Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rosa Marina    02/08/2021    0 recensioni
Fu mentre si trovava rannicchiata nella cabina della nave degli Azumabito, che l’avrebbe ricondotta nella sua patria, che Mikasa ricordò tutto. Non fu un ricordo nitido di dove e quando accadde, ma le sensazioni provate in quei momenti erano più vivide che mai, obliate dal potere fondatore della grande progenitrice Ymir ed ora riaffiorate nella sua mente
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart, Christa Lenz, Mikasa Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Shingeki no Kyojin Chronicles'
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Le perdite dovute alla guerra erano state altissime ed avevano lasciato traumi e ferite in tutta la popolazione, molti bambini erano rimasti soli, senza una casa, mutilati, feriti, traumatizzati, denutriti e in quasi tutti loro si era spenta la luce dagli occhi, solo con tanto amore e al sicuro nell’orfanotrofio piano piano si stavano riprendendo. Quelli con il carattere più forte iniziarono a giocare quasi subito, giocavano alla guerra e i più grandi di loro parlavano dei Giganti. Alcuni ricevevano le visite di qualche vicina di casa amica dei loro genitori che li credeva morti durante quella che venne chiamata “la battaglia tra Terra e Cielo”.

 

Quel giorno Historia stava guardando la sua piccola Ymir, mentre giocava spensierata rincorrendo gli altri bimbi dell’orfanotrofio. Era una splendida giornata di sole e dovette ripararsi gli occhi con la mano quando vide una figura famigliare giungere verso di lei.

«Mi… Mikasa!» esclamò con gioia alzandosi in piedi per correrle incontro, le era giunta voce che fosse l’unica del Corpo di Ricerca ad essere tornata sull’isola di Paradise ma dal termine dell’ultima battaglia non l’aveva ancora rivista. Aveva i capelli un po' più lunghi di come la ricordava e teneva tra le braccia un bambino addormentato, che doveva essere nato da pochi giorni.

«Oh Mikasa, sono così felice di rivederti, del 104 mo Corpo Cadetti ormai, qui a Paradise siamo rimaste solo noi due…»

«Si, ha ragione...», rispose la ragazza con dolcezza. «Anche io sono felice di vedere che stai bene Historia.»

La fanciulla guardò con tenerezza il bimbo che dormiva tra le braccia di Mikasa, aveva un piccolo ciuffo di capelli proprio al centro della fronte, corvini come quelli di lei: «che bel bambino, è tuo... ?»

La giovane Regina pensò che la sua vecchia amica avesse iniziato una relazione con un suo connazionale orientale decidendo di dare un erede alla dinastia degli Azumabito (egoisticamente pensò anche che questa poteva essere una buona cosa per il nuovo scenario politico che si stava delineando a Paradise Island), ma quando vide la fasciatura sul polso di Mikasa il suo sorriso si affievolì.

In quel momento il bimbo si svegliò e sgranando gli occhi li rivolse verso Historia. Quell’intensa sfumatura di verde era inconfondibile. La Regina rivolse a Mikasa uno sguardo attonito «non sarà…?!»

La giovane Ackerman la guardò intensamente, gli occhi grigi erano uno specchio che rifletteva lo sguardo confuso di Historia.

«Questo è un bambino senza nome...» disse dopo un breve momento di tensione, «...ti prego di accoglierlo nel tuo orfanotrofio». Concluse ponendolo tra le braccia della Regina di Paradise.

 

Fu allora che lo specchio che fino a quel momento aveva celato le intenzioni di Mikasa si infranse e Historia comprese. Capì le intenzioni dell’amica, non voleva che sulle spalle di quel bambino innocente pesasse alcun fardello che fosse la discendenza degli Azumabito, il sangue degli Ackerman o il nome Jeagher, perché, in cuor suo ne era certa, anche se Mikasa non lo aveva detto, quel bambino era il figlio di Eren Jeagher.

«Certo un erede di Eren sarebbe prezioso in questo momento che vede il popolo di Paradise Island unito al grido di Sasagheyo innalzato dagli Jeagheristi e il nascente culto del Salvatore di Paradise» 

Si sorprese a pensare la Regina mentre apriva la bocca per indagare sul neonato e fare alla giovane Ackerman ulteriori domande, ma lo sguardo freddo e risoluto della ragazza la fece desistere. Arrossì imbarazzata ed abbassò gli occhi.

Decise, per il momento di rispettare il volere dell’amica ed accogliere il bambino come un orfano senza nome, anche perché sapeva bene che Mikasa avrebbe protetto il figlio di Eren ad ogni costo.

 

   
 
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