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Autore: Rosette_Carillon    31/07/2021    1 recensioni
[SPOILER Black Widow]
Marta lavora ancora per lo S.H.I.E.L.D, e vive nella New Avengers Facility. Perché, si sa, gli Avengers possono salvare il mondo ma, quando si tratta di gestire le proprie vite, non sono poi così efficienti.
La Vedova Nera ne è un chiaro esempio.
[Captain America, Knives Out, Black Widow]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff, Steve Rogers
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black and white photos'
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Capitolo 7
Tempo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Ormai quella di Melina è una presenza fissa, fa parte della quotidianità della New Avengers Facility.
Trascorre la maggior parte del suo tempo con Tony e Bruce, pertanto Natasha non ha molte occasioni di parlarle e, in fondo, le va bene così.
Ci sono tante cose che vuole dirle, ma non si sente ancora pronta. Può aspettare.
Ora Melina è lì e non sembra che se ne andrà tanto presto.
C’è tempo, si ripete ogni volta che si incontrano.
C’è tempo, si ripete mentre i giorni passano.
C’è tempo, si ripete ogni volta che decide di tacere.
Poi le cose cambiano, e si rende conto di quanto è stata ingenua.
Comincia tutto con un allarme, poi la voce di F.R.I.D.A.Y. che avvisa di un incidente nel laboratorio.
È in quel momento, mentre corre lungo i corridoi, che spera di poter avere ancora tempo.
Fuori dal laboratorio c’è fumo, Bruce è in ginocchio sul pavimento. Con lui c’è Wanda, gli occhi sgranati, che cerca mantenere la calma e di calmare l’uomo, nonostante lei stessa sia presa dal panico.
<< Andate via, >> le ordina Natasha.
<< No, >> si oppone Bruce << Tony- >> un colpo di tosse lo interrompe, ma lui riesce a rantolare un << e Melina… >>
<< Ci penso io. Andatevene! >>
Wanda aiuta l’uomo a sollevarsi, e lo spinge via. In suo aiuto arriva Visione, seguito da Marta con la sua borsa medica.
<< Che diavolo è successo? >>
<< Non lo so. Pensa a Bruce, io aiuto gli altri. >>
L’infermiera fa per andare dietro all’uomo, poi cambia idea << fuori discussione! Non- Natasha! Tona qui! >>
Il laboratorio è invaso dal fumo. Ci sono fiamme, ma l’impianto antiincendio si è attivato.
Trova Tony vicino all’ingresso. È stordito, e lo aiuta a rimettersi in piedi e a uscire.
Cerca Melina con lo sguardo, ma non la vede, e spera che sia riuscita a uscire senza che se ne sia accorta.
Fuori in corridoio sono arrivati anche Steve e Bucky, ma la donna non si vede.
Steve aiuta Tony a sederti per terra, la schiena contro la parete. << Sei ferito? >>
<< No- tutto intero, >> geme l’altro << maledizione. È stato un errore di calcolo…Banner non verde, vero? >>
<< No, no >> lo rassicura Natasha << va tutto bene. È con Wanda- >> risponde, guardandosi attorno.
Melina non c’è, non è ancora uscita.
Deve tornare indietro.
Fa un respiro profondo e torna dentro il laboratorio prima che gli altri la possano fermare.
Sente Tony che urla il suo nome, e un << fa’ qualcosa, Cap! >> che somiglia molto a un rantolo.
È Bucky a correrle dietro, ed è lui a trovare Melina e a portarla fuori.
La trova priva di conoscenza, riversa a terra con un palmare scheggiato in mano.
 
