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Autore: vanessie    30/07/2021    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 54

“Imperfetto”

 

 

POV Kate    

La nostra relazione proseguiva da 25 giorni, facendosi ogni giorno più bella e coinvolgente. Non ero sciocca, a 27 anni sapevo che l’inizio di una storia d’amore era sempre grandioso e ricco di passione, di voglia di stare insieme, di sguardi e parole dolci. L’unica cosa che la differenziava dalle altre storie che avevo avuto, era il fatto che non dovevamo conoscerci per scoprire se davvero ci piacevamo, ci conoscevamo già dalla nascita. Inoltre con lui avevo sempre avuto una grandissima complicità ed empatia, già a livello di amicizia, per cui anche se ero conscia del fatto che mano a mano l’ardore iniziale sarebbe calato, sapevo che comunque saremo stati capaci di comprenderci, ascoltarci e anche dirci in faccia le cose, usando una certa dose di schiettezza e arrivando anche a litigare, ma senza alcun rancore. Speravo che la versione di Matthew amico fosse la stessa di quella di Matthew ragazzo, insomma di lui mi piaceva tutto e non volevo che cambiasse qualcosa. Stavo aiutando mamma con le pulizie quel 25 agosto, ultimi giorni di vacanza, poi il primo settembre avrei ricominciato a lavorare in biblioteca. Il mio contratto era in scadenza e volevo dare il massimo, com’ero solita fare quando mi impegnavo in qualcosa. “Kate ti occupi tu di spolverare il soggiorno?” mi domandò “Certo” risposi. Mi spostai in soggiorno e cominciai dal mobile vicino alla parete. Arrivò un messaggio, presi il telefono per leggere.

 

Buongiorno amore, mi sono appena svegliato! Ti va se nel pomeriggio andiamo fuori città? Ho voglia di stare con te fino a tardi, che ne pensi? <3

 

Sorrisi leggendo. Era bello sentirsi chiamare amore da lui ed era talmente dolce e da ragazzini scambiarci cuori su Whatsapp! Mi aveva detto che non era mai stato tipo da cuoricini, ma a me piaceva tantissimo quel suo lato adolescenziale, lo aveva risvegliato anche in me. E poi quel suo modo di dire, stare con te fino a tardi, sapevo che era solo un modo carino di farmi capire che voleva avermi, come lo volevo io, fisicamente parlando.

 

K: Ciao amore, ben svegliato <3 per me va benissimo, dove ti piacerebbe andare? Potremo restare a cena nel luogo scelto…ho tanta voglia di vederti <3

M: Non sono più tornato da un’infinità di anni alle scogliere di Moher, potremo andare lì

K: Sì, perfetto. A che ora passi a prendermi? O vuoi che venga io perché sei senza auto?

M: Vieni tu perché le macchine ce le hanno i miei genitori. Direi alle 14, ce la fai?

K: Sì

M: Restiamo anche a cena là, se ti va possiamo direttamente prenotare una notte in hotel, così non sto a guidare la notte

K: Potrebbe andarmi <3

M: A dopo allora, ti aspetto amore

 

Wow una notte in hotel…erano dieci giorni che non dormivamo insieme e che ci arrangiavamo a fare l’amore di nascosto nei posti più impensabili. Terminai le pulizie meditando su cosa mettermi, certamente qualcosa di carino ma anche comodo per camminare. Magari per la cena potevo cambiarmi indossando qualcosa di più sexy. Informai mamma che avevo finito e che sarei uscita, tornando il giorno successivo. Non me lo diceva apertamente ma la vedevo contenta di quella mia nuova storia d’amore, forse perché le bastava vedermi felice e serena, oppure perché conosceva Matt e le piaceva come persona. Andai in bagno, la ceretta teneva ancora, feci la doccia e andai in camera in accappatoio. Preparai un mini bagaglio con un vestito elegante per la serata, un cambio comodo per il giorno successivo e qualche prodotto per l’igiene personale. Indossai una semplice camicetta a maniche corte e un paio di pantaloni con sandali comodi. Dopo un pranzo veloce mi truccai e presi la macchina. Era già pronto ad aspettarmi, mi offrii di guidare, magari lui poteva farlo il giorno successivo nel viaggio di ritorno. Nel tragitto parlammo e ascoltammo musica, per arrivare a destinazione servivano circa tre ore. Le scogliere di Moher, infatti, si trovavano sull’altra costa dell’Irlanda, a ovest. Sarebbe stato perfetto visitarle nel tardo pomeriggio, ammirando tra l’altro il tramonto sull’oceano Atlantico. Trovammo parcheggio in hotel, aveva pensato lui a fare la prenotazione, scegliendo tra l’altro un hotel proprio sulla costa, vicinissimo alle scogliere. Entrammo in camera giusto per lasciare i bagagli e mi stupii capendo che si trattasse di un hotel a quattro stelle, con una vista meravigliosa sull’oceano.

