 

"Vorresti che ti guardassi come guardo Deku" continuò, le sue braccia gli fecero da supporto per sollevare il busto. Aveva la frangia che gli oscurava lo sguardo cupo, torvo, come quello di un demone.

Kirishima sentiva i loro bacini contrastare, caldi, un lieve piacere iniziava a crescere sotto la pelle, scaturendo le più profonde emozioni salire e manifestarsi. Cercò di alzarsi e togliersi da quella posizione compromettente quando Kaccha lo bloccò per un polso, trattenendolo.

"In pratica mi stai dicendo che sei innamorato di me" sussurrò senza lasciarlo. 

"Katsuki, guarda…" provò a dire l'altro, senza però opporre resistenza.

E i suoi sogni più rosei si avverarono. Gli ci volle veramente troppo per accorgersi che Katsuki lo aveva tirato verso le sue labbra e insieme danzavano in un ballo chiamato Bacio. Il suo cuore batteva violento nel petto, le farfalle crescevano come fossero state delle rose rosse sbocciate. 

Non ci poteva credere! Era così felice.

Per un frangente gli venne in mente l'espressione di Denki nella stanza quando gli aveva chiesto chi fosse stata la ragazza che lo aveva scombussolato fino a creargli confusione. 

Poi rivisse quella impregnata di fastidio poco prima, quand'erano stati sorpresi da Katsuki. Per quanto iniziava a mettere insieme i pezzi non ci arrivava, la sua mente era annebbiata da quel bacio.

Non durò molto. Kacchan si staccò espirando pesantemente. 

"Io sono innamorato di Izuku, che ti piaccia o no" gli sussurrò, guardandolo. "Però, vorrei che fossimo ancora amici". 

Le gote di Kirishima avvamparono, rosse come due pomodori belli maturi e gli occhi lustri di lacrime. Era stato felicissimo ma adesso quella semplice e sincera frase lo aveva mandato letteralmente in frantumi. Gli venne quasi da piangere.

"Sì, lo so. Però mi sono innamorato lo stesso di te. L'ho capito quando hai baciato Midoriya" ammise con la mano artigliata sulla sua maglietta rossa per asciugarsi le lacrime. "Cavolo, se fa male".

Kacchan si ritrovò a sorridere, attendendo che l'altro si alzasse e gli porgesse la mano per fargli da supporto. Nonostante tutto era felice.

"Sarò tuo amico, non dubitarne" sottolineò il rosso. "Se vuoi ti presto gli appunti. Aizawa sensei ha detto che puoi tornare a presenziare alle lezioni quando vuoi, solo che non rimani troppo indietro".

Kacchan si oscurò un po' mentre si infilava le mani in tasca. 

"Comincia a sederti, prendo i miei quaderni" propose ancora Eijiro, una mano gli battè sulla spalla in un gesto affettuoso e amichevole. "Vuoi anche qualcosa da bere?".

"No, grazie".

Il rosso annuì con il solito sorriso da squalo e marciò verso la sua stanza. Per un singolo attimo, prima di battere le palpebre intravide Denki fissarlo con un'espressione molto ferita prima di rinchiudersi nella sua stanza. Lui si fermò, incerto. Gli era parso di vedere il se stesso prima del bacio con Katsuki…

 

Mirko era in piedi su un alto edificio sotto una pioggia battente. I suoi bianchissimi capelli volteggiavano nel forte vento, i suoi occhi scrutavano attenti un punto preciso di una serie di palazzi di vecchia costruzione all'estrema periferia di Hosu.

Ultimamente aveva iniziato a rendersi conto che molte persone avevano iniziato a rivoltarsi contro i Pro Hero mandandoli in ospedale con una semplice manovra di accerchiamento e la polizia rischiava sempre di dover pagare con ferite e percosse dalle zuffe nei locali più malfamati. 

Avendo diversi anni di esperienza alle spalle come Pro Hero, la donna coniglio sapeva che era tutta una manovra e che quei bulletti da quattro soldi eseguivano gli ordini. 

La trasmittente che aveva nell'orecchio sinistro fece un sibilo, segno che era in comunicazione. 

"Dimmi, Naomasa" mormorò, attenta a vedere tutto quel che succedeva in basso. 

"Mirko-san, come va la perlustrazione?".

"Non c'è nulla di nuovo. Per ora sono al settore H-8b e attendo".

"Fai attenzione. Questo improvviso silenzio non mi lascia presagire nulla di buono. Ad ogni modo ci sono movimenti a pochi isolati dalla tua posizione. Sembrerebbe un movimento sospetto, traffico illegale".

