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Autore: dragun95    05/08/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 5
La confessione



Evereth smise di parlare al microfono per comunicare con il corvo meccanico. Al suo fianco Blossom lo osservava senza indossare la maschera, vedendolo alzarsi e andava alla finestra.

-A parte l'infetta abbattuta da Valtur, ci sono stati altri casi?-

-No, anche se non so se sia una bene o no- l'uomo annuì, non sapere il numero esatto era davvero snervante, anche dal fatto che non avevano idea di quanto quella situazione sarebbe andata avanti. Avrebbero potuto continuare così anche per mesi fino ad essere costretti a bruciare l'intera città.

"Sarebbe l'ultima cosa che vogliamo fare" sospirò prendendo una bottiglia di vino da sotto la scrivania e versandone il contenuto in un bicchiere.

-Gradisci?- a quella richiesta la Minotaura scosse la testa.

-Sai che non mi piace bere in servizio- si aspettava questa risposta da lei, dopotutto era sempre stata una persona seria e diligente che sapeva cacciare via le emozioni quando necessario. Ed era anche ciò che più l'attirava di lei.

-Mi chiedo solo...secondo te è un bene far partecipare Valtur alla riunione?- ecco la fatidica domanda. 
A Blossom non piaceva tanto l'idea che il Mezzelfo prendesse parte alla riunione non tanto perché non si fidasse di lui, ma aveva il timore che l'odio di lui per gli elfi sarebbe potuto sfociare in un'attacco fisico.

Se così fosse stato i rapporti con gli elfi sarebbero peggiorati, anche se i loro rapporti con gli umani non erano mai stati dei migliori. Di certo però non voleva rischiare una guerra diplomatica con loro, non avevano tempo per occuparsi sia degli elfi che della piaga.

-Il suo odio nei loro confronti è giustificato- rispose facendo ondeggiare il vino nel bicchiere.

-Anche se fosse, se fa un passo falso ci potremmo rimettere tutti!- disse seria, lui annuì poggiando il bicchiere sulla scrivania e avvicinandosi.

-Sono sicuro che saprà trattenersi. E poi in caso puoi fermarlo tu- sorrise guardandola negli occhi, lei sospirò annuendo.

-Allora io vado- prima che la Minotaura potesse muoversi, le mani di Evereth si serrarono sui suoi fianchi facendola sobbalzare. I loro occhi si incrociarono, mentre avvicinava il viso al suo.

-Sicura che non vuoi restare?- gli domandò respirando sulle sue labbra, lei spostò il volto per non guardarlo negli occhi.

-Non so se dovremmo- ammise lei trattenendo il fiato quando sentì le sue labbra sfiorarle la pelle del collo esposta, delicatamente le fece girare il volto baciandola. 

In quel momento voleva solo Blossom stretta tra le sue braccia mentre la coccolava e la riempiva di amore per tutta la sera. Strette le mai ai suoi fianchi facendola sedere sulla scrivania continuando il bacio, in risposta lei portò le mani tra i suoi capelli ricambiandolo.


Quella mattina Valtur si svegliò di buon ora ed era già in strada, passeggiare per quelle strade affollate e strette non gli piaceva molto. Erano troppo soffocanti per lui, che preferiva gli spazi aperti e incontaminati.
Intorno tutti si giravano dall'altra parte quando passava, certo avrebbe potuto passare dai tetti per non essere visto da troppi occhi indiscreti, ma avrebbe potuto attirare troppa attenzione di giorno. 

"A proposito che scusa avranno usato per nascondere gli incidenti degli infetti?" Si chiese soprappensiero, non badando alla strada ed andando a scontrarsi contro un'altra persona.

-Scusa colpa mia- rispose subito riprendendo a camminare, ma a quanto pareva quella persona non era della stessa opinione.

-Fermò lì, stupido popolano- il Mezzelfo si voltò facendo un lieve ringhio davanti agli abiti indossati dalla persona con cui si era appena scontrato, di colore verde e oro. 
I colori degli elfi alti, infatti appena la figura abbassò il cappuccio rivelando di essere un'elfa. Proprio l'ultima creatura che l'albino avrebbe voluto incontrare.

-Dovresti inginocchiarti e chiedere umilmente scusa!- affermò la femmina di elfo, aveva dei lunghi capelli biondi legati in una coda alta, come il resto della sua specie era molto bella con dei magnetici occhi oro e lunghe orecchie a punta che sbucavano ai lati dei capelli.