Andammo a piedi alle scogliere, cominciando il giro. Erano bellissime, anch’io non tornavo da anni, ma avevo mantenuto un vivido ricordo del posto, così suggestivo e magico. La brezza estiva ci colpiva e rendeva l’aria ancor più salmastra. “Facciamo delle foto da qui” propose ed io accettai. “La mia preferita è questa” affermò riguardano gli scatti mentre eravamo seduti a riposare su una panchina.

 

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“Sì è venuta abbastanza bene” risposi “Abbastanza? È meravigliosa, sei così naturale” precisò. Gli sorrisi, poco dopo mi baciò ed io chiusi gli occhi, abbandonandomi del tutto al battito accelerato del mio cuore. I suoi baci erano così…così…non sapevo trovare l’aggettivo giusto, ma erano coinvolgenti e sapevano di buono in qualsiasi momento della giornata e indipendentemente dal gusto di ciò che avevamo mangiato o bevuto. Si staccò ed io rimasi con una mano sulla sua spalla, poggiandovi anche il mento. Forse facevo quelle considerazioni perché lo amavo e quel sentimento rendeva sempre tutto favoloso. “Comunque anch’io ho la mia foto preferita delle tue” “Quale?” domandò porgendomi la fotocamera per farmela cercare. In verità tutte le sue foto erano belle, ma ce n’era una che, al contrario delle altre, non lo ritraeva perfetto come al solito e proprio per quest’imperfezione era la mia preferita. Aveva i capelli spettinati dal vento e un’espressione spontanea, sullo sfondo l’oceano non messo a fuoco “Eccola” dissi.

 

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“Non mi sembra così bella” “Sì che lo è! Lo dici perché non sei in posa, ma sei così tu in questa foto, mi ricorda quasi quando eri ragazzino” spiegai “Se piace a te…” “Direi che mi piace un sacco” confermai, alzò le sopracciglia per evitare di controbattere “E mi suscita pure parecchi pensieri indecenti” aggiunsi sorridendo. Restammo su quella panchina ad aspettare il momento del tramonto, la visuale era quella giusta per vederlo sparire nell’oceano, tingendo il cielo di mille sfumature aranciate. Magari ero solo un’inguaribile romantica, ma vedere il tramonto fu bellissimo, come sempre. Aveva un non so che di magico, che scaturiva mille emozioni. Tornammo in hotel, ci cambiammo per la serata e uscimmo di nuovo a cena, scegliendo un ristorante carino dallo smartphone. Le recensioni erano ottime e le foto dei piatti pure. La cena fu a base di pesce, del resto eravamo lungo la costa. Avevo bevuto un po’ più del solito, poiché ci avevano servito un aperitivo, poi durante la cena c’era stato il vino bianco e infine un digestivo finale, forse avevo scelto quello sbagliato, troppo alcolico! “Kate?” “Sì?” “Hai bevuto troppo?” mi domandò all’ennesima risata senza un preciso motivo “No” “Io dico di sì” rispose sorridendo. Infilai un maglioncino prima di uscire dal locale e lo presi per mano perché quella lieve confusione mentale non volevo che mi facesse mettere un piede in fallo, dato che avevo i tacchi alti. Tornammo in hotel, nell’ascensore non feci che osservarlo piena di voglia di averlo. La splendida veduta sull’oceano dalle finestre della camera era adesso buia, anche se si scorgevano comunque le scogliere e le acque. Approfittai del fatto che fosse andato in bagno per togliermi i tacchi e il vestito. Mi osservai allo specchio, decisi di levare tutto, anche la lingerie, mi misi seduta sul letto, tenendo solo il lenzuolo sopra al seno. Sperai di aver assunto una posa carina, sentii la sua voce dal bagno “Hai notato che tra i prodotti in dotazione in bagno ce ne” disse interrompendosi, quando mi vide sul letto “…sono molti insoliti” concluse “Sì” risposi continuando a fissarlo. Aprì i bottoni della sua camicia, la tolse, lo tirai su di me per baciarlo, approfittandone per sbottonare i suoi pantaloni.