                                                                           §
 
Una mano le stringe delicatamente la spalla.
Lei si volta.
<< Dovresti andare a dormire. >>
È Tony.
Non si aspettava che sarebbe stato proprio lui a cercare di convincerla ma, Stark è una continua sorpresa da quando è nata Morgan.
<< Che ci fai ancora qui? Dovresti essere da Pepper e tua figlia. >>
<< È quasi l’una del mattino, loro dormono. Dovesti farlo anche tu, >> consiglia gentilmente, con voce pacata. << Marta dice che sta bene, >>  aggiunge accennando a Melina, che dorme nel letto dell’infermeria.
Natasha annuisce. Lo sa, ha parlato anche lei con Marta ma, non lo ammetterà mai ad alta voce, non riesce a non avere paura.
<< Scusa. >>
<< Per…cosa? >>
<< L’errore di calcolo che ha provocato l’esplosione in laboratorio, >> spiega Tony, senza riuscire a guardarla in faccia, le mani nelle tasche dei pantaloni << è stata colpa mia. Ho voluto strafare, ho mandato il sistema in sovraccarico e, con tutti quegli agenti chimici attorno…cazzo, >> mormora passandosi le mani sul volto. Sarebbe potuta andare infinitamente peggio di così, sarebbero potuto morire, o perdere il senno.
Capirebbe se Natasha volesse prenderlo a pugni: lui lo farebbe. Lui avrebbe eliminato Bucky per aver ucciso sua madre.
Anche suo padre.
Forse.
Sicuramente, l’avrebbe ucciso per vendicare la morte di sua madre.
La donna, però, è troppo stanca per quello.
<< Vai a letto, Natasha. Farai preoccupare Steve, >> cerca di scherzare << alla sua età non gli fa bene. >>
Le labbra della donna si piegano in un sorriso, ma rimane lì, seduta accanto al letto dove dorme sua madre.
Non chiude occhio.
Spesso guarda le lancette dell’orologio che girano segnando le ore, poi torna a guardare la donna stesa sul letto.
Si sente spaventosamente sola, pur non essendolo, e ha paura.
Odia quella paura, perché è stupida e irrazionale: Melina sta bene, sta solo dormendo. Non morirà.
Eppure ha paura.
Ripensa a tutto ciò che avrebbe voluto dirle, e chiederle.
Ripensa a quando era una ragazzina in Ohio, alla Stanza Rossa.
Una parte di lei non vuole fidarsi della donna, l’altra parte, però, non può farne a meno.
Le sembra quasi che il buio della notte, rischiarato solo dalla soffusa luce di una lampada da terra, possa inghiottirla, annullarla, e attende con ansia le prime luci del giorno.
Mentre attende, continua a pensare. Pensa fino a farsi venire il mal di testa, e non arriva a una soluzione.
Melina si sveglia la mattina seguente, stordita e indolenzita.
Era la più vicina all’esplosione, pertanto ha subito effetti collaterali più importanti, come i lividi dovuti alla caduta causata dall’onda d’urto, e una brutta storta al polso.
Nulla, però, le impedisce di fare una ramanzina alla figlia per il modo in cui ha trascorso la notte.
Sotto lo sguardo divertito e sollevato di Marta, Natasha si arrende e lascia l’infermeria per farsi una doccia e mangiare qualcosa.
Si sente decisamente più tranquilla e, dopo la doccia, quando la tensione la abbandona, si rende conto di essere davvero affamata.
In cucina ci sono Bucky e Wanda che fanno colazione.
L’uomo le allunga subito una sedia, e Wanda le porge una tazza di tè. << Non fate quelle facce, non sto morendo. >>
Bucky le rivolge un’espressione poco convinta, ma non dice nulla, e continua a bere il suo caffè.
<< Ti sarai presa un bello spavento, >> mormora Wanda, e Natasha sa che l’altra donna non è in grado di capirla solo grazie alle sue abilità.
Le sorride comprensiva. << Tu stai bene? >>  chiede poi.
Non deve essere stato facile per lei dare una mano. Il ricordo della morte dei suoi genitori è ancora vivo in lei, così come la paura che ha provato, e che viene rievocata da rumori forti, come le esplosioni.
La minaccia di Thanos l’ha resa più forte, e più fredda. Il rischio di perdere Visione è stato un duro colpo e, da quanto tutto è finito, i due trascorrono molto tempo assieme quasi che temano una separazione che potrebbe essere definitiva.
Vorrebbero tornare in Scozia, vivere per conto loro, ma non è possibile ignorare il fatto che il mondo avrà ancora bisogno degli Avengers.
Natasha un po' li invidia: quei due sembrano leggersi nella mente, e forse è davvero così, col risultato che si capiscono alla perfezione.
È palese, chiunque lo noterebbe, e lei l’ha sempre trovato affascinante.
Capire le persone per lei è sempre stato lavoro. Osservare i loro gesti, capire la prossima mossa poteva essere vitale durante missione.
Certo, il suo legame con Clint si avvicina a qualcosa che, forse, può essere definito una connessione mentale. Quasi. Riescono ancora a mentirsi, se vogliono.
Visione arriva. Bucky si alza e va via, poi va via anche lei.
Wanda la guarda in silenzio mentre Visione le si avvicina e la abbraccia dolcemente, poggia la fronte contro quella della donna, che socchiude gli occhi respirando piano, poi sposta la testa e la poggia contro il petto di lui.
Non c’è battito cardiaco, benché, se volesse, Visione potrebbe riprodurne il suo suono. A lei va bene così, le basta sentire la sua mente calma e, nell’ordine dei suoi pensieri, riesce a trovare la sua serenità.
 