-Mi sono già scusato- gli elfi erano tutti altezzosi, ma dalla spada e la leggera armatura che copriva le forme del suo corpo, doveva trattarsi di una guerriera. E ciò la rendeva ancora più cocciuta e permalosa.

-Tipico di voi barbari, mancate di umiltà! Dovresti toglierti la maschera e chiedermi scusa a viso aperto, sporco Corvo- l'appellativo "Corvo" era un nomignolo che usavano per chiamare gli Inquisitori, forse datogli per via delle maschere che indossavano. 

Quella tizia non gli stava andando giù per niente. Aveva chiesto scusa quando si era scontrato accidentalmente e lei lo trattava così, in quel momento avrebbe voluto ripagarla con un pugno in faccia.

Ma si trattenne perché aveva altro da fare e non voleva attirare l'attenzione delle persone, così stringendo i denti si girò riprendendo a camminare ignorandola.

-Dove credi di andare?- allungando il braccio l'elfa gli afferrò la spalla, ma fu un grosso errore. In risposta gli afferrò il polso per poi fargli lo sgambetto, facendola cadere di faccia contro il terreno. 
Fu un'azione totalmente istintiva, anche se non gli era dispiaciuto vederla a terra dolorante. Ma temendo che la cosa potesse complicarsi di più e per non creare ulteriori problemi preferì dileguarsi subito. Anche se era certo che questo non avrebbe giovato alla riunione imminente.

Seguendo la mappa arrivò alla sua destinazione: una chiesa. Una delle tante che vi erano in città. Senza indugiare oltre vi entrò dentro, sentendo l'odore delle candele di cera accese.
Si avvicinò ad esse accendendone una e portando le mani davanti al volto per dire una preghiera. 

Rimase fermo per qualche istante con le mani unite quando si sentì osservato. Voltandosi trovò un prete che lo guardava, ma non con la paura negli occhi, quanto più con stupore. Non doveva aver visto molti Inquisitori entrare lì dentro.

-Salve Padre- saluto con un inchino del capo.

-Salve figliolo, cosa porta un Inquisitore qui?- 

-Vorrei confessarmi- rispose Valtur, senza aggiungere altro. Il prete lo guardò per qualche istante per poi fargli segno di accomodarsi nel confessionale.


Le mani nere di Ederis si posarono sui due tipi di metallo grezzo. Il giovane prese un profondo respiro per concentrarsi mentre i metalli iniziavano ad assumere una consistenza liquida, l'Alchimista unì le mani fondendoli insieme in uno solo.
Dopo di che iniziò a plasmarlo, il metallo seguiva perfettamente i movimenti delle sue mani e la forma che lui voleva dargli: un'elmo da cavaliere.

Finito di plasmare prese un secchio bagnando il metallo con un misto di acqua fredda e olio. Esaminò più da vicino il suo operato per poi annuire. Quando il lavoro lo soddisfo mise la testa sopra al resto del corpo del costrutto appena creato.

-Niente male- Ederis sobbalzò vedendo Nerissa che molto vicina stava osservando il suo lavoro. Non ricordava che fosse nella stanza, era entrata così silenziosamente che non l'aveva nemmeno sentita.

-Da quanto sei qui?- chiese rosso per la reazione che aveva appena fatto.

-Da un po. Davvero ben fatto, sopratutto le rifiniture!- si complimentò guardando i dettagli sulla corazza di ferro. Trovava incredibile che con la sola forza del pensiero riuscissero a plasmare materiali con tanta precisione e rifinitura.

-Grazie...anche se non sono così bravo- sospirò andando allo scaffale per prendere il pezzo più importante, il cristallo magico che avrebbe animato il Golem. Sapeva di non essere uno dei più bravi Alchimisti di Nidolan, anzi le sue abilità erano piuttosto nella media.

-Dovresti essere più sicuro. Non è da tutti avere una capacità innata come questa- le parole della Seimpyr lo fecero arrossire, non gli capitava spesso di ricevere complimenti e non gli dispiacevano per niente sopratutto se fatti da una ragazza carina.

-Grazie- lei gli sorrise riprendendo ad annotare qualcosa sul tacuino che si portava dietro.
Sapeva che gli Scribi si occupavano dello studio dell'epidemia, ma una parte di lui si stava chiedendo di pura curiosità che cosa avesse annotato sopra quelle pagine.