 

giphy

 

Quando rimase nudo, si distese nel letto vicino a me. I nostri sguardi si incrociarono e produssero una certa dose d’energia. Toccò la punta del mio naso con il suo, poi mi diede un bacio. Accarezzai con entrambe le mani il suo torace, esplorandolo in ogni direzione, per poi fare altrettanto con la sua schiena. Scese con le labbra sul mio collo ed io rabbrividii al contatto con la sua lingua. Mi fece sdraiare, restando sollevato per spostare la bocca sul mio seno. Gli infilai le dita tra i capelli, avevo i capezzoli turgidi e la mente proiettata sulla bramosia di sentirlo mio. Si spostò più in basso, cominciando a farmi provare piacere con la punta della lingua. Sospirai incapace di fare altro, forse mi venne spontaneo facilitargli le cose dischiudendo le cosce. Restai ad ansimare sempre più frequentemente, ero super eccitata e non sapevo cosa fare perché mi sentivo quasi in debito per il fatto che stessi sentendo quelle cose senza dargli niente in cambio, ma ero incapace di dirglielo, senza un briciolo d’aria nei polmoni. Non volevo avere l’orgasmo così, non in quel momento, non in quella situazione, sperai solo che si fermasse in tempo. Appena mi lasciò un secondo mi tirai su a sedere, forse non se lo aspettava, mi rivolse un sorriso. Non dissi niente, mi spostai sulle ginocchia e andai a dargli un bacio.

 

giphy

 

Giocai a farmi rincorrere dalla sua lingua, poi lo spinsi a sdraiarsi per restituirgli il favore. Continuai per un po’ sentendo che quel modo di amarlo gli stesse procurando gli stessi affanni nel respiro che prima lui aveva dato a me. Mi spinse a smettere quando fu il momento di passare ad amarci insieme. Mi sdraiai allargando le cosce intorno ai suoi fianchi, lo accolsi con tutto il calore e la passione che nutrivo per lui e assecondai i suoi movimenti, ricominciando in breve a sospirare. Si sosteneva sugli avambracci ed io mi abbandonavo sempre più ad ogni spinta, soprattutto se continuava a farlo in modo così incalzante. Volevo dirgli che lo amavo mentre sentivo quelle scosse di piacevolezza, ma capii dai suoi occhi che fosse perso in un’altra dimensione. Ci concedemmo l’una all’altro senza riserve, riempiendo la stanza di gemiti fino a quando mi concesse di sentire ancora quel senso di puro e genuino distacco dalla realtà circostante, in grado di annientare qualsiasi barriera, il tutto mentre avvertiva le stesse identiche emozioni facendomi sprofondare nei suoi occhi.

Il mattino seguente alzai le palpebre vedendolo in terrazza. Era di spalle, aveva una maglietta blu e le cuffie per ascoltare la musica ed era seduto ad ammirare l’oceano. Mi stiracchiai con un sospiro, ero abbastanza stanca e scarica dopo quella nottata in cui lo avevamo fatto un sacco di volte, ma talmente felice da farmi spuntare il sorriso sulle labbra all’istante. Andai in bagno a rinfrescarmi, indossai un vestito legato dietro al collo, sandali comodi, legai un maglioncino alla vita. Pettinai i capelli, sistemandovi gli occhiali da sole. Decisi di non truccarmi, in fondo mi sentivo così bene quel giorno, che non mi serviva usare il make up per apparirgli più carina o coprire qualche imperfezione. “Buongiorno” lo salutai raggiungendolo sulla terrazza della nostra stanza “Hey, ben svegliata” rispose “Aspetti da molto?” “No. Hai visto che bello?” domandò indicandomi in panorama “Sì…wow” affermai, pensando tuttavia che lui fosse di gran lunga più bello di ciò che c’era alle sue spalle.