                                                                                  §
 
Quando Natasha entra nella sua stanza, Melina le sorride e, con una mano, le fa segno di avvicinarsi.
Marta le ha consigliato di fare con calma, e di restare a letto almeno per qualche giorno. In ogni caso, col braccio immobilizzato a causa della storta, non potrebbe comunque fare molto.
<< Dammi il polso. >>
Non specifica quale. Non serve, lo sanno entrambe.
Melina lo osserva con sguardo critico. La pelle non è tagliata, ma è ancora rossa, e c’è un livido violaceo. << Non hai detto niente a nessuno, mh? >>
Natasha abbassa la testa senza rispondere.
Si sente ancora in soggezione davanti alla donna. Da bambina lei era stata il suo idolo, il suo modello, ciò che aspirava a diventare…e poi si era resa conto di aver sbagliato tutto, ma Melina era ancora quella madre/modello della sua infanzia in Ohio.
<< Tieni. >>
La donna le porge una scatolina verde << questo l’ha preso Yelena, voleva dartelo quando vi sareste riviste, ma…siete entrambe davvero testarde, e ho deciso di portartelo io. Lei adesso vive con me e Alexei, mi sta dando una mano ad aiutare le altre Vedove. Sai, vorrebbe tanto che tu fossi orgogliosa di lei… >>
Natasha apre la scatolina, e all’interno trova un filo di perle verde scuro. Lo prende in mano e lo osserva attentamente. Le piace, ed è un regalo di sua sorella.
<< Mettitelo al polso, la notte, quando vai a letto >> la invita Melina << il tuo cervello ti convincerà di avere delle manette. Dovrebbe funzionare, né ho parlato anche con l’infermiera. >>
Natasha si irrigidisce.
<< Lei non voleva dirmi nulla, >> la precede Melina << ma a me non serviva, io sapevo già. >>
<< Era lei che non sapeva… nulla. >>
<< Credo che sappia più di quanto credi. È sveglia, e attenta. >>
Natasha non dice nulla, si limita a osservare il bracciale.
Il silenzio sceso fra le due, viene interrotto da qualcuno bussa alla porta, è Stark.
Si scusa subito, non voleva disturbare, ma è riuscito a riparare il palmare di Melina, e voleva solo informarla che le era arrivato un messaggio. << Non ho la più pallida idea di cosa sia, >> garantisce << è tutto in russo. >>
Melina prende il palmare e cerca il messaggio in questione. È quasi certa che sia l’ennesima lamentela di Alexei su Captain America.
<< Melina, che succede? >>
<< Devo- devo andare, devo tornare in Russia- >>






 
  
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