"Di cosa?".

"Non lo sappiamo".

"D'accordo! Darò un'occhiata allora".

La Rabbit Hero si lanciò senza paura nel vuoto, il vento tra i capelli le donava un'aspetto molto cupo, come una potente stella bianca che atterrava. Saltò su un'alzabandiera come fosse stato un trampolino, con una capriola smorzò l'atterraggio su un tetto molto più basso e si affacciò a un parapetto.

Era più vicina, vide chiaramente un movimento strano dai bassifondi di un vicolo dove tre incappucciati blu avevano accerchiato un uomo indifeso che stringeva al petto una cartellina di cuoio. 

La donna si lanciò nuovamente, atterrando con una potente tallonata in mezzo al gruppo. I tre Villain incappucciati fecero un paio di salti per indietreggiare, l'uomo spaurito crollò in ginocchio dietro al corpo di Mirko che ora era fieramente in piedi con le braccia conserte.

"Che ci fa lei qui?" tuonò la figura più bassa, con voce femminile. "Non mi piace! Non mi piace!".

"Calmati. Tanto lei sta per fare una brutta fine!" sogghignò quella più alta.

"Io dico che vi conviene parlare o i miei calci non avranno pietà per nessuno!" sogghignò Mirko. Diede un'occhiata all'uomo dietro di sé che tremava, stringendo la valigetta contro il petto.

"E' molto sicura di lei. Questo è un male per una Hero in netta inferiorità numerica…".

Mirko sentì pronunciare quelle parole con una malizia capace di far accapponare la pelle proprio contro il suo orecchio. Vide crescere dal nulla un anello di fiamme blu accerchiarla, si voltò e video che al posto di quell'uomo pauroso sorgeva Dabi con ancora indosso il camice e la valigetta stretta al petto.

"Non so come abbiate fatto a trovare questo posto ma è stato facile farvi cadere nella nostra trappola" sogghignò il ragazzo, gli occhi blu gli ardevano di una rabbia cieca nonostante il ghigno sulle labbra.

Mirko eseguì una rapidissima inclinazione verso l'esterno del busto ed evitò prontamente un pugno che ardeva di fiamme dai toni freddi. Si piegò sulle braccia creando un ponte e strinse l'arto tra le due gambe.

Lo strinse a tal punto che Dabi sentì quasi uno scricchiolio. 

"Arrenditi!" abbaiò la Rabbit Hero. 

Dabi scosse il capo, lanciò in aria la valigetta e il suo contenuto cadde. Tutto poi sembrò scorrere a rallentatore.

"Se quella fiala con sintetizzato il Quirk di quel ragazzino Rabbit dovesse entrare in contatto con le mie fiamme, l'intera Hosu verrebbe rasa al suolo. Decidi cosa fare…" mormorò Dabi. "… Hero".

La donna in pochi secondi mollò un pugno in faccia al ragazzo ustionato, saltò sulle sue spalle come trampolino e afferrò la fiala sventando una pericolosa strage. Mentre atterrava, però, non riuscì a evitare alla meglio un coltello affilato scagliato dalla figura più bassa che la colpì di striscio alla spalla destra.

Dabi la inghiottì in una potentissima colonna di fiamme blu per ben otto secondi; applaudì freddamente nel vederla stramazzare duramente al suolo, con il corpo ferito e bruciato. 

Le si avvicinò per colpirla alla testa e al viso con delle possenti tallonate e calci.

"Porta i miei saluti a Shoto" commentò estasiato.

Mirko non gemeva, tratteneva il dolore eroicamente e nonostante tutto il corpo le facesse male non demordeva. Anzi, sogghignò. Prima che Dabi potesse fracassarle lo stivale contro il viso gli strinse la caviglia ridendo.

"E' pazza? No, è solo pronta a morire!" cinguettò la figura più alta, come se avesse avuto una doppia personalità.

"In ogni caso dobbiamo finirla. E' una Hero molto potente" sentenziò l'ultima, poco più bassa ma più alta di quella femminile. 

"Che hai da ridere?" chiese stupito Dabi.

"Avete commesso un terribile sbaglio, Lega dei Villain…" spiegò Mirko. 

"Maledetta!" ringhiò il ragazzo, piantandole una potente fiammata che la colpì in pieno e la sbattè contro un'auto dai finestrini rotti. "Muori, Rabbit Hero!".

"Fermo!".