-Sei curioso di sapere cosa sto scrivendo?- distolse subito lo sguardo altrove -Tranquillo, non sei il primo che si fa questa domanda- sorrise mostrando lievemente i canini, ereditati dal suo genitore vampiro.
Passarono qualche minuto in silenzio, quando finalmente Ederis si convinse a parlare.

-Voi Scribi, vi occupate di studiare la malattia giusto?- la corvina annuì.

-Come si può contrarre di preciso?- lei chiuse il taquino rimettendolo al suo posto allacciato alla cintura.

-Beh presumibilmente si può contrarre per via aerea. Ma questa è un'ipotesi che dopo più di un secolo non ha trovato conferma, sulla trasmissione iniziale siamo ancora incerti- ammise per poi continuare -Tuttavia un soggetto infetto può contagiare un'altro sano, tramite una ferite provocata dalle spine o dal contatto col sangue infetto-

-Non avete trovato una cura?-

-No sfortunatamente. L'unica cosa davvero efficace contro di loro è il fuoco!- rispose abbassando lo sguardo, in quanto Scriba Nerissa non era propriamente portata per il combattimento, questo era compito della divisione armata. 
Lei si occupava dei resti, ma il dover uccidere quello che un tempo era un'essere vivente sano usando il fuoco, lei non aveva mai fatto una cosa simile.


Valtur entrò nel confessionale inginocchiandosi davanti alla parete divisoria che lo separava dal prete che lo avrebbe confessato.

-Perdonatimi padre. Immagino che sia insolito che un'Inquisitore chieda di essere confessato- 

-Sono qui per questo figliolo. Ma prima perché vuoi confessarti?- domandò l'uomo stringendo il rosario.

-Credo per chiedere perdono. Per i peccati che ho commesso!-

-Il perdono può essere trovato....sebbene tu ti sia macchiato di molti peccati, almeno dalle azioni che ho potuto udire su di voi!- anche se non voleva ammetterlo aveva un po' di paura nei conforti degli Inquisitori.

-Non posso darvi torto. So bene che molti vedono in noi solo dei violenti piromani che si nascondono dietro ad una missione- il Mezzelfo alzò lo sguardo sull'ombra della figura dietro al divisorio, era certo che lui pensasse una cosa simile come tutti gli altri.

-Mi dica padre, ha mai incontrato di persona, un'infetto colpito dalla piaga?- lui strinse il rosario scuotendo la testa.

-No-

-Allora è fortunato....io ne ho visti molti e posso dirvi che costoro non erano più umani- si fermò un momento leccandosi le labbra per umidificarle -Quelli che avevo davanti avevano perso completamente la loro umanità! Erano solo mostri che avrebbero contagiato altri innocenti se non li avessi fermati!-

-Anche se dici così, dal tuo tono sembra che provi rimorso- notò il prete, mentre l'albino intrecciava le dita delle mani.

-Non le mentirò. Ogni volta che ne bruciavo uno, ne salvo almeno altri dieci....ma non ho mai tratto alcun piacere nel farlo! Perché alla fine siamo noi ad essere lì mentre esalano l'ultimo respiro. Ricordandoci che in origine erano persone come noi!- 

-Sembra che ciò metta alla prova la tua fede- affermò, mentre l'altro alzava la testa guardando la figura del prete. 

-Fede....io credo nel fuoco che purifica padre- rispose lui alzando la testa, Valtur era una persona che credeva nel suo compito e nel fuoco che poteva ed era necessario per spazzare via la piaga. Ma non sapeva bene nemmeno lui se la sua fosse una convinzione e la sua personale fede.





Note dell'autore

Bene a quanto pare vediamo che Evereth e Blossom se la intendono molto e anche in maniera intima. Ma su loro due credo che approfondirò la loro storia più avanti.

Qui facciamo anche la conoscenza di un membro del popolo degli elfi per la precisione gli Elfi alti come li chiamano alcuni. Di certo l'elfa si è scontrata con la persona sbagliata e poi Valtur non ama le persone con quel carattere. Anche se questo non so quanto possa aver influenzato i rapporti alla riunione che dovrebbe iniziare a breve.

Intanto anche Nerissa ed Ederis si mettono a chiacchierare e scopriamo anche come si può contrarre la Piaga da un paziente infetto.
Infine Valtur decide di confessarsi, scoprendo che non è del tutto insensibile a ciò che fa e che ha anche un lato del carattere che prova rimorso per le sue azioni anche se erano necessarie.

Ringrazio anche solo chi legge e ci vediamo al prossimo capitolo.
  
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