 

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“Come trascorriamo la giornata?” gli chiesi. Lui mi prese il viso tra le mani, accarezzandomi, ed io mi persi letteralmente nei suoi occhi chiari “Facciamo tutto ciò che vuoi” sussurrò. Accennai un sorriso, quanto mi faceva battere il cuore la sua figaggine mista alla dolcezza con cui mi parlava. “Potremmo restare a fare ancora un giretto qua, poi nel viaggio di ritorno potremo fermarci in qualche cittadina interna” proposi “Sì, va bene. Adesso andiamo a fare colazione e scegli quale vuoi vedere guardando sul telefono il percorso” ribattè intrecciando le dita alle mie. “Quanto sei accondiscendente” dissi sorridendo, riflettendo sul fatto che probabilmente quella mattina lui fosse tanto disponibile e tenero con me perché…insomma, la nottata era stata parecchio bella e intensa, ed io ero stata così spontanea da aver concesso molto più di ciò che ero abituata a dare o avere.

 

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“Perché dovrei dire no? Mi va di fermarci in qualche altra cittadina e stare con te” replicò “Ok, a colazione sceglierò quale percorso fare e dove fermarci” affermai. Restammo occhi negli occhi, non riuscivo proprio a distaccarmi dai piacevoli ricordi della notte: il tocco delle sue mani, il sapore della sua pelle e delle labbra, le nostre parole appena sussurrate, il calore dei nostri corpi, la sensazione di completezza che mi procurava tenerlo dentro di me, gli sguardi profondi e densi di emozioni. “Sei così bella stamattina senza un filo di trucco” affermò risvegliandomi dai pensieri, prima di darmi un bacio a fior di labbra.

 

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“Dillo che non esisti. Sei ancora in America, non sei tornato a Dublino dopo sette anni e noi non ci siamo mai rivisti” bisbigliai inebetita “Perché?” chiese sorridendo “Ho immaginato il tuo ritorno, ho fantasticato su come tu possa essere diventato crescendo e ho sognato di avere una storia d’amore” proseguii. “Beh mi dispiace deluderti, ma è successo davvero” replicò “Ok allora…in verità siamo ancora adolescenti ed io sto sublimando i miei sentimenti per te, immaginandoci grandi e con una relazione” proseguii. “Perché dici così?” insistè “Perché già ti considero perfetto qualsiasi cosa tu dica o faccia e già questo non è normale. Adesso non puoi dirmi che senza trucco sono bellissima, è mattina, mi sono appena svegliata, ho le occhiaie, il viso gonfio di sonno” “Lo penso sul serio, tu sei meravigliosa” precisò facendomi arrossire prima di avvolgermi in un abbraccio. 

 

NOTE:

Weekend fuori porta solitario per i nostri piccioncini partito così -->🤩😍🤪 finito così <-- il desiderio e la passione di due che stanno insieme da poche settimane è letteralmente travolgente e la loro spontaneità non li obbliga neppure a nascondersi quanto siano coinvolti. In fondo, non era ciò che sognavano da sempre? Katelyn ammette di essere terribilmente attratta, di provare sensazioni fisiche nuove, di desiderare solo restargli appiccicata. Sebbene il capitolo sia un POV Kate, si capisce comunque anche il pensiero di Matthew, che nutre lo stesso identico bisogno di vicinanza fisica, ma alla necessità di averla si somma anche quell'intontimento mentale tipico del vero amore, quello che rende perfetta la persona al tuo fianco anche quando perfetta non lo è, ne è un esmpio la frase con cui le dice che è bellissima seppure Kate sia appena sveglia, senza make up e con le impefezioni di cui tutti siamo portatori. Beh direi che questa storia d'amore sta proseguendo nel verso giusto...se lo meritano davvero entrambi!

Vanessie

   
 
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