Il ragazzo ustionato guardò alla sua destra: dietro alle spalle di Toga, Twice e Spinner si era aperto uno dei Warp Gate di Kurogiri e gli occhi gialli affilati di quest'ultimo facevano capolino in mezzo a quel buco oscuro. 

"Ci siamo quasi, torniamo alla base" disse.

"Almeno sono riuscita a prenderle un po' di sangue!" sorrise estasiata Toga, poi mise il broncio. "Non mi piace, è troppo forte! Voglio il mio Izuku!".

Entrò cantando una canzoncina senza senso, il secondo fu Twice poi Spinner guardò Dabi ancora desideroso di colpire la Rabbit Hero che era diventata un pasticcio di sangue e di ustioni che giaceva immobile e seduta con la testa china in avanti. 

"Andiamo, Dabi" mormorò freddo quest'ultimo. 

Il corvino sbuffò mentre lasciava ciondolare le mani lungo i fianchi. Cavolo! E pensare che ce l'aveva in pugno quella maledetta donna coniglio! Un solo colpo e l'avrebbe uccisa.

Sparì dopo Spinner nel Warp Gate. 

Mirko era ferita, c'erano ustioni su tutto il corpo e anche parte delle sue ciocche lunghe e bianche erano bruciate. Dabi era stato molto crudele ma anche stupido. Si mise a sogghignare, cercando di muovere i suoi arti per potersi alzare in piedi.

Le ferite tiravano la sua pelle bruciata creandole un dolore immenso. Però, Plus Ultra fino alla fine dei suoi giorni; del resto era il suo mantra. Sibilò, rimettendosi in piedi, con il braccio destro inerme o forse rotto, l'altra mano sosteneva il corpo improvvisamente troppo pesante. 

Sputò la fiala piccola che Dabi aveva lanciato. Era stato semplice tenerla al sicuro nella sua bocca prima di venir colpita a tradimento. Era più o meno grande quanto un accendino. 

"Non ho idea di cosa sia ma abbiamo una traccia importante" mormorò con un ghigno. 

Quando era saltato sulle spalle di quell'essere strambo aveva applicato un piccolo localizzatore, creato dalla mente geniale di Creaty all'oscuro della classe 1-A. Era andata un giorno nell'ufficio del preside e aveva spiegato che intendeva essere utile con il suo Quirk.

Mirko sorrise. Quella ragazza aveva il cuore al posto giusto!

 

"Hai dovuto affrontare una grande quantità di dolore, ragazzo e ci dispiace non aver potuto fare molto. Ora sei qui e abbiamo il tempo sufficiente per poter attuare un piano".

Izuku in realtà per quanto ascoltasse ciò che l'uomo con il Black Whip non riusciva a pensare ai suoi compagni, ad All for One e soprattutto a Kacchan. Per un attimo si era sentito come invadere da un'energia incredibile e aveva urlato forte il nome del biondo perché aveva avuto la sensazione che stesse facendo qualcosa di stupido.

Cosa era stato capace di scaturire quell'incredibile sinergia? Gli era parso di vedere quasi Katsuki. Gli mancava.

Nana gli si avvicinò, una carezza sui suoi capelli e un sorriso gentile, lo stesso che aveva All Might. 

"All for One è riuscito a trasmettere le sue volontà al suo erede. Tomura Shigaraki. Per preparare un corpo ci vogliono dai sei mesi ad un anno intero. Esattamente come Yagi ha fatto con te in appena dieci mesi".

Izuku annuì pensierosamente, poi abbassò gli occhi.

"Se l'One for All si riunisse con l'Al for One in un corpo dove è già presente un Quirk il possessore diverrebbe o troppo potente ma incapace di controllarlo oppure…".

Deku guardò Nana con gli occhi ampi e spaventati. La donna sospirò a braccia conserte.

"… potrebbe essere una bomba così potente capace di spazzare via almeno tre quarti della popolazione presente sul pianeta".

Era terribile. Izuku si sentiva come se avesse perso definitamente tutto, ogni cosa. La sua mente era così confusa, pensa e ripensava alle parole della donna che lo stava accompagnando verso il fratello minore di All for One che gli sorrideva dolcemente. 

"Potresti essere in grado di comunicare telepaticamente con la persona più legata a te".

Deku guardò una figura che era rimasta per tutto il tempo con il volto rivolto al muro ed ebbe una stretta al cuore: era una copia a carbone di Kacchan. Biondo, i capelli sparati in tutte le direzioni, una cicatrice sul viso e l'aria un po' tetra. Le lacrime caddero dai suoi occhi, crollando in zampilli silenziosi nel nulla.

"Katsuki Bakugo. Potrebbe essere la nostra speranza".

Izuku annuì mentre si cancellava le lacrime, non voleva piangere in un momento cruciale come questo!

"Devi essere in grado di comunicare con lui. Sarà difficile ma ce la farai".

Guardò la mano sulla sua spalla e improvvisamente si sentì rinvigorito. Poteva farcela… non tutto era perduto!

 

Un bip luminoso sul cellulare, una notifica di posizione.

Momo lo afferrò con mani tremanti e inghiottì avidamente prezioso ossigeno. Era felice, la trepidazione gli faceva sussultare il cuore nel petto e lacrimare gli occhi. 

Non era inutile come pensava! 

Non ci pensò su due volte a correre nella sala comune dove i suoi compagni stavano mangiando la cena. 

"Oh, Momo, abbiamo preparato del curry! Lo mangi?" chiese bonariamente Kyoka.

"Sì, grazie" sorrise.

Erano tutti seduti al tavolo a conversare un po' come ai vecchi tempi. Era giusto interrompere quella spensieratezza portandoli sicuramente verso una strada pericolosa? Quella trepidazione stava lentamente sciamando e iniziava a sentirsi combattuta.

"Volevi dirci qualcosa?" pronunciò Tsuyu, aveva dei piatti in mano vuoti.

La ragazza strinse i pugni, infilando il cellulare nella tasca della sua lunga gonna e annuì con un sorriso. 

"Sei venuta tutta di corsa. Tutto bene?" domandò Shoto con la solita voce incolore.

"Sì. Va tutto bene" rimarcò con un lieve nervosismo. Si accomodò tra Ochako e Hagakure, guardandosi intorno.

C'era Bakugo vicino a Eijiro e Denki pareva incazzato, seduto a giocare al cellulare tra Hanta Sero e Mineta.

Si era persa qualcosa? Nel mentre che abbassava la testa al suo piatto percepì lo sguardo cupo di Katsuki trapassarla. Quando sollevò i suoi occhi sentì come un'energia oscura appiattirla.

Non voleva guardare. Non voleva… non poteva dire…

 

Kacchan asciugò l'ultimo piatto riponendolo nella credenza. Quei pelandroni gli avevano affibbiato le pulizie e dopo una cena più che buona l'avevano lasciato da solo. 

-Comparse del cazzo…- pensò ed appese lo strofinaccio a un gancio accanto ai cassetti della cucina. 

Appena si voltò vide due paia di occhi che lo fissavano, i primi eterocromatici i secondi neri come la pece. Sentì il fastidio punzecchiarlo all'eccessiva insolenza di Shoto nel mantenere un così lungo contatto visivo ma tacque, cercando di capire perché anche Momo era lì, verso le undici di sera. 

"Bakugo-san, abbiamo la posizione della Lega dei Villain".

Il biondo si sentì mancare la terra sotto ai piedi. 

"Il punto è… ora che abbiamo una traccia… che cosa intendi fare?" fu la domanda stoica di Shoto.

Katsuki era frastornato: poteva riportare indietro Deku ma a mente fredda, nel mentre che pensava incapace di staccare gli occhi di dosso ai due ragazzi nella penombra della cucina dalle luci spente, che forse da solo non poteva far molto.

Però, la rabbia lo infuocò e in poche falcate si avvicinò alla ragazza. Shoto prontamente si interpose tra i due per evitare inutili discussioni.

"Come cazzo facevi a sapere della posizione di quei bastardi, eh?!" ruggì. "Io mi sto arrovellando il cervello da settimane per riportare Deku tra di noi e tu ti permetti di tenerti questo solo per te?".

"Smettila di urlare, sveglierai gli altri!" abbaiò Shoto.

"Togliti dal cazzo, Bastardo a Metà!" ruggì l'altro.

"Ho creato un dispositivo di localizzazione in grado di trovare la Lega se anche i Pro Hero e la Polizia sarebbe stata in grado di seguire una traccia. Ho appena avuto il segnale sul mio cellulare. Non avrei avuto motivo di tacere se l'avessi scoperto prima" spiegò la ragazza, con il cellulare in mano.

Katsuki sembrò calmarsi un po' ma era ancora rabbioso.

"Andremo a stanarli!" esclamò a pugni stretti. "Chi viene con me?".

I due si guardarono poi tentennarono… Deku era importante ma anche l'incolumità di tutta la 1-A...

  
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